sabato 27 settembre 2014

Salvatore Parolisi: Polvere negli occhi...


Qualcuno ha capito il motivo per cui Salvatore Parolisi è stato rinviato a giudizio per "violata consegna"? Il motivo per cui una procura lo ha spedito di fronte a un giudice militare e alle telecamere dei media con l'accusa di aver intrattenuto rapporti (sessuali?) con due allieve? Lo chiedo perché, una volta visionate le carte e interrogato l'imputato (Salvatore Parolisi per l'appunto), è stata proprio la pubblica accusa a chiedere per lui l'assoluzione per non aver commesso il fatto. Perciò, ripeto, pur sapendo di non avere alcuna prova, visto che lo stesso pubblico ministero (prima ancora del giudice) ha ammesso che non c'è stata alcuna violata consegna, per quale motivo la procura militare lo ha rinviato a giudizio assieme ad altri commilitoni che, invece, almeno in parte una condanna la meritano? I procuratori non avevano interrogato le allieve? Non sapevano di non poter provare le accuse contro di lui? Inoltre: per quale motivo sui media si è parlato solo dell'ipotetica violata consegna del caporalmaggiore Parolisi e non di quei commilitoni che, invece, un anno fa sono stati giustamente processati e giustamente condannati per altri ben più gravi motivi? Parlo di quelli che hanno abusato della loro posizione per ottenere sesso, di chi ha maneggiato una canna di bambù e obbligato le allieve a far ciò che in altre condizioni non avrebbero fatto. Su di loro non s'è detto nulla, solo poche righe scritte in un minuto lo scorso ottobre.

Questa mancanza è significativa per almeno due motivi. Il primo riguarda la "buona informazione", che vuole i veri giornalisti dare tutte le notizie, quando il fatto è stato commesso da più persone, e non solo quelle che più li aggrada. Sicuramente, quindi, ai media non interessavano gli abusi perpetrati per anni su ragazze subordinate. Piuttosto, hanno portato le telecamere in aula con la speranza di veder condannare Salvatore Parolisi perché colpevole di essere come i suoi colleghi che in caserma si son creati situazioni piccanti, quelle che piacciono tanto agli aficionados dei programmi e dei giornaletti "specializzati". Il secondo motivo riguarda le svariate ipotesi sul movente che ha portato all'omicidio di Melania. Su questo tema si va avanti da anni e si è anche condannato il marito basandosi su ipotesi personali perché nessun procuratore a processo ha portato indizi che uniti somigliassero a certezze. Gli stessi giudici, a partire dai diversi Gip fino ad arrivare a quelli di appello, hanno dimostrato che non esiste un movente unanimemente condiviso. Chi dice acqua, chi dice fuoco e chi torna a dire acqua dopo aver parlato di fuoco, terra e aria. In particolare il Gip Giovanni Cirillo, fra i vari moventi ipotizzati nelle sue motivazioni, ne inserì uno che prevedeva un segreto nascosto in caserma. Entrando nello specifico, ma cambiando forma al contenuto inserito dal Gip che forse ipotizzava un altro tipo di segreto, un programma di Rai 3 sviscerò parte dell'argomento "segreto" e dopo averlo condito con tante interviste convinse gli italiani che Parolisi fosse un porco che si "faceva" tutte e tutti indiscriminatamente. Per come ce l'hanno mostrato, a lui bastava sfogare le sue infinite voglie sessuali e a questo scopo gli andava bene chiunque respirasse, sia che si trovasse dall'altra parte di un computer, sia che si trovasse in caserma o fuori.

Il caporalmaggiore, per i media e quindi per gli italiani, non discriminava nessuno e organizzava festini a luci rosse aperti a tutti: dai gay ai trans, dalle prostitute alle allieve. L'unica persona che nulla doveva sapere dei suoi vizi, ma che per i giornalai specializzati in crimine forse aveva scoperto il segreto, era sua moglie Melania. Questo si era detto e questo avevano testimoniato, intervistati a puntino, i gestori dei vari alberghi della zona. Peccato che nessuno di loro sia mai entrato negli atti processuali, peccato che anche gli stessi colleghi del Parolisi negli interrogatori avessero idee confuse e diverse. Fra loro c'era chi non sapeva nulla di eventuali amanti, chi ne sapeva poco e chi, invece, sapeva tutto o quasi. Mi riferisco a Nicola Caterino, il "più gettonato" dalle allieve della Clementi, che ai carabinieri parlò per primo di Ludovica Perrone, della scappatella con l'allieva "Rosa" e del profilo facebook "vecio alpino". A dire il vero non ne parlò solo ai carabinieri, ma anche ad amici militari che poi, interrogati successivamente, verbalizzarono le stesse parole ascoltate dal collega meglio informato. Mi riferisco a Libero D'Agostino e a Raffaele Pagano. Da questa constatazione torniamo ai giornalisti d'oggi.

