mercoledì 10 agosto 2011

Salvatore Parolisi. Il laccio emostatico, le 72 incisioni sul chiosco, lo strano modo di impugnare il coltello e le indagini a 360°


Un tempo si diceva che le indagini erano buone indagini solo se portavano alla scoperta dell'assassino. In caso contrario, per bravi che fossero quelli delle forze dell'ordine, erano pessime indagini. Nonostante ciò, ed in ogni caso, la fiducia nelle istituzioni, pure in presenza di delitti irrisolti, alla maggioranza del popolo non veniva mai a mancare. Anche al giorno d'oggi se una persona va in carcere perché accusata di omicidio noi, spettatori inermi che non abbiamo possibilità di intervenire ma solo di ascoltare, dobbiamo per forza credere che l'investigatore abbia fatto di tutto per escludere possibilità diverse, questo perché le persone comuni, ieri come oggi, debbono in ogni caso "aver fiducia nella Giustizia", se questa venisse a mancare sarebbe il caos. Ma se fino a qualche anno fa quanto scoperto dai carabinieri restava circoscritto ad una cerchia ristretta di persone, l'epoca dei media ha portato i casi di omicidio più eclatanti ad essere parte attiva nella vita di ognuno di noi. Così capita che si possa leggere un'ordinanza d'arresto che in mancanza di interesse nessun giornale si sarebbe mai sognato di far duplicare, capita di avere accesso a materiali non coperti da alcun segreto istruttorio che svelano, o al limite fanno capire, il modo usato per indagare. Ed a volte, leggendo e rileggendo, si resta sbalorditi per quanto non è stato fatto.

E questo mi porta a Ripe di Civitella. Ci sono particolari presenti sulla scena del crimine che ha visto la morte di Melania Rea che prendono gli occhi e fanno riflettere. Il primo è il "laccio emostatico anelastico". Certo è che se si pensa a un depistaggio tutto può cambiare colore, il nero diventare rosso ed il verde diventare giallo, ma un laccio emostatico che colorazione può assumere in una siffatta scena dato che già c'erano due siringhe a dare un determinato tono? Un laccio emostatico anelastico che contributo in più poteva portare alla causa del depistaggio? Ma questa per gli inquirenti è ancora adesso una domanda illecita dato che vedono il tutto da una sola angolazione. Per questo pensano: "Ci sono le siringhe, c'è il laccio, ma la ragazza non si drogava per cui è un depistaggio". E con questa considerazione chiudono ogni altra supposizione. Ma se per meglio far ragionar la mente si invertissero i fattori cercando di vedere il laccio da un'altra angolazione? Se la domanda giusta fosse: "Per far cosa e a chi era servito quel laccio prima di arrivare sul fianco sinistro della vittima?". Il 20 aprile al quesito non si sarebbe potuta dare risposta perché quel laccio non trovava alcun tipo di riscontro, al massimo c'era da aspettare che il Ris facesse il suo lavoro e desse informazioni utili su eventuali tracce biologiche. Fra l'altro tracce che, se si pensa a un depistaggio, si potrebbero anche mettere da parte e non considerare utili ai fini dell'indagine in quanto probabilmente non riferibili ad alcuna delle persone coinvolte. Questo poteva essere giusto dal momento del ritrovamento del cadavere al 12 luglio successivo, ma da quella data in poi proprio no.

Ed il motivo è molto semplice; il 12 luglio sono arrivate sul tavolo della procura di Ascoli le conclusioni dell'autopsia, anche questa redatta dal dottor Tagliabracci, fatta sul corpo di Rossella Goffo. Autopsia che ha stabilito la morte essere avvenuta per strangolamento... ma non a mani nude; a farla smettere di respirare fu, scrive il patologo in perizia, molto probabilmente un laccio. Ed ecco che chi aveva in mano le indagini sull'omicidio di Melania aveva la possibilità di cercare il riscontro chiedendo una comparazione fra il laccio trovato a Ripe ed il segno rimasto sul collo della Goffo. Questo non è stato perché l'auto sulla pista già sgommava in direzione di Salvatore Parolisi. Eppure a mio parere era un passo logico da fare, e lo è ancora, un passo che possiamo anche credere non avrebbe e non porterà a nulla, ma il crederlo non ci da la sicurezza che davvero non porti a nulla. 

