martedì 16 agosto 2011

Cambiare l'inerzia di uno Stato si può, basta adottare un politico a tempo determinato


E mentre la nuova manovra finanziaria sta entrando in vigore, fra tre mesi sapremo se resterà invariata, ed i sindacati si prendono i loro tempi per decidere se scioperare o meno, ma sono da capire siamo in periodo di ferie, ci si chiede come certe persone riusciranno a sopravvivere ai drastici tagli operati dalla maggioranza dei governanti. Non parlo di chi si arrabatta per arrivare a fine mese, queste sono persone straordinarie dalle risorse mentali enormi che da sempre riescono a sopperire a qualche centinaia di euro in meno, parlo di coloro che improvvisamente si sono visti dimezzare gli introiti milionari che da decenni lo Stato italiano regalava anche in presenza di indubbie incapacità. Come faranno ora i manager a conservare lo "status" acquisito nel tempo? A mantenere la piccola barchetta di trenta metri con dieci uomini di equipaggio ormeggiata a Portofino? Ed è desolante pensare che ci saranno ridimensionamenti tali da non permettere loro di acquistare quella bomboniera di villa che credevano già di possedere e pagare coi milioni del "bonus licenziamento". Certo è che non saranno i soli a doversi adattare alla crisi e ad iniziare un calvario fatto di rinunce, anche altri dovranno eliminare qualche serata al ristorante. Non sono cose di poco conto dato che in casa loro neppure la governante sa cucinare. Come faranno a sopravvivere ai crampi della fame?

Ma smettiamola di essere tristi ed iniziamo a pensare al futuro, alla prossima manovra che i grandi investitori, esseri senza volto che hanno in mano sia chi governa gli Stati sia chi dirige il valzer altalenante delle "borse" e del rating internazionale (comprese le pubblicazioni che regalano e tolgono "A" in maniera avulsa ed a volte senza logica, vedasi Lehman Brother), ci costringeranno a mettere in cantiere. Non manca molto ormai perché questi "cartelli" dell'economia mondiale, introvabili, impensabili e nascosti sotto lenzuola bianche di una perfida innocenza quando sono da "stanare", hanno un bel piano in mente, un piano che parla di privatizzazioni facili, di acquisti sottocosto, di grandi opere da costruire e di miliardi di euro, o di dollari, da incassare grazie al popolo che deve per forza acquistare per poter nascere, crescere, mangiare vivere e morire. Perché chi dedica la sua vita al denaro non può rinunciare ad accumularne sempre più a discapito di chi, povero e senza voce, per sfamare una famiglia accetta anche "regole" che un domani diventeranno "cappi" da stringere attorno al collo dell'umanità. Umanità che al momento è sfaldata e priva di spina dorsale, priva di guide credibili, priva della sua stessa umanità. Ognuno per sé e chi non ce la fa vada a morire in un angolino nascosto come un gatto randagio ferito, questo è il motto che si persevera da decenni nella new economy del "compro e vendo", l'importante è che non si chiedano ai nuovi "signori" oboli non scaricabili dalle tasse per l'acquisto della bara di chi non ce l'ha fatta. 

E questi personaggi, iniqui ed inutili per la crescita di un pianeta che milioni di anni fa li avrebbe trasformati in petrolio, e vi invito ad informarvi su cosa la Terra abbia usato per fabbricare l'oro nero, ora si aggrappano alle scialuppe cercando di indossare il salvagente del rivale, di colui col quale fino a pochi mesi fa andavano al campo di squash o di golf. Quindi già sappiamo che non si salverà il migliore ma il più forte. Però c'è da chiedersi fino a quando sarà salvo dato che rispetto ai mega-potenti controllori dell'economia del mondo, che presto controlleranno anche lui, il giovane rampante è uno sputo fumante sulla sabbia del deserto. Noi non siamo così, siamo persone semplici e per le persone semplici non è facile capire e credere che prima o poi tutto sarà in mano ai pochi soliti noti, non è facile capire che se non ci saranno governi di polso in grado di contrastarli il fatturato di ogni loro singola multinazionale sarà destinato, e in qualche caso lo è già, ad essere maggiore di quanto milioni di persone verseranno annualmente al loro Stato. E questo li autorizzerà ad affossarlo quello Stato prima di comprarlo con pochi e stupidi spiccioli. Così sarà e se non si stabiliranno regole nuove questo è il futuro che presto diventerà il nostro passato e si ritorcerà contro i nostri figli.

