martedì 1 ottobre 2013

Salvatore Parolisi condannato senza alcuna vera prova a 30 anni di carcere. Quando la giustizia si basa sulle convinzioni personali fa davvero paura...



Una condanna da paura che dovrebbe far rumore e invece non ne farà affatto. Una condanna pubblicizzata in ogni angolo della nazione, sin da prima dell'arresto del Parolisi, con insinuazioni e parole che hanno assunto le sembianze di un mantra, di un esperimento portato avanti sulla pelle degli spettatori contenti di partecipare al reality e di aggiungere un "mi piace" sulla pagina colpevolista. Spettatori convinti da quel rullo che sullo schermo continua a mandare in onda le stesse facce e lo stesso ritornello. Una condanna da tanti attesa, bramata, voluta ad ogni costo e arrivata perché la convinzione inculcata nella mente da chi insistentemente parla di colpevolezza certa, la si può sentire, vedere e toccare con mano. Aleggia nello spirito del presentatore, nell'essenza dell'articolo di giornale, nell'aria che si respira in quei "salotti buoni".

La convinzione personale è una brutta bestia che nel tempo si è evoluta e ha preso forma diventando un essere vivente che annulla le titubanze e azzera i dubbi, un'amica che si ha piacere di ospitare e ascoltare, che sussurra nell'orecchio di chi sistema casa, di chi spolvera o riassetta i letti, di chi si sposta in auto, di chi fa il cambio abiti negli armadi. Si siede al fianco di chi stira una gonna o un paio di pantaloni, ha un posto nella nostra tavola e uno spazio riservato sul divano che usiamo per rilassarci o per fare all'amore. Lei c'è quando prepariamo la merenda ai nostri figli: con loro parla fra un cartone animato e l'altro. E' una "tata", una maestra che da decenni insegna la "sua analisi logica" alle generazioni future. Non serve a nulla studiare e aprire i libri, non serve a nulla fare due più due con la propria testa visto che già c'è chi lo fa e suggerisce la sua giusta risposta. E' una calcolatrice che trasforma e cambia i numeri, un'insegnante, una professoressa che adatta a sé il profilo di ogni filosofo della Terra e fa leggere ogni pagina per come vuole che si legga. Non è istruita, ma nessuno se ne accorge perché con la sua propaganda decide il nuovo modo di ragionare, la nuova linea da seguire. La sua verità si trova ovunque, non ha costi esagerati ed è venduta sottoprezzo in tivù, sui giornali, su internet e in ogni supermercato italiano. 

La convinzione personale: ecco il nuovo che avanza, l'ultima moda nel campo della giustizia. In fondo a che servono gli atti che non danno certezze? A che servono le mancanze investigative e peritali? A che servono i testimoni che non si trovano e le tracce inesistenti sul luogo del delitto? A che servono i mille dubbi mai risolti: la mancanza di abiti insanguinati, di un giusto orario dell'aggressione e della morte, di una autopsia che dia vere certezze mancante anche del primo rilievo basilare: la temperatura del cadavere? In fondo chi se ne frega se il tempo a disposizione del marito non era sufficiente, se ancora non si sa quando potrebbe essere andato a comporre e incidere il corpo. Saranno mica particolari importanti questi? La Legge dice che chi viene chiamato a giudicare in situazioni simili deve favorire l'imputato e assolverlo perché non v'è certezza della colpa... ma in fondo a che serve seguire la Legge quando per condannare un uomo già rovinato dalle sue bugie e dal pregiudizio basta il ragionamento inculcato dalla "convinzione", il famoso "chi se non lui" che tanto ci è stato sussurrato negli ultimi decenni e che finalmente ha preso piede?

Salvatore Parolisi è stato condannato a trent'anni di carcere. Una condanna inaspettata solo per chi sperava di trovare in appello giudici e giurati popolari scevri da pregiudizi, giudici e giurati che si basassero sui fatti e sulla logica reale, giudici e giurati che riuscissero a leggere le carte in maniera distaccata. Ma davvero è possibile, dopo l'esponenziale avvento dei media che hanno dilatato lo spazio dell'informazione copia-incolla, che a giudicare ci siano giudici e giurati popolari privi di convinzioni personali pregresse? Questo prevede la Legge. Ma credete davvero che i giudici e i giurati nella loro esistenza quotidiana mai abbiano parlato con colleghi e amici di quanto capitato nel nostro paese, mai si siano confrontati coi familiari, mai abbiano guardato i vari programmi televisivi, mai si siano formati un'idea leggendo giornali o entrando in internet? 

Rassegnatevi voi che ancora credete alla giustizia scevra da pregiudizi. Rassegnatevi perché il cervello umano verrà sempre più intasato dal ciclico chiacchiericcio mediatico e grazie a questo accumulerà nuovi bit, nuovi pregiudizi, e si abituerà a vedere nere anche quelle situazioni variopinte che di nero non ne contengono affatto. Rassegnatevi a un futuro sempre peggiore, a una giustizia sempre più simile a quella politica che per sopravvivere vive di compromessi e propaganda. Rassegnatevi a quegli "avvocati e giudici mediatici" che in televisione vi porteranno sul loro luogo del delitto e vi mostreranno il "loro delitto"... fra facce di parenti e opinionisti compiaciuti. Rassegnatevi ai plastici e alle ricostruzioni video in cui gli attori mostreranno ghigni e coltelli degni del miglior pregiudizio. Rassegnatevi e pregate Dio che mai vi capiti nulla, che mai veniate coinvolti, voi o i vostri figli, in qualche situazione scomoda... perché di una giustizia che non segue punti fissi e va per fatti suoi c'è d'aver paura. Può una persona subire la stessa condanna anche in presenza di motivazioni e ricostruzioni diverse? Le contraddizioni non sono un chiaro sintomo di grandi incertezze e di enormi dubbi? 

Arrendetevi! Questo paiono urlare quelle toghe che abbracciate alle procure giudicano gli imputati senza considerare e valutare nel modo migliore i mille dubbi. Arrendetevi e smettete di criticare perché tanto noi facciamo quel che vogliamo. E l'Europa dica ciò che vuole sulle nostre responsabilità! Arrendetevi e fra qualche mese, quando usciranno le motivazioni, non spalancate la bocca per lo stupore. Adagiatevi alle nostre convinzioni personali e smettete di verificare di persona perdendo tempo a leggere atti di cui non ci capite nulla. Noi siamo la legge e per la legge Salvatore Parolisi ha ucciso sua moglie e deve marcire in carcere. Smettetela di fare gli idealisti e adeguatevi alla massa... tanto fra qualche giorno i media non ne parleranno più e lo dimenticherete. Voi non avete visto la video-chat erotica, quella che l'avvocato di parte civile ci ha mostrato a processo. Non avete idea di cosa i due amanti si dicessero, si mostrassero. Fate come gli altri, azzerate lo stress e siate felici perché la giustizia finalmente ha trionfato. Lo dicono tutti e in fondo chi ha ucciso Melania? Chi se non il marito?

481 commenti:

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Lory Stella ha detto...

la certezza che NON E' FINITA,me l'hanno data oggi i Sign. REA,il fatto che continuino questa litania mediatica, la dice lunga. Salvatore potrebbe uscire, e riprendersi SUA figlia, visto che "attenti" assistenti siciali hanno sentenziato che non la deve vedere, ma consentono al nonno di farsi chiamare PAPA'.

Manlio Tummolo ha detto...

Ad ognuno i propri gusti, egregio Antonello. Tuttavia l'informarsi è all'opposto, anche se non assoluto, dell'ignoranza. Anche il parlare e confrontarsi con un "ignorante" non è del tutto ignoranza. Che i termini siano generici, elastici e relativi, concordo. Ognuno di noi è ignorante in molte o poche cose, secondo i vari gradi e campi di interesse. L'importante è saperlo, ovvero conoscere i propri limiti. Anche questa è CULTURA.

Per il resto, concordo anch'io con quanto osservato su fatti militari che, proprio per questo, si cerca di tenere segreti. Tutto si lava e si asciuga in famiglia, all'interno di una corte senza finestre. Proprio l'assoluto silenzio su indagini della Procura Militare è segno evidente che qualcosa lì all'interno è avvenuto, non vi è stata smentita ufficiale (credo) sui baccanali di caserma, e che le "sordità e cecità parziali o totali" tra giovani soldati non sono per nulla casuali. Quelle ragazze militari, di cui una agitata e pare vomitante nei pressi del luogo del delitto, sono poi state individuate ?

Unknown ha detto...

Dal Resto del Carlino di Ascoli:

E' stato ritrovato stamattina e sta bene il ragazzo di 16 anni scomparso da giovedì scorso.

Lo ha reso noto con un breve comunicato la Prefettura di Ascoli Piceno. Fondamentale al ritrovamento del ragazzo è stato il cane molecolare Piergiorgio del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico.

Il ragazzo, che frequenta l'Ipsia di San Bendetto, aveva fatto perdere le sue tracce dopo la scuola giovedì 10 ottobre. Le ricerche sono iniziate subito dopo la ricezione della denuncia e hanno visto l'impegno congiunto di Forze dell'ordine, vigili del fuoco e volontari della protezione civile, con l'ausilio di unità cinofile e di un elicottero. Sembra che la causa dell'allontanamento sia stata un brutto voto preso a scuola.
Al Cnsas era stato affidato il coordinamento delle ricerche dell’adolescente scomparso. Piergiorgio ha iniziato il suo lavoro di pista dall’ultimo avvistamento sulla SS16 e dopo tre chilometri naso a terra ha portato le squadre ad un casale, permettendo cosi’ di restringere notevolmente l’area delle ricerche.

E c'è chi ha detto che è inaffidabile

Massimo

Manlio Tummolo ha detto...

MELIORES SUNT CANES, QUAM HOMINES

Mimosa ha detto...

Non per tornare sull’argomento, ma semplicemente per debellare definitivamente le chiacchiere ed eventuali residui dubbi che ancora possano serpeggiare in qualche mente contorta riguardo alla caterva di traffico telefonico tra S. e L. (già discusso tra di noi fin da novembre 2011) che – come ha spiegato Massimo – era da considerarsi “complessivo” nel senso di “tutte” gli scambi intercorsi.
A p. 69 dell’Ordinanza di Teramo, Gip Cirillo, data 20.07.2011, sempre 2 documento richiamato, si legge che i gestori hanno consegnato i tabulati del traffico delle varie utenze comprendenti uno spazio temporale estesissimo, dal 1 gennaio 2010 fino al 20-22 aprile 2011.
Lì si legge anche l’inizio dell’attivazione di ogni utenza.
Lì chiaramente è scritto che sono calcolati anche i cosiddetti “squilli”.

Ad ogni modo l’allegato a cui si riferisce Stefania («allegato (n.79) che non è stato pubblicato») e già citato nella Richiesta di rinvio a giudizio di Ascoli, Gip Calvaresi, data 18.07.2011, era in formato elettronico e mi ricordo bene che la Difesa per accedervi ha dovuto sborsare decine di migliaia di quattrini. Per questo non è stato liberamente pubblicato!

Pertanto a nulla valgono gli “errori” o le “sviste” nella redazione degli Atti, quando l’accertamento poteva essere effettuato direttamente alla fonte da chi ne era interessato.
Sul fatto che poi tale Difesa non abbia evidenziato gli anacronismi, ritengo perfetta la descrizione di Chiara 13 ottobre 2013 13:00 di quanto avviene nei Tribunali. È così e stop.
E concordo caldamente con la deduzione di Gabriget 13 ottobre 2013 15:51 «probabilmente non fregava a nessuno dei refusi». È sicuramente così.
Siamo solo noi che ne facciamo una questione di rilevanza capitale … la procedura nei processi è tutt’altra cosa … e rinvio al commento di Massimo Prati 13 ottobre 2013 12:26. Chiuso l’argomento.

Concordo con PINO che «Stiamo solo ripetendo quanto già cristallizzato, in quasi due anni di microscopica ricerca». Ma come ENRICO spesso ha detto “repetita iuvant”.

A mio parere le nuove Motivazioni non diranno niente di nuovo! E non mi convinceranno mai della colpevolezza di Salvatore Parolisi, uno dei 13 mila innocenti in galera, e forse più... e poco credo che la nuova legge svuota-carceri li libererà.