Un altro particolare interessante viene dalle 72 incisioni presenti sulle pareti del chiosco. Il Gip scrive che sono antecedenti all'evento delittuoso, ma inserisce una parolina magica che ci fa capire quanto non abbia avuto la possibilità di saperne di più. Scrive che le incisioni probabilmente non hanno nulla a che vedere con l'omicidio in questione. E quel probabilmente aleggia in maniera spavalda in un discorso che pare certo ma che, probabilmente, certo non è. Perché anche se precedenti al delitto appaiono chiaramente dei colpi inferti con un coltello a serramanico. E Melania è stata colpita da un coltello a serramanico. Quindi solo se le incisioni sul legno fossero state fatte nel momento del depistaggio ci stava il considerarle poco o nulla, ma dato che sono antecedenti il ragionamento decade ed occorrerebbe verificarle in maniera più consona. Sono opera di militari annoiati andati a fare uno spuntino all'esterno del chiosco... o sono opera di qualche persona malata che al chiosco, o nascosto nei boschi attorno, ci andava abitualmente per incontrare qualcuno o assieme a qualcuno? E' una domanda da poco? Ed allora sarà facile per chi indaga trovarle una risposta plausibile.

Il terzo particolare riguarda l'accendino macchiato di sangue a cui non si attribuisce alcuna importanza. E' del Parolisi, senza dubbio, ma perché è rimasto in quel luogo? C'è sangue sopra e si presume sia stato al centro dell'aggressione, ma come ha fatto ad arrivare lì, se l'era preso Melania? E' probabile, specialmente se aveva con sé un pacco di sigarette. Lo aveva? Come mai non risulta fra le cose ritrovate a Ripe? Ma la domanda buona è: "Perché se il marito è l'assassino non lo ha raccolto lasciandolo fra i piedi di sua moglie?". Non s'è accorto d'averlo perso? Forse non subito ma successivamente gli sarà mancato dato che le sigarette da sole non s'accendono. Ed allora perché, se come tutti dicono è tornato sul luogo dell'omicidio per depistare, non si è portato via l'accendino e l'ha lasciato in bella vista in attesa che qualcuno lo raccogliesse? Stesso identico discorso per l'anello di fidanzamento. Se lei glielo avesse tirato contro in maniera sprezzante lui avrebbe ben saputo dove cercarlo dato che, fosse questa la giusta ricostruzione, sarebbe stato presente al lancio. Quale motivo potrebbe averlo convinto a lasciarlo a terra ed a non rimetterlo nel dito di Melania? Non era nascosto sotto il corpo, è scritto nell'ordinanza che "dopo aver spostato il corpo l'anellino veniva rinvenuto nei pressi di dove prima si trovava il cadavere". E nei pressi non significa sotto.

Oltre a queste stranezze investigative ve n'è una inserita nella perizia del patologo. Lui scrive che l'azione omicida è iniziata mentre Melania aveva i pantaloni abbassati, che l'assassino l'ha presa da dietro e dopo averle messo la mano sinistra sulla faccia, quindi passando col suo braccio sopra la spalla sinistra di una persona chinata, ha cercato di scannarla. Poi, non riuscito questo tentativo in quanto la donna ha reagito all'aggressione, le ha dato diverse coltellate sulla schiena, coltellate che l'hanno fatta cadere e girare nel tentativo di difendersi. Infine, dopo altre coltellate sulla parte del mento e del collo, l'assassino ha infierito diverse volte quasi sullo stesso punto. Alla fine scrive che in tutto questo movimento il coltello è sempre stato impugnato alla stessa maniera, e credo intenda con la lama rivolta in basso, non dalla parte del pollice ma nel senso contrario. Ora è facile pensarla così se si immagina la vittima che tenta la fuga e l'aggressore dietro di lei che cerca di colpirla, ed è facile pensarla così se chi colpisce è inginocchiato a terra e se chi viene colpito è supino. Non altrettanto facile è il pensarlo possibile nel momento in cui qualcuno cerca di scannare una persona, specialmente se la vittima è abbassata ed il carnefice in piedi. In questo caso viene più facile, per non fare col polso torsioni troppo complicate, pensare la lama rivolta verso l'alto. Motivo per cui c'è da chiedersi: "C'era davvero solo una persona o erano due con coltelli identici ma impugnati in maniera differente?".

