giovedì 5 giugno 2014

Sarah Scazzi. Le motivazioni del giudice Trunfio potevano scriverle anche Kafka e i fratelli Grimm...


Avete presente Cappuccetto Rosso? Certo che l'avete presente. La conosciamo tutti. E' quella bimba che bazzicava per boschi e si imbatteva nel lupo cattivo, che nessun familiare le aveva mai detto esistere, e da lui si faceva convincere a raccoglier fiori (invece che mangiarla subito la bestia preferì farle perdere tempo e gustarsi anche la nonna: gallina vecchia fa buon brodo). E' la bambina che, se il cacciatore quel giorno fosse andato a caccia dalla parte opposta, sarebbe diventata concime. Con lei anche la vecchietta malata che, povera anziana al minimo della pensione, abitava a mezz'ora di strada dalla città. Dove? E dove volete che vivano le nonnine solitarie, malate e prive di sostentamento, se non in una baracca isolata in mezzo al bosco? So che quanto accadde in quel bosco ai più oggi appare illogico e difficile da credere. Insomma, un lupo parlante che ingoia una nonna e si traveste da vecchietta pur di mangiare la nipote... un cacciatore che con un paio di forbici, prese chissà dove, gli taglia la pancia mentre dorme e fa uscire integre le due persone ingoiate vive... Ma credetemi, è proprio la mancanza di logica che rende il quadro verosimile e sicuro. In fondo agli esseri umani le storie illogiche, specialmente se si parla di crimini come quelli commessi dal lupo (ad esempio), piacciono da matti. Cosa dite? Cappuccetto Rosso esiste solo nella fantasia popolare del XIV secolo? E' una favola ripresa nei contorni attuali dai fratelli Grimm? Volete prendermi in giro? So che la storia l'hanno scritta per i posteri anche i fratelli Grimm, ma non siete credibili quando mi dite che è inventata. Perché i fratelli Grimm, magari non lo sapete, erano uomini di legge che studiarono all'Università di Magdeburgo. E dopo aver studiato per anni e anni, rielaborarono il pensiero del loro maestro, il giurista  Friedrich Carl von Savigny, e migliorarono gli studi di metodologia della scienza giuridica tedesca.

No cari miei, mi è davvero difficile pensare che chi ha studiato giurisprudenza scriva favole. Per questo credo che Cappuccetto Rosso sia davvero esistito. Io leggo sempre volentieri quanto scrivono gli uomini di legge. Ad esempio, l'ultima mia lettura riguarda un tomo di 1600 pagine firmato in calce dal giudice Cesarina Trunfio, donna di legge, che ha ripreso un racconto originale di alcuni procuratori di Taranto (uomini di legge). Vi garantisco che se una storia del genere me la raccontasse un blogger faticherei a crederla, anzi lo criticherei, ma nessuno può dubitare di cosa scrive un giudice o un laureato in giurisprudenza. Per cui quella che andrò a riassumervi è vera quanto lo è la storia di Cappuccetto Rosso o la Metamorfosi di Kafka, anche lui con la stessa laurea, in cui il protagonista va a letto uomo e si risveglia insetto. Per caso vi siete mai chiesti perché Gregor Samsa si sia trasformato in un gigantesco insetto? Nessuno lo dice, nessuno lo sa e nessuno se ne preoccupa. Il fatto è assodato e tanto basta. Così capita anche nello scritto del giudice Trunfio, e tanto deve bastare. Ve lo riassumo e poi vediamo se avrete il coraggio di dire che i fratelli Grimm, Kafka e il giudice Cesarina Trunfio, quando scrivono si basano sulla fantasia.

