domenica 24 novembre 2013

Adolescere: Prontuario mediatico dell'età involutiva...

Di Gilberto M.


La solitudine degli adolescenti, quell’età sperimentale con doppio cieco per l’effetto placebo. Testati come un farmaco, frullati come un frappè, montati per farne una mousse. Un programma per aspiranti adulti col gruppo di controllo senza il principio attivo… e poi quelli che fanno da cavie sperimentali in qualche Talent show. Uomini e donne ancora incompiuti, abbozzati e semplificati in qualche caricatura di quasi-persone, trasformati in testimonial, ragazzi sandwich, endorsement di validazione. Indossano quell’abito mentale che il mondo degli adulti chiama fiction, la loro prossima casa, quel loft utopico dove sentirsi finalmente omologati, un accogliente status da vip col symbol in carta patinata e profilo sul social network. L’immagine riflessa nello specchio del telefonino, l’oscuro oggetto del desiderio e il medium verso il mondo attraente e sconosciuto di un futuro da adulti obliterati. Emuli di modelli al top dell’hit parade, baby squillo del contest di personaggi dall’età anagrafica incerta, dal background approssimativo: forse vecchi ante litteram, adulti surrogati, solo bambocci dall’aria puerile.

Infanzie rubate da quell’arrivismo un po’ ingenuo e esibizionista, amici connessi e registrati per parlare di qualcosa di vago e surreale: il senso della vita in quattro puntate. Suggestioni mediatiche, performance eclatanti, imitazioni del niente, di un’età adulta immaginaria: prodotti televisivi per manichini, supporti per  l’abbigliamento e icone del desiderio inconfessabile: saranno famosi. Adulti ancora adolescens che cercano il loro referente in altri adolescenti in pubertà, modelli di consumismo usa e getta. Family life di un vuoto a perdere d’esistenze senza neppure l’etichetta di garanzia. La società dell’immagine, il culto del travestimento, il gusto della simulazione. Prove di vita secondo il canone protocollare del successo: mannequin e burattini del teatrino mediatico, strumenti promo e trailer, con il logo e la firma autenticati con tanto di notaio e curatore di immagine. Gadget e accessori per crescere secondo i dettami fashion, aere perennius, la netiquette di valori uptodate: un mondo maturo da contraffare, comunque da imitare, da sottoscrivere come un contratto in locazione. L’universo adolescenziale in cerca di bussola e sestante, navigatore satellitare incorporato, sempre reperibili e dislocabili sul palinsesto o sul tablet. Un milieu di lustrini e paillettes, fantasmagorico, eclatante, eccentrico e artificiale.... 

Cellulari dove squillano voci sui quali si stagliano immagini di un repertorio hollywoodiano, dove vibrano emozioni nello scatto alla risposta. Sexting implementato su piattaforme hard, discount dell’anatomia in rete, supporti audiovisivi per chat esplicitate con riferimenti multimediali. Corpi e anime macellati in primo piano, proliferati in repertori dedicati, replicati con l’aggiunta di accessori sconvenienti e pruriginosi: verismo senza infingimenti e senza censure. Autopsie in diretta con confessioni impudiche e sfoghi in libertà (vigilata): nudità di cuori e di cervelli in scenografie da reality, obitori con cadaveri fotogenici, naturalismo televisivo con vergogne esposte con spontanea nonchalance. Sangue e umori mostrati come stimmate certificate e suffragate da testimonial casual spuntati per caso nell’etere, scenografie e atmosfere dall’aria informale, accorte inquadrature e primi piani con lo zoom, gusto del dettaglio fortuito e occasionale rilevato mediante collegamento stream. Lacrime sul ciglio di palpebre dal trucco deciso,  incise col mascara su volti pallidi e sfiniti, posture dal pathos drammatico e suggestivo, recitazioni senza copione e senza scaletta scandite con un avvincente sonoro in sottofondo. 

