Ma altre cose di questa indagine stupiscono e straniscono. E straniscono perché dimostrano l'unidirezionalità investigativa che non verificando tutto e tutti si presta a critiche, le stesse ricevute dalle stesse procure (Ascoli e Teramo) in casi ancora irrisolti. In ogni modo, sia la si guardi dall'una o dall'altra parte, siamo arrivati al dunque. Da adesso in poi, visto che ad ogni arresto tutti credono di aver trovato il colpevole (non solo gli inquirenti ma anche alcuni giudici, la famiglia della vittima, i media e la maggioranza dell'opinione pubblica), ogni mossa sarà preparata in maniera maniacale perché l'omicidio della bella Melania Rea non è più un caso da vagliare per capire chi è l'assassino. Ora è diventato una partita a poker che potrebbe vincere chi, sguardo e movimenti da coccodrillo, riuscirà a non battere ciglio ed a tenere il corpo immobile e lo sguardo fisso. Dopo la mano di carte distribuite dall'Accusa, e come abbiamo visto forse un poco ha pure barato, è toccato alla Difesa parlare, Difesa che non solo si è dichiarata "servita", non cambiando versione e non dando nuovi spunti investigativi alla procura, ma ha addirittura rilanciato alzando "la posta" in gioco e mostrando a tutti quali carte ha lasciato nel mazzo l'avversario.
Ora la "faccenda" si complica non poco dato il modo usato dagli inquirenti per accaparrarsi la sola "notizia utile alla causa colpevolista". Non si fa così, dicono i legali del Parolisi, non è questa la maniera da usarsi per scoprire una verità, non si possono tenere in diversa considerazione gli interrogatori quasi ci fossero due pesi e due misure, non si possono ignorare, come fatto, vari passaggi testimoniali usando (e dando in pasto ai media) solo quelli che fanno più comodo. Non si possono far passare quali certezze ciò che certezze non sono. E parlando di certezze ci hanno spiegato, ad esempio, che le foto date per scattate fra le 15.13 e le 15.22, compresa quella in cui sullo sfondo si nota un'auto (rossa o nera ha poca importanza al momento), sono state scaricate da un computer e da facebook in quanto il software che le conteneva nel frattempo si è danneggiato (che sfiga!). Quindi "l'originale" di cui tanto si è parlato, ma solo dopo tre giorni dalla divulgazione dell'ingrandimento che mostrava l'auto (tre giorni in cui chi coordinava le indagini non sapeva cosa dire e se l'avesse saputo sarebbero bastate meno di tre ore per smentire), non esiste e nessuno si è mai attivato per cercare di recuperarlo (eppure credevamo esistesse).
Ci hanno spiegato che l'orario impresso non viene da una perizia ma dalla testimonianza di chi ha scattato la foto ed ora ha l'Ipod danneggiato perché tenuto in tasca mentre dormiva. E mancando una perizia, per quanto sia encomiabile la ricostruzione e la memoria del ragazzo che di più non poteva di certo fare, è ben difficile accettare una verità che risulta carente di riscontri peritali e parziale. Anch'io, come altri credo, ho in memoria le stesse impostazioni di orario (aggiornamento automatico) ma a volte, otto su dieci quando l'apparecchio si spegne (e sempre perché lo tengo in tasca), alla riaccensione non si aggiorna affatto e riparte dalle 09.00 di mattina. Per cui, anche se non si può parlare di malafede, non è poi così sicuro ciò che le procure e i Gip ci hanno dato per sicuro. Altre stranezze sono state aggiunte dagli interrogatori dei testimoni presenti al pianoro, che i legali del caporalmaggiore hanno in parte inserito nella richiesta di scarcerazione, interrogatori che mai ed in nessun caso danno la certezza di una verità sacrosanta (anche se le testimonianze sono tante e si può avere la presunzione di credere che davvero il militare non fosse lì).
Si va da un: "Non ho fatto caso se ci fosse qualcuno al parco giochi" a un: "Non prestavo particolare attenzione...". Da un: "Stavo a lavorare ed ero attento al lavoro perché usavo attrezzi pericolosi" a un: "Io non ci ho fatto caso, stavo guardando l'altro campo dove giocavano a pallone". Da un: "Ho notato che c'era qualche persona alle altalene, ma non so se erano maschi, femmine, giovani o vecchi" a un: "Non mi sembra di aver visto qualcuno alle altalene". Da un "Ricordo che non c'era nessuno... ma non ne sono sicuro" a un: "Ricordo che c'era una persona che spingeva una bambina sulle altalene". Da un: "Non ho notato la presenza di nessuno alle altalene... ma non escludo che qualcuno ci possa essere stato" a un: "Se si è fermato qualcuno vicino alle altalene... sinceramente non lo so".
