venerdì 7 agosto 2015

Il diavolo si droga al Cocorico'... o la Piramide di Riccione è stata chiusa per caricare tutta la colpa su una struttura inerte?


Pavullo. I militari del nucleo operativo radiomobile della compagnia di Pavullo l'hanno arrestato mentre tentava di smerciare cinquanta pasticche di ecstasy all'interno dei giardini pubblici, a due passi dai bambini intenti ai loro giochi (link di conferma).

Roma. Vendevano ecstasy nelle aule universitarie e non perdevano occasione per spacciarne un po’ prima e un po' dopo l’inizio delle lezioni (link).

Sarre. Sono scattate le manette per un giovane di 18 anni di Sarre colto dalla Polizia a spacciare ecstasy nel centro di Aosta (link).

Genova. Spacciava ecstasy nel centro storico: 22enne ecuadoriano in manette (link)

Roma. Spacciava ecstasy vicino alla stazione Tuscolana, arrestato (link).

Avete letto? Queste sono una minuscola parte delle notizie che ogni giorno riempiono i giornali. E si parla solo di ecstasy, non di incidenti dovuti all'abuso di alcool o allo spaccio di cocaina. Sono importanti perché fanno capire che non serve andare né a Riccione né al Cocoricò per acquistare ecstasy o droghe in generale, che le pasticche colorate usate da chi mentalmente pensa di non aver altra maniera per sballarsi si trovano ovunque e non ha senso chiudere una discoteca quando si scopre che un ragazzo muore a causa di pillole portate da casa o acquistate da un amico.

Nei decenni passati (anche adesso) (clicca qui per conferma) molti ragazzi morirono (e ancora muoiono) nei bagni di qualche bar, stroncati da overdose di eroina o di altre sostanze, e nessuno chiuse (o chiude) per quattro mesi i locali in cui avvennero (e ancora avvengono) i decessi. E questo è capitato e capita non solo in Romagna (link di conferma). Non ha alcun senso logico e non si può accettare la chiusura di una discoteca a causa della morte di un cliente (che fra l'altro vi entrava per la prima volta) che avrebbe potuto bere alcool e ingerire le pillole che già possedeva anche di fronte o all'interno di una Basilica (si sarebbe chiusa la Basilica se fosse morto sulla scalinata d'ingresso?). Se tanto mi dà tanto, perché non si chiudono per quattro mesi le autostrade, le strade statali e quelle provinciali quando chi abusa di alcool ed ecstasy va contromano e uccide più persone? Perché non si chiudono le stazioni ferroviarie, luoghi di spaccio e di consumo dove spesso si trovano cadaveri? Chiudere una discoteca come il Cocorico', che non ha fatto nulla per agevolare la morte di un ragazzo, nel momento di maggior affluenza è inconcepibile!

Al massimo si può capire l'intento punitivo se si prova che l'acquisto di droga è avvenuto in una piccola discoteca. In questo caso si potrebbe ipotizzare una responsabilità diretta o indiretta, viste le poche persone al suo interno. Ma se parliamo di grandi discoteche il discorso si fa diverso, dato che per la vigilanza che vi lavora non è facile controllare tutto e tutti.

Quindi non sto parlando delle piccole discoteche gestite da persone poco raccomandabili e ben conosciute da carabinieri e poliziotti (ma anche da giovani e meno giovani) dove la droga spesso circola a causa di chi vi lavora o la gestisce. Sto parlando di luoghi di ritrovo in cui oltre 2500 giovani si accalcano, luoghi gestiti da chi ogni anno spende tante migliaia di euro per prevenire disgrazie che provocano disagio e tristezza agli stessi che nella discoteca lavorano, oltre che danneggiare il buon nome del locale e della città in cui è situato.