Quel gioco spontaneo del dire e del fare ciò che passa per la testa, giusto dove ti porta il core, storie senza regia, eppure sempre così ben congeniate e arruffianate. Personaggi di simulazione, metamorfosi di persone reali in fotogrammi, scomposte in inquadrature, espressioni, parole e… sospiri. Identificazioni proiettive dello spettatore in automatismi s-r. Risposte pavloviane di salivazione, voyeurimo bavoso e accattivante, biofeedback con trasduttori di sudorazione, automatismi di rinforzo emozionale. Intervalli con quei greggi di pecore di ancestrale memoria televisiva, con arpeggi in sottofondo, in attesa del vero programma in differita: ipnosi di massa con lo spot marketing communication. Problemi tecnici di trasmissione? Vuoti di ricezione? Allusioni psico-attitudinali di un target pedissequo e servile? Opzioni più veloci del pensiero, canali sensoriali senza la mediazione dell’io penso, percezioni veloci come i polpastrelli delle dita sulla tastiera, perfino più rapidi del semplice sguardo sul display. Un mondo artificiale, plastificato, incelofanato come i sentimenti presi in prestito da qualche format televisivo, da un film in 3D, da un social network con il profilo standard: hobbies e perversioni incluse nel pacchetto in comodato. 

Immagini costruite con Photoshop e scannerizzate con il bisturi multimediale: l’anima offerta con lo sconto fidelity e il corpo in multiproprietà. Prendi due paghi uno, senza costi hosting aggiuntivi. Outing di psicodrammi televisivi, modelli di vita sospesa, profili artificiali ritagliati su misura dell’audience: manichini assemblati, sentimenti liofilizzati, ego riciclati. Raccolte differenziate, pacchetti personalizzati e ritagliati sulla fascia oraria, target inquadrati nel fondoschiena o nel cavo orale a seconda del foro competente e del format in programmazione. Piercing vaginali e tatuaggi genitali per far belle anche le vergogne, antifurti di verginità per non risvegliare (o sollecitare) i desideri libidinosi, brillantini e orecchini con microfoni incorporati come promemoria auditel, mutande antistupro e push up antirapina per la fascia protetta. Organi artificiali, cyborg emozionali, bambole cibernetiche.  Veline e letterine in una disfida a chi veste il modello esemplare: la chirurgia applicata a un corpo di sintesi, lubrificato, revisionato e modulato mediante protesi elettrosaldate. Il tagliando periodico con l’aggiornamento on-line, antivirus e antispamming con il Garante dell’oblio. Deontologie della privacy secondo il verbo del trattamento dati ad personam, protettori e mallevadori della sovranità del sé con contratto certificato e registrato. L’habeas data mediante il profilo virtuale di anatomie suggellate in un involucro protettivo, salvaguardia da cookies e spyware, pelle sintetica e organi artificiali di ultima generazione con backup e password incorporati. 

Top model dai sorrisi raggelati e posture ibernate, lineamenti equalizzati. Anime sotto vuoto, spiriti in naftalina, riprodotti in serie, codificati con il marchio in formato A4. Io narranti dall’aria astuta, che snocciolano filastrocche minimali, che riproducono un discorso su nastro con memorie copyright. Supporti di polistirolo, gommapiuma e vetroresina, modelli narrativi da fotoromanzo, teenagers dall’aria diabolicamente innocente e ingenuamente astuta. Cani sciolti, perduti senza collare e senza referenze, personaggi da dare in affido, corpi da adottare, leasing di anime in prova. Storie registrate sull’hard disk e replicate in differita. Soggetti sperimentali per clonazioni, mutazioni, isotrapianti ricostruttivi. Anime candide, creature innocenti rapite nel circo mediatico, adulti in miniatura, ridotti a orpelli con rimmel e fondotinta, enfant prodige con pedigree, album fotografico e memorie digitali in un chip sottopelle. Cantanti in erba, cheerleaders, homuncoli in provetta con brevetto e garanzia di successo. Ragazze doccia e ragazzi brillantina, shampoo e grease, votati al baratto e allo scambio seriale… emozioni sublimate e garantite con il marchio doc. Essere o avere? Apparire per sentirsi vivere, per non spegnersi nell’orbita cieca dell’anonimato, l’inferno del mondo ipogeo, ombre sconosciute che vagano nell’Ade. Amare? Disperatamente, alla ricerca del suo surrogato, il suo fantasma, la sua perfetta imitazione, comunque con firma digitale del contratto on-line. 