Vista l'attuale assoluzione, e visto che i media tanto avevano lavorato sul segreto erotico che a parer loro era costato la vita a Melania (che dopo la scoperta dell'amante avrebbe potuto informare chi di dovere e far finire la carriera militare del padre di sua figlia), eventualmente credendo davvero che la caserma Clementi e i "festini a luci rosse" siano il segreto che ha portato all'omicidio, perché non hanno almeno ipotizzato che un altro militare potesse voler la morte della moglie di Parolisi? Lui, è provato, non ha sul suo pistolotto le tacche ipotizzate mille volte dai media... altri invece le hanno. Melania conosceva i colleghi di suo marito? Di certo con almeno tre di loro aveva rapporti, ci sono testimonianze a tal proposito. La domanda pertanto è: sarebbe salita sull'auto di un collega del marito se incontrato casualmente al pianoro di San Marco? O anche: non è che al monumento dovesse incontrare un collega del marito che la doveva informare sulle sue presunte scappatelle? Melania era gelosa, a ragione visti i precedenti e l'amante ancora presente, e chi è geloso al minimo segnale stonato cerca conferme ai propri sospetti. Per cui, se il movente dell'omicidio sta nella paura che Melania svelasse i "segreti della caserma" e rovinasse la carriera a qualcuno (i militari che si è scoperto aver segreti sono una decina), una volta escluso che Parolisi facesse festini perché non si è "indagato" (giornalisticamente parlando) su chi, della Clementi, quel pomeriggio del 18 aprile 2011 non era in caserma? Che ne sappiamo noi di cosa avesse scoperto Melania durante le sue ricerche sulle amanti o sulle scappatelle di Salvatore?

Non ne sappiamo niente e niente sapremo mai, perché sui mezzi di informazione si è molto parlato di questo processo militare senza focalizzare l'attenzione sul fatto che quanto ci avevano prospettato e dato per vero è risultato essere falso. Nessuna festa particolare ha visto coinvolto Parolisi, eppure l'assoluzione non ha fermato le telecamere. Con inquadrature degne del miglior Dario Argento il regista è stato capace di immortalare non solo l'interrogatorio, ma anche la stanchezza del volto, ogni piccola smorfia di disappunto e, persino, un mezzo sorriso ironico. Un filmato inutile, da cestinare e non mandare in onda visto che si escludevano le perverse deviazioni del caporalmaggiore. Quelle che per corroborare vecchi servizi televisivi e vecchie accuse si voleva ci fossero state. Invece, pur mancando l'ingrediente più ambito dalla nostra informazione (il sesso), quello che ha facile presa sulla pubblica opinione, in onda i filmati sono andati. Ma non avendo il pathos della trasgressione e non volendo parlare di chi, al contrario di Parolisi, è stato condannato, si sono usati per creare il solito teatrino casalingo in diretta, compreso di inviati speciali e parenti che continuano a ripetere la solita tiritera da tutti ormai imparata a memoria. Ed ecco che, come sempre, all'orecchio della pubblica opinione è sparita l'assoluzione ed è giunta la sola e solita campana colpevolista. Quella incrinata che la grancassa mediatica ha iniziato a suonare dal duemilaundici portandoci a conoscenza di fatti certi, che certi non erano, e di indiscrezioni uscite da fonti vicine alla procura che, atti alla mano, si son rivelate bufale assurde. Che fossero assurde e illogiche non era difficile da capire e per smascherarle bastava che i media le presentassero alla massa usando un minimo di ragionamento.

Ma il marketing aziendale, per fare lo scoop del momento e vendere alla maggioranza il proprio prodotto (con la minoranza si incassa troppo poco), non prevede l'uso della logica e della critica, e neppure la ricerca di valide piste alternative. Chi opera sulla massa sa che per ottenere un buon introito basta pubblicizzare un'idea, finanche la più assurda, facendola presentare all'opinionista famoso: quello che guadagna migliaia di euro ad ogni apparizione televisiva e ad ogni articolo che porta il suo nome (anche se non tutti li scrive lui), quello capace di condire le solite e usuali fregnacce generalizzate, che vanno bene per ogni crimine, con la sua fama conclamata. Chi opera sulla massa sa che, fatto questo, basterà far bollire la notizia di cronaca nera per pochi giorni e aggiungere quel pizzico di emotività necessaria ad insaporire l'informazione. Sa che quando offrirà il piatto così guarnito ci sarà chi non vedrà l'ora di assaggiarlo. Sa che altro non serve per attirare nella trappola pregiudizievole la casalinga intenta a cucinare i suoi intingoli gustosi. Naturalmente sa anche che la minestra va riscaldata spesso e che se si raffredda perde sapore. Per evitare che questo accada alimenta il fuoco piazzando le sue telecamere di fronte alle case giuste e mandano in onda continue interviste giornaliere ai tanti "migliori amici" e ai parenti della vittima... sapendo che spareranno sul loro colpevole preferito.

In questo modo si sparge quel pregiudizio che crea "il mostro", si addita l'assassino che non può essere nessun altro all'infuori di lui perché altri non avevano motivi per uccidere. Nel caso dell'omicidio di Melania Rea non c'è dubbio che il pregiudizio sia nato a causa delle bugie di Salvatore Parolisi, tutte dette per nascondere le sue scappatelle e l'amante a cui raccontava altrettante bugie, ma non vi sono neppure dubbi sul fatto che ci sia stato chi le ha amplificate ad arte sotterrando ogni minima garanzia giudiziaria. E' bastato riempire di scoop polverosi ogni angolo mediatico raccontando, anzi dandolo per certo, il nulla delle indiscrezioni appurate in maniera "sicura" dagli stessi che il giorno della scomparsa di Melania neppure sono andati dove la procedura NUE - per ben 5 volte - aveva localizzato il suo cellulare (e se era ancora viva e si trovava in quel punto la si poteva salvare). Da chi neppure ha analizzato le monete, fra l'altro poche, presenti nella gettoniera del telefono pubblico usato da un anonimo telefonista per informare di un corpo a Ripe. Telefonista che su una moneta ha lasciato le proprie impronte (e forse anche il suo dna) che anche grazie a questa mancanza è ancora anonimo (incredibile). Da chi non ha trovato abiti sporchi di sangue e, visto che per Parolisi non era possibile nasconderli nel pochissimo tempo a disposizione, ci ha fatto credere che il caporalmaggiore fosse non solo esperto in planimetrie, ma anche il più bravo allievo del mago Silvan.

