"Risentire Michele Misseri non è opportuno al momento. Più avanti valuteremo se sarà il caso di interrogarlo nuovamente oppure no."
Con queste poche parole il procuratore di Taranto, Franco Sebastio, ha fatto capire a tutti che nessuno degli inquirenti incaricati ad indagare per scoprire chi ha ucciso Sarah Scazzi darà credito ad eventuali nuove rivelazioni dell'uomo di Avetrana. Ed è un fatto abbastanza singolare in quanto non capita sovente che un detenuto, implicato in un fatto così grave, non venga ascoltato quando lo chiede e si veda rifiutare tre richieste di audizione formulate nell'arco di tre mesi. Lo spazio temporale ampio sta a significare che non è la mancanza di tempo a scarseggiare ma la volontà dei procuratori.
Ciò fa intendere che per gli inquirenti quanto di nuovo potrebbe rivelare il contadino incarcerato non ha alcun valore al fine delle indagini e che, quindi, a parere loro le prove accumulate in questi mesi sono sufficienti per portare a processo lui e la figlia. Si mormora che in Procura ci siano carteggi che nessuno conosce, né noi né tantomeno gli avvocati che difendono i due Misseri, che potrebbero essere rilevanti per provare la colpevolezza di entrambi gli indagati, e fosse così ogni passo compiuto in questi mesi, i rifiuti alle audizioni, la secretazione delle indagini, la richiesta di isolare l'uomo in infermeria e quant'altro, troverebbe una logica spiegazione. A Taranto si parla di intercettazioni telefoniche, lo fece anche l'avvocato Galoppa dopo la sua estromissione dal collegio difensivo, che potrebbero cambiare il quadro sin qui delineato, ma queste intercettazioni al momento non trovano alcun tipo di riscontro.
Pertanto c'è da sperare abbiano in mano qualcosa di rilevante altrimenti il comportamento fin qui tenuto sarebbe un accanimento giustizialista fuori da ogni regola giuridica. Questo anche perché al momento ogni risultato prodotto dal Ris ha dato esito negativo, anche sulle cinture finora controllate. E' pertanto chiaro che l'unica persona che può dare una svolta alle indagini è chi sicuramente centra con l'occultameno, quindi Michele Misseri. Per questo motivo risulta strano non ci sia stata alcuna apertura da parte del procuratore e si sia rifiutata l'audizione. Se le parole dell'uomo, una volta verificate, fossero risultate convincenti e sicure, in una sola ora avrebbero compiuto un enorme passo in avanti.
Sarà stato il timore di sentire frasi riguardanti una eventuale ritrattazione a convincerli di starsene nei loro uffici e di non andare al carcere? Ma questa paura non si sa da cosa possa derivare visto che da quando è in isolamento zio Miché si sente tranquillo e sta bene. Questo in base a quanto scritto la settimana scorsa dal quotidiano Libero, e non si capisce perché non credere alla testata di Belpietro dato che nell'articolo erano riportate le parole riferite dal carcerato nientedimeno che ad un parlamentare. Ricordiamo che all'avvocato Francesco Sisto l'uomo avrebbe parlato di mazzate subite dalle donne di casa, di una sorta di costrizione che lo obbligava a dormire sulla sdraio, di una vita familiare paragonata a un inferno.
Probabilmente, però, quanto dichiarato dall'avetranese non è piaciuto ugualmente ai procuratori ed ai giudici, forse pretendevano qualcosina di più perché, è notizia di Sabato, le lettere, come già io avevo previsto un mese fa, non solo saranno controllate nell'indirizzo ma anche nel contenuto. Quindi ogni scritto, sia suo che di sua figlia, verrà fotocopiato ed inviato ad un giudice che prima di validarlo lo leggerà per capire se può essere spedito o se deve finire in procura. Un altra punizione?
Ed intanto i giorni passano, presto scadranno i termini fissati per l'indagine e, se è vero che non ci saranno richieste di prolungamenti, come affermato dal dottor Sebastio tre settimane fa, finalmente riusciremo a capire i motivi per cui Sabrina Misseri è in carcere. Il mio augurio è che siano validi e che la ragazza sia colpevole al di la di ogni ragionevole dubbio. Se così non fosse qualcuno dovrà spiegare, senza ma e senza come, per quale motivo ha abusato del suo potere ed interpretato la Legge a modo suo.
Sempre che in Italia ci sia un Giudice che abbia il coraggio il tempo e la voglia di farselo spiegare.