Stabilire nuove regole non significa lasciar fare ad altri, non significa affidarsi a chi fa pubblicità, affidarsi a chi fa propaganda politica e vuole al comando della nazione chi è stato scelto da pochi affiliati, persone che ipnotizzano a parole i vari ceti ogni qualvolta c'è da votare. Perché questo finora s'è sempre visto, sia nella ormai tentennante America, dove i candidati hanno l'appoggio di "sponsor" privati molto potenti che solo a vittoria ottenuta smetteranno di versare liquidi per iniziare ad emettere "fatture a vista", sia da noi che abbiamo i media più strani del creato e partiti politici che manipolano le loro basi facendo continuamente il gioco delle "tre palline". E noi ci caschiamo e crediamo al loro gioco perché, in fondo, siamo strane persone senza corde vocali che vanno a votare non per fare in modo di avere qualche diritto in più, ormai s'è capito che ci arrivano sempre e solo manrovesci, ma per dare la nostra fiducia a chi in realtà non conosciamo e che, nonostante i millenni di mandati parlamentari, non conosceremo mai.

Questo è il motivo per cui ad ogni nuovo governo, bianco rosso giallo verde o blu, ci sentiamo presi per i fondelli, perché in realtà anche cambiando l'ordine dei fattori il risultato è sempre il medesimo, calci in culo a chi è obbligato a vivere costantemente a 90° e a non urlare. Quindi, per cercare di modificare questo trantran, c'è rimasta da vagliare ed approvare un'unica soluzione. Cambiare la classe politica e mandare in Parlamento chi ha davvero i giusti ideali, chi ha davvero a cuore il benessere del popolo e non solo quello della sua famiglia allargata al partito. Pertanto, dato il momento di crisi profonda creata soprattutto da chi negli anni non ha saputo imporsi, le nuove regole dovranno basarsi sul "gratuito patrocinio" e prima delle prossime votazioni occorrerà stabilire in maniera chiara che chi vuol "far del bene agli italiani", andando ai Palazzi romani, dovrà non percepire stipendio alcuno. Solo con questo metodo si candideranno uomini di spessore e non portaborse color marrone da anni mimetizzati fra i banchi spogli della Camera e del Senato. Ma questa soluzione, se non sarà affiancata da una trasparenza totale, non basterà ad evitare che in Parlamento entrino gli schiavi o le marionette già in mano agli uomini del potere.

Per fortuna lo strumento per debellare questo inconveniente esiste, si chiama internet e sistemato a dovere permetterà a tutti di valutare in tempo reale ogni mossa portata avanti nei giorni da chi deciderà in nome del popolo e non del "clan", permetterà all'uomo comune di aprire bocca e dire se quanto si sta per stabilire è giusto o ha carenze, permetterà maggiori contatti interpersonali fra i vari ceti e la nuova classe dirigente, permetterà di avere una visione istantanea dei pensieri nazionali. E se le parole usate saranno chiare e capibili ad ogni singolo individuo, ogni politico si troverà ad essere, per causa di forza maggiore, il ritratto fatto sputato e spiaccicato dell'onestà. Ed una persona siffatta non la si potrà far vivere di stenti vista la mancanza di stipendio statale da onorevole, avrà una sua famiglia da sfamare, quindi, per appoggiarlo quando le sue scelte si dimostreranno giuste e vincenti, ognuno di coloro che l'han votato verserà un euro in suo favore. Un milione di voti un milione di euro. Una specie di adozione a distanza finalizzata al benessere generale che porterà chi lavora bene ad incassare lauti guadagni e chi lavora male a far la fame o ad andarsene a mungere vacche. Insomma l'adottare un politico e pagarlo a prestazione, in fondo una sorta di lavoro a contratto determinato come alcuni nostri ragazzi sono costretti a fare nei "call center" ad esempio (e l'idea è proprio dei politici), è l'unico modo con cui potremmo stabilire se è l'incapacità cronica alla base di tante inefficienze o se è una sorta di "volemose bene" quello che scaturisce, fra finte liti e toni da inquisizione ormai burleschi, all'interno dei palazzacci del potere.