Quattro mesi di chiusura appioppati da una istituzione, la Questura, che per anni poco ha tutelato e poco ha aiutato i gestori, appaiono non solo eccessivi ma anche inutili ai fini della lotta a chi spaccia droga. E un provvedimento del genere, dato che la presenza di 2500 ragazzi impedisce di fatto al personale interno di accorgersi di eventuali scambi di pillole e denari (se lo scambio non avviene all'esterno dei bagni o nei parcheggi vicini all'entrata è difficile da vedere), si dimostra una bestialità senza senso. L'unica spiegazione plausibile, visto che la punizione è stata comminata a una delle discoteche italiane più famose, è che se si sia deciso di cavalcare l'onda per un intento pubblicitario e non educativo. In pratica, la chiusura del Cocorico' ha permesso ai soliti politicanti (che stanno perdendo la luce dei riflettori) e ai disinformati che tentano di farci credere che il demonio vive fra i giochi di luce e la musica, di salire sul carro dell'emotività mediatica. Ma chi sta seduto comodo sul carretto pubblicitario dimostra di non conoscere minimamente la realtà della riviera romagnola e blatera parole senza sapere di cosa parla.

Da noi, in Romagna, si discute di droga da sempre e tutti i locali, specialmente il Cocorico', fanno più di quanto non debbano fare per proteggere i propri clienti. Ad oggi, oltre alle tante campagne informative sulle droghe, la Piramide della musica di Riccione è dotata di 30 telecamere, fra interno ed esterno, e fa lavorare una cinquantina fra steward e vigilantes che, per quanto possono, controllano sia i parcheggi che le sale della discoteca senza poter usare i giusti strumenti dissuasivi (cani antidroga e controlli invasivi sulla persona in primis). Inoltre ha una postazione medica fissa all'esterno, così che se qualcuno si sente male riceve subito un aiuto concreto. All'incirca allo stesso modo fanno le altre grandi e famose discoteche della riviera. Certo, non tutti i locali romagnoli possono permettersi di spendere 150.000 euro all'anno per la sicurezza dei propri clienti. Dovete sapere che nella sola Romagna si trovano, fra grandi e piccole, oltre 60 discoteche (senza considerare i Night Club) che coprono le più svariate tipologie di musica e clienti. Esistono altre regioni in Europa con una simile densità di locali da ballo?

E visto che alcune di quelle 60 sono strafamose e attirano migliaia di persone, c'è da chiedersi il motivo per cui almeno i grandi locali non vengano aiutati in modo concreto dalle istituzioni e, anzi, si preferisca affossarli quando qualcuno, non per colpa di chi li gestisce, muore a causa di alcool ed ecstasy. Nel 2013 lo Io Street Club (una piccola discoteca a cento metri dalla spiaggia di Rimini) venne chiuso per 15 giorni perché un ragazzo cesenate, Matteo Severi, vi acquistò la dose (ma lo dedussero dato che neppure gli amici videro l'acquisto) che mista al tantissimo alcool ingerito gli fu fatale. La sua morte alzò ulteriormente l'asticella della sicurezza. Ma dopo i primi giorni di maggiore controllo toccò sempre ai gestori l'onere di mantenerla alta. In altre zone d'Italia si è saputo di quel decesso? No? Eppure la tragedia fu più grande di quella accaduta pochi giorni fa, dato che un mese prima della morte di Matteo, durante la Molo Street Parade un giovane modenese, Emanuele Manzo, morì per le stesse ragioni. Neppure di questo decesso avevate saputo niente? Chissà dov'erano in quei giorni i giornalisti nazionali e i ministri dal pugno duro.

Signori miei, ci sarà un motivo se in questi anni l'informazione nazionale non vi ha emotivamente coinvolto ad ogni decesso causato dall'ecstasy e se lo stato, parlando di droghe, in Romagna e nel resto d'Italia si è mostrato praticamente assente lasciando ai privati l'onere di combatterle. L'alcool e l'ecstasy non hanno mietuto vittime solo sulla costa romagnola, dove 60 discoteche aggregano migliaia di persone, ma ha colpito in tutta Italia. Eppure, a posteriori, pare strano che nessuna istituzione abbia contribuito a migliorare la situazione, magari aiutando concretamente il personale dei locali impossibilitato per legge a fare quei controlli invasivi che le forze dell'ordine possono invece fare. Dei due ragazzi morti in Romagna ho già parlato, vediamone altri deceduti fuori regione e ignorati da chi invece di trovare soluzioni si pubblicizza sui media per essere rieletto.

