giovedì 29 giugno 2017

Appello Massimo Bossetti. A Brescia si proietteranno ancora favole comiche da cinema muto?

Di Gilberto Migliorini


Non c’è da nascondersi dietro a un dito. La sentenza di secondo grado non può che decretare un verdetto di colpevolezza: quella di Massimo Bossetti o quella di un tribunale che ha condannato un innocente senza uno straccio di prova, senza una parvenza di indizio e senza nemmeno la scusante di un errore giudiziario. Riconoscere che Massimo Bossetti è completamente estraneo all’omicidio della povera Yara sarebbe un giudizio che non cerca né compromessi né virtuosismi sull’asse di equilibrio. Per quanti salti mortali si possano fare nelle motivazioni e per quanto si vogliano salvare capra e cavoli, in una mediazione da funambolici camminatori sulla fune, l’assoluzione del carpentiere di Mapello sarebbe un atto di accusa verso tutti coloro che hanno fatto di Bossetti un pedofilo assassino e il protagonista di un film di pura invenzione.

Il cinema muto, coi sottotitoli a didascalia per lo spettatore catturato dalla magia della lanterna magica, è in grado di creare illusioni da fata morgana, di proiettare con una semplice candela l’immagine dipinta, un pre-cinema con l’imbonitore che spiega a un pubblico ancora acerbo e incapace la sequenza delle lastre disegnate, illustrandone il significato e dando loro valore esplicativo e… probatorio. Lo spettacolo della lanterna magica, tra didattica e intrattenimento, è un accostamento di immagini vere e immagini di fantasia nell’incerta demarcazione tra scienza e suggestione, tra realtà e immaginario, tra riscontri documentali e superstizioni.

È un delitto quello della povera Yara ancora tutto da decifrare... e non è detto abbia davvero una matrice sessuale. Nel caso che l’imputato risulti prosciolto non ci sarebbero formule, anche le più arzigogolate da prestidigitatore del diritto, che possano alleviare le responsabilità di  una sentenza di primo grado costruita sul niente, nella più assoluta mancanza di riscontri se non quelli di un illusionismo di movimenti con immagini di fantasia.

Sarebbe del tutto evidente che la condanna in primo grado è stata comminata su un teorema tanto inverosimile quanto capzioso, senza neppure una parvenza di logica e di consequenzialità, costruito con l’ago e il filo a cucire insieme un vestito da arlecchino, assemblando in modo allusivo le pezze di una vita irreprensibile e senza macchie e gli scampoli di un acido desossiribonucleico più miracoloso dell’acqua benedetta e più immutabile della sacra sindone... anche se immerso nell’acqua e nel fango. Si è costruita una commedia dell’arte con frammenti di vita di un uomo del tutto banalmente normali con quei nanogrammi di reperti monchi e sorprendentemente integri per mesi nel campo dei miracoli, zecchini di una improbabile favola collodiana.

Che tutta la storia del carpentiere assassino sia solo una silloge inverosimile ce lo dice la sceneggiatura del delitto secondo la ricostruzione dell’accusa, uno slapstick tra il comico e l’horror, credibile come il cretinetti di André Deed o il personaggio di un Buster Keaton dal talento acrobatico nei continui ribaltamenti di senso, circonvoluzioni e salti mortali, capovolte, flic e rondate. È un copione quello che vede per protagonista il muratore di Mapello che potrebbe tranquillamente far concorrenza al teatro dell’assurdo, una storia tra Kafka e Beckett, più incongrua e paradossale di una patafisica delle soluzioni immaginarie.

La ricostruzione del delitto ha il gusto illusionista del film-giocattolo, del non-sense, una gag visionaria ed evocativa con un montaggio di camioncini farlocchi, di lampade solari e di sabbia per marciapiedi… olte a tutti quegli ingredienti che l’apparato massmediatico è riuscito a inserire in una narrazione continuamente aggiornata sui canoni del gossip e della notizia (più o meno inventata) dell’ultima ora. Pressioni sull’onda dell’indiscrezione e del pettegolezzo, scambi epistolari rivelatori ed emblematici per indurre a confessare il delitto, per magari dare poi all’imputato pentito e folgorato dal ravvedimento uno sconto di pena con un colpo al cerchio e quell’altro alla botte come nella migliore tradizione della giustizia italica.

Tutta la ricostruzione del delitto appare una parodia involontaria, una digressione onirica tanto inverosimile quanto suggestiva, a cominciare da una ragazzina che salirebbe - forse volontariamente, forse sedotta con l’inganno o forse a viva forza - sul torpedone del carpentiere senza che nessuno lì attorno si sia accorto di niente, senza nemmeno il sentore di un grido o di un lamento. O forse la povera Yara, come han detto alcuni, è stata folgorata all’idea di un muratore alla guida di un camioncino che qualsiasi adolescente troverebbe davvero intrigante?

Sembra l’ambientazione di un sogno, la classica sceneggiatura da cinema muto, evanescente e fantastica dove realtà e finzione si mescolano per un pubblico che cerca evasione nell’immaginario di una pellicola. L’azione del ciack si gira è quella di un film con il clown assassino alla It di Stephen King in una azione surreale e inquietante di un immaginario romanzesco lugubre e pernicioso.

Una ragazzina che appena in vettura avrebbe potuto scendere all’istante mentre il suo supposto sequestratore non faceva in tempo a mettersi alla guida e innestare la marcia: una ricostruzione dove le azioni elementari e ovvie diventano complesse e quelle impossibili, come caricare da solo sul camioncino la vittima designata e costringerla sul sedile (o sul cassone?), diventano facilissime senza che la povera Yara non chiami aiuto né scappi via. Nella profondità di campo si insinua quella contraddizione tra primo piano e sfondo: l’uscita dalla palestra che nessuno ha visto diviene la premessa per l’inquadratura che vede la povera ragazza, volente o nolente, sul furgone di Bossetti,: tutto in una visione, in un sogno che per magia diviene realtà. Se non fosse che di mezzo c’è un omicidio sembrerebbe l’azione di un Larry Semon (Ridolini) con lo slow burn, o quella dei cartoni animati alla Tom e Jerry, o Wile il Coyote che cattura Beep Beep: uno splatterstick con i Keystone Cops (poliziotti sciocchi) che inseguono sempre la persona sbagliata.

La rappresentazione fantozziana non è solo surreale, sembra di entrare nello schermo dove personaggi del cinema muto acquistano credibilità per il ritmo della pantomima suggestiva più che per la storia del tutto inverosimile e di un contorsionismo funambolico messa insieme come un meccano in cui i pezzi non combaciano nemmeno a tenerli insieme con il mastice, imbullonati ad una scultura d’arte moderna dove gli elementi sono assemblati con una fisica puramente concettuale. Il carpentiere di Mapello più che un personaggio reale appare come un diabolico gatto Silvestro, un cartoon o un fumetto che grazie a un Dna monco e d’amianto diventa protagonista di una sceneggiatura surreale e inverosimile.

Se non fosse che c’è di mezzo un delitto, la rappresentazione dell’accusa avrebbe la cadenza visionaria di una parodia. Un carpentiere onesto e lavoratore viene trasformato in pedofilo e assassino... un po’ come la Queen Kelly, film maledetto del cinema muto di Eric von Stroheim, dove Gloria Swanson da giovane educanda si riduce a regina di un bordello. Nonostante la seriosità e la tragicità con la quale ci viene raccontato di quei nanogrammi che inchiodano, tutta la rappresentazione - così come ci viene descritta - appare il copione di un film senza capo né coda, una storia ‘verista’ costruita con la lanterna magica di fumetti. Nella celebre opera di Escher, in una tavola sono raffigurate due mani impegnate a disegnarsi l'un l’altra... un enigma irrisolvibile quello di capire quale delle due mani disegna e quale sia disegnata. Come irrisolvibile è l'arcano creato a Bergamo: quale scenario descrive quel Dna monco e indistruttibile?

Le accuse al carpentiere sono formulate in una ricostruzione nella quale non manca la drammaticità in una profilazione del personaggio ricca di spunti biografici, di notazioni psico-caratteriali e diagnosi antropologiche. Stemperando però tutti gli elementi puramente virtuali, sottraendo tutto quello che è pura invenzione narrativa, fantasia e diceria - una visione supportata solamente da congetture e induzioni – rimangono solo nanogrammi ‘singolari’... e indiscutibilmente rimane la comicità dello slapstick, dell’umorismo di una ricostruzione assurda e improbabile di un film da cinema muto. Senza quel Dna impossibile, una bobina dove si è immagazzinato tutto intero lo script, rimangono soltanto gli elementi surreali di una ricostruzione puramente immaginaria, senza alcun riscontro che non sia un mero opinare non buono da accettare in tribunale.

Tutto il film è basato su illazioni, dall’uscita dalla palestra fino al ritrovamento in quel campo di Chignolo con tutte le contraddizioni di una scena del delitto per niente credibile: un corpo che sarebbe sempre rimasto lì, non avvistato per mesi, né dai pendolari del sesso a pagamento né dei trasvolatori ed elicotteristi, né dai runner né dalle coppiette in cerca di intimità, né dagli addestratori di cani. Sarebbe rimasto lì con quel giubbino che resta integro e pressoché immacolato per mesi alle intemperie nella brughiera.

Tutto il copione Bossetti sembra cavato fuori da un’opera di animazione,  vignette con lo storyboard, i dialoghi e il timing, tutto concentrato, implementato nei famosi nanogrammi sulle mutandine, la lanterna magica in grado di proiettare tutto intero un film con i dialoghi in didascalia, descrivendo perfino nel dettaglio perversioni e crudeltà del protagonista.

Che quel Dna non sia coevo all’omicidio, ma che sia finito colà, sulla biancheria intima, dove è più facile immaginare lo scenario teatrale, solleva più di un dubbio in quel film che il carpentiere di Mapello è obbligato a interpretare suo malgrado.

Ma perché un acido desossiribonucleico monco?

Ci dicono che in fondo è proprio il nDna quello che conta davvero, come dire che se anche non trovo la pistola dell’assassino sono i proiettili quelli che fanno la differenza, e di sicuro, ci dicono, sono di quell'arma. Non sarà che la pistola di fabbricazione, come una moneta fresca di conio, aveva un look troppo balisticamente avveniristico, troppo smaccatamente e ‘ballisticamente’ neologista, fin troppo nuovo di pacca?

Siamo ai titoli di coda di un film dove tutto, anche l'impossibile, è diventato possibile. Un film diretto da un regista "forte" che ha propagandato al massimo il suo prodotto commerciale. Il film, a detta dei produttori, è venuto bene e la critica, quella che conta davvero nei format, si dice entusiasta della resa spettacolare - salvo qualche distinguo

Il Dna, parola magica di uso corrente come lo spazzolino e il dentifricio, è ormai entrato nell’imaginario collettivo come l’elemento che inchioda. Qualcuno dice solo che lava più bianco... come un detersivo. L’acronimo ha la stessa potenza evocatrice di quelli che un tempo erano le formule magiche come abracadabra o apriti sesamo.


Le incongruenze e le contraddizioni al di là di ogni ragionevole dubbio non trovano consonanza in quella che è solo una finzione, senza pretesa di rispecchiare la realtà. Proprio come nel cinema muto il montaggio narrativo sposta la vecchia inquadratura unica introducendo più inserti, dettagli e soggettive, il regista diventa il ‘narratore invisibile’. Il personaggio principale è solo uno dei tanti elementi della storia, il lupus in fabula o, come nel celebre saggio di Umberto Eco, un lector in fabula...

Perché, ovviamente, è sempre il lettore (telespettatore) il vero protagonista... quello che fruirà delle fantasie scenografiche e le farà sue...



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114 commenti:

Vanna ha detto...

Ciao Gilberto,
condivido in toto ed estrapolo:
"...È un delitto quello della povera Yara ancora tutto da decifrare... e non è detto abbia davvero una matrice sessuale..."

Difatti, secondo me è questa la chiave per capire il fatto, troppa importanza è stata data alla matrice sessuale, per di più familiare ed ereditaria, secondo progetto a monte scontato e stupido che ha oscurato altro.

In realtà l'altro non è stato oscurato ma al contrario è stato messo in evidenza da tutto quello che è strano in questo caso.

Bruno ha detto...

@Gilberto, il tuo articolo è come al solito molto interessante. Cosa cercherà di fare accusa e parte civile per tenere in cella il prigioniero (di stato?) Bossetti, dopo la recente notizia della foto satellitare. Mi meraviglio che la procura non avesse acquisito questo documento basilare per capire quanto asserisce. Ecco quanto si legge su Tiscali: "Fino a un mese prima del ritrovamento, il corpo di Yara non era nel campo di Chignolo d'Isola: lo dimostra una foto satellitare scattata il 24 gennaio 2011" A rivelarlo è la difesa di Massimo Bossetti, il muratore condannato all'ergastolo in primo grado per l'omicidio della 13enne Yara Gambirasio. La fotografia è stata ora allegata nei motivi aggiunti alla richiesta d'appello presentata dagli avvocati di Bossetti.

Anonimo ha detto...

....e siamo rimasti in 3, più i somari, naturalmente...

Bruno ha detto...

@Anonimo, l'asino è uno degli animali più puliti e sopratutto intelligenti che si conosca. Inoltre ti aggiungo è molto meglio essere un somaro che uno sciacallo che gode della disgrazia altrui.

magica ha detto...

buongiorno
stiamo vivendo in un clima maligno . qualcosa deve essere successo di brutto, se assistiamo a tante malvagita'.. non ci credo molto al diavolo, ma penso che , la vita di noi tutti non sara' mai piu' quella di una volta - avvengono troppe bassezze, verso chi si vuole difendere , il clima dovrebbe essere di dialogo sereno , vagliare tutto il possibile, affinchè non vengano commesse atrocita' -.
invece si continua con noncuranza . con saccenza di indovinare gli scenari con considerazioni del cazzo .
ok , ascoltando i commenti dei social sul caso BOSSETTI una persona evidenziava il fatto, che , avevano trovato il D.N.A. DELLA istruttrice della palestra : sulla manica del giubbotto della ragazzina .. trovata dopo 3 mesi all'aperto in mezzo ad un campo ,nel periodo peggiore dell'inverno , con intemperie di pioggia neve , vento, nebbia.. e chi ne ha piu' ne metta.
ma trovarono la traccia.
.. l'unica incongruenza è che sul corpo dei YARA OLTRE ALLA MACCHIOLINA DI SANGUE con i D.N.A. NON trovarono NULLA RICONDuCIBILE A BOSSETTI((((AH CERTO del GIOVANOTTO ELEGANTE, E PROFUMATO, MOLTO INTRIGANTE )))) mettiamo FOSSE SALITA volontariarmente l'avra' aiutata a salire sulla luccicante vettura no? .
se invece avesse rapita la ragazzina , ancora di piu' dovevano trovare tracce di bossetti, sul giubbotto o in altri indumenti, perchè solo quelle della BRENA? . . e di BOSSETTI SOLO UNA MACCHIOLINA PICCOLISSIMA ? avra' spostato i pantaloni per macchiare lo slip . ma lo fece con il pensiero .

Ismaele ha detto...

la foto ad alta risoluzione e' sul sito di macchianera (per inciso, trovata mentre produceva un documentario di OTTO puntate su ignoto1... a conferma del post precedente...). Se le proporzioni indicate come riferimento nella foto sono giuste, non c'e' verso: il cadavere non era li'.

Una parola definitiva potrebbe averla data un satellite militare, se per qualche incredibile caso avesse inquadrato quella zona in quei tre mesi (difficile, ma d'altra parte non e' dato sapere se i satelliti militari abbiano anche funzione di mappatura del territorio).

Il reperto e' potenzialmente esplosivo, ma c'e' un problema: diventa un drammatico indizio di coinvolgimento nel delitto dell'istruttrice.

Infatti:

- si e' sempre detto che il DNA di Bossetti si e' conservato in ottime condizioni perche' protetto dagli indumenti esterni, che infatti non ne hanno tracce

- il fatto che le tracce del DNA dell'istruttrice, in posizioni critiche (compatibili con un'azione di trascinamento del corpo), cosi' abbondante, cosi' esposto alle intemperie era difficilmente spiegabile con l'ipotesi di semplice DNA da contatto

SE si ipotizza che il corpo e' stato portato sul luogo del ritrovamento poco prima, la posizione dell'istruttrice si complica e diventa molto piu' complicata da spiegare.

Non so se per tecnicismi giuridici o per pregiudizio, non si e' voluta riesaminare la posizione dell'istruttrice. Credo che questo sia ancora piu' difficile in appello.

A proposito di tecnicismi giuridici: ho letto che la sentenza e' attesa per fine luglio. Come mai si prevede un processo tanto breve?

Vanna ha detto...

Ismaele buongiorno,
sei nuovo? Benvenuto!
Il processo hanno già deciso che sarà breve così, poche chiacchiere, documenti e porte chiuse, tagliano la testa al toro: riconfermano e buttano la chiave al mare.

Copione scritto e previsto fin dal 2010, sono anni che lo scrivo.

Ismaele ha detto...

Ciao Vanna,

grazie, non sono nuovo, ho scritto in passato sempre qui. Riassumo quella che dall'inizio e' stata la mia idea, al di la' delle posizioni pro o contro: e' una mostruosita' giuridica stabililre il valore probatorio del DNA quando il corpo e' stato per mesi a disposizione dell'assassino. Cosa che vale ancora di piu', ovviamente, se il corpo viene spostato per farlo ritrovare. Questo come principio generale, perche' nel caso Bossetti ci sono una enorme quantita' di anomalie.

Condivido la tua sensazione, e credo che Salvagni stia seguendo una strategia sbagliata: troppo dispersiva per certi versi, troppo di scontro verso le istituzioni. Lo sai anche quando fai ricorso per una multa che ti e' stata data ingiustamente che non denunci per falso una pattuglia: sei destinato a soccombere. Vai per vie traverse. Una volta mi multarono pretestuosamente perche' secondo loro ero fermo sulla carreggiata (!), io ebbi il colpo di genio al momento del verbale (ricordavo il codice, per fortuna, anche se non volevano farmelo vedere!!!) e feci aggiungere al verbale quattro paroline "precisamente sulla corsia di emergenza". Feci ricorso solo citando la definizione di carreggiata nel codice della strada. Stop. Niente riferimenti al contesto, alle circostanze ecc. ecc.

