mercoledì 6 febbraio 2013

Roberta Ragusa. Difficile credere che un procuratore esperto come Ugo Adinolfi continui a indagare solo il marito...


Il procuratore di Pisa ha detto ai giornalisti una cosa saggia. Le sue parole: "Sarebbe stato meglio cercarla prima con questo spiegamento di forze, forse avremmo ottenuto migliori risultati...", sono condivisibili perché è logico che per ottenere risultati che possano aiutare le indagini, non si deve aspettare un anno a fare una maxi-battuta che faccia capire se davvero un probabile assassino ha occultato il cadavere della sua vittima. Negli ultimi 13 mesi le ricerche sono partite e si sono fermate decine di volte. Negli ultimi 12 mesi, una task force formata da centinaia di investigatori ha lavorato senza tregua seguendo l'indirizzo investigativo scelto dal pregiudizio di alcuni, fra cui diversi organi d'informazione, senza curarsi del fatto che gli indizi a disposizione erano scarni per decidere di verificare un solo indagato. Si è proceduto a forza di pressioni mediatiche, cercando di cavalcare l'onda (ha colpito anche l'opinione pubblica che non cambierà più la sua idea colpevolista) e dando per scontato quanto scontato non era affatto. Probabilmente si è sperato in una intercettazione, telefonica o ambientale, e si è creduto che nel tempo il Logli si sarebbe tradito. Così facendo si sono forzate le indagini portandole ad essere, nonostante l'enormità di mezzi e uomini impegnati, scarse e unidirezionali.

Grazie a questo modo di procedere, ora che l'ultima immensa battuta non ha avuto esiti con cosa resta in mano chi ha indagato? Poche mosche, e guai ad aprire il pugno, che devono far riflettere... perché il risultato, anche se Roberta Ragusa la si fosse cercata un anno fa, non sarebbe stato diverso dall'attuale. Se un cadavere lo si cerca dove non è, diventa impossibile da trovare anche se nell'immediatezza della scomparsa si impiegano centomila persone. Di certo, l'anno intero passato a puntare il dito rafforzerà le convinzioni mentali di chi pretende vi sia un assassino in casa Logli. Di certo, pur di poter parlare ancora sullo stesso tono, si tirerà in ballo il lago di Massaciuccoli e i suoi fondali, le grotte inesplorabili (come se l'indagato fosse un geologo), altri luoghi impervi e i cinghiali. In questo modo si continuerà a dare per assodato che il marito è una bestia schifosa che ha ucciso sua moglie. Lo si farà perché chi ha scelto la direzione investigativa, ha lasciato che il virus colpevolista si propagasse in tivù e si è dato risposte unidirezionali, quindi probabilmente sbagliate. C'è, ad esempio, chi si è chiesto il motivo per cui Roberta ha lasciato una lista della spesa incompleta. Addirittura, per avere più risposte colpevoliste, si sono scomodati dei grafologi che hanno appurato il cambio di velocità usato fra le prime e le ultime parole. Così, grazie a quel foglio mezzo scritto, si è potuto additare il Logli dicendo che Roberta non l'ha completata perché distratta da un qualcosa capitato all'improvviso ed ipotizzando, come causa, un litigio col marito per via delle telefonate inviate da quest'ultimo all'amante.

Ma i motivi per cui potrebbe aver scelto di accellerare la scrittura possono essere altri: a partire dalla bimba che mentre il padre è in autoscuola o in soffitta inizia a frignare o fa un brutto sogno, per arrivare a dei fanali abbaglianti che si accendono e spengono davanti al portone (un segnale convenzionale). E che il marito poco c'entri con quel cambio di scrittura, lo dimostrano i suoi comportamenti successivi. Se si suppone l'esistenza di un Antonio Logli assassino animale che pensa a tutto, tanto che il cadavere di sua moglie non si trova nel raggio di oltre cento chilometri, bisogna supporre anche che, concedendogli una buona mente criminale visto che ha resistito per un anno alle pressioni, di quella lista non ne avrebbe parlato a nessuno. Perché mostrarla invece di bruciarla o gettarla nel water? Ha avuto una notte intera per pensare al dopo e poteva tranquillamente affermare di aver lasciato sua moglie davanti al televisore... per quale motivo mettere in mano ai carabinieri una lista? Non c'era motivo, per questo è strano che lui stesso la mostri ai giornalisti e agli inquirenti. Come è strano che, volendo far pensare a una fuga volontaria, abbia lasciato in casa gli effetti personali della moglie, il bancomat, lo spazzolino da denti, il pettine gli abiti e quant'altro serve a chi decide di andarsene. Perché non ha seppellito tutto assieme al cadavere ed ha lasciato agli inquirenti una scena che sa di incredibile? E' un assassino che premedita a fasi alterne? Intelligentissimo quando deve occultare e stupidissimo quando deve depistare?

C'è anche chi si è chiesto perché il marito abbia chiamato l'amante chiedendole di far sparire il telefonino che dimostrava la loro relazione. Perché a poche ore dalla scomparsa di sua moglie chiama la giovane concubina e le impone di gettare il cellulare? Ecco, se vogliamo fare un appunto che possa spiegare l'attaccamento della Procura a una unica teoria, lo dobbiamo fare in relazione alla distruzione dei telefonini. Ma come ogni indizio colpevolista considerato a carico di un indagato, anche questo non deve restare unidirezionale e per risultare determinante va provato con una valutazione contraria che dimostri l'impossibilità di altre spiegazioni logiche. Le valutazioni deve farle, ad inizio indagine, chi ha in mano e coordina il pool investigativo. Motivo per cui, se da un lato la scelta di nascondere l'amante ai carabinieri può apparire compromettente e aprire giuste piste investigative, dall'altro lo si può considerare un normale atto di autodifesa. Chiunque si trovi ad avere a che fare con chi fa indagini sulla propria famiglia, in maniera particolare se queste partono da una denuncia di scomparsa, cerca di tenersi a lato e non parlare a tutti di quegli scheletri che fino a quel momento ha murato negli armadi. A questo proposito c'è da dire che è giusto verificare quanto una storia extraconiugale intrattenuta da un marito possa aver influito sugli eventi, visto che un'amante è uno scheletro ingombrante se relazionato a una moglie sparita nel nulla. Però c'è da dire anche che a volte una pista del genere è pure giusto accantonarla, specialmente se le verifiche non portano a un movente o a una complicità criminale fra gli amanti.

Che non ci sia stata complicità fra i due lo dimostrano proprio le telefonate. Fossero stati insieme tutta la notte, a causa di un cadavere da occultare, avrebbero parlato vis a vis e non sarebbero servite altre chiamate per accordarsi sul da farsi. In tutti i casi, anche non volendo accantonare completamente la pista intrapresa, la si poteva comunque lasciare in sospeso e mentre qualcuno cercava terra smossa sul monte Amiata (per dire un nome a caso), provare a ragionare in maniera contraria. E non volendo ipotizzare una fuga volontaria, fermi nella convinzione di un omicidio perpetrato nella notte del 13 gennaio, per non rischiare di veder volare via le quattro mosche che si avevano già allora in mano, serviva di cercare nell'immediatezza piste alternative. Piste che ad oggi paiono difficili da seguire. Vogliamo ragionare come se Roberta Ragusa fosse davvero morta? Facciamolo, tenendo però nel debito conto che la battuta colossale effettuata la settimana scorsa, ha refertato la mancanza del suo cadavere negli spazi aperti e nei luoghi pubblici della provincia pisana. Questo, senza ombra di dubbio, significa che nessun cadavere è stato occultato nelle zone in cui tutti possono avventurarsi o frequentare, dai campi, colti o incolti, ai laghi, ai boschi e alle grotte. Ora, considerando che il giardino di casa Logli è stato oggetto di svariati controlli, che l'inceneritore di cui s'è tanto parlato ha un sistema di sicurezza che lo blocca in presenza di carne, sia umana che animale, che anche i furgoncini dell'azienda in cui il marito di Roberta lavorava sono stati oggetto di rilevamenti da parte del Ris, non subito ma a inizio estate, che la zona attorno alla suddetta azienda è stata battuta palmo a palmo, dobbiamo giungere all'unica conclusione che non piace né ai media né alla procura di Pisa. In poche parole: è assai complicato additare Antonio Logli ad assassino e affibiargli un omicidio premeditato.

Però, sempre volendo considerare Roberta Ragusa defunta, il fatto che il cadavere non sia né nei luoghi a disposizione del marito né in quelli aperti e pubblici, può offrire alla Procura, nei sei mesi di proroga (che di certo diventeranno almeno un anno intero), l'occasione del riscatto. Questo perché il procuratore Adinolfi è uomo di legge da sempre, perché ha un'enorme esperienza e risulta difficile credere non sia giunto ad altri spunti investigativi e ad altre probabili soluzioni, quelle che nessuno ha cercato nei primi giorni in quanto, grazie ai cellulari distrutti, tutti si sono convinti che la donna fosse stata uccisa e occultata dal marito. Il discorso è semplice. Per non rischiare di fare un buco nell'acqua e non riuscire a ottenere la condanna futura del Logli, la richiesta di proroga dimostra che al momento non ci sono prove che lo possano far dichiarare assassino, bisogna adattarsi agli eventi e fare anche ragionamenti scomodi e diversi. Insomma, a questo punto è chiaro che un corpo morto non c'è... come è chiaro che se un cadavere davvero esiste, ma non si trova in una zona dove tutti possono andare, lo si dovrà cercare nelle proprietà private mai battute durante le ricerche. Al limite qualcuno potrebbe averlo nascosto in un anfratto o in un luogo sicuro, anche lontano da Pisa. Ma deve essere un anfratto o un luogo in cui non tutti possono entrare. E chi può averlo occultato? Il marito, che per sospettarlo occorre ipotizzare conosca la terra toscana a menadito, o chi di quell'anfratto o luogo sa praticamente tutto perché lo frequenta o lo ha frequentato?

Per cui la domanda è: il procuratore reitererà le sue convinzioni o farà anche scelte contrarie al suo credo e attenzionerà i vicini di casa, diciamo chi abita nel raggio di un chilometro dall'autoscuola, gli amici e i clienti della scuola guida... o escluderà tutti a priori perché influenzato dalla apparente mancanza di un movente? Ma chi dice che per uccidere una donna, specialmente se sola all'una di notte, serve un movente extra lusso? Il suo curriculum non mi fa credere che si ancorerà a un'idea fissa. Magari lo farà senza parlarne, ma a parer mio cercherà di dipanare la matassa anche partendo da altri capi scoperti. Per questo non mi risulta difficile ipotizzare che possa indagare al di fuori dalla idea colpevolista del Logli. Immedesimiamoci ed ipotizziamo: fossimo in lui da dove partiremmo? Di sicuro dal naso del cane molecolare che pare sia arrivato ai binari della ferrovia e ad un passaggio a livello. Ma visto che i treni passando a velocità sostenuta disperdono gli odori che si trovano nel loro raggio di azione, non pare assurdo credere che si debbano considerare più passaggi a livello e non solo quello in cui il cane si è fermato. A poche centinaia di metri da casa Logli ce ne sono tre, uno è in una strada traversa alla destra, uno in una strada traversa alla sinistra e l'ultimo taglia la stessa via Dini.

Ora, senza additare nessuno e parlando su una linea generale basata su un omicidio e sulla mancanza di un cadavere negli spazi aperti e nei luoghi pubblici (quindi un eventuale corpo privo di vita può essere solo in spazi privati), dobbiamo constatare che a ridosso dei binari di Gello vi sono case con grandi giardini e che, oltre a due geologi, persone che conoscono bene gli anfratti della Toscana (uno è proprietario di un agriturismo), vi abita anche chi ha ottenuto un 'posto barca', e sono pochi, di quelli che si trovano alla foce di un fiume della zona (di solito all'attracco vi è un capanno). Ok, di certo queste persone non c'entrano nulla e gli spunti investigativi non sono di prim'ordine, ma se al tutto aggiungiamo il fatto che da subito si era parlato di 500 euro prelevati il pomeriggio del 13 gennaio, soldi scomparsi dalla casa e dalle discussioni mediatiche, possiamo ben dire che potrebbero nascere idee investigative diverse da quella consolidata. Non seguire altro che la linea già tracciata, potrebbe portare la procura a una debacle (e il procuratore Ugo Adinolfi non è abituato a perdere). Per questi motivi, sempre che Roberta Ragusa sia davvero morta, io credo che nel prossimo anno ci saranno iniziative importanti... e non tutte riguarderanno Antonio Logli.

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1.114 commenti:

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PINO ha detto...

Ciao VANNA
Si, l'ho letto su "il Tirreno" che AL ed il suo difensore disporrano di 10 testimoni a favore.
Non si sa, su cosa poggeranno le loro deposizioni, ma fatto sta, che l'imminente interrogatorio dell'indagato, sta muovendo, sia pure debolmente, le acque di uno stagno "troppo" fermo, sino a quando il clan non è stato scosso dall'ultimo sopralluogo delle FdO.
Sentiremo, stasera, cosa ci fornirà la Sciarelli.
Pino
p.s. Leggi la posta?

Anonimo ha detto...

@Vanna
Non so chi sono i testimoni a favore ma è' come se stessero giocando una partita di scacchi. Le parti aspettano ciascuna la mossa dell altro. Chiunque fosse stato Logli, avrebbe aspettato di essere interrogato quale responsabile prima di tirare fuori le carte a suo favore. Mi sembra che anche la procura si sia comportata di conseguenza non interrogando lo.
Francesco,

Anonimo ha detto...

Francesco, sei nuovo?
Se sì benvenuto!
Sì, potrebbe essere come tu dici una partita a scacchi nella qual si fronteggiano le due parti.
Se fosse così mi chiedo: perché questa partita sta durando da tanto?
Perché all'inizio non è stata affrontata la scomparsa con piglio investigativo ad ampio raggio?
C'è stato tutto il tempo per organizzare molte cose a puntino.
Vedremo le ultime questa sera dome dice Pino.
Vanna

Antonello ha detto...

OT visibilmente polemico e dequalificante
se non lo dice nessuno lo dico io visto che avevo ribadito che avrei commentato solo eventuali novita'.
Sembra, da quanto riferisce l'avvocato, che il L., ove interrogato, fornira' ogni chiarimento.
So gia' che l'argomento e' marginale e che sicuramente allora e' colpevole perche' avrebbe paura di avvalersi del "non rispondere", si e' anche scontato.
A me personalmente invece sembra che cio', se sara' cosi', smentisca un bel po' di convinzioni e previsioni.
Vedremo anche questi dieci testimoni che il L. portera' a suo sostegno.
Mo smetto per non dequalificare troppo.

http://www.fanpage.it/roberta-ragusa-il-marito-indagato-prepara-la-difesa-10-testimoni-per-lui/

Stefania ha detto...

L'articolo a cui ha fatto riferimento Vanna e Pino, immagino, sia questo:

http://www.lanazione.it/pisa/cronaca/2013/02/26/851150-antonio-logli-ha-pronta-una-lista-di-dieci-testi-per-la-difesa.shtml

Ora, è evidente che i testi, portati dalla difesa come dall'accusa, dovranno essere divisi tra chi basa la sua testimonianza sulla base della conoscienza pregressa della coppia o su una parte di questa (Roberta non avrebbe mai abbandonato i suoi figli, Logli ha si tradito ma voleva bene a sua moglie e non le avrebbe mai fatto del male, ecc ...) e quei testi che invece potranno dare un contributo oggettivo alla ricerca della verità. Questi saranno davvero importanti: un medico che ha visitato Roberta potrebbe dire ad esempio se il tipo di trauma da lei subito poteva portare la paziente ad un'amnesia, gli investigatori che sono entrati nell'abitazione potranno dire se hanno visto qualcosa di anomalo, chi ha interrogato i figlioli della coppia potrà fare la sua analisi, cosi' come sarà importante sentire il testimone che disse di aver visto AL quella notte.

Probabilmente a prescindere sia la stessa persona o meno, verrà sentito anche chi era all'interno della scuola di danza quella sera.

Riguardo invece i genitori di AL, il fratello, la stessa SC, penso sarà valutato il legame affettivo con l'indagato per pesare le loro parole. Mi pare doveroso.

Stefania

PINO ha detto...

@ STEFANIA
I famigliari stretti di un indagato SE chiamati a testimoniare possono anche dire il falso: ciò, per la nostra legge NON costituise reato. Ma non credo che comprendino il numero dei testimoni citato.
Ciao, Pino

Stefania ha detto...

No, infatti Pino. Hai ragione: i testi saranno altri.

Stefy

Anonimo ha detto...

dieci testimoni a favore di cosa?
del fatto che fosse andato a nanna all'ora che ha dichiarato?
strana questa cosa. Una notte affollata.

Dieci testimoni possono parlare di tutto ciò che credono, ma
nessuno di loro può testimoniare con certezza che il signor Logli quella notte sia andato a letto intorno alla mezzanotte per poi risvegliarsi alle ore 6,45 del giorno dopo.
Ed è questo ciò che conta.
A meno che i testimoni abbiano presidiato nottetempo il cortile e tutte le uscite del comprensorio Logli, ed a quel punto i sospetti si sposterebbero dal signor Logli a loro, perchè una cosa è certa: Roberta quella notte è andata via da lì.
E se questi testimoni possono testimoniare che il signor Logli non sia uscito, dovrebbero spiegare come mai se non han visto passare lui non hanno visto nemmeno passare la moglie.

Anonimo ha detto...

Ben detto anonimo delle 11:48

PINO ha detto...

Gentile "anonimo" delle 11, 48, ritengo validissime le sue osservazioni circa i testimoni del caso in discussione, ma pavento che le autorità inquirenti possano riservare, per loro, la stessa sacra incontestabilità di quelli del caso Parolisi, visto che la stessa Legge (unica) avrebbe usato misure diverse, in due casi quasi simili: Rea e Ragusa.
Nei due casi, dove la reiterazione del reato più grave, l'omicidio, era impossibile, si sarebbe dovuto tenere nella massima considerazione, in entrambi, che lasciando liberi gli "indagati", gli stessi o aventuali complici avrebbero facilmente potuto alterare o distruggere possibili indizi o prove, ancora esistenti.
In tale prospettiva, Parolisi è stato tenuto agli arresti cautelativi, mentre, il Logli ha goduto estrema libertà per più di un anno, dopo essere stato, anch'egli, iscritto nel registro degli indagati.
Perchè questa disparità di misura giudiziaria?
Non mi si tiri in ballo il ritrovamento di un corpo da una parte e una totale sparizione di corpo del reato dall'altra.
Questi due diversi particolari, non andrebbero connessi con l'adozione degli arresti cautelari, mirati solo ad evitare possibili manovre depistanti da parte degli interessati.
Cosa ha potuto determinare tale procedura?
Pino

Anonimo ha detto...

Siete già tutti a nanna?
Allora buonanotte!

Mimosa ha detto...

Stasera a CLV hanno mostrato (inquadrate a lungo) un paio di foto di Giovanni Logli, il fratello dentista, perché il suo avvocato ha inteso precisare che “nessuna perquisizione è stata mai fatta presso la sua abitazione”.
I due fratelli si assomigliano moltissimo, ma il dentista è un bell’uomo sorridente e con gli occhi limpidi, a suo confronto il marito di Roberta sembra la copia carbone.

A parte questa considerazione del tutto soggettiva e frutto di uno stimolo emozionale (Vanna capisce a cosa mi riferisco), ritorno sul “ritrovamento” del filo caricabatteria: come è possibile che sia stato ritrovato dopo un abbondante anno? E addirittura dietro il mobiletto del bagno, quando all’apparenza mobiletto, lavabo e specchiera fanno un corpo unico … (è stato mostrato anche stasera, benché da una sciarella tendenzialmente colpevolista).

A parte le considerazioni già fatte sulle pulizie in casa che non spostano mobiletti per pulire a fondo, la “stranezza” sta nella notizia che il caricabatterie è stato trovato dai famigliari e consegnato a chi stava perquisendo l’appartamento.

Io dico due cose:
1) i famigliari hanno aspettato fino ad oggi per far sapere che il caricabatterie era stato trovato?
2) è forse una strampalatura (scusate il neologismo) giornalistica o una “idonea” soffiata/indiscrezione/velina degli inquirenti? essendo l’oggetto stato ritrovato dai RIS che hanno messo a soqquadro al casa? (non capisco a quale scopo far passare una verità diversa…)

In effetti, una Roberta così precisa (e un AL altrettanto maniaco dell’ordine) come può aver ficcato un caricabatterie in un posto così difficile da raggiungere senza darsi da fare per recuperarlo? Come può un simile oggetto infilarsi là?
Credo che molti di noi se ne rendano conto.

Infine, tanto per dare un colpetto in favore della ipotesi colpevolista, dopo un anno chissà quante lavate a quel filo, se è stato utilizzato per lo strangolamento …

Buonanotte
Mimosa

Antonello ha detto...

@Mimosa
Visto che c'e' una novita', io lascerei perdere cio' che dice, per ovvi motivi, il L. sulla novella del caricabatterie, o meglio consideriamole dichiarazioni per ora fine a se stesse.
Osservo che l'unico dato oggettivo e' che sarebbe spuntato fuori un caricabatterie, in merito mi viene in mente:
1) E' con certezza il caricabatterie del cellulare di R.R.???
2) Se il L. ci dice che lo e' dovrebbe esserlo salvo dati a lui sconosciuti, perche' e' chiaro che se in quel caricabatterie non vi sono segni chiari e diffusi di R.R. o lo avrebbe lavato (dandosi una picconata sui piedi), o ne avrebbe ricomprato uno nuovo (ridandosi una pacchiana zappata sui piedi) il che' e' abbastanza improbabile.
3) Se e' stato ripulito emergeranno i segni di una ripulitura, ma se non e' stato lavato e se e' stato usato per un ipotetico strangolamento e' chiaro che deve presentare i segni di una strangolatura, quindi segni continui sul filo.
4) L'unica possibilita' all'evenienza che il L. lo abbia ricomprato potrebbe essere coincidente con altri dati non oggettivi temporali secondo i quali esisterebbe un od una complice che conosce il posto di occultamento di un ipotetico corpo (ricomprandone uno e facendolo ritoccare dalle dita di R.R. si potrebbe pur indurre gli inquirenti a pensare che quello sia effettivamente il caricabatterie di R.R. ).
5) Qualcuno di voi tiene il caricabatterie del cellulare in bagno??? Non e' singolare ricaricare un cellulare in bagno??? Anche qui, il L. non puo' rischiare all'infinito, potrebbe essere ipoteticamente in finzione smentito dai figli, quindi veramente in ogni caso R.R. teneva in bagno il cellulare in ricarica.
Il bagno dunque non e' sinonimo di privacy??? Di stacco???
6) Se e' una mossa degli inquirenti perche' l'avvocato dice che invece e' stato consegnato dai familiari??? Quindi realmente e' stato consegnato dai familiari, non potrebbe essere altrimenti, non ci potrebbe essere un gioco degli inquirenti.
7) Per dietro il lavandino si intende nello spazio dietro la porta di accesso che andava ad aprirsi davanti al cassetto in cui L. nelle immagini dice che R.R. lo teneva abitualmente???
8) La sparizione del caricabatterie da chi e' stata notata e da chi e' stata denunciata??? Quando??? Quale giorno??? Prima o dopo la prima perquisizione??? Perche' se dopo qualcuno potrebbe aver inserito delle cimici levate poi nella seconda perquisizione, rilasciando dopo il caricabatterie dove e' stato ad oggi rinvenuto dopo la seconda perquisizione.
9) La sera R.R. a logica avrebbe dovuto mettere (dopomangiato???) in carica il cellulare ma se il filo non era attaccato o non l'ha fatto o qualcuno l'ha staccato dopo.
Se fosse l'arma di un ipotetico delitto commesso da L. l'avrebbe riconsegnato??? Pulito??? Andrebbe contro la metodologia indicata da Chiara come vincente, di non toccare nulla.
10) Il cellulare e' stato trovato scarico??? Dove??? Quando e da chi???
11) Dove e' l'interruttore generale dell'energia elettrica rispetto alla posizione in cui e' stato rinvenuto ipoteticamente il cellulare??? E rispetto al caricabatterie??? Se andava via la luce in casa, dal letto coniugale ed al buio cosa utilizzava la coppia per far luce???
12) Ripeto ossessivamente l'importante domanda, puo' un circondario del genere non avere alcun sistema di videosorveglianza??? Vi era??? Era attivo quella notte??? Se era attivo dove sono le immagini??? Se no, perche' non era attivo???
13) Se il cellulare era in casa e se e' una delle cose importanti in caso di pericolo, prima di uscire, immaginandola credo viva, R.R. non aveva percepito alcun pericolo??? Perche' nell'ipotesi non ha preso il cellulare??? Non vi era un pericolo???

Anonimo ha detto...

Mimosa buongiorno!
Ieri sera CLV ci ha mostrato il fratello dentista in foto,condivido le tue impressioni su di lui, tra donne ce l'intendiamo.
Mi faccio due domande.
1a: perché non perquisire il suo appartamento?
E' sicuro che non l'abbiano fatto?
Se sì è ben strana questa cosa, visto che ci stavano perché non entrare a dare un'occhiata?
Anzi, non è strana, mi puzza: guanti di velluto o perquisizioni a comodo?
2a ( conseguente alla 1a ):
perché prendere un avvocato che a suo nome subito dice che non c'è stata perquisizione?
Per evitare illazioni, sospetti?

Pino, buongiorno!
Tu chiedi perché c'è stata " disparità giudiziaria " tra il trattamento Parolisi e il trattamento Logli.
E' sacrosanto chiederselo e, al di là della evidente differenza di situazioni: moglie ammazzata a ridosso di uno spazio militare,Forze Armate nel mirino e
Segreti di Caserma per cui c'era subito bisogno di mettere alla gogna il giovane e poco astuto militare.
In questo caso puntando il dito solo sul P.,la Caserma si è defilata ed è rimasto lui arrapato e rifiutato.
Ben diversa la sparizione R.
Spazio privato,famiglia blindata, amici in caserma, interessi da salvaguardare, contatti di copertura e avvistamenti versati a goccia a goccia con metodo.
Poche parole condite da" non so, non ricordo, era confusa".
Controlli nel territorio esterno da subito e ripresi nel tempo, ma in quello privato controlli alla carlona.
Qui c'è stata un' operazione alchemica ed è uscita la Pietra Filosofale che ha permesso, a seconda di come la vedi: il Delitto Perfetto o la Scomparsa Perfetta o la Copertura Perfetta o l' Incompetenza Perfetta.
Vanna

Anonimo ha detto...

