Mentre dalla Corsica spunta un nuovo testimone la polizia ha ritrovato il registratore che l'uomo teneva sempre con sé.
I giorni passano ma non cala la tensione sulle gemelline svizzere rapite dal padre, Livia ed Alessia Schepp, poi suicida a Cerignola. In questo caso, al contrario di quanto avvenuto con Yara Gambirasio, in cui era la riservatezza a farla da padrone (ora è il silenzio), la madre si espone in prima persona e segue ogni pista in collaborazione con gli inquirenti delle varie nazioni. Irina Lucidi, nonostante la lettera in cui l'uomo le ha scritto di averle uccise, è certa siano vive. Lei, che conosceva suo marito meglio di tutti noi, sa probabilmente cose che nessuno sa e cerca di non far calare il sipario sulla tragedia. Ed infatti, dopo essere stata in Corsica ed aver perlustrato in elicottero le zone seguite in auto dall'uomo, si è spostata alla gendarmeria francese perché ha saputo dalla polizia cantonale che la domenica del sequestro, alle 19.38 mentre lei suonava alle case dei parenti per trovare le figlie, il cellulare di Matthias ha agganciato la cella che serve l'aeroporto di Lione.
L'indiscerzione, che porta a nuove e diverse ipotesi, è stata confermata da uno dei funzionari svizzeri incaricati delle indagini, Jean Chrisophe Sauretel. Nella giornata di ieri la città francese è stata battuta dai gendarmi ma non s'è saputo di alcun avvistamento. La madre ha ipotizzato la presenza di un complice, o di una complice, in attesa all'interno o all'esterno dell'aeroporto, per questo si stanno controllando i voli partiti dallo scalo transalpino dalle 20.00 di domenica 30 Gennaio in poi. Ma non è detto che le piccole abbiano preso un aereo, anzi è molto improbabile in quanto i passaporti delle gemelline sono a tutt'ora in possesso di Irina Lucidi. Quindi la traccia potrebbe portare a pensare ad un appuntamento con qualcuno che avrebbe potuto aiutare, forse inconsapevolmente, il padre. I funzionari francesi stanno cercando anche nei video dei parcheggi nella speranza di scoprire un'auto o un volto che possa portarli in una precisa direzione.
Come quella che li ha inviati in Corsica e che sembra porti aiuti alle indagini. Infatti un nuovo testimone si è fatto avanti. Mentre la signora Olga Ornet, di Propriano, aveva dichiarato di aver incontrato lo Schepp con le bambine ed in compagnia di una donna dai capelli castani ravvivati con colpi di sole, un uomo di Macinaggio si è detto certo di aver parcheggiato la sua vettura accanto all'Audi ammaccata, sporca di fango con la targa svizzera. Il parcheggio era quello della capitaneria di porto. All'interno, però, non è certo vi fossero bambini. Il fatto sicuro è che ha riconosciuto il Matthias Schepp seduto accanto ad una donna bionda.
Una ulteriore novità viene riportata dai familiari delle piccole. Dopo il satellitare ritrovato in mille pezzi sui binari della ferrovia di Cerignola-Campagna, ricordiamo che a poca distanza erano anche le chiavi dell'auto, e la nuova lettera arrivata alla moglie in cui erano scritte frasi all'apparenza senza senso, ora si sa che anche il registratore, da cui l'uomo non si separava mai, è nelle mani della polizia cantonale. Questa indiscrezione, anche se non confermata ancora dagli organi inquirenti, può essere ritenuta attendibile al 100% in quanto è stata riferita da più parenti. Comunque, sempre a detta dei familiari, nel nastro magnetico ritrovato all'interno non vi sarebbero elementi utili ma solo, come nelle lettere, frasi sconnesse rivolte alla moglie.
Comunque il caso si sta delineando in tutti i suoi più inquietanti aspetti. Anche le cartoline e le buste spedite, quelle che contenevano gli euro (così come la copia della ricevuta del bonifico bancario fatto inizialmente da Marsiglia), sono state mandate ad alcuni esperti che cercheranno di trovare eventuali piste alternative.
Ciò che si deve riuscire a stabilire è se i movimenti e quanto fatto dall'uomo sono un depistaggio cosciente, un gioco macabro proposto alla moglie che contiene indizi per farle ritrovare le figlie, o una sorta di sofferenza che lo ha portato, dopo l'eventuale uccisione delle bambine, a gesti senza costrutto dettati da una malattia mentale ben più grave di quella ipotizzata.
L'unica cosa di cui si può essere certi è la tenacia con cui la madre cerca di ritrovare le figlie, tenacia che le viene dalla quasi sicurezza siano ancora in vita.
3 commenti:
Si potrebbe indagare sull'origine della famiglia di questa donna svizzera scomparsa, potrebbe essere nascosta presso parenti nel sud dell'Italia. Non si spiega altrimenti la possibilità di rimanere nascosta con due bambine.
L'avvistamento delle bimbe da parte della barista di Cerignola non è da sottovalutare.
Come hanno detto ieri a Marsiglia, nel vertice tenuto da chi indaga (italiani francesi e svizzeri), niente è da sottovalutare. Ma il fatto che ritengono più probabile è che le bimbe non siano mai arrivate in Italia, questo nonostante ci sia una barista che dice di averle viste vicino ad Ascoli ed una che dichiara le stesse cose proprio a Cerignola.
Ma due avvistamenti in un viaggio così lungo possono essere dettati dall'emotività e dal coinvolgimento delle persone.
Non dobbiamo dimenticare che non aveva i seggiolini con sé e che far fare viaggi così lunghi a due bimbe di sei anni senza non è agevole, specialmente perché, da come ne parlano i parenti, erano molto vivaci.
Quindi l'ipotesi che ora considerano è, a parere mio, la più logica. Livia ed Alessia sono ancora in Svizzera, magari proprio in qualche paesino di montagna insieme ad una donna o ad una coppia. Ciao Luigi, Massimo.
VOLEVO SAPERE DALLA SIGNORA IRINA QUANTO DENARO LE HA MANDATO IL MARITO ED INDAGARE PRESSO LE BANCHE QUANTO DENARO LUI EFFETTIVAMENTE AVESSE PER CERCARE DI CAPIRE DOVE SONO ANDATI A FINIRE TUTTI I SOLDI DEPOSITATI IN BANCA.SE LI HA DATI A DEI PARENTI O LI AVESSE CON SE DURANTE IL VIAGGIO PER CONSEGNARE IL TUTTO A QUALCHE PERSONA DANDOLE ANCHE LE BIMBE IN AFFIDAMENTO.O CHE NON LO AVESSERO DERUBATO E POI FATTO FUORI SIMULANDO UN OMICIDIO? TUTTE LE IPOTESI POSSONO ESSERE VALIDE. UN CARO SALUTO ALLA SIGNORA IRINA SPERANDO ALMENO CHE SIANO VIVE.
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