Una grancassa inutile che non approfondisce mai nulla preferendo sparare scoop illogici ad ogni evento criminale. Una grancassa che ha continuato a suonare anche dopo i processi grazie a chi, senza aver mai letto in maniera esterna e critica tutte le carte (ovviamente questa lettura non possono farla i familiari di Melania, coinvolti nella tragedia in prima persona), senza aver mai cercato di capire il motivo per cui ogni giudice per condannare abbia deciso di aggiungere del suo e togliere sia l'evidenza difensiva che gli indizi che procura e carabinieri credevano provassero movente e ricostruzione (in tribunale modificati e rivoltati ma in grado di partorire la stessa conclusione colpevolista), nel suo Dna ha solo la cultura del marketing e del guadagno facile. Quello che nasce dalla vendita di un prodotto fasullo acquistato a costo zero e spacciato alla pubblica opinione, coalizzata dagli stessi esperti di marketing, per oro che cola. Siamo il paese di quel gossip senza logica che portato su uno schermo televisivo diventa prova all'interno di tribunali supermercato. Tribunali in cui la casalinga che si diletta a guardare programmi televisivi diventa giudice e il giudice ricorda che mentre cucinava ha ascoltato quella storia che le ha fatto nascere un'idea meravigliosa da usare per condannare. Tribunali in cui l'accusa e la parte civile, spalleggiate dai propri periti, portano ricostruzioni che non contemplando la difesa e aggiungono strati di polvere agli strati di polvere, così da annebbiare la vista di chi deve giudicare. Ricostruzioni in fondo facili da smentire che però, se portate nella maniera giusta, rendono difficile il compito di chi deve capire. Tutto si può stravolgere, sia la notizia di una assoluzione che diventa show colpevolista, sia gli elementi difensivi, oggettivi e non modificabili, che a processo cambiano volto e aiutano a condannare.

Facciamo un piccolo esempio per vedere se anche voi subite l'influenza dei media: mettiamo che siate tra i giudici popolari che devono giudicare un tizio per un reato che non esiste. Non esiste, ma da tempo tutti i mezzi di informazione dicono che il soggetto in questione è un truffatore e per ingarbugliare la faccenda e portarla dalla propria parte, chi lo accusa d'aver rubato vi spiega a modo suo gli eventi e vi dice che Caio e Sempronio a Tizio avevano prestato in buonafede 10.000 euro a testa, che lui per comprare un'automobile ne aveva spesi 17.000 e dei 3.000 ricevuti di resto, 1.000 li aveva tenuti per sé e gli altri 2.000 li aveva resi a Caio e a Sempronio, 1.000 all'uno e 1.000 all'altro, rimanendo quindi da dar loro 9.000 euro a testa. A questo punto a voi non pare che ci siano reati da contestare, ma poi chi accusa vi dice che lo strano modo di fare di Tizio dimostra senz'altro che è un ladro e un truffatore e che dovete condannarlo perché ha rubato i 1.000 euro che si è messo in tasca. Infatti, affermerà l'accusatore, a conti fatti Tizio ora deve 9.000 euro a Caio e 9.000 a Sempronio, quindi 18.000 euro a cui vanno aggiunti i 1.000 che ha in saccoccia, e fanno 19.000, e i 2.000 già resi ai due amici. Ed è lampante che così facendo gli euro diventano 21.000. Per cui, cari giurati popolari, visto che gliene avevano prestati 20.000 di euro, i 1.000 che si ritrova in tasca li ha di certo rubati... e per condannarlo non vi deve importare né dove né come li ha ottenuti, dato che li ha ottenuti.

La soluzione in fondo è facile, Tizio non ha né rubato né truffato e non dovete condannarlo. Ma riuscirete a capire i motivi della sua innocenza dato che tutti lo dicono colpevole e il marketing impone ai media di far volare la polvere? Ad esempio mandando le immagini di una assoluzione per creare su queste uno show colpevolista?

Homepage volandocontrovento

49 commenti:

PINO ha detto...

Caro MASSIMO,
ritengo superfluo dirti in che misura condivida il tuo scritto: le centinaia di commenti postati per più di due anni ne sono la conferma.
L'assoluzione di Parolisi per l'episodio della falsa "trasgressione", ha solo riaperto una piaga giudiziaria che non potrà mai essere rimarginata. Ciò nonostante, è stato prezioso mangime per un pollaio particolarmente affamato, in ansiosa attesa di ghermirne anche il più piccolo seme, per trasformarlo in veleno.
Non voglio stare a ripetere quello che a tal proposito si è scritto.
Il tuo articolo è stato già abbastanza esaustivo.
Ciao, Pino




















fiumi di pagine

Anonimo ha detto...

Massimo, bravissimo, come sempre!
Mary

Anonimo ha detto...

Io sono influenzabile..... non capisco come venga 21000 e quale sia la soluzione. Qualcuno me la spiega?

Ivana ha detto...