Buonanotte a chi è presente.
Mimosa

PINO ha detto...

Cara MIMOSA,
Mentre tu scrivi di notte, io leggo all'alba, e riscontro, forse per primo, le tue precise osservazioni: CI VOLEVANO, anche come valida conferma alle dichiarazioni di Massimo.
Ma, scontata l'impossibile colpevolezza di Parolisi, nell'omicidio della moglie, che accantoniamo, per il momento, vorrei tornare alle "telefonate", e non precisamente a quelle fra gli innamorati in divisa, ma ad una sola: quella intercettata e registrata, avvenuta fra Salvatore Parolisi e la sorella Francesca, il 25 maggio del 2011, di cui ne riporto una parte:

-"Salvatore “Può darsi che mi danno una punizione a livello disciplinare, oppure perché la cosa è troppo grossa chiudono un occhio. Comunque sia è uscito qualcosa di brutto pure dalla caserma.

Francesca: “Però voglio dire io, se poi lì dentro non esce niente alla fine...”

Salvatore: “Ma sai quante altre cose escono in mezzo. Io non sono quello che stato raccontato dai ragazzi lì dentro ma non pensare che ero l’unico ad avere qualche contatto così”.

Francesca: “Allora esce tutto fuori”.

Salvatore: “Sì esce tutto fuori pure qualche altro cliente”.

Francesca: “Ma tu devi dire che purtroppo non è stata colpa tua. La peggio l’hai avuta tu per quello cheti è capitato ma...”.

Salvatore: “A me di loro poco importa. Ogni persona ha fatto sbagli e li pagano tutti quanti. Mi dispiace che ha rimesso Melania. Io sicuramente non volevo che succedesse. Questo è poco ma sicuro”.

Telefonata che ho sempre ritenuto della massima importanza, dato il suo contenuto, non solo allusivo, ma confermante il coinvolgimento di Parolisi in qualcosa di estrema illegalità avvenuto nell'ambito della caserma in cui prestava servizio, e con la partecipazione di alcuni del personale militare ivi operante.
Quanto si sia scoperto, indagando in questa direzione, è restato blindato. Nè la Procura Militare, nè quella civile, ha rilasciato dichiarazioni in merito ad una traccia così eclatante.
Questo sarebbe il rebus. La chiave di volta chiusa in cassaforte. Forse quella verità che sarebbe, non solo sconcertante, ma anche scomoda.
E Parolisi non ha parlato, nè da "informato sui fatti", nè da "indagato", nè durante il corso del processo, limitandosi a dire che la moglie, lui, l'amava (ed è, forse, anche vero)
Ho scritto che "molti" saprebbero tutto, e tanto si evincerebbe da certi atteggiamenti fra gli operatori del caso.
E l'ex militare conoscerebbe anche l'iter che gli stato destinato, per punirlo, ma anche, chissà, per premiarlo di non aver parlato.
Dopo tutto, qualche "reatuccio" l'ha commesso: non quello, però, di aver ucciso la moglie.
Ma queste sono solo fantasie, non credeteci.






maura ha detto...

Sper non si rivolga a me quando fa riferimento ad una mente contorta,quell"intercettazione è del mese di Luglio,Parolisi sa benissimo di essere intercettato,ma ha tralasciato un"altra intercettazione quella fatta dopo che gli investigatori hanno rintracciato l"amante,lui si arrabbia con lei perchè ha parlato:(NON sapevano un C.......O,ci sei cascata!)dopo in macchina rimasto solo:(Questi hanno già capito tutto,mi devo fare trent"anni ma ti strapperò il cuore dal petto!)mi scusi ma con molta umiltà le dico che semmai è lei ad essere cascata nelle grinfie di un bravo attore,non io ad essere contorta,e con questo le auguro una buona giornata!

Antonello ha detto...

http://www.zonedombratv.it/news/1158-omicidio-melania-rea-occultamento-e-indignazione-collettiva

l'articolo e' sempre lo stesso sul Dr. Ferraro, cambia e si aggiunge una postilla in fondo in cui si dice che l'Ordine dei giornalisti d'Abruzzo, nientedimeno, ha chiesto al sito delucidazioni in merito a quanto pubblicato.
E' vergognoso il comportamento, se e' vero, dell'Ordine, dopo tutti i motivi per cui era anche auspicabile intervenissero ora arrivano puntuali ad intimidire, veramente da vomit, un'ulteriore conferma che la lingua batte dove il dente duole.

Stefania ha detto...

Io direi che potremo, verosimilmente provare a percorrere una nuova strada, che possa in un qualche modo, portarci piu' vicini alla "meta".

Invece che controllare quali elementi non sono stati considerati (o sono stati mal considerati) per portare alla condanna di Parolisi, proviamo a valutare tutti quei fattori che potevano portare gli inquirenti in altra direzione e che per volontà o per incapacità di chi doveva operare con lo scrupolo e la dedizione del buon padre di famiglia, non ha considerato e/o non ha ritenuto il caso dovessero essere considerati.

- Il segnale del telefonino di Melania, non è stato seguito: chi lo ha deciso e perchè?

- I cani molecolari non sono stati presi troppo sul serio ... si sa, Piergiorgio è un depistatore professionista! Perchè allora è stato portato sul luogo? E chi ha deciso che quel che aveva annusato, poteva bastare, rispedendolo a casa?

- La vicina di casa (se non erro Sonia Viviani) ed i genitori Rea, hanno cambiato "in corso d'opera", la data della gita fatta tutti insieme a Colle San Marco. Sono stati controllati i tabulati telefonici dei cellulari degli interessati per verificare se e quando sono stati al pianoro? A quando risale l'ultima loro visita nelle Marche? Si? No? Chi doveva provvedere a questa verifica? Chi ha deciso di effettuarla o meno? Nel caso questa verifica non sia stata fatta, come i Rea hanno dimostrato di "essersi sbagliati" riguardo al giorno preciso in cui hanno visto per l'ultima volta la loro amatissima figlia? Non stiamo parlando di mesi prima ... ma di una/due settimane. E' possibile si siano confusi?

- E' stato verificato se Ranelli possedesse un cellulare? E' stato possibile fissare un orario preciso attraverso questo dato, per avere certezza di quando arrivo' al pianoro?

- La stessa verifica è stata fatta per quanto riguarda gli anziani che dicono di aver visto Parolisi con moglie e figlioletta?

- E' stato verificato se davvero la sentinella "distratta" era al telefono e quanto ci è stata? Oppure anche quel tabulato non se lo è filato nessuno?

- E' stata fatta una verifica sul corpo di Melania dell'eventuale presenza di Ghb (detta anche droga dello stupro) che potrebbe spiegare come Melania possa aver avuto un rapporto sessuale completo con qualcuno che non fosse il marito, senza per questo piangere o ribellarsi?

- Analisi per eventuale assunzione di ketamina o di altre sostanze considerate stupefacenti, nel giorno, nei giorni, mesi, anni precedenti ... sono state valutate?

- La gettoniera della cabina telefonica dalla quale è partita la chiamata del "cercatore di funghi" è stata svuotata?

- Si è valutata la possibilità (che a me personalmente sembra tutt'altro che remota) che chi effettuo' la chiamata per segnalare il corpo, fosse appunto solo un telefonista e non avesse visto assolutamente nè il luogo nè Melania? Riascoltando quella voce ho la netta impressione l'uomo fosse in seria difficoltà quando dall'altro capo del telefono gli fu chiesto di specificare bene. E si che il poliziotto che rispose non disse "Dove?" Ma disse "A Ripe di Civitella?" ..... e l'uomo ci mise qualche istante di troppo a rispondere ... che si. Sbaglio?

Ora vi invito a continuare questo elenco, che a mio avviso diventerà lunghissimo. Alla fine potremo comprendere chi aveva la possibilità di valutare quali di queste indagini non siano state effettivamente compiute. Chi poteva ordinarle e chi eventualmente chiedere non fossero effettuate. Chi poteva trarre o meno vantaggio non fossero eseguite, ecc ....

Vorrei infine fissare un punto: i Rea e la Caserma, potrebbero avere motivi differenti per voler tenere Parolisi in gabbia? A mio avviso si. Chi altro potrebbe volere un Salvatore in carcere e perchè?

Direi che per il momento sia giusto fermarmi qui.

Stefania

Anonimo ha detto...

Mi faccio trent'anni ma ti strappo il cuore dal petto?
a chi avrebbe dovuto strappare il cuore dal petto?
si è mai capito?
non certo alla moglie, poverina, nè a Ludovica, per quanto ne parlasse come di una sciocchina, era in effetti un pò troppo insistente invadente e fuori luogo dopo il delitto, data la situazione sarebbe saltata la mosca al naso a chiunque. Quindi a chi avrebbe dovuto rivolgere questa promessa terribile, e perchè mai farsi sentire appositamente dai CC, cosa avrebbero mai dovuto capire da queste parole, qualcuno se lo è mai chiesto?
Cioè io mi domando intercetti un tizio e questo dice: "mi faccio trent'anni MA ti strappo il cuore dal petto".
Da cosa si evince che questo ipotetico personaggio a cui strappare il petto non esista, ed in ogni caso, se le intercettazioni verso un indagato che sa di essere intercettato hanno valore solo se ne provino la colpevolezza, ma non hanno valore se ne testimoniano l'innocenza, ha ancora senso intercettare?.

Anonimo ha detto...

Mimosa carissima

i difensori di Parolisi avevano l'obbligo di evidenziare l'errore NON per sottolineare una delle tante sviste di cui sono stracolmi gli atti per i motivi elencati da Chiara, ma perche' QUESTO REFUSO ( il numero abnorme di tel e sms) è stato DATO PER CERTO dai media ed è stato oggetto di animate discussioni in molti talk-show con il risultato di condurre "l'opinione pubblica" a trarre conclusioni improprie nei confronti dell'imputato

Prova ne è che ancora oggi c'è qualcuno che sventola questi dati come elementi a carico della colpevolezza del Parolisi poichè dimostrerebbero l'ossessione amorosa di costui nei confronti della soldatessa !

Per questo dico che i legali avevano l'obbligo morale e PROFESSIONALE di sgombrare il campo dalla circolazione di false notizie dannose per il proprio assistito attraverso un comunicato ufficiale che ristabilisse il reale significato della notizia in questione

Non lo hanno fatto . E mi domandavo il perchè

un carissimo saluto

ENRICO

Vanna ha detto...

Buongiorno Pino, è vero quella telefonata è di massima importanza perché fa intuire qualcosa di losco e fa capire che Francesca lo sapeva!

Francesca un mese prima aveva ricevuto la lettera di Melania che le comunicava l'intenzione di darle la figlia se le fosse successo qualcosa.

Le sue ultime volontà scritte delle quali non si è tenuto conto.

E' sicuro che anche il fratello di P. fosse al corrente di quelle informazioni intercorse nella telefonata appena accennate?

Ecco perché la sorella ha preferito non prendere la bambina e tutta la famiglia è sparita dai palinsesti televisivi?

Cosa c'è dietro che non deve uscire
allo scoperto e può essere pericoloso per chi sa?

Il ruolo dei Rea è di coprire ogni dubbio eventuale per proteggere la bimba e se stessi, è probabile che anche loro siano a conoscenza e controllavano la coppia, ogni 15 giorni andavano dalla figlia che, è bene ricordare, non avrebbe lasciato la bimba a loro.

In qualche modo la coppia condivideva questo segreto,altro che Ludovica, e forse si è esposta troppo.

Sono stati ingenui ambedue, lei andando dal dott. P. a Roma, accompagnata da chi? e lui gestendo come manovalanza il losco tra donne e uomini assetati di potere.

Tutto è blindato, era solo droga smistata da chi?
o c'e altro.
Anonimo delle ore 11,11:

"Da cosa si evince che questo ipotetico personaggio a cui strappare il petto non esista, ed in ogni caso, se le intercettazioni verso un indagato che sa di essere intercettato hanno valore solo se ne provino la colpevolezza, ma non hanno valore se ne testimoniano l'innocenza, ha ancora senso intercettare?"

