sabato 3 dicembre 2011

Donato Bilancia, il serial killer della Liguria, vuole una famiglia che gli dia amore... verità finzione o un furbo espediente?

Donato Bilancia
Torna a far parlare di sé Donato Bilancia, il serial killer della Liguria, e lo fa tramite una lettera consegnata al suo avvocato e spedita al Gazzettino di Padova. In questa missiva c'è tutta la sua solitudine, tutto il terrore di una vita che ormai non ha più motivo di esistere visto che i tredici ergastoli accumulati per quanto fatto in sei mesi, da fine '97 ad inizio '98, non gli permetteranno di uscire coi propri piedi dal carcere. Insomma, il Bilancia ha un destino segnato e seppure continuasse a comportarsi nel migliore dei modi non saprebbe, potesse eventualmente riuscire ad ottenere permessi premio, dove trascorrere quei giorni di finta libertà. Ed ecco che la sua mente ha avuto uno scatto, ed ecco che gli si è accesa la lampadina, potrebbe farsi adottare come nonno, non sarebbe male poter uscire ogni tanto di galera ed andare da un piccolo bimbo, magari pure disabile, a donargli quell'amore che mai ha ricevuto in vita sua. Ed ora c'è da capire se questo essere, che chiamare uomo è assolutamente improprio, si sia pentito realmente del suo comportamento o abbia inventato un'espediente per provare ad uscire dal guscio in cui è costretto. Ora parla correttamente il francese ed ha cambiato la sua fisionomia, pur rimanendo quell'aria da persona per bene che aveva sviato i suoi conoscenti e gli inquirenti, che solo per puro caso hanno scoperto fosse lui il serial killer della Liguria.

Non tutti conoscono la sua storia, che sotto certi aspetti nasce triste a causa di una famiglia particolare, ma anche concedendogli una sorta di attenuante generica per quanto patito, risulta difficile alleggerirgli il fardello di una sofferenza che forse prova, come dice lui, o forse no, come pensano molti. Tanti bambini hanno sofferto per colpa della propria madre e del proprio padre, tanti bambini hanno sofferto nell'umiliazione di non riuscire a trattenere la pipì durante la notte, ma questo non ha loro impedito di trovare una collocazione vitale che li ha portati ad essere uomini e, soprattutto, buoni padri. Donato Bilancia no, forse neppure ci ha provato, lui non ha cercato di modificare la propria natura, non ha cercato di chiudere un capitolo doloroso per aprirne uno di serenità. Lui è l'eccezione che conferma la regola in quanto da ladro si è trasformato in assassino. Riderete nel sapere che il primo arresto lo ha subito a 23 anni per un furto di panettoni, ma già dall'età scolastica aveva imparato tutte le tecniche buone per rubare, un po' meno riderete nel sapere che dopo essere tornato in libertà è stato trovato in possesso di una pistola e che due anni dopo fu arrestato per rapina ma riuscì ad evadere.

Si è detto che le cause scatenanti della sua "malattia" (quasi che uccidere persone inermi sia una malattia da curare con qualche supposta) siano tre. La prima nata a scuola quando i compagni di classe lo deridevano a causa del nome, ed infatti lui lo cambiò e tutti poi lo conobbero col nome Walter. La seconda nata a causa delle minime dimensioni del "pene" che non lo aiutarono psicologicamente a rapportarsi in maniera corretta con l'altro sesso. La terza causa fu il suicidio di suo fratello Michele che, nel 1987, si gettò sotto un treno con in braccio il figlio di quattro anni perché la moglie, che lo aveva lasciato per un altro uomo, era riuscita ad ottenerne l'affidamento. Ma sono davvero queste le cause scatenanti? E se sì, perché aspettò dieci anni prima di uccidere? E pensare che il destino aveva scelto per lui "la morte" sotto forma di incidente stradale. E' strano il destino, davvero strano, e per due volte decise di farlo vivere in modo che potesse poi uccidere. La prima volta nel '72, quando finì in una scarpata, restò in coma dieci giorni poi si riprese, la seconda nel '90, quando finì contro un palo della luce, anche in questo caso restò in coma per qualche giorno prima di riprendersi. Ed ecco che il fato cambia e stravolge quanto sembrava deciso. Il risarcimento dell'ultimo incidente è cospicuo, visto che non era lui alla guida della vettura (ancora oggi percepisce un vitalizio di circa 600 euro al mese), e contribuisce a fargli cambiare parzialmente il suo modo di essere.