Antonello buongiorno anche a te!
Tutte le tue domande scrosciano come una cascata refrigerante che si getta nel fiume delle ipotesi.
Ogni punto interrogativo è sacrosanto e apre all'ineffabile leggerezza del caso.
1° Stava lì e non se ne erano accorti né loro né chi fece controlli di un anno fa?
2° Ma hanno perquisito un anno fa o hanno preso il caffè?
3°Lo hanno trovato loro prima o dopo le nuove perquisizioni?
4° Se loro, perché tirarlo fuori proprio ora?
5°Hanno paura?
6°Sono nervosi?
7° Hanno una nuova donna delle pulizie?
Tutte le domande che ti poni danno piste di risposte che sono inquietanti.
A meno che non pensiamo che R. è tornata o viva o morta, in questo caso potrebbe essere un apporto e per la cosa ci vorrebbe il Cicap o un altro sensitivo, e lo ha rimesso dove stava.
Antonello, secondo te?
Vanna

PINO ha detto...

@MIMOSA
Riporto il mio commento postato ieri l'altro, col quale collima perfettamente il tuo, circa il caricabatteria.
Se ne ricava un punto degno di ulteriori riflessioni.
Pino
="PINO ha detto...
Molto strano che in un anno, nonostante le ricerche famigliari, i sopralluoghi dei CC, e le pulizie giornaliere, un caricabatteria, che non è un ago o una monetina, non sia stato notato in un luogo dove l'igiene richiede una pulizia particolare, come il proprio bagno.
Altro rospo difficile da ingoiare.
Che non sia, invece, l'effetto sperato dagli inquirenti, dell'ultima radicale perquisizione (che comunque NON a ritrovato il caricabatteria) che avrebbe dovuto creare nervosismo nel clan L??
E poi, ammesso e non concesso che l'attrezzo del cellulare possa essere stato l'arma del delitto, dopo un anno, chissà a quante "sterilizzazioni" può essere stato sottoposto.
Mi sembra proprio una pacchianata!
Pino."=

Stefania ha detto...

E se il caricabatteria fosse semplicemente uno che era in uso in casa? Se AL per diletto sistema cellulari e pc, chissà quanti caricabatteria c'erano e ci sono in quella casa .... Ne han fatto ritrovare uno: potrebbe avere tracce di dna di Roberta, semplicemente perchè lo ha utilizzato anche lei.

Stefania

PINO ha detto...

@ VANNA
Io mi riferivo SOLO alla carcerazione cautelare, che si sancise: 1) per pericolo di reiterazione del reato. 2) per evitare la distruzione di indizi o prove, a carico dell'indagato.
Chiaro fino a questo punto?
Ora, eliminando il 1° quesito, impossibile a riverificarsi, resta il 2°. Ed è su questo che il trattamento è stato impari.
Il resto della situazione non conta.
Pino

PINO ha detto...

@ STEFANIA
Proprio per tali possibilità l'episodio l'ho definito UNA PACCHIANATA.
L'importanza, invece, la vedrei nel "movente" della consegna dell'accessorio: si è forse accusato il colpo dell'ultima perquisizione; si è entrati in crisi nervosa, come attesa e sperata dagli inquirenti?
Pino

Anonimo ha detto...

Pino hai perfettamente ragione.
Vanna

Stefania ha detto...

Concordo, Pino. E' impensabile quel caricabatteria sia stato ritrovato a distanza di piu' di un anno dalla scomparsa della donna. Sembra davvero essere frutto di un nervosismo latente, ma oramai neppure troppo.

Stefania

Anonimo ha detto...

ricorda il ritrovamento del cellulare ad opera del Misseri..

beh si. se la donna delle pulizie non l'ha trovato in un anno, mi auspico l'abbiano sostituita.

PINO ha detto...

Anonimo(?) delle 10,54

Arguto il suo parallelo con il "ritrovamento" del Misseri.
Per quanto riguarda la donna delle pulizie... non si sa.

chiara ha detto...

Pino:
giusto per completezza, c'è un'altra esigenza cautelare, il pericolo di fuga. Comunque insussistente nel caso di specie, ma era giusto ricordarlo. Concordo invece che il pericolo d'inquinamento probatorio in astratto sussiste. Qual è dunque il punto? Il primo requisito della misure cautelari: la gravità degli indizi. La valutazione sulla sussistenza di una delle esigenze che hai elencato viene sempre DOPO la valutazione se gli indizi siano GRAVI e solo se si risponde affermativamente. Diversamente anche la più evidente esigenza cautelare non può essere disposta. Quindi oltre a pensare ad un favoritismo, come siamo liberi di fare, giuridicamente la cosa si spiega ragionevolmente, almeno sulla carta, con la valutazione che gli indizi pur sussistenti non rivestono però i caratteri di "gravità" come individuati dalla legge e dalla Cassazione (googlando "cass cautelari gravità" si dovrebbero trovare le principali pronunce).
Lo dico per informazione, poi si può anche gettarla nel cestino.

Una mia idea sul caricabatteria, che sola potrebbe - forse e in parte - superare le perplessità che tutti avete espresso e che, lo chiarisco subito, anch'io condivido. Mi è capitato proprio l'altro giorno di ritrovare un fermaglio che davo perso da mesi: era nel cassetto delle spazzole e in qualche momento, probabilmente "spinto" dalle spazzole che movimento quotidianamente, era caduto sul "top" del sottostante stipetto, che sta proprio sotto al cassetto ed è invisibile col cassetto inserito nelle guide; non so se ho reso l'idea, non riesco ad essere più chiara. l'ho ritrovato perchè, a cassetto aperto, mio figlio ha gettato la sua macchinina nel buco che resta tra lo schienale del cassetto e quello del mobiletto che lo contiene. senza estrarre il cassetto non l'avrei trovato. Certo mi chiedo comunque due cose: 1- il fermaglio è piatto e capisco che possa non avere interferito con la chiusura del cassetto standone al di sotto, ma un caricabatterie ha un certo volume e, a meno che nel mobiletto dei Logli non ci sia uno spreco di spazi, il cassetto avrebbe dovuto trovare una resistenza, non chiudendosi perfettamente; 2- io ho avuto un motivo per estrarre il cassetto; anche gli agenti addetti alla perquisizione avrebbero dovuto farlo per far bene il proprio lavoro; ma i Logli come e perchè avrebbero avuto questa "vista"? magari è successo qualcosa di simile alla mia, ma caspita che cu.o, proprio il giorno della perquisizione.

PINO ha detto...

@ CHIARA
Tutti sappiamo che di Indizi "gravi" su Parolisi non ve ne erano, se non nella volontà degli investigatori, la stessa volontà preconcetta, di negargli la libertà provvisoria, sia pure con la carcerazione domiciliare. E dimmi, se considerate queste premesse, i due indagati abbiano goduti lo stesso trattamento.
Va be, inutile starne a discuterne ancora, dato che le cose resteranno comunque così.
Per il caricabatteria, tenuto conto che il mobiletto-toilette sembrava, (come ripreso in tv) un corpo avanzato del muro stesso, senza spazi fra loro, ed il volume dell'accessorio, che comprende oltre al lungo filo, una spina, un trasformatore e la spinetta, sarebbe stato piuttosto difficile, se non impossibile non rilevarlo, per il suo sensibile volume. Non era un oggetto piatto o minuscolo, da non poter essere visto che con molta attenzione.
L'aneddoto, per la sua incongruenza mi insospettisce non poco.
Pino

chiara ha detto...

Pino:
la differenza tra sussistenza e insussistenza sta tutta nella motivazione che chi dispone la misura riesce a dare nel provvedimento; e questa a sua volta dipende da quanti e quali elementi ha in mano da poter combinare: a Parolisi gli hanno rivoltato vita e comunicazioni private come calzini ed avevano pure un cadavere e le circostanze del decesso su cui fondare valutazioni (ricorda che il fatto di fare pipì in presenza dell'assassino è stato ritenuto uno degli elementi fondanti) per cui era abbastanza facile motivare; nel caso Ragusa il "vulnus" è già a monte nel non avere il corpo e le circostanze e nell'essersi pocurati comunque pochissimi elementi (almeno a quanto ne sappiamo).
Occhio che non è una giustificazione ma un semplice dato di fatto: qui, evidentemente, gli elementi non ci sono. Probabilmente per non essere stati cercati a dovere e per tempo e possiamo discuterne. Però teniamo anche a mente che nel caso Rea tutti criticavamo un certo modo di agire degli inquirenti per cui, a logica, oggi dovremmo essere contenti di questo modo opposto...

sul mobiletto non mi sono spiegata bene: non parlo di un interstizio tra mobiletto e muro ma di uno INTERNO al mobiletto tra il fondo del cassetto e il top del mobiletto sottostante) non visibile se non estraendo il cassetto. Certo, rimane l'osservazione sul volume dell'oggetto, che ho fatto io stessa per prima.

Anonimo ha detto...

Penso che ora dopo l'argomento pigiamino ne avremo un altro su cui costruire i massimi sistemi, così non ci annoiamo.
Chiara, post delle 11:37.
Affermi che il 1° requisito delle misure cautelari è la gravità degli indizi e quindi se gli indizi sussistenti non sono gravi, non si fanno.
Domanda: quali sono gli indizi gravi?
-Il ritrovamento di un cadavere?
Questo c'è stato con il caso Rea.
Gli indizi, quando di primo acchitto non ci sono, non vanno cercati, indagati,rivoltati?
Parolisi fu intercettato in tutte le maniere e, nonostante non ci siano prove a suo carico, sta in galera.
Stiamo vivendo nell'assurdo.
Sparisce una madre di famiglia, si scopre che lui ha un'altra e non si fanno tutti gli accertamenti a dovere?
Se non altro perché subito all'inizio si può trovare qualcosa, dopo diventa difficile.
E loro lo sanno.
Le piccole prove indiziarie che qui abbiamo trovato,non erano da controllare a dovere e subito?
Rompere 3 telefonini non è un indizio? Che cosa è ?
Andiamo adesso al caricabatteria uscito fuori così per caso e in un momento cruciale, sempre per non farci annoiare.
Non sembra che sia stato fatto apposta?
" Tutti voi pensate che è scomparso perché posso averlo usato per... ecco stava in casa!" E marameo.
Qui si stanno prendendo per il naso la Giustizia e la Verità e qualcuno l'ha permesso.
Vanno a fare sopra-luoghi e non si fermano al pian terreno, sotto-luogo dentro e davanti gli spazi della proprietà,appartamento dell'interessante dentista?
Quella sera e nei giorni successivi dove si trovava costui?
Qui si sta prendendo in giro il buon senso.
Tutto doveva essere fatto con scrupolo e ciò non è avvenuto, sai perché, perché fin dall'inizio
la misura cautelare NON doveva scattare.
Lascia perdere il tuo fermaglio, è altro da un caricabatterie,
nella sua attrezzatura, come dice Stefania,forse ce n'era un altro uguale e magari ha le impronte di R.

Vanna

Antonello ha detto...

@Vanna
la mia posizione non e' cambiata, sono "ricostruista ed attendista", non amo tirare le conclusioni senza una mole di dati accettabili ed ufficiali, di mezzo vi sono possibili mosse investigative, come possiamo saperlo noi.
Suggerisco sempre di aspettare prima di ventilare possibilita' inquietanti.
Per natura poi mi porto sempre "contro corrente" e dal mio punto di vista trovo invece interessante la pista che voi, tu e Mimosa, definite femminile.
Perche' a parer mio o parliamo di impeto all'esterno del comprensorio poi ipoteticamente trasformato in occultamento con l'aiuto di qualche fidato/a in seguito al contrario di quanto ipotizzato sin ora (e non voglio specificare), o trovo percorribile la pista TdG o quella di un premeditato allontanamento volontario con l'aiuto di "sfogante" distinto e con risorse tale da far ricadere la vendetta sul marito.
Sono alcune ipotesi che mi dicono di piu' di altre, nulla piu', tutte per ora sono aperte appurato che non mi sembra abbiamo a che fare con uno sprovveduto.
L'impressione generica e' che troppo frettolosamente si propende per l'una o l'altra ipotesi, quasi sempre per l'una disdegnando addirittura l'altra che NON MI RISULTA ANCORA ESCLUDIBILE, anche io credo che sia impossibile che il L. non sappia nulla, ma ci possono essere mille motivi perche' un marito tace, non ultima l'ipotesi di una storia ipotetica di R.R. con un suo insospettabile "vicino", e scusate, da donne, quale miglior vendetta o modo di sbagliato di far ingelosire nel tentativo folle, ma mica tanto raro, di recuperare dando pan per focaccia??? E, in ipotesi, chi potrebbe essere l'insospettabile "vicino"???
Ancora un particolare, quali curricula professionali avrebbe R.R.??? Avrebbe vissuto all'estero??? Era laureata o diplomata??? In quale settore??? Potrebbe aver avuto esperienze inaspettate dal punto di vista professionale che non sappiamo???
E ripeto la domanda cruciale, visto che qua in molti danno ad intendere di sapere molto, E' POSSIBILE CHE UN COMPRENSORIO DEL GENERE NON ABBIA AVUTO IL BENCHE' MINIMO ALLARME??? Se si, che ne e' stato quella notte, se no perche' no???

chiara ha detto...

Vanna:
per capire la differenza tra i due casi, in questa fase d'indagine, basta rileggere le motivazioni del gip e del riesame del caso Parolisi.
chiariamo prima una cosa: in sede cautelare gli indizi devono sì esser gravi ma non necessitano della resistenza alla valutazione "oltre ogni ragionevole dubbio" come le prove all'esito del giudizio (e lascia stare che non siamo comunque d'accordo col giudice sulla valutazione finale che ha fatto nella sentenza di condanna).
dunque il gip di Parolisi aveva come INDIZI (AL TEMPO DELLA MISURA, non trascuriamo questo elemento perchè se no non riusciamo a capirci):
- decine di testimoni che gli smontavano l'alibi (la famiglia non era a S.Marco);
- particolari da lui conosciuti non si sa come circa il cadavere rinvenuto (falsa foto del paciolla) con aggiunta di pregresso rapporto sessuale a giustificare eventuali tracce biologiche;
- melania con pantaloni e mutande abbassate spontaneamente (indice di presenza di persona conosciuta);
- dna del marito sulla bocca (con valutazione di breve tempo di permanenza);
- caffeina nel contenuto gastrico correlata al caffè assunto a casa ed ai tempi della digestione;
- movente giustificato sulla base non della relazione adulterina in sè ma delle pressioni fatte dalla Perrone, risultanti dalle intercettazioni.
Ora cerca di astrarti dalle valutazioni che abbiamo fatto in seguito, qui m'interessa mostrare come OBIETTIVAMENTE gli elementi indiziari GRAVI a carico di Parolisi (tutti risultanti da plurimi testimoni concordi e dal cadavere della vittima) PER GIUSTIFICARE LA MISURA CAUTELARE battessero 10 a 1 quelli a carico di Logli: l'unico che un po' ci somiglia è il testimone che potrebbe smontargli l'alibi; ma è uno solo, contro la decina del caso Parolisi. Altri elementi così "forti" (legati al cadavere e al contesto nonchè al movente) nel caso della Ragusa non ci sono.
Se si domanda per capire uno anche spiega, altrimenti si può continuare a farsi domande retoriche e sai che utilità.

p.s. Pino, attendo ancora che con la "anatomia spicciola" tu mi dica per quanto tempo permangano verosimilmente sulle mani dell'assassino i lividi derivati dallo strangolamento, che hai confermato ci dovrebbero essere se il mezzo è quel caricabatteria. ricordo infatti che abbiamo filmati con inquadratura delle mani fin dal giorno successivo alla scomparsa.

Anonimo ha detto...

@ANTONELLO
con la crisi di posti di lavoro che c'è in Italia, a tutto possiamo pensare tranne che una donna con due figli e over quaranta abbia trovato lavoro altrove..
nà volta si potevano pensare certe cose.
ora le andrebbe di lusso se fosse riuscita a fuggire con un'eventuale bottino di nero non denunciabile della famiglia influente.
Allora sì che avrebbero senso i musi storti e indifferenti alla sorte della signora..
nonchè si spiegherebbero le cancellazioni repentine di chissàcchè dai computer della scuolaguida ad opera del marito residuo.
Ma, ahimè, senza uno straccio di altro indizio in tal senso, rimane tutto un'eventualità ed una possibilità sui generis in direzione di una sopravvivenza non altrimenti comprovata.

chiara ha detto...

Antonello:
hai ragione, la mancanza di videosorveglianza in un complesso simile sarebbe quantomeno curiosa.
e però dovremmo arguirlo perchè con riprese video che possano incrinare la ricostruzione fatta dal marito, a quest'ora una misura cautelare anche minima e comunque un diverso approccio investigativo l'avremmo.
a meno di non tirare in ballo complottismi giudiziari alla rovescia, chiaro.

Antonello ha detto...

@anonimo 15,18
Evidentemente se chiedevo, a chi puo' saperne di piu', e' perche' se una cosa e' occultata non si puo' presumere come scontata e pure saputa.
Lo chiedevo perche' a me sembra R.R. abbia uno sguardo molto intelligente e mi pare strano possa felicemente essersi cacciata in una gabbia d'oro senza prendersi opportune controindicazioni.
Attendo ancora eventuali risposte da chi ne puo' sapere di piu', certo e' che se si ventilassero specifiche e particolari competenze, AD ESEMPIO, nautiche od informatiche potrebbero influire sulle valutazioni del caso.
AD ESEMPIO ED AD ONOR DI ARCHIVIO, se avesse partecipato a studi ed esperienze sulla costruzione di scatole nere delle navi qualche scenario ipotizzabile diverso, dal solito, potrebbe aprirsi.
Tutte e solo esempi e fantasie sia chiaro, ma perche' non chiedere???

Antonello ha detto...

@Chiara
vediamo, quali correlazioni potrebbero esserci fra un comprensorio simile e l'assenza singolare di un qualche allarme a proteggerlo???
Beh, da colpevolista mi verrebbe in mente l'eventualita' ipotetica che quella notte fosse stato smontato da qualcuno ma torniamo ad un'ipotesi che coinvolgerebbe anche persone terze.
Forse e' anche strano che una recinzione con lampioni a distanza, che di notte avrebbero una funzione illuminante, non siano stati poi supportati da qualcuno o qualcosa che poteva "visibilmente" sorvegliare.
In fondo una villetta su dieci e' presa di mira ed in quel comprensorio, quella notte, resi inoffensivi, in ore notturne, appunto il L. senior ed junior, senza un qualche straccio di allarme, la cosa poteva essere appetitosa da parte di malintenzionati.
Oppure, volendo tornare colpevolista, se un allarme potesse esserci e non fosse stato smontato quella notte si dovrebbe, nel caso ed ipotesi, dimostrare che era stato reso inattivo, insomma la domanda sembrerebbe scontata ed altrettanto la tua risposta Chiara, ma a me sembra innaturale non vi fosse e ragionando di fantasia perche' dovrei invece escludere che vi fosse???

Anonimo ha detto...

E' solo impressione, o si sta scivolando di nuovo verso la "spaccatura del capello?"
Non vedo la necessità di tale operazione chirurgica, per manifestare punti di vista differenti. Lo si può fare im modo più discorsivo, senza polemiche e ripicchi che sanno di sfida.
Si stava andando così bene, prima che... si desse di nuovo mano alla chirurgia.
FALCE


PINO ha detto...

@ CHIARA
Mio padre era un ebanista, ed io nella sua bottega ci ho passato una vita. Per cui, mobili di tutti i tipi e relativi tiretti li conosco bene, ed ho capito perfettamente la tua indicazione. La spigolosità dell'ipotesi, si rivela quando si considera il volume del caricabatteria, composto, come ho gia detto, di vari elementi.
p.s. A proposito "dell'anatomia spicciola", il modo ironico che hai adottato nel pormi la domanda, mi indispone in partenza, per una risposta adeguata. Ciononostante voglio ricordarti che la mia ricostruzione era solo teorica, come tutte quelle avanzate fin'ora, in questo blog.
Ed ho il piacere di avvertirti, anche, di non sottovalutare i tuoi interlocutori che, in fin dei conti, non conosci
Ho avuto sempre un modo corretto di porgermi agli altri, e desidero che tanto sia reciproco.
Chiudo l'argomento.
Pino

Mimosa ha detto...

@ Antonello e chi altri è del medesimo parere : certamente è possibile che un nuovo caricabatteria sia stato comperato, ma di solito non si vendono sciolti, si acquistano assieme al telefonino. E questo mi riporta all’insistenza di citare 3 telefonini distrutti … io sapevo sempre e solo dei due “dedicati”. Il terzo qual era?
Ad ogni modo e in tal caso gli inquirenti dovrebbero girare per la provincia a domandare a tutti i rivenditori .. insomma chi acquista telefonini sa che il nome dell’acquirente viene registrato, sempre.
Seconda questione: il sistema di videosorveglianza del complesso Logli. Quando la giornalista di CLV (alla quale devo fare i miei complimenti perché le sue domande e i suoi silenzi erano degne dei migliori investigatori), facendo quel tragitto attraverso il capannone ripostiglio, si è meravigliata che le porte non fossero chiuse a chiave e AL ha detto che non lo erano mai, costui ha anche abbozzato una spiegazione al “Come mai? Non avete paura che qualcuno vi entri in casa passando di qua?”, una spiegazione che non ho afferrato nitidamente, ma che aveva a che fare con la sorveglianza del complesso … qualche volonteroso potrebbe recuperare il filmato e trascrivere le parole?

@ chiara
Ti prego non trattare qui il caso Parolisi e la faccenda degli “indizi” (inesistenti) che lo hanno ingiustamente condannato! Non è il luogo né il caso! Grazie

Mimosa

chiara ha detto...

Antonello:
la frase "a meno di non tirare in ballo complottismi giudiziari alla rovescia" non era rivolta a te, a cui non ho mai visto fare banalizzazioni di tipo complottistico. Era una chiosa rivolta al fronte compatto di complottisti che vedono dietro ogni angolo di questa inchiesta giudici deviati da chissà quali poteri occulti.
A te dicevo solo, in relazione alle telecamere, che se ci fossero state e fossero state spente secondo me l'avremmo saputo dalla stampa. Se invece ci fossero state e avessero ripreso movimenti di quella notte, avremmo visto gli inquirenti muoversi in maniera molto più decisa.
Su sistemi d'allarme non so che dire se non che certamente non ce ne sarebbe uno unico per il comprensorio ma tutt'al più ciascuna attività col proprio. E tutto sommato una scuola guida potrebbe tranquillamente non averlo.
Diversamente per la carrozzeria, secondo me, a cui un impianto di allarme ma anche uno di videosorveglianza esterna servirebbe eccome, soprattutto considerato che hanno in custodia automezzi altrui, magari lasciati nel piazzale.
Quindi, ripeto, concordo: fa strano che non ci sia uno straccio di telecamera.

Antonello ha detto...

Vedo un po' di confusione che non capisco:
@Mimosa
io non penso che il L. ha ricomprato un caricabatterie, e se andiamo a spaccare il capello in commercio vi sono tutti i tipi di caricabatterie, non potrei pensarlo per partito preso ed a prescindere.
Io annoveravo la maggiore delle possibilita' in maniera analitica cercando fili di ragionamenti logici, in maniera acritica, senza sostenere insmma nessuna ipotesi in particolare.
Troverei ancora piu' pacchiano riconsegnare un filo ripulito immaginato ed utilizzato come arma di un ipotetico delitto senza immaginare che quel filo sara' minuziosamente analizzato.
Risultera', se sara' stato ripulito e risultera' se non sara' stato ripulito, nel caso di "arma del delitto" in ogni caso rappresenterebbe davvero una vangata che il L. si sarebbe dato nei piedi.
Per quanto sopra ipotizzavo che un terzo, con liberta' eventualmente di movimenti, potrebbe conoscendo il luogo di occultamento aver NEL CASO potuto ricomprare un caricabatterie originale ricomponendolo poi con le impronte di R.R. e vanificando cosi' una ricerca, fin troppo semplice, della ripulitura che ipotizzavi invece tu.
Spero di essere riuscito a spiegare cio' che intendo.

Antonello ha detto...

@Chiara
ma infatti, io nella risposta a te non ho mai fatto riferimento a complottismi giudiziari, ne ho pensato che ti riferissi a me, sono cosciente di avere la propensione per natura di non considerare ipotesi esterne a partire dai ruoli, leggo, valuto e decido.
In effetti alcuni casi ho continuato a studiarli per anni anche dopo che il livello giudiziario aveva raggiunto ben bene le sue conclusioni.
Sulla sostanza, te dici: se la ipotetica videosorveglianza fosse stata inattiva lo avremmo saputo dai media (?????) mentre se vi fosse stata attiva avremmo avuto una procura piu' aggressiva con in mano le immagini.
A parte che avremmo forse avuto anche ipotetici avvisi diversi od assenza di avvisi, ma manca un'opzione e cioe' che nel premedito, che io ho sempre non compreso, in una notte ci starebbe smontare un impianto di videosorveglianza seguendo l'ipotesi.
Non solo ma non dimentichiamo che il L. , se volessimo pensarlo colpevole di un delitto dovremmo premetterlo come esperto in informatica, settore che regna sui prodotti di videocamere, videoregistrazione e videosorveglianza anche in rete ed a distanza.
Tanto per specificare, un impiantino di videosorveglianza in rete viaggia su alcune centinaia di euro, non certo una cifra inaccessibile.
Inoltre appunto, abbiamo un piazzale di auto, due o tre attivita' con macchinari di valore, attrezzature, gli stessi computer, credo anche minimo un impianto fonico nella palestra, per non contare eventuali casseforti di attivita' o private, documentazione di valore, ad esempio da rinnovare, insomma io non riesco a credere che nel comprensorio non vi fosse neppure un allarme, non mi sembra logico.
Dove possa portare non so e non me lo chiedo ma penso questo.

chiara ha detto...

ho detto così perchè di sicuro è la prima domanda che fa anche un giornalista: c'è un impianto di video sorveglianza? no. pace. oppure: sì. e le registrazioni? non funzionava. Ecco, di solito queste informazioni la stampa se le procura direttamente senza bisogno degli investigatori e non vedrei motivo per non pubblicare la risposta ottenuta.
se invece l'impianto (c'è e) funzionava, anzitutto non credo che Logli si sarebbe tenuto per sè una informazione del tipo "roberta è stata ripresa alle 2 fuori di casa" visto che gli gioverebbe; inoltre mi fa strano che ad esempio le perquisizioni non si siano concentrate in un posto preciso dove eventualmente R. fosse stata ripresa e altrettanto mi fa strano che se non fosse stata ripresa non sia stato detto "i cani si sono sbagliati perchè le registrazioni mostrano che roberta di lì non è passata". ma per carità, magari gli investigatori lo terrebbero per sè e solo a me sfugge il motivo.
sull'eventuale "smontaggio" della videosorveglianza osservo che se pensiamo che sia un impianto esterno a beneficio dell'intero complesso, non è che uno solo dei fruitori possa smontarlo senza che gli altri lo sbugiardino dicendo che c'era, per cui la vedo un po' tirata.
la manomissione "informatica" invece la vedo già più possibile e ci vedo anche motivi per non farla trapelare alla stampa, per cui la terrei come possibilità.
Comunque ripeto, sono scettica sul fatto che delle telecamere esterne non sarebbero state "attenzionate" dai giornalisti.
sugli impianti d'allarme privati, invece, credo tu voglia intendere che i dati su eventuali spegnimenti e accensioni quella notte potrebbero dire molto e sono d'accordo, però considero che se avessimo dati di questo tipo su uno degli altri esercizi non avremmo logli (o solo logli) indagato; viceversa se si tratta di quello dell'autoscuola allora tutto è ancora aperto alle ipotesi, ci sto.