Perché non è solo questa la stranezza, ancora più strano risulta il pensare che chi l'ha aggredita standole dietro, e si è scritto ha messo un braccio a cavallo del suo collo per arrivarle alla faccia con la mano sinistra, possa riuscire a far scappare chi, se accovacciato e quindi con le ginocchia piegate, per spostarsi da quella posizione altro non può fare se non cercare di rialzarsi. Ed è ben difficile riuscirci. Più incredibile ancora se si crede che l'assassino sia alto un metro e novanta. Per cui questa pare una ricostruzione tutta da verificare e da rielaborare considerando ed inserendo in un momento più specifico il "pugno", sempre si tratti di pugno, alla fronte.

Per concludere devo dire che in un articolo, per quanto possa essere lungo, mai ci potranno stare tutte le mancanze investigative del caso di Melania Rea. Parte di colpa è da addebitare al Parolisi che con le sue bugie ha creato problemi a chi ha indagato e soprattutto a sé stesso, ma questo non avrebbe dovuto impedire ad una procura, ad un reparto dei carabinieri, di verificare a fondo ogni dettaglio. Ad Ascoli hanno controllato due albanesi ed un macedone e questo li ha autorizzati a dire: "Si sono fatte indagini a 360°". Gli si potrebbe rispondere che se questo è il loro modo di "allargare il campo investigativo" viene facile il capire che le indagini a 360° di cui s'è tanto parlato hanno riguardato solo il Parolisi.



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213 commenti:

«Meno recenti   ‹Vecchi   201 – 213 di 213
Anonimo ha detto...

Lello, piacere e buongiorno a tutti,

Il particolare del DNA animale e' una rilevanza matematica che farebbe chiunque abiti in campagna, tantopiu' che a Ripe si e' in montagna, condivido l'assunto di Lavorino, e' materialmente impossibile che un corpo giaccia in una radura boschiva, con oltretutto la bacinella di acqua proprio sotto la fontana vicino al chiosco, senza che sia attinto da animali selvatici.

Ma questo per perizie non sospette sembra sia normalissimo ed oramai di prassi, se della Goffo si scambiano arti slabbrati da animali per arti tagliati e' chiaro che nessuno si preoccupa piu' di ricercare od elencare DNA animali sui corpi ritrovati da un po'.

Ed anche solo ad esclusione invece le tracce di DNA animale andrebbero repertate ed indicate ma questa e' un'inezia rispetto a cio' che di quel caso dobbiamo presumere, in onesta' investigativa, di disconoscere.

Direi anche che le perizie costano, e nessuno rinuncia alla propria parte, i capitolati esigui, sempre piu' tagliati anch'essi da qualche serial counting, ed oscure esigenze fanno si che "il tecnico" abbia campo sempre piu' ristretto, a volte deve rispondere alla domandina classica con un si od un no, perche' cosi' impone il dominus piramidale della nuova era peritale investigativa.

E se sempre piu' i casi "non sono" , e non si capisce come potrebbero esserlo, risolti dal magico referto scientifico viene ad ampliarsi conseguentemente il ventaglio e lo sforzo investigativo in assenza di oggettivita' di dati, tutto e' celato e secretato come pure le necessarie soluzioni che riemergono cosi' illogiche, i probabilmente ed i compatibili trasformano gli indizi in accomunanze, a volte in errori e sviste gravi precise e concordate.