Hai ragione da vendere.

PINO ha detto...

@ ENRICO
Ti rispondo io:
Perchè sarebbe stato INUTILE.
INUTILE anche controbattere altre abnormità, tra cui quelle elencate da Stefania, per il semplice motivo che non sarebbe servito a NIENTE, dato quanto già prestabilito, come ho spiegato più sopra.
A conferma andate a leggere quanto riportato dal link che vi segnalo:

http://www.zonedombratv.it/news/1158-omicidio-melania-rea-occultamento-e-indignazione-collettiva

Ciao, Pino


Anonimo ha detto...

PINO,

d'accordo : segnalare una "svista" di quella fatta sarebbe stato inutile ai fini del "programma" prestabilito ma avrebbe dovuto essere fatta lo stesso ALMENO ai fini di una minima correttezza nell'informazione.

In ogni caso DA SEMPRE noi che abbiamo letto gli Atti siamo convinti che questo sia un vero e proprio "processo farsa" mentre l'opinione pubblica è straconvinta che il Parolisi sia un uxoricida. Punto e basta

Riguardo ai Rea ed ai familiari di Parolisi : come già ebbi modo di evidenziare tempo fa, dall'intercettazione della sorella si evince chiaramente come anche lei sapesse a COSA si riferisse Salvatore

Il particolare relativo alla decisione da parte di Parolisi di NON ostacolare l'affidamento della bambina ai Rea ( lettera nella quale invita la sorella a non insistere su questo aspetto) induce anche me a trarre le stesse conclusioni contenute nel nel post di VANNA delle 11:45

I REA stanno proteggendo la piccola e l'unico modo per farlo è quello di lasciar marcire in galera il padre anche se innocente

Loro lo sanno , lo sanno i familiari di Parolisi, lo sa Salvatore stesso, lo sanno gli avvocati B&G

Non lo sa - e NON LO DEVE SAPERE - la Pubblica Opinione

ENRICO

Chiara ha detto...

Enrico 11.22

d'accordo con te

Stefania ha detto...

Difatti, all'elenco che ho sopra fatto di indagini che potevano essere eseguite, manca anche la traccia del telefono di Melania, riguardo chiamate ricevute ed inoltrate nella data in cui si dice sia stata a Roma.

Proviamo davvero a fare un elenco delle cose non fatte per capire meglio chi ne puo' aver tratto giovamento?



Stefania

Antonello ha detto...

@Enrico
messa cosi' non fa una piega, in certi ambienti chi puo' parlare ed urlare e' solo la famiglia della vittima, sopratutto se "ci ha rimesso" indirettamente, ed urlare contro l'obiettivo primario di quegli stessi ambienti significa proteggere altri possibili obiettivi indiretti.
Ma, c'e' un ma, se quell'atteggiamento e' forse capibile in un clima di "grandi intese" a familiari vicini non lo e' assolutamente dal punto di vista di chi invece ha il sacrosanto dovere di ricercare e sentenziare solo verita' certe e nel contempo di proteggere chi ne potrebbe subire ripicche, ritorsioni ed altro specialmente se in eta' completamente innocente.
Ergo, se le "grandi intese" si fossero estese sarebbe una dichiarazione di resa presentata dallo Stato a criminalita' organizzate di alto profilo criminogeno, accettare di pilotare una sentenza seppure per l'integrita' di una piccola, che non si sarebbe capaci di difendere, io non so come definirlo in modi diversi.
Inoltre spero sia chiaro che se fosse cosi' in carcere il Parol. non e' che trova la certezza di uscirne incolume, doppia resa quindi, un'opportuno dirottamento e che la giustizia se la vada a prendere in quel posto.
C'e' da essere fieri di questo Stato se le cose dovessero essere cosi'.

Anonimo ha detto...

@ Antonello !

figurati se lo Stato si preoccupa che tutto ciò ( un microscopico "incidente di percorso" con un ancor più microscopico protagonista ) possa apparire come una sua "dichiarazione di resa presentata a criminalita' organizzate " !!!

La "criminalità organizzata" - perdonatemi per ciò che sto scrivendo - è già da tempo parte integrante, attiva e solidamente strutturata all'interno dello Stato stesso

Purtroppo per noi

ENRICO

Antonello ha detto...

@Stefania
manca tutta la parte di analisi delle evidenti tracce ritrovate sulla scena del rinvenimento e che potevano dare un senso diverso alle indagini.
Manca la localizzazione di tutti i cellulari agganciati nella zona sia del pianoro che di Ripe (forse sono stati fatti ma non sono a nostra disposizione), manca la tracciatura e gli alibi di diverse persone coinvolte a titolo di vicinato ma anche nelle ricerche visto che sino alle 19,00 il cellulare e' localizzato dalla N.U.E. in luogo distante 3,2 chilometri da Ripe e li qualcuno deve avercelo portato.
Manca la gelocalizzazione dei parenti non stretti di M.R. ma anche di taluni stretti, manca. la geolocalizzazione della soldatessa L.T. infiltratasi come, quando e dove ha voluto sino all'arresto, mancano le immagini satellitari che pure dovevano essere a disposizione di enti militari, manca lo scan di celle intelligenti militari nelle due zone, manca il tabulato completo delle schede intestate a magistrati di Roma e di tutte le persone presenti al pianoro ed a Ripe, manca un incrocio di dati scevro di pregiudizi, manca una seria indagine sui contatti del "non frate" e sulle persone che devono aver certificato il suo alibi.
Manca la geolocalizzazione di cellulari e schede. che profilano medesimi posti.
Manca la temperatura del corpo e quella della sua custodia fuori dalle celle frigo, manca la scientifica interpretazione dell'rdsemen per come l'ha descritta Annika ed i costruttori/testatori, manca tutto l'incrocio di dati semen/nosemen ne sperm sugli indumenti/tempi di rilevamento/assenza di cellule epiteliali nelle parti esterne intime.
Praticamente manca pure il proprietario della Scenic individuata in questo blog in una foto dei ragazzi, manca come e chi avrebbe portato M.R. dal monumento o dalla zona verso il punto N.U.E. e dopo a Ripe.

Stefania ha detto...

Antonello, sino ad oggi, sul caso Rea, sono state emesse due sentenze "in nome del Popolo Italiano".

Quindi anche per conto mio, tuo, di Pino, di Mimosa, di Wanda, di Enrico, di Manlio, di Massimo Prati e di quasi tutti quelli che qui scrivono.

Ora, io non so se sia possibile, ma riguardo i riscontri che si possono avere analizzando i tabulati telefonici, penso noi si sia giunti al momento della distruzione degli stessi, visto il tempo trascorso, o forse ancora no ....

Certo è che io non ho pratica di queste cose ma sarei curiosa di sapere se essendo "parte del Popolo Italiano" posso chiedere che questi controlli vengano fatti.

Mi spiego meglio: ammettiamo che lo Stato abbia gettato la spugna, abbia messo tutti gli inquirenti, l'imputato, i parenti del Parolisi ed della Rea, in condizione di tacere per la sicurezza della piccola Vittoria, ebbene, sarebbe il caso di porci un paio di domande:

- Come possono tutti questi attori essere certi della "promessa" di simili farabutti? E se domani cambiassero idea e la piccola Vittoria si trovasse in pericolo?
Chi vuole bene alla piccola, quali garanzie ha ricevuto? Quelle di una banda di criminali?

- Come è stato possibile piegare tutte queste persone contemporaneamente? Se gli alti gradi dell'Esercito possono avere il loro interesse, i giudici anche, i familiari pure ..... i vari tecnici chiamati ad analizzare il caso? Hanno dato (almeno alcuni, non tutti) risposte fumose perchè minacciati?

- I testimoni? Si è fatto loro capire che è meglio non insistere? Chi non è stato piegato? Il conduttore di Piergiorgio, il Ranelli, la coppia di anziani ...... e gli altri? Mi riferisco ad esempio ai vicini di casa ....

Ben inteso, non voglio incorrere in alcuna denuncia per diffamazione, sto solo facendo delle ipotesi alternative.

Ma mi domando se una simile condotta, un simile disegno di "copertura" che deve aver avuto cosi' tanti attori, provenienti da contesti completamente diversi tra loro, possono essere stati indotti tutti al silenzio con motivazioni differenti.

Perchè quando un segreto è segreto ma mica tanto, diventa appunto quello di Pulcinella. E siamo tra persone della Campania che ben conoscono la loro maschera tradizionale.

Stefania

Anonimo ha detto...

Stefania

Tagliabracci, la Canestrari, Bruno e la Gino non si sono piegati. Le imprecisioni ci sono (e anche un paio di eresie da sbellicarsi dal ridere) ma basta leggere con gli strumenti giusti e la verita' appare chiara come la luce del sole. Peccato solo che di quegli strumenti dispongano in pochi.

Ciao :-)

Antonello ha detto...

@Stefania
tengo anche io a ripetere che sono solo ipotesi.
La portata della verita' non la conosciamo e proprio li vi possono essere dati che persino Pulcinella si vergognerebbe di accettare vengano diffusi, in primis per tradizione ed estrazione culturale, hai visto mai che l'rdsemen non estrapoli non beatificanti ne edificanti realta', in secondo luogo per difendere la memoria al cospetto con la figlia della vittima se vi dovessero essere stati coinvolgimenti diffamanti, in terzo luogo spodestare il padre e farsi affidare la figlia appunto, nel caso ipotetico, proteggerebbe la piccola da reflussi indiretti oltreche' gravi psicologici.
Tutto discutibile chiaramente, perche' pensare ad uno Stato che in ipotesi non riuscisse ad istituire uno stabile programma di protezione per la piccola e per suo padre e' demoralizzante solo pensarci, poi con tutti i milioni che si spendono per appalti, auto blu, stipendi d'oro e pensioni accumulabili da 90.000 neuroni.
Dall'altra anche il padre avrebbe un scintillante tornaconto se in Cassazione venisse scarcerato, non ho idea a quanto ammonti un risarcimento del genere ma si capisce perche' la difesa non difenda e l'attacco invece attacchi a suon di partecipazioni ed interviste, e non voglio affermare illazioni.
Chi francamente, in un caso del genere, non capirei sarebbero proprio gli inquirenti ed i giudici, una totale resa di fronte a gerarchie forse, forse camorra, forse vicinati potenti, per me non era impossibile trovare i veri colpevoli, o meglio la giusta ricostruzione con tempistica e dinamiche coerenti, e' che se e' come si ipotizza le "larghe intese" sarebbero avvenute prima dei rinvii a giudizio, questo si.

PINO ha detto...

Secondo me stiamo perdendo di vista l'elefante, per correre dietro al topolino.
L'intero spettacolo, gestito da una regia irreprensibile e concluso con Parolisi in gattabuia, sarebbe stato allestito al solo scopo di mascherare e proteggere in modo perfetto un "vertice" X, non già la piccola Vittoria, concupita dai nonni materni, per amore, ma anche per rivalsa, e che non vedo come possa correre un eventuale pericolo, e di quale natura.
La polizza assicurativa, per il "vertice" X è lo stesso Parolisi, che avrebbe accettato e rispettato silenziosamente l'ipoteca di se stesso.
La parola "fine" è già stata scritta sull'ultimo fotogramma dello scenario.
In Cassazione, potremmo avere delle sorprese, (che non saranno poi, veramente tali), quale saldo definitivo, della supposta ipoteca.
Pino


Manlio Tummolo ha detto...

Le modalità del delitto indicano, a mio parere, che la donna è stata torturata sadicamente e infine, per ultima umiliante offesa, violentata, quando ormai non era in condizioni di resistere. Da chi e perché? il punto è questo. Ma il silenzio di chi, sia pure indirettamente, era implicato nel fatto, la sordità, la cecità, la miopia, ecc. ecc., di chi invece per professione dovrebbe vigilare in zona considerata militare o prossima a zona militare, sono - sempre a mio parere - piuttosto eloquenti. Se si è taciuto, e tuttora si tace, su certe stragi, figuriamoci se non si tace di fronte a delitti singoli, in cui potrebbero essere implicati elementi militari, e certamente non soldatini semplici.

Antonello ha detto...