Bossetti ha dalla sua parte il fatto di essere diventato un caso mediatico che, se da una parte ha distrutto la sua vita, comunque vada a finire, dall'altra porta un'attenzione al caso che potrebbe favorirlo processualmente (per esempio, qualcuno va a cercare le foto satellitari perche' deve produrre un documentario sul caso...).

C'e' un'altra sostanziale anomalia nella vicenda. Normalmente, a meno che non sia un prete, il semplice sospettato di pedofilia (NON il sospetto assassino di una bambina) si ritrova la gente con i forconi e le torce fuori di casa. Il fatto che nella sua zona abbia un nutrito gruppo di sostenitori (certo, alcuni un po' stravaganti) lascia pensare che nella stessa zona ci sia una diffusa consapevolezza di un contesto ambientale... torbido. Mettiamola cosi': quando i cani sono impazziti al cantiere di Mapello (sicuramente molto "chiacchierato" in una zona in cui molti lavorano nel settore) questo non deve aver stupito molti, cosi' come non avra' stupito una certa piega delle indagini a proposito della stessa pista. Il paese e' piccolo... sicuramente dal momento del ritrovamento fino all'arresto di Bossetti qualche voce piu' o meno fondata sara' girata.

A questo punto, sorge un'altra domanda: perche' si ha bisogno di un colpevole a tutti i costi? In fondo, non siamo il paese dei mille delitti insoluti? Se le televisioni non insistessero, il caso sarebbe rapidamente dimenticato. E' probabile che le motivazioni non vadano cercate nel ruolo dell'opinione pubblica, ma tra gli attori in gioco. Era chiaro anche all'esterno che a Bergamo molti avevano messo a rischio la propria carriera con un'indagine costosa. Mi pare di ricordare che il povero Zornitta "Unabomber" salto' fuori quando la squadra che si dedicava alla sua ricerca stava per essere sciolta. Pero', in questo caso, a Bergamo e' tutto finito "bene". Non credo che un'assoluzione nella formula piu' bizantina possibile potrebbe avere ricadute sugli inquirenti (i giudici del caso Tortora hanno tutti fatto carriera, e non si contano i questori con un passato quantomeno controverso).

(continua)

Ismaele ha detto...

Percio' dico che l'indizio a discapito di Bossetti e' un'arma a doppio taglio: perche' assegna un ruolo troppo importante a chi (a torto o a ragione) e' stato escluso dall'indagine. Gli scenari possono essere i piu' strani. Faccio solo un esempio: nelle indagini sui trafficanti di droga si usano anche infiltrati e queste operazioni sono particolarmente delicate. Non e' un mistero che nella famosa Lopav ci siano stati diversi arresti per traffico di droga. E se proprio al momento dell'assassinio di Yara fosse stata in corso un'operazione delicatissima che rischiava di saltare (e di "bruciare" degli infiltrati?). Qualcuno avrebbe avuto un legittimo interesse di sviare l'attenzione dal cantiere. Naturalmente e' solo un'ipotesi per spiegarmi, non credo che che le cose siano andate effettivamente cosi'. Dico solo che, come moltissimi in zona credevano, il nodo di tutto e' quel famoso cantiere e le persone che ci girano attorno, delle quali i locali sanno molto piu' di noi. Di sicuro e' stato attuato un depistaggio, che pero' non e' stato coordinato. Altrimenti non si sarebbero trovate le tracce dell'istruttrice. Il corpo e' stato nascosto fra i rovi, probabilmente affinche' non si ritrovasse per diverso tempo. Oppure qualcuno ha commesso un errore stupido... oppure, e questo sarebbe paradossale, l'obiettivo del depistaggio era proprio scaricare la colpa sull'istruttrice! (beh, Yara e' stata rivestita... diciamo che se io avessi trascinato un corpo afferrandolo per il giubbotto, dopo mi sarei riportato indietro il giubbotto). Certo che quella foto (che per me e' sufficientemente chiara: basta vedere come risultano contrastati i dettagli fuori dal prato) fa anche capire che si voleva far ritrovare quel corpo, e proprio li'. E magari a questa in questa faccenda non sono per niente incidentali le storie di droga e l'altro omicidio nella stessa zona. Magari e' proprio Yara ad essere un grosso elemento di distrazione (o peggio). Una matassa molto intricata dove c'e' qualcosa che fa ben sperare: secondo me chi ha agito in malafede e' una minoranza. Tutti gli altri hanno sbagliato oppure hanno seguito l'emotivita' (posso dire senza sembrare sessista che i casi di pedofilia e violenza sulle donne scatenano fortissime emozioni?).

Questi sbagli hanno creato una serie di contraddizioni logiche che la difesa dovrebbe evidenziare e sfruttare per l'assoluzione. Non e' compito della difesa scoprire eventuali pressioni degli inquirenti, se ci sono i servizi, cosa ha fatto Hacking Team, ecc. ecc. Non e' il caso di entrare nel merito del depistaggio, che sicuramente c'e' stato, ma ad opera di chi e perche'... boh! Del resto il depistatore protegge prima se stesso.

Gia' la ricostruzione del delitto era estremamente lacunosa. La foto da' un colpo ad uno dei suoi appigli precari... La Bongiorno e' riuscita a ottenere assoluzioni con molto meno...

A proposito, metto il link della foto, per comodita':

https://i1.wp.com/www.macchianera.net/wp-content/uploads/2017/06/YaraSatelliteChignolo-Unknown1-1.png

maria ha detto...

Certo che più sfortunato di così, Bossetti...
Martani è uno bravo, è colui che ha coordinato le indagini sul delitto Ragone- Costanza. Quando l'ho visto mi è preso un colpo.
Quanto ha scritto Gilberto è vero. Vedo la condanna all'orizzonte.
Ismaele ha ragione sulla difesa. La strategia è sbagliata.

Anonimo ha detto...

come mai tutto questo schierarsi per il Bossetti (per me colpevole senza ombra di dubbio, dna, riprese video, alibi, celle tel, pc, lo scappare davanti ai carabinieri....) e invece silenzio su Alberto Stasi quello si innocente in carcere e senza uno straccio di prova?!

Ismaele ha detto...

Non siamo ne' Bossettisti, ne' ipergarantisti. Il caso Stasi e' un'altra bruttissima storia. Tutti i casi in cui e' si molto discusso (Erba, Donegani, Sollecito-Knox ecc.) hanno qualcosa in comune: assenza dell'arma del delitto, dinamica sconosciuta e ricostruita in maniera incoerente e/o lacunosa, movente poco plausibile. I processi sono processi indiziari in cui un indizio (spesso il DNA) viene promosso a "prova regina", sorvolando su una serie di dettagli e procedure che hanno grande importanza nella valutazione del suo valore (le tracce sono spesso degradate, la natura di queste tracce e' spesso ignota, spesso sono tracce che potevano essere normalmente lasciate in quanto gli indagati erano amici, parenti, compagni della vittima ecc.).

Non e' necessario che mi dilunghi: su questo blog ci sono degli articoli di un ex magistrato che racconta quali sono i perversi meccanismi della giustizia che portano al centro il ruolo dei periti, chiamati a riempire un evidente deficit di capacita' investigative.

Mi sorprende che le persone siano cosi' pronte (e a ragione) a criticare un medico che "visita" le cartelle cliniche senza un esame obiettivo del paziente eppure e' pronta ad accettare un atteggiamento simile in campo giudiziario.

Gli assassini (quelli veri) sono diventati estremamente consapevoli delle metodiche investigative e agiscono di conseguenza. Il lavoro degli investigatori deve tenerne conto. Nel caso di Yara, il vantaggio dato all'assassino/i (piu' di una notte) ha compromesso in maniera irrecuperabile la possibilita' di arrivare ad una verita' processuale limpida. Moltissimi dettagli parlano di un tentativo di depistaggio, il problema e' capire ad opera di chi. Certo, potrebbe essere stato anche Bossetti a disseminare tante stranezze, ma crederci e' un atto di fede.

magica ha detto...

caro anonimo tu sei un lettore di giallo ?
tu lo sai che gli indizi che hai scritto sono stati
annullati , . indizi ridicoli a falsati per incastrare un uomo , loro nella loro testolina vuota , credevano d'aver trovato il colpevole , poi accortisi che nulla di quello che avevano supposto ebbero comferme .
cominciarono a trovare indizi e prove sperando di trovare il bandolo della matassa - tu sei uno di quelli che leggendo giallo , ti sei fatto infinocchiare . ok?

Anonimo ha detto...

Bravo Ismaele

Anonimo ha detto...

Da leggere anche su questo blog, le conclusioni riguardo il dna di ignoto uno

http://chisigma51.blogspot.it/2017/07/un-interessante-articolo-del-guardian.html

Gilberto ha detto...

All'anonimo del 7 luglio 2017 10:58:00

Qui nel blog puoi trovare diversi articoli sul caso Stasi.

magica ha detto...

ismaele.ù dicci quali stranezze.

Ismaele ha detto...

@magica: dai, se ne parla da anni.. ma partiamo proprio dall'inizio, che e' piu' facile. Il telefono sparito, batteria e sim nelle tasche di Yara, con la sim accuratamente ripulita anche dalle impronte di Yara (ora ditemi Yara ha tirato fuori la sim coi guanti...). Perche' mai non far sparire tutto il telefono? Forse perche' si voleva che si ritrovassero quei 79 numeri?

Quindi avremmo un assassino che disattiva quasi immediatamente il cellulare di Yara, togliendo batteria e sim e poi lascia una traccia biologica sulle mutandine... mah!

Ragionando, invece l'ipotesi piu' plausibile e' che qualcuno abbia aggredito Yara. Per spostare in avanti l'ora del delitto (magari per crearsi un alibi..) ha usato il telefonino per mandare un messaggio. Poi lo ha smontato e lo ha distrutto, forse perche' temeva di aver lasciato tracce... pero' ha deciso di far ritrovare la sim...

Di stranezze e' pieno, nel DNA meglio non entrare. Ogni assassino cerca di inquinare le prove. Ma un'ipotesi d'accusa deve anche ricostruire la dinamica dell'inquinamento da parte dell'imputato.

Dan F. Rinaldi ha detto...

@ Ismaele

In linea teorica avresti molte ragioni coi tuoi discorsi ma bisogna tenere sempre presente il DNA nucleare e la mancanza del mitocondriale: se si ritiene possibile che qualcuno possa aver depistato usando un fluido biologico di Bossetti (sangue ad es ma non sperma), allora automaticamente si dà ragione all'accusa quando dice che è assai probabile non trovare il mitocondriale in traccia mista e dunque bisognerebbe lasciar cadere del tutto questa "aporia" che invece è stato il cavallo di battaglia della difesa sino all'altro ieri (ieri mi pare ne abbiano parlato poco). Sarebbe un cambio radicale di strategia che, però, dovrebbe avere almeno qualche straccio di indizio credibile a supporto.

Inoltre, e non è poco, bisognerebbe spiegare la casualità di un depistatore che, depistando, incolpa un individuo che ha tutte le possibilità per essere l'assassino, alcuni piccoli indizi sfavorevoli e nulla da portare a propria discolpa (men che meno un alibi). Fortuna sfacciata del depistatore oppure questo fantomatico depistatore sapeva che Bossetti non avrebbe potuto discolparsi? E se lo sapeva come mai lo sapeva? Come faceva a sapere che magari quella sera verso le 19 Bossetti non aveva preso una multa o non aveva ricevuto una telefonata o un sms a casa o lì vicino?

Se invece si insiste con l'aporia del mitocondriale mancante non si può più parlare di un depistaggio semplice ma di uno ben più sofisticato che usa solo DNA nucleare: e anche in questo caso, a maggior ragione visto il grado di depistaggio, bisogna domandarsi perché incolpare proprio Bossetti.

L'accusa ha abbozzato una possibile dinamica dei fatti principali (troppo abbozzata direi...) e non ha mai parlato di tentato inquinamento da parte dell'imputato -- questo pur essendo il corpo della vittima a disposizione dell'assassino per 3 mesi: è anche abbastanza ovvio perché non l'abbia fatto.

Ismaele ha detto...

Purtroppo qui ci sono alcuni punti nebulosi, a cominciare dal DNA.

Quello della Brena e' abbondante e chiaro. Diamo per scontato che le indagini siano state fatte con l'assistenza di un difensore (lo spero...).

Quello di Bossetti e' piu' dubbio, ma soprattutto la difesa non ha potuto verificare. Si faccia questa perizia con l'assistenza della difesa. E' il minimo sindacale... altrimenti e' inquisizione.

A questo punto, se la perizia conferma che il DNA e' di Bossetti, abbiamo:

2 DNA sul corpo della vittima identificati.

Un corpo che molto probabilmente e' stato trasportato sul luogo del ritrovamento: non l'hanno trovato i cani, non l'hanno trovato i volontari, non l'ha trovato la polizia quando hanno fatto i rilievi per un altro delitto dello stesso campo, non l'hanno trovato i ciclisti, gli sportivi, ecc. Inoltre, almeno le tracce della Brena sono troppo nette per essere rimaste tre mesi.

A questo punto qual e' lo scenario piu' probabile, omicidio a parte? Che Brena e Bossetti abbiano trasportato o quanto meno entrati in contatto col corpo poco prima del ritrovamento. Sanno piu' di quanto dicano. Bene, li si arresta entrambi e si fa pressione perche' confessino (e con due CONTEMPORANEAMENTE dentro e' molto piu' facile, e' il dilemma del prigioniero...).

Se il DNA non e' riconducibile a Bossetti, a questo punto esce di scena e rimane la Brena. Ovviamente, cambia anche la situazione, perche' non e' plausibile che il corpo sia stato spostato da una persona sola. E naturalmente, tornano tutti i discorsi che sono stati fatti per Bossetti: su un cadavere ritrovato a tre mesi dal delitto il DNA ha l'importanza che avrebbe se ritrovato su una scena del delitto correttamente ispezionata. E' un indizio. La natura della traccia (sangue) pero' deve essere spiegata.

Dan F. Rinaldi ha detto...

@ Ismaele

Quindi per te la mancanza del mitocondriale non sarebbe un problema se una nuova perizia ritrovasse ancora il nucleare di Bossetti (e naturalmente non il mitocondriale). Se è così quanto dici è sensato: gli inquirenti però hanno escluso già da tempo un coinvolgimento della Brena, focalizzandosi esclusivamente sul maschio Ignoto1 che ha lasciato la traccia sugli slip. Perché? Non si è capito, almeno non ho capito io, in base a che cosa abbiano escluso del tutto l'istruttrice (che è innocente sino a prova contraria, sia ben chiaro!): avranno avuto buone ragioni? Spero di sì.

Se una nuova perizia escludesse Bossetti (ma ci credo poco) hai ragione a dire che resterebbe la Brena: ma se il suo coinvolgimento è già stato escluso da tempo come si fa?

Ismaele ha detto...

@Dan F. : ovviamente la perizia deve poter spiegare la mancanza del mitocondriale. In linea generale, se fosse possibile escludere con altre analisi la possibilita' di una manipolazione (ma bisognerebbe indicare la natura della traccia) un'ipotesi plausibile sulla sua assenza potrebbe bastare.

Non so se resti solo la Brena, in realta'. Non avevano trovato un lembo di pelle con pelo pubico incastrato nell'apparecchio di Yara? Ecco, quella sarebbe una traccia ben piu' interessante... Almeno sappiamo cos'e' e si puo' immaginare che sia finita li' in precise circostanze. Non sarebbe una prova, ma un indizio piuttosto pesante. Nel senso che si puo' pensare anche li' ad un indizio falso, pero' a quel punto il cerchio si stringerebbe: o l'imputato, o qualcun altro che ha avuto accesso al suo pube.

MAGICA ha detto...

non comprendo la risposta di ISMAELE
ALLA MIA DOMANDA DEL 7 LUGLIO ALLE 19
ISMAELE PENSA CHE SU QUESTO CASO IO SIA COLPEVOLISTA? -
BOH! SI VEDE CHE NON HA MAI LETTO I MIEI COMMENTI
SARA' PERCHè NON SONO UNA LUMINARE DEL BLOG?
FAMMI UN PIACERE PENSA .
ISMAELE , INOLTRE NON CAPISCO LA TUA IDEA, CHE L'ASSASSINO ABBIA DEPISTATO L'ORA DELL'OMICIDIO . QUELLA NON LA PUO' SAPERE NESSUNO . SAPPIAMO SOLO L'ORA QUASI ESATTA DELLA SPARIZIONE DI YARA . MA DEPISTARE L'ORA DI UN ASASSINIO NON è POSSIBILE . BISOGNAVA ESSERE PRESENTI AL FATTO PER SAPERLO .

Vanna ha detto...

DanF
"...Se una nuova perizia escludesse Bossetti (ma ci credo poco) hai ragione a dire che resterebbe la Brena: ma se il suo coinvolgimento è già stato escluso da tempo come si fa?"
Non si smentisci eh: partecipi giri nel pentoloni per infilarci dentro un " ...ma ci credo poco) ed infili ancora che "la Brena è stata esclusa"...
Non ti pone domande, lo dai per scontato e fatto bene ovviamente.
Cioè riconfermi l'accusa per uno e la libertà per l'altra.
E quindi sei tra coloro che partecipano al dialogo con passo felpato per confermare il benfatto iniquo.

Questo modo subdolo di intercalare è sgradevole e stupido.

Nautilina ha detto...

