domenica 17 aprile 2011

Yara Gambirasio. L'elettricista non era a Brembate al momento del rapimento... e non c'è pace per le bufale

Anche ieri, sabato 16, ai lettori interessati al caso di Yara Gambirasio hanno fatto fare una bella abbuffata di bufale. Tutti loro hanno di certo constatato che ormai la bimba non la considera più nessuno, è diventata un nome utile a vendere e nient'altro. Certo, prima di parlare degli sviluppi del caso rivolgerle un pensiero è d'obbligo in tivù, ma poi? Poi, anziché del caso, anagrammano la parola e creano il caos. Caos perché ormai la confusione creata da media televisivi e giornalistici è talmente ampia che ogni persona conosce una verità diversa in base a quanto letto sul suo quotidiano preferito. Venerdì sera è stato Salvo Sottile a modellare nuove mozzarelle svelando che il giorno successivo al rapimento della ragazzina un elettricista polacco era "scappato" dal cantiere di Mapello in fretta e furia. Nel servizio addirittura si aggiungeva la testimonianza del proprietario dell'albergo, in cui fino a quel giorno l'uomo aveva dormito, che dichiarava all'inviato di non aspettarsi di vederlo di primo mattino con le valigie in mano, ed il fatto che spesso usava, insieme ad altri, il furgone bianco della ditta. Inoltre si aggiungeva il particolare inquietante dello sgabuzzino ben conosciuto dagli elettricisti, ma anche dai pavimentisti e da tanti altri, in cui i cani molecolari s'erano fermati irrequieti.

A questo punto posso solo chiedermi il motivo per cui persone serie come Luciano Garofalo e Massimo Picozzi, ma anche il Sottile e la Scarpini lo sono, continuano a stare in una trasmissione che solo poche volte aggiunge quel qualcosa in più alle notizie? Quale redazione prepara la scaletta? Quali giornalisti si prestano a mungere continuamente bufale di ogni genere? Me lo chiedo perché lavorano talmente di fino che anch'io inizialmente cado nella loro fitta rete e mi faccio trascinare dagli affascinanti teoremi che inseriscono nella mente degli spettatori. Ed anche venerdì è stato così. Anzi, ad un certo punto stavo quasi per scrivere un articolo su quanto appreso. Però non appena ho acceso il computer e sono entrato nel blog mi sono trovato in video la faccia furba della dottoressa Letizia Ruggieri. Ed è stato in quel momento che mi sono chiesto se era possibile che un fatto così grave, che sarebbe balzato subito agli occhi di ogni investigatore, non fosse stato vagliato con attenzione maniacale dalla procuratrice.

Ed in quello stesso istante ho pensato alle bufale che in questi mesi hanno intasato le stalle mediatiche. Per cui mi sono fermato e non ho scritto pensando che sui quotidiani presto avrei trovato una smentita. Smentita che, a dire il vero, non è arrivata subito ma è comunque arrivata come sempre, e sottolineo sempre, da quando i giornalisti possono indagare sul caso della piccola Gambirasio. Per farla breve nel servizio di Quarto Grado c'era una parte giusta, l'elettricista se n'è andato effettivamente il 27 Novembre ed effettivamente ha fatto le valigie la stessa mattina, ma la verità qui si ferma perché non è vero che gli inquirenti da allora lo cercano e non lo trovano. L'hanno già rintracciato inizialmente ed hanno appurato che il suo cellulare, la sera in cui è avvenuto il sequestro, non era a Brembate. Ora, se vogliamo essere onesti e dirla tutta, quelli della procura lo vorrebbero nuovamente in Italia per uno scrupolo dei Pm che, nonostante non sia indagato, e pare si sia accertata la sua estraneità, per non lasciare nulla al caso preferirebbero avere comunque un tampone del suo dna in modo da compararlo a quello trovato sui guanti di Yara.

E' un eccesso di scrupolo, un modo professionale di portare avanti le indagini, niente di più. E non è affatto giusto che da un eccesso di scrupolo nasca una falsa indiscrezione e che questa si sparga nell'etere. Il conduttore del programma di Rete 4 non avrà di certo nessun problema a dire, nella prossima puntata, che gli inquirenti hanno controllato l'elettricista ed hanno appurato la sua estraneità, lo farà senz'altro lasciando però in sospeso un qualche dubbio. Quando ci si trova di fronte ad un omicidio irrisolto qualche dubbio si nutre sempre e su chiunque. Ciò che la redazione gli dirà di omettere saranno le date. Non ci verrà di certo a dire che il controllo sul cellulare dell'uomo è stato fatto a fine Dicembre. Non lo può fare e non lo farà perché lo facesse dovrebbe anche chiedere scusa ai telespettatori per l'ennesima bufala lanciata per le corna. E mi chiedo come mai la gente non si sia ancora stancata di leggere articoli senza costrutto e pieni di inesattezze, di ascoltare esperti e super-esperti parlare di ciò che già sanno non essere vero. Questo modo di lavorare non si può dire sia di tipo giornalistico. Per come la vedo io, mi ripeto, così facendo si crea solo confusione. 