In quel periodo Walter Bilancia, così si presentava agli altri, era un signore distinto che parlava diverse lingue ed aveva due grandi passioni, il lusso ed il gioco d'azzardo. Di certo non amava le donne, donne che non amavano lui e che dopo la prima sera smettevano di frequentarlo, e di certo come ogni giocatore da "Casinò" aveva alti e bassi, colpi di fortuna e sfortuna si altalenavano, ma nonostante questo quell'uomo distinto era in grado di ridere e scherzare e riusciva a trovare sempre soldi a prestito per pagarsi i suoi vizi. Almeno fino a quando per poter continuare iniziò ad uccidere. Il tutto inizia il 16 ottobre del '97. In quel periodo deve parecchi soldi ad un imprenditore, anche lui abituato a frequentare bische, e non li ha da restituire... così fa un lavoro "pulito", per liberarsi dei debiti, e Giorgio Centanaro viene trovato morto nella sua casa. Nessun accertamento da parte di nessuno, la porta non è stata forzata e quindi per le forze dell'ordine è una morte naturale (ed invece era stato soffocato). Appena otto giorni dopo Maurizio Parenti, anche lui legato al mondo delle bische, e sua moglie, erano appena tornati dalla "luna di miele", vengono ritrovati cadavere, uccisi da una calibro 38, arma che da quel momento accompagnerà ogni omicidio, nella loro casa. Nessuna traccia dell'assassino, Bilancia ha utilizzato i guanti e si è tolto le scarpe. Il duplice omicidio gli frutta sui dodici milioni di lire.

Altri tre giorni ed a Genova ci sono altri due cadaveri, Bruno Solari e Maria Luigia Pitto, ex orefici. Ma i soldi non bastano mai perché il serial killer è capace di perdere anche 50/60 milioni per notte. Quindi sedici giorni dopo vi è un altro omicidio, questa volta tocca ad un cambiavalute di Ventimiglia, Luciano Marro. Dopo averne studiato le abitudini il Bilancia lo coglie di sorpresa, si fa consegnare quarantacinque milioni poi gli spara diversi colpi alla testa. Dopo questo colpo per un paio di mesi tutto sembra tranquillizzarsi. Nonostante l'arma sia sempre la stessa nessuno fa i collegamenti e nessuno può niente contro di lui perché non lascia tracce. Ma nel '98 qualcosa cambia. Se prima uccideva per procurarsi denaro ora il bisogno di soldi si mischia alle vendette da soddisfare. E' il 25 gennaio quando in un agguato uccide Giorgio Canu. Il Canu fa il metronotte ed ha l'unica colpa di indossare una divisa. Passano un mese e mezzo. Cosa sia cambiato nella testa del Bilancia nessuno lo sa, si sa solo che inizia ad alternare gli omicidi. Infatti il 9 marzo uccide a Varazze Stela Truya, e il 18 marzo a Pietra Ligure Luydmila Zuskovauna, entrambe sono prostitute.

Il 20 marzo il Bilancia si ferma ancora a Ventimiglia e torna ad uccidere un cambiavalute, Enzo Gorni. L'escalation si fa incessante. Il 24 marzo, mentre è appartato con un viado, viene avvicinato da due metronotte che hanno sentore di aver trovato l'auto del serial killer (la Mercedes nera viaggiava sempre con lui). Scende mani in alto ma mentre uno va per chiamare la polizia distrae l'altro e gli spara, poi spara al primo e cerca di uccidere il viado che nel frattempo si è nascosto. Lo manca e quando finisce i colpi è lui ad essere attaccato dal viado; lo colpisce più volte col calcio della pistola ma lo lascia vivo, credendolo morto, e lui parlerà della Mercedes e darà indicazioni per un identikit. Ma al Bilancia non pensa nessuno, troppo disinvolto e cordiale per essere un assassino, un serial killer. E lui si sente sicuro e non cessa di sparare con la sua calibro 38.