@Manlio Tummolo
Effettivamente tanti particolari sono sovrabbondanti come depistaggio e dovrebbero trovare residenza in altri scopi, si diceva che perdere tempo ad alzare una maglietta comporta tempo e tranquillita' a disposizione, un senso di immunita' non comune, l'assoluta certezza che nessuno potra' intervenire.
Di contro alcuni particolari sembrerebbero piu' messaggi a chi puo' leggerli che depistaggi fini a se stessi, oppure semplici sadismi di tortura.
Ma ad esempio che differenza fa incidere la pelle a forma di svastica od a righe insignificanti se in fondo il fine poteva essere solo la tortura od il sadismo fine a se stesso???
Di certo alcuni di minuti tremendi per la donna se era cosciente, che senso aveva denudarne il corpo pero'??? Forse inscenare un omicidio di stupro, ma con slip privi di semenogelina espulsa??? Uno stupro senza cellule epiteliali a iosa addosso alla vittima??? E dunque con la firma dentro alla vittima??? Sapeva di non essere portatore di dna spermatico ed avrebbe agito quasi dentro uno scafandro??? Ed il capello di 22 cm rinvenuto sul corpo, capello intriso di sangue fresco non poteva restituire un dna??? Perche' diavolo non e' stato analizzato ed identificato/a chi lo deve pur aver perso???
Perche' se il cellulare di M.R. era a 3,2 chilometri da Ripe, e dal luogo di ritrovamento, ALMENO SINO ALLE 18,30 e se i Ris certificano il luogo di rinvenimento come il luogo di aggressione.CON CERTEZZA SENTENZIATA SI ASSUME CHE IL FATTO DELITTUOSO SIA ACCADUTO PER FORZA ALLE 15,30???
Non e' una deduzione INNATURALE ED ILLOGICA RISPETTO AI DATI CHE AVEVANO ED HANNO TUTTI I GIUDICI INTERVENUTI???

Stefania ha detto...

Pino, io ho anche evidenziato che Famiglia Rea e Famiglia Parolisi tacciono per motivi ed interessi diversi. Hai ragione quando scrivi che la famiglia di Melania cerca nel poter crescere in modo "esclusivo" la piccola, una specie di riscatto.

Riguardo il pericolo che la figlia della coppia possa correre, io non parlo di un pericolo reale ma di un eventuale ricatto al soldato quasi semplice Parolisi. A lui e solo a lui è stato chiesto il silenzio in cambio dell'incolumità della bambina. E lui "potrebbe" sapere di non poter dire la verità se non a scapito della sua stessa pelle. Quindi, ad un padre al quale si dice "Se parli esci dal carcere ma ti secchiamo, se non parli permetteremo a tua figlia di crescere", non potrebbe che scegliere per se stesso il disprezzo della figlia in cambio della propria e della sua incolumità.

Sono ipotesi, ben inteso, ma penso neppure tanto fantasiose.


In ogni caso, se ci fossimo, come penso e come temo, avvicinati a quanto davvero accaduto, noi si sta qui ad arrovellarci mentre c'è chi ha già firmato un accordo, deprecabile o meno esso sia.

Stefania

PINO ha detto...

@ STEFANIA
La tua intuizione dell'"accordo", già la posi come molto verosimile, e non potrebbe essere diversamente, considerando il modus operanti della difesa.
Ma, come ho detto, la polizza assicurativa è lo stesso Parolisi. Non vedo la bambina come oggetto di rappresaglia: l'azione, vile per se stessa, susciterebbe sdegno negli stessi ambienti orbitanti attorno al "nucleo" ipotizzato direttivo. Senza tener conto di un chiasso che non gioverebbe alla segretezza dell'operazione.
Ciao, Pino

Mimosa ha detto...

Mi inserisco di nuovo perché il caso sempre mi scotta e sto piano a piano superando lo strazio della seconda ingiusta sentenza.

Sicuramente i più “vecchi” su ricorderanno che nel passato avevamo più volte commentato l’esortazione del suocero a parlare, ripetuta nei primissimi giorni, con queste parole:
«Di fronte ad una morte, il giuramento allo Stato e all’istituzione militare viene in secondo piano»

Avevamo dedotto che sospettasse la morte della figlia in qualche modo legata alla caserma. PINO se lo ricorda bene, e credo non solo lui ...

In effetti i militari fanno un solenne giuramento non solo quando entrano nei ranghi, lo rinnovano ad ogni passaggio di grado (questa è la prassi) e il caporalmaggiore scelto Parolisi Salvatore giurò almeno 3 volte. Del resto i suoi superiori hanno sempre detto che era molto rispettoso dell’autorità. In fondo “disciplina, sacrificio e lealtà” erano materie che lui insegnava alle allieve.

Seguendo l’opinione che altri avevano espresso in merito, allora come ora, avevo scritto che se SP, sapeva o sospettava la responsabilità di qualcuno, indubbiamente più in alto di lui, mai parlerà, non solo per paura bensì anche per l’onore. (Per la cronaca ci sono state delle repliche ironiche sulla “lealtà” e sull’“onore” di SP, che certo si replicheranno anche ora …)

Avevo dedotto che l’allora caporalmaggiore scelto, addestratore reclute, con alto senso della divisa e delle decorazioni per le missioni in Kossovo e Afganistan (importa poco se meritate o meno, non ironizzate su questo!), si considerasse preso “prigioniero” da mano nemica. L’addestramento insegna anche questo: resistere, resistere e resistere, mai cedere e fare rivelazioni, ma cadere da eroe.
SP deve essere stato un militare dello stampo un po’ raro oggi, mentre come uomo era un disastro.

Anche se i suoi difensori con forza dicono che “lui non nasconde nulla” … troppa inusuale veemenza nel Biscotti a ribadire ciò pubblicamente perché non sia sospetta …

Mimosa

Anonimo ha detto...

@Antonello
hai ragione a ribadire che il cellulare fu georeferenziato a 3,2 Km da Ripe, ma non fino alle 18,30 come erroneamente scritto, ma fino alle 19,10 ora in cui si interrumpe il contatto mentre il fratello chiamava "come se qualcuno l'avesse spento".
E ricordiamo ancora l'ultimo sms della giornata, quello delle 18,52, sms che fu cancellato insieme ai precedenti della giornata.
Mentre a riaccensione si scaricò integralmente quanto arrivato nelle giornate del 19 e del 20 aprile.
Il che dà da pensare.
Tabula

Antonello ha detto...

@Tabula
e' passato un po' di tempo e devo aver dimenticato parecchi dati.
Comunque tanto meglio al discorso che facevo, se il cellulare della vittima viene georeferenziato sino alle 19,10 in luogo isolato verso San Giacomo a 3,2 chilometri dalle casermette, luogo del ritrovamento, e se i Ris hanno accertato le casermette come luogo dell'aggressione, con quale nesso logico e naturale SI ASSUME L'AGGRESSIONE COME AVVENUTA ALLE 15,30???
Cio' si potrebbe spiegare, dal punto di vista degli inquirenti o con una alquanto strana erronea georeferenziazione che per ben tre volte pero' indica stranamente uno stesso punto, fra miliardi di altri punti, e cio' non e' sostenibile a chi ha un minimo di nozioni in comunicazioni via etere o con il fatto che la vittima deve essere stata distaccata dal suo cellulare proprio nel punto di geolocalizzazione. aprossimativamente ed almeno verso le 15,00 (altrimenti diventa improbabile l'aggressione entro le 15,30).
Ma allora chi spegne il cellulare della vittima alle 19,10 a 3,2 chilometri dalle casermette se la vittima e' stata li aggredita alle 15,30, come sentenze dicono???
Non c'e' alternativa, le soluzioni sono due, o chi sapeva della geolocalizzazione e stranamente e' stato l'unico a crederci o chi ha aggredito M.R. alle casermette o chi rientrava in entrambi i criteri.
Quel cellulare suonava ipoteticamente a suoneria al massimo in un luogo boschivo isolato ma nessuno dei ricercatori e' riuscito a raggiungere ufficialmente quel luogo, credo quindi che l'ipotesi meno inquietante e' che quel cellulare sia stato raggiunto e spento o da chi ha aggredito M.R. o da un suo complice, sempre se parlassimo di un'aggressione avvenuta alle 15,30.
Cioe' l'orario accertato e sentenziato certifica che il/la/i responsabile/i hanno montato e smontato cio' che hanno voluto almeno sino alle 19,10 sul territorio di fatto oggetto di ricerca.
Certamente, nel caso sentenziato non poteva di certo averlo spento il Parol. che a quell'ora era sotto gli occhi di tutti o nella caserma dei CC a sporgere denuncia.
Nella visione colpevolista indi, dovrebbe essere intervenuto un complice con evidente certezza, almeno un complice.
Infine quel cellulare e' stato spento per due giorni od acceso in luogo particolarmente ed appositamente schermato, e' stato ripulito dei dati contenenti tranne due sms e ripulito delle impronte (si rinvenira' solo dna della bimba negli interstizi dei tasti o delle montature del cellulare), e' stato poi rispento o comunque riportato, se non e' stato mai acceso, nel luogo della scena dell'aggressione.
Unica alternativa, il lavoro potrebbe essere stato fatto in loco con pc portatile ma si alzano non poco le competenze di chi deve essersene incaricato, inoltre rimane sempre l'alternativa dei codici di fabbrica con cui davvero, conoscendoli, si puo' fare praticamente cio' che si vuole.
Cio' non puo' essere avvenuto prima delle 19,10 del 18/04 ma solo dopo perche' non sarebbero stati rinvenuti altri dati se non gli avvisi delle chiamate del 19/04 e del 20/04 ed i due sms risalenti a gennaio.
La vedo dura dimostrare che il cellulare possa essere stato "professionalmente ripulito" dal Parol. dopo le 19,10 del 18/04.
Ma anche, perche' avrebbe dovuto, lui marito della vittima, ripulirlo anche dalle impronte??? Semmai si volevano cancellare le impronte di chi su quel cellulare deve aver lavorato e non poco ne per poco tempo.

Pamba ha detto...

Altra cosa che mi ha sempre dato da pensare...

ci sarebbe per Parolisi, a Santa Maria Capua Vetere, un carcere più vicino ai suoi familiari e a sua figlia, un carcere meno affollato, con uno spazio riservato ai militari condannati dalla giustizia ordinaria...

“La situazione è paradossale: esiste un decreto legislativo del 2010 che impone il trasferimento in questo carcere dei militari condannati di esercito, marina e aeronautica. Basterebbe che lo applicassero e torneremmo a pieno regime”. Un caso su tutti: Salvatore Parolisi, l’ex caporalmaggiore in cella per l’omicidio di sua moglie Melania Rea: “Dovrebbe essere qui e invece lo tengono a Teramo”.

http://www.ristretti.org/Le-Notizie-di-Ristretti/santa-maria-capua-vetere-ce-lo-spreco-del-carcere-militare-56-detenuti-e-280-agenti

“Parolisi potrebbe chiedere il trasferimento nel carcere militare di Santa Maria Capua Vetere, in provincia di Caserta, ma non lo ha fatto - spiega il legale -. E’ una decisione che spetta a lui ma, per il momento la situazione rimane così com’è. Quindi lui resta a Castrogno, a Teramo”.

http://www.ilrestodelcarlino.it/ascoli/cronaca/2011/12/07/633276-parolisi_chiesto.shtml

Pamba

Sira Fonzi ha detto...

@Maura 8,40 14 ottobre

Maura, le intercettazioni vanno trascritte integralmente altrimenti si rischia di interpretarle in modo errato.

Lei afferma, rivolgendosi a Mimosa, che il monologo di Parolisi recita così:
"Questi hanno già capito tutto,mi devo fare trent'anni ma ti strapperò il cuore dal petto!"

Ma l'intercettazione esatta la trova a pag 61/62 dell'ordinanza, ed è la seguente:

"Ti devo sputtanare...mi devo fare 30 anni...ma ti devo tirare il cuore dal petto, però me li faccio volentieri...Me li faccio volentieri" .