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3 commenti:
Egregio Prati,
se vi fosse una documentazione adeguata sul caso, ci sarebbe già stato un rinvio a giudizio. Il fatto è che la documentazione in possesso a questi illustri inquisitori, che abusano della legge e della pazienza dell'accusata, nonché delle stesse parti civili, e dei rispettivi avvocati, o è contro di loro, o è del tutto insufficiente. Solo chi parte da posizione predefinita può trovare serio e corretto un comportamento simile. La speranza di questi signori, visto che la custodia cautelare per un omicidio può arrivare fino ad un anno e, se con interruzioni, anche un anno e mezzo, è che l'accusata, Sabrina Misseri, crolli e confessi, pur di uscire: un'estorsione di confessione utilizzando mezzi psicologici, dei quali - consapevoli o inconsapevoli che siano - i mezzi d'informazione si fanno bieco strumento. Il punto è che in nessuna occasione si è stabilito un confronto diretto ed esaustivo tra le parti: anche nel celebre "incidente probatorio" non c'è alcun procedimento "probatorio", intanto perché l'indagato primo è stato minacciato di sanzioni se rispondeva alle domande degli avvocati oltre limiti prestabiliti, poi perché il confronto tra le parti si è ridotto a punti non essenziali. Il richiesto successivo interrogatorio, della difesa di Sabrina Misseri, ha avuto ostacoli ancora peggiori: ora proceduralmente, vedremo che ne dirà la Corte di Cassazione, di tutto questo contrario allo spirito ed alla lettera della legge. Perché agiscono in questo modo ? Perché finora nessuno li ha messi con le spalle al muro, diffidandoli formalmente dal violare le norme procedurali. Gli avvocati di Sabrina hanno una politica "attendista", probabilmente vogliono accumulare prove consistenti ed inconfutabili della faziosità e della scorrettezza procedurale dei magistrati, sfacciatamente messe in atto in una tale situazione. Probabilmente i magistrati, che hanno ottenuto anche un rinvio - ingiustificabile - del primo dibattimento in Cassazione potrebbero modificare questa loro miope politica, ma non è detto: non sarebbe da meravigliarsi se, nell'ipotesi di sentenza di liberazione della Misseri, essi presentassero ulteriori ricorsi per tenerla dentro. Insomma, una faziosità simile, con metodologie da "Processo" kafkiano, in un Paese civile, democratico e moderno, è inammissibile. Concludo col dire che i signori "colpevolisti a tutti i costi", che si ritengono liberi di dare dell'assassino per una pretesa "libertà d'espressione", in realtà vìolano le leggi costituzionali, le norme internazionali sui diritti dell'uomo, lo stesso Codice Penale e la legge sulla stampa. Bisogna pure che qualcuno glielo dica a voce alta. Se si ricorda, caro Prati, quando il padre di Eluana Englaro venne da taluni chiamato "assassino", il suo avvocato diffidò tutti formalmente dal farlo minacciando denunce, e verso Sabrina, o la madre e la sorella, finora persone innocenti o non-colpevoli a termine di legge, la fattispecie è identica.
Quali intrugli stanno bollendo nel pentolone della Procura tarantina ? La notizia della mattina odierna (23 febbraio) è quella dell'arresto del fratello e del nipote di Michele Misseri, parrebbe con la sola accusa di "occultamento di cadavere". E' da parecchi giorni che sulla cosa si era sollevata qualche possibilità, poi nuovamente silenzio. Sta di atto che nessuno va a occultare cadaveri se non ha contribuito a produrli direttamente. Chi sarebbe così idiota da commettere un simile reato, se non appunto per occultare un reato più grave ? Ad ogni modo siamo in vigile attesa. Si è talmente tanto parlato di svolte "choc", che alla fine le sciocchezze dilagano, restando, come in un cerchio dove si svolta sempre, perennemente fermi allo stesso punto. Sono sempre stato convinto che il buon Misseri, tanto adorato da comari-donne e comari-uomo, fatto passare per il buon babbo che si sacrifica per una ragazza e una moglie scriteriate e crudeli, è invece o coautore o complice attivo della cosa. L'arresto dei suoi parenti stretti potrebbe aprire finalmente una nuova strada, ma occorre percorrerla con logica, senza lasciarsi trascinare dalle bramosie vendicatrici di una folla sanguinaria, contenta di qualunque capro espiatorio possa essere condotto al sacrificio cruento (basta vedere sangue: il resto che conta ?).
Sto riflettendo sulla lettera del 24 dicembre: «Cara Sabrina sono io che scrivo, papà. … Perdonami se ti ho dato la colpa, ma io non volevo, sono stato costretto a fare la falsa perché io mi sono sentito ricattato. Stavano scrivendo la verità poi mi hanno detto se faccio quella confessione, dovevano arrestare la mamma e lo zio Carmine. Io per non mettere in mezzo altri innocenti ho dovuto fare la falsa…» … e quindi ad accusare te, figlia mia diletta, che da innocente non avevi nulla da temere, perché ho pensato che ti crederanno ma intanto io li ho fatti contenti, ma davvero non pensavo che ti avrebbero messa in carcere da innocente che sei, nessuno me lo aveva detto che sarebbe successo questo se davo la colpa a te.
Non credo di aver romanzato troppo aggiungendo questa parte, basta immedesimarsi un pochino nelle persone e nelle “situazioni”. Situazioni nelle quali un contadino, a fronte di uno smarrimento della coscienza per essersi invischiato in un fatto abnorme (morte e seppellimento di una nipote), dalla altra parte si trova interlocutori come quelli che, al momento di svuotare il sacco la notte del 6 ottobre, alla sua richiesta “vi porto al pozzo, ma non ditelo a mia moglie e a mia figlia, se no gli verrà un colpo”, gli dicono “tranquillo, non lo saprà nessuno” e lui ci crede e si fida! Lui per forza si fida e si affida a quelle persone che sono così “comprensive” con lui. Gli interrogatori con gli ispettori che battono i pugni sul tavolo, ti picchiano, ti incutono una paura nera (anche quando sei innocente), non ti lasciano andare al bagno e tu sei lì da 10 ore, ecc., per certo sono una pura invenzione per film polizieschi …
Il succo del mio intervento è questo: Misseri ha accusato la figlia perché ha creduto fosse un modo per guadagnar tempo, tempo per riflettere (alla barba del buon Galoppa) sulle successive mosse: il contadino dalle scarpe grosse ha il cervello più fino di quanto si creda. Tuttavia non è un raffinato giocatori di scacchi, e qualche mossa altrui non l’ha proprio prevista. Anzi, non ha proprio previsto che la partita si interrompesse a un pelo dalla conclusione. Mimosa
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