Ora la "faccenda" si complica non poco dato il modo usato dagli inquirenti per accaparrarsi la sola "notizia utile alla causa colpevolista". Non si fa così, dicono i legali del Parolisi, non è questa la maniera da usarsi per scoprire una verità, non si possono tenere in diversa considerazione gli interrogatori quasi ci fossero due pesi e due misure, non si possono ignorare, come fatto, vari passaggi testimoniali usando (e dando in pasto ai media) solo quelli che fanno più comodo. Non si possono far passare quali certezze ciò che certezze non sono. E parlando di certezze ci hanno spiegato, ad esempio, che le foto date per scattate fra le 15.13 e le 15.22, compresa quella in cui sullo sfondo si nota un'auto (rossa o nera ha poca importanza al momento), sono state scaricate da un computer e da facebook in quanto il software che le conteneva nel frattempo si è danneggiato (che sfiga!). Quindi "l'originale" di cui tanto si è parlato, ma solo dopo tre giorni dalla divulgazione dell'ingrandimento che mostrava l'auto (tre giorni in cui chi coordinava le indagini non sapeva cosa dire e se l'avesse saputo sarebbero bastate meno di tre ore per smentire), non esiste e nessuno si è mai attivato per cercare di recuperarlo (eppure credevamo esistesse).
Ci hanno spiegato che l'orario impresso non viene da una perizia ma dalla testimonianza di chi ha scattato la foto ed ora ha l'Ipod danneggiato perché tenuto in tasca mentre dormiva. E mancando una perizia, per quanto sia encomiabile la ricostruzione e la memoria del ragazzo che di più non poteva di certo fare, è ben difficile accettare una verità che risulta carente di riscontri peritali e parziale. Anch'io, come altri credo, ho in memoria le stesse impostazioni di orario (aggiornamento automatico) ma a volte, otto su dieci quando l'apparecchio si spegne (e sempre perché lo tengo in tasca), alla riaccensione non si aggiorna affatto e riparte dalle 09.00 di mattina. Per cui, anche se non si può parlare di malafede, non è poi così sicuro ciò che le procure e i Gip ci hanno dato per sicuro. Altre stranezze sono state aggiunte dagli interrogatori dei testimoni presenti al pianoro, che i legali del caporalmaggiore hanno in parte inserito nella richiesta di scarcerazione, interrogatori che mai ed in nessun caso danno la certezza di una verità sacrosanta (anche se le testimonianze sono tante e si può avere la presunzione di credere che davvero il militare non fosse lì).
Si va da un: "Non ho fatto caso se ci fosse qualcuno al parco giochi" a un: "Non prestavo particolare attenzione...". Da un: "Stavo a lavorare ed ero attento al lavoro perché usavo attrezzi pericolosi" a un: "Io non ci ho fatto caso, stavo guardando l'altro campo dove giocavano a pallone". Da un: "Ho notato che c'era qualche persona alle altalene, ma non so se erano maschi, femmine, giovani o vecchi" a un: "Non mi sembra di aver visto qualcuno alle altalene". Da un "Ricordo che non c'era nessuno... ma non ne sono sicuro" a un: "Ricordo che c'era una persona che spingeva una bambina sulle altalene". Da un: "Non ho notato la presenza di nessuno alle altalene... ma non escludo che qualcuno ci possa essere stato" a un: "Se si è fermato qualcuno vicino alle altalene... sinceramente non lo so".
Ora ci sarebbe da stabilire se i suddetti testimoni, presi ad uno ad uno, potrebbero avere una qual valenza in tribunale, visti i "non ricordo" e la poca "sicurezza", o se con poco li si potrebbe far cadere in contraddizione e far loro dire ciò che in fondo hanno già detto, che non possono escludere la presenza del militare e della figlia. Certo è che nessuno ha dichiarato di aver visto il Parolisi o la moglie alle altalene... ma certo è che nessuno ha categoricamente escluso vi potessero essere. Ed il tempo trascorso prima degli interrogatori, ribadiscono i legali, non ha giovato alla causa della verità in quanto le persone coinvolte nei giorni avranno parlato più volte fra loro, anche in base a quanto usciva dai vari programmi televisivi, e si saranno formate una convinzione non propriamente autonoma ma di gruppo (e qui hanno parlato di testimonianze identiche nelle frasi). Inoltre risulta ambiguo il fatto che il non vedere, o il credere di non aver visto, il Parolisi al pianoro sia sinonimo di una sua "certa assenza", di una "perfetta memoria testimoniale" di chi si stava divertendo e passando una giornata di svago, mentre il non vederlo sulla strada di Ripe, prima e dopo l'omicidio, sia sinonimo di una sua "certa presenza" sul luogo del delitto e di un "difetto di memoria testimoniale" da parte di chi era preposto ad essere attento a chi gli passava di fronte.
Se un'indagine segue dei canoni ogni testimone deve rientrare in questi e non essere ammesso o escluso a seconda della sua validità colpevolista. E qui entra in scena Alfredo Ranelli che, pur se nel tempo poi tartassato dai vari mezzi di informazione, che ne possono aver deviato il pensiero, nell'immediatezza ha dato una testimonianza scevra da qualsiasi pressione psicologica e quindi genuina. Eppure, continuano i legali, la sua per gli inquirenti è risultata quella deviata dai media mentre le altre, anche quelle portate ad un mese o più dal fatto, sono state esposte sulla teca con la dicitura "testimonianza doc". Insomma, per finire, i legali del Parolisi si pongono le domande che io nei mesi, pur non avendo in mano alcuna carta veritiera (ma nessuno di noi l'aveva), viste le differenze balzate all'occhio in questi giorni si può dire, mi sono posto. Le indagini sono davvero state buone indagini? Hanno coperto realmente i 360° sempre dichiarati ma mai esaustivamente dimostrati? Perché le stranezze sono un'infinità e non riguardano solo i temi sopra trattati.