Un consiglio: per renderlo ancora più reale, ogni tanto chiudete gli occhi e immaginate le scene. Il libro del giudice inizia quando due ragazze (Sabrina e Mariangela) e una ragazzina (Sarah, cugina di Sabrina) decidono di uscire insieme. Una volta in auto, senza che Mariangela se ne accorga, Sarah e Sabrina litigano di brutto a causa di Ivano (un indigeno del luogo con la barba curata). Nonostante quella furiosa litigata le tre vanno in birreria. Lì, altre parole di Sabrina umiliano la ragazzina. Poi, sulla strada del ritorno, le due ragazze più grandi si accordano per andare, il giorno successivo, al mare. Comunque non prima delle 14.30, visto che Mariangela esce dal lavoro sulle 14.15/14.20. In quel caso, se finirà presto di lavorare, confermerà la gita in spiaggia inviando un sms a Sabrina, in caso contrario, finisse più tardi, per le cugine niente mare ma solo noia e caldo afoso al sole del paesello. Si fa notte e tutte vanno a nanna. La mattina dopo, nonostante il litigio e le umiliazioni della sera precedente, Sarah si reca a casa di Sabrina e vi rimane per alcune ore senza che le capiti nulla. Anzi, va pure a fare una commissione per la cugina che necessita di una crema solare. Poi torna a casa sua, ma anziché aspettare il messaggio che conferma la gita al mare, come da accordi comunicati anche a sua madre, alle 13.50 mente a tutti e dopo un veloce pasto torna da Sabrina dove, nel volgere di pochi minuti, si trova al centro di un furioso litigio (non si sa da cosa sia originato, ma si presume che nasca a causa della gelosia).

Capendo che per lei butta male, Sarah scappa a gambe levate e si dirige verso il centro del paese. Lì si ritrova in vie desolatamente deserte con case prive di citofoni o campanelli (che basterebbero per chiedere aiuto). Magari per strada si sente al sicuro, ma non ha fatto i conti con l'oste. Infatti, prontamente interviene Cosima, zia della ragazzina e madre di Sabrina, che per nulla stanca (nonostante si sia alzata alle tre e mezza e sia stata piegata a raccogliere pomodori fino alla mezza) carica sull'auto la figlia, naturalmente sul sedile posteriore perché... perché... (un motivo ci sarà, ma che ce ne frega a noi), e si getta all'inseguimento della nipote. Dopo aver zigzagato ad alta velocità per le vie del paese con la sua potente Opel Astra, superando pulmini, sgommando e diventando sia invisibile che oniricamente visibilissima, raggiunge Sarah e la induce (in alcune versioni la costringe) a salire in macchina per far ritorno a casa dove, non appena arrivate, le due arpie incazzate nere strozzano la ragazzina con una cintura. Sono le 14.15 e la storia, chiaramente intrecciata di architettura barocca, è talmente veritiera nella sua spavalda e complicata ricostruzione che potrebbe finire qui. Tutti a cantale l'alleluia dopo aver comminato l'ergastolo a quelle due. Ma il cerchio non si può chiudere perché c'è un uomo presente in casa. Un uomo cui occorre trovare una collocazione diversa da quella che lui vorrebbe ritagliarsi. E' lo zio della vittima, che mentre accade il fattaccio è talmente stanco e spossato che pur dormendo su una sdraio a tre metri di distanza non si accorge di nulla (oppure sbircia ma lascia fare). 

Si chiama Michele e dopo il delitto viene svegliato da moglie e figlia che lo avvertono di aver strozzato la nipotina. Lui a quella notizia non fa una piega. Si alza, si stira la schiena, incrocia le dita e le fa scrocchiare, va in bagno a fare un bisogno e poi, su richiesta delle due che lo comandano a bacchetta tanto sono inviperite, decide di incaricarsi dell’occultamento del cadavere che però, pur avendone tutto il tempo visto l'orario, non porta sul retro della casa e non carica subito in auto. Sarebbe la strada più facile e lo sa, ma così facendo si svilirebbe l'interesse per la storia. Meglio prendere il cadavere e trasportato per vie traverse e scomode fino al garage sotterraneo. Meglio lasciarlo in cantina fino alle 14.45 in attesa che arrivi qualcuno.

Nel frattempo Sabrina riceve il messaggio di Mariangela che le conferma la gita al mare. Sono le 14.21 e immediatamente le scocca la scintilla geniale e decide che quella è l’occasione giusta per procurarsi un alibi di ferro (una vera criminal mind...). Per cui scrive un sms a Mariangela in cui chiede, con tanto di punto interrogativo, se con loro può andare anche Sarah. Certo, facendo così corre il rischio di non ricevere subito risposta. Ad esempio nel caso in cui l'amica si trovi in auto davanti o dietro una pattuglia di carabinieri, oppure nel caso non abbia la possibilità di leggere subito il messaggio perché sta facendo una doccia o ha lasciato il cellulare sul cruscotto dell'auto o al chiuso della borsetta. Poco basterebbe per far saltare il falso alibi che si vuole creare. Invece, fortuna vuole che Mariangela risponda subito con un "ok". Ed ecco che alle 14.24 Sabrina è autorizzata a mandare un sms a Sarah, già cadavere e forse già in cantina, per dirle che si va al mare. Ma un solo messaggio non le basta e vuol fare di più. Così alle 14.28 (non si sa il motivo, ma non si dice che du gusti is meglio che uan?) gliene invia un secondo. A quel punto, per rendersi insospettabile, non fa altro che prendere in mano il telefonino di Sarah e utilizzarlo per mandarsi uno squillo di risposta. Poi, sollevata dall'immunità che genialmente si è creata, va in bagno a tentare di far qualcosa. Cosa tenta di fare non è dato saperlo e non lo capisce neppure Mariangela (forse una confettura di menta col Tantum Verde?).