Un esempio per capire quanto dico me l'hanno dato qualche giorno fa due persone che conosco abbastanza bene e che credono di essere informatissimi sui fatti accaduti a Brembate. Entrambi pensano di sapere come la piccola sia stata uccisa. Uno è arcisicuro che il Fikri non tornerà mai più in Italia; questo a causa della sua certa complicità con l'omicida perché, mi ha detto, si sa che quando i marocchini bevono troppe birre diventano violenti, ed è chiaro che la povera Yara l'hanno massacrata a pugni e poi strangolata loro prima di andare in discoteca a vendere la droga. Peccato per lui che il Fikri sia tornato da quasi venti giorni e che in procura abbiano deciso di toglierlo dalla lista dei sospettati. Gliel'ho detto, ma conoscendolo so che fino a quando non leggerà la notizia sul suo quotidiano preferito non mi crederà. L'altro è altrettanto certo di conoscere l'assassino, o meglio gli assassini. Pensa siano state "Le bestie di Satana"; non quelle vecchie, che sono in galera, ma altre mai trovate prima. E questo perché, dice, è risaputo che alla bimba gli hanno lasciato il simbolo nella schiena prima di dissanguarla e bere il suo sangue. Ed inoltre, ha insistito per convincermi, l'hanno trovata proprio al centro del campo dove, ha detto un esperto in televisione, la Luna crea un angolo particolare. A lui non ho neppure provato a contraddirlo, negli occhi gli si leggevano troppe certezze. 

Quindi, per finire, c'è da constatare che quando le informazioni reali scarseggiano le mezze verità, che sono quindi anche mezze falsità (e lo sono sempre per la parte più importante), proliferano. C'è solo da sperare che i giornalisti al momento di andare in stampa aggiungano, basterebbe anche solo nell'angolino in alto a sinistra della pagina, il muso di una bufala. Inoltre vorrei che le reti televisive non insistessero a chiamare certe trasmissioni "programmi di approfondimento" ma le qualificassero con un nome più idoneo ai contenuti, uno potrebbe essere "Beufalatiful", iniziando a mandarle in onda in orari più consoni... le 13.30 ad esempio.



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10 commenti:

Paola ha detto...

Ciao, Massimo. Avevamo dialogato anche se su fronti opposti, ma molto civilmente, tempo fa. Ecco il mio commento su questo punto. Se il Proc Aggiunto non avesse fatto quella conferenza stampa con i suoi Non So, Io non lo so lo sapete voi?, Non mi risulta, ecc (per 23 o più volte), staremmo tutti calmi ad aspettare le novità della Procura. E, per inciso, si spera che la PM una buona volta rilasci dichiarazioni non quando va dal panettiere o dal fruttivendolo, ma nel proprio ufficio e come si deve. Questo per chiarezza ed onestà. La responsabilità di quello che gira sui media è e rimane soltanto loro.
Ti ringrazio di avermi ospitato, e penso che sia inutile sottolineare che ci sentiamo tutti presi per i fondelli. Spero di contare sulla tua solidarietà
Paola di Roma

Unknown ha detto...

D'accordo con te su Meroni, che in un articolo ho attaccato in modo chiaro e senza giri di parole, d'accordo che le dichiarazioni non sono da fare quando si è dal fruttivendolo, non d'accordo sui giornalisti privi di colpe a causa di quanto fanno in procura.

Qui non si tratta di scrivere quello che viene fuori a spizzichi e bocconi, fosse così sarebbero comunque scritti in verità, qui si tratta di persone in malafede che vengono a conoscenza di vecchie investigazioni (già verificate ed eliminate), e non parlo solo del caso dell'elettricista, e per procurarsi un vantaggio economico, vedi anche gli scoop fasulli di Panorama e di Oggi, scrivono sapendo in anticipo che chi tireranno in ballo non c'entra nulla.

E questo è vergognoso ed un vero giornalista in presenza di tali notizie dovrebbe rifiutarsi di scriverne o parlarne.

E' il mio pensiero Paola, condivisibile o meno.
Buona domenica, Massimo.