Si pensi agli orari della videocamera di sorveglianza spostati in avanti dagli inquirenti che la Difesa si dice in grado di dimostrare essere giusti. Si pensi ad altre foto con l'orario impresso che in realtà è sbagliato. Si pensi al movente che in questo momento non si sa quale sia. Si pensi ad alcune testimonianze che ai Pm sono parse "oro colato" da regalare alla causa mentre altre dagli stessi sono state bollate quali "inutilizzabili" perché prive del carisma necessario. Eppure si dovrebbe ragionare in maniera identica ed usare tutti gli interrogatori per arrivare alla verità. Quindi, in base a questo semplice e logico ragionamento, se si ritiene che l'assassinio sia avvenuto a cavallo o prima delle 15.00 occorre rivalutare quanto affermato dalle "vedette" e stabilire che l'omicida può essere arrivato al chiosco solo con una Stilo Fiat o con un fuoristrada grigio chiaro, le uniche auto passate in quell'orario di fronte ai militari di Chieti presenti nelle vicinanze del luogo del delitto. Oppure ragionare in altri termini, ricontrollare i 200 o 140 cl di liquido multicolore e cercare di stabilire un'ora diversa della morte.
Ci troviamo di fronte ad un enigma che pare inestricabile... ma davvero lo è? Siamo certi che non basti cambiare due carte per trovarsi in mano una "scala reale"?
Leggi gli ultimi articoli sui casi di:
237 commenti:
«Meno recenti ‹Vecchi 201 – 237 di 237Dal mio punto di vista credo che ci fosse un giro strano tra alcuni componenti della caserma, che Melania fosse un semplice corriere e che dovesse ricevere o CONSEGNARE un pacco, magari contenuto nella famosa valigia vuota, e che si recò ad un appuntamento così come d'abitubine faceva, ma qualcosa andò storto.
ma chi lo ha scritto?
lori
lori
Dal mio punto di vista credo che ci fosse un giro strano tra alcuni componenti della caserma, che Melania fosse un semplice corriere e che dovesse ricevere o CONSEGNARE un pacco, magari contenuto nella famosa valigia vuota, e che si recò ad un appuntamento così come d'abitubine faceva, ma qualcosa andò storto.
lo hai scritto tu o no?
lori
Per Lori
Sono d'accordo con te Lori, lo stavo scrivendo io.
A mio avviso siamo liberi di fare qualsiasi ipotesi, frutto delle nostre deduzioni, ma dobbiamo cercare di non superare certi limiti.
Alcuni di questi ognuno di noi li posiziona dove crede, e posso capire, ma il rispetto, e in questo caso il rispetto verso una donna che è stata violentemente uccisa, è per tutti invalicabile e non posizionabile a proprio piacimento.
Ciao Lori, buon pomeriggio
Sira
Ciao Sira, buon pomeriggio anche a te
lori
LORI
Questa infamante e calunniosa ipotesi non suffragata dal più pallido indizio è contenuta nei 2 post a firma :
@_@ tatz
Sarebbe buona cosa che l'autore eliminasse i post che contengono simili assurde e diffamanti affermazioni
W.
Ps avevo già stigmatizzato il contenuto del post con il commento delle 15:21 immediatamente seguente il tuo ma avevo dimenticato di firmare
si ho visto W
ciao e buon pomeriggio anche a te
lori
@lori e anonimo:
scusate, ma è una mia ipotesi, del tutto personale, per rimettere a posto tutti i tasselli del puzzle.
Se si vuole poter speculare liberamente, per poter seguire un ragionamento, se volete del tutto soggettivo e opinabile, non debbono esserci zone "franche" o intoccabili.
Non sono stata nè volgare nè offensiva verso nessuno in questa mia ricostruzione, ma possibilista.
SE e dico SE si vuole venire a capo di un enigma irrisolvibile, ogni strada va tentata.
Melania, rimane una persona meravigliosa a prescindere, se persona meravigliosa era in vita.
Tutti noi, e dico proprio tutti, abbiamo grandi e piccoli scheletri nell'armadio, che andando a scavare offenderebbero la nostra integerrima immagine post mortem.
Io non intendo gettare fango su di lei in quanto lei, intendo seguire un ragionamento aprioristico e LIBERO, e verificare che la mia ipotesi possa funzionare.
..non dimentichiamo che QUALCUNO ha cancellato i suoi messaggi telefonici più recenti, non dimentichiamo che è stata uccisa.
Altrimenti accontentiamoci del presunto colpevole agli arresti e tutti zitti.
Perchè finchè si continuerà a seguire queste indagini col paraocchi, finchè l'Arma dovrà essere santificata, i militari dovranno essere santificati, la stessa povera Melania dovrà essere santificata e si perderà del tempo a farsi domande idiote del genere "perchè una mamma integerrima non si è portata la borsa?" e la risposta sarà "perchè sicuramente quello sporco vigliacco traditore del marito ovvero assassino l'ha riportata a casa"
Nelle nostre case, salvo casi eccezionali, non ci sono diavoli completi o santi completi.
Io, qui e in genere nella mia vita, parto da questo principio: mi fido di tutti e non mi fido di nessuno, e viceversa.
santi incoronati in terra, purtroppo, non ne ho ancora incontrati. Questo non esclude certo che Melania lo fosse, ed io stessa personalmente credo che sicuramente lo era sotto molti, moltissimi punti di vista.