Forse ho scritto questo articolo scherzando per cercare di allentare e rendere più vivibile il momento attuale... o forse bisognerebbe iniziare a pensare seriamente ad un nuovo modo di fare politica perché il popolo da tanto si è stancato di regalar quattrini a chi scalda poltrone dalla mattina alla sera, e parlo anche dei migliaia di manager collegati ai partiti che razzolano fra aziende sanitarie e similari.


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12 commenti:

Mercutio ha detto...

Mio caro amico Massimo, onesto ed idealista, nello stesso tempo, hai descritto, con parole toccanti, quello che hai scorto nel vasto orizzonte della vita politica e sociale nel nostro sfortunato Paese.
Lo sconcerto ed il disgusto generato da una classe politica, di qualsiasi appartenenza, intesa, non a risolvere gli annosi problemi, del popolo e della nazione, ma a quelli sfacciatamente individuali, hanno allontanato i cittadini da ogni fede politica.
A noi, quali pecore mal pascolate, resta solo la rabbia dell'impotenza a rompere le pareti ferree che ci stringono in uno spazio dal quale è solo utopico, sperare di evadere.
Dovremmo reiterare la rivoluzione francese o quella messicana?
Tu hai indicato la forza di internet. Bene; facciamone uso!
Ma tu credi veramente di poter, se non vincere, almeno moderare la forza schiacciante di quelli che hanno le redini dell'economia mondiale, ed italiana, in particolar modo?
Rassegnarsi è da codardi, non lo faremo. Essere fiduciosi non costa niente. Allertiamoci, dunque!
Cordialmente, tuo Mercutio

Unknown ha detto...

Da sempre siamo numeri Mercutio, sin dall'antichità siamo pecore che servono solo a fornire lana e latte, nessuno ha mai fatto e farà niente per noi perché il denaro sconvolge ogni mente e chi ha il potere, e parlo anche di chi tiene sottomessa l'informazione, può tutto ed ormai non fa neppure come una volta quando almeno cercava di insabbiare.

Ora anche in politica, e non solo in Italia, si fanno cose allucinanti alla luce del sole, tanto la mente umana si è adattata ed a forza di assimilare non considera più rilevante la notizia che un tempo scandalizzava. Non si fa più caso a nulla perché il vortice ci ha preso e ne siamo parte integrante. Ed invece di far lavorare gli altri per noi siamo noi a lavorare per gli altri.

Anche per questo la Cina, il Vietnam ed altre nazioni asiatiche possono continuare ad offrire vite umane ed "asilo economico" a chi preferisce acquistare potere piuttosto che salvaguardare l'umanità. Ed il combattere questa piaga già sarebbe tanto, meglio ancora se si riuscissero a debellare le varie "mafie" che aumentano di potere ogni secondo grazie a compiacenze governative, grazie a persone che se ne fregano dell'uomo. Ogni nazione manda i militari all'estero per perseguire degli ideali lasciando sporchi e da lavare i pavimenti in casa propria.

Non avremo speranze di vittoria fino a quando continueremo ad aiutare le multinazionali, vere proprietarie della Terra assieme ai cartelli mafiosi, acquistando i loro prodotti per farci vedere all'apparenza come gli altri (forza della pubblicità), o drogandoci per cercare di non farci vedere deboli. E questi sono solo due degli innumerevoli esempi che si possono fare.