Antonello ha detto...

@Chiara
si ma ne discutiamo io e te, mi spiego??? Non e' che pero' chi dimostra una volta su una di sapere pure il colore della cipria di R.R. si sposta un atimino e ci viene a dire se c'e' o non c'e' nel comprensorio L. un benedetto allarme od uno striminzito impianto di videosorveglianza.
Basterebbe saperlo e dirlo no??? Dopo, sul dato ci si potrebbe ragionare sopra, invece no.
Vedi, nessuno l'ha chiesto, nessuna intervistatrice ne media si e' posto un problema che, se l'impianto non c'e', diventa invisibile.
Se e' stato smontato tanto meglio, perche' comunque si potrebbe ipoteticamente trattare di minitelecamere "informatiche" che ad esempio, il L. avrebbe potuto installare e gestire nella completa assenza di parti visibili ad occhio nudo.
Un impianto ad esempio occultato impostato "senza fili" si puo' comporre di quattro generiche viti ed una centro di registrazione che puo' stare a cento metri o piu', a seconda della potenza del segnale scelta, dalle quattro viti che sarebbero le quattro telecamere.
Nessuno avrebbe potuto sapere, ed una volta smontato, sempre nell'ipotesi, non sarebbe mai esistito per come non esiste e per come nessuno si pone il problema.
Insomma il lato informatico potrebbe essere una chiave di svolta, a parte questo specifico spunto, per tentare di riuscire a compremdere cosa possa essere accaduto quella notte ad R.R.
Il caricabatterie secondo me centra poco, o se centra il L. non lo sa, non lo avrebbe altrimenti reso, troppo verificabili eventuali operazioni di pulizia e troppo verificabile se fosse l'arma di un ipotetico delitto.
Analizzandolo potrebbe avere troppo pochi segni di dna di R.R., magari nel filo proprio assenti, od addirittura troppi e con soluzioni di continuita' a quel punto di molto sospette, francamente non credo ad un L. che possa darsi una zappata del genere sul piede.
Tutto ci sta, ci mancherebbe, vedremo, sicuramente l'analizzeranno e forse vorranno avere quel risultato prima di avviare gli interrogatori.
Ragionavo anche che se R.R. ha lasciato tutto li e se traccia di collutazione od ematica non vi e' nel comprensorio e' chiaro che se si vuole ipotizzare un omicidio R.R. dev'essere uscita nella convinzione di rientrare per poi subire l'omicidio che ci siamo posti come dato imposto, a questo punto diventerebbe determinante sapere se il testimone esiste veramente e se e' accreditabile.
Ma attenzione, persino dopo la notizia del supertestimone il L. ha insistito nella sua versione in maniera categorica.
Allora mi domandavo perche' non provare a chiedersi se PER CASO il L. in fondo non possa aver detto la semplice verita'???
In fondo erano una coppia scoppiata, non ci doveva, abbiamo detto, essere piu' tanto fra i due, quindi perche' il L. non avrebbe potuto andare a dormire ed essersi addormentato con la moglie in cucina??? E quindi veramente non sapere che diavolo possa essere accaduto???
O dobbiamo, come ad Ascoli, pensare che se un uomo uccide e' perche' e' rifiutato e nell'eccitazione del possesso compie lo scempio??? Dobbiamo secondo me, per poter andare avanti, capire qualcosa di piu' almeno su questo testimone, che potrebbe essere chiave.
Abbiamo visto che c'e' anche gente che assomiglia senza essere, il testimone e' certo??? Ha visto il L. in faccia??? Sa quindi anche com'era vestito???

Antonello ha detto...

Ma sono tanti i particolari che sembrerebbero scontati ma che cosi' scontati non sono, ad esempio, qualche intervista verte sulla porta di casa L./R. ed i cancelli del comprensorio???
La porta od il portone, od ambedue, al mattino erano chiusi??? A chiave o semplicemente a serratura automatica, se c'e' una serratura automatica???
Ed ancora, l'amica di R.R. durante l'intervista diffusa da CLV dichiara che una sera R.R. si accorse, andando in bagno, che era in corso una telefonata "piccante" del marito proveniente dalla soffitta, dice l'amica di R.R. che li la donna si accorse dell'amante SC, ma disse anche che R.R. pote' seguire la telefonata perche' la scala che portava alla soffitta era stranamente stata lasciata abbassata, aperta quindi anche la botola.
Beh io mi son chiesto perche' uno va in soffitta a parlare con l'amante lasciando pure la scala e la botola completamente aperte con la moglie in casa, potendo perche' il L. non ha tirato su la scala chiudendo la botola??? E qui "spaccare il capello" diventa indispensabile.
Si perche' il giorno dopo si narra che R.R. assistette di nascosto ad una telefonata che sarebbe stata fatta apposta dai due amanti per sconfessare le convinzioni di R.R. su di loro.
Mi chiedo invece se anche la botola aperta non possa essere un segno, gia' la sera prima, di una telefonata costruita apposta e lasciata ascoltare per lasciare intuire che, di certo, non poteva essere SC l'amante che tanto R.R. aveva cercato di identificare.
Questo significherebbe, o potrebbe significare che sarebbe verosimile il L. sapesse dei sospetti di R.R., come faceva il L. a sapere dei sospetti di R.R. ??? Gli aveva parlato R.R. in persona??? Qualche amica in comune involontariamente ha confidato la cosa in palestra ed e' stranamente arrivata alle orecchie di L.???
Come e chi avrebbe messo il L. sul chi va la???
Un'altra domanda che mi son posto riguarda il trasferimento di una maestra di danza dalla palestra sotto casa dei L. a quella in cui dopo si trasferi' anche R.R.
E' cosi' normale che una maestra di danza si sposti improvvisamente in una palestra a pochi chilometri, praticamente in bocca alla concorrenza??? Senza un qualche motivo???
Perche' R.R. la segue??? E' proprio tutto cosi' scontato e logico???
San Giuliano e' in fin dei conti un paesino di poche anime, se una TdG viene disassociata per motivi di "comportamenti non conformi" diventa un'appestata per gli appartenenti, viene rifiutata pure da appartenenti suoi parenti stretti, viene pedinata dagli anziani a cui Torre di G. suggerisce addirittura "Anziani, indagate".
Le testimonianze su youtube di soci disassociati parlano chiaramente sbigottiti di aver subito dei pedinamenti dopo espulsi.
E' ininfluente il dato alle analisi sul caso R.R.???
Tanto per chiarire, se R.R. fosse stata una TdG associata avrebbe dovuto considerare appestata SC ed avrebbe forse avuto l'obbligo di "vigilare", dati i buoni rapporti paventati fra le due che pero' stranamente ci riportano una SC che invadeva persino il campo educativo di madre di R.R., si direbbe che R.R. non fosse una TdG, ma e' cosi' ininfluente e scontato l'argomento???
Chi era l'uomo con il soprabito che dalla aperta campagna spunto' a cinquecento metri dalla villetta dei L., vicino alla gia' citata Via dei Gigli, sulla strada per Pisa quella notte rischiando di essere travolto dagli automobilisti sbigottiti???
Solo un'altra casualita' scontata o e' attinente alla scomparsa di R.R.???

Anonimo ha detto...

Antonello,la cascata dei tuoi punti interrogativi va a scorrere nelle rapide ipotesi non verificabili.
Però i tuoi quesiti sono interessanti e qualcuno è per me nuovo.
Esempio: quello della maestra di ballo che cambia scuola e va a quella frequentata da R., non lo sapevo e ci sarebbe da pensare.
Ogni punto di domanda potrebbe avere una sola risposta: CONTROLLO DELLA SITUAZIONE IN TUTTE LE SUE SFACCETTATURE.
Il controllo:
presuppone il timore che qualcuno scopra qualsiasi cosa;
registra movimenti,persone,cose, momenti;
esige il silenzio;
nasconde rapporti,traffici, interessi poco puliti.
Il CONTROLLO MANIPOLA tutto e tutti e PIEGA le cose, i fatti, le persone.
Ma può anche essere che il bisogno di controllo sia dato da una personalità che voglia difendere la propria privacy.
In questo caso non è solo questo perché, come tu hai osservato giustamente, un complesso così non poteva non avere un sistema di controllo esterno e interno e non si sa se c'era e se quella sera era attivato.
Vedi i tuoi punti di domanda aprono scenari inquietanti perché non hanno una risposta, non si spiegano normalmente perché c'è il CONTROLLO DELLE INFORMAZIONI.
Ed è per questo motivo, solo per questo che stiamo qui a comunicare, nessuno vuole accusare nessuno, a patto che nessuno sia preso in giro da nessuno.
A Roma si dice: "Nun c'è trippa pé gatti" e i tuoi punti di domanda hanno risposte di intenzionalità
e puzzano di bruciato.
Ciao
Vanna

mrdg09 ha detto...

Dalle immagini di Google Earth e dalle riprese di CLV non si nota la presenza di telecamere, almeno di quelle convenzionali che siamo abituati a vedere presso le banche e ai semafori. Si può pensare a microcamere nascoste. Ricordate il lavoretto che il L. fece alla porta di casa dopo la scomparsa della moglie? Forse per rimuovere un piccolo dispositivo inserito nella porta? L'episodio non è stato più commentato, pare che gli inquirenti non lo abbiano considerato importante.
http://www.lanazione.it/pisa/cronaca/2012/10/07/783135-Roberta-Ragusa-le-ricerche-intorno-alla-casa-amante-del-marito-sara-calzolaio.shtml
Nell'articolo all'ultimo periodo, si parla dell'episodio.
Ciao
Maria Rosaria

chiara ha detto...

Maria Rosaria:
bella intuizione!
all'inizio di questa lunga discussione avevo appunto chiesto che fine avesse fatto, nell'ottica investigativa, l'episodio di L. che "gratta" la soglia della porta ma non se ne è più ragionato; non è detto che gli investigatori abbiano messo da parte questo episodio, è possibile che abbiano fatto in modo che la stampa non vi facesse più mente locale (o addirittura abbia imposto il silenzio in merito).
Le microcamere nominate da Antonello non le vedevo bene come sorveglianza del comprensorio (dato che la visibilità delle telecamere fa parte del loro effetto deterrente) ma una microcamera messa sulla soglia di casa, beh, sì, ci può stare e darebbe anche una giustificazione a quell'armeggiare dell'indagato.
mi piace e ci rifletterò sopra...
tu Antonello che ne dici?

Anonimo ha detto...

Benvenuta Maria Rosaria, e grazie!

Vanna

Anonimo ha detto...

Maria Rosaria dopo il suggerimento informativo sull'armeggiare del L.
sul portone di casa,mi sono incuriosita e sono andata su Internet.
Non capisco nulla sui sistemi di sicurezza elettronici e sono rimasta sconvolta da quello che il mercato offre.
Si può mettere una micro spia nel cellulare, microcamere dappertutto,lo stesso computer si può sorvegliare e tutto può essere collegato a distanza,registrato, messo in una chiavetta, anche dentro una penna, un portachiave!
Stranamente questa mattina ho parlato di CONTROLLO, e giuro che di questo tipo di controllo, non ne sapevo nulla.Credevo che solo la Polizia poteva avere accesso a tali strumentazioni e non sapevo quante fossero!
Questo potrebbe essere il motivo delle ultime perquisizioni, ci sono gli strumenti anche per trovare ogni tipo di diavoleria.
Però nell'appartamento del bel dottore non ci sono stati?
Strano, su Internet ho letto di sì.
Povera R., quando si è accorta di qualcosa era troppo tardi, ormai era in trappola!

Vanna

Antonello ha detto...

@Chiara
Dico che sono solo ipotesi, che non bisogna farsi affascinare dalle oasi, siamo a secco di dati e tutto puo' essere un miraggio se assetati ed affamati.
Chiaro che un buon 50% di ipotesi me le tengo per me aspettando tempi migliori.
A prima svista il format IPOTETICO piu' idoneo all'EVENTUALE bisogna potrebbe anche essere rappresentato da solo quattro generiche viti collegate ad una minischeda di rete, difficile che nel comprensorio non vi sia un router wireless che condivide la rete.
In tale IPOTETICA modalita' non vi sarebbe stato neppure il bisogno di un sistema di registrazione, ognuna delle telecamere tramite IP avrebbe incanalato le immagini in rete delocalizzandole pure ad eventuali controlli.
Per finire sarebbe bastato svitare quattro normalissime viti per cancellare ogni traccia fisica, non pero' quelle informatiche di accesso in rete ed al router condiviso.
Il tutto a poco prezzo e accessibile tramite account con pure splendidi replay, la ciliegina della IPOTESI??? Perche' non una vitina in auto, una penna regalata con registrazione incorporata, un portachiavi.
Ipotizziamo che nel caso si sarebbe ottenuto immagini piccanti, forse pure quelle di R.R. che se ne andava spontaneamente abbandonando il tetto coniugale, mi raccomando e' una semplice IPOTESI, bene, cosa escluderebbe un IPOTETICO ricatto in piena regola??? Avrebbe ceduto R.R. nella ventilata possibilita' che quelle immagini fossero rese nel caso pubbliche o visibili a persone care???
Come anche nel sospetto avrebbe potuto R.R. installare o far installare oggettini del genere ricattando nel caso il marito e scatenando l'IPOTETICO impeto.
Vedete che la fantasia puo' aumentare il bagaglio di ipotesi??? E' facile
lasciarsi andare, ripeto, io aspetterei a voler inquietarmi o tirare conclusioni, SIAMO SENZA DATIIII!!!!!

Anonimo ha detto...

da "IL TIRRENO"
"Sono stati i familiari a rinvenire l’apparecchio scivolato dietro a un banchetto nel bagno, accanto al lavandino, dove di solito la donna lasciava in carica il suo cellulare. In tanti sopralluoghi nessuno si era mai imbattuto nel caricabatterie. Una mancanza che aveva suscitato diverse congetture, la più spinta delle quali che fosse la possibile arma del delitto."

Anonimo ha detto...

a "IL TIRRENO" stesso articolo.
"
Il duplice sopralluogo dei carabinieri per complessive 14 ore di permanenza nelle case e nel capannone di via Dini, potrebbe aver contribuito a portare risultati utili sul fronte della ricerca del cadavere. In Procura ostentano una cauta serenità. Dopo aver trovato il corpo può avere più senso accusare qualcuno di omicidio."

Anonimo ha detto...

quale corpo? o si è trovato o non si è trovato, altro che cauta serenità.

Anonimo ha detto...

non so dove postarlo senza subire azzannamenti.
è un OT, se non vi interessa saltate il commento

http://www.agi.it/cronaca/notizie/201303011044-cro-rt10060-melania_depositato_ricorso_in_appello_contro_ergastolo_parolisi

Anonimo ha detto...

non so dove postarlo senza subire azzannamenti.
è un OT, se non vi interessa saltate il commento

http://www.agi.it/cronaca/notizie/201303011044-cro-rt10060-melania_depositato_ricorso_in_appello_contro_ergastolo_parolisi

chiara ha detto...

Ah, Antonello mio! come dici le cose tu, nessuno mai...
l'importante è saper di romanzare e specificarlo, così non si fa male a nessuno; ci son quelli invece che si prendono tremendamente sul serio...e pur senza avere ombra di serietà, figurati! quelli sì che fan spavento...

tu guarda se bisogna spaventare un povero anonimo...a proposito, grazie anonimo: segnalazione gradita!

Antonello ha detto...

@Chiara
sempre tra le pieghe, difficile risponderti, purtroppo ho anche io molte volte il difetto di prendermi troppo sul serio, grazie a Dio non ho la presunzione, credo, di voler spaventare.
Volevo sottolineare che di romanzi se ne possono scrivere tanti, e specificandolo, ma che bisogna anche seguire i giochi lealmente se si vuole ricercare la verita', nel minor errore possibile.
Sempre secondo me, chiaro, fantasticare ci sta, ed a chi lo dici, ma se lo specifichi dai atto di comprendere la differenza che emerge quando invece ci si impegna a seguire i fili oggettivi.
Vedo che e' difficile, non si hanno tutti i dati ed e' una storia in cui non scommetterei sui dati resi pubblici o che diventeranno ufficiali, la tentazione di fantasticare e' forte ma sfugge alla verita' e si allontana dallo scenario pitturato che invece va purtroppo anche accondisceso.
Questa storia e' una enorme trappola per investigatori prevenuti e frettolosi, se hai idee tue non e' proprio una negativita', lo puo' diventare se analizzi con esse scenari non tuoi, la fretta inoltre sottovaluta cio' che non sa e che potrebbe decidere di portare da tutt'altra parte.
Ed andare a Ponente festeggiando con spumante e pasticcini mentre a Levante la verita' ride di gusto non mi sembra il massimo.
Ho notato anche io che bisogna aver paura per affrontare la luna, io spero vivamente di non spaventare, tradirei di sapere cosa e' la paura, ohibo'!!! Sarebbe disdicevole!!!! E la paura per tanti puo' anche non essere una dolce amica.
Molto ironica comunque e sempre tra le pieghe, lo stile "avvocaturo" delle stoccate e' snello e pungente, non dici nulla per capire cosa capisce invece chi ascolta.
Strategia da psicologia "banconota", molto fine, non ti curar di loro e ogni tanto lascia un po' di miele sul davanzale, se le vespe hanno da mangiare non ti pungeranno.
Notte.

Anonimo ha detto...

A chi ti riferisci Antonello?
Giorno.

Antonello ha detto...

@anonimo
sulla buona notte???

Anonimo ha detto...

i dettagli sulle motivazioni del ricorso in appello di Parolisi
(only for fans)

http://ilcentro.gelocal.it/teramo/cronaca/2013/03/01/news/omicidio-rea-la-difesa-di-parolisi-deposita-il-ricorso-contro-l-argastolo-l-avvocato-gentile-quello-che-il-giudice-ha-scritto-e-sganciato-dagli-atti-1.6619848

chiara ha detto...

Prendo atto e dico solo che personalmente preferisco seguire "maestri" che indossano le camicie col colletto e i bottoni sul davanti.
personale inclinazione, ognuno faccia come meglio crede.
passo e chiudo, senza polemica.

mrdg09 ha detto...

allora, tanto per cercare di equilibrare i pro e i contro, riguardate la puntata di CLV del 18gennaio 2012. E' la prima volta che la trasmissione affronta la sparizione di R., su richiesta del di lei figlio. E' il momento iniziale, nessuno è prevenuto, prevale l'ipotesi dell'allontanamento volontario, anche se tutti osservano che la donna non si sarebbe mai allontanata in quel modo. Nel servizio la giornalista intervista anche una amica di R., solite considerazioni sulla impossibilità da parte di R. di allontanarsi dai figli ecc.ecc.
Ma quello che mi ha colpito è l'ultima frase pronunciata dall'amica, l'appello a R.: " ...vorrei dire a Roberta che ci telefoni, che ci mandi pure a quel paese, ma che ci dica che sta bene". "che ci mandi pure a quel paese", come se la donna sapesse che R. non avrebbe gradito interessamenti o appelli. Ipotesi...ipotesi
Ciao
Maria Rosaria
@ Vanna: grazie del benvenuto !

chiara ha detto...

chiedo scusa, ho postato il commento delle 17:43 sotto l'articolo sbagliato.

chiara ha detto...

Maria Rosaria:
l'esperienza insegna che le cosiddette amiche (che si moltiplicano come virus appena non le si può smentire sulla qualifica auto-attribuita) non apprezzano le spaghettate di c..i propri; nulla di più facile che sorprenderle a ciarlare alle spalle e avere quindi buoni motivi per "mandarle a quel paese" quando poi fanno i salamelecchi. E una "cornuta" (scusa roberta) credo ne possa intercettare a camionate di commenti poco amichevoli alle spalle. e perfino indesiderate "rivelazioni".

Antonello ha detto...

@mrdg09
Piu' che altro, a monte di quello che osservi giustamente, non mi sembra che un appello di tornare fatto da un'amica possa essere diretto ad una persona che si crede omicidiata.
Come osserva Chiara, poi, in un secondo tempo potrebbero esserci rivelazioni tragiche ed indesiderate per il matrimonio e per la famiglia di R.R., una forte delusione ipotetica su un'intima amica di famiglia e l'umiliazione di sapere da un'altra amica, magari di palestra, che tutti sapevano e che avrebbe dovuto nemmeno piu' frequentare le normali amiche.
"mandaci pure a quel paese" presume un motivo perche' R.R. avrebbe dovuto farlo, ma perche' avesse senso farlo avrebbe prima di tutto dovuto ascoltare.
Strano no, che poi tutte le amiche si siano invece scagliate contro il marito paventando invece un omicidio.
Ho notato anche il plurale "mandaCI pure a quel paese", chiunque gli ha detto gli avrebbe parlato pure in pubblico??? Perche' trattare un argomento cosi' personale e delicato non a quattr'occhi??

Anonimo ha detto...

forse perchè due di quei quattro occhi sono irreperibili

Antonello ha detto...

@anonimo
veramente "mandaCI pure a quel paese" sarebbe, nel caso, una frase che presumeva la presenza almeno di SEI occhi.
Allora due sono irreperibili, nel caso ne mancherebbero sempre quattro, non ti tornano i conti o cosa???

Anonimo ha detto...

Buona domenica a tutti.

Maria Rosaria è interessante la riflessione che fai sulla frase dell'amica di R. espressa subito dopo la scomparsa.
Intanto poni l'accento sul plurale di quel "ci"che presuppone più di una persona e quindi lei parlava con i "ci",ascoltava e viceversa.
I motivi per cui R. poteva mandare a quel paese più di una persona potrebbero essere ricondotti a qualche informazione che i "ci " avevano dato a R., oppure a qualche " segreto " che R. aveva comunicato ai "ci".
Per seguire il filo delle ultime postate,ipotizzo che R. vivesse in una realtà ingessata nella quale la comunicazione verbale intrafamiliare era al minimo necessario, mentre la comunicazione via etere con fili, apparecchiature sofisticate, centralina del CONTROLLO in soffitta ecc.ecc.,era sotto verifica costante.
E lei anche questo aveva scoperto,
quella frase può assumere una valenza significativa e cioè potrebbe dire: " Tu ci hai comunicato quello che stai vivendo, e per paura che lui ora lo sa, ce l'hai con noi."
E' anche vero che nei primi tempi si pensava che fosse stata lei a sparire volontariamente.
Cosa poteva essere passato tra R. e i "ci" di talmente grave da far pensare ai " ci" che lei era andata via e le poteva mandare a quel paese?
Se gli investigatori vogliono veramente squarciare il velo omertoso che copre la vicenda, devono rivedersi tutti i filmati e interrogare di nuovo tutte le "amiche" e gli " amici " intervistati, per dipanare qualche filo.
Penso questo perché 'sta famiglia al completo ha gestito tutto in modo talmente " discreto" che la loro vita era programmata così, ed ogni più piccola brezza di vento comunicativo doveva disturbarli.

I L. sono protetti, sanno dove è R. viva o morta, continuano come se niente fosse ad ingrandire la ditta con i lavori in corso, ad allargare la famiglia vivendo dentro la loro cassaforte di cui solo altri addetti hanno a momenti l'accesso.

Vanna

Mimosa ha detto...

Cara Maria Rosaria, benvenuta anche da parte mia, hai fatto delle riflessioni davvero profonde e ben esposte.
Riguardo al (ti cito) “lavoretto che il L. fece alla porta di casa” il giorno dopo la scomparsa della moglie e di cui nessuno ha più parlato, è da tener presente che è stato CLV (nella puntata del 3 ottobre dello scorso anno) a mandare in onda una intervista con la collaboratrice domestica, secondo la quale, come riportato da
http://www.fattidicronaca.it/articolo/roberta-ragusa-chiesta-la-proroga-di-sei-mesi-per-le-indagini/10923/4/
«Antonio Logli quel giorno era particolarmente nervoso, andava e veniva dalla soffitta e si è messo a pulire la porta di casa con la massima attenzione, usando anche un cacciavite per togliere lo sporco».
Non si sa che fine abbia fatto la “allora” collaboratrice domestica, perché e quando è stata rimossa, dopo l’intervista o prima? e c’era anche la faccenda del carrello con i detersivi e i guanti da lavoro non al posto di sempre, secondo lei, e “pare” che neanche questo sia stato considerato importante, ma solo da quanto sappiamo noi che in realtà non sappiamo niente di quello che pensano o hanno in mano gli inquirenti. E qui parliamo solo per parlare.
Del resto, mi sembra quasi fantascientifico che quel grattare lo stipite della porta d’ingresso fosse un’operazione di smontaggio di una microcamera, ma Antonello ha sviluppato una così accurata e affascinante teorizzazione che mi lascia stupefatta esistano tali sofisticati sistemi a portata di comuni cittadini (non 007), del resto io credo agli UFO e anche che gli asini possono volare se lo vogliono, pertanto sono pronta ad accogliere anche costruzioni tecnologiche di cui non so niente.