Però, o si libera la mente dai pregiudizi negativi ma anche da quelli santificanti sulle persone, oppure il ragionamento ha forti probabilità di uscirne viziato.
cordialità
@_@ tatz
tazt
Io una mamma, una casalinga che fa il ricamo, che va in chiesa tutte le domeniche, che ha un'ottima reputazione, perchè di strano sul suo conto non è uscito mai niente di niente, e che proviene da una famiglia di alta moralità, dignità e che sprizza onestà da tutti i pori ... non ce la vedo proprio in quel ruolo. Neanche se la vedessi con gli occhi miei.
rita
@lori:
"Dal mio punto di vista credo che ci fosse un giro strano tra alcuni componenti della caserma, che Melania fosse un semplice corriere e che dovesse ricevere o CONSEGNARE un pacco, magari contenuto nella famosa valigia vuota, e che si recò ad un appuntamento così come d'abitubine faceva, ma qualcosa andò storto.
lo hai scritto tu o no?
lori "
sì, l'ho scritto io lori, e me ne prendo piena responsabilità: difatti ho specificato chiaramente DAL MIO PUNTO DI VISTA. Ovvero dal punto prospettico in cui mi sono collocata per analizzare la situazione, un punto di vista se vuoi freddo e privo di sentimentalismi, ma pur sempre una maniera di interpretare i fatti.
@Sira
"Sono d'accordo con te Lori, lo stavo scrivendo io.
A mio avviso siamo liberi di fare qualsiasi ipotesi, frutto delle nostre deduzioni, ma dobbiamo cercare di non superare certi limiti.
Alcuni di questi ognuno di noi li posiziona dove crede, e posso capire, ma il rispetto, e in questo caso il rispetto verso una donna che è stata violentemente uccisa, è per tutti invalicabile e non posizionabile a proprio piacimento.
Ciao Lori, buon pomeriggio"
Cara Sira, probabilmente hai ragione anche tu: ho mancato di rispetto alla memoria di una donna uccisa, e se questo ha offeso la vostra sensibilità e coscienza, ve ne chiedo scusa.
Il mio intento difatti NON era certo quello di infangare, ma di risolvere un rompicapo smontando e rimontando i pezzi per capire come e SE potessero combaciare.
E per potere fare questo, mi sono avvalsa di tutto quel poco di razionalità che possiedo, e di voluta freddezza.
Ovvero i miei sentimenti personali nei confronti di Melania e della sua vicenda, non c'entrano.
Ovvio che quando si vogliono abbattere tutte le assunzioni di verità date per certe, si pestano sempre i piedi a qualcuno.
Comunque sia, se anche a Massimo dessero fastidio le mie considerazioni, vedrò di non offendermi se dovesse cancellarle, e di non intervenire ulteriormente su questo blog.
Ma sicuramente non vi prometterò di astenermi dal leggerlo.
Ri-cordialità
@_@ tatz
Riallacciandomi poi alle considerazioni che facevo ieri ...
allora secondo SP vanno al Pianoro, lei va in bagno ... ma se alle 16 avevano un appuntamento e sicuramente sarebbero dovuti ripassare a casa per cambiarsi, a che ora avevano preventivato di ripartire dal Pianoro? Se una ventina di minuti occorrono per andare, un'altra ventina per ritornare a casa, non so quanto da casa loro per arrivare dalla mamma di Sonia, il tempo di cambiarsi ... a dir poco a stare stretti al massimo alle 15 sarebbero dovuti ripartire dal Pianoro.
E lui si comincia a preoccupare alle 15.30 che la moglie non torna???
Qui non tornano invece i conti. Non ha senso. Quell'uscita al Pianoro non aveva senso. Era più il tempo per andare e tornare che il tempo che avrebbero potuto trascorre lì. A che pro? A prendere aria? Era tutto il giorno che giravano. Quelle due ore, per logica, sarebbero dovute servire per riposare, dopo una mattinata convulsa e con il programma dell'uscita pomeridiana.
Sonia,nell'intervista, dice che erano usciti, perchè tanto Melania le faccende domestiche le sbrigava la mattina e non avendo nulla da fare (???), perchè erano tornati presto (??!!??) poco prima dell'una ... hanno deciso di uscire. Ma quella mattina, Melania non era stata in casa, pertanto, quasi sicuramente, non aveva potuto fare le faccende, e per di più aveva anche da sistemare la casa, i panni, poichè il giorno dopo sarebbero dovuti partire. Si sa che quando si deve partire si hanno mille cose da sbrigare all'ultimo minuto. Infatti, la mattina erano stati in due diversi supermercati a comprare le ultime cose. Poi bisogna assemblare il tutto ... preparare le valige. E che fanno loro con due ore libere? Vanno a fare jogging!!! Bah !
E anche di fretta perchè tra andare e tornare e ripulirsi un'ora partiva così??? Il gioco, secondo me, non valeva la candela.
Certo che, se lo scopo del viaggio al Pianoro fosse stato diverso, beh, tutto allora avrebbe senso. "Dovevano" andare a San Marco per fare xxxxx.... O doveva lui vedere qualcuno, o voleva lei fare qualcosa, o entrambi, va a sapere.
Ecco perchè non porta la borsa. Dovevano fare un "salto" al Pianoro. Ma per incontrare chi? Per prendere che?
Il depistaggio inizia già da qua.