Gli avvocati di Bossetti stanno dicendo che probabilmente sul corpo di Yara è stato compiuto un depistaggio, ad opera non degli inquirenti ma del vero colpevole.
L'idea non è assurda, anzi, ha molti fondamenti visto il modo in cui è stato trovato il corpo della bambina, la tipologia dei tagli e i vestiti in ordine.
L'obiezione ricorrente di Dan F, ossia che il depistatore non poteva sapere se Bossetti avesse un alibi, è sensata in generale ma forse l'autore intendeva solo creare confusione e distogliere le indagini da se stesso, senza voler incolpare nessuno in particolare.
E poi, siccome l'orario del delitto è rimasto piuttosto vago e indefinito, anche se Bossetti avesse preso una multa alle 19 o più tardi (eventualità rara e improbabile perché lui a quell'ora era sempre a casa) gli inquirenti avrebbero sostenuto che Yara era stata aggredita prima o magari dopo.
Le celle telefoniche provano ben poco, da quanto abbiamo visto, ma anche se Bossetti avesse telefonato a qualcuno dall'apparecchio fisso di casa ritorna il ragionamento fatto prima, poteva nascondere Yara e ucciderla dopo la telefonata. O prima.
E questo vale, ovviamente, per qualsiasi altro abitante di Brembate e dintorni.
Nessuno può avere un alibi, dal momento che non si sa a che ora è stata aggredita Yara e nemmeno quando è morta.
L'unico alibi valido sarebbe stato trovarsi mille chilometri lontano da Brembate.
Meglio ancora in Perù come Damiano G.

Wolf ha detto...

Ma si vuole prendere la gente per scema?

Quanto all¹Accusa, mentre a Bergamo il Pm Ruggeri aveva ammesso di non conoscere il movente e la dinamica dell¹omicidio, a Brescia il Sostituto procuratore Marco Martani ha ipotizzato che Yara e Bossetti si conoscessero almeno di vista («I loro sguardi si sono incrociati») e che quella sera, mentre tornava a casa, Yara avrebbe fatto cadere il cellulare rompendolo.

«Ecco perché non è mai stato ritrovato», ha detto Martani, «Proprio in quel momento passava Bossetti che si sarebbe fermato offrendo aiuto. Agli occhi della ragazza non era un personaggio allarmante, forse lo aveva visto in un cantiere con il padre. E sarebbe salita sul camioncino. Cosa è successo dopo ce lo può raccontare solo Bossetti. Ma non lo farà mai».


http://www.informazioneitalia.com/bossetti-clamoroso-la-foto-lo-scagiona-stata-nascosta-dagli-investigatori-la-denuncia-dei-difensori-del-muratore-carcere-piu-3-anni/

Maria ha detto...

Sì perché se cade il cellulare, lo lascio là per strada e recupero solo sim e batteria. Quel tipo di cellulare al massimo si sarebbe spaccato in due e secondo Martani una ragazza come Yara, non ricca e viziata, non avrebbe preso tutti i pezzi per farli vedere ai genitori? Magari sperando di poterlo riparare?
Io lo dico da anni: la soluzione sta nel cellulare. Se riuscissimo a capire perché Yara aveva solo batteria e sim in tasca, arriveremmo all'assassino.

Ismaele ha detto...

Banalmente, potrebbe essere caduto in un tombino o un altro posto inaccessibile. Altrimenti, l'assassino l'ha usato per inviare i messaggi all'amica e, temendo di lasciare impronte o DNA sulla tastiera o nelle fessure, lo ha distrutto. Si dovrebbe capire perche' abbia deciso di pulire e far ritrovare sim e batteria.

Oppure, siamo al motivo piu' banale per cui qualcuno apre un cellulare: cambiare la sim. Se Y ci teneva cosi' tanto ad andare in palestra quella sera, forse doveva incontrare qualcuno. Qualcuno con cui comunicava solo con una sim segreta che le era stata data. Lo ha aspettato in palestra, lui/lei non e' arrivato/a. Si e' accorta di aver fatto tardi e, prevedendo la chiamata dei suoi, ha cambiato la sim per ricevere la chiamata, magari perche' sapeva gia' che avrebbe fatto tardi. A questo punto ha incontrato l'assassino. Che, ovviamente, ha fatto sparire la sim che le aveva fornito, che avrebbe potuto far risalire a lui. E magari si e' preso tutto il cellulare, dopo aver controllato che ci fosse la sua sim, non gli e' interessato di far sparire anche batteria e sim di Y (in effetti, a che pro?). Avrebbe dovuto infilare la mano nelle tasche, lasciando tracce.

Sarebbe interessante sapere se sono state fatte indagini da cui si puo' appurare se quel cellulare ha sempre usato solo e soltanto la sim di Y.

Ora che mi hai fatto pensare... gli sms scambiati tra Martina e Yara potrebbero essere una specie di codice. Forse, la "gara di domenica" era un modo per farsi dire da Y l'ora in cui doveva avvenire qualcosa quella sera, le 8...

Nautilina ha detto...


Ci sono gli ultimi cinque messaggi cancellati da quella sim. Sembra che anche un nome sia stato tolto dalla rubrica (l'elenco non era in ordine alfabetico e non c'entrava la lettera B).
Il primo pensiero è che qualcuno non volesse più comparire tra i contatti di Yara.
E se invece fosse stata la ragazza a cancellare i messaggi e l'indirizzo, magari dopo un litigio? Però a quel punto sarebbe stato facile arrivare a lui/lei, chiedendo alle compagne di Yara con chi aveva litigato. Ma sembra che non avesse litigato con nessuno.

Poi mi chiedo: ma se il colpevole avesse tolto la batteria subito dopo il rapimento per mettere il telefono fuori uso, come avrebbe fatto poi a controllare i messaggi e a cancellare il suo nome dalla rubrica? Doveva rimettere la batteria, e questa operazione non sarebbe risultata in qualche modo?

Oppure anche le operazioni sul telefono fanno parte di un depistaggio: volevano far credere che il colpevole fosse tra i contatti di Yara.

Ad ogni modo, si potrebbe controllare chi manca dall'elenco. Non dev'essere difficile perchè Yara teneva solo gli indirizzi dei compagni di scuola e di danza, dei familiari e dei parenti.

Ismaele ha detto...

@Nautilina, questo non lo so, perche' non se ne e' parlato molto. So solo che si erano ritrovati 79 numeri in un'area "segreta" (??) della sim, e che con uno di questi (un ragazzo) c'era stato un intenso traffico telefonico. Tanto per cambiare, questo ragazzo ovviamente non ricordava nulla (l'acqua del Serio come l'acqua del Lete..). E diceva che era solito prestare il telefono ad amici (???). Per carita', niente di cosi' sospetto, potevano essere solo molto amici, ma quello che rattrista, come scrisse Telese, e' come tutti quelli che hanno avuto rapporti anche stretti con Yara vogliano negarlo. Da un lato e' comprensibile non voler essere tirati dentro, anche marginalmente, in una storia cosi' brutta... dall'altro, e' semplicemente triste. Purtroppo, credo che alla fine di tutti processi rimarra' soltanto una verita' processuale. La linea della difesa (beh, solo Salvagni) e' discutibile. Da una parte non vinci un processo facendo il Calimero in aula, fuori e in tv (pur avendone motivo), dall'altra e' stato capace di attirare attenzione e insinuare il dubbio, almeno nell'opinione pubblica. E puo' essere un gioco delle parti, dove Salvagni si occupa della parte spettacolare (che non e' esclusiva dei nostri tempi, vedi gli oratori romani...) e Camporini si occupa delle contestazioni di merito.

Piu' in generale, diverse..."anomalie" emerse in primo grado (tipo il filmato coi furgoni...) dovrebbero indurre a una riforma per quel che concerne le indagini di questo tipo. Forse, non e' il caso che esistano reparti delle forze dell'ordine che fanno "indagini" (sono piu' di laboratorio, che indagini) di questo tipo per la procura, col rischio di mettere all'angolo la difesa. Forse e' il caso di formare degli specialisti non appartenenti alle forze dell'ordine che compiano questo lavoro con l'obiettivo di fornire dati utili ad entrambe le parti in causa.

Dan F. Rinaldi ha detto...

@ Vanna

Grazie dei complimenti! ;)

@ Nautilina e Ismaele

Non è solo l'alibi, ci sono anche tutti gli indizi, chiamiamoli almeno "non favorevoli"...

Di più, come dicevo sopra, se si parla di depistaggio da parte del vero colpevole/i si pensa certamente anche al fatto che questi abbia contaminato gli slip/leggins con liquido biologico di Bossetti (sangue, lo sperma è stato escluso, anche dalla difesa), se si pensa così allora si lascia cadere di colpo tutta la faccenda del mitocondriale perché si ammette la presenza di sangue dell'imputato senza che sia stato possibile rilevare il mitocondriale! Si lascia quindi cadere il maggior pilastro difensivo sino ad oggi!
Solo ammettendo la contaminazione dolosa con DNA esclusivamente nucleare, dunque sintetico, si esce da questa empasse: è una strada difensiva realisticamente percorribile?

Inoltre un altro punto: se ammetti che il reperto è stato contaminato, dolosamente o no, sinteticamente o no, col DNA di Bossetti, cosa ottieni richiedendo di rifare i test genetici sui reperti? Se è vero quel che assumi (la contaminazione) non potrai che trovare nuovamente il DNA nucleare di Bossetti e, forse, non il suo mitocondriale (se lo trovi è proprio finita...).

Dunque? Di quale depistaggio stiamo parlando che verrebbe rivelato da un nuovo test genetico? Io veramente non l'ho capito...

Maria ha detto...

Assolutamente d'accordo con Dan.
Capra ipotizza che quello sia un dna trasferito sul corpo della ragazza da persona diversa da Bossetti. Lo dice nell'intervista che ho postato tempo fa su questo blog. È la spiegazione piú plausibile.
In questo senso la perizia potrebbe rivelarsi un boomerang per Massimo, io se fossi in Salvagni ci andrei con i piedi di piombo perché se il risultato dovesse essere quello che io sospetto, non ci sarebbe davvero piú nulla da fare.
Purtroppo in 3 anni lo stesso Massimo non è riuscito a fare mente locale e a capire come quel dna possa essere finito sulla ragazzina. Solo lui può trovare una spiegazione, diciamocelo.
Concludo dicendo che Picozzi venerdì sera ha spiegato che Bossetti non ha una personalità sadica.
Visto che io non sono nessuno e le mie considerazioni sono spesso state contestate in questo blog dai colpevolisti tipo gugly e anonimo, spero che almeno le parole di Picozzi abbiano un valore.
Bossetti non è un sadico. L'assassino di Yara, sì.

Nautilina ha detto...

Dan e Maria,
vi ho risposto per sbaglio sotto l'altro articolo di Gilberto...

Ismaele ha detto...

@Dan F.: da quel che ho capito loro puntano alla formazione della prova in condizioni controllate dalla difesa, cioe' all'estrazione del DNA direttamente dal reperto per poi confrontarlo con quello di Bossetti.

Da non esperto, posso dire che e' una strada interessante: lo si potrebbe confrontare con nuovi marcatori non ancora disponibili all'epoca. D'altra parte, se e' stato depositato (prima o dopo il ritrovamente del corpo) del materiale genetico autentico appartenente a Bossetti, il test dara' senz'altro un risultato positivo.

Io lo ammetto: da difensore di Bossetti avrei molte riserve a chiederlo. Perche' bisogna ipotizzare una catena di custodia dei reperti perfetti. E i RIS hanno realizzato quel filmato...

Pero' e' possibile che la difesa abbia in mente qualcosa anche a proposito di questo. Di certo conoscono il caso OJ Simpon. Li' si riusci' a ottenere l'assoluzione anche perche' la difesa trovo' dell'anticoagulante sui reperti. Probabilmente non saranno state fatte indagini per appurare la possibilita' di una contaminazione intenzionale ed possibile che la difesa punti anche a quelle.

Ivana ha detto...

Ciao, Dan, leggo sempre volentieri ciò che scrivi, con il tuo immancabile stile chiaro e scorrevole, anche se talvolta il mio punto di vista non coincide completamente con il tuo.

Hai scritto: "Solo ammettendo la contaminazione dolosa con DNA esclusivamente nucleare, dunque sintetico, si esce da questa empasse: è una strada difensiva realisticamente percorribile?"

Ritengo che potrebbe essere una strada percorribile in nome del massimo rigore scientifico.
Una traccia (di sangue? Lo sperma è stato escluso) che presenta un DNA nucleare senza il proprio DNA mitocondriale lascia il dubbio: potrebbe trattarsi di DNA sintetico, per cui diventa necessario e indispensabile un test specifico (di metilazione o un eventuale altro test utile allo scopo di capire quale sia effettivamente la natura di tale traccia: biologica aut artificiale?)
Se nei reperti è stato trovato solo il DNA nucleare senza il corrispondente DNA mitocondriale, dubito che possa trattarsi effettivamente di traccia biologica e ritengo indispensabile appurarne la vera natura …

Dan, avevi ascoltato l’intervista a Salvagni a Radio Cusano Campus del 19 giugno 2017?
Alla domanda: “Tutto questo parlare della paternità e della maternità di M. G. Bossetti, secondo lei, avvocato, alimenta i dubbi, oppure no?” Salvagni aveva risposto: “No, secondo me no, non è questo il tema fondamentale”.
Insomma, parrebbe che la difesa sia giunta alla conclusione che anche la questione maternità non sia una strada percorribile? Non sarebbe stata introdotta negli atti della difesa?
A questo punto sono sempre più convinta nel ritenere che, senza bisogno di violenza verbale, ma (assumendo l’atteggiamento determinato e fermo della vedova insistente dell’evangelista Luca?) con pacata ostinazione si potrebbe chiedere quella verifica specifica giudiziale tramite il perito super partes...

Dan, che cosa ne pensi?
Grazie
Ivana

Dan F. Rinaldi ha detto...

@ Maria

Quello che dice Capra potrebbe essere plausibile ma, come dicevo, allora che ne facciamo della battaglia sul mitocondriale mancante? Se trasferisci sangue trasferisci anche mitocondriale... Dunque hanno ragione i consulenti dell'accusa, secondo cui il mitocondriale può "sparire" all'analisi?

Quanto a quello che dici su Bossetti ed alla spiegazione che potrebbe/dovrebbe dare, hai ragione: l'unico tentativo che ha fatto (Maggioni) è naufragato miseramente e per questo rischia anche la condanna per calunnia (ennesima riprova che non è affatto semplice come sembra accusare o far accusare qualcuno a caso e metterlo definitivamente nei guai. E Maggioni era anche un tipo che Bossetti aveva frequentato).

Se prendiamo per buone le ricostruzioni del delitto in sé fatte non solo dalla PM ma anche da altri criminologi esterni sembra proprio che sia opera di un killer sadico: è sempre stato difficile per me immaginarmi un Bossetti in veste di un killer sadico e se lo dice anche Picozzi che la personalità dell'imputato non è quella di un sadico in un certo senso mi sento rassicurato.

Qualcuno parla di ferite fatte per depistare ma se pure fossero un depistaggio sono state fatte così tragicamente bene che chi le ha fatte era per ciò stesso un sadico!
Ci sono però ferite come quelle sui polsi che sembrano inspiegabili in un depistaggio, almeno inspiegabili per me.

@ Ivana

Ricambio gli apprezzamenti! :-)

Sul sintetico: nel testo di appello della difesa, circolato negli ultimi giorni, tra tutte le richieste di perizie fatte non c'è quella sul sintetico, pur se nel testo si accenna a questa possibilità. Non so se c'è stata nel frattempo una richiesta in tal senso. Sono comunque d'accordo con te: se si può fare si faccia e togliamoci anche questo dubbio!
Non so però quanto il Giudice consideri realistica questa possibilità che sembra effettivamente poco probabile per il 2010/2011 (il paper di Frumkin era uscito non molto tempo prima): inoltre, per fabbricare un sintetico che non sia una chimera, devi avere un originale ma se hai l'originale a che ti serve il sintetico?

Quanto al resto d'accordo come sopra: rifacciamo pure tutte le perizie necessarie se possibile (ormai, speso 30 spendiamo pure 31!).

Dan F. Rinaldi ha detto...

@ Ismaele

Ritengo che chiedere nuove perizie, oltre a procrastinare il processo, sia stato fatto con la speranza che i periti incaricati di fare il lavoro trovino qualche ulteriore incongruenza e/o irregolarità o nei reperti come tali o nel materiale genetico o nelle vecchie perizie o nella catena di conservazione o in altro. Questo potrebbe accadere anche se i test non si potessero fare. Inoltre si punta chiaramente a trovare riscontri mitocondriali con le altre tracce (guanti e fazzolettino) presenti sulla scena del crimine: rispetto al mitocondriale col ROA ottenuto dagli slip. In realtà le perizie chieste sui mitocondriali sarebbero le più interessanti (se il nucleare venisse confermato).

Solo che non capisco perché in questi giorni abbiano parlato così tanto di depistaggio "da parte del vero colpevole": se c'è stato depistaggio in questo senso cosa speri di ottenere da nuovi test genetici? Il DNA di Bossetti sarà sempre lì e magari va a finire che trovi anche il mitocondriale... Oppure vogliono far trovare dei "complici"!? Boh.

Ritengo più ovvio chiedere le nuove perizie se pensi che in quelle originali vi siano stati errori o forzature o negligenze o altro del genere.

Comunque, se possibile, rifacciamoli questi cacchio di test!

Dan F. Rinaldi ha detto...

@ Nautilina

Ti rispondo qui perché qui abbiamo iniziato!

Prima una critica generale ai tuoi ragionamenti: leggendo quello che scrivi pare che per te Bossetti sia certamente innocente e assolutamente non coinvolto e che si debba solo trovare una spiegazione convincente del come e del perché (e magari del quando) il suo DNA nucleare sia finito sui reperti. È ovvio che se hai già questa convinzione ogni discussione sul processo è superflua, starebbe in piedi solo una discussione tecnica sui possibili trasferimenti di DNA (dolosi o meno) perché questo processo non avrebbe dovuto neppure iniziare!

Purtroppo per Bossetti la certezza acquisita nel processo sinora (che, sottolineo e ribadisco, non è detto sia la verità) è diametralmente opposta: nel primo grado è stato dichiarato colpevole, gli hanno dato l'ergastolo! Ed è da qui che bisognerebbe partire, non perché una sentenza sia la verità assoluta, ma per capire cosa fare e cosa potrebbe accadere se si fa una cosa piuttosto che un'altra.