2012 - Tragedia questa notte alla discoteca Tartana di Follonica. Un ragazzo di 17 anni, Leonardo Barbagli di Arezzo, è morto stroncato da un malore...

2012 - Una ragazza di 22 anni, Rosa Diciolla, di Noiccataro, è morta lintorno alle 5 meno un quarto della notte scorsa mentre ballava in una discoteca sulla litoranea a sud di Bari. La morte della ventiduenne è avvenuta nell' 'Autodromo Club' di Monopoli...

2012 - Un giovane di 33 anni è morto questa notte per un malore avuto in una discoteca del capoluogo adriatico. Si chiama Enzo Perrucci, è nato a Ripa Teatina ma si trovava a Pescara per trascorrere la serata nella discoteca Zu Bar di via Salara Vecchia...

2014 - È morto il ragazzo di 19 anni di origine serba ricoverato all'ospedale Sacco di Milano dopo aver bevuto alcolici e consumato sostante stupefacenti nel corso di una nottata trascorsa, in compagnia di amici, in una discoteca milanese...

2014 - La morte di un giovane di 21 anni non passa mai inosservata, soprattutto quando di mezzo c’è una sospetta overdose. Nel salernitano non è una causa di morte molto frequente e nel Cilento, all'uscita di una discoteca non era mai capitato un episodio del genere. La discoteca è Il Ciclope di Marina di Camerota...

Questi sono solo alcuni dei giovani morti in "maniera strana" in Italia dal 2012 ad oggi e ignorati da uno stato che non cercando di migliorare la situazione, magari in maniera blanda dando solo indicazioni utili ai ragazzi e ai loro genitori inviando un opuscolo informativo alle famiglie con adolescenti, si è mostrato inerte e inutile come le famiglie che non conoscono più i loro figli per mancanza di tempo o di veri contatti interpersonali. Viviamo in uno stato che preferisce addossare ai privati il compito che i privati per legge non possono svolgere, quello di vigilare e supervisionare su migliaia di persone, e che mette a rischio posti di lavoro perché per educarne cento serve il pugno duro con il più famoso.

E, purtroppo, questo abbandono istituzionale non è in atto da qualche anno ma è iniziato già nel 1999 quando un giovane bresciano morì di fronte alla discoteca "Number One" di Corte Franca (link di conferma). Il ragazzo cessò di vivere nel parcheggio senza neppure entrare nel "Locale dell'Impossibile", eppure a pagare le conseguenze della sua morte furono i gestori e chi nel locale vi lavorava. Qualche giorno dopo si scoprì che le pillole di ecstasy (nel '99 si era agli albori) gliele aveva vendute un amico addirittura nei locali dell'oratorio di Collebeato! Di logica si sarebbe dovuto chiudere l'oratorio, il luogo in cui avvenne lo spaccio. Ma l'oratorio restò aperto e si preferì chiudere per tre mesi il Number One, indagare il gestore e demonizzare la discoteca! Che strano modo di ragionare hanno le menti che detengono il potere e decidono cosa sia giusto fare. 

Sono tutte uguali e tutte non sanno come rapportarsi ai giovani. Erano menti vecchie e stantie 20 anni fa e negli anni non sono migliorate, come il cambiamento tecnologico e sociale avrebbe voluto. Tutte sono prive di esperienza personale. Hanno studiato la teoria, anche troppo, ma non hanno vissuto e non conoscono il pianeta dei giovani se non per interposte persone (i carabinieri e i poliziotti che li informano guardando il "pianeta giovani" solo dal loro punto di osservazione e non dall'alto) e tutte sono piene solo di se stesse e per decidere si adagiano alla maggioranza. Sono le stesse menti che impediscono ai gestori seri di mettere in atto iniziative buone a contrastare il fenomeno droga. Sono le menti che vogliono farti contrastare il fenomeno da privato... ma se i tuoi buttafuori alzano le mani e bloccano uno spacciatore rischiano una denuncia per percosse e sequestro di persona. Sono le menti che impediscono a del personale qualificato, pagato sempre da chi gestisce la discoteca, di usare cani antidroga, per impedire l'ingresso nel locale a chi si droga o spaccia e controllare le auto che potrebbero trasportarla o averla trasportata. Sono le menti che guai a te se sei invasivo, se fai un tampone o perquisisci i clienti per vedere se addosso hanno delle pillole colorate.