Quindi, come vede, basta una frase in più per trasformare il senso della stessa, e questa è falsa informazione-

Sarebbe opportuno confrontarsi con estratti prese da Ordinanze ed atti vari, piuttosto che da "ritagli di giornali"

Così perdiamo solo tempo che potremmo impiegare in modo più utile.

Saluti
Sira

Ciao Mimosa, ben tornata!!!

PINO ha detto...

@ Ciao SIRA!
Il monlogo di SP che hai riportato è preciso, solo che l'autore, poi, non ha "sputtanato" nessuno, in quanto ciò non rientrava ... nello spirito del giuramento.
E Mimosa ce lo ha ricordato, riportandoci alla frase che G. Rea, padre di Melania, disse a tale proposito.
Pino

Mimosa ha detto...

Ciao Sira, grazie del bentornato

hai fatto bene a sottolineare che i giornali e i ritagli non sono documenti "validi"
avevamo anche cominciato a confrontare alcuni articoli per dimostrare quanto i giornalisti pure di alto nome scrivevano in modo difforme l'uno dall'altro nel dare la medesima notizia.

e colgo l'occasione per precisare che l'intervento di Maura con il riferimento alla intercettazione nulla ha a che vedere con il mio post di stanotte, io non ho fatto alcun cenno a testi di telefonate ... la signora appunto ha confuso due commenti in uno ... ma pazienza, se dovessimo evidenziare tutte le sviste, staremmo qui attaccati alla tastiera invece di vivere la nostra vita.

Mimosa

Sira Fonzi ha detto...

Già caro Pino, forse l'idea iniziale del Parolisi, che aveva capito di chi fosse la responsabilità dell'omicidio, era quella di "sputtanarlo", ma qualcosa o qualcuno deve avergli fatto cambiare idea.

D'altra parte come pensare ad un omicidio commesso da persone estranee alla vita della coppia, se la location è quella che conosciamo?

Vicino al chiosco si svolgono esercitazioni da parte dei militari e delle reclute e, sempre nello stesso luogo, Parolisi afferma di aver avuto un rapporto con la moglie, poco tempo prima.

Quante probabilità ci sono che uno psicopatico ics scelga proprio quel posto?

Quindi il posto doveva necessariamente ricondurre a lui, e solo un conoscente della coppia, un collega o un superiore, avrebbe potuto scegliere una simile location, e Parolisi questo lo sa.

Una curiosità: ma i due famosi anziani, che i giornali riportavano essere andati dopo 4 gg a testimoniare di aver visto Parolisi al Pianoro, erano i soggetti di una bufala o si è potuta appurare la veridicità dell'informazione?
Se così fosse però, perchè ciò non ha influito nel verdetto?

Un abbraccio
Sira

Mimosa ha detto...

Il fatto è, cari Amici, che per il bene del blog e del blogger continuo purtroppo a ritenere non salutare inoltrarmi nelle maglie di ipotizzabili segreti militari e avventurarmi in ipotetiche ricostruzioni, neanche a titolo puramente accademico …
ce la siamo già scambiata questa riluttanza, una cautela anche per la nostra incolumità … non si sa mai cosa capiti a tirare in ballo i servizi segreti …
eppure riprendo a domandarmi cosa ci fosse dietro – al di là della morbosa gelosia – al fatto che Melania seguisse e pedinasse il marito …
ovvero, a cosa avesse scoperto la donna nel pedinare il marito …

Risibile come segreto lo svelare la condotta sessuale del caporalmaggiore e di altri della Caserma (infatti è abbastanza frequente che al numero delle stellette sulle spalle si proporzioni il numero delle conquiste benché viga il codice d’onore che “mai con la moglie di un collega o di un superiore” e come in tantissimi ambienti maschili ci si vanta pure … persino “inventando” … lo so, per conoscenza diretta dell’ambiente).

Trascurerei come segreto anche la faccenda della droga, debole movente per un massacro di tal genere, e pure il traffico d’armi su cui già ha indagato e continuamente indaga la Magistratura Militare (nel segreto delle sue stanze … mica si può dare in pasto all’opinione pubblica un elemento che farebbe il gioco di una certa parte politica).

ma non oso figurarmi strategie occulte con legami internazionali …

in fondo una ragazza come Melania poteva essere messa a tacere in altri modi, non occorreva straziarne il corpo in quel modo … a meno che i fiancheggiatori dell’assalto omicida (di calibro femminile e di matrice con carattere molto personale, come la criminologia spiega l’uso di un’arma da taglio) non abbiano dovuto intervenire per confondere le acque e invece hanno maldestramente condotto al vero movente e al mandante

… chissà se gli esecutori sono ancora vivi …!

Buonanotte a tutti, Mimosa

maura ha detto...

Chi torna a depistare lo fa con un unico scopo:camuffare l"omicidio,che lo abbia fatto maldestramente e in modo poco lucido questo è indubbio:(ha messo qualche firma di troppoper essere credibile),ma a parte questo,il vostro ragionamento non torna,voi vi dovreste rispondere e non a me ma nel vostro io:PERCHè parolisi pur avendo terrore di altre ritorsioni dopo pochi giorni interrogato mette in mezzo la caserma?e soprattutto perchè visto che ormai lui è la vittima sacrificale non so bene di quale complotto non confessa?senza poi contare e non so se vi rendete conto che dovrebbe essere un complotto di massa,questo omicidio purtroppo e lo sottolineo è molto più semplice di quello che potete pensare,maledettamente semplice e banale.

Vanna ha detto...

Sì Mimosa, condivido le tue riflessioni.

Mi soffermo sull'ultima tua frase:

"...in fondo una ragazza come Melania poteva essere messa a tacere in altri modi, non occorreva straziarne il corpo in quel modo … a meno che i fiancheggiatori dell’assalto omicida (di calibro femminile e di matrice con carattere molto personale, come la criminologia spiega l’uso di un’arma da taglio) non abbiano dovuto intervenire per confondere le acque e invece hanno maldestramente condotto al vero movente e al mandante."

Far tacere Melania in altro modo?

Su cosa avrebbe dovuto tacere se è finita così.

Bisognerebbe conoscere quale era la posta in gioco.

E se quel comportamento maldestro è stato messo in atto per confondere le acque?

Se dietro questo omicidio c'è qualcosa di organizzato in alto loco, bisognava fare in modo che si pensasse ad altro e che sembrasse maldestro.

Oppure è stato veramente maldestro e chi lo ha fatto poteva essere agitato oppure aveva dovuto agire per punizione, o per essere avvisato che poteva capitare anche a lui-lei-loro?

E, condivido anche la chiusa del tuo post: che fine hanno fatto, sono ancora vivi?

Se sono vivi non penso siano tranquilli.

Ciao

PINO ha detto...

@ MIMOSA,
Ancora una volta sono qua io, il mattiniero, a leggere le tue argomentazioni notturne.
ct) "continuo purtroppo a ritenere non salutare inoltrarmi nelle maglie di ipotizzabili segreti militari e avventurarmi in ipotetiche ricostruzioni, neanche a titolo puramente accademico, ce la siamo già scambiata questa riluttanza, una cautela anche per la nostra incolumità"
Infatti, ad un certo punto delle nostre ricerche, condotte con tanta buona fede e senza preconcetti, avvertimmo la strana sensazione di aver toccato le note giuste di una misteriosa tastiera, che ci procurò un inspiegato disagio, che ci mise in allarme (te ne ricordi?), per cui decidemmo, di comune accordo, di cambiare il senso di marcia ed invertire la rotta.
Oggi, alla luce di tutto quanto accaduto, fino al processo di 2° grado, e le due diverse condanne del Parolisi, credo che possiamo ritenere quegli assunti che ci spaventarono per la loro natura, molto verosimili.
@ SIRA
La storia della coppia di anziani presenti a CSM è vera, come vera è la loro deposizione lasciata ai carabinieri.
Se non è stata tirata in ballo nel processo, il motivo potrebbe essere lo stesso che è toccato a tante altre prove ed indizi favorevoli all'ex militare.
Saluti cari, a te e Mimosa, Pino

Vanna ha detto...

Maura, Parolisi non può parlare.

Se dietro c'è un segreto militare e probabilmente importante,lui è guardato e intercettato a vista.

Guarda credo che lo siano tutti quelli implicati nella storia anche il duo B%B, se loro sono stati informati.

Non gli hanno permesso le porte aperte perché avevano capito che avrebbe detto qualcosa?

Anonimo ha detto...

@@@ IGNORATE IL DISCO ROTTO!!!

Antonello ha detto...

E' un sistema marcio e lo andiamo ripetendo da decenni, la trasparenza non e' piu' un valore inestimabile ed insostituibile, e perdippiu' e' un marciume che cerca di convincere con media e facce toste che sarebbe lindo ed intellettualmente onesto.
In un paese civile e non da terzo mondo i "processi a porte chiuse" dovrebbero essere vietati in Costituzione, perche' se permetti quando sentenzi in nome del popolo PERLOMENO il popolo deve, se vuole poter ascoltare, altrimenti sentenzi in nome del tuo orticello e degli animali della tua fattoria.
Anche questa e' una delle pagine piu' brutte della nostra finta democrazia.
Come la possibilita' di qualcuno di intercettare chi vuole e quando vuole senza il bisogno di rispondere a nessuno, certa gente piu' va avanti e piu' sara' difficile depotentizzarla, credo che non rimarra' altro che vedere un popolo intero festeggiare con spumanti a fiumi quando spariranno "se anche laggiu' non cominciassero a vomitare" per le gioiose vie naturali.
Altro che Gheddafi, lui era un principiante, si faceva persin vedere, questi agiscono all'ombra, per loro una comunita' e la sua coscienza sono solo ombrelloni.
Incredibile, come anche i bilanci delle camere (forse che matrimoniali???) criptati, e' chiaro che e perche' tutto il mondo ride di noi e l'Europa continua a sanzionarci.
E non vedo personalita' che, nemmeno all'orizzonte, siano all'altezza della gestione di una comunita, una volta per combattere la mafia si mandava l'esercito in Sicilia, mi chiedo ora dove si dovrebbe mandarlo.

maura ha detto...

Guardi che è stato lui a chiedere l"abbreviato che forse se non lo sa si svolge a porte chiuse,l"accusa voleva portarlo in un processo pubblico in corte d"assise è lui che non è voluto andare,l"appello nell"abbreviato è previsto in camera di consiglio non è che potessero fare un"eccezione per parolisi,vi saluto e buon proseguimento!

Anonimo ha detto...

In realtà Mimosa e Pino, ho letto giorni fa sul mostro di firenze che non lontano dal ritrovamento del corpo della povera Melania è stata trovata un'altra donna, morta, in automobile, con uno strumento di clonazione di carte telefoniche, se non erro e se non ho capito male, la cosa fu scritta sul forum Il Mostro di Firenze ma io non so da dove sia stata attinta la notizia, in rete non ho trovato niente di niente.
Però rilevo che la vostra domanda se siano ancora vivi coloro che hanno compiuto l'omicidio, potrebbe essere pertinente.
Certo non è detto che le due morti siano collegate, in questa storia non è dicibile niente, difatti nessuno parla.
Ho maturato piano piano l'idea che il caporalmaggiore sia a sua volta colpevole di qualche colpa, magari non meno grave dell'omicidio della moglie, del resto se non è stato lui a compiere l'omicidio, e lui fisicamente non può essere stato, perlomeno non agendo da solo, tutta l'apparecchiatura tesa a farne comunque il capro espiatorio come minimo sta ad indicare che qualcosa la debba pagare.
O chissà, forse in qualche recondita maniera è una speranza che l'ingiustizia non sia realmente ingiusta e non sia possibile restare in carcere privato di tutto di onore dignità a figliolanza perfino con prove a discarico e testimoni che ti hanno visto -e puntualmente segnalato con testimonianze immediate- altrove.
Secondo me dovrebbe far riflettere ciò che il fratello di Melania ha recentemente affermato, ovvero che se il delitto fosse stato compiuto a causa di cattive frequentazioni del cognato, per loro sarebbe parimenti colpevole.
Il distinguo che va fatto è sul caso di cronaca in sè. E' palese che l'uomo non abbia personalmente accoltellato la moglie, ed è sotto processo per questo non per altre eventuali colpe, quindi su questo andrebbe valutato con onestà, e non sulle altre eventuali colpe.