@_@ tatz
scusami ma le tue sono considerazioni senza capo né coda esattamente come la strampalata ipotesi che ti sei pregiata di proporre all'attenzione .
Se poi invece ci vogliamo “divertire” ad ipotizzare QUALUNQUE scenario e non mettere limiti alle congetture, perché non immaginare anche ingerenze della CIA, del Mossad, della Sacra Corona Unita,delle Narcomafie
ed altre amenità del genere ?
Attendiamo fiduciosi un tuo prossimo post con queste ulteriori e più colorite varianti che mi permetto di averti suggerito...
W.
@rita:
cara Rita, le tue giustissime considerazioni sono esattamente le premesse dalle quali son partita io per la mia, strampalata e per certuni offensiva che sia, ipotesi.
@W: ti lascio volentieri il copyright delle tue fantasie, non vorrei mai approfittarmi delle tue sinapsi.
cordialità
@_@ tatz
Insomma è inutile che ci giriamo tanto intorno.
Melania è stata uccisa perché aveva scoperto qualcosa di grave e aveva minacciato – sottovalutando il pericolo di tale avvertimento - di rivelarlo a chi di dovere.
Qualcuno le ha dato l’appuntamento al Pianoro per chiarire la situazione ma gli avvenimenti hanno preso una tragica piega
Strano che l'unica vera testimonianza a caldo, quella del gestore del chiosco, sig. Ranelli , che ricordava la presenza della famiglia alle altalene non sia per nulla presa in seria considerazione. e ultimanente il Ranelli ha ribadito questa versione.
Condivido. Non si può accusare le persone senza prove, specie le persone morte che non possono difendersi.
Inoltre Melania è stata descritta da tutti come una persona limpida e trasparente, una donna semplice.
In più la frase " devo dirti una cosa molto brutta" fa capire chiaramente che Melania aveva scoperto da poco qualcosa di molto brutto e definendolo "molto brutto" ne dava un giudizio molto negativo quindi non poteva essere complice. Semmai è molto possibile che l'abbiano uccisa per farla tacere. Forse nei pedinamenti fatti al marito Melania aveva fatto delle foto col cellulare e voleva mostrarle a qualcuno?
Vi è dunque uno spazio temporale tra la partenza della coppia Parolisi/Rea da Folignano tra le 14.00 e le 14.20 (più attendibilmente 14.10-14-15) fino al primo momento in cui il solo Salvatore Parolisi viene visto a S. Marco – tra le 15.23 e le 15.40 -- durante il quale non si sa dove siano stati i due e cosa abbiano fatto; ed è proprio in tale spazio temporale che è avvenuto l’omicidio: si consideri infatti che già dalle ore 14.53 Carmela Rea non risponde più al telefono e che la morte secondo i dati anatomo-patologici è avvenuta proprio tra le ore 13,30 e le ore 15,30; entro le due ore dalla consumazione dell’ultimo pasto) si tenga anche conto che tra le 14.53 e le 16.28 vi sono state 12 tentativi di chiamata al telefono di Carmela Rea tutti senza risposta (due provenienti da Sonia Viviani – dieci provenienti dal marito; oltre agli sms- cfr. nota riepilogativa - paragrafo “ Le risultanze degli accertamenti ed esperimenti tecnici” in particolare pg. 162-165 e i riferimenti ivi indicati e la Relazione Tecnica di cui all’allegato 79 con tutta la documentazione).
- Tratto da Ordinanza GIP Ascoli 19/07/2011 -
Notate nulla di strano?
Io no Rita dato che ho già scritto non vi furono chiamate da parte dell'amica dopo le sedici.
Approfitto per dire che mi dissocio e non credo a quanto ha supposto @_@ tatz e non so se altri, ancora non ho molto tempo e per questo mi è difficile leggere tutti i commenti, ed anche per far sapere che la roulotte di cui s'è parlato pare sia stata controllata approfonditamente dai carabinieri, che non vi hanno trovato nulla di strano, e che non è alla fine del sentiero preso dal cane un paio di volte, che invece si insinua nella boscaglia, ma successiva al monumento, in uno spiazzo in cui ne erano altre.
Questo ho saputo e questo volevo dire. Ciao, Massimo
Massimo, se proprio vogliamo essere pignoli, dopo le 15...
Scusami Rita, lo davo per scontato ma forse non lo era. Ciao, Massimo
RITA
è giusto quello che ha scritto Massimo.
La cosa strana infatti è che Sonia NON abbia più cercato Melania NEMMENO dopo le 16 quando, ammettendo pure che ancora non sapesse della sua scomparsa ( e se lo avesse saputo avrebbe dovuto provare anche lei a chiamarla al cellulare...) avrebbe dovuto cercarla COMUNQUE se non altro perhè era in ritardo alla festa a casa della madre fissata appunto per le 16
W.
A me pare assai strano che se Melania fosse stata a conoscenza di "qualcosa di brutto" o di qualunque altra faccenda poco limpida riguardante la caserma, non si fosse confidata con il papà e il fratello, militari anche loro, anche solo per farsi dare un consiglio su come agire, con chi parlare, a chi denunciare la cosa.
Melania "non teneva per sé niente" è stato sempre sostenuto e dalle deposizioni si è capito che pure la storia di Ludovica era nota nella cerchia familiare di entrambi i coniugi.
A meno che il "segreto" non riguardasse una qualche implicazione del marito e che entrambi fossero stati minacciati di ritorsioni per cui bisognava assolutamente tacere.