Alle 14.31, mentre è in bagno a non si sa che fare, le arriva il messaggio di un'altra ragazza a cui risponde alle 14.35 - ben quattro minuti dopo (e questo è tutto dire). Finito di tentare e fatta una doccia, ormai pronta e vestita, alle 14.39 (poco più) invia un ulteriore sms a Mariangela per dirle che si può partire. Poi si apposta sulla veranda, anzi sulla strada, per impedire all'amica di scendere dall'auto (sia mai che le venga voglia di andare in garage o in casa). Mariangela arriva e alle 14.42, dopo una telefonata inviata alla ragazzina ormai morta da mezz'ora che nonostante il tempo passato è ancora all'interno di quella proprietà (nella storia non se ne parla, ma si suppone che nel frattempo Sabrina abbia dato il telefonino di Sarah al padre ordinandogli di spegnerlo al quinto squillo della prima chiamata in arrivo), inizia la ricerca della cugina fingendo agitazione e chiedendo la mobilitazione di amici e carabinieri dicendo loro che Sarah non se ne sarebbe mai andata di sua iniziativa (furba vero?). 

E Michele? Lui è il pezzo forte della storia scritta dalla Trunfio. Quel giorno non ha voglia di aprire il cancello e infilare l'auto nel cortile, per questo preferisce scendere col corpo in braccio nel labirinto di corridoi e scale (e porte bloccate) e una volta arrivato in garage attendere che arrivino gli squilli (c'è un disegno ben preciso: deve staccare la batteria del cellulare). Poi, dopo gli squilli e mentre le ragazze vanno e vengono da e per casa Scazzi, apre il portone del garage al massimo, fa marcia indietro con l'auto e sistema il cadavere nel baule (il rischio di essere visto da un passante estemporaneo lo eccita e gli fa aumentare l'adrenalina!). Alla fine si decide e parte, ma non volendo restar solo, perché si sa che chi non occulta in compagnia o è un ladro o è una spia, chiama il fratello Carmine al cellulare e gli racconta cosa è successo dicendogli di raggiungerlo. Fatto questo, sempre per stare in compagnia (della serie: più siamo meglio stiamo), si ferma a casa del nipote Mimino ripetendogli il discorso fatto a Carmine. Naturalmente, tanto il fratello quanto il nipote non hanno alcuna remora o tentennamento di fronte all'omicidio di una quindicenne e decidono immediatamente di aiutarlo (come si fa a dir di no a un parente, come si fa a rifiutargli una mano quando c'è da occultare un cadavere?). Così, in rigorosa fila indiana (tipo sette nani in marcia verso la miniera), tutti e due si recano con Michele al fico e poi al pozzo di contrada Mosca, dove seppelliscono la sventurata ma non accendono fuochi. Ancora una volta sarebbe troppo facile decidere (tre menti dovrebbero ragionarla meglio di una), il luogo è isolato, ma si preferisce andare sul ciglio di una strada e bruciare lì tutte le cose compromettenti. Naturalmente tutte tranne la più compromettente: il cellulare ad esempio. Sia mai che un domani qualcuno senta il bisogno di farlo ritrovare? Verso le 16.00, dopo il seppellimento a più mani e il rogo, tutti tornano tranquilli ai loro lavori e Michele raggiunge il cognato alla cava dietro casa sua per raccogliere quattro manciate di fagiolini. Tanto, fino a quando non uscirà il cellulare quale investigatore indagherà per scoprire quell'ora di vuoto nel suo pomeriggio?