Quindi anche a noi tutto sommato converrebbe attenerci al processo e ai dati processuali, cercare un colpevole da qui, del resto, sarebbe dipingere un quadro probabilistico parecchio fumoso e indefinito: tra le varie possibilità anche azzeccare per caso quella giusta non ci darà mai nomi e cognomi dei colpevoli, degli assassini, degli stagiatori.
saluti
Tab

Anonimo ha detto...

A parer mio l’omicidio è disorganizzato, il “depistaggio” no. Ma comunque…Per “depistare” il P si sarebbe dovuto ricoprire di nuovo, scarpe,guanti e coltello come minimo (ci devono essere parecchie buche li intorno e cani molto raffreddati). Già solo la nuova vestizione richiederebbe un P piuttosto lucido ed organizzato.

Andiamo avanti. P avrebbe quindi rischiato di lasciare sue nuove tracce (un capello e lo avrebbero incastrato, ma forse dobbiamo aggiungere anche un cappuccio all’abbigliamento)solo per andare ad incidere il corpo senza alcun significato. Ha senso? Una siringa potrebbe (forse, mah) allontanare i sospetti dal marito, ma i tagli sul corpo che intento celano e come avrebbero potuto aiutarlo? Attenzione poi, non coltellate a casaccio come nell’omicidio, ma incisioni, segni che richiedono un certo tempo, diverso sicuramente dal ferire a casaccio.

Allora perché perdere tempo, rischiare di farsi vedere, rischiare di lasciare nuove tracce, rischiare di far ritrovare i vestiti, solo ed esclusivamente per andare a “depistare” senza un minimo di intento logico?

Si vuole cercare la logica tra due amanti (un esercizio di fantasia a mio parere) ma non si vogliono seguire fatti che invece vengono liquidati senza troppi motivi.

Rileggi la frase di P., non la ignorare. Se fino ad oggi eri veramente convinta che P avesse detto altro, solo questo fatto dovrebbe farti sobbalzare dalla sedia. Le altre domande che fai non possono avere una risposta. Che ne possiamo sapere noi di quello che può sapere o meno P? Se e da chi è stato minacciato? Cosa ci sia realmente dietro?

Per quanto mi riguarda non ho alcuna intenzione di stare a ipotizzare scenari che non verranno mai accertati dai fatti, sia perché è impossibile arrivare ad una conclusione, sia perché lo sfondo si è fatto piuttosto inquietante, quindi ora farò un po’ come il telefonista, il timidone, che si fa gli affari suoi senza troppe spiegazioni.
Kiba

Antonello ha detto...

Scusa Maura, io sono umano e dopo anni dai fatti tendo a tralasciare qualche dato numerico, anche nomi magari, e lo riconosco, difetto in memoria e non me ne vergogno, lo dico.
Lei pero' difetta in lettura ed ascolto nonche' in buona fede, ma come??? Sara' da venticinquemila commenti che si sta dicendo che l'abbreviato per molti NON ESISTE in un caso di omicidio, scusa ma ci fai o ci sei??? In Tribunale tu puoi appuntare come meglio credi ricordando ai tuoi studenti che la procedura e bla, bla, bla.
Non so se l'hai capito ma questo e' un blog e non un aula, qui ognuno rispettosamente puo' esprimere le proprie idee non tenendo conto delle procedure e dire che appunto una tal procedura "e' a parer mio uno scandalo", oppure non sa distinguere fra idee e regule???
Che l'abbreviato sia stato scelto dalla parte, che preveda le porte chiuse, semichiuse od aperte centra na beata mazza con quello che stavo esprimendo io se "te non lo sai".
Se invece ami intervenire sempre a sproposito trolleggiando liberamente la discussione per quanto mi riguarda dovresti mpiegare il suo tempo a chiederti, anche te, cosa vuoi lasciare di te in questo mondo e se pensi di non rispondere mai per un minuto alle regule che professi disturbando chi invece scambia le proprie opinioni sulla base di dati e sul caso specifico.
Non voglio e non posso obbligarti a disturbarti, se ce ne fosse il bisogno dal punto di vista virtuale, allo specchio ma, detto molto onestamente, credo.faresti meno grette figure.
Terrei volentieri il suggerimento per me visto che credo sia purtroppo tempo sprecato suggerire qualcosa a te dopo aver ammirato e dovuto subire la esemplare cura che hai nel trattare determinati argomenti.
Spero, con immaginabile dispiacere, che il tuo saluto sia vero e sincero in attesa di stappare spumante e gustare gioiosi pasticcini, son certo che di sicuro ti godrai la festicciola che scoppiera' in onore della tua assenza o la piu' dura indifferenza di chi non si e' manco accorto ne potuto arricchire della tua presenza.

Anonimo ha detto...

@ Maura

Non mi sembra che in Appello il processo si sia svolto con l’abbreviato tanto è vero che Parolisi aveva chiesto che il processo si svolgesse a porte aperte «per permettere alla gente di vedere come va il processo e capire tante cose» ma il presidente della Corte non ha accolto l’istanza

Il processo si è svolto in primo grado, con il rito abbreviato CONDIZIONATO ( "ovvero un giudizio allo stato degli atti ma con la possibilità di assumere ex novo la prova (o le prove) indicate dall’imputato che, difatti, “condiziona” la sua richiesta di abbreviato all’acquisizione delle prove che lui stesso indicherà.” ), con procedura a porte chiuse PERCHEì la richiesta dei legali di Parolisi di procedere con il rito abbreviato condizionato anzichè con quello ordinario è stata obbligata e consequenziale alla richiesta del RITO IMMEDIATO da parte del Pm ed accettata dal giudice

Dato che può darsi che io abbia capito male, chiedo chiarimenti ai nostri esperti “in loco” per sgombrare il campo da equivoci

ENRICO

Chiara ha detto...

Enrico

nessuna scelta obbligata, lo dico per l'ennesima volta: se non fosse stata compiuta quella LIBERA SCELTA, il processo sarebbe partito normalmente con tutte le udienze testi ecc..

La difesa ha considerato le carte del p.m. a sè favorevoli in quanto non contenenti alcuna certezza sulla colpevolezza dell'imputato ed ha dunque valutato conveniente chiedere che venissero rifatte un paio di perizie e per il resto giocarsela con le carte del p.m..

Ha fatto bene? ha fatto male? ha fatto apposta per non rischiare che uscisse altro? ha sottovalutato gli elementi del fascicolo? Chissà. [ciò che sappiamo è che nel proprio atto d'appello lamentano che il fascicolo che avevano visionato non corrispondeva perfettmente a quello poi inviato al giudice per l'abbreviato e che ad avere avuto contezza di quello completo non è detto che avrebbero ancora scelto il rito premiale]- Ma non era obbligata a scegliere l'abbreviato. Punto uno.

Punto due. Una volta scelto, l'abbreviato "è per sempre", nel senso che anche l'appello si svolge con quel rito.
Con nemmeno la possibilità di condizionarlo ulteriormente [una volta che si è svolta nel primo grado la prova "condizionante", poi con il fascicolo così formato si va in appello]. Per questo motivo il giudizio d'appello si è risolto nella mera fase della discussione (cioè le arringhe) delle parti, mentre in primo grado c'era stata in più la disposizione di un paio di nuove perizie e poi si è andati a discussione.

Lo svolgimento a porte chiuse è la regola generale dell'abbreviato, ma non è una regola imprescindibile: il giudice dispone che il giudizio si svolga in pubblica udienza quando ne fanno richiesta tutti gli imputati (art. 441 comma 3 c.p.p. sul rito abbreviato). E' in base a questa norma che Parolisi aveva chiesto di procedere a porte aperte pur essendosi in abbreviato.
[correlativamente la pubblica udienza è la regola generale del processo ordinario, ma anche questa non è una regola imprescindibile e il giudice può disporre che tutto i processo oppure solo alcune udienze si svolgano a porte chiuse. Per i casi in cui può disporlo ti rinvio all'art. 472 cpp che puoi trovare in rete].

Spero che ogni dubbio sia fugato, in caso contrario chiedimi ancora.

Ciao a te e a tutti.

Antonello ha detto...

@Chiara
beh, dunque che si possa chiedere l'abbreviato con un fascicolo e ben determinati dati agli ipotetici atti ma che l'abbreviato venga concesso con un altro fascicolo e ben determinati dati diversi non e' proprio quella che si chiama scelta libera e diritto alla difesa in ogni procedura ma a me appare anzi che la scelta sia stata potata se e' cosi' come lamenta la difesa.
Insomma una cosa grave far ritenere cio' che si vuole alla difesa, prima della scelta del fondamentale rito, e presentare al giudice cosa conviene e dati sconosciuti, alla difesa, sulla scorta del quale il giudice dovra' accordare o meno il rito richiesto, una vera e propria violazione procedurale e di garanzia alla difesa.
Che poi, prove non se ne veda in ogni caso e' un altro discorso che compete a ragionamento diverso, valutazioni ambivalenti arbitrarie del giudice e sentenza conseguente.
Ma possibile che la lealta' sia sparita anche da Istituzioni d'accusa??? O ho capito male io, fermo restando che un abbreviato in omicidio a me pare una put...ta???

Anonimo ha detto...

CHIARA

avevo capito male

Credevo che con la fissazione del rito immediato la difesa non potesse più chiedere la procedura con il rito ordinario

Quindi la difesa avrebbe preferito non affrontare il dibattimento riservandosi così la possibilità dello sconto di pena che altrimenti non sarebbe stato previsto.

Uhmmm... allora mi convinco ancora di più che il DUO aveva già la certezza di "come stavano le cose" e della "fine" che avrebbe dovuto subire l'imputato perchè è impensabile che un collegio difensivo degno di questo nome, in presenza di evidentissimi dubbi, illogicità, omissioni e contraddizioni di cui il "caso" trabocca, non si sarebbe battuto fino all'ultimo per dimostrare ALMENO l'estraneità MATERIALE del caporalmaggiore all'aggressione della moglie

Ti ringrazio molto per il tempo che mi hai dedicato

buona serata

ENRICO

PINO ha detto...

@ ENRICO,
come mai, dopo tutte le nostre considerazioni, hai ancora sperato che la "fine" poteva essere diversa da quella che è stata?
Ciao, e buona serata, Pino

Stefania ha detto...

Il giorno in cui fu emessa la condanna a trent'anni di carcere, come conseguenza del Giudizio in Corte d'Assise di Appello, imputato Salvatore Parolisi, ero esterefatta, sconfortata, arrabbiata.

Ricordo (lo potete leggere nei primi post a commento di questo e del precedente articolo di Massimo Prati) di aver pensato fosse cosa buona e giusta, chiedere si raccogliessero tutti i nostri scritti o comunque farne una specie di "Enciclopedia della sentenza ingiusta" da inviare al condannato perchè un giorno fosse possibile lo consegnasse alla figlia.

Addirittura provai a spronare Massimo cosi' che scrivesse qualcosa di "corposo" da inviare a Parolisi.

Prati non rispose a questo mio invito, non ne conosco i motivi.

Ma oggi come oggi, devo accettare di aver preso una sonora cantonata. Non poteva andare diversamente, ha scritto Pino.

Forse è proprio cosi', e Massimo lo aveva compreso prima di tutti noi.

A cosa sono serviti i nostri pensieri? A cosa puo' servire ogni giorno elencare cosa non ci quadra in tutta questione?

A cosa è servito sperare in una giustizia con la G maiuscola se il dubbio che mi si è insinuato nel cuore e non solo nella mente è che tutti, ed intendo davvero tutti, abbiano patteggiato?

Mi è stato detto, che i bambini crescendo possono comprendere. Lo strazio è immenso nel mio cuore pensando a quella bambina che chiama Papi il nonno.

Non posso spiegare i motivi, qui, di questo mio personalissimo coinvolgimento emotivo.

Ma no ... i bambini crescono e condannano chi gli è stato spiegato devono odiare per sentirsi amati, per essere grati a chi li ha cresciuti.

Ed ora, davvero basta.

Stefania

Chiara ha detto...