Mimosa
a W.
E certo che è così ... era quello che volevo sottolineare io. Lo strano è che non ha chiamato dopo le 16, ora dell'appuntamento.
A meno che, e questo non lo sappiamo, abbia chiamato sul cell di SP. Ma mi sembra strano.
Mi riguardo spesso l'intervista fatta a "Chi l'ha visto", ci fosse una cosa in tutte le dichiarazioni di Sonia che corrisponde alla realtà dei fatti.
Lei ha fatto un quadro della situazione completamente opposto alla realtà. Quasi quasi mi sembra una forzatura. Inoltre afferma, che dopo quelle 2 chiamate, ne ha fatte tante altre... ma a che ora?
Per non parlare poi di quel paio di lapsus significativi e, non da ultimo, dell'espressione/smorfia di completo disappunto di SP alle parole della stessa riguardo gli sms.
Perchè?
X MASSIMO
Vorrei che tu gentilmente vagliassi le conclusioni ipotetiche, alle queali sono giunto, senza alcun preconcetto di sorte, e me ne dessi un parere altrettanto sereno, che, come sai, apprezzerei molto:
1) L'UNIDIREZIONALITA' delle indagini potrebbe avere una regia?
2) Perchè non è stata tenuta SERIAMENTE in considerazione la versione alternativa, del movente "buttata lì" timidamente, nella sua ordinanza, dal Gip Cirillo?
3) Potrebbe apparire strana, a chi guarda dall'esterno, la rimozione dello stesso Gip, subito dopo aver trasmesso il suo documento, dalle sue funzioni, per essere demandato ad altre.
4) Intanto sembrerebbe inconsueto che i verbali dei colloqui fra le amiche di Melania, Imma e Valentina, ed i PM teramani, siamo stati trasmessi, da questi ultimi, alla Procura militare di Roma.
5) I difensori di Parolisi hanno impostato la loro difesa SOLO contestando alcuni referti scientifici, per ottenere, almeno per il momento, la scarcerazione del loro assistito, ma il TASTO del secondo, eventuale movente, non l'hanno neanche sfiorato. Perchè?
6) LA CONDOTTA di Parolisi:
a)Non ha cambiato la versione delle sue numerose dichiarazioni, neanche di una virgola.
b) Non ha fermato la "volante dei carabinieri che nel momento della scomparsa, passava dal colle.
c) Non ha voluto telefonare di persona ai carabinieri, e lo ha fatto fare alla gerente del bar
d) Non ha partecipato alle ricerche della moglie, rifuggiandosi in caserma.
NON TI PARE CHE quest'atteggiamento sia proprio di una persona che vuole dimostrare (A CHI?) di NON AVER FATTO NULLA?
Parolisi ha paura di quelle "cose più grandi di lui", di fronte alle quali vuol dimostrarsi fedele.
FORSE lo sanno pure i suoi legali, e tanti altri.
Quello che non ho scritto quì, per completare il quadro,lo puoi trovare negli altri miei post prcedenti.
Cordialità Mercutio
X MASSIMO
Sembra che ci sia un BINARIO che non si possa percorrere.
Che nessuno voglia essere il primo a rompere la sbarra che lo vieta.
Eppure, tutto lo indica, con parafrasi, allusioni, intercettazioni telefoniche, ed anche frasi come: "me l'hanno presa" oppure "non l'ha saputa proteggere", "mi dispiace che ci ha rimesso Melania", e tante altre allusioni, chiare e meno chiare.
Parolisi ha una tremenda paura e, pur non essendo, ipoteticamente l'assassino della moglie, non può rivelarne i retroscena. anzi, cerca di dimostrare, in ogni maniera (quello della sua condotta, che ho citato nel post precedente) di dimostrare che nulla trapelera dalle sue parole dei suoi atteggiamenti.
A questo punto, ha voluto dimostrare anche di accettare lunghi anni di galera, ma non CANTERA'.
Suppongo che i suoi legali (solo supposizione, sia chiaro) sappiano, od intuito la situazione vera di tutta la faccenda, ed hanno basato la sua difesa su un piano più generale, che non tocchi, però, il tabù.
Ciao Mercutio
Lo scrivo una ennesima volta. In questo blog non si accettano attacchi alle persone ma solo, ed in maniera educata, alle idee ed agli altrui convincimenti.
Per questioni diverse si usino altri siti.
Massimo
Ciao Mercutio e scusami ma sono tornato da poco.
Mi poni delle domande che contengono all'interno dei sottintesi, sottintesi che ben si concordano con la tua tesi, ma la mia non è concordante con la tua e con la maggioranza dei commentatori e, per come la vedo, credo si stia sollevando un polverone solo ad uso e consumo dei media (ed infatti negli atti non figura nulla di quanto si insinua sulla caserma) perché, sempre a parer mio, la soluzione più semplice è sempre la migliore. In ogni caso ti rispondo per come la vedo.
1) Per quanto attiene l'unidirezionalità è un fatto comune che non necessita di regia, ogni procura segue il filone che s'è scelta di seguire abbandonando gli altri. A volte ci prendono a volte no (e se si crede sia così sono criticabili).
2) Quella pista è ancora in essere, anche se non trova sbocchi dalle indagini, ne parlano anche i giudici de L'Aquila.
3)Forse era già stata decisa e si aspettava solo la data di scadenza mandato per comunicarla.