Ma cosa ci capiscono i nostri politici, i nostri sindaci, i nostri questori, i nostri prefetti, i nostri procuratori e i nostri giudici di discoteche e di sballo? Sono mai entrati in discoteca con l'intento di divertirsi... o non hanno mai trovato il coraggio di diventare un tutt'uno con altri giovani su una pista da ballo? Hanno mai sentito la musica spingere forte il sangue dal cuore alla testa? Sono mai stati obbligati dai muscoli irrorati a mille a ballare e restare in movimento per ore? Io sono romagnolo e in discoteca fino a qualche anno fa ci andavo spesso e volentieri. Ho amato diversi tipi di musica e molte serate estive, da giovane - quando nell'entroterra i locali chiudevano - le ho passate all'Altromondo Studios di Rimini perché in quegli anni suonava la musica che più mi pigliava e perché c'erano ragazze della mia età che venivano da ogni parte d'Italia.

Ora i tempi sono cambiati, ma l'esperienza dei "grandi" deve aiutare a far capire ai giovani (e chi meglio dei genitori può farlo?) che quando si entra nelle discoteche giuste, non solo in Romagna, non solo in estate e non solo a Rimini e Riccione, lo sballo, volendolo trovare, è assicurato non dalle pilloline colorate ma dalla musica e da ciò che chi gestisce il locale ci ricama attorno. Sprecare soldi in ecstasy è il peccato mortale che fa ingrassare i delinquenti. Perché se è vero che la delinquenza esiste in ogni luogo in cui si produce guadagno, è anche vero che esiste il modo di evitarla grazie alla genialità di chi vuol farti divertire a tutti i costi, di chi crea sempre qualcosa di nuovo e fresco, di chi da una discoteca crea un quadro da gustare, quel qualcosa che può sballare le menti senza usare droghe. Se il locale che si frequenta non riesce a dare uno sballo pulito, è meglio cambiarlo e cercarne uno migliore. L'ecstasy, l'abuso di alcool e la droga in generale sono la rovina dello sballo, non sono lo sballo. E se gli "amici" dicono il contrario, obbligarli ad andare in terapia, anziché seguirli nel loro incubo, significa volergli molto bene e a volte anche salvargli la vita. Questo si deve insegnare ai ragazzi che si affacciano su una realtà che li intimidisce.

E' normale che i locali famosi e colmi di bellezze statuarie intimidiscano il giovane abituato a realtà diverse. E' normale che se un sedicenne sbaglia la scelta degli amici poco gli serve per convincersi a cercare in una pillola colorata e nell'alcool il coraggio di affrontare un mondo che sente più grande e potente. Non si nasce "finiti", con la giusta esperienza che aiuta a vivere.


Tanto per farlo sapere a tutti, la Romagna non necessita di pubblicità negativa e l'uso di ecstasy è pubblicità negativa per una zona che vive di turismo, che ama il divertimento e vuole divertire senza l'uso di droghe. La nostra droga è la musica che i DJ giocando con le dita tolgono alle note e soffiano per ore sulla pista, è l'allegria che sprigiona chi col microfono in mano sprona a ballare, è il modo di vestire bizzarro, ma eccitante e sempre creativo, di chi frequenta la discoteca e di chi entra per la prima volta, è il sorriso delle belle ragazze che si divertono e il sorriso dei ragazzi che a poco a poco abbandonano la timidezza e "ci provano"... a volte toppano e altre ci riescono. Non ci piace chi esagera nel bere e chi ingurgita un cocktail mortale. Non ci piace e non vogliamo che venga nelle nostre discoteche chi ha intenzione di sballarsi con l'ecstasy e l'alcool, chi poi sta male e solo se gli va bene vomita e dorme per un giorno intero. Alla Romagna non servono persone così come non servono quei politici e quei sindaci che sproloquiano come se tutti i frequentatori del Cocorico' fossero dei drogati.