Enrico e Antonello

Enrico: permettimi solo una precisazione (non cambia nulla per quello che hai detto tu, ma non vorrei che restasse scritta una cosa proceduralmente errata): la difesa NON poteva scegliere il "rito ordinario", il quale prevede una udienza preliminare e solo in caso di rinvio a giudizio si procede col dibattimento; semplicemente poteva lasciar andare l'immediato per la sua strada, strada che sarebbe cominciata direttamente con la prima udienza dibattimentale (senza cioè una udienza preliminare che vagliasse la bontà degli atti d'accusa prima di aprire il processo; la mancanza di questa udienza è l'unica differenza tra l'immediato e l'ordinario).

Sulla scelta della difesa.
Mah, vedi Enrico, l'abbreviato si sceglie fondamentalmente per due motivi: o perchè la colpevolezza è scontata e si vuole lo sconto di pena che però non si può ottenere col patteggiamento quando il reato è grave (si possono patteggiare reati puniti nel max con 5 anni). oppure perchè il fascicolo del p.m. non è ritenuto essere "pericoloso", nel senso che se - come tu dici - contenga "evidentissimi dubbi, illogicità, omissioni e contraddizioni" esse fanno ben sperare nell'assoluzione piena o almeno per insufficienza o contraddittorietà della prova. Quindi più un fascicolo d'accusa è "in bilico", maggiore è la probabilità di venire assolti in base ad esso e ancora maggiore è il rischio che con il dibattimento si colmino le omissioni, si chiariscano i dubbi ecc.; quindi in quei casi si valuta sia più conveniente per l'imputato portare al giudice proprio il fascicolo dubbio che non correre il rischio che diventi un buon fascicolo in esito al dibattimento.
Questo non significa partire dalla convinzione di avere torto, ma ad esempio valutare come per il p.m. sarebbe agevole recuperare nel frattempo delle buone prove e per sè sarebbe invece difficile procurare la prova contraria o insinuare il dubbio.

Per questo motivo, e passo ad Antonello, la difesa non ha più di tanto eccepito la questione del fascicolo che era stato trasmesso al giudice incompleto rispetto a quello che loro avevano visionato, perchè in realtà è stato completato fin dalla prima udienza con i documenti che erano stati preteremessi (e che, guarda caso, erano docc a favore dell'imputato; o meglio, del dubbio in suo favore) per cui nell'appello si sono limitati a rimarcare la slealtà processuale del p.m. e come questa fosse stata riconosciuta e stigmatizzata anche dalla Tommolini che ha concluso con un monito al procuratore: "l'abbreviato è un rischio per la difesa, ma lo è anche per l'accusa".

Anonimo ha detto...

PINO,

mannaggia !

che fai ? rigiri il coltello nella piaga ?

All'inizio ci avevo sperato che i due "furboni" magari un po' imbranati fossero in buona fede e che la scelta dell'abbreviato fosse stata per così dire quasi obbligata.

Poi dopo quei penosissimi interventi in tv e adesso con la conferma che chiunque avrebbe fatto di meglio, la certezza della pena, nel caso Parolisi è assicurata

Ciao, fammi andare ad affogare lo sconforto in un piatto di spaghetti cacio e pepe, va' che è meglio !
:-))

ENRICO

Chiara ha detto...

p.s. per dire, Enrico...nel fascicolo del p.m. del processo Scazzi, c'erano dei verbali di s.i.t. raccapriccianti, dai quali emergeva chiaro come il sole sia che prima quasi tutti i testimoni avevano altre versioni, sia che queste erano cambiate tramite domande suggestive, ricostruzioni apodittiche del procuratore che poi se le faceva confermare dalla persona e uscite intimidatorie nei confronti degli informatori ritenuti reticenti (poi diventati testi di punta dell'accusa).

Ecco, scegliendo il dibattimento, quei documenti non erano conoscibili al giudice e per farglieli conoscere bisognava cercare di leggerli "in contestazione" (ossia dopo avere fatto una domanda al teste in aula, se risponde diversamente dalle s.i.t., gliele si legge "a contestazione" e si chiede il motivo del cambio di versione). Questa cosa non è per nulla agevole, perchè la lettura deve limitarsi alla risposta che si contesta, non si può leggere tutto ciò che precede e che segue e che dimostrerebbe la pressione cui venne sottoposto il teste; difatti più di una volta l'avv. Marseglia è stato ripreso perchè cercava di leggere "di più" del consentito...quella era la sua unica occasione di far conoscere al giudice in che contesto si muovevano i testimoni quand'erano sentiti dal p.m. e dai carabienieri.

Parlando in teoria, se anche nel caso Scazzi si fosse scelto l'abbreviato, il giudice avrebbe conosciuto TUTTI ED INTEGRALMENTE i verbali dei testimoni, sia quelli "nuovi" ma anche quelli "vecchi" e avrebbe anche visto con quali metodi e parole erano stati indotti nel tempo a cambiare versione; che in aula i testimoni sarebbero venuti a raccontare la versione "nuova" lo si sapeva già e l'unica speranza era fare loro pressione perchè si contraddicessero o tornassero alla prima versione (missione quasi impossibile); ma per riuscire a destabilizzarli sarebbe stato necessario metterli davanti all'evidenza di una pressione subita o che altro di scorretto e quante probabilità c'erano che questa operazione riuscisse? Secondo me poche, perchè come infatti è stato, c'era lì il p.m. pronto a difendere con le unghie e i denti i suoi testi e buona parte degli attacchi sono falliti; in alcuni casi addirittura la situazione è peggiorata (vedi la sicurezza della Spagnoletti nel dire perchè e percome in realtà non aveva cambiato versione ma semplicemente erano le domande ad essere poste diversamente: senza quella deposizione in aula la sua testimonianza sarebbe stata molto più fragile).

Insomma, la scelta tra abbreviato e dibattimento non è l'ultima delle stupidaggini, c'è una serie di valutazioni difficilissime da fare a priori; in generale diciamo che se le s.i.t. che hai nel fascicolo del p.m. non sono così ben fatte e tu NON SAI cosa verrà a dire il teste in aula tanto che rischi che ti smonti i dubbi che sulla carta puoi sostenere, potrebbe essere consigliabile NON provocare la sua audizione in aula. Chiaramente ogni valutazione si complica quando in ballo ci sono centinaia di s.i.t. più decine di perizie ecc. perchè, non potendo selezionare "quest'atto lo tengo così, questo lo rifacciamo", devi fare una scelta "a pacchetto" che solo all'esito del processo ti rendi conto se sia stata felice o infelice.

Unknown ha detto...

Cara Stefania, non ti risposi perché purtroppo il tempo molto spesso è tiranno... ma voglio dirti ora che ogni articolo ed ogni commento del blog va in una apposita cartella che resterà sempre visibile (in ogni caso, all'occorrenza posso sempre stamparli in cartaceo).

Che il Parolisi venisse condannato in appello era scontato, troppo forte il pregiudizio seminato a piene mani in due anni, anche se io prevedevo una condanna a 21 o 24 anni e non a 30; che possa venire condannato anche in cassazione è probabile. Per come la penso molto dipenderà dalle motivazioni che presto usciranno e dal tempo che trascorrerà prima che i giudici romani prendano in mano gli incartamenti.

Più scemerà l'ondata di indignazione popolare creata "ad oc", più sarà facile giudicare a mente lucida.

Chiedi a cosa sono serviti i nostri pensieri e la speranza di una giustizia con la G maiuscola? La risposta è facile: sono serviti e ancora serviranno a vivere, a non rinunciare, a non lasciare solo chi ci crede nella G, a non lasciare libero il campo, a far sapere a chi deve capire che ci siamo anche noi e non ci arrendiamo, che in Italia ci sono persone pronte a leggersi migliaia di pagine di verbali e atti, persone che non si allineano alla logica popolare e sono pronte a criticare chiunque, anche chi per l'opinione pubblica è il migliore, anche chi i media riveriscono, se si mostra illogico nelle sue conclusioni

Io la vedo così... ciao, Massimo

Gino ha detto...

Escussioni a sommarie informazioni - Alfredo Ranelli
(19.04.2011): “Ho visto che nei pressi dell'altalena c'era una famigliola composta da un papà, una mamma ed un figlio piccolo. La mia attenzione è stata attratta verso l'uomo perché indossava dei pantaloncini corti nonostante la giornata non fosse proprio calda. Intorno alle ore 15,40 sopraggiungeva una macchina scura che si fermava proprio davanti al mio chiosco. Dietro era seduto sul seggiolino un bimbo in tenera età. (...) Il signore alla guida mi era sembrato proprio quello che stava al parco a giocare con il bimbo piccolo e con sua moglie. Dopodiché, dopo un'ora e mezzo circa, il signore sopra citato tornava nuovamente al mio bar in compagnia d un altro uomo che indossava una divisa, credo, della Polizia Penitenziaria. In quel momento ho avuto conferma che si trattava proprio dell'uomo che avevo notato al parco qualche ora prima perché indossava appunto i pantaloncini corti. Lo stesso piangeva ed era disperato tant'è che mi chiedeva un bicchiere d'acqua.”
02.05.2011: “Ho notato (...) la presenza di un uomo che indossava una maglietta a maniche corte ed un pantaloncino corto sopra il ginocchio, e tra me e me pensavo: come fa ad essere vestito così con questo freddo?. Lui stava vicino alle altalene con un bimbo in tenera età, non so dire se maschio o femmina. Accanto a loro c'era una donna, posso tranquillamente dire che distinguevo perfettamente la presenza di una donna, che indossava un giubbotto scuro e dei pantaloni chiari. Questa donna l'ho vista sia di spalle che di fianco. La distanza era tale da non poter distinguere il suo volto. Tutti e due tenevano l'altalena con il bimbo in mezzo e la facevano dondolare. (...) Ricordo di aver notato tali persone anche quando stavano sedute sulla panca posta vicino alle altalene. Non ricordo se prima hanno giocato con l'altalena e dopo si sono seduti, ma queste immagini le ricordo perfettamente. Lui è venuto con la sua macchina, l'avevo subito riconosciuto come l'uomo che stava al parco giochi (...) Ho avuto la conferma che si trattava dell'uomo che stava al parco giochi proprio per come era vestito. Mi sono stati esibiti i vestiti di Salvatore Parolisi e in quella occasione li riconoscevo senza dubbio anche per il fatto che erano di marca “Lotto”, simbolo che memorizzavo (...) Lui si è fermato ad una distanza di circa tre metri; effettivamente non potevo vedere i suoi pantaloni in quella circostanza, ma la maglietta sì. E' pertanto da questo particolare che ho riconosciuto quell'uomo in quello che prima stava al parco giochi, avendone maggiore conferma nei suoi successivi passaggi, quando potevo notarlo meglio”.
14.05.2011 “Diana la conosco, non potevo confondermi con lei. Io ribadisco con fermezza di aver visto una donna accanto all'uomo che stava con i pantaloncini corti al parco giochi che assieme facevano dondolare sull'altalena una bimba. (...) Io questa scena, purtroppo me la ripenso tutte le notti e non riesco più a dormire. Sono sicuro di aver visto una figura femminile accanto a quell'uomo, che oggi possiamo dire è Parolisi. Sì confermo lì c'era una donna ed era una coppia perché assieme facevano dondolare questa altalena da entrambi i lati”

Manlio Tummolo ha detto...

Il guazzabuglio dei riti è solo nebbia per ingannare meglio il cittadino, sia in veste di imputato, sia in veste di parte civile, sia infine nella veste di osservatore. Sono pure occasioni per far meno faticare i magistrati (di qui l'idea di sconti e premi al castigato).

Se ne è già lungamente discusso, ma la differenza tra rito "ordinario" e rito "immediato" non è semplicemente la mancanza di un'udienza preliminare, che comunque è sostituita dall'udienza in cui si decide il rinvìo a giudizio ad opera del GIP, ma il piccolo particolare che si dà per scontata l'esistenza di "prove" del reato, che invece nel rito ordinario si creano in dibattimento. Molto poi dipende dall'arbitrio del giudice che può decidere di ammettere, non ammettere, fare o non fare "ad libitum suum", salva poi cassazione della Corte Suprema.