Non avremo speranze fino a quando non capiremo che siamo noi a sovvenzionarli, che siamo noi a finanziare i loro giochi di potere, noi a far comprare loro quei valori politici che ci obbligano e ci obbligheranno a piegarci sempre più, e presto saremo veri "veri zerbini" da calpestare... e pensare che senza di noi, senza i nostri soldi, sarebbero solo scatole vuote destinate a marcire.

La lotta di classe ad oggi è praticamente fuorilegge, a causa di errori mastodontici dei falsi ideologi degli anni di piombo, ma la lotta che si potrebbe combattere in internet è solo agli inizi. Peccato che si tenda a mantenere basso il livello della cultura generale, non servono atenei per questa, e si convincano i nostri ragazzi che con un bicchiere di birra ed uno spinello tutto al mondo si sistema.

Ma vedrai che presto, andando avanti di questo passo, sarà la terra a sistemare e ad azzerare tutto in modo che si possa iniziare daccapo, l'ha già fatto innumerevoli volte...

Ciao, Massimo

Mercutio ha detto...

Hai descritto una verità sacrosanta, di fronte alla quale si resta passivi per l'assuefazione all'andazzo generale.
Un'assuefazione che ha le sue origini, in italia, dai tempi in cui si consentì ai Savoia di appropriarsi proditoriamente, e con avidità di tutta l'Italia.
Dopo questo primo esempio di storico "abuso legalizzato", il nostro popolo ne ha subito tanti, non meno vergognosi e deplorevoli.
Da quì l'assuefazione e la passività ad ogni forma di prevaricazione, economica, sociale e politica.
Questa egemonia della sopraffazione può essere distrutta, ma solo da un'ipotetico sovvertimento delle forze naturali che regolano l'equilibrio del nostro pianeta.
Dovremmo, forse, augurarci l'avverarsi delle previsioni dei Maya?
O, essere fiduciosi nella forza dell'intelligenza umana, che a sola, se bene indirizzata potrebbe travolgere un schiatta ed un sistema fortemente radicati?
Ho fede nella tua proposta, di carattere pacifica ed altamente intellettuale, congenita nella enorme maggioranza della generazione giovanile esistente oggi, e che sarà la forza della ragione domani.
Mercutio

Sira Fonzi ha detto...

Ciao Massimo

hai detto bene, nel tuo bellissimo articolo, si tende a mantenere basso il livello di cultura generale, ma il veicolo per diffonderla c'é, e come hai detto tu, si chiama internet.

Questo enome veicolo che oggi viene, dalla maggioranza dei ragazzi, usato non come mezzo d'informazione, di cultura, ma come mezzo per comunicare, tramite pubblicazioni di video, immagini e principalmente tramite chat.

A chi vuoi che interessa oggi, dei tanti utenti connessi, che c'é un signore di nome Gaetano, che per il futuro dei suoi figli sta giorno e notte sotto Montecitorio, all'ottantesimo giorno di sciopero della fame?

Quanti di loro sanno che c'é una petizione in corso che riguarda il futuro di ognuno di noi, che aspetta la loro firma (a proposito io l'ho sottoscritta il sito dove leggerla è:
www.presidiomontecitorio.it)
Ma se ne fregano, perchè non credono li riguardi.

E stai sicuro Massimo che il gruppo su facebook è conosciuto, ma è più importante per molti andare a cercare l'ultimo video pubblicato da un idiota che lancia il gatto dal balcone, o da un altro che fa la sua esibizione di planking.

Io ho 50 anni e quando ero una ragazza che frequentava le superiori, c'erano 5 canali televisivi e la solita carta stampata.

Internet, i vari blog, facebook, twetter etc... erano ben lontani dall'arrivare, eppure c'erano assemblee scolastiche, c'era la voglia di cambiare quello che non ci stava bene, quello che non credevamo fosse giusto.

E seppure ci si muoveva nel piccolo contesto che ci riguardava, lo spirito era battagliero, c'era la voglia di sapere, di conoscere, di cambiare.