Chi crea posti di lavoro e aiuta il turismo si aspetta che le istituzioni locali difendano l'immagine delle migliori discoteche romagnole e spronino le forze dell'ordine a fare di più per stanare gli spacciatori e i consumatori. Invece l'indifferenza è totale e ancora una volta sono i privati a dover difendere il lavoro dei loro dipendenti e la categoria che in maniera esponenziale aiuta a far conoscere al mondo le città in cui la loro impresa opera. Qualcuno dovrebbe capire che non si resta politici in eterno, che la Romagna ci sarà anche quando loro saranno cacciati e si vedranno costretti ad andare altrove. Il sindaco di Riccione, forse poco pratica perché inesperta, invece di difendere il suo territorio dalle infamie che da anni si pubblicizzano in tutta Italia (e non è che la piccola Riccione sia difficile da tenere sotto controllo), invece di spronare le forze dell'ordine affinché mettano in atto una capillare rete in cui far cadere gli spacciatori, che non vivono di fronte alle discoteche e non vendono solo di notte, approva il pugno duro che addirittura ha voluto... come ribadito alla stampa dicendo che "dopo la morte del ragazzo aveva chiesto al prefetto e al questore un segnale forte". Il sindaco di Riccione se ne frega di chi nella sua città perde il lavoro. Le sue incredibili parole in questo caso sono state: "Intanto mi pare che a libro paga ce ne siano meno di 200. E comunque penso possano sempre trovare un altro impiego". Nessuno si è vergognato di questa sua frase?

Ma dice altro il sindaco di Riccione, perché critica chi si schiera contro la chiusura del locale stando dietro la tastiera di un computer. Secondo l'inesperta sindaco di Riccione, il questore conosce la storia meglio di tutti noi. Ma lo dice senza considerare che pur bravissimo che sia il questore è arrivato a Rimini solo quattro mesi fa, quindi degli anni passati non ha visto né vissuto nulla di quanto gli sarebbe servito vivere.


Nella richiesta di chiusura il questore ha elencato una serie di situazioni scabrose accadute a partire dal 2004 - poi le ha collegate tutte al Cocorico'. Come se nulla sarebbe mai accaduto a quei giovani se la Piramide non fosse esistita. Come se le dipendenze da droghe e alcool dei giovani italiani fossero tutte colpa del Cocorico'. Questo è il luogo comune in cui si cerca di far cadere la pubblica opinione. Infatti, per il questore se un ragazzo di Napoli muore in un albergo di Riccione, se un diciottenne piemontese abusa di alcool e ecstasy e finisce all'ospedale di Rimini, se un ventunenne di Ancona fa la stessa cosa e se una coppia finisce in coma per l'abuso di ecstasy... la colpa è del Cocorico'. Forse ha pensato che quei giovani si sarebbero salvati da loro stessi se invece che in Romagna fossero andati in vacanza in Spagna o in altre località del globo terrestre. Forse ha pensato che è stata la piramide a volerli drogati, come se a Napoli, ad Ancona o in Piemonte, quei giovani vivessero la loro vita in castità alcolica e lontani da droghe. Ma ci facciano il piacere, sia il sindaco che il questore...