Per Anonimo
Nell'esecuzione dei calcoli viene seguito un ragionamento non valido: si insiste sulla distinzione tra i 17000 euro spesi e i 1000 euro trattenuti per trarre in inganno, in modo da contare, ERRONEAMENTE, nell'addizione finale, due volte i mille euro.
Il ragionamento valido è il seguente: non ha alcuna importanza che Tizio abbia speso 17000 euro e altri 1000 euro siano stati da lui trattenuti (e non spesi); a Tizio è rimasto un debito di 18000 euro, (cioè deve 9000 euro a Caio e altri 9000 euro a Sempronio) perché 2000 euro sono stati da lui già restituiti.

Ritengo, invece, che i ragionamenti presenti nella sentenza d'appello siano chiari, validi e, per me, convincenti...

Per associazione di idee, dico che nella sentenza d'appello le inferenze sono costruite in modo da garantire la verità della conclusione (posto che le premesse siano vere):
Es.:"tutte le A sono B; alcune C sono A; quindi alcune C sono B.

Sempre per associazione di idee, direi che nel giochino aritmetico proposto da Massimo le inferenze non sono valide es: "tutte le A sono B; alcune C sono B; quindi alcune C sono A" (è possibile trovare esempi in cui, malgrado le premesse siano vere, la conclusione è falsa).

Anonimo ha detto...

Massimo
Condivido pienamente la tua analisi, da quando si è ipotizzato il movente degli incontri a luci rosse in caserma mi sono posta la domanda: "perché si sospetta solo di Parolisi quando molti altri potevano avere lo stesso interesse a far tacere Melania?" E oggi, alla luce dell'assoluzione di P. e delle condanne per reati piuttosto seri di altri, resto ancora più perplessa. Ero stupidamente convinta che questa assoluzione avrebbe portato un notevole contributo alla causa di P. Ma ancora una volta ciò che potrebbe essere utile a scagionarlo viene taciuto dai media. E chissà se verrà preso in debita considerazione in tribunale.
Sarahkey

Anonimo ha detto...

Umana pietà avrebbe dovuto suscitare l'immagine di Salvatore Parolisi a questo processo mostrata a QG: dimagrito, disorientato, persino un accenno di sorriso nello scambio di qualche parola con le guardie penitenziarie diventa quasi un ghigno in quel volto sofferente.
Eppure, ancora una volta, le telecamere puntate sulla fede alla sua mano, esibita come provocazione - dicono - per la famiglia di Melania. Tutti pronti a cercare uno sguardo diverso, che non poteva esserci in tanta sofferenza, al momento della testimonianza di Ludovica. Il famoso "imbuto" sbandierato come unica soluzione a conti che non tornano.
Che tristezza...

Pamba

Mimosa ha detto...

che aggiungere di più al commento di Pamba?

Sulla fede "esibita" hanno fatto una montatura su cui i famigliari, zia teresa per prima, sono caduti in pieno ...

che pena per quelle persone che hanno sono arrivate a fare della loro vita un percorso di astio, rancore, odio, disprezzo
un abisso senza consolazione!

Anonimo ha detto...

OT
Chiuse le indagini sul caso RAGUSA.
Il marito di Roberta, Antonio Logli, sarà rinviato a giudizio per omicidio volontario, aggravato dalla soppressione del cadavere della moglie.

Tabula ha detto...

ma se la fede non l'avesse tenuta sarebbe stato criticato comunque o sbaglio?

Anonimo ha detto...

http://ilcentro.gelocal.it/teramo/cronaca/2014/10/04/news/il-giudice-si-riserva-sul-tesoretto-di-parolisi-1.10055000?ref=search

Anonimo ha detto...

http://m.youtube.com/watch?v=jnmSRHFppYQ

Ivana ha detto...

Dal mio punto di vista, se Salvatore non avesse esibito la fede (lucidata per l’occasione?), come molto probabilmente gli hanno suggerito gli avvocati quale tattica per cercare di evidenziare l’immagine del vedovo ancora “innamorato”, avrei pensato che, forse, un briciolo di coerenza e di onestà aveva cominciato a farsi strada nel cuore del Parolisi…

Scusate, ma io vedo solo il trionfo dell'egoismo, perché il Parolisi ha pensato prioritariamente alle proprie spese legali e NON alle esigenze economiche della propria figlia!!!
Non esiste la figura del difensore d'ufficio? Io mi sarei affidata a tale figura e avrei cercato di vincolare il mio denaro a favore ESCLUSIVAMENTE di MIA FIGLIA!!!

Ivana ha detto...

Insomma, avrei presentato domanda per ottenere il gratuito patrocinatore specificando che il mio denaro SPETTAVA A MIA FIGLIA!

magica ha detto...

anche parolisi ha dei bisogni :essere difeso . gli avvocati bravi o mediocri devono essere pagati .
è stata tolta la patria potesta' a parolisi. per ora la figlioletta ha bisogno solo di attenzioni ed essere allevata nel migliore dei modi .

Ivana ha detto...