Riguardo all'altro tuo intervento sul “ci mandi pure a quel paese”, la mia osservazione è più concreta, terra a terra: l’appello era scaturito dopo che le amiche della palestra, anche sensibilizzate dai giornalisti a caccia di notizie su RR, si erano mobilitate in gruppo, quindi il “ci” secondo me è da considerarsi normale e del tutto consono, riferito al gruppetto costituito.
Tu aggiungi la riflessione come se la donna sapesse che R. non avrebbe gradito interessamenti o appelli. In proposito, mi richiamo all’altra frase scritta da te (sempre nel post 2 marzo 2013 18:09), dove dici che allora ancora prevaleva “l'ipotesi dell'allontanamento volontario”, infatti, era così, hai perfettamente ragione, e le amiche di palestra, per quanto incredule che una donna come RR avesse deciso di dare un taglio drastico alla sua vita, piegate all’orientamento dei giornalisti, si sono prestate alla prima ipotesi, già sostenuta dalla intera famiglia.
È ovvio che, in caso di allontanamento volontario, chiunque non avrebbe gradito interessamenti o appelli.
Tu sì, se scappassi di casa? Io no, e manderei a quel paese le “amiche” che si mobilitano per me, non sapendo niente o poco della mia vita.
Ciao, Mimosa

Mimosa ha detto...

Vanna, non ho capito bene
tu pensi che Roberta fosse stata a conoscenza delle "apparecchiature sofisticate, centralina del CONTROLLO in soffitta ecc.ecc"?
E che ne avrebbe fatto di questa "conoscenza"? Avrebbe scoperto un "segreto"? Un segreto che implicava cosa, quale "controllo", controllo di che?
Potresti spiegare meglio?
Mi incuriosisce 'sta cosa ...
come il "segreto" di Melania Rea?

Ciao anche a te, Mimosa

Anonimo ha detto...

Ciao Mimosa, siccome noi stiamo parlando di ipotesi ad amplissimo raggio e la mia scoperta su internet di apparecchiature minime da utilizzare per sapere a distanza ciò che qualcuno fa, mi ha un po' scioccato.
Premesso che quella frase riportata da Maria Rosaria può essere spiegata SOLO da chi l'ha espressa, io posso esprimere ipotesi sul recente emerso, chiedendo scusa se sbaglio.
Penso che R. sapesse che il marito era esperto del settore con vari incarichi e ruoli di mansione nel territorio, quanto lei sapesse delle sofisticazioni non lo so, ma ipotizzo che su in soffitta lui avesse una centralina e con calma leggeva tutti i dati, probabilmente la sera, difatti da testimonianze lette, lo faceva la sera.
Andava in soffitta per questo, non solo per tel. alla fanciulla.
Tutto deve essere precipitato nell'ultimo mese e se lei ha ascoltato qualche tel. è perché:
o lui era nervoso e si è fatto scoprire;
o voleva farsi scoprire per tenderle poi la trappola che non era vero e confonderla ancora di più;
o lei è stata guardinga, attenta, insomma aveva finalmente aperto gli occhi.
Io ho parlato di CONTROLLO prima di sapere delle ipotesi di telecamere senza fili e altre diavolerie racchiuse in portachiavi penne o altro, perché AL è uno troppo ingessato e un comprensorio come quello che non ha telecamere fa pensare.
A meno che tutto fosse nascosto.
Se tutto è stato gestito ed è ancora gestito, con " discrezione ", viene da sé che c'è qualcosa sotto e che c'è un controllo sulle informazioni.
Si potrebbe obiettare anche che sotto sotto forse non c'è niente, ma la sparizione di una mamma vorrà pur dire qualcosa.
Il " segreto " che tu mi chiedi potrebbe essere proprio legato al controllo senza fili che lei aveva scoperto.
Se, e sottolineo se, R. avesse avuto con sé qualche oggetto che registrava o fotografava ciò che faceva, lei era mappata e non solo lei.
Se,ecc,ecc, R. si fosse guardata intorno ed avesse deciso di farsi una storia?Mi sembra Anton. lo abbia detto,sarebbe stata scoperta.
Se,ecc,ecc,R. delusa e amareggiata avesse deciso di andarsene, tanto i figli avevano la tuttofare?
Se,ecc,ecc, R. avesse detto che se ne voleva andare ed ora le amiche le dicevano di tornare?
Mesi fa lessi che era arrivato un messaggio su internet firmato R. che diceva di lasciarla in pace.
Era lei o un altro depistaggio?
Il corpo non c'è questo è il fatto.
Spero di averti spiegato.
Ciao
Vanna

Antonello ha detto...

Ritornando alle origini del discorso videosorveglianza si era partiti dal perche' un comprensorio tale potesse non avere, ad oggi, un impianto anche artigianale di allarme o videosorveglianza.
Eppure la recinzione c'e' e vi sarebbero anche i lampioni sulla recinzione, quindi e' possibile che ben tre attivita', due villette, garage e piazzale auto non fossero sorvegliate e francamente a me pare illogico.

Cambiando discorso sembra che abbiano rinvenuto un femore umano a 27 metri di profondita' davanti a Calafuria, vicino a Livorno, davanti alla torre antica medicea.
Taluni collegherebbero il caso di R.R. ipotizzando l'osso possa essere suo.
Per la cronaca da Gello al traghetto dell'isola d'Elba si dovrebbe passare da Calafuria e Gello e Calafuria distano 35 chilometri.
Ad ognuno le proprie considerazioni.

Sembra poi che non solo io ho notato questa piccola coincidenza di una disassociazione avvenuta dieci giorni prima della scomparsa della moglie dell'amante.
Sono tutti casi, come l'ombra fugace che si lancia sulla strada dalla campagna aperta a 500 metri dalla villa in direzione di Pisa rischiando di essere investito.
Possibile che cosi' temporalmente vicini alla scomparsa di R.R. siano tutti coeventi ininfluenti???
Due singolari settimane insomma culminate con una notte particolare ed una sparizione inspiegabile.

Anonimo ha detto...

quanto tempo prima AL e amante si fecero sorprendere dalla di lui moglie mentre fingevano sorpresa sui sospetti di lei riguardo l'adulterio?
Non potrebbe essere stata la stessa Roberta, in buoni rapporti con la Congregazione ma pur non facendone parte, ad esternare i suoi sospetti sulla babysitter ai TdG?
Roberta sapeva di sicuro quali fossero i canoni ai quali i credenti avrebbero dovuto rispondere.
E di sicuro sapeva anche che macchiarsi di fornicazione avrebbe provocato l'espulsione della ragazza.
E' assurdo pensare che possa essere stata lei a provocarla?
Sara intrecciava la relazione da ben dieci anni, e la sua espulsione è avvenuta proprio due settimane prima della scomparsa di Roberta.
Così come i sospetti di Roberta nei confronti di Sara Calzolaio e la famosa battuta di AL "figurati che pensa tu sia la mia amante!" sapendo di essere sentito, sono avvenuti proprio poco prima che la donna scomparisse.
Ricordiamoci che i TdG talvolta fanno pedinare i loro affiliati, e se Roberta avesse loro accennato minimamente a qualcosa del genere confidando un suo sospetto a qualcuno della congregazione, non avrebbero mancato di appurare la questione.
Non credo che Sara sia stata espulsa per un pettegolezzo da cortile o per il sospetto di una moglie non facente parte del gruppo, o è stata interrogata ed ha confessato il peccato, oppure i TdG avevavo dei testimoni, delle prove.

chiara ha detto...

sono appena incappata in una delle solite "perle" giornalistiche...
sito libero.it (non il giornale):
titolo
"LA RAGUSA E' FUGGITA. INQUIRENTI AD UNA SVOLTA."
Mi..ia!!, dici, e ti precipiti a leggere l'articolo: "La lista della spesa che Roberta Ragusa stava compilando la sera della scomparsa è sotto la lente degli inquirenti.
I primi prodotti che il giorno successivo avrebbe dovuto acquistare sono segnati con una penna blu mentre l’ultimo con una penna nera. Come mai? Che stesse organizzando la sua fuga? Un rompicapo per i magistrati.
La grafia è certamente la sua, e non è un mistero che Roberta stesse offrendo per la sua situazione matrimoniale. Già nell'agosto 2011 scriveva sul suo diario a proposito del marito: "Ha detto una bugia, ha un'amante". Il giallo, insomma, è tutto da risolvere.
Intanto continuano le indagini del corpo della donna scomparsa un anno fa da Gello di San Giuliano Terme.
I militari hanno ispezionato alcune parti del complesso residenziale di proprietà dei Logli, famiglia del marito. Mentre si sospetta che un femore, trovato in mare al largo di Livorno, possa appartenere a Roberta. Fino ad ora tutti i sospetti si sono concentrati sul martito che, secondo gli inquirenti, avrebbe ucciso Roberta la sera stessa della sua scomparsa.
Si è cercato anche in un capannone adibito a magazzino posto sul retro della casa e anche in altre pertinenze di proprietà della famiglia Logli, nel complesso residenziale di via Ulisse Dini a Gello di San Giuliano Terme dove viveva Roberta Ragusa."

Insomma....a parte il femore che è leggermente più recente, tutta roba vecchia. Nessuna volta. Nessun cambio di indirizzo investigativo.

Giornalisti del menga....

Anonimo ha detto...

C'è la precisa segnalazione di una persona, presa in seria considerazione dagli investigatori, su n determinato punto, non lontano da casa Logli, dove sarebbe stata sepolta RR.
Le ricerche si sarebbero concentrate sul punto indicato.
Fin'ora c'è silenzio su eventuali risultati
F

chiara ha detto...

ah bah allora è un'altra storia, grazie per la segnalazione F.
ma quindi il femore in mare non c'entra nulla che tu sappia?
e per caso sai qualcosa del tizio mezzo investito la notte della scomparsa che ricorda Antonello e di cui non si è più sentito nulla?
infine, sai se la segnalazione di cui parlo sarebbe compatibile con l'allontanamento volontario che nell'articolo si dà per tornato in auge?
scusa la raffica di domande, qui ci siamo arenati con la discussione e magari tu puoi fornire spunti.

Anonimo ha detto...

Procura e carabinieri al lavoro sull’indicazione di un teste circa il possibile ritrovamento del cadavere

PISA. Una segnalazione, meno campata in aria tra le tante inviate agli investigatori, viene tenuta in considerazione dalla Procura impegnata con i carabinieri a venire a capo della scomparsa di Roberta Ragusa. Il suggerimento riguarda il possibile luogo in cui potrebbe essere stato sepolto il corpo dell’imprenditrice di Gello, sparita nel nulla la notte del 13 gennaio 2012. Le indicazioni fornite agli investigatori circoscriverebbero l’area di ricerca del cadavere in una zona dove la donna, secondo l’ipotesi al vaglio degli inquirenti, sarebbe stata sotterrata.
F

Antonello ha detto...

Volevo solo sottolineare il fatto che la disassociazione "potrebbe" essere dovuta alla storia di SC con un "incredulo coniugato".
Se e' vero che molti, anche media, riconducono quella disassociazione al motivo di cui sopra la stessa potrebbe essere accaduta, nel fatto specifico, per altre motivazioni legate a vicende altrettanto, se non piu' dolorose, in questo senso qualcuno aveva fatto riferimento ad un aborto portato a compimento.
Ebbene, anche in questa eventualita' di cui io almeno non riesco a trovare riscontri la sanzione per una "sorella" sarebbe la disassociazione.
I TdG infatti hanno infatti come prerogativa il rifiuto di intromissioni mediche (chiunque potesse essere il padre) quali le trasfusioni e gli aborti.
A questo punto pero', nel caso dell'aborto ipotetico, potrebbero aprirsi ben altri ragionamenti su emergenti ed ipotetici diversi scenari.
Non che si voglia legare per forza eventi della storia extramatrimoniale alla scomparsa di R.R., e non vi sarebbero elementi per ora oggettivi in merito, ma su una storia durata appunto anni nella penombra appare a chiunque la strana coincidenza di una non meglio precisata disassociazione a dieci giorni di distanza dalla scomparsa di R.R.
Ipotizzando che R.R. avesse avuto legami ancora flebili ma vivi con la comunita' di Via di Gello non sarebbe fantascienza immaginare di una R.R. informata di un aborto proveniente dalla relazione di suo marito con la segretaria, in tal caso la disperazione ed ulteriore intima umiliazione che potrebbe aver subito "la storia" di R.R. nella sua psiche avrebbe potuto portare alle piu' svariate reazioni, non ultima la sparizione con "consegna di colpa" al marito, ma anche altre convergenze funzionali vendicative, sue o di altri soggetti.
Ricollocando l'impeto che comunque i fatti devono aver provocato in tutti i protagonisti, nel combinato disposto della traccia dei cani e dell'assenza di tracce di collutazione o ematiche di R.R. all'interno del comprensorio, direi che o stiamo davanti ad una viperina vendetta con allontanamento volontario (e rifacimento di una vita chissa' dove) o a qualcosa di impeto accaduto fuori del comprensorio con tutti i rischi che cio' poteva comportare.
Sara' ripetitivo ma l'assenza, per ora, di videosorveglianza mi fa pensare anche ad un rapimento o tacitazione testimoniale, resta da sapere di piu' sulle misure di prevenzione eventualmente adottate nella proprieta'.

Antonello ha detto...

OT fantozziano
sarebbero spariti, ammettendo siano mai esistiti, i famosi centomila neuroni che si davano per depositati in banca.
Mai sequestrati, od almeno nessuno se ne sarebbe mai accorto, i soldi del consistente gruzzolo ora non si sa piu' nemmeno se siano mai esistiti o prelevati da qualche burlone.
E' incredibile la serie di tormentoni che, ancora oggi, si sciolgono al sole.
Ci avranno pagato gli avvocati forse, certo che se e' cosi' sai quanti palmi di naso.

http://www.blogtaormina.it/2013/03/05/caso-melania-spariti-i-soldi-di-parolisi/150548

Antonello ha detto...

Beh??? Tutti spariti???

Sul Forum stanno pubblicando notizie, almeno per me, del tutto nuove.
Ad esempio, sembra che moltissime apparizioni di R.R. riferite nei primi mesi dalla scomparsa siano state avanzate da persone che, di dritto o di traverso, avevano rapporti con la famiglia.
Un solo esempio e' rappresentato dal ragazzo che avrebbe visto R.R. vagare a Viareggio in condizioni precarie.
Bene, sul Forum si dice che quel ragazzo sarebbe un affittuario di V.L., cosa alquanto strana e che, a Viareggio cioe' a decine di chilometri di distanza, sarebbe un'altra incredibile coincidenza.
Cioe' a 30 chilometri dal luogo della scomparsa, dandola per ipotetico allontanamento in amnesia, a chi deve capitare di vedere la donna scomparsa??? Proprio ad un affittuario di V.L.??? E, caso piu'unico che raro, vedendola in stato precario, non la ferma, non le dice nulla, non chiama nessun agente, ne riferisce al cellulare il fatto al proprietario di casa suocero della donna.
Eppure parliamo di una donna presumibilmente da lui conosciuta che stava vagando in pigiama per Viareggio in precarie condizioni.
Daltronde come escludere un caso su un milione accettando il rischio, seppur improbo, di un errore determinante su una responsabilita' ipoteticamente importante???

Antonello ha detto...

Altra osservazione giustissima ed importante, e' il suocero a dichiarare in televisione che c'era nella proprieta' un pozzo che mai era stato controllato e che per verificare bastava spostare la chiusura.
Da qui:
1) Se sapesse la fine di R.R. sarebbe stato suo interesse che venisse escluso qualsiasi collegamento con la proprieta' dipanando anche dubbi che avrebbero potuto ricondurre i presenti nella proprieta' stessa, al momento della scomparsa di R.R., ad una loro ipotetica importanza testimoniale.
Avrebbe escluso persno il coinvolgimento ipotetico testimoniale dei figli, della sua famiglia, riportando i fatti come avvenuti fuori del comprensorio ed allontanando da se i sospetti di una non collaborazione.
2) Se non sapesse la fine di R.R. sarebbe stato solo un gesto sincero di collaborazione che, pero', poteva mettere in grave posizione giuridica il figlio A.L., perche' nel caso era gia' l'unico indagato ed e' singolare non vi abbia nemmeno pensato, daltronde come faceva ad essere sicuro che nel pozzo, il corpo ipotetico di R.R., non vi fosse denunciando che li mon si era guardato nella probabilita' di incastrare proprio il figlio???

C'e' da ragionarci.

Anonimo ha detto...

No. non c'è da ragionarci.
c'è da guardare nel pozzo.

Antonello ha detto...

Ci sarebbe stato guardarci a monte senza aspettare il suggerimento ma gia' che il suggerimento c'e' stato e gia' che ci e' stato pure reso noto pubblicamente (a Gello hanno bruciato tutti i cellulari???) sara' invece bene, secondo me, ragionare invece su ogni particolare "da dare in pasto come scontato".
C'e' da ragionare sui tempi e la consequenzialita' degli stessi eventi nella reciproca temporalita', io sono stato sino ad ora ricostruista, garantista ed attendista ma se veramente vi e' un testimone che avrebbe visto il L. fermo in auto in una via laterale alla Ulisse Dini alle 00,30 circa per poi averlo rivisto (ma lo stava seguendo???)all'una circa davanti al cancello di casa mentre urlava litigando con una donna accostatasi a bordo di una C3 (per CLV) o una Ford Fiesta (per QG), se tutto questo e' vero e non una strategia "procedurale" beh bisogna cominciare a ragionare ANCHE sui diversi ed ipotetici scenari che potrebbero emergere a partire anche dall'analisi analitica pure dei piccoli particolari e delle sfuggenti interviste.
Come quella famosa frase tutta ancora da decifrare pronunciata da A.L. e caratterizzata da "a quell'ora", attendista e garantista si ma sordo no, e quindi mi chiedo a quale ora si riferisse il L. in quel momento in quella tragicomica intervista, evidentemente si potrebbe ipotizzare che, se non fosse da ritenere fuori di senno, sapesse di quale ora stesse parlando prima di tacitarsi, serve ragionare, altroche' se serve, aiuta a rendere compendi scenari ipotetici.
E dimmi che e' poco, se poi "non si deve ragionare nel tentativo di capire" lasciamo perdere, come lasciamo perdere pure se dobbiamo interessarci solo di immaginario gossip o di storie romantiche all'italiana.
E' che le interviste a volte fanno pensare per le diverse interpretazioni che lasciano trasparire, analizzarle analiticamente e' proprio il minimo.

Anonimo ha detto...

Intanto non ci sono ancora altri interrogatori, anche questo fa pensare.

chiara ha detto...

Eh già antonello, quelle tre paroline in croce sono proprio una bella croce dalla quale deve lavorare un bel po' per schiodarsi! (a meno che la giornalista non abbia dato un orario nella propria domanda; non ho visto l'intervista)

Imparate, gente, imparate:
se qualcosa di "storto" succede vicino a voi, al primo giornalista che vedete all'orizzonte caricate i pallini e sparate! o attrezzatevi di trivella e scomparite nelle miniere di Mordor! Tutto, basta che non comunichiate con lui; sia che siate colpevoli o che siate innocenti. E' l'ultimo avviso. Chi ancora ci casca è talmente babbeo che non meriterà alcuna pietà: a quel punto è selezione naturale! :-D

p.s. scherzo eh...anche se mica tanto: io di fronte a un giornalista mi darei a fuga precipitosa anche fossi santa maria goretti.

Antonello ha detto...

@Chiara
non mi ricordo le parole precise ma l' "errore" (emotivo???) era abbastanza chiaro, tanto che lo stesso L. capendo dopo il senso dell' "errore" e' uscito dall'inquadratura e dal protagonismo dell'intervista lasciando per non poco la scena al padre che rilanciava l'uscita di R.R. in preda all'amnesia dal "portone principale".
La giornalista faceva riferimento a situazioni di buio e di luce tentando di comprendere, accanto al lampione fatidico se "a quell'ora" generalizzata e generica R.R. avrebbe potuto scavalcare la recinzione, nella tensione scemata e normale intercalare di una risposta collaborativa il L. riprendeva quella generica e generalizzata "a quell'ora" continuando come descrivendo la situazione di luce, lasciando IPOTIZZARE potesse conoscere a "quale ora" poteva essere avvenuta l'uscita di li di R.R.
Il filmato io non ho mai avuto l'onore e l'onere di vederlo nuovamente ma stranamente nonsi riesce a reperire.
Io anche sulla base di quel filmato, ma anche sul bene che voglio ai cani, insistevo su R.R. uscita con i suoi piedi dalla recinzione.
Rivedendolo forse si potrebbe anche azzardare un'orario indicativo seguendo l'ordine logico delle domande e risposte.
Chiaramente e' pur sempre un'intervista ad un media e tutto potrebbe essere stato tratto da copione per creare suspence, e chi lo sa??? Forse la cattivissima intervistatrice.

chiara ha detto...

è vero, anch'io avevo cercato l'intervista quando ne parlò qualcuno e non l'avevo trovata. Direi che la cosa è abbastanza significativa...

ma la situazione di buio o luce cosa vuol dire? non si accendono al crepuscolo e si spengono all'alba quei lampioni? (quindi essendosi coricato a sera inoltrata e svegliato che era ancora buio o poco ci manca, le 6.45 d'inverno, non dovrebbe essere strano pensare che quand'è uscita in quel lasso di tempo i lampioni fossero accesi...)

Antonello ha detto...

@Chiara
ho riferito cosa mi ricordo io e perche' ritengo degna di segnalazione quell'intervista.
Ho premesso che non mi ricordo le parole precise, ed anzi se chi la trova le pubblica sarebbe illuminante.
L'intervista verteva sulla traccia segnalata dai cani ed avveniva proprio davanti al punto della recinzione da loro segnalato come il punto di uscita di R.R.
Ora le evoluzioni dialettiche dell'intervistatrice non le ricordo ma so che stava chiedendo, dopo mille volteggi ipnotici, ai due se R.R. "di sera" ed a "quell'ora" avrebbe potuto "da sola" scavalcare quella recinzione come i cani dicevano.
Come se fosse normale il L. inizio' la sua risposta con a "quell'ora" e stava argomentando la sua convinzione, dopodiche' si interruppe visibilmente contrariato ed uscendo dall'inquadratura lascio' improvvisamente la scena all'ipotesi di amnesia da portone principale.
L'impostazione elettrica di accensione dei lampioni, se si accendevano, era proprio attinente alle domande che piu' volte mi ero posto io sulla lampadina all'interno del lampione.
Cosa e' strano emergerebbe solo risentendo quell'intervista perche', almeno io, non ricordo bene le esatte parole anche interrotte e quindi il senso logico secondo il quale identificare l'ora che si poteva intendere.

Antonello ha detto...

http://www.rete24.com/1028208/roberta-ragusa-testimone-incastra-logli-urla-strazianti-quella-notte

Io non ho visto quella trasmissione ma se le cose stanno cosi' mi sembra che questo testimone, se veramente esiste ed afferma quello che racconta l'articolo, la situazione del L. si aggravi non poco.
Addirittura "urla strazianti" ed una donna a cui viene "sbattuta la testa sul cofano", daccordo il testimone non ha riconosciuto la donna ma, sempre se e' cosi, il L. dovra' spiegare come mai ha riferito invece di aver dormito tutta la notte, chi era la donna con cui litigava ed il perche' delle urla strazianti e del colpo sul cofano.
Vedendo cosa e' accaduto ad Ascoli c'e' da chiedersi come mai l'indagato sia ancora libero.
Ma c'e' anche da chiedersi perche' parlare dopo un anno e, con tutti i riflettori puntati, cosa si poteva temere dei L.

Anonimo ha detto...

accidenti, mica poco.

chiara ha detto...

Antonello
sulla mancata richiesta di misure cautelari per logli nonostante questa testimonianza mi sto formando una idea molto precisa: non vengono chieste proprio in ragione di questa testimonianza! perchè il testimone afferma di temere la famiglia logli e difatti si è fatto coraggio solo molto tardi (a volergli credere, è chiaro). Spiego. La richiesta di misure cautelari è anche detta "momento della discovery" ossia quel momento nel quale, in corso d'indagine e in deroga al segreto istruttorio che rende inconoscibili gli atti anche all'indagato, la procura deve mettere in tavola tutte le proprie carte scoperte, onde consentire al giudice il vaglio sulla sussistenza dei gravi indizi e all'indagato di difendersi. Ora, avendo probabilmente elementi fragili e solo questo testimone come elemento forte, e sapendo che egli è intimorito e quindi c'è il rischio che ritratti se ne venisse svelata precocemente l'identià, la procura non richiede la misura proprio per non essere costretta alla discovery, ossia alla rivelazione di chi sia questo testimone, fino a quando non sia certa di avere sufficienti elementi per poter prognosticare la condanna del Logli anche senza fare affidamento esclusivo su di lui. Secondo me le cose stanno così.

Antonello ha detto...