Forse non si è capito. A tutti dispiace, ma il ragazzo di Città di Castello è morto a causa di pillole acquistate da un suo amico che dice di averle a sua volta acquistate a Riccione qualche settimana prima. Ma perché le ha acquistate e, soprattutto, perché le ha poi vendute? Sua madre ha detto di sentirsi una madre fallita, ma il fallimento non è solo suo e di suo marito. Il fallimento è di troppi genitori. Basti pensare che tante ragazze, anche quindicenni, bevono fino ad entrare in coma etilico anche se non frequentano il Cocorico' (link di conferma). E questi episodi - che non sono isolati - dimostrano che il fallimento è di tutti, anche dei sindaci e dei politici che si ammirano allo specchio mentre guardano la punta del dito seduti sulle loro poltrone. Quelli che non sanno giocare a scacchi, quelli che emanano leggi sugli alcolici e sugli orari di somministrazione senza considerare quanto potrebbe accadere dopo. E' vero, oggi le discoteche e i bar hanno orari fissi oltre i quali non possono vendere alcolici. Ma qualcuno si è chiesto che legge sfigata sia mai questa, dato che chiunque può tranquillamente andare in un supermercato prima dell'ora di chiusura e acquistare l'alcool a basso costo con cui riempire il baule della sua auto in attesa che arrivi la notte? Dato che rispetto a prima cambiano solo le tasche in cui finiscono i denari?

Vogliamo accollare tutte le colpe del mondo al fatto che il Cocorico' esiste? Non è che invece di colpe ne ha anche chi in estate invia pochi carabinieri e poliziotti in una zona ad alta densità turistica? Non è che ne ha anche chi comanda le forze dell'ordine e le usa in modo giusto solo dopo le tragedie, quando finalmente manda molti militari a fare quei controlli che dovrebbero essere chiesti abitualmente dai sindaci e diventare una routine nelle città in cui c'è un enorme flusso turistico e, di conseguenza, anche diliquenziale? Mi riferisco a quanto fatto a Riccione la sera del 2 agosto e la notte del 4.

Il 2 agosto i carabinieri, coadiuvati da unità cinofile antidroga, si sono appostati di fronte alla stazione di Riccione nel momento di maggior afflusso di ragazzi sequestrando tantissime pillole di ecstasy e arrestando un pusher che cercava di venderne a chi saliva sulle navette dirette alle discoteche. Verso l'una di notte si sono spostati al Cocorico', chiuso dal questore il giorno successivo, senza trovare nulla di anomalo. Niente pillole, niente droga e nessun sequestro. Il 4 agosto, invece, sempre con le unità cinofile si sono spostati alla discoteca Villa delle Rose - in cui era in programma una serata creata in collaborazione con lo staff del Cocorico' - per fare quanto i gestori dei locali romagnoli chiedono da tempo di poter fare anche in autonomia: far annusare ai cani antidroga tutte le persone che entrano nelle discoteche e le auto presenti nei parcheggi. Nessuna persona ha portato droga all'interno della Villa delle Rose, in compenso alcune auto parcheggiate avevano sotto le ruote degli involucri con stupefacenti.

Visto quanto sopra, poco ci vuole a capire che se certi controlli fossero una routine, e se un sindaco e un questore li volessero lo sarebbero, mi riferisco in special modo a quelli in stazione, forse il ragazzo di Città di Castello, arrivato a Riccione in treno con le pillole in tasca, sarebbe stato fermato da un cane e perquisito da un carabiniere... e con ogni probabilità oggi ancora vivrebbe. Ma le responsabilità in Italia da sempre si scaricano. Per cui la colpa della morte del giovane Lamberto non è né del sindaco, né della questura, né dell'amico che gli ha venduto le pillole né dello stesso Lamberto che non ha resistito alla tentazione. No, la colpa è del Cocorico' e chiudendolo si cerca di fare in modo che la gente pensi che in quel locale vadano solo i drogati. Possibile che nessuno si renda conto che si sta tentando di guadagnare l'immunità scaricando le proprie responsabilità su un soggetto di materiale inerte (la discoteca con la Piramide) che in galera non ci può andare? E se questo vi pare un teorema impossibile...