Ripeto: nei panni di Salvatore Parolisi, avrei ALMENO presentato domanda per ottenere il gratuito patrocinatore specificando che, anche in base alla sentenza nell’aspetto patrimoniale, il mio denaro doveva servire per poter garantire, a mia figlia (E SOLTANTO A LEI!), un futuro sereno sotto il profilo economico…
Come genitore, avrei scelto di difendere PRIORITARIAMENTE gli interessi di mia figlia; per il mio diritto alla difesa sarebbero rimasti pochi soldi sul mio conto corrente, per cui avrei dovuto ottenere (o, almeno, sperato di ottenere!) il beneficio inerente al “gratuito patrocinatore”…

magica ha detto...

roba da matti , bisogna sostenere al massimo i figli . ma non morire.
sarebbe anche piu' consolante essere in grado di dimostrare l'innocenza ,per la figlia ,per il suo avvenire meno chiaccherato .
il gratuito patrocinatore . forse non sara' in grado di competere
se si pensa che parolisi sia colpevole , allora egli si dovrebbe accontentare . come va' va'.
-

Ivana ha detto...

Magica, se io fossi in Parolisi, colpevole o innocente che sia, penserei PRIORITARIAMENTE a MIA FIGLIA!
Perché dovrei morire se venissi difeso dal gratuito patrocinatore?!

magica ha detto...

se io fossi parolisi e innocente.,con la cosapevolezza che mia figlia sia in ottime mani . penserei a me stessa.poi avrei la vita davanti per rimediare a quello che le è mancato.
in risposta alla tua domanda rispetto a(morire). era un modo di dire . ma non mi lascerei andare , mi batterei con tutto quello che posso . denari compresi

Anonimo ha detto...

Ivana
Se per un attimo abbandonassi la tesi colpevolista e ti immedesimassi in un uomo che si ritiene innocente, non credi che per prima cosa, sapendo tua figlia al momento al sicuro e circondata dall'unica cosa che ora le serve veramente cioè l'affetto, tenteresti di tutto per dimostrare la tua innocenza e poter riabbracciare al più presto la tua creatura così da essere tu stesso ad assicurarle con amore quel futuro il più possibile sereno e, finalmente, scevro da ogni falsità e calunnia?
E certamente cercheresti dei bravi avvocati (o sperare che lo siano), non ti affideresti a un qualunque legale d'ufficio, soprattutto sapendo di essere al centro di un fuoco incrociato tra accusa, parte civile e chissà cos'altro! Perché anche con tutta la comprensione che merita la famiglia Rea, non si può negare il loro profondo senso di rivalsa nei confronti di chi ritengono colpevole di tutti i loro mali. E chi non farebbe altrettanto contro il colpevole della morte atroce di una figlia? C'è solo da chiedersi ... ma se il colpevole non fosse Parolisi?
Sarahkey

Anonimo ha detto...

Scusa Magica, stiamo dicendo più o meno la stessa cosa, non avevo visto il tuo ultimo commento.
Sarahkey

Ivana ha detto...

Per Magica e per Sarahkey

Proprio immedesimandomi in un uomo innocente, io sarei il primo a difendere efficacemente me stesso usando la sincerità e mi affiderei a un qualunque legale d’ufficio, perché riterrei prioritario essere io a mantenere mia figlia! Se sono innocente, avrei dentro di me la convinzione che, prima o poi, la mia innocenza dovrà essere riconosciuta. Inoltre, il mio gesto stesso di vincolare i miei risparmi esclusivamente per la mia bambina dimostrerebbe inequivocabilmente il mio affetto per la piccolina, che, una volta cresciuta, comprenderebbe il grande amore che nutro per lei.
Invece, se lasciassi prevalere l’egoismo, chi mi garantirebbe l’assoluzione? Insomma non potrei escludere la possibilità che io spenda INUTILMENTE tutti i miei risparmi e così non potrei garantire un futuro tranquillo a mia figlia!
Credo che nella famiglia Rea ci sia il desiderio che Melania abbia giustizia! Quale “profondo senso di rivalsa”? Se ci fosse un “profondo senso di rivalsa” come potrebbero amare così tanto la nipotina che è ANCHE figlia di Salvatore?

Stefania ha detto...

Ivana, ma hai idea di cosa possano gli avvocati di ufficio rispetto a quelli pagati dal cliente? Ne hai contezza? E soprattutto, hai idea di cosa stia pagando il Parolisi con il carcere? Non ti è mai venuto il dubbio il ricatto riguardi proprio la sicurezza fisica e mentale della piccolina e che a questo si sia piegato? Giusto per non parlare in politichese ....

Stefania

magica ha detto...

se parolisi ha fatto sparire il malloppo ha fatto molto bene.. se le figlia non avesse qualcuno che la segue avrebbe agito diversamente .
all 'avv dei rea cosa interessa? i soldi li ha guadagnati perolisi con sacrificio . sono suoi . i figli avranno l'erdita' quando saro' morto se ce ne fossero rimasti . chiedo a ivana . se tu avessi un bel gruzzolo da parte e purtroppo ti servirebbe per curarti in una clinica all'estero . che fai? li devolvi ai tuoi figli con una clausola . che i soldi devvono servire a loro .,dovresti accontentarti di un ospedale della mutua ? ce ne sono di ottimi in italia ma quel tipo di malattia la curano solo all'estero..

Ivana ha detto...