Ho sempre detto, e ribadito anche più sopra, che se è possibile bisognerebbe rifare i test genetici, tutti quelli richiesti dalla difesa e magari anche di più.

Riguardo Bossetti cosa potrebbero dimostrare questi test, se effettuati e coi risultati convalidati dal Giudice?

a. Il suo DNA nucleare non c'è (e neanche il mitocondriale)

b. C'è il nucleare ma non il mitocondriale

c. C'è sia il nucleare che il mitocondriale

Nel caso a. Bossetti viene rilasciato e torna a casa. Si cercherà dopo di trovare il vero colpevole e di capire dove e quando sono state sbagliate le indagini genetiche. In questo caso naturalmente chi ha parlato di depistaggi e DNA sintetico dovrà per forza fare mea culpa (la stessa difesa in primis...)

Nel caso c. Bossetti si prende un nuovo ergastolo (a meno che non faccia qualche clamorosa affermazione comprovata che induca il Giudice a rivedere tutto).

Nel caso b. tutto resta come prima: dunque è assai probabile che Bossetti riprenda l'ergastolo a meno che il Giudice non valuti diversamente la mancanza del mitocondriale e lo consideri un dubbio sufficiente oppure, ipotesi estrema, che il Giudice decida di far fare una perizia ulteriore per definire il tipo di nucleare e venga fuori che è sintetico!
In ogni modo se accadesse il caso b. un nuovo ergastolo lo do al 95%. Anche in questo caso a meno che lo stesso Bossetti non faccia nuove affermazioni comprovate che inducano il Giudice a rivedere tutta la questione.

È solo il caso a. che scagionerebbe del tutto Bossetti e sarebbe per un errore/forzatura nella profilazione del nucleare all'inizio dell'indagine (ipotesi poco probabile ma comunque possibile).

A me personalmente piacerebbe veder eseguiti (oltre al nucleare) i test sul mitocondriale proposti dalla difesa.

Se il Giudice invece decide di non rifare i test restiamo al caso b., senza neppure la remota ipotesi del sintetico, diciamo comunque ergastolo sempre al 95% (e sempre a meno delle clamorose affermazioni dell'imputato).

Poi tu puoi pensare quello che vuoi, che nei casi b. e c. la Giustizia sbaglierebbe ecc. ecc. che non è quella la verità ecc. ecc. Potrebbe anche essere giusto che non è la verità ma bisogna dimostrarlo o perlomeno avere qualche straccio di indizio reale e non solo una sfilza di possibilità teoriche! Nessuno sa come si sono svolti i fatti, a parte il colpevole/i, abbiamo solo alcuni dati tra cui quel DNA: ed in base a qui dati cosa possiamo concludere? Io mi chiederei se quei dati siano sufficienti a determinare un ergastolo piuttosto che elaborare complicate teorie sui passaggi di DNA! In teoria tutto è possibile...

Nautilina ha detto...

Blogger Dan F. ha detto..
"Solo che non capisco perché in questi giorni abbiano parlato così tanto di depistaggio "da parte del vero colpevole": se c'è stato depistaggio in questo senso cosa speri di ottenere da nuovi test genetici? Il DNA di Bossetti sarà sempre lì e magari va a finire che trovi anche il mitocondriale... Oppure vogliono far trovare dei "complici"!? Boh."


Intanto però tutto lo scenario fa pensare a un depistaggio, altroché!
Non solo per i DNA, c'è anche la faccenda del telefono. Secondo te il vero colpevole avrebbe portato via l'apparecchio lasciando la sim della ragazza con il proprio nome eliminato e cinque messaggi cancellati, perché pensava di allontanare i sospetti da se stesso? O non piuttosto perché voleva crearli nei confronti di qualcuno? Sbaglierò, ma anche questo secondo me è stato fatto per confondere le acque.
E non credo proprio che un uomo rabbioso per essere stato rifiutato avrebbe avuto la testa per pensare a tutti quei particolari in mezz'ora.
Certo potrebbe averlo fatto in un secondo momento, specie se Yara non si trovava nel campo di Chignolo ma in un altro luogo più 'tranquillo' e appartato.
Da qui la decisione di spostare il corpo della ragazza mettendo in atto un depistaggio complicato (ma tutto sommato fattibile per un delinquente non alle prime armi).

L'errore che abbiamo sempre fatto è quello di pensare che se nella traccia manca il DNA mitocondriale il DNA dev'essere per forza sintetico - nel senso di amplificato in laboratorio. Se non fosse così, e se non ho avuto le traveggole il prof. Gill l'ha proprio detto, potrebbe trattarsi di trasferimento secondario.
Sembra infatti che il DNA trasportato da mani o oggetti possa anche essere privo di mitocondriale (cosa impossibile quando c'è un trasferimento diretto attivo).
Il punto è che quel DNA risulterebbe naturale - e lo è a tutti gli effetti.

Che intenzioni ha la difesa? Boh, non so, non leggo nella mente degli avvocati; immagino che si tengano pronta una spiegazione scientifica per ogni evenienza. Se il test dovesse confermare che il DNA è di Bossetti, che sia naturale e completo, naturale e incompleto oppure sintetico e incompleto, varrebbe sempre l'ipotesi che non si può dimostrare che l'abbia lasciato lui in persona, anche perché quello non può essere un DNA contestuale al delitto, è molto posteriore.

Forse ce la fanno, dai. Siamo ottimisti. Io al posto dei giurati non avrei difficoltà ad assolvere con tutti questi dubbi.

Vanna ha detto...

Nautilina buongiorno,
è encomiabile la risposta che fai all'ineffabile Dan F. che, tra le righe, sparpaglia che comunque il B. avrebbe l'ergastolo al 95%.
E così conclude:
"...Potrebbe anche essere giusto che non è la verità ma bisogna dimostrarlo o perlomeno avere qualche straccio di indizio reale e non solo una sfilza di possibilità teoriche! Nessuno sa come si sono svolti i fatti, a parte il colpevole/i, abbiamo solo alcuni dati tra cui quel DNA: ed in base a qui dati cosa possiamo concludere? Io mi chiederei se quei dati siano sufficienti a determinare un ergastolo piuttosto che elaborare complicate teorie sui passaggi di DNA! In teoria tutto è possibile..."

Dan F.
"la sfilza di possibilità teoriche" le ha fatte l'accusa con le sue sicurezze raccontate, se " nessuno sa come sono andati i fatti", la R. e il nuovo arrivato sono sicuri di come sono andati. ( Forse li hanno rilevati con marchingegni sconosciuti). Quindi la "sfilza delle possibilità teoriche non le sta facendo Nautilina, o noi o la difesa. Si portano dubbi, ichieste, foto, esperti, e si ricevono rifiuti in faccia.
Come la difesa cerca di "dimostrarlo" viene derisa, annullata nel suo mandato.
" Cosa possiamo concludere..." ti chiederesti e scrivi: "se quei dati siano sufficienti a determinare un ergastolo piuttosto che elaborare complicate teorie sui passaggi di DNA! In teoria tutto è possibile..."
Frase emblematica e capziosa:
1° qui ci stiamo chiedendo da migliaia e migliaia di post che " quei dati non sono sufficienti" per condannare in quel modo e lo abbiamo sviscerato in tutti i modi.
2° "..le elaborate complicate teorie sui passaggi di DNA..." ci stanno tutte, pubblicate all'estero dove, a quanto pare, le cose si fanno con maggior serietà.
3° "In teoria tutto è possibile"
Certamente è così, ma anche in pratica tutto è stato possibile in questo caso.
Insomma, con una certa abilità, replichi per mettere in discussione il ragionamento di Nautilina ed appare chiaro, almeno a me che tu scrivi in modo ma in realtà dici altro.

PINO ha detto...

Ciao NAUTILINA

ct): "E' sul DNA che bisogna puntare in tutti i modi e con tutti i mezzi leciti, se si vuole salvare il soldato Massi e non solo lui."

Certo!
E' l'unico ed ostico problema da risolvere, e mi pare di averlo già valutato come uno "scoglio", che, per l'accusa, sarebbe granitico.
Nel diorama generale del caso, ove non si riscontrino prove, nel significato più puro della parola, od indizi gravi, prodotti dal lavoro investigativo, come corollario di base per formulare una qualsiasi accusa, la testimonianza di una traccia biologica, da sola, non assumerebbe quel valore "granitico" che si vorrebbe attribuire, da parte dall'apparato accusatorio.
Ciò nonostante, non si è riusciti, fino ad ora, nè da parte della logica, nè da quella scientifica, attraverso l'ausilio di genetisti del pool difensivo, a demolire la "bestia": a trovar modo, insomma, di convincere i giudici, ad avere dei dubbi, su quell'unico "nodo" (così come lo definisce Sandro), intorno al quale si sta giocando il ruolo della giurisprudenza nel nostro Paese.
Si rifacessero, queste analisi, sia pure nella misura determinata dal materiale a disposizione: il risultato non potrebbe essere più discutibile.

Dan F. Rinaldi ha detto...

@ Nautilina

Se fosse trasferimento secondario non sarebbe depistaggio...

E avremmo comunque una contaminazione che indica una persona che aveva tutte le possibilità pratiche di compiere il delitto, che ha alcuni indizi contro, non ha alibi, è maschio, adulto, non anzianissimo, non in sedia a rotelle ecc.

Forse non ci si rende conto che la porta per far uscire Bossetti è molto stretta e serve qualcosa di molto grosso per allargarla: la foto satellitare, se dimostrasse che Yara non era lì, potrebbe essere un primo grosso passo. Poi ci vorrebbe un riesame dei reperti che dimostrasse ulteriori incongruenze o errori.

IMHO.

Ivana ha detto...

Dan, hai scritto : Non so però quanto il Giudice consideri realistica questa possibilità che sembra effettivamente poco probabile per il 2010/2011 (il paper di Frumkin era uscito non molto tempo prima): inoltre, per fabbricare un sintetico che non sia una chimera, devi avere un originale ma se hai l'originale a che ti serve il sintetico?

Se penso soltanto a quella che io definisco “banalità del male” ritengo che la tua logica sia stringente e per me condivisibile, però credo che non si possano escludere un’eventuale provocazione e/o un eventuale delirio di onnipotenza ; mi era venuto in mente, per esempio, il caso della cosiddetta “burla delle statue false di Modigliani”, per cui non riesco proprio a escludere che qualcuno (competente) abbia voluto mettere alla prova sia la propria capacità personale di creazione di DNA sintetico sia l’eventuale competenza dei grandi genetisti … Nel caso della “beffa di Livorno” i tre studenti avevano poi rivelato la verità mettendosi, così, al centro dell’attenzione e ridicolizzando, in pratica, le “certezze” di quei critici d’arte che non si erano minimamente accorti dell’inganno; nel caso Bossetti, considerati i tragici sviluppi assunti dalla vicenda, nessuno, assassino o no che sia, potrebbe impunemente ammettere una simile ideazione fraudolenta. Per questo ritengo, comunque, necessario e indispensabile un test specifico per capire la vera natura di quella determinata traccia.
Hai ragione, la Difesa non ha chiesto espressamente quel peculiare test. Forse preferisce limitarsi a sollevare dubbi evitando qualsiasi rischio per il proprio assistito? Preferisce chiedere la ripetizione di tutte le analisi consapevole che ciò, molto probabilmente, non sarà possibile considerando che le tracce “migliori” sono state esaurite? Preferisce, quindi, come ripeto, limitarsi a sollevare dubbi insistendo che l’imputato dovrà essere assolto se non fosse possibile una ripetizione completa di tutte le analisi genetiche?

A me personalmente piacerebbe veder eseguiti (oltre al nucleare) i test sul mitocondriale proposti dalla difesa.
Io mi chiederei se quei dati siano sufficienti a determinare un ergastolo piuttosto che elaborare complicate teorie sui passaggi di DNA!

Condivido pienamente
Grazie

Ivana ha detto...

Nautilina,
mi piace il tuo modo chiaro, pacato e rispettoso di dialogare, ma sul fatto che (sempre e comunque?) “varrebbe l’ipotesi che non si può dimostrare che l’abbia lasciato lui in persona anche perché quello non può essere un DNA contestuale al delitto, è molto posteriore ” resto dubbiosa: perché, allora, chiedere che vengano rifatti tutti i test? Soltanto per poter sostenere che senza una ripetizione completa delle analisi l’imputato deve essere assolto?

Condivido quanto scritto da Pino in data 10 luglio 2017 08:31:00
Come ribadisco, concordemente con Dan, ritengo che anche su quel DNA mitocondriale minoritario un perito super partes dovrebbe almeno controllare bene tutta la documentazione prodotta dai ris e cercare di fare piena luce.

Anonimo ha detto...

Qualcuno sa??? Sarebbe meraviglioso

http://ildelitto.it/index.php/it/212-scoop-su-facebook-rivelero-chi-ha-ucciso-yara-ma-e-solo-megalomania-di-esperti-sui-social

Nautilina ha detto...

Vanna,
ho le tue stesse impressioni ma secondo me è inutile infierire, le parole dicono già tutto per chi sa leggere dietro le righe.
Ogni volta che qualcuno apre uno spiraglio per l'assoluzione di Bossetti arrivano subito le doccette fredde, le battutine sull' innocentismo, il richiamo alla razionalità oppure a guardare oltre. Dove, chi lo sa, nessuno lo dice.
Come se questo caso fosse razionale...è tutto un garbuglio di follia!
La stessa PM Ruggeri intervistata dalla BBC ha dovuto usare più volte i termini 'crazy' e 'incredible', tanto per dire.

Dan F,
guarda che la difesa non sta sostenendo 'tout court' l'ipotesi del depistaggio, è solo una delle teorie possibili.
La prima cosa che i difensori vogliono accertare (e con questo rispondo anche a Ivana) è se quel DNA appartenga veramente al loro assistito.
Secondo loro no, ma non avendo la sfera di cristallo, non possono conoscere il risultato delle analisi prima ancora di svolgerle, questo mi pare evidente. Per questo le richiedono con tanta insistenza: vogliono poter escludere che Ignoto 1 sia Bossetti.

Come pure non possono sapere se Bossetti stia mentendo riguardo alla sua innocenza, gli credono sulla parola. Del resto anch'io non metterei la mano sul fuoco per lui.
Ma siccome esiste ANCHE la possibilità che la traccia provenga da una contaminazione, involontaria o - perché no - volontaria, devono mettere in conto anche quella.
E non è mica tanto inverosimile e grottesco immaginare che un assassino cerchi di depistare a casaccio.
Forse avrai letto anche tu di un caso clamoroso avvenuto negli Stati Uniti.
Un tale, dopo aver ucciso una donna, ha applicato sul corpo della poveretta dello sperma ricavato da un preservativo raccolto in giro, per far incolpare uno A CASO. Per fortuna poi si è pentito e ha confessato, altrimenti forse oggi un innocente sarebbe in galera al suo posto. Il criminale ha ammesso candidamente che quel trucchetto l'aveva imparato da un telefilm (sic).
Mi spiace non ricordare l'indirizzo, ti avrei linkato la fonte ma non posso.

Quindi è possibile depistare con metodi 'fai da te' senza eccessive complicazioni.

Il vero problema è che nel caso di Bossetti il DNA non è completo come dovrebbe essere se qualcuno avesse tentato un depistaggio con metodi casarecci (fazzoletto, pezzuola insanguinata, bicchiere, etc).
A meno che non trovino per miracolo il suo mitocondriale nelle tracce, bisogna pensare a un secondary transfer, oppure a una manomissione tramite DNA nucleare amplificato.

Ivana,
ti ringrazio. Non sono una persona aggressiva. Anche se a volte certi discorsi mi fanno perdere la pazienza, cerco sempre di restare calma e contare fino a cinque.
Sarà tutta pigrizia, ma penso che le liti facciano perdere troppo tempo ed energie...sono dimostrazioni muscolari del tutto superflue, imho...

Vedi, sul punto del DNA non contestuale al delitto mi riferisco alle parole stesse di Salvagni. La difesa ne è più che convinta, grazie anche alla consulenza del prof. Gill.
Da quanto ho capito, ne è convinta non solo per i tempi di decadimento, che potrebbero essere stati influenzati da un'eventuale detenzione del corpicino in qualche luogo coperto, ma anche per il raffronto con gli altri DNA presenti nella traccia esaminata.
Insomma, l'unico nucleare integro rinvenuto è quello di Bossetti (e della maestra Brena, of course), il che è parecchio strano, non ti sembra? Dovevano degradarsi entrambi come il nucleare di Yara (che infatti nella traccia non c'è) e quello della terza persona chiamata Ignoto 2, anch'esso mancante all'appello.
Questa strana persistenza di un solo DNA nucleare dentro la stessa macchia organica esposta alla pioggia fa sospettare che il materiale attribuito a Bossetti fosse più fresco e apposto in un secondo momento.
Idem per la traccia della maestra Brena.
Non dico che ci sia stato un depistaggio, ma insomma questa cosa va spiegata.

Ivana ha detto...

Nautilina,
sul fatto che necessitino spiegazioni scientifiche dettagliate e pertinenti al caso specifico sono sempre stata pienamente d’accordo.
Tu avevi scritto in data 9 luglio 2017 23:08:00:
Se il test dovesse confermare che il DNA è di Bossetti, che sia naturale e completo, naturale e incompleto oppure sintetico e incompleto, varrebbe sempre l'ipotesi che non si può dimostrare che l'abbia lasciato lui in persona, anche perché quello non può essere un DNA contestuale al delitto, è molto posteriore.
Proprio in base a quanto da te affermato, sarebbe inutile qualsiasi ripetizione di analisi!
Perché ripetere le analisi se, comunque, “varrebbe” sempre l’ipotesi dell’impossibilità di dimostrare che il DNA sia stato lasciato proprio dall’imputato?
Ecco: è su tale punto che ribadisco la mia perplessità e condivido, invece, il punto di vista del saggio Pino: “Si rifacessero, queste analisi, sia pure nella misura determinata dal materiale a disposizione: il risultato non potrebbe essere più discutibile.
Naturalmente, resto anche concorde con Luca nel continuare a ritenere importante il test di metilazione, vel qualsiasi altro test in grado di determinare la vera natura di quel determinato profilo genetico nucleare e anch’io, come Dan, vorrei venisse fatta la massima chiarezza su quel DNA mitocondriale minoritario.

