Ormai abbiamo capito che la Questura di Bergamo s'è incartata e non sa più dove andare a pescare. E così, mentre si aspettano le risposte dei tecnici dei tabulati telefonici, si reinterrogano per la quarta e quinta volta quelli che hanno detto di aver visto qualcosa di strano. Però questi continui interrogatori rischiano di trasformarsi in un boomerang che potrebbero tornare al mittente sotto forma di omertà. Come incentivare a testimoniare chi ha visto quel qualcosa che forse potrebbe aiutare, o forse no, se si accorge che chi lo fa una volta chiamato in causa viene trattato quasi da delinquente e interrogato varie volte? E non parlo solo del caso di Yara ma anche di quelli che terranno impegnate altre Procure in un prossimo futuro.
Continuando di questo passo si darà ragione al detto popolare "chi si fa i fatti suoi campa cent'anni" e si incentiverà una campagna del silenzio.
Silenzio che intanto inquieta chi vorrebbe avere risposte e chi le dovrebbe dare. Lo si capisce dai volti dei giornalisti televisivi sparsi per Brembate che sembrano chiedere scusa per la mancanza di informazioni serie e utili. I volontari, invece, sono ancora all'opera in varie parti della bergamasca e svariano da un luogo all'altro. Purtroppo non hanno ben presente cosa fare e si muovono a random sperando in un colpo di fortuna. Dopodomani ci sarà un incontro fra loro e quelli della Questura per verificare i progressi ed eventualmente predisporre un piano per il futuro. E questo può significare solo che il caso Yara andrà per le lunghe e che le parole improntate all'ottimismo, dette nella conferenza stampa di ormai due settimane fa dal questore, non avevano alcuna base logica ed erano il frutto di una sua intrinseca speranza. Ed a pensarci bene non siamo proprio nel campo della professionalità.
Il cantiere di Mapello, forse l'unico punto fermo delle indagini a causa del fiuto dei cani, per il momento non viene ricontrollato più attentamente, come la coscienza e lo scrupolo vorrebbero, ed in alternativa si mandano squadre a verificare una struttura della zona, notizia data da Studio Aperto oggi a mezzogiorno e quaranta, perché un bimbo l'altra notte ha sognato Yara che vi entrava all'interno. Per cui ci si affida ai sogni ed alle famose veggenti che parlano ai morti e ci dicono che la ragazzina è viva. Speriamolo, sperare non costa nulla. Ma non è la speranza che ci potrà far sapere quale destino, triste o felice, sia toccato a Yara. Questo l'hanno ben presente i tanti che seguono le indagini, siano carabinieri o poliziotti?
Ormai pare una regola scritta e fissata. Chi in Italia porta avanti le indagini, siano le Procure di Taranto Aosta o Bergamo, cade nel ridicolo e fa capire che ai nostri investigatori manca una adeguata preparazione ed una buona esperienza sul campo. C'è tanta volontà, è vero, c'è tanta voglia di risolvere il mistero, ma questo per certi casi non basta, fa sprecare energie e porta a crisi di nervi. A volerla dire tutta non solo gli inquirenti sono sull'orlo di una crisi di nervi per la mancanza di idee, anche sul web si è arrivati a superare la soglia che porta alla paranoia. Chi anagramma, fra l'altro in maniera errata, le segnalazioni anonime consegnando ai lettori frasi sconnesse e senza senso, chi dice che è stata rapita da una non ben identificata organizzazione criminale internazionale, chi la da per viva alle Maldive con uno molto più grande di lei. Fra poco, ci potrei scommettere, ci sarà anche chi giurerà di averla vista salire su un'astronave aliena in partenza per Venere.
E' chiaro che è stata rapita. Ciò che non è chiaro è lo scopo del rapimento. Dopo averla privata della libertà il criminale l'ha stuprata e poi uccisa? Oppure l'ha portata all'estero con altri scopi? A me va più che bene quest'ultima soluzione perché significa che forse è ancora viva, forse. Ma per rapire una persona occorre un motivo valido, un motivo che abbia fondamenta solide, ed in questo caso l'unico che le consente di rimanere in vita porta alla pista della prostituzione minorile. Altre ipotesi non ve ne sono a meno che non si voglia pensare a qualcuno che la tenga segregata in un seminterrato a causa di un folle amore non ricambiato. Non sarebbe la prima volta, è accaduto ancora non dico di no, ma converrete con me che è una pista labile da seguire.
Ci troviamo sempre nella casella delle ipotesi, da qualsiasi parte la si guardi questa storia è un rompicapo. E questo è dovuto essenzialmente a causa dell'enorme silenzio che aleggia a Brembate e dintorni. Qualcuno sa? Per forza, c'è sempre chi sa. Ha paura? Se non si decide a parlare presto non lo potrà più fare e vivrà la sua vita nell'inquietudine del silenzio. Ma deve farlo a voce, le lettere anonime non vengono più considerate in Questura.
Nessun commento:
Posta un commento