Ora ho la possibilità, per lavoro, di conoscere i pensieri di molti ragazzi, ho amiche con figli dell'età che avevo io al tempo delle superiori, eppure, non so se è una casualità, ma io trovo che siano molto più superficiali, pochi con le idee chiare, con prospettive future e soprattutto consapevoli del contesto sociale e politico che stiamo vivendo.
Sarà solo la mia un esperienza negativa? Lo spero.

E cmq, se così non fosse, dovremmo pensare che i ragazzi di oggi sono lo specchio dei propri genitori, probabilmente disillusi, arresi, concentrati a far quadrare i conti.

Quante sono le generazioni da sensibilizzare Massimo?

E soprattutto quante sono le persone che hanno lo stimolo, la motivazione e la forza di sensibilizzare?

Ciao Sira

Unknown ha detto...

Eppure Sira anche quando tu frequentavi le superiori internet c'era già. Con uno scatto telefonico potevi collegarti con tutto il mondo, quasi come un radioamatore, ma nessuno lo sapeva se non i pochi che erano appassionati di telecomunicazioni e di elettronica. Questo ti dimostra che per fare qualsiasi cosa occorre molto tempo, nessun precursore anticipatore dei tempi ha mai avuto successo e c'è sempre stato chi l'ha ottenuto al posto suo sfruttandone le idee. Fra l'altro per far crescere un'idea serve la pubblicità, quella che solo i canali dell'informazione ti possono dare.

I genitori hanno un ruolo fondamentale per la crescita dei figli, ed una mancanza in quel senso si sente, ma non vorrebbero, parlo del futuro dei loro ragazzi, rischiassero mai nulla ed il più delle volte li convincono che adagiarsi sulla propria vita è la cosa migliore da fare. Perché loro in fondo erano così.

Quanti sono quelli che fino a pochi anni fa bramavano il "posto pubblico", in Comune o all'ospedale, e con quello si sentivano realizzati perché garantiva una sicurezza, pur se minima, economica?

Quanti dei nostri amici dopo aver partecipato attivamente, da giovani, ad assemblee di vario genere sono stati convinti dalle madri a far domanda per entrare in Banca? Quanti hanno preso il posto del padre nelle ferrovie o alle Poste?

No Sira, i giovani di allora, pur se pare ne avessero, non avevano voglia di combattere, si aggrappavano ai pochi che ne avevano, ed i loro figli hanno la stessa indole. Ti basta guardare quelli del '68 arrivati in Parlamento che ora hanno barche e ville.

E come in tutte le rivoluzioni, siano state sanguinarie o pacifiche, per lottare serve arrivare in fondo al pozzo ed attivare quell'istinto di sopravvivenza che abbiamo dentro grazie al nostro "passato animale".

In caso contrario... fino a che c'è vita c'è speranza. Ma io son certo che a chi vive sempre sperando prima o poi il mal di pancia viene!

Ciao, massimo

Sira Fonzi ha detto...

E' vero Massimo, era la minoranza che credeva in quello che faceva, e gli altri per moda e per non sentirsi tagliati fuori, aderivano.

Ma è altrettanto vero che la voglia di lottare si è persa nel tempo perchè man mano che si cresceva, non si aveva più a che fare con le istituzioni scolastiche, ma con la vita lavorativa, con quella politica.

Qualcuno è rimasto fedele a se stesso, ha riversato le energie che impiegava nella scuola, nel contesto lavorativo, politico.
Il problema è che si è trovato davanti un muro, un enorme muro invalicabile, lo stesso che è davanti a noi adesso.

La differenza, a mio avviso, sta nel fatto che qualcuno accanto a quel muro ci è arrivato,anche se poi per svariati motivi ha fatto retromarcia, oggi invece, molti giovani non ne conoscono nemmeno l'esistenza di quel muro.

Forse quando usciranno dalla famiglia, quando avranno la responsabilità della propria vita nelle loro mani, e dovranno fare i conti per far quadrare il bilancio familiare, cominceranno ad intravederlo quel muro.

Ciao Sira

Manlio Tummolo ha detto...