Stefania, se io fossi in lui e fossi innocente, la mia forza deriverebbe dalla mia innocenza stessa…
Quale ricatto? Dalle indagini non è emerso alcun dato oggettivo in merito; inoltre, se ci fosse stato, come tu, forse, immagini, avrei ritenuto INDISPENSABILE che Melania avesse GIUSTIZIA e avrei chiesto che io stesso e la mia bimba fossimo sottoposti a un serrato protocollo di protezione… Roberto Saviano è sottoposto a tale protocollo e ciò non gli ha vietato di condurre programmi televisivi insieme con Fabio Fazio…

Mimosa, se io fossi gravemente malata, rimarrei in Italia perché ho avuto modo di constatare che negli Stati Uniti non compiono “miracoli”.
Giovanni Alberto Agnelli, per esempio, è morto, a soli 33 anni nonostante le cure in centri specializzati negli Stati Uniti...

magica ha detto...

ciao ivana ,
beh penso che ti sia una ragazza intelligente. parolisi doveva chiedere la scorta secondo te? infatti l'ha avuta .
hai tirato in ballo saviano roba da matti che va' in tv a parlare col l'altro :fazio. per l'amor di dio . piuttosto di vederli . salto dalla finestra . ciaoo

Elisa ha detto...

Si è bravi a parlare sulla pelle degli altri comodamente seduti a casa propria e dire: "se fossi in lui io avrei ecc ecc". Per me un uomo privato della patria podestà (non l'hanno levata a gente che è stata condannata per aver ucciso figli) sicuro di essere innocente che prova a difendersi al meglio per poter riavere sua figlia e darle di nuovo l'amore e la sua presenza non fa nulla di male. Mi sembra ovvio giunti a questo punto che contro Parolisi il ragionevole dubbio scateni nei giudici la vena dello scrittore di gialli...quindi oltre che giudicato di pancia e non di testa dovrebbe anche farsi difendere d'ufficio? Se fosse libero potrebbe ritornare ad occuparsi di sua figlia come tutti e visto che è giovane potrebbe anche accumulare un altro tesoretto. Ovvio che però per me rimane innocente fino a quando non vedrò una prova vera...se una persona è convinta della colpevolezza allora ogni suo atto è visto con occhio malevolo. Elisa

Anonimo ha detto...

Ivana

Ti ritengo una persona troppo intelligente per credere veramente all’equazione innocenza =  assoluzione scontata! Troppi casi ci hanno dimostrato che l’innocenza non è condizione sufficiente al riconoscimento della stessa, vuoi per  incapacità dei difensori, vuoi per forti condizionamenti  mediatici,  vuoi per convinzioni errate dell’accusa o di indagini condotte in maniera errata sin dall’inizio, o per ulteriori ragioni. E magari dopo diversi anni di carcere lo Stato italiano si è trovato a sborsare cospicui indennizzi per risarcire l’ingiusta detenzione!

Probabilmente, in un primo momento, Parolisi  era convinto di poter dimostrare la propria estraneità al delitto, semplicemente perché cosciente di essere innocente.  Sicuramente però, non disponendo sin dall'inizio di un legale che lo consigliasse, ha da subito cominciato a costruire la sua rovina cercando di nascondere la relazione extraconiugale che, poteva immaginare,  sarebbe stata considerata, come infatti è successo, un probabile movente del delitto, oltre che un problema di ordine disciplinare in caserma. Con il progredire delle indagini e la scoperta delle sue bugie, la sua credibilità è stata minata a tal punto che ogni indizio a suo discarico è stato lasciato cadere per privilegiare esclusivamente gli indizi di colpevolezza.  E su questa falsariga si è giunti a due sentenze durissime, al rinvio a giudizio per i festini a luci rosse in caserma e alla penosa perdita della patria potestà e del diritto di vedere la propria creatura.

A questo punto, credi veramente  che un uomo che si ritenga innocente possa “fare a fidarsi” e non tentare di tutto per vedere riconosciuta la propria estraneità al delitto?  Perché la bambina dovrebbe avere un futuro incerto senza l’ausilio del tesoretto di P.? Non ha degli amorevoli nonni e zii da entrambe le parti? Io credo che non di denaro abbia bisogno il futuro della piccola ma dell’amore di suo padre (oltre a quello che le assicurano già tutti i suoi parenti) che le è stato, questo sì, precluso! E allora perché non dare fondo a tutto per raggiungere questo scopo? Pensi veramente che una figlia sia grata a suo padre solo se questo le riservi un bel gruzzoletto invece di smuovere anche le montagne al fine di riabbracciarla? Forse un domani la bambina potrebbe rimproverargli più di non aver lottato abbastanza per tornare da lei che di non averle lasciato tesori.  Ricordo che mio padre mi dimostrava il suo amore con il suo comportamento affettuoso, non con il denaro e ora che non c’è più non so che farmene di quanto mi ha lasciato di concreto. Certo anche questa è una testimonianza del suo tenere a me, ma quanto avrei preferito la sua presenza!
Sarahkey
 

Ivana ha detto...