4) Non so se hanno inviato anche quelli delle amiche ma credo sia normale che se hanno parlato di quanto sapevano accadesse in caserma, o anche solo di quanto immaginavano accadesse, i loro interrogatori dovessero essere mandati alla procura militare. Lo avrebbero fatto anche se non ci fosse stata un'inchiesta in corso da parte delle Forze Armate.
5) Non erano in un tribunale d'assise o d'appello, non dovevano provare in quel luogo l'estraneità con nuove ricostruzioni ma solo confutare quanto scritto dal Gip e fatto dai carabinieri. Lo sbaglio è stato, a mio modo di vedere, l'aprire troppi capitoli e non soffermarsi molto più dettagliatamente solo su alcuni.
6) Forse un'altra versione non c'è e dice la verità. L'auto, a detta delle persone che erano con lui, potrebbe non averla vista. Inoltre chi ci dice che se l'avesse fermata, visto che non era passato molto dal momento di inizio ricerche, oggi non staremmo a dire "se la fermata così presto vuol dire che sapeva della morte di Melania?". Non ha voluto telefonare ma dopo quindici secondi aveva il telefono in mano ed ha parlato coi carabinieri per otto minuti, quindi alla fine ha telefonato. La cosa strana è quella delle ricerche dove s'è dimostrato, aldilà di facebook e di altre cose da nascondere che in mezza giornata aveva sistemato, un uomo piccolo piccolo.
Che sia un uomo che in quel momento aveva paura delle cose più grandi di lui non c'è dubbio, tutto sta nel posizionare l'asticella su quali siano le cose più grandi che lo intimoriscono. Devono per forza di cose essere enormi o basta un piccolo elefantino per intimorirlo?
Per quanto riguarda il binario c'è da considerare che se anziché lavorare in una caserma avesse fatto l'autista di autobus ora cercheremmo le risposte all'ATAC perché le allusioni ci avrebbero portato lì. Il 99 % di quanto risulta sui tabulati è formato da gossip e ripetizioni dello stesso concetto, lo 0,1 che rimane lo stiamo trasformando, noi con la nostra mente, in un mostro a più code perché non risulta altro che sui giornali e non sugli atti.
Quando un giudice ci darà conto di quanto capitava in caserma, se capitavano cose fuori della normalità (e qualche striscia di coca o ero, qualche spinello, qualche storia erotico-sessuale è oggi all'interno della normalità di ogni qualsiasi grande azienda mondiale) potremmo alzare il tiro e sparare. Ma fino ad allora ogni nostra supposizione su certi giri, seppur spiegabile e plausibile, resta una cartuccia "a salve".
Massimo
Buongiorno,
Non c’è bisogno di andare ad immaginare chissà quale intrigo internazionale
.
Parolisi sarebbe in un grosso guaio anche se fosse coinvolto soltanto in un giro di “ allegri festini da caserma “ ma ai quali potrebbero aver partecipato “alcune persone” la cui privacy deve essere garantita a tutti i costi
D’altronde se le volontarie del "Rav Piceno" sono state trasferite in altre caserme e se nel fascicolo del procuratore militare di Roma, Marco De Paolis, è ipotizzato il reato previsto dall’articolo 146 del codice penale militare di pace, ovvero “minaccia a un inferiore per costringerlo a fare un atto contrario ai propri doveri” mi sembra legittimo supporre che nella suddetta caserma venivano praticate anche un genere di “esercitazioni” non esattamente militari.
Come è facilmente intuibile, se episodi del genere venissero in qualche modo collegati all’assassinio della moglie del caporalmaggiore, l’ambiente militare sarebbe al centro di pesantissimi attacchi
Eventualità, questa, da evitare e che costituisce un motivo più che sufficiente a spiegare L'UNIDIREZIONALITA' delle indagini di cui parla MERCUTIO (con la cui tesi continuo ad essere in totale sintonia)
Le indagini sul caso Rea procedono quindi su un DOPPIO BINARIO : quello del delitto “a scopo passionale”, secondo i PM compiuto dal Parolisi, e quello del reato di “molestie in caserma” - che deve risultare NON AVER NIENTE IN COMUNE con l’omicidio di Melania - e di cui qualcuno forse, si spera, vedremo… un domani risponderà.
Questo è il mio punto di vista, pronto ad essere modificato qualora emergessero altre interpretazioni diverse e convincenti
un saluto a tutti
ENRICO
Ammettiamo che MR. sia venuta a conoscenza dei frizzi e lazzi a mazzi che si svolgevano all'interno della caserma. Una domanda sorge spontanea : da CHI ? E per quale scopo ?
Non risultano frequentazioni della stessa MR. con personale militare all'infuori del marito.
La dichiarazione della stessa MR. " di qualcosa di brutto" e' , a mio modo di vedere, personale : avere scoperto che la relazione con LP era ancora in essere oppure altre storielle che SP aveva avuto e che quindi imponevano la fine del loro rapporto.
Di tutte le altre ipotesi che riguarderebbero solo SP e NON la coppia ne avrebbe parlato con i familiari.
Le intercettazioni compresa " ci ha rimesso Melania" per me e' solo un ennesima dimostrazione di camuffamento della realtà. Poiche' SP era a conoscenza della sezione di esercitazione di sesso e rock en 'roll in caserma poiche' ne era un assiduo frequentatore ha per cosi' dire giocato questa carta sapendo che avrebbe trovato un certo riscontro e quindi a suo modo balordo di vedere,credibilita'.