Se e' per redigere e pagarsi l'affitto comprendera' poco anche Dio sul suo stesso creato, per questo dico che lo staging piu' fuorviante lo attua la certezza.

Antonello

Manlio Tummolo ha detto...

Ottime le analisi di Antonello. Aggiungo la domanda, già presentata a suo tempo:
QUANTE PERSONE SAPEVANO DOVE PROGETTAVA DI ANDARE LA FAMIGLIA PAROLISI QUEL GIORNO ?

Anonimo ha detto...

Provo a risponderti Tummolo, ma lo faccio in più parti per i limiti imposti dei 4096 caratteri.

Chi doveva o poteva sapere degli spostamenti o dei progetti di gita al pianoro della coppia???

Intanto direi sicuramente che dovevano sapere Melania (che l'aveva riferito alla madre nella telefonata dele 13,36) ed il Parolisi stesso, tutta la famiglia Rea quindi avvisata dalla telefonata delle 13,36 di Melania, poi altri ed eventuali pedinatori estemporanei e sicuramente Sonia, l'amica di Melania.

Sonia, nell'intervista concessa a "Chi l'ha visto" del 27/04/2011 "dice che insomma Melania (e non Parolisi o Sonia stessa la sera prima), avrebbe detto, "pigliamo il plaid, prendiamo la merenda, facciamo giocare la bambina ed intanto...intanto aspettiamo Sonia e dopo veniamo a casa...", sono frasi difficili da decifrare proprio per le duplici interpretazioni che stagliano in questo caso in maniera incolpevolmente, si spera, ambigua.
(Antonello)

Anonimo ha detto...

Intanto quell'"aspettiamo Sonia", Sonia quindi doveva andare al pianoro o quell'aspettiamo era figurativo perchè Sonia aveva degli impegni da terminare e quindi era da aspettare temporalmente??? Mistero...

Poi abbiamo quel "e dopo veniamo a casa" che pronuncia Sonia, che significa??? Che il "veniamo" era pronunciato da una Sonia che in quel momento si stava impersonificando in Melania con il "dice che" o che Sonia avrebbe dovuto, negli accordi, andare al pianoro e quindi quando dice "veniamo" autointerpreta la sua presenza obbligatoriamente al pianoro di Colle San Marco per le ore cruciali della sparizione e vicine alle 16,00 dell'appuntamento che avevano i tre??? Mistero...

Vi è poi da decifrare una cosa insomma abbastanza anomala, le migliaia di contatti avvenuti dal 12/04/2011 al, presumibilmente, 17/04/2011 fra Parolisi e Ludovica, insomma è inumano un traffico telefonico del genere, non ha senso neppure sottolineando che Melania doveva aver visto, fregandosene, parliamo di una ventina e più di contatti all'ora calcolando la media sulle 24 ore, semplicemente una media inumana se contiamo che si deve pur dormire, mangiare e lavorare o dedicarsi alla bambina ed alla moglie.

Dal 12/04/2011 dicevamo, quindi dal giorno del fax inviato da Melania a Somma Vesuviana ad una Scuola Guida della zona, magari è un caso e non centra nulla ma perchè doveva mandare un fax il 12/04/2011 quando sarebbe stata a Somma Vesuviana il 19/04/2011??? E cosa conteneva quel fax???
Dicono documenti per il rinnovo della patente, ma tutti sanno che i rinnovi vanno fatti con documentazione originale, il certificato medico insomma, forse una richiesta ufficiale alla Scuola Guida che quindi si doveva occupare anche di pratiche auto.

Un altro spiegabile ed innocente caso ma i Rea hanno un'officina, sembra sia anche la più grossa di Somma Vesuviana, non so, forse ipotizzando e sia chiaro.
(Antonello)

Anonimo ha detto...

A casa Rea non vi doveva forse essere un'apparecchiatura fax, forse i familiari si appoggiavano a qualche ufficio fidato o pratiche auto del luogo, forse, certamente.

