Sono passati quasi 32 anni dalla scomparsa di Emanuela Orlandi. In tutto questo tempo sono emersi dettagli e indiscrezioni, si sono ipotizzati legami con il Vaticano e sono state formulate molte ipotesi, senza arrivare mai, però, alla scoperta della verità. La Procura di Roma ha chiesto l'archiviazione dell'inchiesta. E Pietro, fratello di Emanuela, non ci sta.
mi rivolgo a Lei nella sua duplice veste di capo dello Stato, rappresentante di tutti gli italiani, e di supremo garante del corretto funzionamento della Giustizia, in quanto presidente del Consiglio Superiore della Magistratura, per chiedere il Suo intervento affinché la Giustizia non subisca l'ennesima sconfitta cedendo il passo a chi vuole che la Verità non emerga. Come Lei ha giustamente sottolineato nei giorni scorsi “Mai rassegnarsi alla ricerca della Verità”.
La Procura di Roma, nella persona del Dottor Giuseppe Pignatone, ha chiesto l’archiviazione dell’inchiesta sul rapimento di mia sorella Emanuela Orlandi e di Mirella Gregori, accomunate da un unico filone d'indagine che ha messo in evidenza numerosi indizi, che avrebbero meritato maggiori approfondimenti a carico di sei indagati, sulla sorte delle due ragazze. Soprattutto fa indignare la mancanza di volontà nel proseguire nella ricerca della Verità dichiarando che “Il tempo trascorso dallo svolgersi dei fatti rendono impossibile lo svolgimento di ulteriori indagini”, nonostante nel corso dei tanti anni ci siano stati spunti investigativi mai approfonditi soprattutto per la mancanza di collaborazione da parte dello Stato Vaticano, di cui Le ricordo Emanuela Orlandi era cittadina. Un “diaframma frapposto tra lo Stato italiano e la Santa Sede” come fu definito dagli inquirenti.
In particolar modo ci furono azioni da parte delle autorità vaticane, volte ad ostacolare le indagini nel corso degli anni, respingendo rogatorie internazionali affinché alcuni alti prelati venissero ascoltati, non comunicando agli inquirenti il contenuto delle tante telefonate intercorse nel periodo Luglio - Settembre 1983 tra i presunti rapitori e la Segreteria di Stato vaticana, e negando l’esistenza di un dossier sulla scomparsa di Emanuela Orlandi, riguardante un’indagine interna allo Stato Vaticano, esistenza del quale si evince grazie ad intercettazioni telefoniche.
Le faccio presente, signor Presidente, che la richiesta di archiviazione, oltre che dal Dott. Pignatone, che ha avocato a sé la presente inchiesta solo nel 2012, è stata firmata da due sostituti procuratori, uno dei quali mai coinvolto nelle fasi cruciali d’indagine, mentre “in dissenso” si è pronunciato il procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo, estromesso dall'inchiesta nei giorni scorsi, colui che più si è speso, per anni, nel filone d’inchiesta, che ora si vorrebbe definitivamente chiudere.
Il dissenso da parte del Dott. Capaldo, unito alle sue dichiarazioni pubbliche “Ci sono personalità vaticane ancora in vita che potrebbero fornire importanti indizi sulla scomparsa di Emanuela Orlandi” e i tentativi, di cui sopra, da parte del Vaticano di ostacolare le indagini, pongono dei seri dubbi sulla genuinità della richiesta d’archiviazione.
Fiducioso in una decisione del Gip a favore del proseguimento del cammino intrapreso verso l’accertamento della verità sul rapimento di Emanuela e Mirella, Le chiedo di valutare la situazione che si è determinata nel Palazzo di Giustizia più importante d’Italia, un tempo soprannominato “Porto delle nebbie”, epiteto che spero di non dover riproporre.
La scomparsa di una persona, che sia Emanuela, Mirella o chiunque altra abbia subito tale ingiustizia, non si può archiviare. Mai.
Con stima e fiducia
Pietro Orlandi
5 commenti:
Ho firmato
Pecunia not olet (Vespasiano imperatore 69-79 D.C.)
La cosa più sconvolgente cui ho assistito stasera a Quarto Grado (sicuramente un off-topic ma non saprei nemmeno dove postarla altrimenti), è stato l'apprendere che l'esperto informatico Paolo Reale (gia cugino di Chiara Poggi), omnipresente in tutte le puntate della trasmissione Mediaset, ora è consulente della difesa di Alexander Boettcher, quello che insieme alla studentessa bocconiana Martina Lovato e complici è accusato di aver rovinato la vita a svariate persone attentandole con lanci di acido, tentativi di evirazione ecc.
Off topic perchè persino un garantista come Massimo su questo caso non solo non ci ha fato un articolo ma non ci ha speso manco mezza virgola a difesa, probabilmente perchè c'è poco da difendere Boettcher visti gli atti, sono pronto a ricredermi qualora mi sbagliassi, però.... dal cugino di Chiara Poggi, con le battaglie che ha combattuto per lei, questo non me lo sarei mai aspettato... era gia famoso... spero che ne sappia più di noi.
Stefano
Paolo Reale è un perito informatico, quindi se è stato chiamato a fare una perizia dalla difesa di Alexander Boettcher è perché ci sono computer o tablet o cose simili da controllare. Non credo che, essendo un professionista che fa quel mestiere da decenni, ci sia niente di strano a farsi pagare per fare consulenze. Anche i colpevoli hanno diritto a una buona difesa.
La colpevolezza del ragazzo è certa. Ha fatto cose vergognose, ma questo non toglie nulla al fatto che possa avere responsabilità minori rispetto alla Lovato o che non abbia fatto alcune delle cose che la procura gli imputa e che potrebbero trasformarsi in "aggravanti" ingiustificate.
Non seguo né QG né altri programmi simili (a meno che qualcuno non mi informi di stranezze: in quel caso lo guardo su internet), ma che Paolo Reale sia sempre presente (e con lui un altro paio di persone molto serie) è una buona notizia perché, è qui mi espongo senza paura, sulla sua onestà ci metto la mano sul fuoco (ed è uno dei pochissimi per cui lo farei).
Non la metterei per quella di altri che hanno fatto il nido da secoli negli studi di certi programmi televisivi e sono ancora presenti nonostante sparino pareri personali basati sul chiacchiericcio, sul proprio "credo" e sul pregiudizio senza neppure leggere un verbale...
Massimo
PINO ha firmato la petizione
Ho firmato.
Pat
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