Sarahkey,
ti ritengo una persona troppo intelligente per credere che sia sufficiente spendere tutti i risparmi per avere l’assoluzione assicurata…
Inoltre, se ti sparisse la moglie, tu penseresti, prioritariamente, a cancellare tutto ciò che potrebbe rivelare una "distrazione" extraconiugale già nota a tua moglie stessa e ai parenti? Non penseresti ESCLUSIVAMENTE a cercare la donna che, comunque, ami?!
Se sei innocente, che bisogno avresti, nell’immediatezza dei fatti, dei consigli di un legale? Se sparisse mio marito, organizzerei, subito, tramite il cellulare, squadre di volontari per la ricerca da affiancare alle forze dell’ordine e io stessa ispezionerei ogni luogo in cui penserei possa essere andato!!! Non correrei certamente a cancellare ogni traccia che possa condurre alle mie eventuali “distrazioni extraconiugali”!!!
Sì, credo che, se io fossi in Parolisi e SE fossi innocente, avrei la forza che mi deriverebbe dalla mia innocenza, sarei in pace con me stesso e sarei convinto che, PRIMA O DOPO, verrebbe riconosciuta la mia EFFETTIVA estraneità al delitto. Vorrei, soprattutto, GIUSTIZIA per mia moglie! Penserei che la madre della mia bambina DEBBA avere GIUSTIZIA!!!
Salvatore Parolisi ha già dimostrato ampiamente il suo egoismo (al momento della nascita della figlia è stato…irreperibile!) La mia stessa esperienza mi ha insegnato che nessun padre (se non un padre egoista!) risulta non rintracciabile (NEANCHE TELEFONICAMENTE!)in uno dei momenti più importanti della sua vita!
Ritengo che il Parolisi, non pensando a conservare i suoi risparmi per la propria bimba, abbia dimostrato nuovamente il suo egoismo!
Io sono madre e mai avrei permesso che altri (se non mio marito!) mantenessero (ECONOMICAMENTE!) mia figlia!
Mia madre (nonostante avessi cercato in ogni modo di dissuaderla!) mi aveva consegnato TUTTI i suoi risparmi che poi ho speso, A SUA INSAPUTA (altrimenti non me l’avrebbe consentito!) , per provvedere (purtroppo inutilmente!) alle sue cure mediche e alle sue necessità impellenti…
Ripeto: se io fossi in Parolisi e se fossi innocente, rispetterei quanto stabilito nella sentenza di condanna dell’ottobre 2012, dove venivo obbligato al pagamento di una provvisionale immediatamente esecutiva (come ripeto, avrei preteso che i soldi rimanessero vincolati ESCLUSIVAMENTE per mia figlia!).
Cordialmente
Ivana Niccolai

magica ha detto...

penso anch'io che,il guaio per parolisi sia stato non aver subito nominato un bravo e scaltro , avvocato, invece ha incominciato a mentire sul fatto dell'amante e fatto cose controproducenti . non ho seguito molto il caso rea . ascoltavo la tv ma senza idee precise su innocenza o colpevolezza . solo ultimamante informandomi nel blog .,posso avere una mia tesi .
negli ultimi casi di cronaca nera abbiamo capito che se un imputato è lasciato a se stesso puo' succedere di tutto . l'imputato si confessa,dice delle verita', oppure mente, ma lo fa per difendersi .ogni parola viene pesata da chi indaga e guai se la seconda volta che parla cambia una virgola - ecco la fregatura . l'avv difensore scaltro ti suggerisce come muoverti, non parlare piuttosto che dire frasi che ti inguaieranno.
a volte gli avv d'ufficio sono tutt'uno con la procura come nel caso di avetrana .. dove l'avv difensore invece di consigliare il cliente . gli fa dire quello che la procura pensava fosse la verita' . intanto una ragazza di 20nni ha la vita rovinata .qui lo dico e lo diro' per sempre. i fatti sono questi

Anonimo ha detto...

Ivana
Mi rendo conto che siamo molto diverse nell'approccio e avrei voluto approfondire e chiarire alcuni concetti da te fraintesi, ma, mi dispiace, non sono abituata agli urli e preferisco quindi finirla qui.
Buona serata
Sarahkey

Ivana ha detto...

Sarahkey,
simmetricamente anch'io penso che sia tu ad aver frainteso alcuni concetti...
L'uso del maiuscolo per determinate parole non è stato da me inserito per "urlare", ma soltanto per renderle ben evidenti...
Se preferisci interrompere il dialogo, rispetto la tua decisione.
Cordialmente
Ivana

Anonimo ha detto...

carissima IVANA ti leggo da giorni e x la 1 volta devo rispondere se no scoppio....1 non capisco xchè bla bla bla x la bimba...FIGLIA in maiuscolo scrivi tu,quando non ha il dirittodi vederla 1 minuto....pero' x i soldini e' papa'2 mandaci tuo figlioin afganistan e poi dicci...si il mio ce l'ho mandato gia'e poi vedi i soldi da dove arrivano..3 invece di blaterare sui soldini di papino cercami e dammi 1 dico 1 motivo per dirmi che Parolisi e' colpevole...dna alla mano...il resto le chiacchere stanno a 0.

Anonimo ha detto...

dimenticavo di dire ad IVANA...che al posto di SALAVATORE la fede me la sarei tolta da un pezzo e non x mancanza di rispetto alla povera vittima,cheMERITA RISPETTO SEMPE...CMA E OVUNQUE ma x altri come te...cosi non avevi occasione di parlare se lucidata x l'occasione o no....

Ivana ha detto...

Anonimo,
premetto che userò il grassetto per evidenziare determinate parole “chiave”, evitando il maiuscolo in modo che non si possa pensare che io intenda urlare. :-)
Ognuno fa le sue scelte: mia figlia ha scelto, dopo essersi laureata, di andare a lavorare in Inghilterra e, poi, ha scelto di sposarsi e di lavorare in Italia; il Parolisi ha scelto le missioni all’estero e, poi, ha scelto di sposarsi ed è rientrato in Italia
Faber est suae quisque fortunae
Credo che il Parolisi potrà riabbracciare la figlia appena il team di esperti, da cui è seguita, giudicherà che la bambina sia pronta per tale incontro…
La stessa Franzoni (pur considerata colpevole nei tre gradi di giudizio!) è tornata a casa dai figli (le sono stati concessi gli arresti domiciliari)…

Riguardo alla colpevolezza, aut innocenza, del Parolisi deve ancora esprimersi la Cassazione; nel frattempo, a livello esclusivamente soggettivo:, ho trovato chiare ed esaustive le motivazioni della sentenza d’appello da me lette attentamente, ma non spetta certo a me valutarle; ci penserà, legittimamente, se non erro nel mese di febbraio 2015, la Corte di Cassazione.