Ecco, in poche parole questo è il riassunto della storia portata in visione dai procuratori e riscritta dal giudice Trunfio. Ed è davvero appassionante per come stuzzica la fantasia. Per completezza di informazione, c'è da dire che non tutti la credono reale. Infatti un famoso avvocato, studioso di diritto e pure lui laureato in giurisprudenza, crede che non sia vera perché, dice sempre lui, è priva di qualsivoglia logica. Possibile che non conosca i fratelli Grimm? Possibile che non conosca Kafka? Cosa c'entra la logica? Forse c'è logica in un lupo parlante che inghiottisce persone intere? Forse c'è logica in un uomo che dalla sera alla mattina si trasforma in insetto? Suvvia, caro professore, la smetta di cercare sempre la logica in ogni cosa. La storia scritta da Cesarina Trunfio si presenta bene? Sì? Ha quel pathos che serve per attirare l'attenzione e coinvolgere l'opinione pubblica e i nuovi giudici di appello, popolari e non? Si? E allora basta, si arrenda all'evidenza perché ormai il libro è scritto e resterà negli annali per dimostrare, a imperitura memoria, che chi si intende di giurisprudenza, siano i fratelli Grimm, sia Kafka o sia il giudice Trunfio, non deve usare la logica per scrivere storie o sentenze reali. Che per comminare l'ergastolo a più persone, a chi detiene il potere la fantasia basta e avanza...

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21 commenti:

darpi ha detto...

caro max..cosa vuoi che interessi a certe persone visto che vivono tutti i giorni nelle fiabe l'importante è aver dato uno o più colpevoli all'opinione pubblica ..le mammine e le nonnine ora sono tranquille visto che il lupo non le ha mangiate...grande!!!!
ciao

Annamaria Cotrozzi ha detto...

Ottima analisi dei fatti, Massimo. Sembra incredibile e impossibile che l'inverosimiglianza di quella ricostruzione che ha portato ai due ergastoli non balzi agli occhi di tutti. Il registro ironico (amaramente ironico, ahimé) da te scelto alleggerisce un po', se non altro, il senso di angoscia di chi - a proposito di fiabe - vede chiaramente che "il re è nudo" e si stupisce che gli altri, almeno all'apparenza, non se ne accorgano (finché è il bambino a gridarlo, rompendo l'incantesimo).

Vincenzo ha detto...

Un articolo bellissimo, Massimo! Complimenti!
Effettivamente il giudice Trunfio ha scritto parecchie illogicità che hanno un unico centro: una presunta bugia della vittima che riesce a distruggere un alibi così forte. Non elenco gli elementi che abbattono questa congettura, poche tutto è negli atti. Spero che quest'iniquità termini e che le due donne tornino a casa da innocenti.

magica ha detto...

un'altra illogicita' è che sarah si sia avviata dalla cugina in tenuta da spiaggia prima ancora che l'amica mariangela dasse l'ok a sabrina per il mare , con il conseguente messaggio di sabrina alla cugina sarah : mettiti il costume che andiamo al mare.
la sera prima le ragazze si accordarono per il mare ma non era sicuro di andarci ,infatti il giorno dopo si evincono i messaggi fra sabrina e l'amica mariangela
di conferma per il mare (.tutto stampato nei tabulati orari e commenti ). sarh aspetta l'ok e non sapendo ancora della gita si veste per il mare e si avvia dalla cugina (((lo dicono chi condanna))).l'abbigliamento di sara in tenuta da spaiggia è stato descritto dallo zio michele che .. non sapeva che le ragazze sarebbero andate al mare percio' tutto combacia .i messaggi per l'invito erano veritieri . infatti se non dovevano recarsi alla spiaggia perchè vestirsi in tenuta mare?
hanno fatto combaciare il tutto con illogicita' . eppure se uno ragionasse . com'è possibile tutto questo?.

incastonato con furbizia e meticolosita' a proprio vantaggio ??.. mah

marcello ha detto...

Porgo un caro saluto a tutti, eun immenso BRAVO, a Massimo Prati, che per me è diventato per il caso Scazzi, "il Totti" del blog...

Anonimo ha detto...