Caro Massimo,

le tue osservazioni, e quelle degli altri interlocutori, sono come sempre di estremo interesse. Sulla tua diagnosi non c'è molto da aggiungere, ma per comprendere le cause lontane di questo e le cure adatte, occorrerebbero intere biblioteche. Solo per parlare di INTERNET, un'arma potentissima e di relativamente facile uso, essa viene adoperato dalla gran parte delle persone per diffondere cumuli di sciocchezze, piuttosto che approfondire i problemi seri e reali, cercarne le ragioni, coordinare le forze, non tanto per manifestazioni che, per quanto generose e nobili, lasciano il tempo che trovano (il digiuno, cara Sira, è un bellissimo gesto, ma temo ahimé che tra poco dovremo digiunare tutti, seppur non volendo, e morire di fame non è una soddisfazione che dobbiamo dare ai nostri avversari), quanto organizzarsi, perché solo attraverso l'organizzazione, ovvero porre un programma che costituisca il denominatore comune di vari orientamenti a fini sociali, proporre i mezzi, raggiungere l'obiettivo, associandosi a migliaia e milioni in Italia, in Europa, nel mondo, si può avere qualche speranza, seppure non immediata, di superare i problemi e di raggiungere almeno uno stato tollerabile di vita, e non questo di continuo franamento di istituzioni e comportamenti politici, questo continuo crollo di condizioni economiche che rischiano di portarci indietro di due - tre secoli, se va bene.

Anonimo ha detto...

Ho letto proprio in questi giorni "il mondo nuovo" di Huxley, e probabilmente ne sono influenzata, ma ti dico:
hai formulato una simpatica e oltremodo intelligente proposta finale, ma le tue resteranno solo belle parole per un bel post?
Ho paura che gli strumenti di potere in mano al popolo siano stati smantellati uno ad uno, alla faccia del popolo sovrano, anestetizzato dal gossip e la simpatica cialtroneria dietro ai quali sono stati nascosti i veri problemi del paese.
E adesso ci ritroviamo a lamentarci, quando abbiamo abozzato per decenni lasciandoci distrarre dai combattimenti al Colosseo.
se invece ci fosse la possibilità concreta di trasformare le parole in fatti, fatemi un fischio. @_@

Manlio Tummolo ha detto...

Non vorrei sembrare acido e provocatore, come succede spesso, suscitando i soliti urli di sdegno e i soliti rimbrotti, ma per capire come mai l'Italia (e forse non solo l'Italia) si trovi dove si trova, basta osservare in questo sito lo spazio e l'interesse dei commenti per un fatto tutto sommato specifico (ovvero un omicidio), piuttosto che per la lenta agonia di uno Stato al quale apparteniamo. Per logica dovrebbe essere il contrario, invece un tema come questo è seguito da pochissimi; l'assassinio di Carmela Melania Rea o quello di Sarah Scazzi o ancora Yara Gambirasio è molto più seguito, in un'infinità di dettagli, di ipotesi, di confronti che, solo per leggerli tutti, richiede ore. Una ragione ci sarà, ma allora perché meravigliarsi del punto a cui stiamo arrivando ?

Anonimo ha detto...

@Manlio
una ragione c'è, sicuramente.
@_@ Io la identifico con la sistematica anestesia alla quale siamo sottoposti da anni, la cultura del divertimento, della quale la televisione è stata il principale motore.
Se ci si fa caso esiste un preciso e sistematico uso del gossip strumentalmente volto al nascondimento di fatti politici rilevanti, con il preciso scopo di distogliere l'attenzione dei cittadini dalla possibilità di presa di coscienza, dall'eventualità si scateni la minima velleità di protesta.
Non è invenzione recente l'anestesia collettiva, il dis-togliere dando altri pensieri, il divertire, accontentando la massa e dandogli ciò che vuole, l'emozione forte che devia l'attenzione da quello che la casta dominante fa e decide. Già gli antichi romani davano al popolo gli spettacoli al Colosseo, lavoro, pane e spettacoli da circo, dopodichè tutti a nanna.
Siamo la generazione cresciuta con la televisione, ne siamo assoggettati fin da piccoli, e nemmeno la stampa è completamente affidabile.
Invece di scandalizzarci prendiamone atto, e chiediamoci piuttosto cosa e come sia possibile fare, nel concreto, e non tanto per parlare.
Dal mio misero punto di vista, non ho la conoscenza giuridica nè politica per trattare o rivendicare alcuni miei personali ma anche sociali diritti che sento lesi, e francamente mi chiedo se non sia il caso di mettermi a studiare un pò della materia.
@_@