Anonimo ha detto...

ivana..tua figlia cosa hascelto no mi riguarda...il fatto e' che i soldi sono suoi sudati anche...e ne fa cio' che vuole giusto???stesso discorso x parolisi...appena si presenta quesito dna si fa appello alla giustizia....ricordandoti che no sei la sola ad aver letto il malloppo....e i se e i ma..fioccano....spero no ti sianosfuggiti...buona domenica

Ivana ha detto...


Come ripeto, ognuno/a sceglie se comportarsi egoisticamente, o no…
Riguardo alla tua e alla mia interpretazione delle motivazioni della sentenza d’appello sono, entrambe, soggettive e ininfluenti; il potere decisionale appartiene soltanto alla Corte di Cassazione…

magica ha detto...

l'avverbio usato per parolisi-

per difendersi da accuse pesantissime si usano risorse umane ,i santi protettori non interverranno :si usa pagarsi un avvocato
per togliersi dai guai , non è egoismo - è amor proprio per se e per la figlia

Anonimo ha detto...

Non avete capito che Ivana vuole sempre avere ragione? Finge di non capire le ragioni degli altri anche quando queste sono molto più ragionevoli delle sue. Non ammetterà mai di aver sottovalutato il benché minimo particolare e vuole sempre avere l'ultima parola. Lasciate stare è una battaglia persa.

Anonimo ha detto...

Paralisi prosciolto, archiviata l'ipotesi di reato legato alla sparizione del tesoretto personale.
Il giudice ha stabilito che Parolisi non ha distratto soldi dal suo conto corrente per sottrarsi agli obblighi risarcitori stabiliti a suo carico dalla sentenza del gup di Teramo, Marina Tommolini, ma al contrario, ha utilizzato i suoi risparmi in modo legittimo, corretto e trasparente, senza quindi, compiere alcun reato.

http://www.abruzzo24ore.tv/news/Omicidio-Rea-Parolisi-prosciolto-non-fece-sparire-soldi-in-banca/146808.htm

Sarahkey

Ivana ha detto...

Continuo a vedere soltanto il trionfo dell'egoismo, perché il Parolisi ha pensato prioritariamente alle proprie spese legali e non alle esigenze economiche della propria figlia!
Avrebbe potuto effettuare una scelta non egoistica, come pare sia stata effettuata (almeno finora!)da Michele Buoninconti...

pico ha detto...

..buonasera M.Prati,sono all'esordio(non certo come lettore del suo Web/spazio): è la prima volta che scrivo. Io ho osservato questo: le prove del coinvolgimento di P. riguardo l'uccisione della moglie,dimostrano solo che lui è sicuramente a conoscenza delle motivazioni che l'hanno causata. Ora,....a parte la pena profondamente iniqua,...manca il meglio!

Anonimo ha detto...

A pomeriggio Cinque e ricominciato il massacro dei genitori della vittima.

Anonimo ha detto...

Quanto può essere affidabile questo articolo?

http://www.articolotre.com/2014/11/omicidio-rea-ha-un-nome-e-un-volto-la-donna-che-avrebbe-ucciso-Melania/#comments

Pamba ha detto...

Mah, potrebbe essere un semplice tentativo del legale (gia' Duo, ora solitario e poco agguerrito Gentile) di far ritornare in auge, in vista della Cassazione, la storia dell'impronta di scarpa scambiata per impronta delle mani nelle Motivazioni dell'ergastolo.

Gli elementi della storia sono pero' credibili, gli stessi che avevamo affrontato in squadra nel blog tempo fa: l'appuntamento per un chiarimento, la donna soldatessa, il complice, persino la figlia del personaggio importante...

Una storia "fanta-giudiziaria"che non credo verrà nemmeno accennata in Aula, come purtroppo abbiamo già visto negli Atti precedenti.

Pamba

Mimosa ha detto...

Fantastico!!! Sono rispecchiate le nostre teorie!!

Ma quele sarebbe la fonte della "rivelazione"?

Mimosa

Pamba ha detto...

Mimosa, nell'articolo c'è di tutto, da fonte "attendibile" a "indiscrezione", per finire con l'identikit della presunta assassina. Non ci resta che cercare:-)

Alla prossima
Buonanotte

Pamba

Unknown ha detto...

Supposto che le notizie riportate su questo articolo, incredibilmente aderenti alle ipotesi avanzate da tempo su questo blog, siano attendibili, cosa mai può aver fatto emergere una realtà così tenacemente nascosta? Un sussulto di coscienza? Mah!
Sarahkey

Mimosa ha detto...

Perché su quese "rivelazioni" non si sa più niente, mentre gli avvocati della difesa arrancano ancora sull'impronta della scarpa (di mano secondo la Tommolini), sull'anonimo telefonista?

Intanto Buon Capodanno!
Mimosa

Anonimo ha detto...

stasera si saprà cosa ha deciso la Cassazione
incrociamo le dita