Nautilina ha detto...

Ivana,
sì, l'ho scritto e lo penso. Ma siamo realisti: in linea teorica potrebbe già bastare la dimostrazione che il DNA non risale al 26 novembre, però i difensori puntano più in alto, vogliono dimostrare che Bossetti non c'entra nulla né prima, né durante né dopo. Perché l'accusa potrebbe sempre dire che Bossetti durante l'atto omicidiario non ha rilasciato DNA (questo può succedere) ma l'ha fatto in seguito, che so, avvicinandosi al corpo della bambina per controllare.

E' questo lo scopo primario della richiesta di perizia, escludere l'appartenenza.
Solo in caso contrario, cioè se le analisi confermassero che il DNA è suo, subentrerebbe il ragionamento della non contestualità.

E poi anche altri ragionamenti più spinosi.

Sono d'accordo che nuove analisi approfondite siano necessarie, ma non che il risultato metterebbe fine alle discussioni. No, di questo non sono affatto convinta.

Vanna ha detto...

Nautilina, buongiorno!
Condivido il tuo e specialmente la seguente conclusione:
"...Sono d'accordo che nuove analisi approfondite siano necessarie, ma non che il risultato metterebbe fine alle discussioni. No, di questo non sono affatto convinta."

Molti "ragionamenti spinosi"...potrebbero essere portati avanti, di ogni genere, come d'altronde più di qualcuno ha già pubblicato ed esposto in tv.

Vanna ha detto...

Nautilina, solo ora leggo il tuo di ieri:
"Vanna,
ho le tue stesse impressioni ma secondo me è inutile infierire, le parole dicono già tutto per chi sa leggere dietro le righe..."

No Nautilina io non "infierisco" proprio, semplicemente replico con schiettezza intorno a quello che, tra le righe, viene fuori e che non condivido.

Tra le righe non tutti sanno decodificare il nascosto che c'è e che è abilmente condito di zucchero per coprire il gusto malsano, capisci?
Posso sbagliare, ok, e mi si replichi spiegando e se ho capito male ne prenderò atto: penso di essere leale.



PINO ha detto...

NAUTILINA
Con le nostre posizioni garantiste, e relative ipotesi, non dovremmo mai varcare i limiti della ragione, e dell'evidenza. I tuoi scritti, fino ad ora equilibrati ed assecondati da molti, me compreso, stanno assumendo una strana configurazione che potrebbe sfociare in un assolutismo, insostenibile nella realtà, come voler agguantare la luna specchiata nel pozzo, per assicurarsi della sua esistenza.
La tua frase, contenuta nel post di ieri, alle 19,29, e riportata da Ivana: “Se il test dovesse confermare che il DNA è di Bossetti, che sia naturale e completo, naturale e incompleto oppure sintetico e incompleto, varrebbe sempre l'ipotesi che non si può dimostrare che l'abbia lasciato lui in persona, anche perché quello non può essere un DNA contestuale al delitto, è molto posteriore.” testimonia quanto da me rilevato, circa il tuo pensiero più recente.
Ora, a parte tutte le nostre considerazioni, sulla eventuale (e dico eventuale, quindi da accertare definitivamente) estraneità del Bossetti, al reato in questione, le giuste esigenze di tutti noi, di conoscere la verità "Vera", non possono, nè devono oltrepassare i imiti della logica.
Se rifacessero il test biologico, presenti testimoni di tutte le parti (ammesso che sara concesso) dovremmo necessariamente convenire con quanto risulterebbe, senza avere più dubbi, i tutti e due i sensi di marcia.
Richiedere altro sarebbe solo sostenere l'assurdo.



Ismaele ha detto...

@Pino: non sono d'accordo, anzi, la perizia e' una scorciatoia.

Perche' il punto a tutela non di Bossetti, ma di tutti quelli sottoposti alla legge italiana, dovrebbe essere chiaro:

non puo' avere valore probatorio, ma solo indiziario (e pure debole) un dna ritrovato su un corpo che e' stato per tre mesi nella disponibilita' dell'assassino (non conta nemmeno che il corpo sia stato sempre li': se l'assassino lo ha messo li' e per tre mesi sapeva solo lui dov'era e' uguale). A meno che non si tratti di una traccia, come sperma o sangue, di natura chiarissima e difficilmente giustificabile come una contaminazione intenzionale. Questo per un fatto di logica e di diritto. Un PM che dice: "l'abbiamo trovato in un posto particolare" dice una assurdita': un assassino su un cadaver puo' fare quel che vuole.

Se Bossetti sara' assolto perche' si verifichera' che il DNA non e' suo, buon per lui, ma per tutti noi cittadini sara' una sconfitta. Ancora di piu', poi, se dalla perizia emergesse un DNA piu' preciso: povero il nuovo Bossetti cui si comincera' a dare la caccia. E' troppo chiedere che questo approccio abbia fine? Non ha senso. Non si e' trovato lo sperma di qualcuno in seguito ad uno stupro poche ore dopo l'omicidio in una scena del crimine immediatamente sigillata. Questo e' un caso totalmente diverso, ed il valore del DNA non puo' avere il valore di firma dell'assassino che avrebbe nel primo caso.

E' un debole indizio, e se si fosse trovato qualche altro elemento a supporto, avremmo avuto un processo indiziario, con questi elementi da valutare. E invece, tutte circostanze debolissime, alcune veramente incommentabili. Anche perche' Bossetti sembra l'uomo piu' noioso del mondo: lavora, torna a casa la sera e spegne il cellulare fino alla mattina dopo. Ogni giorno. Quest'atteggiamento di pretendere dalla scienza le risposte certe perche' non ci si riesce con l'attivita' investigativa e' sbagliato. Questo sarebbe stato probabilmente un caso destinato a rimanere insoluto; sicuramente il primo, gravissimo errore e' stato commesso da chi ha detto al padre che era andato a denunciare la scomparsa che i "ragazzi a quell'eta' (13 anni!) ogni tanto spariscono, ma poi tornano". Io spero che certe cose non si ripetano mai piu' e che il protocollo sia cambiato, in modo che le ricerche di un minore scattino nelle primissime ore.

Ma cercare di riparare con un colpevole ad ogni costo e' ormai inutile.

PINO ha detto...

ISMAELE
Il fatto del corpo rimasto all'aperto per tre mesi, l'insistenza dei difensori a sostenerne il contrario, la realtà sull'assenza di prove od indizi vari, ed il concetto della inidoneità della prova scientifica a determinare, da sola, una condanna, l'amministrazione della nostra giustizia, e tanto altro, è una minestra già stantia, ormai, della quale ho ripetutamente rimestato il contenuto. (Vai a leggere i miei precedenti, post, se hai tempo)
Quello che resterebbe da fare, se fosse ancora possibile, è il riesame del DNA e l'iter perseguito dagli esperti, che ha condotto il Bossetti alle sbarre.
Questo è, almeno, quello che la maggior parte degli utenti del blog sperano, se non mi sbaglio.
Il tuo disaccordo, anche se legittimo, non si coniuga, con quanto ho scritto, nè lo scalfisce.

Ivana ha detto...

Per Ismaele

La “perizia” sarebbe una scorciatoia?
Quale scorciatoia? Per arrivare dove? Se, a priori, non si crede nella validità di un determinato “approccio” scientifico perché insistere nel voler proseguire su una strada ritenuta, a priori appunto, senza via di uscita?
Anzi, considerato che si trattava di un’indagine scientifica tanto innovativa quanto complessa, sarebbe dovuto prevalere un atteggiamento di prudenza e, forse, la ricerca del cosiddetto Ignoto1 neanche avrebbe dovuto iniziare. Dal momento che, però, tale ricerca è stata fatta, credo che, nel caso si trattasse di effettiva traccia biologica di Bossetti, quest’ultimo dovrebbe almeno giustificare una tale presenza siccome non conosceva Yara e il DNA di Bossetti non esisteva ancora nei laboratori di analisi. Lui non era neanche tra i sospettati e neanche lui, a quanto risulterebbe, sapeva di essere figlio illegittimo (non importa se per inseminazione artificiale, o no, della madre) A me appare davvero poco probabile un’eventuale contaminazione, come mi appare poco probabile un eventuale artifact di mosca. Ho più dubbi, invece, sulla effettiva natura di quella determinata traccia.
Se una tale ricerca non doveva essere compiuta, perché la Difesa continua a chiedere che vengano ripetute TUTTE le analisi? Perché non chiedere, invece, che si valuti la non affidabilità di un approccio tanto discutibile? Perché non insistere su un punto ritenuto di fondamentale importanza e, invece, continuare a chiedere ripetizioni, se inutili, di tutto l’iter seguito?
Il DNA non avrà valore di “firma dell’assassino”, ma ritengo sia almeno indicativo di “presenza”, però, come avevo già detto, sono d’accordo che, comunque, il DNA da solo non dovrebbe costituire la prova granitica che conduce all’ergastolo.
Nel caso di Salvatore Di Grazia, i vari indizi raccolti contro di lui mi appaiono più consistenti rispetto a quelli (DNA compreso) raccolti contro Bossetti .
Io avrei assolto Bossetti già nel primo grado di giudizio semplicemente perché “in dubio pro reo”, mentre credo di poter condividere la sentenza di condanna della Corte d’Assise per Salvatore Di Grazia (anche se non ho ancora letto le motivazioni) Manca il cadavere, è vero, MA dalle immagini di video sorveglianza dei vicini di casa si vede chiaramente Mariella Cimò entrare nella propria villa, dove curava tanti animali da lei amati, ma mai uscire!


Nautilina ha detto...

Ismaele,
concordo pienamente su tutto! Non avresti potuto esprimere meglio ciò che penso ormai da molto tempo.

PINO,
sono oltremodo sorpresa che tu veda una deriva quasi assolutistica nei miei ultimi post.
In realtà stavo solo tirando le fila di quanto va dicendo la difesa appoggiata dai suoi consulenti, o almeno ci provo, sempre se ho compreso tutto senza fraintendimenti.
Con Ivana e Dan F. si stava appunto discutendo di questo: loro due trovano contraddittorie e a doppio taglio le richieste degli avvocati difensori, io cercavo di argomentare che forse non lo sono e seguono una logica precisa, anche se a volte frastornante per chi giudica dall'esterno: quella che credo di avere interpretato.

Posso sbagliare, magari avrete ragione voi.

Ti dirò che a me quelle difensive non sembrano argomentazioni campate per aria, anzi le trovo piuttosto convincenti. Ma so bene di non essere la persona più razionale del mondo, ho sempre avuto un temperamento anticonformista, romantico, tendente all'arte e negato per la matematica. Quindi può darsi benissimo che mi stia lasciando influenzare dai sentimenti, questo non lo posso escludere.

Nel 2014, quando Bossetti fu arrestato, non mi creavo problemi, pensavo che fosse colpevole e basta. Un altro quarantenne maniaco dall'aria insospettabile che uccide le ragazzine, mi dicevo, non sarebbe il primo né l'ultimo caso al mondo.

Col tempo però mi è sorta l'idea che avessero preso l'uomo sbagliato e oggi, con quello che so, lo sospetto a maggior ragione.
Che ti devo dire, magari un giorno Massimo B. confesserà di essere l'autore del delitto o di avervi preso parte come complice e/o testimone.
Quel giorno molti sarebbero soddisfatti e io invece proverei una gran delusione, ma questo non importa, purché emerga la verità, purché Yara ottenga completa giustizia.
Anche se, come notava Vanna, lei forse avrà già perdonato. La giustizia ormai per lei è solo un simulacro, onore per chi resta, disonore per chi ha sbagliato e monito per i delinquenti.

Ma con altrettanta franchezza e lealtà aggiungo che la situazione attuale è ben diversa da quella del 2014.
Oggi, con tutti i dati in nostro possesso, chi continua a sospettare e insinuare un coinvolgimento di Bossetti nel crimine non lo fa su basi rigorosamente razionali, perché le prove contro quell'uomo sono estremamente deboli a partire dal DNA e non c'è niente, ad oggi, che indichi con certezza una sua partecipazione al crimine.

C'è solo un DNA dubbio che potrebbe essere stato deposto anche da un'altra persona, in modo diretto o indiretto.
Quindi chi lo immagina coinvolto 'in qualche modo' si basa su intuizioni personali, sensazioni, istinto, assunzioni, ma non su fatti provati e neanche sulla ragione.
E può darsi pure che ci prenda, però non dovrebbe dare del visionario a chi non ha il suo stesso sentire.
IMHO.

Gilberto ha detto...

Cara Nautilina
Avrai anche un temperamento anticonformista, romantico… ma le tue argomentazioni sono razionali, stringenti e consequenziali, sorrette dalla logica e dalla inferenza deduttiva, sicuramente più di certi matematici che sovente adottano formule preconfezionate e semplificazioni che fanno torto all’argomentazione. L’immagine della scienza che viene propinata in molte trasmissioni è ben lontana da quel metodo galileiano dove il procedimento è sempre nel solco di quella SITUAZIONE CONTROLLATA che consente davvero di discriminare variabili dipendenti e variabili indipendenti. Trovo le tue argomentazioni sorrette da una profonda razionalità e da una logica ferrea. Che poi tu abbia anche un temperamento artistico non può che aggiungere un tocco di gusto al tuo argomentare.

PINO ha detto...

NAUTILINA cara,
I tuoi sentimenti li condivido pienamente, per la stessa, comune fonte da cui sono alimentati. (l'arte e le cose belle)
Ma dobbiamo essere molto attenti a non lasciarci trascinare dalla naturale fantastica creatività che ci permea dal più profondo.
Non ho molto tempo a disposizione, in questo momento, però ti rimetto il mio cognome (Ruscitti) il nome lo sai. Cercami su fb, e chiedimi l'amicizia: potremo esprimerci più liberamente.
Cordialmente.

Nautilina ha detto...

PINO,
secondo me non importa che il corpo di Yara sia rimasto tre mesi, due, uno all'aperto. Certo, se Yara fosse stata nascosta due mesi al riparo dalla pioggia i DNA avrebbero avuto modo di conservarsi meglio. E qui c'è da vedere se Bossetti aveva disponibilità di un nascondiglio coperto per così tanto tempo...

Ma la cosa più importante è che l'omicida ha avuto accesso al corpo per oltre novanta giorni, sapendo solo lui dov'era, sia nel campo, sia in una casa abbandonata; perché poteva farne ciò che voleva, compreso depistare o inquinare involontariamente le prove .

Noi ragioniamo come se il corpo di Yara dopo la morte fosse stato maneggiato solo dagli inquirenti il 26 febbraio, ma non sappiamo cosa sia successo in tre mesi. Ripeto, che fosse nel campo o in un cantiere non fa differenza da questo punto di vista, da altri sì.

Credo che Ismaele intendesse questo, così ho capito io.
A differenza di altri crimini, qui la scena non è stata blindata fin dall'inizio.

Nautilina ha detto...

PINO,
leggo ora il tuo messaggio e ti ringrazio per le belle parole.
Purtroppo non posso iscrivermi a FB per motivi personali che non posso dire, spero tu capisca. Vorrei tanto esserti amica e parlare più liberamente con te, ma proprio non posso. Peccato.
Cercherò il tuo nome e la tua storia se non è chiusa agli estranei, comunque...

Gilberto,
sono confusa dai tuoi complimenti, ti rigrazio di cuore!
Non capita spesso di essere capiti quando manca una conoscenza diretta fra le persone, è un'evenienza molto rara in internet e per questo la apprezzo di più, anche sapendo da chi proviene.

Oggi dev'essere la mia giornata, malgrado questo caldo torrido...

Ivana ha detto...

Gilberto,
quali sarebbero i matematici che adottano “formule preconfezionate e semplificazioni che fanno torto all’argomentazione”?
Quali sarebbero le “formule preconfezionate” e le “semplificazioni” adottate?
Conosco molti matematici e so che non amano le “formule preconfezionate” e tanto meno le “semplificazioni”, anzi sono in costante attività euristica e sono ben consapevoli dell’importanza dell’immaginazione soprattutto in ambito matematico; per loro la convalida di un risultato ottenuto viene sempre a posteriori, cioè dopo un'accurata attività di ricerca e di verifica.

Pare che il grande Hilbert (uno dei matematici che prediligevo già durante la mia adolescenza) avesse pronunciato, riguardo a un vecchio studente, le seguenti parole: “«Sai, per essere un matematico non aveva abbastanza immaginazione; ma ora è diventato un poeta e se la cava davvero bene.»

Vanna ha detto...

Nautilina, bello... condivido!
Aggiungo al tuo seguente:
"...C'è solo un DNA dubbio che potrebbe essere stato deposto anche da un'altra persona, in modo diretto o indiretto..."

Io invece penso ad una contaminazione in laboratorio,
ad esami effettuati con kit scaduti
e in modo approssimativo,
a scambi di provette tra gli uni e gli altri.
A un gran pastrocchio!

Vanna ha detto...

Pino buonasera!
Non ho fede cieca nei confronti della scienza, poiché in questo caso essa è stata gestita da troppe persone che avevano il fiato sul collo per avere un nome.
La scienza si può piegare al volere dell'uomo o all'errore dell'uomo.

Insieme alle analisi sarebbe opportuno seguire piste investigative con coraggio e libertà.

L'ho già detto ma mi permetto di ripeterlo, Brembate non è Milano, né Napoli ad esempio, lì i carabinieri, i poliziotti, i medici, gli insegnanti, i preti, gli avvocati, gli impiegati di banca, costruttori, sono al corrente di quello che accade. Ognuno può sapere una fetta che l'altro non sa, i sussurri ci sono pure là.