Paola di Roma ha detto...

D'accordissimo con te Massimo, a parte però che penso che la Procura abbia la responsabilità di controllare le dicerie e i falsi scoop, guarda caso fanno passare alle volte giorni e giorni (ricerche negli ospedali, e dopo giorni e giorni fanno sapere (per strada mentre si sale in macchina) che non è vero niente), alle volte invece arrivano subito smentite sui giornali SENZA che la fonte sia citata (elettricista) - si suppone quindi che la fonte sia la Procura, ma chissà?
Io dico che tutto è stato condotto in modo maldestro e non ammettere i propri errori di controllo-voci crea confusione. Grazie e buona domenica delle palme anche a te!

manuela ha detto...

d'accordo con Paola1.
credo che i giornalisti scientemente centellino informazioni e le utilizzino quando serve alle loro testate. però... in assenza di veri comunicazioni ufficiali, meglio quelle che il nulla. per esempio, la presenza delle tv a chignolo ci ha mostrato come hanno lavorato gli inquirenti e su quello ci siamo gatti un'opinione.
sull'elettricista: un cellulare non agganciato a brembate vuol dire tutto e niente. era spento?era acceso ma non attivo e dove? era attivo in entrata o in uscita? è l'unica utenza collegabile alla persona? le comunicazioni fra le persone coinvolte se ci sono state, devono essere state per forza via telefono? ecc. ecc. insomma, indicare il nostro P come gravemente indiziato sarebbe una grave bufala, ritenere la sua figura degna di approfondimento, ovvio.
ciao!
manuela

Unknown ha detto...

Ciao Manuela.
I giornalisti di tutti i giornali di Bergamo sono in contatto con la procura e garantiscono che il cellulare del polacco era attivo ma molto lontano dalle zone del rapimento e dell'uccisione. Gli inquirenti lo hanno ascoltato due settimane dopo il sequestro ed hanno vagliato attentamente tutto, tant'è che è stato stralciato dall'inchiesta. Quindi chi ha detto che dal 27 risulta irrintracciabile ha detto una falsità assoluta. Ma non sarebbe nulla se l'avesse detto solo a me o solo a te. Il guaio è che lo ha detto a milioni di persone e che non tutte verranno a conoscenza della smentita, del fatto che quanto è stato asserito non è vero.

Ed al limite, se proprio l'elettricista lo si vuole prendere per i capelli ed inserire in una storia che non gli appartiene, si può pensare possa essere a conoscenza di qualcosa, visto che lavorava al cantiere, come lo si può pensare di chiunque vi sia passato tra il 26 e il 27 Novembre.

Ma dire "meglio quelle che il nulla" può essere giusto solo se inteso nel senso di non far calare l'attenzione pubblica sulla morte di Yara e far sì che la pressione mediatica spinga in avanti le indagini. Però in questo caso basterebbe scrivere un articolo ogni due giorni, non uno scoop ma una semplice critica rivolta a chi indaga ed al suo modo di indagare, perché davvero conosco persone che hanno idee già formate a causa dei giornali e delle bufale messe in atto per aumentare le vendite e non per pressare gli inquirenti.

E non oso pensare cosa i media potrebbero fare se un domani trovassero un sospetto, un ragazzo o chissà chi altro, senza un vero alibi ma innocente, la sua vita sarebbe rovinata nel giro si qualche giorno. E trovare un colpevole solo per compiacere la pubblica opinione, o per meglio dire per aumentare le vendite o gli spot pubblicitari, non mi pare proprio sia giusto.
Ciao ancora, Massimo.

Sara ha detto...

hai ragione Massimo, ad esempio io tutte le volte che vedo Tironi, mi si stringe il cuore... quello che ho letto su certi forum.. e immagino che tuttora ci sia gente che nutre sospetti su un ragazzo che voleva solo aiutare una ragazzina che aveva visto crescere-

Sira Fonzi ha detto...

Ciao Massimo, sono daccordo con te, questo è il titolo che ho trovato sul tg1 on line il 16 aprile:
"Yara, si indaga su un elettricista polacco
L'uomo, di 37 anni, lavorava nel cantiere di Mapello ma lo aveva lasciato perchè il lavoro scarseggiava. E' indagato per l'omicidio della 13enne"

Nell'articolo poi si specifica che può essere persona informata sui fatti, ma intanto il titolone lo hanno fatto.

Volevo chiederti se pensi di occuparti di Erba, ho visto un servizio di Chi l'ha visto, che finora si rivela, a mio avviso, una delle poche trasmissioni del genere guardabili e oneste, e mi ha molto turbato.
Hanno messo in luce molti punti interessante ma inquietanti, se ti capita guardalo.