Manlio Tummolo ha detto...

Condivido perfettamente quanto scritto da @_@. Vi sono periodi storici, anche parlando della sola Italia, che hanno visto un'ampia partecipazione popolare, altri come adesso, del tutto anestetizzanti. Dimostriamo, come popolo, forse per spirito di contraddizione o di istintiva ribellione, più partecipazione quando essa è vietata, di quando essa, almeno formalmente, è permessa. Come ho sottolineato c'è un'intensa partecipazione in cose di difficile soluzione nostra (scoprire un assassino o rivelare un innocente), mentre viceversa organizzarsi per rovesciare una certa situazione politica e sociale sembra richiedere sforzi immani. Il discorso, del resto, è perlomeno europeo. Noi ammiriamo tanto il verde dell'erba del nostro vicino, senza accorgerci che tanto verde non è, oppure non si tratta di lattuga, ma solo di gramigna. E, forse, se tutti guardassero le celebri travi nel proprio occhio, invece che ammirare i fuscelli nell'occhio altrui (intendo tra popoli, non solo tra individui), ci accorgeremmo dell'esigenza di una solidarietà a livello europeo e, direi pure, planetario. Forse questa crisi così vasta e durevole porterà ad una situazione non oltre sopportabile, che farà da generale scossone per tutti. E, usando una metafora evangelica, le ancelle fedeli siano pronte all'arrivo dello "sposo" (non personalizzato, per carità, di "salvatori della Patria e del mondo" ne abbiamo avuti anche troppi, ma nel senso di un rivolgimento che ci chiama tutti in prima linea).

Anonimo ha detto...

Ciao a tutti, condivido quanto detto dal sig. Tummolo e da @_@,
ed aggiungo che, a mio avviso, gli effetti dell'anestesia tra non molto cominceranno a svanire, perché la maggior parte degli italiani non riuscirà a godere più neppure dei beni primari,
dei beni di prima necessità.

Non riuscirà più a non sentirsi umiliata, frustata e dispiaciuta per non poter dare ai suoi bimbi quello che altri bimbi hanno, o ai suoi ragazzi, un istruzione oltre il liceo( visto i costi che comportano gli studi universitari).

Conosco molti ragazzi costretti ad abbandonare gli studi per aiutare la famiglia in questo momento di difficoltà, o comunque per non pesare ulteriormente sul già precario bilancio familiare.
E quanto può essere umiliante per un genitore non permettere ai figli di inseguire i propri sogni, tarpargli le ali?

Non riuscirà più a permettersi la tanto attesa settimana di vacanza, con l'intera famiglia, dopo un anno di stressante lavoro.
Sono già ora in molti a non potersela più permettere, a ricorrere alle finanziarie, alla cessione del quinto dello stipendio, all'anticipo sulla liquidazione, per questa ed altre necessità(pagamento utenze, assicurazione auto, assistenza odontoiatrica e dentistica etc...)

Non riuscirà più a vivere una vita dignitosa, come dovrebbe essere per chi, con senso di dovere ed onestà, svolge il proprio ruolo di lavoratore e contribuente, e per questo si indebiterà sempre di più, fino ad arrivare a fare delle rinunce ancora più grandi di quanto non ne faccia già, per pagare le rate sottoscritte.

Ecco, credo che in questo preciso istante comincerà a svanire l'effetto dell'anestesia, fino a che non verremmo privati dell'indispensabile.

Ciao Sira