Ma le categorie di cui sopra, sono strette tra interessi vitali e son discrete.
Qualcosa NON deve venir fuori se continuano a far fumo col dna e a tenerlo dentro per quella traccia non avvalorata da altro.

Pino potrò sbagliare, ma questo processo entrerà nella storia del Diritto Penale e Civile e farà scuola, sia che sia condannato ancora, sia che non lo sia. Troppo evidente quello che non quadra.

Gilberto ha detto...

Cara Ivana
Niente di personale. Mi riferivo semplicemente a tutti quelli che si appellano ai metodi quantitativi ma non sembra capiscano molto del metodo sperimentale. Se ne capissero saprebbero distinguere tra un test che offre semplicemente dei dati variamente interpretabili sulla base di un contesto più o meno conosciuto e una prova che richiede ben altro. Il test del Dna offre solo input investigativi. Nel caso in parola al di là del fatto di una sopravvivenza impossibile e di una configurazione monca non c'è altro se non fantasie e illazioni. Su quella base in qualsiasi altro paese civile non si condanna nessuno. Aggiungo che anche nel caso si fosse trattato di un Dna fresco e integro in mancanza di altri riscontri e in un corpo in balia di chiunque (compreso il vero assassino) non c'erano nemmeno lontanamente gli estremi di imputazione, non solo di una condanna. A livello mondiale esiste tutta una casistica di errori basati sul Dna come prova. Il metodo sperimentale galileiano richiede sempre il controllo di tutte le variabili, cosa che si realizza poche volte in un delitto. Il laboratorio a cielo aperto è carico di elementi sconosciuti, non solo nel senso dell'incremento della probabilità di errore della repertazione, ma in quella di una pletora di possibilità di inquinamento, alterazione e depistaggio. I principi del metodo sperimentale sono rigorosi e non confondono i due piani, quello dei dati e quello della loro interpretazione che richiede per essere valida e univoca la conoscenza e il controllo di tutte le variabili. I metodi quantitativi per quanto riferiti a pesi e misure sono del tutto insignificanti se applicati a situazioni e variabili fuori controllo, sono semplici dati di portata limitata che possono solo suggerire percorsi investigativi. In nessun caso il solo Dna dovrebbe mai costituire prova. Tant'è che se viene fatta una prova di paternità per fare un esempio, nessuno si sognerebbe di accettare i reperti a consegna, si richiede il prelievo nella situazione controllata dello studio medico. Purtroppo molta divulgazione scientifica di bassa lega ha consolidato nell’opinione pubblica e talvolta anche nei tribunali l’illusione della ‘prova scientifica’ come strumento che magicamente risolve un cold case.

Ismaele ha detto...

@Pino, Ivana: il mio era un ragionamento sul piano del diritto, inteso soprattutto come volto a tutelare i diritti e le liberta' di tutti. Chiarissimo che Bossetti non deve immolarsi come un agnello sacrificale per tutti noi e che quindi gli avvocati hanno tutto il diritto di smontare la "prova" (che tale non e'), dal momento che, purtroppo per NOI, la giurisprudenza ancora considera la presenza del DNA su un corpo ritrovato o fatto ritrovare molto tempo dopo il delitto come una sentenza di colpevolezza inappellabile. I tempi, purtroppo, non sono maturi per smontare questo approccio. Questo significa che questo non sara' ne' il primo ne' l'ultimo caso del genere. Non e' molto diverso dai grandi processi indiziari degli anni '50 e '60; c'e' solo la presenza ingombrante di un totem: la "prova" scientista (non scientifica). Che non e' solo il DNA: nel caso Franzoni fu usata una tecnica d'indagine praticamente neonata (calcolo della posizione dell'assassino a partire dalle macchie di sangue), nel caso Zornitta una tecnica, anch'essa ben poco sperimentata, che consentiva di risalire allo strumento che aveva praticato un taglio osservando il taglio stesso (salvo scoprire che un investigatore aveva rifilato un reperto con le forbici sequestrate a casa dell'indagato...).

@Nautilina, Vanna, Gilberto (e forse dimentico qualcuno). Grazie per aver interpretato correttamente il mio pensiero.

Dan F. Rinaldi ha detto...

Vedo che, in molti commenti, s'intravede a volte il vero punto della questione (IMHO) punto che non è essenzialmente scientifico e tecnico ma giuridico: in questo mondo, in questo paese, in questo tempo e con queste leggi i dati che ci stanno di fronte in questo caso (almeno per quanto ne conosciamo) hanno permesso al Giudice di primo grado di condannare all'ergastolo l'imputato e con ragionamenti, seppur a volte discutibili, complessivamente non fuori dal mondo -- perché supportati anche da consulenti, esperti ed inquirenti (poi chi vuole può dire che sono "venduti" o peggio ma sarebbero soltanto insinuazioni al limite della calunnia).

Per cui le scelte sono a questo punto solo 2:

1. O si fa una Rivoluzione nel paese per rivoluzionarne il sistema giuridico e dunque salvare Bossetti

2. Oppure si accetta questo sistema e si gioca dentro di esso con le regole che ci sono cercando di portarle naturalmente dalla propria parte

La logica vale sempre, in entrambi punti.

Mi pare che la scelta 1. sia poco praticabile per cui resta la 2. E per la 2. vale il fatto che una traccia genetica che ha i crismi tecnici definiti dalla legge ed è supportata da indizi precisi e concordanti porta in un omicidio come questo all'ergastolo. Vale perché la realtà della sentenza ce lo dice, non un'astrazione.
Vi sarebbe un ragionevole dubbio da opporre? Vi era un dubbio secondo me, ed era la mancanza del mitocondriale, dubbio che gli stessi inquirenti hanno indirettamente sollevato con la famosa ricerca sulle 532 donne (avessero fatto subito solo il nucleare alle donne Bossetti sarebbe stato arrestato nel 2012 e gran parte di queste discussioni non ci sarebbero state).
Ora questo unico vero dubbio viene diluito in un mare d'ipotesi difensive spesso in contraddizione tra di loro, anche nell'appello: ad es. il dubbio sul depistaggio per contaminazione volontaria è in contraddizione col dubbio sulla mancanza di mitocondriale ecc.
In linea teorica in ogni caso tutti i dubbi sono possibili ma rispetto ai dati di fatto ed alle argomentazioni tenute sino ad ora, vi sono alcuni che non reggono o reggono molto poco e che oscurano i punti importanti.

[segue...]

Dan F. Rinaldi ha detto...

[...a seguire]

Ad esempio, pensando a Nautilina, ci sarà pure il trasferimento indiretto che porta solo nucleare ma che prossimità fisica e temporale devono avere i 3 soggetti coinvolti? Cioè vittima, soggetto assassino e soggetto da cui l'assassino avrebbe prelevato senza volerlo il nucleare? E quanto nucleare si porta in questo modo perché possa durare nel tempo tra i soggeti 1, 2 e 3 e su quest'ultimo non dico per tutti i 3 mesi ma sinanche dal giorno del ritrovamento del corpo sino al giorno delle analisi? Ricordiamoci poi che il testo dei RIS parla di traccia "abbondantemente cellularizzata" e le cellule contengono anche mitocondriale...

Senza contare, come dicevo, che questo ipotetico trasferimento casuale alla fine coinvolge uno che non ha alcuna caratteristica o indizio che possa escluderlo dal delitto.

Buttar là un numero pressoché infinito di possibilità giova poco alla causa bossettiana: basterebbe un ragionevole dubbio, non una pletora di possibilità a discolpa che ognuno può inventarsi.

Per me, per come la vedo io, c'erano solo 2 valide possibilità difensive, alternative tra loro, riguardo la prova genetica:

a) corpo rimasto nella disponibilità dell'assassino per 3 mesi e dunque con infinite possibilità di depistaggio tramite contaminazione volontaria. Questo però implicherebbe la rinuncia al dubbio sul mitocondriale.

b) errori nella profilazione del nucleare, errori o forzature interpretative a partire da tracciati ottenuti con kit scaduti, falsi negativi ecc. Il punto forte qui sarebbe proprio la mancanza del mitocondriale (oltre alla valutazione giuridica della validità di alcune procedure ecc.).

Non saprei dire quale delle due fosse giuridicamente migliore, forse a) che metterebbe in dubbio l'importanza della traccia genetica in queste condizioni temporali -- ma non lo so. Di certo o sostieni l'una o sostieni l'altra. Ognuna ha dei punti di forza e dei punti di debolezza.

La richiesta di ripetere i test va verso il punto b) ed anche verso l'eventualità che i test non si possano praticamente rifare con la speranza dunque che si assolva per questo e solo per questo (speranza non so quanto giuridicamente fondata).

Infine una parola ai critici: il fatto che io sostenga che Bossetti verrà ri-condannato al 95% non significa che io sia sicuro della sua colpevolezza! Non sono sicuro di niente, neppure della sua innocenza se è per questo. Capisco però che una posizione del genere infastidisca chi ha già e sempre il Vero in tasca.

Nautilina ha detto...

Due brevi osservazioni, senza polemica, per Dan.
1) Il trasferimento indiretto potrebbe essere avvenuto nella fase di ritrovamento o durante la repertazione. O perlomeno non lo si può escludere, vista la quantità di persone che si sono avvicinate a Yara, non tutte con l' adeguato abbigliamento protettivo.
Inoltre, se una macchia da 'forte contatto' della maestra di ginnastica può resistere tre mesi all'aperto (non lo dico io ma la sentenza) non vedo perché un DNA da trasferimento non possa durare qualche ora prima di essere portato in ambiente chiuso, dove in teoria, se ben conservato, avrebbe un decadimento lentissimo. E la traccia di ignoto 1 sugli slip è stata trovata in marzo, se non ricordo male.

2) Quanto alla contaminazione volontaria, se il depistatore avesse usato materiale fresco di Bossetti, nella traccia si dovrebbe trovare il suo mitocondriale. Se però avesse fatto un lavoro un tantinin più raffinato, usando DNA amplificato (il cosiddetto sintetico), il mitocondriale potrebbe mancare all'appello. La scelta fra queste due ipotesi dipende quindi dal risultato della perizia, più che da visioni preconcette che la difesa non può avere.

Sentiamo cosa dice un proposito l'avv. Salvagni ad Andrea Rossetti di Bergamopost
http://www.bergamopost.it/occhi-aperti/quello-non-fosse-dna-bossetti/

Trovo pertinenti in particolare questi passaggi:
Per questo chiedete un nuovo esame?
«Esatto. Siamo convinti che sia stato fatto un errore, visto che non può esistere una situazione del genere in natura».
Non potrebbero aver sbagliato a individuare il Dna mitocondriale?
«Può essere. Noi non temiamo nulla, accettiamo anche questo rischio».
Qual è la vostra opinione al riguardo?
«Noi crediamo che il mitocondriale, non collegabile a Bossetti, sia corretto e che quello sbagliato sia il nucleare. Anche perché sul mitocondriale ci hanno lavorato tre istituti e quattro consulenti diversi: nessuno ha rilevato delle anomalie».
.................

E se risultasse, anche dopo un altro test, che quel Dna è di Bossetti?
«È un argomento ricorrente, questo. Lo stesso Bossetti ha detto: “Se risulta davvero mio, taccio per sempre”. Ma non è giusto. La presenza di Dna non è significativa dell’azione che si sta ricostruendo. Il trasferimento del Dna è semplicissimo da fare, può avvenire in qualsiasi modo e circostanza. Chi ha visto le foto del ritrovamento del cadavere di Yara, sa bene che a pochi metri c’era un fazzoletto insanguinato. Se quel fazzoletto, che nessuno sa di chi sia, fosse entrato in qualche modo in contatto con la vittima, ci sarebbe potuto essere un trasferimento. Il Dna è importante,ma da solo non può comportare la colpevolezza. Serve anche una ricostruzione che giustifichi la presenza di quella traccia».
...................

Vanna ha detto...

Dan F. buon giorno,
scrivi:
"O si fa una Rivoluzione nel paese per rivoluzionarne il sistema giuridico e dunque salvare Bossetti"

Fare un "rivoluzione" è privo di logica.

Affermi che il punto della questione non è tecnico-scientifico ma giuridico, che in questo paese le nostre leggi hanno permesso di condannare con ragionamenti " se pur a volte discutibili" e metti tra parentesi: "(per quanto ne conosciamo)", ma che sono " non fuori dal mondo".

Ed è normale a tuo parere che non si conosca il perché dei ragionamenti di una condanna?
E che il comportamento dell'imputato venga immaginato dall'inizio alla fine e raccontato, come se il giudice avesse visto un film?

Andiamo oltre.

Poi continui, nel tuo ragionare, a giustificare quasi l'operato giuridico " supportato" da " consulenti, esperti, inquirenti (poi chi vuole può dire che sono "venduti" o peggio ma sarebbero soltanto insinuazioni al limite della calunnia)."

Non credi che sia lecito chiedersi il perché?
E non sia lecito immaginarsi altri panorami?
Un giudice lo può fare e un normale cittadino no?
"La calunnia è un venticello" qualcuno cantava, prova ad acchiappare il vento.
Le calunnie sulla famiglia di Bossetti, e lo sbandierare che manco il fratello è figlio del padre, non è calunnia secondo te?
Secondo me, in quella sede era... un bastone per appoggiarsi con poco stile giuridico.

Allora Dan F. questa premessa dice tutto e il contrario di tutto.

E' un problema tecnico-scientifico o giuridico?
Sembrerebbe di no, il problema, da come tu lo poni, si poggia sulla sicurezza che il giuridico si fida degli esperti in campo.

D'altra parte, dico io, il giuridico non può avere anche competenze scientifiche.

Le leggi del nostro paese, scrivi, hanno consentito di condannare.

Esistono leggi, codicilli, sentenze e diavolerie varie interpretate al bisogno per condannare e per non condannare o per archiviare o baipassare.

Perché esiste il " libero convincimento " di un essere umano, che non s'ha da giudicare eh, ma che comunque può essere fallace poiché non è un padreterno.

Non ho la verità in tasca, quella ce l'hanno quelli che l'ha condannato e si appoggiano al tecnico-scientifico, però possibilmente manipolabile non intenzionalmente poiché le variabili sono tante per alterare un risultato, basta una disattenzione.

Un giudice deve leggere i codici con gli occhiali del dubbio e poi, caso mai, condannare.

E' chiaro che non sono un tecnico-scientifico né un operatore in campo giuridico, sono una semplice persona che si pone domande e cerca di trovare
le risposte con stile casareccio ma spero, almeno, con uno straccio di buon senso creativo.

PINO ha detto...

VANNA cara, buongiorno anche a te.

Leggendo come, e cosa scrivi, non sola, ma in perfetta sintonia con Nautilina, un pensiero si è fatto largo fra i meandri del mio cervello: che, il mai dimenticato De Amicis, vi avrebbe scelto per il ruolo di protagoniste di una seconda edizione di "Cauore", corretto e riveduto.
Il perchè?
Per la palese, connaturata dabbenaggine ed onestà intellettuale, con cui affrontate il discorso su un argomento distante dalla vostra formazione morale e civile.
Il mondo, cara amica, è quello che è; e noi, quali piccolissime schegge cosmiche, non abbiamo alcuna possibilità di cambiarlo.
Questo non vuol dire rassegnarci a subirlo passivamente, con le sue anomalie, anzi. Ma che siamo costretti, forse nostro malgrado, e per restare all'altezza della situazione, entrare nell'ordine di idee anche degli altri, pur quando ci appaiono troppo e crudamente realistici, in contrasto con i nostri sentimenti, spesso condizionanti.
Dan F e Ivana esprimono concetti formati sulla base dei fatti che, per la loro stessa natura di mera realtà non riscuotono molto assenso: cerchiamo, anche sforzandoci un poco, di non setacciarli col sentimento, ma con la ragione.
Troveremo certamente molti punti in comune.
Saluti cari

Pino ha detto...

p.s.
Scusatemi il "pasticcio" di forma. Ho il difetto di non rileggere quello che scrivo di "getto"
P

Paolo A ha detto...


http://imgur.com/a/CvWae


Salvagni: "Ecco quello che ci dice la dott.ssa Asili sulla qualità del reperto Ignoto 1. Talmente perfetto che sembrava un tampone buccale appena eseguito. Ma non si sono domandati come fosse possibile ritenere coerenti due dati così contrastanti: un dna che si assume all'aperto e alle intemperie da 3 mesi e una qualità così straordinaria?"

Vanna ha detto...

Pino caro,
sei gentilissimo, come sempre.
Si, probabilmente ho una buona dose di dabbenaggine ma non è mia intenzione cambiare il mondo, né cambiare le cose o il parere delle persone.
Posso però dire la mia.
"I concetti formati sulla base dei fatti" che alcuni qui espongono, sono concetti che "non riscuotono molto assenso" perché, per quanto riguarda la mia breve lettura del post di Dan F. non sono logici Pino.

In quello che ho scritto in risposta, infatti viene fuori, secondo me l'esposizione confusa che vorrebbe salvare l'operato giuridico che si attiene a quello scientifico.
Ovvero si salvano giudici e scienziati investigatori.

Poi le domande su cosa non è andato non sono da fare?
Perché il mondo va così e difatti...sta andando a rotoli.

Scusa Pino ma non condivido la frase seguente: " per restare all'altezza della situazione, entrare nell'ordine di idee anche degli altri, pur quando ci appaiono troppo e crudamente realistici, in contrasto con i nostri sentimenti, spesso condizionanti."

Nel mio post di cui parlo ho "setacciato", con logica, ciò che non va in quel modo di portare avanti il discorso, i sentimenti non mi hanno condizionato, è proprio tutta la faccenda che non si regge in piedi e non per mia dabbenaggine. Personalmente per restare "all'altezza della situazione" devo esprimere la mia lettura che, nella sua semplicità è molto più chiara e logica di altre.

Mi piace ricordare a tal proposito la novella di Andersen: l'imperatore osannato è scoperto nudo da un bambino.

Ti ringrazio per l'affettuoso appunto che vorrei fosse fatto anche a chi invece, sa come gira il mondo e, per giustificarlo, tenta di salvare capra e cavolo trasportandoli su fiumi tempestosi.