Signori miei, a costo di apparire "sborone" devo dire che in Romagna tutto si fa pur di divertire e far felici le persone, tutto si fa per essere sempre all'avanguardia e accontentare i turisti. Noi non abbiamo il mare più bello d'Italia, eppure le nostre spiagge nei tre mesi d'estate sono le più frequentate della Penisola perché offrono svaghi diversi per tipologia di persona e di età. Nella Romagna che si affaccia sul mare risiedono meno di 400.000 abitanti, eppure ci sono mesi in cui ci troviamo ad essere dieci volte tanto e tutti ci divertiamo e stiamo comodi. Un ragazzo di 16 anni è morto a causa di pillole che gli ha venduto un suo amico... altri prima di lui hanno rischiato la vita e forse tante disgrazie si sarebbero potute evitare se si fossero fatti controlli fissi e adeguati alla stazione o nei parcheggi delle discoteche... c'entra il Cocorico' se chi comanda non è in grado di farsi inviare qualche carabiniere in più per il periodo estivo? Perché il conto salato della morte di un ragazzo lo deve pagare una discoteca e chi vi lavora? Il ministro Alfano plaude al pugno duro e alla chiusura, facendo intendere al popolo che rappresenta, quello invecchiato nella mente che non sa dialogare coi giovani e forse li teme, che il demonio si nasconde nei luoghi frequentati dai nostri figli.

Non è così e non deve passare il messaggio che in Romagna si viene in vacanza per acquistare e consumare droghe. Ci sarà un mezzo politico a Riccione in grado di confutare quanto blaterato dal sindaco? Ci sarà un politico romagnolo che sui giornali dirà forte e chiaro che chi ha intenzione di drogarsi non deve venire in Romagna?

Se non lo dice nessuno lo dico io che un politico non sono. Ragazzi, se siete sani e volete divertirvi venite in Romagna. Scegliete il locale più adatto alla vostra età e non abbiate timore, vi divertirete anche senza droga e bevendo solo un bicchiere di ciò che preferite. Iniziate con la festa delle feste, la Molo Street Parade di Rimini che parte all'alba e snodandosi fra il molo e la spiaggia offre tutto a tutti e non solo ai giovani che per una giornata intera possono ballare e sballare con la musica sparata a mille dai pescherecci e dalla maxi consolle installata sul grande palco nel punto più strategico. E' la festa che sposta le discoteche e i migliori Dj italiani sul mare. E' la festa che anticipa La Notte Rosa, che non potete perdere perché in realtà dura una settimana, copre 170 chilometri di costa e offre eventi dedicati ad ogni fascia di età... dai nonni ai bambini con un occhio di riguardo per i giovani.

Ma detto questo, cari ragazzi e ragazze, se avete dei grossi problemi in famiglia - o con voi stessi - e pensate che solo drogandovi li eliminerete, dovete sapere che non siete idonei a stare fra noi, che potrete comunque andare in vacanza dove vi pare ma senza entrare sulle strade e sui treni che portano alle coste romagnole. Se invece pensate che i problemi si possano superare senza droga e divertendo la mente in maniera sana, venite in Romagna dove le pillole colorate non servono perché l'ecstasy che sballa è nell'aria e si diffonde, e si respira, grazie alla inesauribile creatività dei privati, quelli vessati da istituzioni mentalmente vecchie e obsolete che invece di aiutarli li puniscono perché credono ancora che il demonio viva all'interno delle discoteche e si droghi al Cocorico'...

Giuro che mi piacerebbe piazzare le unità cinofili antidroga agli ingressi di alcuni stabili per capire se i cani fermerebbero più persone all'entrata del Parlamento e dei Ministeri o di fronte alle discoteche romagnole più frequentate. Giuro che mi piacerebbe vedere a chi il questore farebbe chiudere i battenti per quattro mesi...

homepage volandocontrovento

5 commenti:

Anonimo ha detto...