Credendo a torto di scaricare su altri improbabili assassini la responsabilita' per l' efferato delitto della moglie.
Il richiamo di Prati lo condivido basta che non si segua l'adagio di Orwell....
Angelica
Ps
naturalmente è mia convinzione che il movente del crimine sia da ricercare in "qualcosa" di riferibile direttamente o indirettamente alla caserma e pertanto le due piste ( "il delitto" e "le molestie")dovrebbero essere necessariamente convergenti
ENRICO
ANGELICA
D : Una domanda sorge spontanea : da CHI ? E per quale scopo ?
R: Che importanza potrebbe avere il saperlo? Con molta probabilità in modo casuale come spesso accade specialmente quando si ha il riflettore puntato verso qualcosa o qualcuno (e Melania aveva ben ragione a "marcare stretto" il marito..)
D: Di tutte le altre ipotesi che riguarderebbero solo SP e NON la coppia ne avrebbe parlato con i familiari.
R: Infatti , a mio parere, sia l’amica che i familiari sono al corrente del famoso " qualcosa di brutto" di cui tutti parlano ma di cui nessuno INSPIEGABILMENTE sa ancora niente… ed è proprio questo silenzio che mi fa sospettare non trattarsi di una ulteriore scappatella di Salvatore.
Perché anche se avesse dovuto scoprire un tradimento con la sua migliore amica ( e per Melania sarebbe stato indubbiamente “qualcosa di molto brutto “!) a quest’ora sarebbe venuto fuori. Anzi : sarebbe venuto fuori subito evitando così che i sospetti si indirizzassero sulla caserma
ciao
ENRICO
X ANGELICA.
Gentilissima, quì nessuno sta scrivendo "quel ch'è ovvio", ma quello ch'è possibile.
Ossequi. Mercutio
Una nuova notizia!!!! Le impronte rilevate sul basamento di legno del chiosco non apparterrebbero né a Melania né a a Salvatore. Si tratterebbe di impronte piccole quindi presumibilmente di donna.Questa scoperta non ha messo in discussione la colpevolezza di Parolisi, ma si parla di un/una complice. Questo accanimento nei confronti di P. è veramente oltre ogni limite. Anche perchè la prova + importante della sua colpevolezza resta quella del DNA chen a me sembra proprio ridicola alla luce del parere del patologo di S.P.
Marilia
@ Marilia
scusa dove hai letto questa notizia? io non sono riuscita a trovarla.
grazie
r.
http://blog.panorama.it/italia/2011/09/05/omicidio-melania-ce-un-assassino-in-liberta/
Se la colpa dell'assassinio di Melania venisse fondata solo sul dna rilevato dalla sua bocca, l'anatomopatologo e l'accusa potrebbe esporsi al ridicolo, stando alle divergenti valutazioni, espresse dagli esperti di parte ma anche da specialisti della materia, estranei al processo.
Se si vuole ostinatamente condannare Parolisi, l'accusa dovrebbe fornire prove o gravi indizi a carico dell'indagato,veramente significativi.
Mercutio
Io non credo che il movente vada collegato ai festini o al sesso in caserma. Lo trovo di debole consistenza perché all’interno di ogni caserma (considerata quasi la “prima casa” per molti militari) «si sa tutto, trapela qualsiasi cosa, anche quella sussurrata nel vero e nel falso; “Radio Naja” funziona sempre e i superiori non potevano non sapere…, hanno taciuto per non avere rogne … chi glielo fa fare?, hanno in mente solo la carriera e le promozioni…, forse ci sono troppi complici». Questi sono alcuni dei commenti di militari e di marescialli ‘anziani’ che ho letto in un blog delle FF.AA. in merito alla faccenda Parolisi.
Pertanto si tratterebbe del segreto di Pulcinella.
Nel blog viene anche evidenziato che sicuramente capita che alcune «militari donne si prestano sessualmente per avere favori da gradi superiori», «per non contare gli elogi che vengono elargiti sulla base di un sorriso…», dato che nei centri di addestramento ad ogni scaglione trimestrale ci sono 400 ragazze che rappresentano tutto lo spaccato della nostra società.
Questo non è difficile da credere, come succede in molti altri ambienti lavorativi dove le donne sono in minoranza tra il personale e devono sfoderare anche le loro armi femminili per essere ‘considerate’ (maledette pagelline) e fare carriera a scapito dei colleghi maschi.
Se c’è stata qualche mela marcia in quella Caserma (più di una) non per questo deve andare di mezzo tutto l’esercito (quanti carabinieri sono stati arrestati per stupri su donne fermate o guardie di finanza per spaccio di sostanze stupefacenti sequestrate? non per questo ci viene meno la fiducia in queste forze dell’ordine!).
Nel blog viene auspicato «che la caserma venisse chiusa e tutta la gerarchia militare rimossa», forse per questo stanno spostato le reclute.
L’indagine è tutta interna, ma non solo per il fatto di Parolisi, c’è una denuncia che sta facendo il suo corso da tre anni e il caso Parolisi ha solo sollevato il coperchio.
Quindi per me il “segreto” o la “cosa brutta” dovrebbe andare in un’altra direzione, forse qualcosa di più ‘personale’ per Melania e il marito.
Mimosa
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