Basterebbe indire un referendum per non far finire in ospedale studenti e poliziotti. Perchè non si fa?
La rabbia degli studenti degenera |
Ciò che accade nei paesi europei, siamo nel 2010, è ridicolo e dimostra che negli ultimi cinquant'anni la scuola non è stata in grado di insegnare il senso civico ai suoi allievi. Se le proteste continuano a degenerare le colpe, perché ce ne devono essere senz'altro, devono ricadere su quelle persone, professori e genitori, che erano, e sono, preposte all'educazione dei giovani. Giovani che, aggregandosi in gruppi e cercando solo lo scontro fisico, dimostrano la poca personalità individuale e la mancanza completa di idee che portino ad una diversa forma di protesta. Ormai ci hanno dimostrato che è inutile cercare di convincerli a parole perché con molta probabilità non gli hanno insegnato neppure ad ascoltare.
Ma sarebbe sbagliato, ed ingiusto nei confronti dei ragazzi d'oltremanica, accomunare le due proteste in un unica pentola perchè, in realtà, le motivazioni sono completamente diverse.
Gli universitari inglesi, che già pagavano in media sui 4.000 euro l'anno, protestano per l'aumento scellerato delle tasse universitarie (in alcuni atenei arriverebbero anche a 10.000 euro), e nonostante le loro banche si accollino le spese a tasso zero, chiedendo il rientro del prestito solo quando lo studente sarà inserito nel mondo del lavoro ed avrà un reddito fisso, il costo è realmente molto elevato se si considerano gli anni occorrenti allo studio.
In Italia la riforma Gelmini non parla di aumenti anche se è chiaro che togliendo fondi ogni ateneo aumenterà le tasse per affrontare il disavanzo, è successo a Pavia ad esempio, ma non si arriverà mai ai costi inglesi, a meno che uno non voglia andare alla Bocconi dove c'è una fascia di reddito che già da anni sfora i 10.000 euro.
Si potrebbe pensare che le proteste italiane siano motivate dalla paura di vedere tutte le università privatizzate e ad alto costo, ma è un rischio che dovrebbe non essere tale fondendo assieme alcune delle 90 esistenti e migliorizzando i costi e i ricavi. Comunque se tale riforma non va a genio basta raccogliere firme, si poteva fare già dal 2008, ed indire un referendum per l'abrogazione.
Perchè i politici che aizzano gli studenti non l'hanno ancora fatto? Di Pietro e Bersani hanno paura di dover spiegare bene a tutti gli italiani ciò che vogliono abolire e preferiscono usare i ragazzi a mò di ariete per sfondare le porte dei Palazzi?
Gli studenti non hanno colpe. L'insanità mentale non è nelle loro menti ma in quelle dei politici che non li tutelano usando i mezzi e le leggi idonee a cambiare ciò che a tanti sembra sbagliato. Mezzi e leggi che ci sono e che il nostro ordinamento costituzionale prevede di usare in questi casi.
A mio parere occorre che la Gelmini istituisca una prova civica, e dato che ci siamo anche una di cultura generale, atta a stabilire inequivocabilmente chi può o non può entrare alla Camera e al Senato.
Mi piacerebbe vedere i banchi e gli scranni desolantemente vuoti!
1 commento:
C'è un amabile foto che gironzola sui social che recita: se si insegnasse a meditare ai bambini, avremmo risolto parte dei problemi che nascono dalla violenza. Non è testuale, ma è il succo. Diversi studi, persino ad Harvard e altre università, o centri per il reinserimento di veterani di guerra, sta studiando le teorie tramandate dai monaci buddhisti in primis, per valutare la validità scientifica.
Eppure, la strumentalizzazione dei giovani, che devono imparare a recitare slogan, divenire informi per una massa informe di gruppuscoli che si odiano a vicenda, li abbiamo vissuti tutti.
L'uomo ha una battagli da compiere in se stesso ormai: tra il materialismo totale e l'ascesi massima. Quel che era un bipolarismo geopolitico, ora per me è dentro ogni singolo.
Qui ho visto tante battaglie contro l'innalzamento delle tasse, ma pochissimi a osservare i contenuti dei loro programmi.
La validità e l'utilità di quello che mi viene impartito può fare un magistrato esperto o un magistrato ingenuotto. Per esempio
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