Il 29 marzo è a Cogoleto ed uccide Evelin Tessy Edsohe, tre caricatori perché per fuggire Evelin lo morde sulla mascella, il 12 aprile cambia strategia e sale su un treno, l'intercity La Spezia-Venezia. E' in possesso della chiave dei bagni (universale) e non appena vede Elisabetta Zappetti, una infermiera, entrarvi, apre la porta e nonostante lei urli disperatamente, per evitare schizzi di sangue le copre la testa con una giacca e poi le spara, lo fa anche il 14 aprile quando torna a Pietra Ligure e scarica un caricatore nella testa di Kristina Kwalla Mema, un'altra prostituta, e pure il 18 aprile quando ancora in un treno, ancora in un bagno, spara a Maria Angela Rubino, una cameriera di 29 anni. Il 21 aprile cambia bersaglio ed uccide un benzinaio, Giuseppe Mileto, ma è al limite ormai, ed anche i telegiornali danno per imminente l'arresto del killer. Ed invece ancora nulla era imminente, anche se si disse fosse monitorato. La svolta avvenne in quei giorni quando ai carabinieri fu depositata una denuncia che all'apparenza poteva non contare nulla. La denuncia era per "appropriazione indebita". Un uomo aveva dato una Mercedes nera "in prova" ad un certo Walter Donato Bilancia e questi non l'aveva restituita.

Lo sbaglio dell'assassino. Da quel momento in poi si strinsero le fila controllando meglio il sospettato. L'identikit corrispondeva, l'auto pure, mancava solo il dna, quello del serial killer era stato trovato dal Ris in alcune scene del crimine, per fare la verifica finale. Il Bilancia fu pedinato fino a quando una mattina non lasciò due mozziconi di sigaretta nel posacenere di un bar. Da questi si isolò il dna e fu arrestato. Pochi giorni ci vollero per farlo confessare.

Ed ora, dopo questo racconto (è la pura verità), ditemi che dareste a vostro figlio un simile nonno in cambio di un aiuto economico. Lui dice d'essere cambiato, ma non sarà che invece cerca solo il modo per poter uscire dal carcere? Visto che già nel '76 era evaso, quante probabilità ci sono che una volta in strada decida di tornare dentro ad una cella di sua volontà?


Leggi gli ultimi articoli sui casi di:
Annamaria Franzoni                  Ylenia Carrisi (due giorni prima di dicembre, video)

8 commenti:

Anonimo ha detto...

MASSIMO

E' UN FURBO ESPEDIENTE!!!

Ne commenterò domani.
Ciao PINO

Anonimo ha detto...

MAI.

Tabula

Anonimo ha detto...

MASSIMO Il mio commento è breve,ma incisivo: "Il cane perde il pelo, ma non il vizio". Da noi così dice, e si aggiunge: "Chi nasce quadro non muore tondo" Ciao, PINO

lori ha detto...

incredibile..se non fosse stato per la denuncia di appropriazione indebita della mercedes, sarebbe ancora libero....

lori

Anonimo ha detto...

Spietato, lucido, narcisista, senza redenzione e pietas umana. E' vergognoso che i media gli lascino anche lo spazio per pubblicare i suoi deliri. morisse nel dimenticatoio! Giorgia

Mimosa ha detto...

Ho seguito a suo tempo il caso, ricordo bene la vicenda, per fortuna non abitavo da quelle parti altrimenti avrei avuto paura di viaggiare in treno ...

Ma con tanti ergastoli (anche fosse uno solo) come si può far uscire un pluriomicida dalla galera??
Un condannato all'ergastolo non dovrebbe avere premi per "buona condotta"!
Dove sono gli psichiatri e gli psicologi?
Dov'è il "profilo" psicologico/pschiatrico/psicanalitico??? In che mani siamo?

E poi tengono in galera da oltre un anno gente "in attesa di giudizio" ... quando appunto non è ancora accertato che siano colpevoli ... e mandano in giro colpevoli accertati??
In che mondo stiamo vivendo? Dov'è la "certezza della pena" e l'espiazione della giusta condanna?

Mimosa

Anonimo ha detto...

Grande Bilancia !!!

serge ha detto...


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