Ivana ha detto...

Ismaele,
era chiaro sia per Pino sia per me che il tuo fosse un ragionamento sul piano del diritto, perché era inequivocabile il significato delle tue parole “E' troppo chiedere che questo approccio abbia fine? Non ha senso.
Quest'atteggiamento di pretendere dalla scienza le risposte certe perche' non ci si riesce con l'attivita' investigativa e' sbagliato.

Io, però, ponevo interrogativi sulla tua affermazione: “la perizia e' una scorciatoia ” perché tale affermazione mi pare non adeguata allo scopo.
Come si può considerare “senza senso” un determinato modus operandi e poi, comunque, considerare “scorciatoia” la ripetizione di un simile modus operandi?
Se ritieni non abbia senso un determinato approccio scientifico andrebbe affrontata la discussione in modo diretto. Se tali analisi non hanno senso, non ha senso continuare a ripeterle, ma ha senso motivare il “non senso” e la non affidabilità di un determinato iter seguito, o no?
Per me il termine “scientista”, poi, non ha una connotazione negativa; hanno connotazione negativa espressioni quali: “pseudo scienza”, “scienza spazzatura” e “scienziaggine”.
Sono scientista (nel senso che ritengo di essere consapevole del valore della scienza e del fatto che essa sia continuamente in fieri) e condivido una significativa affermazione di Charles Meymott Tidy che credo venga ancora considerata importante, nell’ambito della genetica forense: “Esiste una certezza scientifica che solo i pavidi trattano come un’incertezza ed esiste un’incertezza che solo l’arroganza dell’ignoranza trascura” e nel caso di Bossetti credo esistano un’unica certezza (ma ininfluente) e varie incertezze di cui, invece, occorre tener conto. Per me, in base alle attuali conoscenze scientifiche, sono più che sufficienti tali incertezze per assolvere l’imputato. Anzi, sarebbe bastato un unico ragionevole dubbio!
Penso che il Daubert-test dovrebbe offrire dei criteri minimi, anche se non esaustivi, per evitare l’ingresso nel processo penale della cosiddetta scienziaggine.
Credo anche che un perito super partes (magari analizzando soltanto sulla carta tutto il percorso genetico effettuato) potrebbe rappresentare un “antidoto contro l'arroganza dell'enciclopedismo” del giudice stesso. Mi sembra, se ben ricordo, che il potere del giudice sia stato definito di "discrezionalità vincolata" perché teso a impedire il ricorso alla scienza "privata" del giudice stesso.
A mio avviso, già nel primo grado di giudizio la perizia avrebbe dovuto essere considerata come un "potere-dovere" per la Corte giudicante e, infatti, avevo creduto che ci sarebbe stata un’assoluzione proprio perché non c’era stata alcuna perizia super partes.

Ivana ha detto...

Grazie, Pino, per aver compreso la buona fede di Dan e mia.

Nautilina, penso (in base alle mie scarsissime conoscenze di biologia) che con un eventuale "trasferimento" sarebbe stato presente, comunque, un DNA completo (oppure solo la parte mitocondriale); dal momento che, invece, c'è il DNA nucleare e non il corrispondente DNA mitocondriale il mio dubbio rimane: qual è l'effettiva natura di quella traccia?


Caro Gilberto,
mi era chiaro che non ci fosse qualcosa di personale, perché non dubito della tua correttezza, ma ritengo che l’immagine del matematico capace di ragionare solo in termini quantitativi debba essere superata.
Le idee matematiche comprendono anche aspetti più complessi legati alla logica e all'organizzazione razionale del pensiero.
In matematica è più importante porre problemi che risolverli; alcune congetture (es. la congettura di Goldbach) sono ancora irrisolte e mantengono intatto tutto il loro "fascino".
Come sai, credo che lo scopo della scienza sia quello di condurci a un sempre maggiore avvicinamento alla verità attraverso congetture, confutazioni e “verifiche” (preferisco tale termine anche se Popper usa “corroborazioni”). Ritengo che non si debba soltanto ridurre il contenuto di falsità delle teorie, ma credo occorra tendere anche a rafforzarne il contenuto di verità alla luce di quanto era stato espresso da Charles Meymott Tidy (nel 1897 se non erro).

antrag ha detto...

Ottimi e realistici:
Vanna, Gilberto, Nautilina, Ismaele, Paolo A

Politichesi:
quasi tutti gli altri.

Con mio sommo rammarico per questi ultimi.

Discussione educata e profonda.

Nautilina ha detto...


Ivana ha detto...

.....Nautilina, penso (in base alle mie scarsissime conoscenze di biologia) che con un eventuale "trasferimento" sarebbe stato presente, comunque, un DNA completo (oppure solo la parte mitocondriale); dal momento che, invece, c'è il DNA nucleare e non il corrispondente DNA mitocondriale il mio dubbio rimane: qual è l'effettiva natura di quella traccia?

Domandona da un milione! Vorremmo saperlo tutti.
Anch'io prima di sentire l'intervista di QG al prof. Gill pensavo la stessa cosa.
Ma se l'ascolti attentamente, scoprirai che a un certo punto lo dice: è possibile che in un trasferimento indiretto sia rilasciato solo DNA nucleare.
Capisci che se questo fosse il caso, bisognerebbe pensarci a condannare Bossetti, soprattutto perché la traccia 31-G20 sugli slip di Yara (mostrata in fotografia centomila volte) appare invisibile ad occhio nudo ed è stato possibile rilevarla solo con la fluorescenza.
A differenza della macchia sul polsino della giacca che invece si vedeva benissimo, quella sugli slip doveva essere molto dilavata: ma allora come mai ci hanno trovato un DNA nucleare ancora integro dopo tre mesi?
La suggestione che ci sia stato un inquinamento molto posteriore al delitto è piuttosto forte.
Gli inquirenti l'hanno sempre considerato 'sangue dell'omicida commisto con quello della vittima' al momento del delitto, però il sangue è ricco di DNA mitocondriale, quindi sarebbe impossibile non trovarne neppure una minima traccia.
A meno che non sia sangue 'indiretto', ossia trasportato da un attrezzo.
Stranamente si ritorna alle insinuazioni delle origini, quelle dell'accusato e dei suoi fans innocentisti, tanto sbeffeggiate nel web e considerate dagli inquirenti assurde fantasie grottesche (anche per me lo erano).

Mik ci ha voluto gentilmente offrire il link al libro interessantissimo di Peter Gill, "Misleading DNA Evidence: Reasons for Miscarriages of Justice", ma vedo che se ne parla poco. Eppure in esso sono dettagliati i numerosi casi di errore in cui possono incappare gli investigatori esaminando tracce genetiche rinvenute sulla scena di un crimine.
Trovo molto pertinenti alla nostra discussione le osservazioni dello scienziato su "The hidden perpetrator effect" (pag.14), un'eventualità che dovrebbe essere resa nota a tutti gli investigatori e non soltanto, credo anche ai giudici, almeno nei processi basati essenzialmente su prove genetiche.

PINO,
accostandomi a Vanna e a personaggi da libro 'Cuore' mi hai fatto in realtà un gran complimento inatteso di cui ti ringrazio. Forse non era proprio questa la tua intenzione, ma la interpreto così perché in realtà sono un alter ego del maestro Perboni, sempre stata così fin dalla nascita (e f*****a per tutta la vita).

Dabbenaggine e onestà intellettuale vanno di pari passo, eh sì.
I furbacchioni preferiscono dare un colpo al cerchio e uno alla botte, infatti nella vita fanno carriera, sono ben dotati di agganci e supporti, cadono sempre in piedi. E' un meccanismo utile, per carità, garantisce la sussistenza.

Per esempio, tornando al caso in questione, ci sono alcuni commentatori che in certi siti scrivono da (finti) amici del povero carpentiere il quale, ahimè, sarà ricondannato, in altri si esprimono come colpevolisti non risparmiando frecciate a lui e alla sua difesa.

Vanna ed io almeno siamo sincere.
Io diversamente da lei non credo al complotto istituzionale, ma anche questo lo dico piatto piatto e lei lo sa.
Secondo me c'è stata una convergenza su Bossetti partendo da un errore iniziale che sarà molto difficile portare alla luce, però non dispero. Ho fiducia che la verità possa emergere. O quantomeno che, nel dubbio, non si riconfermi l'ergastolo perché sarebbe davvero molto grave per la Giustizia.

Di tutto il resto - atteggiamento di moglie, medre e sorella, nonché abbronzatura e cresta dell'imputato e ambizioni professionali dei suoi difensori - non può importarmi di meno.



Tiziano ha detto...

Ricordiamoci che il diavolo fa le pentole ma non i coperchi. Personalmente fino a qualche anno fa pensavo non esistesse anzi deridevo chi ci credeva.Tutto questo fino a qualche anno fa.

Ivana ha detto...

Nautilina,
venerdì scorso non ho potuto assistere alla puntata di Quarto Grado e, adesso, non riesco a visualizzare il filmato relativo (attualmente il mio computer risulta particolarmente lento nel caricamento della pagina e, di fatto, m’impedisce la visione del filmato)
http://www.video.mediaset.it/video/quarto_grado/full/puntata-del-7-luglio_736724.html

Resto però dubbiosa sul fatto che, tramite un normale “trasferimento”, possa essere rilasciato soltanto il DNA nucleare; chiedo: c’era la traduzione simultanea delle parole del prof. Gill? In caso di risposta affermativa, mi sorgerebbe il seguente dubbio: l’eventuale traduttore ha tradotto, e compreso, in modo preciso i concetti scientifici espressi dal professore?
Comunque, ritengo sia una questione da approfondire (almeno per me).

Ismaele ha detto...

@Ivana: c'e' stato un fraintendimento, con "scorciatoia" intendevo che la difesa (e ne ha ben donde, perche' il processo penale in italia funziona cosi') segue la strada piu' breve verso l'obiettivo.

Da cittadino avrei preferito quel che avevo detto e tu hai ribadito per la prova: la contestazione del metodo seguito per ottenere la "prova", e la forzatura sul significato da attribuirle.

Io spero che questi dati (i DNA di mezza val Seriana) siano stati conservati. Perche' sicuramente ci sono coppie o triplette di profili DNA di persone distinte uguali fra loro. E solo questo dovrebbe far riflettere sull'utilita' di una ricerca a tappeto.

Ogni tanto leggo che la traccia era "abbondantemente cellularizzata". Come sia possibile che di fronte a tanta abbondanza di cellule non si sia potuti risalire al tessuto per me e' un mistero (ma non sono un biologo).

magica ha detto...

perchè han voluto rincarare la dose.
in questo processo abbiamo sentito molte frasi buttate nel mucchio .
succede quando si vuole aver ragione a tutti i costi , il fattto è che ci credono quando le dicono :ci credono sprovveduti.

Nautilina ha detto...

Ivana, ho rivisto l'intervista a Peter Gill ma l'affermazione che ricordavo non c'è.
Dunque l'avrò sentita o letta chissà dove... cercherò di rovistare nella cronologia del pc, sono sicura di non essermela sognata.
Se trovo conferma te lo faccio sapere.
Buona serata.

Anonimo ha detto...

Attendiamo i risultati dell'udienza di domani.
Blablare sul rifritto non serve a nulla!!!

Luca Cheli ha detto...

@Dan.F

L'unica opzione che può funzionare è la 1.

Non in tempo per Bossetti, lo so, ma l'unica vera possibilità di uscire dalla situazione indegna in cui ci troviamo (ben al di là di questo caso).

Giocare con le carte truccate (da altri), ovvero con arbitri ... arbitrari è un'autentica perdita di tempo.

Anche io rimprovero qualcosa alla difesa, ed è che si poteva usare questo caso proprio per indirizzare la storia giudiziaria italiana sul percorso 1, in maniera molto ma molto più rumorosa di quella che viene contestata alla difesa di Bossetti, o meglio ancora prevalentemente a Salvagni.

Ma gli avvocati, alla fine, per quanto possano essere considerati anomali, od originali, od innovativi, restano sempre, per formazione, degli avvocati, e quindi finiscono sempre per agire e ragionare essenzialmente dentro il sistema.

PINO ha detto...

Ho ritrovato e riletto il link che riportava la notizia del recupero dello stereo di Yara, MA ERA STATO VARIATO, e sapete con quale giustificazione?
La riporto con copia-incolla

"Alcuni risultati possono essere stati rimossi nell'ambito della normativa europea sulla protezione dei dati. Ulteriori informazioni...

Nautilina ha detto...

E' incredibile.
C'erano tanti dati sensibili da rimuovere, ma immagino che siano ancora lì, quei cumuli di inesattezze e falsità per non dire altro.
Invece vanno a togliere proprio questa notizia che alla fine non rivelava nulla di scandaloso.

Vanna ha detto...

Nautilina in questo caso tutto è double face e l'incredibile diventa credibile.

Vedi bene gli attrezzi tecnologici:
lo stereo e i suoi dati li hanno messi a tacere, da vicino.
Il computer di Bossetti lo hanno fatto parlare da lontano.
Compiono magie...
Comunque non sappiamo cosa poteva ESSERCI dentro, di sicuro molte impronte
digitali. Ma nessun altra ragazza avrva lo stereo?
O lo stereo fu un pretesto per chiedere e far uscire?

Ivana ha detto...

Ismaele,
non credo che la Difesa stia seguendo il percorso “più breve verso l’obiettivo”; mi pare che il suo scopo sia quello di riuscire a insinuare nella Corte almeno un ragionevole dubbio e mi sembra che stia percorrendo tutte le strade impervie che, comunque, ritiene idonee al raggiungimento di tale fine.

Luca,
come avevo già avuto occasione di dire, non condivido alcuna violenza e neanche gli attacchi personali e i toni particolarmente accesi da qualunque parte processuale provengano.
Credo che siano necessarie, invece, argomentazioni serie e ben motivate per evidenziare le eventuali “carte truccate” senza sollevare polveroni e senza ricorrere a metodi di vero e proprio scontro brutale. Temo che certi atteggiamenti possano essere interpretati come provocatori e non ottenere lo scopo voluto.
A che cosa servì il cosiddetto luddismo? Credo non si possa fermare l’incessante mutamento tecnologico, ma occorre invitare alla cautela e alla riflessione per capire quali lacune sono da individuarsi nei protocolli scientifici seguiti nei laboratori, per evidenziare la necessità di realizzare, a priori, linee guida più precise che contemplino come ci si deve, comunque, regolare in casi che presentano peculiarità tali da non essere state previste.
Non è facile tenere sotto stretto controllo l’incessante sviluppo delle tecniche scientifiche (lo dimostra, per esempio, la nascita di quel bimbo con il DNA di tre persone!) e, quindi, bisognerebbe, a priori, che la comunità scientifica tenesse nella debita considerazione l’imprevedibilità di determinati risultati e che tracciasse quanto prima delle linee guida cogenti di comportamento in quei casi in cui la scienza non abbia ancora fornito risposte chiare e certe.
Sono un'ingenua e un'illusa? Forse, ma resto convinta che dovrebbe sempre prevalere, in un processo, un cotraddittorio espresso con argomentazioni eleganti che trovino la loro forza persuasiva nella verità che esprimono.


Nautilina, grazie. Ho cercato anch’io, ma finora non ho trovato spiegazioni in merito …

antrag ha detto...

Ivana!
È ridicolo dire che la difesa insinui dubbi nel giudice.

Nautilina ha detto...

Se io fossi uno dei giudici, mi porrei prima di tutto un bel po' di domande.

- Mettiamo che Bossetti fosse infatuato di Yara pur senza conoscerla direttamente: come mai non si è trovato nulla, neanche una piccola foto nel suo pc portatile con la scusa della ginnastica ritmica? Tra l'altro lui non frequentava neppure la palestra di Brembate.
- E' certo oltre ogni ragionevole dubbio che l'autocarro ripreso a passare accanto alla palestra sia proprio quello di Bossetti, dato che non viene inquadrata la targa e non si vede la sagoma del guidatore?
- E' certo oltre ogni ragionevole dubbio che lui abbia incontrato la ragazzina in via Morlotti o Rampinelli, dal momento che se è passato da quelle strade l'ha fatto almeno dieci minuti prima di lei?
- Forse l'uomo si è fermato ad aspettarla, ma come poteva sapere che lei non fosse già uscita?
- Ammesso che quel DNA appartenga veramente a Bossetti, siamo sicuri che risalga proprio alla sera del delitto? Non doveva degradarsi dopo sei settimane?
- Si può escludere che ci sia stato a monte un errore di analisi (kit scaduti e quant'altro)?
- Come mai il mitocondriale di Bossetti manca e c'è invece quello di un'altra persona? Non potrebbe essere una contaminazione?
- Non potrebbe qualcuno aver cercato di depistare, incastrando Bossetti anche solo per caso, per un gioco del destino?

Francamente non trovo nessuna risposta a questi dubbi, nel senso che l'accusa non le ha fornite o non erano convincenti, almeno per me.
Ma non ero in aula e non so esattamente cos'abbiano detto gli avvocati.
In base a quello che so, potrei soltanto assolvere.

Bruno ha detto...

@Nautilina, mi aggiungo alle tue considerazioni oltre ogni ragionevole dubbio.

Ivana ha detto...

Nautilina, anch'io, come ribadisco, anche se soltanto in base alle scarsissime conoscenze in mio possesso, avrei già assolto Bossetti nel primo grado di giudizio (perché mi è sufficiente l'anomalia del DNA mitocondriale per avere il ragionevole dubbio)

Condivido lo sdegno dell'avvocato Salvagni che pare abbia avvisato ieri il legale di parte civile Pezzotta dopo essere venuto a conoscenza che "un pazzo scriteriato su un blog aveva pubblicato le foto del corpo della vittima”.

antrag ha detto...

nessuno sdegno per i video taroccati col pretesto di fare giustizia per una povera vittima e recludere a vita un cittadino con scarse prove di colpevolezza?

Foto vere e crudeli, ma necessarie da analizzare da parte dei cittadini stante il baratro istituzionale, invece suscitano sdegno!