Sta di fatto che dal 12/04/2011 inizia una incredibile cronoscalata forsennata al contatto con Ludovica da parte di Parolisi, Perchè??? Ed è un traffico ragionevolmente e, in logica, umanamente possibile??? Qualcosa come una ventina di contatti all'ora distribuiti sulle ventiquattro ore non è spiegabile e spiegato ed invece ha proprio bisogno di una chiara e valida motivazione, di un reale perchè...

E Tummiolo giustamente chiede chi sapeva quel giorno degli spostamenti o delle intenzioni della coppia???

Bella domanda, potrei tentare di artefare una logica e verosimile spiegazione che prenda due palloncini con lo stesso filo.

Potrei ipotizzare, e qui lo ribadisco, si parla di ipotesi che nascono dalla pura fantasia nel tentativo di restituire spiegazioni a fatti reali ed oggettivi che spiegazioni per ora non hanno trovato e ne sembra serie giustificazioni.

Ipotizzando, dicevo, trovo uno spunto interessante nella storia della Goffo, gli articoli, più o meno dell'epoca, ci descrivono il ritrovamento di un'apparecchiatura strana ed inusuale nell'autovettura abbandonata della Goffo alla Prefettura di Ancona, dentro la macchina della Goffo sarebbe stata ritrovata una duplicatrice di schede teleoniche, così citano i pochi articoli scritti su di lei a dispetto dei milioni scritti su Melania, e cosa ci faceva la Goffo di una duplicatrice di schede telefoniche???

Bella domanda, onestamente io non lo so e non potrei saperlo nemmeno con una larga e ragionevole fantasia, ho semplicemente accomunato questo mero spunto con il volume immenso di contatti avvenuti fra Parolisi e Ludovica fra il 12 ed il 17 aprile 2011, in cinque giorni quei cellulari non avrebbero nememno avuto il tempo nelle dinamiche di movimento di essere ricaricati.

Vi sono in circolazione dei software abbastanza pericolosi e messi all'indice dalle polizie di mezza Europa che sono inseriti in innocui messaggi, un'inconsapevole riceve un sms da un indirizzo anonimo internet o da una scheda non riconducibile, lo apre e magicamente da quel momento la scheda, in cui si è aperto quel sms per la normale lettura, verrà completamente duplicata.

Traffico voce insomma e traffico sms verranno duplicati o triplicati e ricevuti o partiti anche da un'altra scheda gemella abbinata, è per lo più una tecnica utilizzata da organizzazioni criminali dell'Est perchè sembra che li siano nati i software all'uso, ma anche da mogli e mariti gelosi per controllare tristemente la vita sconosciuta del vicino di letto.
(Antonello)

Anonimo ha detto...

Arrivo al punto, io non so se può essere reale la mia ipotesi (che premetto come tale), però, se quel metodo persecutorio di amare è reale per la situazione specifica che si analizza, quel sistema potrebbe inviare benissimo anche la posizione del cellulare in cui è innestata la scheda tramite software all'uso e triangolazioni di rete.

La mole quindi impossibile ed inumana di contatti fra i due, oramai espliciti, amanti può essere che vada dimezzata o divisa in tre parti, chi ascoltava, chi registrava e chi materialmente generava.

Ho visto troppi film??? Bene, trovatemi un'altra verosimile spiegazione alla mole enorme di traffico allora.

Vi sono anche, leciti e legittimi, dei software che inviano a distanza programmabile ed in backround dei messaggi di posizione geolocalizzati tramite rete internet o estratti da gestori internet notoriamente in rete...questo per evitare furti del cellulare in questione.

Quindi chi sapeva degli spostamenti della coppia il giorno 18/04/2011 è un dubbio ed una legittima domanda che secondo me è destinata a rimanere senza soluzione se non per tragitti diversi.

Dicevamo quel fax del 12/04/2011, inviato da Melania ad un numero che corrisponderebbe ad una Scuola Guida di Somma Vesuviana, il fatto era in parte sconosciuto anche a Parolisi che subito dopo averne consegnato la ricevuta al Colonnello dei Carabinieri si piomba su internet a cercar di comprendere a quale Scuola Guida corrisponda il destinatario della missiva di Melania, tanto che il particolare verrà consegnato agli atti come accusatorio e segnale di chiaro nascondimento da parte del caporale, tutto discutibile ma certificato dagli atti.
(Antonello)

Anonimo ha detto...