@Chiara
pacifico, il nodo della "non richiesta" potrebbe essere funzionale ad un risultato che quanto piu' incastri con elementi oggettivi l'indagati alle sue responsabilita', sempre se responsabilita' abbia.
Ma, magari correggimi, la richiesta cautelare oltre che' avere dei fondamenti solidi, forse questo testimone se esistesse basterebbe, dovrebbe essere avanzata solo su pericolo di fuga, inquinamento delle prove e rischio di reiterazione del reato.
In particolare, escludendo il pericolo di fuga e di reiterazione di un ipotetico reato estinta nell'unitarieta' della ipotetica vita della moglie (o ex moglie), l'inquinamento di prove potrebbe comprendere anche l'intimidazione di eventuali testimoni, a questo punto chiave.
E qui c'e' una valutazione del tutto soggettiva di chi deve o non deve procedere, deve cioe' valutare se l'ambiente, la famiglia, le condizioni di convivenza nel vicinato o in ipotetici contratti d'affitto (come si ipotizzava) possano inibire la testimonianza o renderla "ricattabile", "minacciabile", e se esiste un pericolo per come viene citato dal testimone ipotetico stesso.
In poche parole, c'e' anche da prendere atto di una dichiarazione ipoteticamente mendace avendo lui dichiarato, gia' in sede di denuncia di scomparsa, di aver dormito tutta la notte confrontando tale sua denuncia con l'ipotetica testimonianza contraria.
Certo che se si tratta di pericoli imminenti per il testimone non vedo cosa proibirebbe di destinargli opportuna difesa, e' che forse questo testimone non convince del tutto e si cercano particolari che confermino quanto lui/lei dice.
D'altra parte in un caso cosi' grave e' difficile pensare di evitare di testimoniare prendendosi tutte le responsabilita' di cosa comporta una tale testimonianza.
In secondo luogo ed a latere c'e' anche, non conoscendo i termini della testimonianza, il rischio che qualcun altro intenda a tutti i costi incastrare il L.
Tutta da vedere comunque, credo anche che manchi poco al momento in cui una decisione vada presa.

chiara ha detto...

però antonello la protezione la puoi dare solo contro minacce fisiche e dubito sia questo il timore che i testimoni esprimono.
anche a mettere dentro a.l., il rischio di inquinamento probatorio sotto forma di deterrenza delle testimonianze non sarebbe scongiurato se è vero che sia la famiglia a fare paura. quindi la procura potrebbe avere valutato come controproducente rischiare di perdere quello che al momento è l'unico testimone senza avere la certezza che il rischio si inquinamento venga scongiurato ma anzi magari aggravato dalla ritrattazione di questo stesso teste (meglio una condanna per false informazioni che non potere più vivere e lavorare a gello; c'è gente che a spostarsi di città e ricominciare da zero non ci pensa minimamente)...

intanto sappiamo che evidentemente la procura ha ottenuto la proroga delle indagini (non scadevano a febbraio i termini?) e vedremo se vorranno tenersi tutti i sei mesi ulteriori o se decideranno qualcosa prima...di sicuro attenderanno i risultati delle analisi sulle varie ossa...

Antonello ha detto...

@Chiara
credo di aver letto che le ossa sarebbero di un sessantenne di genere maschile, come sempre sparano in prima pagina per poi smentire in ventesima.
Beh, dipende, se parliamo di un povero stipendiato cambiare citta' per rifarsi una vita diventa un dramma, se invece parliamo di persona agiata la cosa sarebbe meno drammatica, se fosse un professionista cambia residenza ed Ordine mica si dovrebbe licenziare come un operaio.
Credo poi che i Giudici abbiano modo e maniera di difendere anche da pericoli non fisici, magari il problema e' il motivo del timore, perche' il testimone ha cosi' paura??? Ci sono stati precedenti??? Cosa si teme??? E con quali fondamenti???
Forse che un caso cosi' grave, se fosse, non vale il cambio contratto d'affitto, come ipotizzavamo commenti fa??? Perche' certe paure sarebbero giustificate al sud dove vi sono veri e propri boss, a Pisa un Giudice riesce a difendere un testimone chiave anche da pericoli non fisici???
Certo che assistere a scene di un certo tipo puo' cambiare la vita, all'indagato ed al testimone, comunque le comunita' di una volta avevano gli anticorpi a certi pericoli, oggi oramai ognuno pensa al proprio orticello ed aspettiamo solo che di scomparire, non siamo piu' comunita', ci si isola nei propri ritmi ed interessi e diventiamo sempre piu' bocconi prelibati per iene e sciacalli, siamo in balia delle nostre paure.
In altri tempi anche solo permettersi di minacciare era considerata una cosa grave.

Antonello ha detto...

http://news.supermoney.eu/tempo-libero/2013/03/chi-l-ha-visto-un-supertestimone-inchioderebbe-antonio-logli-per-la-scomparsa-di-roberta-ragusa-0011413.html

E' anche il comportamento un po' strano, cioe' all'una e un quarto il testimone esce con il cane, e questo agli occhi del L. dovrebbe consentirgli di identificarlo, vede il L. litigare (e fin li giusto farsi i fatti propri) ed assiste ad urla strazianti della donna con il L. che la stava percuotendo violentemente senza mai intervenire (qua un po' meno giusto), poi avrebbe visto il L. fuggire ma non avrebbe chiamato neppure in forma anonima alcuna forza pubblica, non avrebbe avvisato nessuno.
Io credo che il quadro sia un po' inverosimile, ha un panico esagerato ma trapela che era uscito con il cane all'una di notte, quando a quell'ora non saranno mica stati in raduno gli accompagnatori di cani, nonostante questo si fa vedere in anonimato ad una trasmissione pubblica coperto.
C'e' qualcosa che non torna, o i giornali scrivono boiate o e' spiegabile il perche' puo' essere una testimonianza ancora tutta da verificare.
Perdippiu' in un anno gli interessi eventuali si possono diversificare, si possono cioe' creare quelle condizioni che potevano permettere di non essere piu' vulnerabile, eliminando cosi' determinate paure anche con l'aiuto eventuale dei Giudici e del Comitato delle amiche di R.R.
Perche' invece pur se identificabilissimo dal L. si nasconde ancora e perche' salta fuori dopo un anno con ancora la paura??? Perche' vedendo scene gravi di violenza non avrebbe mai avvisato nessuno nemmeno in anonimato???

Anonimo ha detto...

ANTONELLO
Stai facendo tutto da solo! Rattoppi, strappi, ricuci e ristrappi.
Ma che c...o ne sai tu del sud, i boss, i testimoni, la paura e tutte le fantasie che la tua mente abortisce?
Conosci il sud e le persone per bene che lo abitano?
Frenati piuttosto, e pensa al fatto che ti trovi a scrivere da solo, con l'unica paziente Chiara, della quale NON SCOLTI NULLA.
E quanto parli del SUD sciacquati le gengive.
Carmelo FALCE

Anonimo ha detto...

ANTONELLO
Sei duro di cuore come una cotenna.
Perchè non ti immedesimi in quel poveraccio del testimone, la cui posizione socio economica non gli permette uno scontro con un "signorotto" locale, pieno di risorse economiche e sociali.
Cosa avresti fatto tu, al suo posto, guascone e spaccamontagne?
Non fare l'eroe con la pelle degli altri!!!
C. FALCE

chiara ha detto...

Falce: sono certa che antonello non intendesse offendere i meridionali con quella frase. sono invece d'accordo con te sul rilievo che sia ragionevole il timore del testimone che si definisce appunto "un poveraccio" contrapposto ad "una famiglia potente". E' evidente che il timore sia proprio quello di non poter più vivere serenamente e lavorare in quel paese in cui lui non è nessuno e i L. sono i signorotti (così pare); si sa come va nelle piccole realtà: se sei inviso a chi può muovere "conoscenze" tutti cercheranno di prendere le distanze da te per non essere coinvolti e rimetterci pure loro.

Ciò detto, Antonello: ti metto il link dell'intervista così la guardi e poi ne parliamo http://www.rai.tv/dl/replaytv/replaytv.html?refresh_ce#day=2013-03-13&ch=3&v=190092&vd=2013-03-13&vc=3; la prima parte (avvistamento certo del L. in auto) la trovi dal minuto 04.20 al 05.05, la seconda parte (litigio in cui non riconosce le persone) dal minuto 27.00 al 31.50.

Ti anticipo già le mie osservazioni:
- anche a me stride un po' questo "outing" per il fatto che il testimone è certo di essere stato riconosciuto anche lui al primo passaggio in auto, mentre sa di non essere stato visto durante il litigio, allora ora è come se gli avesse detto "guarda che il testimone del litigio sono io e tu sai chi sono" (considera che per il L. lui era andato a casa e non poteva prevedere che fosse la stessa persona a passeggio col cane). E questo non ha senso se vuole tutelare se stesso. Mi ha però colpita il fatto che questo testimone sembri consapevole circa cosa poter dire e cosa no (in due occasioni dice "questo non glielo posso dire, quando uscirà il processo lo scoprirete" o qualcosa di simile...e questo solletica no?...) ed anche il fatto che certamente la procura fosse informata di questa intervista eppure non l'abbia inibita. Questo mi porta ad ipotizzare che questo "scoprire le carte" sia considerato funzionale dalla procura, nel senso di tentare di provocare una reazione nel L., o nella famiglia, che lo possa far tradire o quanto meno aggiungere un altro indizio al quadro.
- d'altra parte il testimone non si sta assumendo in realtà alcun rischio aggiuntivo se L. non c'entra con la scomparsa della moglie: l'unica circostanza di cui si dice certo - e che è l'unico "vulnus" certo di L. allo stato attuale - è quella della presenza in auto alle 00.30 e sa già di essere stato riconosciuto; sulla circostanza potenzialmente più compromettente, invece, non fornisce in realtà alcuna certezza per cui non è poi così pericoloso esporlo ed una reazione dei L. a questo fatto sarebbe abbastanza sospetta.

chiara ha detto...

- non sono d'accordo che avrebbe potuto intervenire nel litigio e sia strano non l'abbia fatto, perchè secondo me lui non ha ricollegato immediatamente i due fatti (l'avvistamento in auto e il litigio) non avendo riconosciuto le persone, e nemmeno sapendo dire se la seconda auto che ha visto (la prima sarebbe una compatibile con quella di roberta) fosse quella di L. e visto infine che anche il posto non era proprio quello del primo avvistamento ma un po' più avanti. Insomma, antonello, se io mi trovassi per strada all'una di notte col cane in un posto isolato e mi accorgessi che in distanza è in corso un violento litigio che io non collego ai miei vicini di casa (cioè persone che in linea di massima non ritengo pericolose per la mia incolumità) la prima cosa che farei è voltare i tacchi o osservare nell'ombra, temendo di trovarmi magari di fronte ad un protettore ed una prostituta o comunque a persone di malaffare e non mi andrebbe di prendermi una coltellata intromettendomi. E poi cosa telefono a fare alla polizia? per dire che si è mossa in direzione pisa un'auto di cui non so riferire modello nè targa, con a bordo un uomo e una donna che vi è stata caricata a forza? mah, no, io ritengo improbabile che qualcuno l'avrebbe fatto e, anche ammesso, che una pattuglia si sarebbe mossa dati i tempi di percorrenza che avrebbero reso non intercettabile l'auto nè potendo questa venire rintracciata senza dati di modello e targa. Insomma, su questa parte non trovo niente di particolarmente anomalo.

sulla protezione, antonello, no: le istituzioni non possono fare niente contro l'isolamento sociale, il licenziamento, l'ostracismo nelle quotidiane occupazioni ecc. Nè, senza un pericolo imminente, grave e determinato attinente all'incolumità fisica possono fornire supporto logistico per un eventuale trasferimento in un'altra città; ammesso che il testimone fosse disponibile a farlo.

Resto della prima idea: se questo testimone è ritenuto credibile, questa intervista è probabilmente una mossa della procura. vedremo...

Antonello ha detto...

@Falce
di ma mi spieghi una buona volta quale complesso mentale ti riduce ad entrare saltuariamente urlando ed apostrofando senza capire un'emerita cippa di quello che uno sta scrivendo od intendendo come fanno di solito i gelatai nelle riviere??? Ma erano mesi che non vomitavi ed ora che succede??? Mangiato pesante???
Ho forse io offeso in qualche strano modo che non capisco il sud se non scrivendo che sarebbe suddiviso in baronie e capitanati come, mi sembra, difficile sia a Gello (piccolo centro abitato di San Giuliano Terme in provincia di Pisa??? Ed e' questo il tuo modo di rispettare il dialogo in un libero blog??? Mah, e poi guarda che se gli altri non commentano probabilmente e' perche' non vogliono e non credo perche' stiamo interlocuendo io e Chiara, ma poi scusa eh, ma che sei geloso???

Antonello ha detto...

@Chiara
si, guardo prima, se riesco con i miei potentissimi mezzi, il video prima di risponderti, intanto grazie per averlo postato.

chiara ha detto...

se non riuscissi a vederlo dimmelo che te l'illustro bene.
ciao.

Anonimo ha detto...

Antonello
Se non sei capace di rispondere (in un italiano comprensibile) a quanto ti è stato contestato, se non offendendo in modo puerile, è evidente che non ne possiedi le qualità
Il SUD non è diviso in "baronie" o in "capitanati" ( di cui dovresti traurre il sinificato, se è nelle tue possibilità linguistiche), ma abitato da gente onesta e laboriosa.
Ti preciso, comunque, che non ho mangiato pesante nè ho avuto conati di rigetto. Se così fosse stato, avrei atteso per poterlo eseguire....dove puoi immaginare!!!
Stattene cuccio e tranquillo nell'angolo che ti spetta. e dove i tuoi sproloqui possono stagnare: un vecchio adagio così recitava: un asino non può mascherarsi da fiero palafreno.
Falce

Anonimo ha detto...

Da TG24
Sembra ci sia una svolta nelle indagini di Roberta Ragusa.
Sembra siano stati trovati in un luogo tenuto segreto dei reperti appartenenti a RR già' in possesso della Procura.
Il TG24 ha effettuato una intervista al procuratore Adinolfi il quale non ha detto niente, ma è' sembrato scocciato, non ha né' affermato ne' smentito ed ha congedato bruscamente l'inviato di TG24.
Alex.

Anonimo ha detto...

Questo e' il link di TG24
http://www.tgcom24.mediaset.it/cronaca/videodallarete/1002527/roberta-ragusa-trovati-alcuni-reperti.shtml
Alex.

chiara ha detto...

grazie alex!
curiosità....

PINO ha detto...

Alex
Grazie per la premura. Avevo già ascoltato, durante "pomeriggio 5", le dichiarazioni del giornalista di Tg24.
L'importanza sta nella notizia stessa che, se confermata ulteriormente, segnerebbe decisamente una svolta per la risoluzione di un caso che pareva "inpantanato" definitivamente.
Spero che "QG" di stasera ci darà maggiori ragguagli in merito.

Antonello ha detto...

@Falce
di ma non puoi finirla ogni tanto di fare i tuoi piagnistei e capire almeno una su dieci quando hai torto marcio, tu non pensi, non leggi, , non ti interessa capire e lo dimostra il fatto che non commenti che gli altri utenti, mai una tua coraggiosa avventura nella sostanza dei fatti, sempre sto modo bovino di tentare fanciullescamente di tacciare chi a monte non riesci manco a leggere.
Per questo ti ho attribuito il vomito senza senso che scrivi ogni santa volta non immaginando che sei noioso ed altero, certo che so dove hai vomitato, sulla tua umilta'.
E bada bene, non esagerare, a cuccia ci metti quell'unico neurone che non riesce ad avere un minimo di agilita'.
La prossima volta che hai voglia di offendere mettiti davanti allo specchio e sfogati che di tempo da perdere ne hai.
Ora spero che la smetti di entrare come i subacquei in acqua ogni due per tre sproloquiando, anche perche' non fai paura a nessuno.
Sempre simpaticamente per me e' chiusa qui.

Anonimo ha detto...

Buonasera a tutti.
Sembra che le persone che dissero di aver incontrato RR, fossero tutte conoscenti dei Logli, in particolare uno che era addirittura loro affittuario.
Ciò che parve strano fu che, pur conoscendo la donna incontrata a Viareggio (?)in stato confusionale,
non la fermò per chiederle come stesse.
Se il testimone intervistato a CLV ha detto che temeva per i figli,per questo non aveva parlato prima,ci sarà pure un motivo.
Non escludo che si sia aperto un dossier su questa famiglia.
Tra l'altro lui si era confidato con un amico ed è stato quest'ultimo che lo ha detto alle forze dell'ordine.
Questa nuova notizia del TG24 ci fa capire che hanno continuato a seguire il caso.
Aspettiamo altre nuove.
Vanna

Antonello ha detto...

@Chiara
Non riesco proprio ad attivare il link dell'intervista e purtroppo nemmeno ad accedere dal sito di Rai.tv, se per favore potresti descriverne almeno i punti salienti te ne sarei grato.

chiara ha detto...

ok antonello, domani arrivo.
'notte :-)

Antonello ha detto...

@Chiara
tranquilla, quando riesci, notte anche a te.

Anonimo ha detto...

http://affaritaliani.libero.it/cronache/ragusa-trovati-oggetti150313.html

Anonimo ha detto...

Antonello
Certo che chiudo, ma con la tua promessa che andrai a frequentare corsi serali di grammatica elementare e buona educazione civica.
E sempre simpaticamente. Falce

Antonello ha detto...

@Falce
credimi, non mi permetterei mai di offendere il Sud, non ne ho motivo, preferisco avanzare le mie soggettive critiche, come del resto al Nord od al Centro, ma sempre nel rispetto.
Ho molti amici al Sud, e' che a me pare incontrovertibile che per ragionietniche, per autodifesa di una comunita' e forse anche per interessi di singoli meno nobili purtroppo gli onesti e laboriosi debbano vedersi spartito il territorio in famiglie, potentati, con le intimidazioni, e non solo, che ne conseguono e che sono dati di fatto che emergono da almeno un secolo di cronache, non sono realta' che invento di certo io.
Poi e' anche vero che il fenomeno riguarda anche le zone del Nord e che persino la politica nazionale ne e' rimasta infiltrata.
Io mi chiedevo se un vero e proprio terrore per una famiglia puo' verificarsi in paesini o delegazioni del Nord arrivando a giustificarlo come potrebbe diventare di routine in alcuni posti appunto e purtroppo del Sud.
Tutto qua, le risposte possono cambiare ma considerare un'offesa una semplice analisi dei fatti, credo purtroppo, ineludibili non e' manco che aiuti a comprendere o comparare come stavo facendo.
Quindi, ai fatti, io a Gello se vedo una coppia che litiga mi faccio giustamente gli affari miei, ma, dicevo io, se vedo vere e proprie violenze con uns testa sbattuta in un cofano valuto sicuramente minimo una telefonata anonima alle Forze Pubbliche, tantopiu' se il mio intervento in prima persona rovinerebbe fino alla mia terza generazione (ma forse salverebbe una vita).
Ho detto questa enorme castroneria da eroe dei due mondi???

Anonimo ha detto...

Il Sussidiario.net ha chiesto al professore di psicopatologia forense della Sapienza di Roma Mastronardi, quali accertamenti fare per verificare se gli eventuali resti ritrovati siano autentici. Il prof. afferma che il più determinante, dopo tutto questo tempo, è la dentatura e quindi bisognerebbe chiedere all'odontoiatra che l'aveva in cura.
Mi chiedo: era il cognato l'odontoiatra di R?

Vanna

Anonimo ha detto...

Sulla nazione di oggi
http://www.lanazione.it/cronaca/2013/03/17/860029-roberta_trovati_discarica_vestiti_fanno_sperare.shtml
Alex.

Antonello ha detto...

Mah, in discarica sicuramente c'e' da augurarsi che qualcosa di R.R. vi sia, avra' pur buttato qualche volta dei vestiti, scarpe rotte non aggiustabili, dipende da cosa hanno trovato.
Il rischio e' di una bolla di sapone, credo sia piu' determinante il testimone e non di poco.
Purtroppo.

Anonimo ha detto...

Il gufo del male augurio è sempre in agguato. Non perde una occasione per sentenziare...l'assurdo!!!

Antonello ha detto...

@anonimo
ma di che e con parli???

Mimosa ha detto...

Certo che il Procuratore Adinolfi, davanti al giornalista che gli parla delle indiscrezioni sui “reperti”, ha fatto una faccia che è tutto un programma! Di sicuro dopo l’intervista, bruscamente interrotta, è andato a fare una ramanzina ai collaboratori … e infatti ancora si sa niente.
Non ne sa niente nemmeno l’avvocato di AL, così dice lui.

Ma aspettiamo fiduciosi il mercoledì di CLV … ormai siamo abituati che le giornate fatidiche per le grandi rivelazioni sono mercoledì e venerdì, a beneficio dei reciproci programmi televisivi serali!

Alla luce delle reazioni non credo sia una bufala.
Forse hanno in mano qualcosa che aspettano di produrre in un futuro incidente probatorio.

E forse non si tratta di qualcosa di nuovo, emerso da una discarica ...
specchietto per le allodole.

Mimosa

Anonimo ha detto...

Buongiorno!

Sembra che siano stati ritrovati dei vestiti di R.
La donzelletta SC doveva avere più spazio nell'armadio.
Comunque gli inquirenti si stanno muovendo con cautela e sembra di capire che non mollano la presa.
Bisognerebbe sapere in quale stato erano tali oggetti, e in mezzo a cosa, per poter cercare di risalire alla fascia temporale del deposito.
Sia che tale deposito sia recente che lontano, costituirebbe degli indizi.
Intanto gettare oggetti di abbigliamento significa che per loro RR non torna e che realmente si doveva creare spazio in casa.
Mi chiedo: perché non darli alla Caritas? Sarebbero stati utili.
Perché gettarli nell'immondizia?
Per nasconderli meglio perché c'era qualcosa o per disprezzo?
E se fossero una traccia?
Sono andati i cani lì?

Vanna

Anonimo ha detto...

@vanna
Corri troppo. Non si sa ne cosa hanno trovato ne' dove quindi aspettiamo prima di fare ipotesi...

Antonello ha detto...

Tanto per attendere nuovi sviluppi senza stare con le mani in mano ho cercato nuove piste ipoteticamente alternative al, per me, poco credibile movente cornaiuolo.
Questo perche', a parer mio regge poco un'improvvisa esplosione di violenza (come racconterebbe il fantomatico testimone) dopo sette anni di tradimenti e durante una discussione che in fondo avrebbe a logica dovuto vedere invece un L. forse remissivo a spiegare le sue ragioni o torti piuttosto che a prendere R.R. per la testa sbattendola sul cofano dell'auto od a provocarne comunque urla strazianti e premeditate nel ciore della notte raccontando poi il mattino l'ipotetica e presuntuoso barzelletta che avrebbe dormito tutta la notte.
Ho allargato quindi un attimo le alternative se vogliamo al marginale fantasioso ed ho fatto una piccola ricerca sulle patenti false, sui giri insomma organizzati e scoperti in Toscana ed in tutta Italia messi su da funzionari compiacenti.
Poco attinente mi e' sembrata l'indagine dell'ottobre 2009 della Polstrada di Pisa che porto' alla scoperta di un giro di patenti estere falsificate da extracomunitari e portate poi alla conversione italiana, in quell'occasione furono 128 gli indagati fra alcuni italiani, moltissimi filippini ed immigrati dediti all'attivita' di badanti.
Svariate le indagini in tutta Italia, a Milano, Bologna ed a Roma (dove si indago' anche su patenti intestate a calciatori).
A Firenze vi fu' un'indagine che cerco' riscontri su 59 indagati, con esami pilotati dimostrati dalle immagini di ben otto telecamere installate nel centro esami.
Il maggio del 2012 vede alcuni articoli che affrontano il progressivo incrementi di certificati di assicurazione manomessi e falsati tramite mezzi informatici, questo l'articolo:
http://iltirreno.gelocal.it/pisa/cronaca/2012/02/05/news/sempre-piu-pisani-senza-assicurazione-1.3149760
Tutto chiaramente al fine di avere un quadro piu' ampio della provincia di Pisa e non per accusare nessuno di alcunche', come penseranno sicuramente anonimi malauguri e pedanti inquisitori.

P.s. per chi non riesce a leggere offro privatamente spiegazioni in email alla modica di una camomilla all'ora, anonimi astenersi, come superstiziosi perditempo che non riescono a tentar di leggere senza mettersi le mani nei gioielli o con cornetti rossi in tasca, grazie.

chiara ha detto...

scusa antonello anche oggi di fretta non ho ti ho ancora fornito quanto promesso.
lascio giusto due note a favor di discussione e torno con più calma appena posso:
1. a quanto ho capito i reperti di roberta non sarebbero stati ritrovati come scarico di rifiuti ma interrati (sepolti per essere occultati) nei pressi della discarica.
2. sempre da quanto ho capito il testimone ha detto che il rumore ricondotto a "testata" è quando la donna viene costretta a salire in auto e dunque la botta sarebbe contro il montante del tetto (quello che la polizia evita mettendo la mano sul capo dell'arrestato, per intenderci) e non sul cofano. del cofano ne parla riferendo di rumori di mani sbattute nel corso della discussione. mi pare di ricordare così.

chiara ha detto...

Per Antonello: il testimone a c.l.v.
Di ritorno in auto con la moglie a mezzanotte e mezza passa davanti a questa macchina parcheggiata a bordo strada contromano. Riconosce "al mille per mille" tanto il Logli, che fa come per nascondere il viso con la mano e indossa un giubbino marrone, che la sua auto s-w. Dice alla moglie "ma quello non è il signore dell'autoscuola?" ma la moglie, che sta trafficando col telefono, non si gira in tempo per vederlo. Lui pensa che Logli l’abbia visto, sì sì l’ha visto, ma non può dire alla giornalista il motivo di questa certezza, “dopo che lo interrogheranno vi dirò tutto a modo e capirete anche voi”.
Dopo dieci-quindici-venti minuti dal rientro in casa, il cane vuole uscire e appena arrivano in strada lui sente della confusione, "degli urli, delle porte che sbattevano". E' "andato un po' più vicino però non ha visto se era sempre lui. O lei", ha visto solo due persone, un uomo e una donna, che litigavano. Una delle due macchine poteva essere l'altra loro (la c3 di roberta) ma non è sicuro al 100% , è sicuro sull'80%. Non ha potuto vedere bene “perché c’era un po’ di nebbia ed era lontano, era incappucciato, era col canino…”. La sua attenzione viene attirata perché “c’erano delle urla, la signora urlava, delle urla strazianti, forti, di paura” e dei rumori “qualche botto, qualche porta, qualche pugno sulla macchina”. Lei ha cercato di scappare? Sì…sì…cioè penso di sì non ho visto bene, si divincolava. Cioè lui la teneva e lei si divincolava e ha anche cercato di andare verso il campo (risposte a domande specifiche della giornalista). “Lui l’ha rincorsa, un paio di metri eh, e dopo ho visto che quest’uomo ha preso la donna con forza e l’ha caricata in macchina e forse deve anche aver dato qualche botta sulla macchina da come ho visto io da lontano, perché ho sentito una botta forte come una testa che sbatteva contro la macchina. Poi ha chiuso la porta, ha fatto il giro, è salito e sono andati via. Anche come è partito, è partito tutto sgommando, andando via ai 100 all’ora. La direzione era Pisa poi la strada va a destra e a sinistra ma non so dove sono andati”. Quando urlavano non ha capito cosa dicevano. Non ha fatto caso se la prima macchina [quella in cui aveva visto il L.] era ancora lì perché stavano più avanti. Le auto erano entrambe voltate nella stessa direzione, verso Pisa. Quando la giornalista chiede se ha visto l’abbigliamento dei due lui dice che non ha visto, “era troppo lontano e poi anche la posizione, si sentivano solo urlare; erano di fianco alla macchina, di là verso il campo”. Si ricorda con precisione che la notte è quella della scomparsa di Roberta perché il giorno dopo è successo qualcosa che però ora non può dire. Però è sicuro, purtroppo è sicuro.
Fine.