Un caro saluto Sira

Unknown ha detto...

Ho pensato già diverse volte alla strage di Erba, mi sono riguardato più volte il processo ed ho letto la tesi difensiva, nonché la perizia del professor Torre che sembra matto ma non lo è affatto ed è uno dei massimi esperti italiani.

Vuoi sapere la verità? Ho paura di cambiare la mia prima idea e di venire giudicato per quello che vuole a tutti i costi andare controcorrente.

Perché i tagli sulla tenda dell'appartamento del Frigerio, la sua prima testimonianza, i segni sulle scale, le posizioni dei corpi e le intercettazioni ambientali, sia in casa dei Romano che al carcere, aprono davvero nuovi spiragli. Ma temo che il pregiudizio non permetta, al momento, di affrontare un simile argomento con serenità.

Però non è detto che in presenza di nuovi sviluppi portati dalla Difesa, e penso a chi aveva testimoniato di aver visto alcuni individui con la pelle olivastra avvicinarsi al condominio mezzora prima dell'incendio (testimonianza poi stralciata data la confessione di Rosa e Olindo), non mi parta la voglia di scriverne.

Però per farlo dovrei avere veramente in mano elementi che mi convincano dell'innocenza, ed al momento ci sono solo molti indizi. Ciao Sira, Massimo

nico ha detto...

molto d'accordo con te Massimo, se i programmi che si occupano di cronaca utilizzano falsi scoop e notizie gia' verificate, stravolgendole per aumentare il pathos, non dovrebbero chiamarsi programmi di approfondimento. Né pretendere un'ufficialita' che non si sono guadagnati. Credo anche che nel caso di Yara la dottoressa Ruggieri si stia comportando con la serieta' dovuta, in attesa di avere risposte complete da parte dei medici legali. Vero che le interviste non si rilasciano dal fruttivendolo, ma non é lei che convoca i giornalisti nei negozi. Il diritto di cronaca - sacrosanto quando si tratta di politica che é cosa pubblica e quando serve a smascherare l'omerta' - non deve essere giustificazione per dire il falso o dare notizie non verificate pur di ''tenere informati''. Certamente i genitori di Yara saranno a conoscenza dei minimi sviluppi dell'indagine, altrimenti credo avrebbero chiesto maggiore attenzione e collaborazione. A volte le indagini sono lunghe e complicatissime. Vorrei ricordare che nel caso di via Poma, all'inizio, Vanacore e moglie avevano testimoniato di aver visto un uomo fuggire all'ora dell'uccisione di Simonetta con un fagotto sotto il braccio. Avevano fatto nome e cognome, era una persona che frequentava il condominio. E che per sua immensa fortuna si trovava in barca in Turchia con amici. Fosse stato a Roma, chissa' se sarebbe ancora in carcere, o magari ancora ''mostro'' per l'opinione pubblica. Chissa' quante puntate di ''approfondimento'' a lui dedicate. Penso a Fikri, all'elettricista polacco, spero per loro che si eviteranno la gogna mediatica, utile solo ad aumentare l'audicence e la visibilita' di certi giornalisti e criminologi da salotto. Ciao

Unknown ha detto...

Ciao Nico.
Io penso anche che il caso sia più complicato di quanto lo si sia pensato inizialmente.

Ed infatti chiunque si è avvicinato pensando di risolverlo perché lo credeva di facile soluzione, e parlo dei migliori investigatori italiani (sia della polizia che dei carabinieri) che hanno voluto partecipare inizialmente ed hanno preso in mano le carte senza che l'opinione pubblica ne fosse informata (se non da piccoli trafiletti), s'è dovuto arrendere. Ora, visto il tempo trascorso che complica ulteriormente il tutto, la Squadra Yara, formata appositamente e composta da bravissimi professionisti, sta cercando un appiglio per arrivare alla soluzione e non un colpevole a tutti i costi.
Colpevole che abbisogna invece urgentemente a certi programmi, a certi giornali, per creare una fiction infarcita di colpi di scena e quanto occorre per far appassionale i lettori ed i telespettatori. Una fiction tipo l'avetraneide per dare un esempio.

Ma il giornalismo non ha solo questo lato, tanti sono i giornalisti capaci di scavare e di dare notizie confermate. E la speranza è che chi cerca la giusta informazione segua questi ed emargini i falsari dello scoop in modo da togliere loro le risorse che li fanno parlare a vanvera.

Massimo.