E se era sconosciuto dal Parolisi insomma, mi chiedo io, non poteva che da quel giorno Melania avesse scoperto qualcosa di veramente brutto tale da incaricare un'investigazione sul numero dedicato a Ludovica ed in uso al Parolisi??? Il numero lo conosceva già sappiamo, quindi perchè sarebbe fantascienza ipotizzarlo??? Non poteva essere che Melania già sapesse della fuitina anomala ed estemporanea di Parolisi ad Amalfi dall'amata???
Può essere solo quello il motivo per cui si potrebbe ipotizzare l'innesto di una, vera e propria od artigianale, agenzia investigativa nella storia fra i tre???

Perchè solo la divisione in due o tre parti di quel volume telefonico potrebbe farlo ritornare a livelli umani, accettabili e possibili, insomma sulle 24 ore una media di un 25 contatti circa fra due numeri significa che dormendo e mangiando la media potrebbe salire a 40 ogni 60 minuti, è verosimile??? E' normale??? Non lo so, io altra spiegazione non ho saputo e potuto trovare, forse e sicuramente vi sarà ma io non riesco ad immaginarne altre...

Voi??? Avete altre ipotesi???

Antonello

Marika ha detto...

Ciao Antonello
provo a dirti la mia sui dubbi sollevati in merito all'impossibilità che i due potessero mandarsi una così elevata quantità di sms e telefonate.
i due non si vedono da parecchio e l'unico modo per parlarsi è il telefono o internet.
facendo il paragone con coppie che vivono, magari non clandestinamente il loro rapporto, ma che sono lontane fisicamente, il comportamento tenuto mi pare normale.
salvatore doveva rassicurare il più possibile ludovica e farle credere che era tutto secondo le intenzioni, ovvero lasciare la moglie e raggiungerla per la pasqua per conoscere i suoi genitori.
ci sono persone che quando messaggiano parlano. cioè, anche per dire si o no, mandano un sms.
considerato che i due non potevano sempre parlare al telefono, scriversi sms per parlare mi pare normale.
bisogna anche vedere in che orari i due parlavano.
avrai notato che le telefonate (basta leggere quelle riportate negli atti) spesso sono ripetitive e i due si dicono la stessa cosa e gli stessi concetti.
con ciò non escludo che qualcosa di "strano" possa esserci, ma valutando bene i loro modi di fare, come coppia intendo, questo flusso di comunicazioni potrebbe essere normale e magari aumentato solo per l'imminente incontro ufficiale.
comunque le tue considerazioni sono molto interessanti e si spera che quanto da te messo in evidenza sia già stato oggetto di investigazione.
Marika

Anonimo ha detto...

Buongiorno Marika,
discutibile, io invece verificherei se tecnicamente fosse possibile una spiegazione diversa dalla normale, oppure se per contatti intendono anche semplici squilli come usa oggi fare.

Secondo me, non e' un traffico normale.

Poi leggendo la tua presumo quindi che se l'omicida fosse Parolisi non lasci, dal tuo punto di vista, spazio ad alcuna premeditazione, spieghi cioe' una enorme mole di traffico con il fatto che doveva rassicurare Ludovica e preparare la sua discesa ad Amalfi, quindi la tua ipotesi, ove fosse lui il responsabile, prevederebbe un omicidio d'impeto??? Imprevedibile insomma???

Antonello

Marika ha detto...