Anonimo ha detto...

email Email Share on print Stampa Newsletter Ragusa, l’ultima ipotesi: Roberta ha chiamato Sara
Gli investigatori lavorano sui tabulati e sulla telefonata ‘interrotta’ bruscamente nella notte maledettaFoto Tutte le foto del caso Ragusa
Il giallo è tutto nelle ore finali di quel sabato 13 gennaio 2012: alle 20, quando l’autoscuola sta per chiudere, il medico vede Sara e Roberta insieme, dietro al bancone, che lavorano fianco a fianco come hanno sempre fatto


Roberta Ragusa con il marito, Antonio Logli (Olycom)di Cecilia Morello

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IN QUEL momento invece, secondo i tabulati, era al telefono con Sara, perlomeno fino a mezzanotte e 17. Quindi una terza telefonata, quella più misteriosa: dura pochi secondi e segue le prime due (una di 45 minuti e una di venti). La seconda tra l’altro potrebbe essere stata fatta dall’autoscuola dove Logli ha detto di essere andato a mettere in ordine. L’ipotesi finora era che quella telefonata potesse essere stata interrotta da Roberta, che sente e trova conferma dei suoi dubbi sul tradimento del marito. E magari ne scopre anche l’identità, dando così il via alla lite che il testimone ha sentito. Ma quei pochi secondi le potevano bastare per capire con chi stava parlando Antonio? L’altra ipotesi, a cui gli investigatori stanno lavorando, è che sia stata proprio Roberta, esasperata dalle bugie, a prendere il cellulare del marito e fare quel numero. In questo caso un semplice «Pronto» di pochissimi secondi sarebbe stato sufficiente per capire chi c’era all’altro capo del telefono. E la scoperta non poteva essere più

Anonimo ha detto...

da " LA NAZIONE
, 18 marzo 2013 - UN SUPERTESTIMONE, intercettazioni, misteriosi reperti ritrovati poco più di 15 giorni fa e riferibili a Roberta Ragusa. La Procura inizia ad avere elementi tali da poter ascoltare Antonio Logli (lo farà dopo Pasqua), confrontando le sue dichiarazioni, inviariate finora, con quanto emerso. E trovare le eventuali contraddizioni. Il giallo è tutto nelle ore finali di quel sabato 13 gennaio 2012: alle 20, quando l’autoscuola sta per chiudere, il medico vede Sara e Roberta insieme, dietro al bancone, che lavorano fianco a fianco come hanno sempre fatto. Da qui fino alle 23 passate sembra non succedere niente. Poi il marito chiama l’amante, Sara. Due lunghe telefonate. Poi una terza, brevissima. E se a farla fosse stata proprio Roberta?

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Tutte le donne del gialloIL DETTAGLIO potrebbe essere decisivo per capire cosa sia davvero successo quella maledetta notte. Un dettaglio che potrebbe anche collimare con il racconto fatto dal supertestimone della violenta lite a cui ha assistito intorno all’una. Gli inquirenti hanno concentrato la loro attenzione sui tabulati telefonici: a colpirli, fin da subito, è stata la durata di quella terza telefonata tra Antonio e Sara sui due cellulari usati dalla coppia clandestina per comunicare e che sono stati distrutti il giorno dopo la scomparsa di Roberta. Già le prime due contraddicono in parte la versione del marito, che ha raccontato di aver messo la bambina a letto, essere andato a mettere in ordine la scuola guida e poi a letto. L’orario? Le 23.55, o comunque non oltre mezzanotte.


IN QUEL momento invece, secondo i tabulati, era al telefono con Sara, perlomeno fino a mezzanotte e 17. Quindi una terza telefonata, quella più misteriosa: dura pochi secondi e segue le prime due (una di 45 minuti e una di venti). La seconda tra l’altro potrebbe essere stata fatta dall’autoscuola dove Logli ha detto di essere andato a mettere in ordine. L’ipotesi finora era che quella telefonata potesse essere stata interrotta da Roberta, che sente e trova conferma dei suoi dubbi sul tradimento del marito. E magari ne scopre anche l’identità, dando così il via alla lite che il testimone ha sentito. Ma quei pochi secondi le potevano bastare per capire con chi stava parlando Antonio? L’altra ipotesi, a cui gli investigatori stanno lavorando, è che sia stata proprio Roberta, esasperata dalle bugie, a prendere il cellulare del marito e fare quel numero. In questo caso un semplice «Pronto» di pochissimi secondi sarebbe stato sufficiente per capire chi c’era all’altro capo del telefono. E la scoperta non poteva essere più scioccante.

Antonello ha detto...

@Chiara
grazie mille per la pazienza, beh le cose diventerebbero un pochino piu' logiche, di fatto il testimone sarebbe stato lontano ed in tutti i casi non ha visto violenza cruda a parte un marito che costringeva la moglie (?????) a salire in auto ed urla strazianti nella notte.
Non so, li per li siamo ai limiti, chiunque forse avrebbe subito evitato di avvisare non potendo aspettarsi epiloghi violenti o drammatici, ho dei dubbi per quando invece la scomparsa era conclamata.
Nemmeno insomma una telefonata anonima che avrebbe consentito subito di alzare l'attenzione da parte degli inquirenti??? E' logico??? Cosa ci avrebbe perso con una telefonata anonima???
Forse perche', come riporti tu Chiara, il testimone sarebbe sicuro di essere stato riconosciuto quella sera dalla persona che lui dice con certezza essere il L.
Ed in questa versione dei fatti riconosco le difficolta' in cui era il testimone dal punto di vista umano, l'unica strada che gli era rimasta era il contattare il Dr. Adinolfi sperando che avesse secretato pro tempore una testimonianza chiave sino a che non vi fossero state le prerogative per renderla pubblica procedendo di conseguenza giudiziariamente.
Ma il punto umano, giudiziario ed, un po' meno investigativo, e' che con certezza il testimone vedrebbe il L. fermo in auto in un punto non precisato vicino casa sua avendo riconosciuto lui e la sua auto.
Tutto il resto mi sembra discutibile, dice che era lontano, che ne sarebbe certo all'80%, che non sa chi era la donna benche' ne sentisse le urla strazianti.
E per finire, a prima vista, spero che si concordi che una scena, che poi avrebbe portato ad un ipotetico epilogo della donna per mano del marito, simile con urla strazianti all'una di notte in bella sfilata con le proprie auto nel caso non possa a logica aver ipoteticamente fatto parte di una qualche razionale, lunga, ragionata o corta ed "improvvisata" premeditazione.
Se dovessi immaginare come vera la scena raccontata dal testimone e se dovessi prenderla come spunto di accusa per il L. mi verrebbe proprio da pensare ad un impeto improvviso dovuto ad una motivazione forte, forse legata indirettamente ad un movente passionale ma di natura diversa, si era insomma vivacchiato per sette anni e nel caso ipotetico, personalmente, non credo vi fosse nella motivazione passionale l'essenza di una ipotetica improvvisa e forte violenza.
E nel caso non vedo una motivazione nemmeno nel patrimoniale, per tre o quattro anni minimo il L. aveva furoreggiato senza il piu' piccolo sospetto di una moglie, si diceva, ingenua, avrebbe quindi mille volte potuto riorganizzare il patrimonio familiare, persino intestandoli ai figli, levandoli cosi' dalle grinfie di una ingenua veniale che dopo avrebbe potuto ricattarlo, ma non lo ha fatto.
Ha lasciato a R.R. praticamente la casa coniugale e le quote dell'autoscuola, segno che non prevedeva problematiche da quel lato, forse non prevedeva neppure problematiche.
Se pero' ammettessimo che quella sera il testimone avrebbe visto il L. e la moglie framcamente non capisco perche' poi darsi la zappa sui piedi dichiarando di essere andato a dormire a mezzanotte, non poteva scommettere che nessuno avrebbe visto, sentito e riconosciuto, sarebbe stato da pazzi.

Anonimo ha detto...

@Chiare
Non ho visto CLV ma la seconda macchina che fine ha fatto? La presumibile C3 e' rimasta sulla strada al buio???
Guarda che si tratta di strada illuminata da pochi e radi lampioni. Mi sembra che la seconda parte sia poco credibile.
Alex

chiara ha detto...

Alex
c'è da discuterne hai ragione...se la seconda auto fosse stata portata dentro da qualcun altro allora si avrebbe una telefonata sui tabulati e certo ne verrà chiesto conto nel famoso interrogatorio; ma potremmo anche pensare semplicemente che essendo notte nessuno abbia fatto caso a quell'auto parcheggiata a lato strada. In fondo l'attenzione del testimone è stata attirata dal fatto che in quell'auto ferma a tarda sera c'era a bordo una persona, ma un'auto vuota parcheggiata non è detto che venga memorizzata da chi passa casualmente di notte....comunque c'è da pensarci hai ragione.

Antonello
però per modificare l'intestazione di quote o la comunione dei beni non si fa un atto unilaterale ma occorre recarsi dal notaio entrambi a firmare...come lo avrebbe giustificato alla moglie?

Anonimo ha detto...

@chiara
Ad oggi nulla e' cambiato in merito alle quote dell autoscuola. RR ha sembrerebbe le sue quote.
Alex

Anonimo ha detto...

Chiara
La strada e' buia e molto stretta. Parcheggiare un'auto la sera in quella strada avrebbe ingombrato la carreggiata con il rischio di un tamponamento e senz'altro avrebbe dato nell'occhio alle rare macchine che vi passano.
Alex

Anonimo ha detto...

da "LA NAZIONE" 19-03 013

L’ultimo colpo di scena riguarderebbe ‘reperti’, effetti personali riconducibili alla donna, in particolare vestiti, nascosti accuratamente, rivelano fonti non istituzionali, nella zona al confine tra Calci e San Giuliano

Cosa c’è di diverso questa volta? Perché nessuno tra i familiari è stato chiamato a fare il riconoscimento? Si tratta di reperti che possono risultare ‘decisivi’ nelle indagini che vedono sospettato il marito della donna? Tutte domande che, per ora, restano senza risposta.

Antonello ha detto...

@Alex
si, stavamo solo facendo delle ipotesi chiedendoci perche' pur potendo e in assenza di sospetti della moglie, qualcuno diceva, ingenua il L. non ha mai provveduto a "riordinare" il patrimonio familiare, ad esempio, intestandolo ai figli.

@Chiara
beh ma le motivazioni fiscali ci sono e mi sembra che si possono utilizzare anche nel senso inverso a quello che nel colpevolismo si cennava.
Ad esempio, intanto le quote non mi sembra avessero un significato decisionale, nell'accomandita pura era il suocero ad avere la completa titolarita' della ditta, al socio marginale spetta la visualizzazione dei registri e delle documentazioni, certo non ha titolarita' ma neppure responsabilita' in toto se non in contraddittorio si dimostri che autonomamente abbia agito in presunzione di rappresentanza, non puo' firmare ma se firma ne risponde in sostanza.
Certo R.R. presumo avesse apportato prestazione d'opera ed una quota di capitale, ma per acquisire quote non rappresentative, o sbaglio???
La casa coniugale invece sarebbe stato semplice intestarla ai figli e convincendo la moglie con motivazionidi successione fiscali, e tra l'altro non sarebbe stato neppure un discorso tanto fuori dalla realta', tuttaltro.
E' infatti in uso intestare ai figli riservando l'usufrutto "a vita" ai genitori.
Tutto questo il L. non lo ha mai fatto, ed a dire delle amiche a cui non e' mai stato riferito da R.R. non ci ha neppure mai pensato in tempi di tradimento ma lontani da qualsiasi sospetto della moglie.
Insisto, una "premeditazione" molto singolare.

Antonello ha detto...

In particolare, riguardo alle quote, servirebbe sapere quale tipo di accomandita sarebbe attiva, se semplice, per azioni od altro.
Le disposizioni inerenti le accomandite sono previste ed ordinate nel Codice Civile, agli artt. 2213-2214-2215-2250-2252-2253-2254-2262-2263-2264-2284-2298-2500-2500ter-2501-2504-2633-2941.
Sarebbe anche interessante capire quale sarebbe e con quali decorrenze eventuali la destinazione delle quote di spettanza apportate a suo tempo da R.R., presumo che prima bisogna dipanare i termini secondo i quali da "irreperibile" una persona si dichiara "scomparsa con le conseguenze giuridiche che ne conseguono nei diversi status in relazione al patrimonio.

chiara ha detto...

Antonello
nella società non ha senso parlare di cambio d'intestazione delle quote per il motivo che l'unico "vanto" economico di R. sulla ditta era la liquidazione della propria quota in caso di recesso dalla società e il pagamento di eventuali stipendi e tfr in caso fosse prestatrice d'opera nella stessa. Per cui, se i valori fossero altini, c'era interesse a che lei restasse socia (di capitale ed eventualmente d'opera) e non domandasse liquidazione e corrispettivi. Viceversa, la liquidavano di buon grado e stop.
Sulla casa invece possiamo fare mera speculazione in quanto non so se fosse intestata al suocero o al marito e, nel caso fosse intestata al marito, se lo fosse da prima del matrimonio (e quindi non ricadeva in comunione) o successivamente (con diritto di r. al 50%). Facciamo comunque le due ipotesi: 1) se era intestata al suocero, a R. non fregava nulla delle intestazioni: non avrebbe avuto comunque alcun diritto economico sulla casa ma solo il diritto di abitazione come collocataria dei figli in caso di separazione e questo prescinde dalla intestazione a tizio o a caio (quindi il danno per il titolare della casa era "in re ipsa" la separazione dato che ci avrebbe vissuto r. coi bimbi per chissà quanti anni).
2) Se invece era intestata al marito distinguiamo se lo fosse da prima del matrimonio e allora torna il discorso sopra (tacco per l'intestatario in virtù del diritto di abitazione come collocataria dei figli in seguito alla separazione) oppure se lo fosse da dopo il matrimonio e allora sì R. avrebbe avuto titolo per richieste economiche sul valore del suo 50% in virtù della comunione di beni; ma in quest'ultimo caso A) cambiando l'intestazione, con la partecipazione necessaria di R. all'atto, salvava la liquidazione della quota ma comunque non il diritto di abitazione; B) non vedo come il marito avrebbe potuto motivarle il cambio di intestazione dato che era già abitazione principale (e quindi con aliquota agevolata) nè aggredibile dai creditori sociali (in quanto il socio accomandante risponde nei limiti della quota sociale).
Siamo comunque alla mera speculazione, ma giusto per dire che non trovo il discorso significativo ai fini della "premeditazione" come mi pare di capire tu faccia.

chiara ha detto...

AUTOSCUOLA FUTURA di LOGLI V. & C. S.A.S. (accomandita semplice)

La disciplina della scomparsa, dell'assenza (e della morte presunta) la trovi agli artt. 48 e ss. del cod. civ.
In caso di scomparsa comprovata può venire chiesta la nomina di un curatore per gli atti di conservazione del patrimonio dello scomparso; viene solitamente nominato un parente. Dopo due anni dall'ultima notizia si può ottenere la dichiarazione di assenza con immissione dei potenziali eredi nel possesso dei beni dell'assente, con pieni poteri di amministrazione e di godimento dei frutti. Nel caso concreto, dopo due anni dalla scomparsa il marito verrebbe immesso nella gestione e godimento della quota sociale di Roberta, per il 50% come erede e per l'altro 50% come esercente la potestà sui figli minori; se uno dei figli diventa maggiorenne a lui resta il 50 in proprio + il 25 come genitore e presumibilmente una procura generale da parte del figlio maggiorenne che concretamente non saprebbe gestire in proprio il suo 25% di quota della madre. Ergo, dalla socierà non esce un euro, tutto resta nelle mani della famiglia L. anche senza dichiarazione di morte...tutti felici e contenti.

Antonello ha detto...

@Chiara
beh sarebbe grave comunque se dopo la dichiarazione di decesso presunto le quote andassero pure a qualcun altro che a quel patrimonio ha ben poco contribuito, intendo che il fatto che le quote vadano a figli e marito non sarebbe il vero problema se non aleggiassero un'indagine e dei forti sospetti.
Io pero' sapevo di una possibilita' di negazione alla successione nel caso che la scomparsa del coniuge fosse stata causata con dolo dal coniuge ereditario, corrisponde al vero???
Quello che discutevo io pero' verteva sull'iscrizione e la convinzione, per me singolare, che ricondurrebbe ad un omicidio premeditato, insomma vi sono troppi, a.parer mio, particolari che potrebbero nel caso ipotetico collimare con un "impetuoso" svolgersi dei fatti che, per ora, si presumono e sui quali stanno indagando.
Nello specifico perche', dal punto di vista ipotetico del L., infognarsi a tal punto, bastava alla triste bisogna anche pensarci molto prima od anche dar fuoco alle ipotetiche spoglie facendo rinvenire i resti e permettendo una snellitura sulla gestione patrimoniale post eventi, o no???
La penso io troppo raffinata???

Antonello ha detto...

Nell'accomandita semplice l'accomandatario (presumo il suocero) risponde solidalmente ed illimitatamente alle obbligazioni sociali mentre l'accomandante (presumo R.R.) risponde alle stesse limitatamente al patrimonio apportato.
Vi sono pero' dei casi in cui l'accomandante risponde in toto per le obbligazioni sociali, e cioe' sempre se permette che nella ragione sociale compaia anche il suo nome in aggiunta di almeno uno degli accomandatari e relativamente a singole operazioni se compiute sotto la propria responsabilita' firmandone i documenti relativi o comunque assumendone autorita' dispositoria.
Mentre che io sappia, l'accomandante inforza del suo esclusivo status non puo', per legislazioni sul lavoro, svolgere neppure mansioni all'interno e per la societa', dovrebbe nel caso risultare dipendente.
Quindi credo che almeno figurativamente R.R. percepisse o vedrebbe registrato, in uscita dalla societa', un suo stipendio, salvo status diversi.
Chi ne sa di piu' pero' batta un colpo, ad occhio pero' non mi sembra che ad R.R. fosse stato concesso questo ampio margine di operativita' all'interno della societa', documentalmente tuttaltro, magari invece di fatto amministrava tutto lei e questo non so se possiamo ora saperlo.
Molto piu' appetibile, investigativamente parlando, la proprieta' della casa coniugale, senza dubbio.

Antonello ha detto...

@Chiara
il patrimonio potrebbe diventare significativo ipoteticamente ai fini di una qualche premeditazione e secondo un semplice mio ragionamento se, ad esempio,il L. avesse riorganizzato, convincendo in tempi non sospetti la moglie adducendo motivazioni fiscali tuttaltro che inidonee, il proprio patrimonio pilotandone l'intestazione ai figli, il che' taglierebbe la testa a tutti i tori anche in caso di separazione (pongo solo un dubbio su chi sarebbero stati affidati a seconda delle inimmaginabili differenze di eventi, il che non mi sembra proprio scontato).
Concordo comunque sull'appetibilita' eventuale e patrimoniale inerente alla casa coniugale stante che, appunto, il L. non ha mai inteso "prevenire ne premeditare" in alcun modo una situazione che per quanto sopra, nel caso avesse studiato tutto, poteva ampiamente prevedere.
Per questo analizzavo la destinazione del patrimonio eventualmente ai fini di una qualche ipotetica premeditazione.

Antonello ha detto...

Per quanto sopra non vedo come ed in base a quali riscontri sostenere una ipotetica premeditazione "a tavolino", ma se analizzassimo come accreditate le dichiarazioni del testimone che parlano chiaramente di urla straziate nella notte, di auto bellamente in sfilata alla merce di tutti i vicini, se aggiungiamo il "non aver toccato" di fatto nulla in tutta la notte quando invece determinati semplici atti (far sparire almeno una valigia ed uno spazzolino avvalorando la tesi di una scomparsa per come oggi appare invece particolarmente strana) avrebbero potuto confortare una casualita' dall'indagato non determinabile e' chiaro che ne uscirebbe malconcia anche una premeditazione minima e contingente.
Rimane questo minuzioso ed ipotetico aver nascosto perfettamente l'ipotetico corpo, ma un occultamento non e' premeditabile, e' attuabile a triste necessita' di omicida, omicida che in ogni caso coerente puo' diventare tale anche d'impeto come i ragionamenti mi porterebbero piuttosto a riuscire ad ipotizzare.
Diversamente, dopo Ascoli, avremmo il piu' grande degli scommettitori in circolazione e non lo sapevamo.
O risbaglio???

chiara ha detto...

sì antonello, l'accertamento del dolo omicidiario (o anche del tentato omicidio) è causa di indegnità alla successione, non ci piove; ma, primo ci vuole una condanna definitiva, secondo stiamo già parlando di morte accertata e di morte accertata per omicidio e non è questo il caso. E siccome per la dichiarazione di morte presunta ci vogliono almeno 10 anni, io parlavo del prima, del momento della semplice dichiarazione di assenza dello scomparso (dopo 2 anni dalla scomparsa) o, ancora prima, del semplice accertamento della scomparsa, dato che avevi chiesto cosa succede in questi casi. Preciso poi come questi passaggi siano delle mere facoltà che hanno gli interessati, non c'è nessun automatismo o obbligo. Certo, quando ci sono di mezzo le società solitamente queste cose si fanno. Poi posso anche dire che ritengo improbabile che come curatore dei beni della scomparsa verrebbe scelto proprio il marito indagato; ma solo per ragioni di opportunità non credo sia giuridicamente ostativa la cosa. Ma prendi con beneficio dato che il civile non è il mio campo e questo di cui parliamo è un settore molto particolare. Idem per la prestazione lavorativa (sempre con le molle perchè mi rifaccio a reminiscenze): sono stata imprecisa a parlare di socio d'opera hai ragione; r. poteva essere contestualmente socia di capitale e lavoratrice dipendente purchè "eterodiretta" cioè sotto le direttive di un altro socio (vedi art. 2320 comma 2 e giurisprudenza correlata). A me questo piacerebbe sapere, perchè se ci mettiamo di mezzo tfr ecc la cifra che r. poteva pretendere uscendo dalla s.a.s. sia come socia che come dipendente poteva essere significativa (in caso di morte, invece e tutto sommato, i "dindini" restano in famiglia, a marito e figli). Invece mi sfugge perchè ti interessi la questione dell'ampiezza dei poteri di roberta nella società. mi spieghi a cosa punti?

chiara ha detto...

il mio delle 15.27 precede nella stesura i tuoi ultimi due, per cui non leggerlo in successione.
sulla premeditazione, guarda, anche io non ho nessuna parola definitiva. O meglio, escluderei soltanto la premeditazione risalente (che abbia avuto modo di essere vagliata e rivagliata). Viceversa una premeditazione "dell'ultima ora" può anche comprendere enormi sciocchezze ed errori di valutazione, ma allo stesso modo un gesto d'impeto può giovarsi di geniali intuizioni o grande fortuna in tema di occultamento. Insomma, secondo me non c'è nulla che aiuti a ragionare in un senso o nell'altro.

Antonello ha detto...

@Chiara
non punto a nulla in particolare ma valuto tutto per come appare al fine di avere delle bocce realmente ferme e su quelle poi poter finalmente ragionare.
A ragion di archivio, essendo probabilita' lontane ma interessanti professionalmente su cui "costruire" premettendolo, vi sono infinite possibilita' commerciali su cui ragionare.
Non ultima la pratica di firme false di una scomparsa o commesse enormi dalla scomparsa firmate in attivita' a favore di terzi.
Eventuali deleghe scritte su esclusivi settori consegnata all'accomandante R.R. potrebbero essere di netto strappate, bruciate, avvalorando sue iniziative che ne vedrebbero coinvolte le sue esclusive ed illimitate responsabilita' sempre verso creditori o verso la societa', le ipotesi sono veramente sterminate.
AD ESEMPIO, se R.R. fosse fuggita con un fornitore avrebbe ipoteticamente potuto avvantaggiarne i crediti verso la societa' dipartita dalla sua scomparsa firmando ordini e forniture da qe a quello specifico mittente senza, di fatto, poterne e doverne rispondere.
Ora, non mi pigliare in parola, si sta fantasticando ed ipotizzando maldestramente per spiegare alcuni rivoli possibilistici(ma neppure da prendere in considerazione), premetto onestamente che sono avvisaglie di deformazione overdemoniaca.

chiara ha detto...

al netto di avvisaglie di deformazione overdemoniaca [:-D] ho capito il senso, grazie.

Antonello ha detto...

http://www.youreporternews.it/2013/roberta-ragusa-procuratore-reperti-trovati-non-decisivi/

forse per strategia o per cautela pure il Dr. Adinolfi ridimensiona l'importanza dei reperti rinvenuti giudicandoli "non decisivi" e del testimone "vede e non vede".
Per associazione geografica la localita' di Calci e' legata alla Rocca della Verruca, una fortezza abbandonata ed in sfacelo fra le sterpi ed i rovi.
Sicuramente non ha nessuna attinenza e non ricordo bene la tempistica ma vicino a quei luoghi mi sembra si alimento' uno strano incendio che ne devasto' parte della foresta vicino al Monte Serra.
Calci inoltre, come del resto San Giuliano Terme, sono nel circuito dei luoghi misteriosi descritti nell'omonimo sito alla voce "Toscana" con due Rocche storiche ed imponenti che completavano il sistema di difesa in epoche attive.
Sembra pero' che la zona di Calci sia stata spesso soggetta ad incendi di sorta, tanto che venne costruita pure una strada frangifiamme a scopo preventivo e per tagliare in due le risorse faunistiche e floristiche permettendo la risoluzione tempestiva sui fuochi da parte di autobotti ed elicotteri.

Anonimo ha detto...