Ciò che dovrebbe contare, viceversa, per tutti sarebbe l'applicazione rigorosa ed unica dell'art. 111 della Costituzione, così come modificato nel 1999. Tutti i riti speciali, che tanto piacciono ai giuristi, sono solo una grande schifezza, un ritorno a tempi nei quali ogni casta sociale aveva riti e tribunali suoi propri, occasione di traffici sottobanco, di cui le parti "profane" non capiscono (e non debbono capire) un accidente.

Stefania ha detto...

Massimo, lo sai, ti ho accennato appena in privato, quella che è la mia spina nel cuore. Mi invitasti a parlartene e non l'ho mai fatto perchè ancora oggi mi fa tanto, tanto, tanto male.

Grazie per le tue parole.

Stefania

Manlio Tummolo ha detto...

Caro Massimo,

se non vi fossero stati uomini che si sono battuti, anche con rischio personale, nel tracciare nuove vie alla metodologia giudiziaria, noi saremmo ancora alla Vergine di Norimberga, ai riti segreti nei sotterranei, all'urlo dei torturati. Ciò che fai, ciò per cui lotti, anche se non dà frutti immediati, semina per il futuro, almeno finché avremo un po' di fiducia nei veri destini dell'umanità. La Giustizia in senso assoluto non vi sarà forse mai, ma un progresso lento, faticoso, ma continuo, sia nella formulazione della legge, sia nella rigorosa applicazione di una Legge razionale e ragionevole, rispettosa dei princìpi etici, passibile di errori ma non in modo apertamente disonesto, è un percorso a cui tutti dobbiamo contribuire. Stai pur certo che il tuo lavoro non è, e non sarà vano.

Anonimo ha detto...

CHIARA

di fronte alle tue dettagliate spiegazioni alzo le mani e confesso di non aver mai ben compreso le mosse dei due legali della difesa e probabilmente di aver anche espresso giudizi inappropriati al riguardo.

In ogni caso mi ha sempre lasciato interdetto il loro comportamento poco incisivo

Grazie ancora per l'estemporanea consulenza di giurisprudenza online !


ENRICO

Mimosa ha detto...

Carissima Stefania, ti mando un caldo abbraccio "materno".
Mimosa

Stefania ha detto...

Mimosa, grazie. E lo sai .... te lo scrivo perchè lo sento nel cuore. Tu sai, almeno in parte, sai.

Stefania

Chiara ha detto...

Enrico, ma figurati è un piacere; è per dire che di strategie per portare a casa l'innocenza ce ne sono tante, compresa quella di sfruttare gli errori dell'accusa (dato che è quella tenuta alla prova e non il contrario) e tutte comunque chinano il capo di fronte alla creazione del caso mediatico; è inutile dire che i giudici devono essere refrattari a tutto ciò che sia extraprocessuale, l'aria che respirano è la stessa nostra ed è utopistico credere che non ne risentano, secondo me.

Sulla poca incisività concordo con te, non fossero mai andati in tv sarebbe stata la stessa cosa; spero che altrettanto non valga per il processo, ma francamente non so quanto muti una persona dall'aula alla tv....

Chiara ha detto...

Stefania

non conosco i tuoi grattacapi ma la tua sofferenza traspare e trova anche in me una fraterna e umana sponda.

su quanto hanno detto massimo e tummolo vorrei ribadire anch'io: i nostri discorsi servono; perchè significa che CI SIAMO, VEDIAMO E ASCOLTIAMO; che questo popolo ancora verifica, s'interroga e pretende; che le mani di chi ci vuole servo idiota sono molto più legate di quanto creda; e più si allarga il nostro numero più quei nodi si stringono. Quindi la parola d'ordine è: bando agli esiti, che non sono in nostro potere; ma il segnale di "c'è vita sul pianeta Italia" c'è e deve mantenersi forte se si spera che venga prima o poi udito.

Ciao e....sursum corda (in alto i cuori)!

Stefania ha detto...

Grazie, Chiara. Non so fingere neppure se scrivo, a quanto pare.

Stefania

Giacomo ha detto...

Penso che questo sarebbe anche il luogo di parlare del nostro sistema processuale penale.
Penso che fin quando non ci sarà tra funzione inquirente e funzione giudicante una separazione netta non ne verremo mai a capo.
Attualmente il p.m. viene percepito da tutti come un giudice e quindi le sue conclusioni vengono percepite già come una sentenza.

Buona notte a tutti

Giacomo

Pino ha detto...

@ STEFANIA
Continua ad essere forte!
Un affettuoso abbaccio, Pino

Stefania ha detto...

Pino, Smack!

Vanna ha detto...

Gino, post del 15 ottobre 2013, 21,14

Quasi subito in Italia su Due mi sembra, si vide il Ranelli che affermava che aveva visto la famigliola.
Quella testimonianza si è ripetuta per pochi giorni poi è sparita.

Vanna ha detto...

Stefania, anche da parte mia c'è una grande solidarietà.
Non abbatterti, continua a coltivare in te la Fiducia nel valore del Bene.
Prima o poi il tuo Bene vincerà.
Un abbraccio grande.

Pamba ha detto...

Enrico

Alzo anch'io le mani sulle strategie processuali dei legali, dopo essermi "rotta la testa" in passato assieme a te ed altri per cercare di giustificare la loro scarsa incisività (ad essere benevola perché profana :-)
Del resto è il collegio giudicante che si deve assumere in primis la responsabilità di una tale condanna...

Però sui legali e sulla pena vorrei sputare l'ultimo rospo.
Mi sembra fossi tu che chiedevi in merito al vilipendio.

Dovremmo attendere le motivazioni per capirne di più ma NON sembra come pensavo, cioè riduzione a 30 anni per la scomparsa di qualche aggravante.

NO, da quanto ho letto sembrerebbe (il condizionale e' d'obbligo perché sono parole di Gionni) che per il reato di vilipendio, per il quale il C.P. prevede da 2 a 6 anni, abbiano applicato una pena inferiore ai 5 anni.

Così, bilancina alla mano e rito premiale dell'abbreviato, mentre nel primo grado avevano tolto l'isolamento diurno, nel secondo grado sono arrivati dall'ergastolo ai 30 anni!!!
Altro che vittoria sbandierata da Gentile ("una pena più umana"), una debacle..

Anche dal punto di vista giudiziario, cos'è? Un vilipendio meno grave?

Ciao, Pamba

Antonello ha detto...

Gravissimo indizio grave preciso e concordante fu, quando gia' con evidenza il caporale era entrato nelle simpatie degli inquirenti che:
il 20.4 nella mattinata (quando ancora erano in corso le ricerche della moglie) Parolisi Salvatore telefonava al Cap. CC D’Ortona comunicando di aver rinvenuto a casa la ricevuta di un fax datata 12 aprile inviato dalla moglie e di cui nulla sapeva, segnalandolo come possibile elemento di interesse; dagli accertamenti successivamente svolti si verificava che l’utenza destinataria del fax era un autoscuola di Somma Vesuviana a cui Rea Carmela aveva inviato documentazione circa la propria patente; in realtà si trattava di una segnalazione consapevolmente fallace in quanto la mattina stessa del 20 e prima di avvertire i Carabinieri circa il fax in questione, egli si era collegato a internet sul proprio PC alle ore 7.24 e aveva fatto proprio una ricerca su Google sulle scuole Guida di Somma Vesuviana e di questa sua ricerca né del verosimile esito della stessa – con riscontro del numero di telefono indicato sul fax come quello della Scuola Guida – nulla aveva detto ai Carabinieri.
Ora, uno trova la ricevuta di un fax inviato dalla moglie 6 giorni prima di sparire, la trova il giorno 20 con testimoni presumo i familiari della donna che erano in casa, alle 7,24 entra in internet e compie una semplice ricerca sul numero mittente del fax stesso per poi in mattinata avvisare i CC del rinvenimento e questo sarebbe un grave indizio e di fallacita'???
E che doveva svegliare il Capitano alle 07,24 avvisandolo del rinvenimento e che lui "si era nientedimeno che permesso" di effettuare una ricerca per conto suo attraverso uno dei piu' liberi mezzi di ricerca piu' utilizzato al mondo???
E perche' mai non avrebbe potuto??? C'e' qualche legge che impedisce come parte di un fatto tragico di esperire normalissime e pubbliche, legittime, personali ricerche??? In un caso del genere gli inquirenti assumono il monopolio delle normali ricerche oltreche' legittimamente delle loro indagini???
Questo e' veramente un comportamento stranissimo e che lascia pensare, era gia' partita la caccia alla preda??? Era gia' valido il "patteggiamento abbreviatissimo"???

Mimosa ha detto...

Antonello
non c’è da stupirsi che fosse partita fin dal primo giorno la caccia alla preda … non ti ricordi che la sera stessa del 20 aprile la cara amica Imma va a deporre nella caserma di Somma Vesuviana per rivelare che Parolisi tradiva la moglie?
Mim

Antonello ha detto...

@Mimosa
peccato che il 20 sera erano tre mesi che il Parol. non vedeva l'amante, persino M.R. dopo le due telefonate non sapeva che Parol. continuava a sentire per cellulare l'amante, vien quindi da chiedersi come faceva Imma a sapere, tanto da andare a testimoniarlo, che i due si sentivano
Il perche' forse e' capibile, l'amica rinvenuta morta proprio il 20 deve averla spinta sull'onda emotiva, ma come faceva lei a sapere che non era una storia finita e quindi che i due si sentissero, si presume senza avvertirla, e' tutto un mistero anche questo.
Se n'era accorta M.R. e poteva essersi confidata con Imma, ma a distanza di mesi come fai ad andare dai CC a sostenere che i due ancora tradissero M.R.??? per quello che ne sapeva non poteva essere una storia finita da quel di'??? E se un marito tradiva tre mesi fa la moglie deve per forza averla uccisa o puo' nascondere liberamente a tutta l'Italia la sua amante??? Dove finisce la morale e dove inizia la legge??? In Tribunale c'e' il difensore del vincolo come alla Sacra Rota o togati di norma che pensano alle proprie storie??? E che attinenza aveva??? Forse che l'amante per Imma rappresentava un movente?? Si cercava un perche' forse perche' genialmente si era gia' convinti del chi???
Ma veramente in questa storia si e' visto di ogni, anche il "non frate" tradiva la moglie ed era nelle zone di scomparsa della donna nei momenti in cui scompariva eppure nessuno ha cercato in possibile perche', nessuno ha verificato piu' di tanto, nessuna amica e' andato a testimoniare contro il Pac.
Mah.

Anonimo ha detto...

Innocentissimo al 100x100 ,anche quella famiglia rea che capisco per carita' ma ogni giorno in televisione a farsi intervistare non e' una bella cosa,comunque la verita' viene sempre a galla spero un giorno che molti che hanno accusato e condannato il caporale provino una vergogna grandissima.

Anonimo ha detto...

Ecco i motivi per cui ritengo assolutamente innocente parolisi.Non e' mai stato violento con la moglie,difficile anzi impossibile che all'improvviso soprattutto con una bambina in auto in lui possa aver prevalso una simile rabbia da sferrare piu' di 30 coltellate seconda cosa che ritengo assurda pensare che in un secondo tempo parolisi abbia potuto recarsi di nuovo sul luogo dell'omicidio per infilzare una siringa e fare una svastica sulla moglie morta e defunta ... nemmeno fosse il mostro di firenze .

Anonimo ha detto...

Altra cosa impossibile parolisi che guida a 200 all0ora con bambina in auto per tornare a colle san marco e farsi vedere alle altalene.
30 coltellate con un coltellino possono essere solamente scaturite dalla mano di una donna accecata dalla gelosia unica colpa di parolisi e' che secondo me conosce benissimo questa persona ma non lo dira' mai perche' gli vuole bene e mi riservo due possibilita' sul motivo che lega salvatore all'assassina o e' una amante oppure non ci sono dubbi un..........meglio non insinuare.sono un criminologo e mi sono permesso di dire la mia

Anonimo ha detto...

givannaccia, è lei?

Anonimo ha detto...

QUANTI "CRIMINOLOGI" VANNO IN GIRO!!!

Tolindo il sensitivo ha detto...

Parolisi e' innocente

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