Non credo che l'autore abbia letto tutte le pagine di motivazioni scrivendone una sintesi sincera e trasformare tutto quello che voleva in favola era un espediente che usava l'utente Tummolo mi pare un anno fa.
Comunque vi divertite ancora molto e del resto voi siete buoni, ingenui e cecati, a parte qualche fan in malafede, e ci credete davvero che la bugiardona con annesse lacrime di plastica non abbia compiuto le nefandezze di cui viene accusata.
Poveretti.

marcello ha detto...

eh eh caro anonimo ancora a credere a tanto? Lo so che sabrina è una bugiardona, in fatti a stare a contatto con LA BUGIA FATTA PERSONA, ALL' ANAGRAFE ANNA PISANO', lo è diventata pure lei... dice il detto: chi va con lo zoppo impara a zoppicare. Peccato che quella però è insuperabile.
per quanto riguarda le lacrime di plastica, a parte che Sarah ti perdoni per questa orribilante cosa, ma ti auguro di non passare quanto sta passando lei, così se hai un cervello capirai!
povetta l' italia che ci crede ancora.

magica ha detto...

anonimo.
tu fai parte di quella schiera che non si arrende all'evidenza. tranquillo che l'autore del post ha letto tutte le carte e guarda un po' le possiamo leggere anche noi tutti che postiamo .
sei tu che sei rimasto a :: l'hanno presa l'hanno presa?
informati e leggi le motivazioni e tutte le carognate che dissero durante i processi .. vergine di ogni pregiudizio .

magica ha detto...

anonimo se ti pare essere nel giusto.. devi scrivere le nafandezze di quella povera ragazza . perchè sparare a salve sono capaci tutti . il maschilismo è una brutta bestiaccia .

Anonimo ha detto...

Quale sito bisogna consultare per leggere queste motivazioni?

Unknown ha detto...

In internet non si trovano... contattami

marcello ha detto...

oh oh oh :) anonimo, per leggere le motivazioni?? quelle 1600 pagine di fantasia, che a poco serviranno in appello E ZERO IN CASSAZIONE?? dai su...

Vito Vignera da Catania ha detto...

Caro Massimo come al solito sei stato grande.Una ricostruzione in termine fiabesco come solo tu potevi descrivere.Sono sicuro che i fratelli Grimm proverebbero vergogna nel vedere che, uomini di legge abbiano potuto fare una ricostruzione cosi fantasiosa di questo delitto con oltre 1600 pagine di motivazioni. Buona Domenica caro amico.

Mimosa ha detto...

Mi ha impressionata ieri sera il servizio su Michele Misseri mandato in onda nella nuova trasmissione “Segreti e Delitti”: un uomo malato e disperatamente solo e privato del diritto a guadagnarsi il pane.

Pesa ancora su di lui il divieto di uscire da Avetrana e non può nemmeno recarsi a lavorare i propri campi, perché deve stare entro 2 km di raggio. Certo che sarebbe stato meglio in galera, come si è sfogato a dire.
In pratica espia la sua condanna, la morte civile, da “libero”

Lo stato psichico gli ha causato un disturbo fisico, perde la peluria a macchia, e in compenso i baffi sono più folti e nerissimi … il suo avvocato Latanza ha rivelato che si prepara a chiedere venga ammessa una perizia psicologica su di lui, affinché possa essere riconosciuto “attendibile” e che finalmente i Giudici gli potranno credere quando si accusa della morte della nipote.
Il difensore spera venga anche accolta la richiesta di una perizia psichiatrica con una Commissione di periti nominati dalla Corte.
Ha accennato ai trascorsi non felici, anzi traumatici, dell’infanzia (ci ricordiamo tutti di cosa significava il famoso albero di fico) e spera che questo conti.

Speriamo, perché Sabrina e Cosima devono uscire

e tutti quelli che hanno dato loro addosso stravolgendo la verità devono bruciare all’Inferno!

Mimosa

magica ha detto...

buonasera mimosa
sono rimasta basita dopo aver sentito garofano dire , che le scale interne di casa misseri che portano al garage ..le avevano trovate aperte . e che i bidoni dell'olio si notava che venivano spesso spostati . inoltre hanno fatto vedere quel particolare striscio sul muro . da far intendere che si trattasse di sangue -- naturalmente per inculcare il sospetto sul pubblico da casa .
tornando alle scale che portano al garage , dal primo momento si seppe che la porta non si poteva aprire dall'interno perchè mancava la maniglia inoltre era ostruita da bidoni dell'olio e non bidoncini da 5 litri come hanno fatto vedere.. c'è qualcuno che si ricorda come furono trovate le porte che conducono dall'interno al
garage ? poi quell'abate un vero ometto come tanti .. che non credono alla sincerita' delle misseri. pensano che mentano . misurano l'altro con il proprio metro.. sanno come si fa a mentire per anni. anche il piu' incallito dei mentitori alla fine cade .

carla ha detto...