Chiara & Antonello
L autoscuola futura e' una società' in accomandita semplice con due soci accomandatari: RR e il suocero ed uno accomandante il marito di RR. I soci accomandatari sono anche amministratori della società' con deleghe. Il suocero può' fare tutto RR ha deleghe minori. RR più' che uno stipendio da dipendente aveva una indennità' come amministratore.
Tutto il complesso Logli e' di proprietà' del suocero. RR e il
Marito sono proprietari al 50 per cento della casa dell Elba. Ciascuno e' poi proprietario in proprio di alcuni fondi e piccoli appartamenti nella zona come pure SC.
Alex.

chiara ha detto...

alex, grazie per tutte le preziose informazioni (sì, come accomandataria non poteva essere dipendente ma solo ricevere un'indennità di carica). Tutto sommato la posizione economica dei coniugi è piuttosto equilibrata. dei discorsi che facevamo con antonello resta solo il diritto di abitazione della casa coniugale per un verso e d'altro verso prende invece corpo la possibilità che r. abbia potuto "pasticciare" con l'azienda. prendiamo e mettiamo in un angolo della scrivania [anche se credo che se gli investigatori avessero trovato qualcosa in tal senso - sia come motivo di fuga che come movente di un delitto - non avrebbero nemmeno iscritto il marito come indagato].

per quanto riguarda Adinolfi, il signore non è di primo pelo. Molti avrebbero processato il marito anche con meno ma lui il "ne bis in idem" non lo vuole rischiare e fa bene. a questo punto, se r. è davvero morta, speriamo che il Cielo le faccia la grazia che i suoi resti vengano ritrovati. c'è una cosa però che non mi sconfiffera del tutto: capisco l'onestà intellettuale del procuratore; capisco pure che le speranze di cavare qualcosa di utile da un eventuale interrogatorio sono ridotte al lumicino; però questa cosa di sbandierare la "sconfitta" senza aver tentato l'interrogatorio, e comunque vanificandone anche il lumicino speranzoso anticipando che non ha niente di buono in mano, non è che mi convinca proprio del tutto...

Antonello ha detto...

Grazie Alex , quindi R.R. aveva una discreta autonomia di operativita' a differenza di quello che ipotizzavamo.
Mentre sembra del tutto fuori discussione la proprieta' della casa coniugale.
Direi che cade rovinosamente l'ipotetico movente patrimoniale.
O ririsbaglio???

Anonimo ha detto...

Antonello hai ragione. AL e' quasi nullatenente.....
Alex

chiara ha detto...

beh, alex, non che voglia insistere ma mi pare preferibile "posizione economica equilibrata tra i coniugi" piuttosto che Logli "nullatenente" (che mi pare un po' un insulto a chi davvero non ha nulla: entrambi avevano proprio stipendio, una quota societaria, una comproprietà al 50% e varie piccole proprietà esclusive; o meglio, in regime di comunione se acquisite successivamente al matrimonio). Quindi, a parte il fatto che in caso di separazione lui avrebbe dovuto trovarsi una abitazione a proprie spese (ma magari non era un grosso problema) dal punto di vista patrimoniale rimangono il riscatto della quota della casa all'Elba e di quella societaria (di entrambe ignoriamo il valore attuale). Non sapendo di che valori stiamo parlando non metterei un macigno sulla questione...

Anonimo ha detto...

Chiara il nullatenente era una battuta.....non l'hai capita???
Comunque non hanno altre proprieta' in comune al di fuori dèlla casa all' Elba non molto grande. In quanto alla quota societaria il valore dipende dal valore dell avviamento dell'autoscuola il che è' per una attività' del genere di norma non molto alto.
In sostanza secondo me in caso di separazione RR non avrebbe rovinato economicamente i Logli perché' come già' dissi un paio di mesi fa il patrimonio e' al 99 per cento del Logli padre per cui escluderei come Antonello il movente patrimoniale, sempre che RR sia stata uccisa.
Alex.

PINO ha detto...

"LA NAZIONE" 20-03
I reperti, forse riconducibili a Roberta Ragusa, ritrovati dagli inquirenti, non sarebbero comunque decisivi a imprimere una svolta alle indagini. È quanto si apprende da fonti investigative. Secondo la Procura, anche la testimonianza di un uomo che dice di aver visto il marito della donna scomparsa la notte tra il 13 e il 14 gennaio 2012 litigare con lei intorno all'una non sarebbe sufficiente a inchiodarlo alle proprie responsabilità.

Senza il ritrovamento di un cadavere, la posizione di Antonio Logli, unico indagato con l'accusa di omicidio volontario e occultamento di cadavere, sarebbe destinata a essere archiviata. Secondo il procuratore, Ugo Adinolfi, infatti, senza «una prova certa della morte dell'imprenditrice pisana e un reperto che possa in qualche modo aiutare gli inquirenti a stabilire le cause del decesso non ci sono allo stato gli elementi per sostenere un processo».
IN QUESTO CASO, saremmo "punto e d'accapo", con il rischio che il caso venga archiviato...alla salute dell'assassino/i.
Eppure so di altri processi che, pur senza il ritrovamento del corpo della vittima, sono stati portati a termine, con relative condanne.
I termini e le condizioni saranno stati diversi?
Non possiamo saperlo: ma il tutto pare così assurdo!
Pino

chiara ha detto...

ciao Pino.
anche io l'ho valutata un po' singolare questa cosa, ecco cosa avevo scritto: "Molti avrebbero processato il marito anche con meno ma lui il "ne bis in idem" non lo vuole rischiare [...] c'è una cosa però che non mi sconfiffera del tutto: capisco l'onestà intellettuale del procuratore; capisco pure che le speranze di cavare qualcosa di utile da un eventuale interrogatorio sono ridotte al lumicino; però questa cosa di sbandierare la "sconfitta" senza aver tentato l'interrogatorio, e comunque vanificandone anche il lumicino speranzoso anticipando che non ha niente di buono in mano, non è che mi convinca proprio del tutto".
insomma io credo che il procuratore conosca il suo tribunale e non voglia rischiare un'assoluzione che gli precluda in futuro di agire nel caso acquisisca maggiori elementi, ma cosa ne pensi di questa cosa dell'interrogatorio "stracciato" in partenza?

sono andata a riguardarmi il caso di Marina Di Modica e Paolo Stroppiana, il più celebre dei processi indiziari senza cadavere. E' un caso ben singolare, partito con l'accusa di omicidio volontario sulla base di un appuntamento forse disdetto e forse no: l'alibi dell'assassino fornito dalla compagna, si disse, era falso; ma la donna venne assolta dal reato di favoreggiamento perchè "il fatto non costituisce reato" con una strana motivazione: aveva certamente mentito la prima volta ma il reato è prescritto. Per le menzogne successive che confermavano la prima, andava assolta perchè la sua intenzione non era di proteggere stroppiana ma se stessa appunto dall'accusa di favoreggiamento...un po' arzigogolata la cosa no?
bene, partiti da questa accusa si giunse a condanna definitiva per un reato diverso, ossia omicidio preterintenzionale, come se fossero emersi elementi nuovi o fosse nota la dinamica omicidiaria, cosa che assolutamente non era. Se non hai il cadavere e non hai certezza dell'omicidio, se stai processando per omicidio su base indiziaria per non credibilità di alibi (in relazione al quale la favoreggiatrice viene "graziata" con una sentenza particolare già riferita) e un appuntamento che forse c'è stato o forse no, come puoi addirittura arrivare a dire che vi fu intenzione di ledere ma non di uccidere? Mi pare davvero singolare questa decisione no? Insomma, un bel po' di equilibrismi furono fatti in quel processo pur di giungere a condannare il presunto omicida smontandogli l'alibi ritenuto falso ma contestualmente assolvere chi glielo aveva fornito. Perchè lì si tentò il tutto e per tutto e qui no ci chiediamo? e allora guardo le differenze. Lì come scomparsa c'è una donna della Torino bene, con un padre in vista; altre due ragazze dello stesso "giro bene" scomparse ma per le quali non si è processato nessuno; un sospetto omicida con trascorsi nell'eversione di destra in relazione ai quali in seguito divenne collaboratore di giustizia; un tempo dalla scomparsa decisamente più lungo; molte meno bugie accertate da parte del sospettato; praticamente nessun movente determinato (tanto che si dovette "passare" al preterintenzionale)....anche al netto della considerazione che ogni indagine e ogni testa fanno caso a sè, cosa pensare?

PINO ha detto...

@ Chiara
Lì, penso che abbiano voluto condannare il destrofilo, prendendo a pretesto l'omicidio di Marina. Comunque, qualcosa hanno fatto, grazie alle "convinzioni" del giudicante, che può vanificare senza ostacoli l'assenza, o la scarsa quantità di indizi a carico dell'incriminato (ed il caso Parolisi ne è un esempio lampante).
Per la risoluzione della sparizione di RR, invece, si è proceduti con tempi anacronistici, su tutte le varie tappe previste da un protocollo investigativo ormai di prammatica.
A cosa si dovrebbe attribuire, Chiara, questa sorta di inconsueto procedimento, fatto di eccessive cautele e timidi approcci con i personaggi, direttamente o meno, implicati nella faccenda?
Forse la ragione è quella che tu ipotizzi:
"io credo che il procuratore conosca il suo tribunale e non voglia rischiare un'assoluzione che gli precluda in futuro di agire nel caso acquisisca maggiori elementi, ma cosa ne pensi di questa cosa dell'interrogatorio "stracciato" in partenza?"
Oppure dovremmo ritenere veritiere le affermazioni del testimone, che teme la potenza dei neo "don Rodrigo" di Gello?
E dove si arresterebbero i limiti di questa supposta, temuta potenza?
E' tutto un mondo di fantasia, o anche nella bellisima terra toscana si celerebbe lo spauracchio di qualche pseudo
mammasantissima?
Pino





Anonimo ha detto...

Carissimo Pino, buon pomeriggio!
Sono d'accordo con te in tutto!
Vanna

PINO ha detto...

Ciao VANNA
Mi fa piacere la tua condivisione, ma vorrei che anche Stefania si facesse viva, dopo la stasi investigativa che ha provocato la sospenzione temporanea dei nostri commenti sul caso RR.
MIMOSA, TABULA, ENRICO, che ne pensate, anche voi, sulla nuova prospettiva che si profila?
Credo sia il caso di discuterne, vi pare?
Vi saluto, Pino

Antonello ha detto...

Si potrebbe sentenziare in assenza di corpo, a parer mio, come anche non sentenziare benche' in presenza dello stesso, secondo me e' un falso problema.
Il vero vulnus e' la forma indiziaria, sempre piu' abusata, che assolutamente continua a fare acqua da tutte le parti lasciando strascichi e distribuendo ragionevoli dubbi a destra e manca.
In questo senso, stante ai pochi dati in nostro possesso, condivido l'analisi "strana" del Dr. Adinolfi che mi sembra tutto tranne che superficiale.
Immaginatevi solo se, per una astrale congiuntura si iniziasse un processo per omicidio senza aver rinvenuto il corpo, immaginatevi proprio qui cosa si leggerebbe se a quello stesso processo si presentasse a fornire libere dichiarazioni proprio la vittima presunta ipotetica.
L'ipotesi e' lontana, non ho bisogno di nessuno che lo ribadisca ma lo scenario serve solo per illuminare i dubbi che persino il Procuratore non puo' non avere.
Condivido quindi, pongo solo due dubbi, la prima parte della testimonianza che sembra limpida e la carta degli interrogatori secondo me comunque assolutamente da tentare.

@Chiara
a grandi linee mi sembra che anche te condividi la possibilita' di un movente d'impeto ipotetico, eppure dai per certo anche un ipotetico torto legale in una eventuale disputa e separazione della coppia, tanto che sostieni, senza conoscere, come me, i termini eventualmente accaduti e sviluppatisi e di quale argomentazione potesse trattarsi, che sarebbe stato sicuramente lui a doversi trovare altra sistemazione.
La mia domanda e': cosa ti fa pensare, premesso che anche io condivido la possibilita' di esistenza di un movente d'impeto forte, che vi possa essere stato in epoca ipotetica precedente un torto di L. tale che lo avrebbe precluso all'affidamento di fatto dei figli con il mantenimento sottinteso della sistemazione attuale degli stessi e sua???
E prevedendo a tavolino il rischio di separazione, come non mi sembra impossibile abbia di fatto potuto prevedere, cosa impediva al suocero di dichiarare in restaurazione, AD ESEMPIO, la palazzina chiedendo alla coppia di spostarsi "temporaneamente" e mantenendo cosi' la proprieta' ben lontana da pericoli eventuali in tempi "prevedibilmente" di crisi???

chiara ha detto...

antonello
non ci vuole nessun torto per non essere scelti come collocatari dei figli! (collocatari, non affidatari, do per scontato che avrebbero avuto l'affidamento congiunto). Normalmente i giudici devono scegliere tra due genitori degnissimi e ugualmente capaci quale rimarrà a vivere col figlio nella (ex) casa familiare. E allora adotta qualche criterio sia riguardante i figli che riguardante i genitori. In questo caso considerato che c'è una bimba che sta per affrontare la pubertà, che entrambi i figli necessitano di accompagnamento nelle loro varie attività scolastiche ed extrascolastiche, considerato che il padre che lavora come dipendente "a cartellino" fuori casa mentre la madre ha autonomia gestionale sui propri orari di lavoro e la cui sede di lavoro è attaccata a casa così che le è ancora più facile gestire entrambe le responsabilità lavorativa e genitoriale, è praticamente ovvio che a rimanere ad abitare coi figli sarebbe stata lei. ma senza dubbio proprio.

Antonello ha detto...

Dal Tg5 delle 20,00 odierno invece si assumono discrete novita', il L. infatti con l'aiuto di alcuni amici avrebbe voluto testare la versione del testimone effettuando delle vere e proprie prove sulla strada incriminata.
Il servizio si chiede come avrebbe saputo il L. la strada di percorrenza ed il punto preciso di approntamento del testimone in quella sera atteso che i dati sono secretati.
Non solo, ma citava come singolare l'iniziativa del L. chiedendosi cosa lo "preoccupasse" se poi aveva dichiarato comunque di aver dormito dalla mezzanotte.

@Chiara
e chi puo' escludere che motivate ragioni inibissero uno dei due genitori, chiunque esso/a fosse, alla corretta crescita dei figli???
Su molti punti sono daccordo con te, sulla tua assenza di dubbi assolutamente no, ho tanti dubbi quanto immagino di non conoscere ed in questa storia non mi sembra che nessuno, se non i protagonisti, possa affermare di conoscere abbastanza.
Addirittura a noi arrivano versioni elaborate, dati aggiunti o levati, talvolta incongruenti con alcuni diffusi precedentemente.
Che tu non abbia dubbi ci sta anche se non condivido le tue certezze, e' da quali motivazioni e fonti certe le trai che, con rispetto, mi fa ritenere quantomeno precoce il tuo schierarsi.
Condivido il sottindere un affidamento congiunto, che ci sarebbe forse stato ma avete tutti detto che R.R. era in sostanza sola, chi avrebbe assolto tutti gli impegni mentre lei lavorava??? Una tata amica???
Beh, tolto le collimanti ed attuali rilevanze, tata per tata avrebbero potuto logisticamente ed economicamente meglio affrontare la situazione i suoceri ed il papa' stesso, AD ESEMPIO.
Ma non mi hai risposto alla seconda domanda, che accade se un legittimo proprietario decide di restaurare la propria palazzina occupata da una famiglia che ha proprie e diverse proprieta'???
Forse deve lasciare per forza la casa anche se pur temporaneamente??? Cambiando anche la residenza???
Ed in quel caso, non impossibile, il/la locatario/a dove avrebbe nel frattempo allevato e badato ai figli???

chiara ha detto...

Antonello, scusa sei fuori strada, perdonami. La casa familiare resta abitata DAI FIGLI. ok? e dal genitore che si decide debba abitarci insieme in prevalenza. Secondo te per non fare abitare R. in quella casa il suocero si sarebbe inventato fantomatici restauri talmente gravosi da richiedere addirittura l'allontanamento del nucleo familiare per un tempo indefinitamente lungo? a parte che non immagino quali lavori, per di più inventati dalla sera alla mattina, possano avere tale consistenza e nel contempo non richiedere ANCHE l'allontanamento dell'altro figlio con famiglia che sta al piano terra, comunque facciamo pure finta che sia realistico (scusa lo scetticismo ma davvero stai arrampicando un po' troppo secondo me). Allora la situazione sarebbe questa: tutta la famiglia si trova una nuova casa per il tempo dei lavori, poi ci rientra. Perchè è interesse dei figli mantenere l'ambiente in cui sono cresciuti. E' chiaro che l'interesse tutelato è il loro e che volendo R. può pure bloccare l'ipotetica manovra del suocero?? ma diciamo che non lo fa e mettiamo pure che i lavori non si concludono mai, allora r. trova un'altra abitazione per sè e i bambini, grosso modo equivalente a quella che aveva, piscina compresa per fornirli di tutti i comfort cui erano adusi, e il marito non solo paga la sua parte di affitto, ma a quel punto paga pure la baby sitter visto che non si può contare sulla vicinanza dei nonni per un aiuto e magari pure un contributo al mantenimento di R. che dovrebbe necessariamente allentare i ritmi lavorativi. Insomma, l'esperienza mi dice che sarebbe un tacco anche peggiore. Comunque io questa famiglia che trama CONTRO IL BENE DEI RAGAZZINI per far dispetto alla nuora, faccio fatica a crederla sai?
Se invece volevi trovare un modo per dire che magari avrebbero affidato i figli a lui, no, antonello: a un uomo che lavora a cartellino tutto il giorno, che ha una amante e che per di più si presta supino ai giochetti del padre che gli sbatte fuori di casa i ragazzini, a confronto con una moglie che si è sempre occupata, in via prevalente rispetto al marito, dei figli e della casa, che ha disponibilità di tempo e nessuna "tara" che le impedisca di curarsi ottimamente della prole come sempre fatto, R. sarebbe stata preferita come collocataria. Poi magari continua a pensare sia altrettanto probabile il contrario, ma hai contro praticamente tutta la statistica dei tribunali d'Italia.
Oppure conosci altarini della vita di R. che nemmeno il marito conosce tanto da non averli tirati fuori nemmeno per cavarsi di dosso l'accusa di esserne l'assassino.

Antonello ha detto...

@Chiara
ma no, e' proprio questo che ci differenzia, io so di non sapere, altarini possibili compresi, ed in base a cio' che so di non sapere non ho e non voglio avere certezze, te il contrario, e' questo che non capisco e non condivido del tuo ragionamento.
A parita' di ipotetiche corna (eppure avevo premesso che nel mio ragionamento potesse centrarci un possibile movente ipotetico d'impeto) non vedo come prediligere da parte di un superpartes pro interesse dei figli la madre piuttosto che il padre, tuttaltro, molte piu' possibilita' per il padre di assolvere piu' compiutamente alla giusta ed accompagnata crescita sopratutto ed appunto perche' solo non era come invece era, od e'???, R.R.
Aggiungo, al fatto di non sapere e quindi di rimanere serenamente senza pre-giudizi, il fatto che se fosse vera la situazione piu' volte qui ipotizzata non so chiunque, al posto di R.R., quali condizioni psicologiche potesse avere, ripeto non sappiamo, per questo almeno io non mi sento di "non avere" dubbi in ordine a praticamente tutto.
Niente escludibile e' la formula che per ora prediligo, piuttosto invece te come fai a sapere che R.R. con certezza non avesse altarini??? Riesco a spiegarmi???
Argomento restauri: sai benissimo che ogni coppia, sopratutto se proprietaria di altre case, ha il dovere di provvedere agli interessi prioritari dei figli, ma i figli sono di una coppia e non dei rispettivi suoceri, te lo dico io come sarebbe andata, anche volendo ci sarebbe potuta essere una mega rissa legale che R.R. ed il L. avrebbero straperso dovendo trasferirsi in altra loro proprieta', il suocero avrebbe potuto pacificamente accedere ad un suo legittimo diritto, e dove arrampicarsi, potendo protarre i lavori pressoche' all'infinito ed in casa perfettamente sua.
Perche' e' diritto dei bambini avere il sostentamento, l'educazione, la crescita', le opportunita', non ho mai sentito abbiano diritto alle piscine di proprieta' legittima altrui.
O riririsbaglio???

Antonello ha detto...

@Chiara
ma no, e' proprio questo che ci differenzia, io so di non sapere, altarini possibili compresi, ed in base a cio' che so di non sapere non ho e non voglio avere certezze, te il contrario, e' questo che non capisco e non condivido del tuo ragionamento.
A parita' di ipotetiche corna (eppure avevo premesso che nel mio ragionamento potesse centrarci un possibile movente ipotetico d'impeto) non vedo come prediligere da parte di un superpartes pro interesse dei figli la madre piuttosto che il padre, tuttaltro, molte piu' possibilita' per il padre di assolvere piu' compiutamente alla giusta ed accompagnata crescita sopratutto ed appunto perche' solo non era come invece era, od e'???, R.R.
Aggiungo, al fatto di non sapere e quindi di rimanere serenamente senza pre-giudizi, il fatto che se fosse vera la situazione piu' volte qui ipotizzata non so chiunque, al posto di R.R., quali condizioni psicologiche potesse avere, ripeto non sappiamo, per questo almeno io non mi sento di "non avere" dubbi in ordine a praticamente tutto.
Niente escludibile e' la formula che per ora prediligo, piuttosto invece te come fai a sapere che R.R. con certezza non avesse altarini??? Riesco a spiegarmi???
Argomento restauri: sai benissimo che ogni coppia, sopratutto se proprietaria di altre case, ha il dovere di provvedere agli interessi prioritari dei figli, ma i figli sono di una coppia e non dei rispettivi suoceri, te lo dico io come sarebbe andata, anche volendo ci sarebbe potuta essere una mega rissa legale che R.R. ed il L. avrebbero straperso dovendo trasferirsi in altra loro proprieta', il suocero avrebbe potuto pacificamente accedere ad un suo legittimo diritto, e dove arrampicarsi, potendo protarre i lavori pressoche' all'infinito ed in casa perfettamente sua.
Perche' e' diritto dei bambini avere il sostentamento, l'educazione, la crescita', le opportunita', non ho mai sentito abbiano diritto alle piscine di proprieta' legittima altrui.
O riririsbaglio???

Antonello ha detto...

Ops, chiedo scusa del doppiaggio.

Che poi il mio fine non era inventare ma analizzare le migliaia di alternative che poteva avere una famiglia chiusa nel castello che intendesse bittare giu' dalle torri, in maniera non violenta, una ipotetica scomoda protagonista.
L'invenzione del restauro era solo una delle tantissime che avevano per sbattere fuori R.R. da diritti adusi ma non assimilati di diritto.
Diciamo la verita', stante ai dati in nostro possesso R.R. era patrimonialmente in balia dei Log., era praticamente gutto intestato a loro tranne le quote dell'autoscuola e parte della casa all'Elba.
Io dico che la casa all'Elba il L. l'avrebbe volentieri persa per rientrare nelle quote e finire serenamente e senza altre grane la pesante storia con una moglie che non voleva, lei l'avrebbe potuta vendere comprandosi casa a Gello, sui figli non mi azzardo nemmeno ad ipotizzare, appunto perche' non so di quale storia stiamo parlando e chi avesse piu' o meno altarini.
Addirittura io non do per cosi' assodato che SC ed AL siano stati, siano e saranno eterni amanti o comunque insieme.
Chiaro che io nego alle volte per provocare il ragionamento, ma anche li, chi ci da la certezza che i due siano mai stati amanti??? Tre telefonate e due cellulari distrutti??? Le loro dichiarazioni??? Ah ecco, e bastano???

chiara ha detto...

ririsbagli, scusami. avrai visto che poche volte sono categorica ma questa volta lo sono: la madre viene sempre preferita a meno di cose grosse tipo vita dissoluta o instabilità mentale (qui posso anche concedere un momentaneo disagio da parte sua ma almeno fino al momento della scomparsa nessuno ci dice versasse in condizioni ostative); il diritto di proprietà del terzo viene sempre sacrificato all'iteresse dei minori a conservare il proprio habitat e ad essi va sempre grantito il medesimo tenore di vita . laddove non arrivino i genitori sono tenuti i nonni. Non sono cose che dico io ma la legge e la giurisprudenza.

poi, per carità, vuoi che togliamo di mezzo l'argomento "fastidi da separazione" per evitare discussioni? facciamolo pure; ma allora non dire che prediligi la formula "niente di escludibile" perchè è esattamente ciò che stai facendo! Da un lato dici di tenere tutto ciò che è possibile e poi escludi prima una dimensione patrimoniale sulla base di supposizioni e poi questa sulla base del "e che ne sappiamo". Francamente a me paiono controsensi rispetto alle intenzioni.

chiara ha detto...

ci siamo accavallati nelle risposte, non avevo letto il tuo secondo. In proposito posso dire che dal discorso di Alex mi era parso di capire che R. (e anche il marito) avessero proprietà ulteriori rispetto all'elba, qualche terreno e qualche appartamentino ciascuno ha detto. Se lo diamo per buono e se immaginiamo, come parrebbe, che alla fin fine le cose se le siano costruite lavorando e lavorando con l'autoscuola, allora possiamo anche immaginare che poi non fosse una ciofeca questa attività, insomma che rendesse; e poichè il valore della quota da liquidare all'eventuale socio uscente dipende proprio dal valore attuale, se il giro era discreto tanto da consentire svariati (per quanto non immensi) investimenti immobiliari, allora dalle casse sociali forse poteva uscirsene una discreta sommetta (a meno di accordi speciali nello statuto, per cui è solo una ipotesi).
Questa cosa, come quella dell'abitazione della casa, io non le metto come certe nel senso di fondarci un movente, ma dico che nel giravoltare dei pensieri nella testa, da un lato di un marito fedifrago che non ha intenzione di separarsi, dall'altro di una moglie che comincia a carezzare l'idea, dall'altro ancora di un suocero che assiste impotente al tutto, io credo - dicevo - che questo giravoltare di pensieri ci stia tutto e che (al di là se nella realtà fosse più o meno fondato) certo non avrebbe contribuito al "ragioniamoci pacatamente"...

p.s. la relazione con la s.c. credo che l'abbiano ammessa entrambi.

Antonello ha detto...