Ciao Antonello
hai capito bene la mia difficoltà: accettare la premeditazione da parte di Parolisi.
Ma penso che se l'assassino non fosse lui, la premeditazione ci starebbe eccome.
La circostanza per me difficile da far collimare con una premeditazione è quella che vede la vittima in posizione accucciata dietro il chiosco, con i pantaloni abbassati e, quindi, con ogni probabilità intenta a fare pipì.
Come poteva prevedere l'assassino che avrebbe avuto bisogno di andare al bagno e organizzarsi per uccidere e non lasciare tracce? oppure, l'assassino ha pensato: "sicuramente dovrà andare in bagno mi preparo per uccidere"!
Se poi stessero per fare altro, e ciò quindi potrebbe essere in linea con una volontà premeditata di portare la vittima in quel posto creandosi l'alibi di essere invece diretti in altro posto, allora si giustificherebbe l'ipotesi accusatoria contro parolisi, unico soggetto che poteva rivestire quel ruolo, non avendo la donna un amante.
Quindi, secondo la mia personalissima valutazione del caso, il parolisi non è colpevole dell'omicidio se non si prova che lui l'ha uccisa materialmente e che, lo ha fatto perchè ha colto l'occasione propizia, vista in quel momento come l'unica soluzione al suo problema, che non credo sia semplicemente la sua relazione extraconiugale.
Inoltre, se attribuisco al fatto una origine non premeditata ma casuale, dettata dall'occasione del momento, è perchè ritengo che il movente dell'omicidio non è stato ancora capito e solo la ricerca esatta di questo potrebbe portarci al vero assassino.
Ma è la mia opinione, è mi posso sbagliare, perchè sto dialogando come tutti per cercare di capirci qualcosa.
Lungi da me qualsiasi intento diffamatorio o accusatorio a vario titolo.
Ciò che dico è solo in via di ipotesi.
Ciò che invece conta per ora sono le decisioni dei magistrati che mi pare, fino ad ora, siano convinti, della sua colpevolezza e che il movente sia collegato alla relazione extraconiugale o a un segreto inconfessabile.
Marika

Anonimo ha detto...

@Marika
Io non credo ad una Melania che stesse per fare pipi', era appena uscira da casa dove sappiamo che era in bagno.

Io vedo un po' troppo sadismo, secondo me e' piu' plausibile che Melania possa aver subito delle umiliazioni, in questo senso e' inquietante la dichiarazione del marito "Melania mi umiliava".

Che Ludovica poi fosse a Lecce non esclude, ove veramente consolidato, che il 17/04/2011 e' successo qualcosa che Lei sa benissimo e che non riferisce come e' citato nelle intercettazioni che la riguardano, troppa omerta'.

Tolindo il sensitivo ha detto...

Salve a tutti i frequentatori di questo interessantissimo blog veramente ben fatto,io continuo a dire che il caporale non puo' nel modo piu' assoluto essere l'autore materiale dell'omicidio della moglie,appena lui ha cominciato a raccontare qualche bugia per coprire le sue scappatelle ,automaticamente i sospetti gli sono piovuti addosso,la prova degli errori commessi nelle indagini sono chiarissime, per due mesi si e parlato di movente passionale, poi di segreto inconfessabile della caserma e subito dopo di questione di soldi???? ma insomma? E' chiaro che si sta andando per tentativi e non si hanno le idee chiare,parolisi non puo' aver assassinato la moglie in quel poco tempo e con una piccolina al seguito correre ad inscenare la commedia al colle san marco,non parliamo poi quando si dice che ha fatto tutto da solo tornando nel luogo dell omicidio per fare svastica e infilare siringhe .... quando sento queste cose mi viene proprio da ridere!E praticamente impossibile che uno come il caporale che non ha mai dato un accenno di violenza verso la moglie o nessun altro precedente di violenza in generale, parta da casa con un coltellino in tasca premetidando lomicidio ma per piacere.... ma chi scrive queste cose?

Anonimo ha detto...

per me non è giusto il corpotamento della famiglia di melania rea che hanno preso i soldi di salvatore parolisi , evidetemente tutto questo è putroppo e sucesso non penso è non condivido perchè per me mi sento dire che salvatore paroisi non c' entra assolutamente nulla con la morte della moglie di melania rea per cui io voglio solo aiutarlo superare questo momento difficile è credo penso che sia innocente salvatore parolisu

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