Da ogk

Perfettamente d'accordo sulla sostanza dell'articolo: la chiusura della discoteca è insensata (sarebbe come chiudere una spiaggia perché qualcuno va a fare il bagno nell'acqua fredda subito dopo mangiato, gli viene una congestione e muore). La responsabilità è individuale e se i responsabili della discoteca non c'entrano non ha alcun senso chiuderla se non per far vedere che si fa qua qualcosa (ma qualcosa allora andrebbe fatto a monte).

Bisognerebbe poi entrare nell'ottica d'idee che gli accadimenti più tristi, come la morte di un ragazzo, accadono come molti altri meno tristi: purtroppo fa parte della casualità della vita e di concatenazioni di eventi che non sono prevedibili. Come tali vanno accettati senza cercare di riversare una colpa su qualcuno/qualcosa che in verità non c'entra nulla. È forse un residuo di pensiero magico (e dunque anche cattolico) quello di trovare cause e colpe dove non ce ne sono ma c'è solo, come in questo caso, una correlazione di luogo.

Probabilmente liberalizzando il più possibile l'uso di droghe si eviterebbero al massimo questi fraintendimenti (oltre a porre fine a un grosso business criminale che comunque, non dimentichiamolo, soddisfa una richiesta -- di sballo o come volete chiamarlo).

Saluti, ogk (@ostrogotiko)

pleiades ha detto...

http://www.ecodibergamo.it/stories/Cronaca/194225_la_discoteca_sabbie_mobili_ingiusta_gogna_mediatica_su_di_noi/

Questo episodio ricorda anche le vicissitudini della discoteca Sabbie Mobili di Chignolo,che fu poi costretta alla chiusura.
Difficile contrastare i fenomeni aggregativi di massa,questi provvedimenti punitivi certo non fermano coloro che cercano lo sballo a tutti i costi,si spostano un pò più in là.
Cosi come i facinorosi degli stadi,anche dopo un paio di partite a cancelli chiusi ricominciano come e peggio di prima.
Sono d'accordo con ogk su una cultura da diffondere a livello capillare, anche magari cominciando a legalizzare le droghe leggere.

Anonimo ha detto...

Non riesco a mettere il non mi piace a questo articolo, risolvete per favore
ciao

Anonimo ha detto...

Quanto accaduto a Lecce ieri e a Roma anni fa conferma l'articolo di Prati.

Da tgcom24
Un 18enne, Lorenzo Toma, è morto dopo una serata trascorsa in discoteca. L'allarme è stato dato alle sei e trenta, quando una persona anonima ha telefonato ai carabinieri segnalando la presenza di un giovane che si sentiva male nella discoteca Guendalina a Santa Cesarea Terme (Lecce).

Da La Stampa
Si erano conosciuti da due giorni ed avevano passato un week end da sballo, finito in tragedia. Sembrano essere questi i contorni della vicenda che ha portato una ragazza romana di 20 anni a morire annegata, sotto l’effetto della droga, oggi nel Tevere, all’altezza di Ponte Testaccio, nel centro di Roma. Sembra che la ragazza fosse, come si dice, «di buona famiglia», una famiglia normale.

Ma dai!!! Quindi non si muore solo a Riccione e neppure solo nelle discoteche???

Ps. Indiscrezioni non confermate dicono che a causa di queste tragedie si stanno valutando nuove punizioni da appioppare al Cocorico'

S.J.

Anonimo ha detto...

Da Quotidiano di Puglia
BRINDISI - Quattro ragazzine dai 14 ai 16 anni sono state soccorse in ambulanza su una spiaggia di Specchiolla e ricoverate in ospedale per via di un sospetto coma etilico. Una delle quattro è stata poi ricoverata al Perrino di Brindisi per intossicazione da alcol. Gli accertamenti vengono condotti dai carabinieri. A quanto appurato le adolescenti si trovavano in spiaggia per trascorrere come tradizione la notte delle stelle in compagnia di altri ragazzi. Hanno accusato un malore dopo aver bevuto.

Bastaaaaa!!!! Chiudiamo tutte le spiagge!!!!

Ps. Indiscrezioni incontrollate dicono che sarà aperta una nuova inchiesta contro il Cocorico'!!!!

S.J.