Ciao carissimi , Mimosa , Magica, Vito e company , scusate se non ho più scritto , sto vivendo un momento particolarmente intenso. Certo il mio pensiero c'è verso Cosima e Sabrina e spero proprio a un miracolo per loro ,come pure è rivolto a Michele che non possa scontare la sua condanna,per poter riscattare la sua colpa. Comunque a quello che diceva la Magica , se la mente non m'inganna mi ricordo che avevano usato cacciavite per aprire quella porta perchè se non sbaglio la porta dalla parte interna non c'era maniglia. E la striscia di sangue se non sbaglio era sangue d'insetto,e poi era stato dimostrato che i bidoni erano fermi da tempo , per cui lasciò il segno di ruggine.
A parte questo si continua mettere toppe su toppe che serve solo creare confusione e come dissi già tempo fa gira che ti rigira la verità si farà strada da se e che si daranno la zappa sui piedi.
E come dice papa Francesco che chi ha cuore corrotto è difficile che si converta e un giorno si troveranno difronte al male che hanno creato e sarà doloroso.
E un pensiero va a Sarah che venga ad avere la sua giustizia su questa terra dalla terra per cui gli è stato privato la vita e la memoria. Vi abbraccio tantissimo alla prossima . Carla

Anonimo ha detto...

Avrei dato i domiciliari alla piangente sabrina se non altro per riunire la famigliola degna di una nuova schifosa pubblicità findus...dopo i finocchi, gli assassini...... riprenderli per fare il sabrina reality show con in premio una colletta per il povero michele per pagare gli avvocati suoi e della figlia, e un gran divertimento per lei, anche se potrebbero benissimo vendere quella casa pacchiana da al pacino di avetrana e andare a vivere in un monolocale.
Rimango contento, è pur sempre una buona notizia.
Saluti.

marcello ha detto...

Anonimo, spero solo che queste tue orribilanti parole vengano perdonate da Sarah che si rivoltando nella tomba. non aggiungo altro!

darpi ha detto...

x anonimo ...degno rappresentante delle mammazze italiane che vogliono vedere il sangue della ghigliottina..basta con questi giustizieri del pc ,fatevi un tso veloce con relative cure...

darpi ha detto...

x max:come mai nessuno degli avvocati ha nmai fatto presente quanto segue:
1-sara esce secondo i p.m. alle 13,45e muore intorno alle 14,15 , in quella mezz'ora come è possibile arrivare a casa misseri e poi scappare ,essere rincorsa, ripresa, riportata in casa e strangolata ..nemmeno speedy gonzales ci sarebbe riuscito tenendo conto che secondo le deposizioni i testimoni la stella e massari vedono l'auto di cosima intorno alle 14,15/20...
2-sara esce di casa subito dopo aver mangiato il cordon blue ma 45 minuti dopo nel suo stomaco non c'è più traccia di niente ..
3- dire che un cellulare sprovvisto di gps è in un determinato luogo con precisione è un insulto alla telefonia e infine dire che sabrina potrebbe reiterare il delitto è una buffonata ,basterebbe che la mandassero ai domiciliari a roma da sua sorella ...cmq questo silenzio delle difese con tutte queste incongruenze mi lascia basito a meno che non ci sia altro che non sappiamo sotto....ciao

Unknown ha detto...

Ciao Darpi.

Da che mi risulta la Difesa nelle arringhe ha fatto presente ai giudici ogni incongruenza, ma è dura dire queste cose e farle capire a chi forse pensa che non ci sia un'altra soluzione se non quella della cugina omicida.

Magari ogni giudice coinvolto ha qualche cugino che avrebbe voluto ammazzare (che ne sai?), o magari è stata la potenza dei media a convincerli, dato che per troppi anni hanno puntato su quanto usciva dalla procura e tutti leggono i giornali o guardano la televisione (anche i giudici).

Oppure è stata la bravura del pubblico ministero che ha saputo nascondere l'evidenza sotto cumuli di parole emotivamente forti e in grado di far credere anche alle favole...

Ai posteri...

Massimo