Ubicumque vivimus?

Mik ha detto...

E bravo Antrag. Siamo bombardati da fotografie di morti ammazzati, da telefilm estremamente realistici, ma ci sdegniamo per tre fotografie sgranate, taroccate, rimaneggiate? Che hanno un pregio, ed é l'unico, quello di imporre una realtà che non esiste.

Mik

Anonimo ha detto...

Le foto che avete tirato fuori voi, a noi non fotte un cacchio, coglioni.

Ivana ha detto...

Mik,
io condivido, invece, l’indignazione della Difesa di Bossetti che, a quanto si legge negli articoli online di ieri, avrebbe definito “pazzo scriteriato” chi ha pubblicato le foto del corpo della vittima, foto che ritengo riacutizzino il dolore dei familiari di Yara nell’assistere a un uso improprio e irriverente di tali immagini, uso che nulla ha a che vedere con una ricerca seria e obiettiva della verità.

http://bergamo.corriere.it/notizie/cronaca/17_luglio_14/yara-difesa-bossetti-sotto-attacco-procuratore-generale-convinto-sua-colpevolezza-0ad576d2-688a-11e7-a661-7b83dfae73a6.shtml

http://milano.repubblica.it/cronaca/2017/07/14/news/processo_yara_bossetti_ultima_udienza-170801800/

http://www.blitzquotidiano.it/cronaca-italia/massimo-giuseppe-bossetti-prendete-il-mio-sangue-per-perizia-sul-dna-2723795/

antrag ha detto...

Teniamo tutto sotto segreto così l'avidità di potere e guadagno può essere soddisfatta a puntino senza disturbare chi ne beneficia!

Vanna ha detto...

Leggo e rispondo, se è il caso, per ordine.
Buongiorno a tutti!

Nautilina,
il tuo incipit: " Se io fossi uno dei giudici, mi porrei prima di tutto un bel po' di domande."
Solo così si potrebbe assolvere: il dubbio è a favore del colpevole.
E' questa la combinazione giusta per entrare nella cassaforte blindata:
l'unica. Le domande che ti poni sono quelle di tutti coloro che hanno l'attitudine ad entrare nei fatti con umiltà.

Ciò che avevo espresso nei post precedenti si è verificato: la difesa non doveva solo difendere l'imputato ma anche se stessa e la libertà di difendere.

Non so come andrà, devo ancora leggere bene ciò che è accaduto ieri, ma sembra che il Martani abbia "interpretato" in modo distorto la difesa.
A meno che il Martani abbia difeso, anche lui, la libertà del concetto "libero convincimento" che, pare, nessuno debba mettere in discussione neanche un giudice contro un altro giudice visto che lui ha condiviso l'accusa della precedente.

Ieri era la giornata in cui si ricordava la presa della Bastiglia, simbolicamente in quella giornata il potere assolutistico venne messo in ginocchio.

Se l'onnipotenza di essere nel giusto debba stare solo da una parte non lo so, ma il ruolo della difesa è difendere e argomentare il perché quella condanna è iniqua.

Ha sbagliato la difesa?
No ha svolto il suo mandato.


Ismaele ha detto...

Ho letto su un forum in cosa consiste il "ragionevole dubbio" nel processo penale, ed e' un po' piu' di un'incertezza.

Se ho capito bene, di fronte a quella che l'accusa considera una prova, la difesa deve portare dei fatti che ne dimostrano l'irrilevanza. Si capisce come, a fronte di una sfilza di persone in carcere grazie al dna, il compito sia notevole. Tant'e' vero che in primo grado e' finita con l'ergastolo. E in secondo grado la difesa si gioca il tutto per tutto con la ripetizione del test. Dico il tutto per tutto perche' anche se per molti di noi il DNA di Bossetti continuerebbe ad essere un indizio e basta, per il processo sarebbe una pietra tombale. Siccome anche se la difesa fosse sicura dell'innocenza di Bossetti non puo' escludere che la ripetizione del test o la superperizia abbia un esito sfavorevole all'imputato, una richiesta del genere somiglia al giudizio di dio di medievale memoria... D'altra parte la Bongiorno, per far assolvere Sollecito, non ha osato attaccare il totem del DNA (che per me non contava niente a prescindere: erano giovani studenti, si frequentavano, bevevano e scherzavano insieme. Che valore poteva avera una traccia della saliva -se ricordo bene- di Sollecito sul gancetto del reggiseno???), ma ha contestato il modo in cui sono stati raccolti i campioni. Vogliamo pensare che la Bongiorno non abbia immediatamente pensato che quel dna poteva essere li' per mille motivi legati ad una serata fra amici? Certo, ma la strada sarebbe stata terribilmente in salita...

Si puo' obiettare molto sul modus operandi della difesa, tuttavia a volte mi capita di pensare che questo loro modo in apparenza scomposto sia l'unico possibile. Hanno approfittato del clamore mediatico del caso per porre, forse per la prima volta in italia, in discussione il valore che viene dato al dna in ambito processuale. Perche', purtroppo, col dna di un estraneo ritrovato sul cadavere di una ragazzina c'era davvero ben poco che potessero fare nel processo penale italiano. Credo che comunque vada a finire, la decisione della cassazione (o forse di una corte superiore) segnera' un confine fra il prima e il dopo.

Vanna ha detto...

Ismaele, condivido con te.
Scrivi:
"Si puo' obiettare molto sul modus operandi della difesa, tuttavia a volte mi capita di pensare che questo loro modo in apparenza scomposto sia l'unico possibile. Hanno approfittato del clamore mediatico del caso per porre, forse per la prima volta in italia, in discussione il valore che viene dato al dna in ambito processuale. Perche', purtroppo, col dna di un estraneo ritrovato sul cadavere di una ragazzina c'era davvero ben poco che potessero fare nel processo penale italiano. Credo che comunque vada a finire, la decisione della cassazione (o forse di una corte superiore) segnera' un confine fra il prima e il dopo."

La difesa ha dato fastidio subito perché subito si è esposta nell'annunciare che credeva B.innocente.
Il non chiedere subito, ipotizzo, non è stato dovuto a imperizia, a incapacità, è stato necessario per capire, leggere 60000 pagine ed interpretare quello che usciva fuori dai media.
E' stata messa in difficoltà in ogni momento.
Non mi sembra si sia fermata, la sua presenza è stata decisamente innovativa nell'esporsi ai media.
E bene ha fatto.
Poteva di più?
Non so in quel groviglio di situazioni sarebbe stato difficile per chiunque districarsi.
Non credo si fermeranno: questo caso farà storia, per me, lo dico da tempo.

Per quanto riguarda il caso Amanda K-Sollecito, la Bongiorno è intervenuta sul dna a proposito ma anche perché dagli States si tuonava che i controlli in quella stanza erano incerti e inquinati, non poco fu criticato il modo di procedere dei nostri addetti ai lavori.

Ivana ha detto...

Ismaele,
come aveva precisato la Cassazione, già in una sentenza del 2009, la regola dell’“oltre ogni ragionevole dubbio” impone «di pronunciare condanna, quando il dato probatorio acquisito lascia fuori solo eventualità remote, pur astrattamente formulabili e prospettabili come possibili in rerum natura, ma la cui concreta realizzazione nella fattispecie concreta non trova il benché minimo riscontro nelle emergenze processuali, ponendosi al di fuori dell'ordine naturale delle cose e della normale razionalità umana»
Poiché ritengo, pur in base alle mie scarsissime informazioni in ambito genetico, che la questione del DNA mitocondriale non corrispondente a Bossetti si ponga attualmente (cioè in riferimento alle attuali conoscenze scientifiche) al di fuori dell’”ordine naturale delle cose”, sarebbe dovuto essere diritto-dovere del giudice chiedere lumi a un esperto super partes già nel primo grado di giudizio, altrimenti pronunciare sentenza di assoluzione.

Nautilina ha detto...

Ismaele e Vanna,
le vostre oservazioni sono molto equilibrate e giuste! Come si fa a non condividerle?
Penso anch'io che i difensori di Bossetti abbiano fatto tutto il massimo possibile.
Se hanno sbagliato qualcosa non sono certo io in grado di dirlo, ma finora non mi pare.

Fra l'altro, hanno lavorato con risorse economiche inesistenti: con quali soldi avrebbero potuto assumere come periti i luminari Gill e Butler, con quelli del conto in Svizzera che Bossetti non ha?
Quindi molte critiche sono ingenerose e pretestuose, IMHO.

L'unica strada che potevano praticamente percorrere era insistere sulle anomalie e sui dubbi: questo l'hanno fatto a tutto campo, più di così che dovevano fare, umanamente parlando? Squarciare le tende con la spada e salire sui banchi inneggiando alla rivoluzione? Insomma, siamo realisti...ci sono cose che in un tribunale democratico non si potranno mai dire.

E il pool di Bossetti si è già spinto fino al limite.

Camporini ieri giustamente ha ribadito di non avere mai accusato gli inquirenti di complotto, solo di errori.
Certo è chiaro che gli avvocati di parte civile, avendo tutto l'interesse a far leva sulle debolezze degli avversari, cercano di insinuare questo tarlo nella corte. E' più facile e rende di più che controbattere con argomenti seri alle loro precise obiezioni.

Lo fanno anche alcuni commentatori in alcuni forum e pagine FB: colpevolizzano la difesa per le sue scelte e i suoi atteggiamenti, secondo loro al limite della legalità e offensive per gli avversari. Tra un 'vergognoso' di qua e un ' incredibile' di là, si evita elegantemente di parlare dei fatti...molto comodo direi.
Forse saranno avvocati anche loro, come minimo avvocati mancati!

Ma non mi scandalizzo delle manfrine processuali, succede di tutto e di più nelle aule dei tribunali, da quanto mi raccontano.
Mi auguro solo che la giuria abbia la testa a posto e la faccia funzionare, senza lasciarsi troppo influenzare dalle arringhe di retori volponi che parlano ognuno pro domo sua.
Poi vada come vada, c'è sempre l'appiglio della Cassazione.

Spero in bene per Massimo e prego per lui.

Soprattutto prego che Yara, ovunque sia, con il suo grande cuore, indichi in qualche modo il vero colpevole perché venga finalmente consegnato alla giustizia. Quello vero, però...o quelli, se le nostre intuizioni sono ben fondate.

Povera piccola, è il minimo che si meriti dopo la fine che ha fatto.
Non sarà l'unica ragazzina massacrata nel mondo, d'accordo...però lei era talmente innocente, dolce e ingenua, talmente la figlia di tutti noi che non ci si rassegna alla sua brutale uccisione.
Yara è diventata un simbolo.

antrag ha detto...

Ivana ha detto...
Ismaele,
come aveva precisato la Cassazione, già in una sentenza del 2009, la regola dell’“oltre ogni ragionevole dubbio” impone «di pronunciare condanna, quando il dato probatorio acquisito lascia fuori solo eventualità remote, pur astrattamente formulabili e prospettabili come possibili in rerum natura, ma la cui concreta realizzazione nella fattispecie concreta non trova il benché minimo riscontro nelle emergenze processuali, ponendosi al di fuori dell'ordine naturale delle cose e della normale razionalità umana»
Poiché ritengo, pur in base alle mie scarsissime informazioni in ambito genetico, che la questione del DNA mitocondriale non corrispondente a Bossetti si ponga attualmente (cioè in riferimento alle attuali conoscenze scientifiche) al di fuori dell’”ordine naturale delle cose”, sarebbe dovuto essere diritto-dovere del giudice chiedere lumi a un esperto super partes già nel primo grado di giudizio, altrimenti pronunciare sentenza di assoluzione.

15 luglio 2017 16:18:00 CEST

Finalmente riesco a condividere qualcosa che scrivi!

Ma ... riprenderò questo discorso a sentenza avvenuta.

Vanna ha detto...


Poco fa ho postato sul nuovo di Gilberto e lo ripropongo qui, non so se scriverò ancora almeno fino alla sentenza che è facile immaginare come sarà:

" Gilberto mi piace il tuo racconto e condivido lo scritto degli altri.
L'anonimo continua a pararsi lui il c...o, è chiaro che nella vicenda lui c'entra, purtroppo un altro sta dentro.

Sono addolorata e ammutolita, se questa è la nostra maniera di condannare, era meglio la legge di Hammurabi " occhio per occhio, dente per dente", almeno in quel caso si sapeva chi era stato e la sua punizione era di monito.

Oggi invece: fatta la legge, all'interno della stessa si trova l'inganno.
Né la Legge né la punizione sono di monito.
L'unico monito che io leggo è: faccio ciò che voglio poiché conosco i meandri per uscirne.

Che senso ha trovare la "particella di Dio",
andare sulla Luna,
scoprire l'energia atomica,
coltivare geneticamente modificato...
avere microscopi sofisticatissimi e osservatori astronomici per frugare le galassie.
Per dire le prime cose che mi vengono in mente
Che senso ha se si è perduta la misura di tutte le cose.
Si giustifica tutto a favore della condanna.

Oltre questo non si può andare e se lo si fa si regredisce.
Poiché credo che ogni cosa che accade non accada a caso e che tutto ha un significato e tutto dovrà servire a riflettere, a non fare nuovi errori grossolani o raffinati che siano.
Ma dietro c'è il sistema, il potere che non torna indietro.

Sono straconvinta che lui sia innocente e che la nostra civiltà oramai non è più tale.

Vanna ha detto...

Nautilina,
anche io prego per lui, la sua famiglia e per Y.

Anonimo ha detto...

Preghiamo che si faccia almeno 30 anni di galera.
E preghiamo che la moglie guadagni ancora un pò in albergo in modo che possa provvedere ai figli.

Anonimo ha detto...

E preghiamo che Salvagni la smetta di sfondare le palle, Amen.

Dan F. Rinaldi ha detto...

Qua, tra preghiere di ogni genere, sarebbe meglio celebrare messe che processi e lasciar fare all'Altissimo aspettando che ci mostri un segno.
Magari si risolverebbero così anche tanti delitti irrisolti...

antrag ha detto...

Decenni di avanzamenti automatici nelle carriere generano sfacelo istituzionale, professionale, di civiltà e umano.

antrag ha detto...

Oppure devono essere eletti o cooptati ...
in modo che i cittadini sappiano di fronte a inefficienze quali decisioni le hanno generate.

Altrimenti si continuerà ad arzigogolare su tutto e si costituirà il brodo batterico in le inefficienze istituzionali continueranno ad allignare.

Anonimo ha detto...

Si, hai ragione.

Anonimo ha detto...

Sappia l'anonimo che augurava 30 anni e lavoro in albergo per la moglie che è solo un miserabile. Deve solo prenderne atto. Le prove ci sono e le ha fornite lui stesso. E' reo confesso.

Anonimo ha detto...

A Ivana, Ismaele e Nautilina. Guardate che avete male interpretato la sentenza della Cassazione del 2009 che fornisce un chiarimento sulla nozione di "ragionevole dubbio". Infatti, tale sentenza dice il contrario di ciò che voi vorreste attribuire ad essa. Non dice che essendo il dato probatorio inficiato da dubbi logici e razionali si sia, ipso facto, in presenza di un ragionevole dubbio. Ma, piuttosto, che il ragionevole dubbio si ha quando il dato probatorio residua delle ipotesi alternative che abbiano la caratteristica di non porsi al di fuori della logica e della realtà delle cose. Avete capito? Non tutti i dati probatori viziati portano automaticamente a residuare dubbi ragionevoli. Ma, più semplicemente, che si sia in presenza di ragionevoli dubbi quando questi siano, per loro propria natura, non al di fuori della realtà logica delle cose e che non siano esclusi dal dato probatorio processuale. Chiaro?

Nautilina ha detto...

Ehm...io non ho attribuito niente a quella sentenza, nemmeno la conoscevo.

Traducendo in italiano corrente, signor avvocato (o giudice) e calandosi nel caso specifico di questo processo, quand'è che "il dato probatorio residua delle ipotesi alternative che abbiano la caratteristica di non porsi al di fuori della logica e della realtà delle cose e che non siano escluse dal dato probatorio processuale" ?

Perché sbaglierò, ma a me pare che i difensori di Bossetti abbiano ventilato ipotesi alternative non al di fuori della logica per ogni singola prova presentata dall'accusa.
Tutto è stato argomentato in modo alternativo ma realistico e senza stravolgere il dato probatorio processuale.
Ad esempio, si è prospettato che il corpo di Yara non sia rimasto tre mesi nel campo di Chignolo in accordo con la perizia della professoressa Cattaneo che parla di 'almeno venti-venticinque giorni' di permanenza sul posto.
Si è detto che un DNA in posizione esposta alle intemperie non resiste più di sei settimane, probabilmente anche meno per via dei fluidi corporei e della forte umidità con alternanza di pioggia e neve.
L'ottima qualità delle tracce solleva il ragionevole dubbio che il corpo della bambina non sia stato esposto alle intemperie per tre mesi, ma per il minimo necessario a formare un'impronta visibile.
D'altra parte nel terreno sottostante al cadavere non è stata fatta la ricerca del sangue, perciò non esiste una prova certa che possa smentire l'ipotesi difensiva.

E così per ogni altra prova a carico di Bossetti. Vale per l'autocarro, non identificato con certezza a causa della targa non visibile, per l'orario del passaggio accanto alla palestra, per le fibre colorate e le sferette metalliche, solo genericamente compatibili con quelle trovate nell'Iveco dell'imputato perché reperibili in molti cantieri di Brembate.
Anzi, se vogliamo nel furgone di Bossetti c'erano sferette d'acciaio e non ferrose.

Intendo dire: con tutti questi "potrebbe anche darsi che..." come si fa a negare che ci sia un ragionevole dubbio?

antrag ha detto...

Lo scritto dell'anonimo del 24 luglio h 11.00 è ridicolo.
Riporta frasi sconclusionate che non sono rare nelle leggi italiane.
Confonde il livello linguistico e metalinguistico cella comunicazione umana.
Ignora il significato di una verifica sperimentale di un sistema instabile.
E' inutile perderei tempo con uno spirito leguleio.