Anime disperate e assetate di parole non convenzionali, non scontate, alla ricerca del proprio io, il miraggio non solo di parole, ma di icone. Esibizionismi innovativi secondo un gusto trasgressivo e stupefacente. Credenziali di personaggi bizzarri e stravaganti, sopra e sotto le righe. Polverine magiche, sesso seriale, realtà virtuale: sfuggire alla monotonia, al quotidiano e al prevedibile mestiere di vivere. Sottrarsi alla parvenza e all’effimero, scoprire finalmente l’elisir di eterna giovinezza. Adulti rimodellati con la chirurgia ricostruttiva come adolescenti dall’aria obsoleta, corpi tonificati da riempimenti e diminuzioni, ridistribuzione lipidica secondo il modello starlet. Corpi anoressici portati in processione come madonne pellegrine, bulimie sfoggiate con il piglio disinvolto del real life. Simulacri del passato e icone del futuro, ragazzi e ragazze stagionate con un’aria di restauro, un palinsesto geologico stratificato, sepolcri imbiancati e riverniciati con botox e filler più o meno virtuali. Il vuoto che terrorizza, che mette al cospetto di ciò che si teme: il tempo che passa, inesorabile e inarrestabile fino al nuovo format, un reality con veri cartoon antropomorfi per protagonisti. 

Ritorno al futuro, paradossi relativistici di gemelli ringiovaniti col lifting e finalmente sincronizzati, anime ritrovate nonostante la discrepanza temporale e il salto generazionale. Adolescenti di ogni età che cercano qualcosa di speciale: il senso della vita da acquistare all’ipermercato dei possibili virtuali, già bell’e confezionato e impacchettato… una vita su misura, testata, simulata e riprodotta in cassetta o su cd. Un mondo di persone contraffatte, di adolescenti  precocemente invecchiati e di adulti miracolosamente ringiovaniti. Carte da gioco senza recto né verso, figurine senza spessore, ragazzi e ragazze da sfruttare e da testare come fossero soltanto personaggi di una fiction televisiva. Polli da ingozzare, creature da vampirizzareFatti di cronaca, il quotidiano che avanza, l’educational inarrestabile che viaggia nell’etere. Gilberto M.

Altri articoli di Gilberto M.
L'italiano? Uno zombi che si aggira nel supermercato di una classe dirigente in svendita
Dal Don Rodrigo del Manzoni ai tanti Don Rodrigo della nostra politica
Ho fatto un sogno: il re era nudo e il mondo diverso
Effetto farfalla, ovvero il Politico come specialista del niente
Quel fluido mortale: TV e web
Transumanesimo e social network
Il Blog, ovvero uno psicoanalista virtuale...
Lo scenario nazionale come caricatura e metafora del futuro globale
Retoriche del consenso: Pinocchio... Pinocchio...
Il finto oppositore
L'utopia tecnologica tra fiducia nel futuro e catastrofismo...
L'attualità nella Storia della Colonna Infame - del Manzoni. Il passato non ha tempo...
Siamo link e ipertesti che si aggirano in un labirinto senza uscita...
2013 - Quale futuro?
Cold Case. Morfologia dell'assassino
Effetto Cold Case – Al di là dell'evidenza... noi, trattati come cavie...

Caso Scazzi – Bugie o false memorie?
Sarah Scazzi. Guardando oltre il giardino (e se Michele Misseri soffrisse di PTSD)
Caso Scazzi... ovvero: la commedia degli equivoci
Caso Scazzi: un'ipotesi basata sui potenziali falsificatori
Caso Scazzi. La vita è sogno...
Caso Scazzi – Logica e suggestione – Il tacchino di Russell
Caso Scazzi. Il sistema paese affetto da sindrome post traumatica?
Caso Scazzi. Un esperimento mentale
Caso Scazzi – Dialogo Socratico e Sarchiapone
Caso Scazzi - Il gatto di Schrödinger ed altri paradossi...
Caso Scazzi - Chi ha ucciso Sarah?
Caso Scazzi - Un nuovo format: dissoluzione dello spazio scenico. Mnemotecnica e allestimento...

Home page volandocontrovento

3 commenti:

Manlio Tummolo ha detto...

Difficile commentare, carissimo Gilberto: un elenco amarissimo, estremamente triste.

Manlio Tummolo ha detto...

Scusa, non vorrei essere frainteso: è l'elenco amarissimo delle cose reali, oggi vigenti ed imperanti. Per utilizzare un linguaggio leibniziano, di cui mi sono dato una rinfrescata nei giorni scorsi: le dominanti monadi dell'Orrido Mondo Attuale.

Anonimo ha detto...

Caro Manlio
Avevo capito, nessun fraintendimento, la tua precisazione leibniziana è comunque un utile promemoria. Ciao
Gilberto