@Chiara
io non voglio togliere nessun fastidio e non parto da nessuna intenzione, se le cose stanno come ci ha descritto Alex la base patrimoniale non mi sembra ipotizzabile, spostabile od inventabile.
R.R. all'interno del comprensorio non aveva nessuna proprieta', come del resto il marito, tranne le quote.
Tutta la giurisprudenza che vuoi di secoli e seculorum non ha mai stabilito con certezza futura o passata giustezze o giustizia, lo dimostra il fatto che te stessa parli di una maggioranza, purtroppo cieca ai diritti genitoriali paterni in assenza di ostativita' (pure li), vi sono quindi delle visioni e soluzioni diverse, e non mi risulta che in forza del numero di sentenzianti un concetto giuridico sia piu' o meno praticabile o corretto di un altro.
E non dovrebbe essere utile ricordare che le ultime tendenze giurisprudenziali svicolano dalle separazioni per copa ove si denunci un tradimento proprio perche' rifiutano di entrare nel merito dei tradimenti.
Quello che dico io e' che a parita' di assenze di ostativita', mi sembra anche nello specifico, ed anzi ove economicamente e logisticamente sia piu' idonea una soluzione anziche' un'altra, non vedo cosa e chi potrebbe preferire l'altra e su quali basi non paritarie.
Tutto qua il fastidio, in una diffusa corrente di pensiero, A MIO MODO DI VEDERE, del tutto ingiusta e sbagliata che porta appunto a disconoscere nella maggioranza dei casi diritti genitoriali di una parte a favore sempre, o quasi, dell'altra.
Che poi si descrivano i L. come una famiglia potente non dovrebbe avere senso in quanto tutti sappiamo che i giudici non sono sensibili al potere, o no???
Non vedo contraddizioni che invece vedi tu, e non e' detto che l'analisi deve portare ad una supposta ed obbligata coerenza pure volendo.
Non capisco, R.R. era sola, non aveva nessuno ed avrebbe dovuto lavorare gestendo due figli mentre il L., non per colpa o merito di nessuno, viveva invece in un comprensorio con i suoceri, il fratello e tantopiu' che forse solo lui avrebbe potuto essere garante di fronte ai suoceri di un equilibrio che, dici tu, sarebbe andato garantito per i figli, quindi tu invece affermi che i figli sarebbero sicuramente stati affidati alla madre citando che "cosi' sempre o quasi si fa" e dimenticando la specificita' dello squilibrio sugli interessi dei figli che sarebbe fortemente andato a favore invece di una collocazione con il padre.
E la contraddizione la percorrerei io???
Mah, discutibile, segnalo che in un affidamento congiunto ipotetico avrebbero potuto decidere appunto i genitori la collocazione eventuale dei figli scegliendo e decidendo per il loro meglio, un buon goudice sta in disparte se non vi e' la necessita' di un suo intervento, a meno che non abbia o veda esclusivamente interessi diversi che, francamente, con la famiglia in generale potrebbero centrare ben poco.
Ma a parte tutto, che R.R. avesse solo quote e' condivisibile??? Su quello possiamo condividere???

chiara ha detto...

- se parli di diritti dei genitori già sei fuori strada: si guarda solo ai bambini; e se questo erano normalmente accuditi in via prevalente dalla madre al 99% tutto rimane così. Di comodi e incomodi degli adulti non gliene frega una cippa a nessuno. se invece i due si accordano, concordo che difficilmente un giudice mette becco se non in caso di palese contrasto con l'interesse dei minori; ad esempio il giudice interviene se ritiene che il genitore apparentemente "più logico" come collocatario abbia rinunciato a causa di violenza morale subita...

- no, sui beni o mere quote io insito di avere letto una cosa diversa nel messaggio di alex ("Ciascuno e' poi proprietario in proprio di alcuni fondi e piccoli appartamenti nella zona") ma perchè ne riparliamo? e perchè se riparliamo di proprietà ti fermi al solo comprensorio? che R. non avesse nulla di intestato lì lo sapevamo da sempre...

Mimosa ha detto...

Questa sera CLV ha proposto l’intervista di Paola Grauso ad Ugo Adinolfi il quale (così smentendo altre illazioni giornalistiche) ha testualmente detto:
«Anche senza il corpo, se ci fosse un testimone che ha assistito all’intero fatto, si potrebbe arrivare alla condanna»,
aggiungendo «Comunque abbiamo ancora qualche freccia da scagliare».

Adinolfi ammette che la testimonianza di colui che asserisce di aver assistito a quella scena da lontano con le urla di una donna e con quei rumori sulle parti metalliche della carrozzeria (di pugni e di testa sbattuta) ha “la sua importanza”.

Ora continuano a cercare tra le dune della spiaggia chilometrica di San Rossore.

Mimosa

chiara ha detto...

p.s. non è nemmeno vero che la giurisprudenza si disinteressa delle relazioni extraconiugali; so che di recente ci sono stati dei lanci di stampa in questo senso ma in realtà la posizione dei giudici è sempre quella: fonte di addebito se causa del venire meno dell'affectio coniugalis e in particolare se di pubblico dominio; circostanza irrilevante se non si raggiunge questa prova e quindi la si può considerare una conseguenza della già intervenuta cessazione dell'affectio.

chiara ha detto...

Mimosa
intervista seguita. anche a me pare molto meno pessimista di quanto lasciato intendere l'altro giorno dalla stampa....soprattutto quelle frecce ancora nella faretra (vere o false che siano) fanno capire che la spugna non l'ha proprio gettata. che stia cercando di destabilizzare delle persone un po' troppo arroccate sulle loro certezze e sbilanciarle un po'?
che ne pensi dell'episodio raccontato, che L. avrebbe condotto alcuni "test" di avvistamento in base alle dichiarazioni del teste pur senza conoscerne i particolari di luogo? si può dargli il beneficio di avere provato in punti a caso giusto per dire: ma vedete che nemmeno volendo non credermi sul fatto che ero a letto, di certo non potete credere a questo qui dato che posti idonei non ce ne sono?

Mimosa ha detto...

Chiara,
siccome non so da chi provengono quelle indiscrezioni, non mi posso pronunciare,
tuttavia pare che Adinolfi ci creda

Mimosa

Antonello ha detto...

@Chiara
beh se vari il contesto in cui inserivo il mio ragionamento e' chiaro che i diritti genitoriali centrerebbero poco ma io contestavo la giustezza dell'ipotesi diversa dalla mia se fondata solo sul "si fa sempre cosi' o quasi", invece ritengo che il L. tolto quest'alone di responsabilita' sulla scomparsa di R.R. avesse molte piu' possibilita' di R.R. di avere una collocazione dei figli a suo favore proprio perche' in grado di assolvere meglio logisticamente ed economicamente un mantenimento degli equilibri.
E non voglio neppure agitare lo spettro di un cospicuo affitto che avrebbe potuto legittimamente chiedere il proprietario dell'immobile, affitto che solo per la meta', rientrante nelle sue tasche di fatto, sarebbe gravato sul padre dei figli, qualcuno mi spieghi come avrebbe fatto R.R. a esborsare "di suo" l'altra meta'.
Io focalizzo l'attenzione solo sul comprensorio perche' tutto il resto non mi sembra avesse necessita' di mantenere un'integrita' di proprieta', il vero capitale per me rimane il complesso con le attivita' e le villette con piscina, perche' te intravvedi che qualcosa del rimanente potesse diventare un serio movente o una motivazione anche indiretta di impeto???
La proprieta' intera dei suoceri invece sul comprensorio, proprieta' inscalfibile ed anzi che poteva diventare per R.R. un boomerang economico anche solo tentare di attaccare non poteva per la sua appunto intoccabilita' da parte della coppia, e non solo di R.R., essere in discussione.
Sul valore commerciale delle quote in possesso di R.R. non mi addentro perche' bisognerebbe sapere oltre alla somma apportata per entrarne in possesso anche evidentemente la percentuale sul totale ed il reddito raggiungibile, nella media annuale, dall'attivita', oltre ai cespiti ammortizzati e non, esclusi abbiamo detto gli immobili che erano tutti di proprieta' del suocero.
Il fatto comunque che la coppia avesse altre proprieta' poteva diventare un'ennesima motivazione che avrebbe potuto permettere al suocero di chiedere alla coppia con i figli di spostarsi dalla sua proprieta', diversamente avrebbe potuto essere se la coppia non avesse avuto alcuna proprieta', ma anche li te la pensi diversa, ci sta, non dico di no.
Vediamo semplicemente le alternative in maniera diversa, nelle ipotesi diverse pero' non credo sia corretto dar per scontato qualcosa ancora tutto da accertare, perche' ad esempio pure io penserei che i figli sarebbe stato meglio locarli con la madre ove venisse appurato che il padre avesse anche solo tentato di far sparire la madre, non c'e' dubbio su questo.
Ma ancora in tal senso non vi e' nulla di certo ne tantomeno di provato, allora e' naturale, giuridicamente parlando, guardare i diritti/doveri di un padre paritari a quelli di una madre e poco centra il tempo in maggioranza passato con i figli dato che si assumono gli impegni affrontati dall'altro coniuge e che ne hanno inibito la costante presenza in forza e giustificati proprio dall'assolvimento dei bisogni e diritti dei figli.
Questa e' un'altra visione distorta, a parer mio, vi sono padri che vivono senza aver mai visto i loro figli ma questo non gli impedksce di non pensare che a loro, e magari madri che stanno sempre insieme ai loro figli ma che riescono a pensarli solo come bambolotti, dipende dallo spessore genitoriale e non da un uso e consuetudine, la verita' affettiva grazie a Dio non la stabilisce nessuna sentenza ne procedura standard diffusa.
Almeno questo e' il mio pensiero e non lo cambio nemmeno se in tutto il mondo vi fossero sentenze contrarie, pur rispettandole, centrano nulla le sentenze con le genitorialita' o le affettivita' benche' si picchino di disporne.

Mimosa ha detto...

Antonello e Chiara, secondo me è proprio inutile discutere sulle proprietà della famiglia L. e sugli intestatari delle singole proprietà nonché sulle conseguenze
(l’esperienza insegna si tratta spesso di un “pro forma”, ossia si intesta un bene ad un parente o ad un estraneo, spesso, spessissimo, unicamente per sfuggire alle tassazioni erariali).
Ad A.L. dipendente pubblico era oltremodo conveniente non apparire proprietario di alcunché o piuttosto comparire ‘comproprietario’ (al massimo dividendo al 50% il tributo dovuto allo Stato), ci sono milioni di italiani che usano questo escamotage e altri peggiori.

Il termine “nullatenente” usato da Giacomo, anche senza il senso ironico come ha precisato, era invece calzante, sapendo io stessa come funziona il sistema dei prelievi fiscali e delle dichiarazioni dei redditi e avendo conoscenza di casi reali e concreti.
Tuttavia non ritengo ciò c’entri nei propositi di Roberta …ma forse nei calcoli del marito sì (e non in prospettiva di una premeditazione bensì nell’impeto del momento).

Il movente economico spesso pareggia con il movente passionale (= di gelosia) nei casi di uxoricidio.

Mimosa ha detto...

E.C. ora vedo che Alex ha nominato "nullatenente"
chiedo venia a Giacomo erroneamente citato

Mimosa

Antonello ha detto...

@Mimosa
Normalissime divergenze di vedute, credo pero' che se si ipotizza omicidio come l'indagine dice bisognerebbe anche collocare a logica un coerente movente.
Io tendo per l'eliminazione di una eventuale premeditazione per i motivi che ho piu'volte esposto e su cui ho cercato di ragionare sempre nell'ambito deipochi dati a disposizione ad oggi.
L'unica possibilita' che lascio e che per ora non riesco ad escludere e' una motivazione contingente forte conseguente a fatti o discussioni contingenti in momenti particolari.lo conforterebbe anche questa ostentata, e testimoniata da molti, razionalita' estrema del carattere del L., l'esperienza mi insegna che l'impeto in persone razionali ha una soglia piu ' alta ma piu' ineludibile, a volte piu' violenta proprio perche' piu' repressa e meno incline al compromesso.
Questo pero', lo sforamento di una soglia di razionalita' alta, ha bisogno di una motivazione fortissima e proporzionata che si realizzi in un momento particolare contingente e di attenzione sfuocata.
Per questo tendo a ricondurre l'eventuale impeto che allo stato non riesco ad escludere ad una forte convinzione di ragione del L. violata da un fatto od una rimostranza avanzata da R.R.e non il contrario.
Perche' il L. ed il suocero avevano mille alternative razionali per difendere l'integrita' del patrimonio in cui anche il L. aveva, come abbiamo visto, ben poca voce in capitolo.
Avanza quindi una forte delusione di R.R. che puo' averne trascinato l'istinto verso qualche piccolo ed odioso ricatto al marito forse solo indirettamente poggiante sul patrimonio di cui lui poco poteva disporre od un evento che noi disconosciamo che potrebbe aver provocato l'ira di L. a quel punto costringendolo a sforare la soglia che citavo sopra.
In particolare, R.R. potrebbe aver incontrato la tentazione di rendere pan per pariglia al marito nel tentativo di smuoverne l'orgoglio se di gelosia non ve n'era nemmeno a pregare i santi.
Questo nell'ipotesi di lui colpevole ipotetico, credo pero' che l'ipotesi vada di pari passo con situazioni ad oggi non escludibili e che bisognerebbe spiegare verosimolmente particolari che invece al momento nessuno dimostra di vedere.
Ad esempio la pista dei cani e la figura che spunta verso l'una a 500 metri di distanza dalla villa in direzione di Pisa invadendo, proveniente dall'aperta campagna, la sede stradale tanto da rischiare l'investimento.
C'e' poi da decifrare tuta la parte di dichiarazioni del L. e del testimone, e quella famosa disassociazione avvenuta ai danni di SC dieci giorni prima della sparizione di R.R. su una storia extraconiugale durata, si dice, per sette anni.

PINO ha detto...

Tutta lintervista fatta al procuratore Adinolfi dall'arguta Grausi, mi ha procurato solo una sgradevole sensazione di disappunto.
Le evidenti espressioni di fastidio, assunte dal procuratore ad ogni precisa domanda della giornalista, non le associerei solo al dovuto riserbo professionale, per le indagini in pieno corso, ma ad una eccessiva cautela di cui non vedrei tanta necessità.
Le poche, spesso solo monosillabiche risposte, date dal dr Adinolfi, mi sono apparse tendenti a sminuire il valore degli argomenti contenuti nelle domande stesse, così come farebbe un avvocato difensore dell'indagato, piuttosto che un rappresentante dell'accusa.
Una sensazione di imbarazzo che, se assommata alle altre derivate dalle tardive misure di ricerca e quelle di investigazioni mirate, fin dall'inizio, alla scomparsa per "soppressione" della povera RR, darebbe, come risultato, dubbi sconcertanti.
1) E' il caso ad essere oltremodo impenetrabile?
2) Vi sono arcane ragioni di intoccabilità?
3) O c'è qualcosa che deve essere ancora perfezionato, fra le maglie del nostro sistema giudiziario?
Tre ipotetiche domande a cui non saprei dare una precisa risposta. E se la dessi, potrebbe apparire una mera illazione.
Pino

chiara ha detto...

Pino
secondo me è possibile ipotizzare a base dell'imbarazzo e del fastidio del procuratore, la consapevolezza di un suo inappropriato aver lasciato mano libera nelle prime indagini ai locali carabinieri (facenti funzione di polizia giudiziaria) i quali, in virtù di quegli "ammanicamenti" dei L. che potrebbero ragionevolmente giustificare il "timor reverenziale" che la famiglia pare ingeneri nei compaesani, potrebbero - come siamo convinti - non aver agito al meglio. Dai tempi della riforma del codice, il p.m. non si limita più a "coordinare" l'attività d'indagine (sostanzialmente era la p.g. a decidere cosa fare, come e quando) ma la deve "dirigere" (cioè decidere lui cosa come e quando). Questa novità aveva suscitato non poche perplessità negli operatori in quanto si riteneva che le locali forze dell'ordine avessero un miglior "polso" delle situazioni e delle persone rispetto ad un magistrato chiuso nel proprio ufficio, distante dal contesto dell'indagine. Per questo non pochi procuratori della vecchia leva hanno continuato a lasciare ampio spazio di manovra alla p.g. (ed altri più giovani, al contrario, hanno estremizzato il proprio dovere di direzione ignorando la preziosa risorsa data dalla diretta conoscenza della p.g. di contesti e persone). In questo caso, non avere assunto con determinazione la direzione delle indagini fin da subito si sarebbe rivelato per il procuratore un errore non solo di forma ma anche di sostanza, avendo consentito che andassero disperse possibili tracce di un ipotetico delitto. Tradotto in parole povere: coda di paglia per essersi malamente affidato a delle forze dell'ordine locali non del tutto avulse da condizionamenti e occhi di riguardo. Ciò che si presenta ora al procuratore quindi, sarebbe l'alternativa tra ammettere le proprie responsabilità e porre ufficialmente in dubbio l'operato della p.g., con gravi ricadute per tutti, o buttare i cocci sotto il tappeto e sperare nell'intervento divino che giunga a raddrizzare gli errori. Per questo troppe domande e troppo stringenti rischiano di sollevare quel tappeto - o di indurre altri a farlo - e quindi danno fastidio. Meglio minimizzare "e che Dio la mandi buona"...

chiara ha detto...

Mimosa
sulle intestazioni pro-forma e il fisco; non ne capisco moltissimo per cui chiedo a te:
- perchè dici che L. come dipendente pubblico era meglio non avesse beni intestati? in fondo come dipendente era l'unico a non richiare che i beni venissero persi per responsabilità professionali...
- di solito non conviene intestare cespiti alla società come "beni strumentali" per godere di un più vantaggioso regime fiscale?
- da un punto di vista di salvaguardia del patrimonio dai creditori sociali non avrebbe più senso intestare il più possibile all'unico socio accomandante A.L. (che risponde nei limiti della quota) piuttosto che agli accomandatari V.L. (e R.R.) che rispondono illimitatamente e anche con i beni personali?
Insomma, a me pare che la scelta di mantenere la maggior parte dei beni intestati a V.L., col rischio di vederseli mangiare dai creditori magari per errori o irregolarità commesse dall'altra accomandataria R.R. che godeva di ampi poteri per impegnare la società, non fosse la scelta migliore dal punto di vista di tutela del patrimonio, sbaglio?
Questo dal punto di vista debitorio.
Dal punto di vista fiscale invece non ho proprio capito, mi spieghi meglio?

Anonimo ha detto...

Pino hai espresso quello che questa mattina volevo postare ma sono uscita e appena tornata eccomi qua.
Ho avuto anche io quelle impressioni.
Chiara condivido ciò che dici sull'"imbarazzo e il fastidio " di Adinolfi per non aver subito preso in mano la questione ed ora si trova a farlo con molti risvolti non proprio limpidi sulla gestione del caso e quindi anche su di lui.
Adinolfi sa cosa c'è dietro, ha lasciato il caso in mano alle forze dell'ordine del paese e non è intervenuto perché credeva che tutto sarebbe finito nel dimenticatoio. Quello che non avrebbe mai immaginato, e non solo lui,che la scomparsa di questa donna sola ha messo in movimento l'opinione pubblica e solo per questo ha continuato a far fare ricerche, ma non tocca la famiglia!
Ha avuto il procuratore lo stesso comportamento di quello di Yara.
Per quanto riguarda i risvolti economici della coppia, ricordo l'ipotesi che Stefania aveva fatto riguardo qualcosa che Roberta aveva scoperto nel campo del lavoro e che poteva recare seri problemi ai L.
Stefania ci sei o stai in Polinesia?
Insomma dobbiamo continuare e sosteniamo " le amiche di R.".
Ma non vi fa pensare che tutta questa solidarietà nei confronti di una donna non proprio del luogo,vorrà pur dire qualcosa o tanto ad ampio raggio?

Vanna

Antonello ha detto...

@Chiara
e' fiscalmente che e' particolarmente conveniente, ma anche dal punto di vista contabile, iscrivere come legge tra l'altro prevede i cespiti a registro della societa'.
Questo permette la documentazione di spese e le coerenti, se previste, quote di ammortamento.
Gli acquisti sono spese che vanno ad incidere, per quote previste, sugli utili finali godendo di tassazione sui redditi minore.
Concordo che anche secondo me non e' che sia stata lungimirante la disposizione scelta delle proprieta' sopratutto immobiliari, segno che non era l'aspetto fiscale ne debitorio la discriminante che ne ha determinato l'iscrizione.
Ma c'e' anche la variabile che elenca Vanna, R.R. come accomandataria aveva piena rappresentanza operativa sui contratti della societa'e poteva indi in qualche modo ed in misura relativa gravare su eventuali posizioni debitorie ad esempio firmando commesse, in commercio e' fiorente il 30/60/90 giorni, i pagamenti pattuiti per periodi piu' lunghi avrebbero dato adito a sospetti mentre i tre mesi fatidici xalla scomparsa di R.R. sono passati ed i piu' visibili danni possiamo escluderli.
Rimane il dubbio su qualcosa di ipoteticamente illecito che avrebbe potuto conoscere la donna e che avrebbe potuto comportare responsabilita' diverse per i soci, chiaramente sono ipotesi, non vi sono dati che confortino tale ipotesi ma, ad onor di archivio, e' bene non tralasciare di citarla.
E' interessante invece tutta la parte che R.R. avrebbe avuto titolo a fare in rappresentanza ma che una volta scomparsa avrebbe potuto essere cancellato da terzi interessati.
Ad esempio eventuali partecipazioni in nome societario su altre societa', mondo finanziario insomma o contratti altamente fuori portata e portatori di grosse perdite o di veniali interessati.

chiara ha detto...

Antonello
questa cosa mi porta ad una riflessione; varrà zero ma la butto lì. Abbiamo dunque un V.L. che pare avere maggior stima e fiducia nella nuora che nel figlio, infatti alla prima concede il potere di amministrazione e di spendita del nome (con relativo impegno giuridico) della società, mentre al figlio non intesta nulla, nemmeno i muri della casa in cui vive, nonostante ciò sia - come abbiamo detto - contrario agli interessi fiscali e legali della famiglia. Non credo che abbia fatto ciò in virtù della comunione dei beni con la moglie (perchè sarebbe bastato spiegarle che per la tutela del patrimonio era conveniente fare il cambio in separazione dei beni e intestare a lui; tanto a lei comunque non ne viene nulla restando i beni intestati al suocero). Invece, se non lo fa, secondo me è verosimile che il motivo sia che è un accentratore
che non nutre grande fiducia nel figlio e non vuole rischiare di perdere "il suo" a causa di eventuali colpi di testa del rampollo. Allora mi chiedo che tipo di pressioni psicologiche possa esercitare sul figlio un tale personaggio, di fronte al rischio di perdere una risorsa preziosa per la società (roberta) oltre ai denari per liquidarla e il possesso della casa se la separazione andasse in maniera "canonica" (cioè con lei che ci rimane dentro una quindicina d'anni con la bimba)? Può creare nel figlio una condizione di stress tale da farlo "scattare come una molla" alla prima avvisaglia che i timori del padre comincino a concretizzarsi (r. che scopre la relazione e fa la voce grossa)? In questo caso avremmo un buon substrato psicologico su cui innestare una violenta reazione d'impeto, che in mancanza potrebbe anche apparire spropositata per un uomo apparentemente lucido/freddo e posato come sembra il L.. Se avesse la sensazione che, oltre alle "normali" rogne di tutti i fedrifraghi, si troverebbe sul collo anche il fiato del padre che lo accusi di essere "rovina della famiglia", allora potremmo avere un A. che perde il controllo alla prima crepa che si forma nel suo immaginario mondo perfetto costruito sull'inganno e l'ignavia...come la vedi?
sei d'accordo con l'immagine di r. come "braccio destro" del vecchio a scapito del figlio ritenuto non troppo degno di fiducia (della serie conosco i miei polli)?

PINO ha detto...

@ Chiara
Hai afferrato solo di striscio il mio...imbarazzo; ed io non posso essere più esplicito!
Il punto 2, ipotizzato, andrebbe veicolato in altra direzione.
Vanna ha centrato il bersaglio.
Io mi sono limitato a focalizzarlo, in base a constatazioni personali, che non potrebbero in alcun modo essere affermate formalmente; e tu, più di ogni altro dovresti intuirne la ragione.

@ Vanna, mi fa piacere che segui attentamente cosa viene scritto nel blog. Ma Stefania che fa?
Saluti cari, Pino

chiara ha detto...

Pino
dimmi se ho capito: tu porteresti... l'imbarazzo....in un ufficio di città?

PINO ha detto...

@ p.s. Chiara
Il problema economico fra AL e RR e relative cautele del clan L, sta nel fatto che nessuno si lascerebbe portar via il proprio patrimonio dalla propria donna di servizio, quale RR era, in casa Logli sen., prima che sposasse il figlio dei suoi datori di lavoro.

PINO ha detto...

@ SI CHIARA! ma "ipoteticamente"
P.

Anonimo ha detto...

Pino buonasera,Stefania è sparita dal blog e non solo, per questo ho ipotizzato un viaggio in Polinesia.
Certo se lei rispiegasse di nuovo la sua ipotesi su eventuali scoperte di interessi poco chiari da parte dei L. potrebbe essere interessante.
Ma anche l'idea di Antonello sul rapporto genitoriale di W.L. con il figlio è da considerare.
In effetti il padre l'ho visto più diretto e disinvolto, il figlio invece mi è sembrato molto problematico. Sono impressioni le mie, che lasciano il tempo che trovano.
Salutoni.
Vanna

Antonello ha detto...

@Chiara
non so, stiamo sempre parlando di una ipotesi e mi sembra giusto usare tutte le accortezze anche per non coinvolgere esagerazioni.
In linea di massima credo che una stramba situazione patrimoniale, piu' fastidiosa per lui che per lei a parer mio, potesse abbassare la soglia ma non potesse costituire il vero e proprio motivo scatenante che io credo potesse essere stato, NEL CASO, proprio un motivo improvviso e preciso oltreche' inaspettato.
Cioe', a parte il movente SC sempre ipotetico mi viene in mente un patto violato, una notizia che ha preso alla sprovvista ma anche un fatto scoperto o rivelato da R.R. che forse ha voluto forzare i tempi senza avvedersi del pericolo.
Lei coosceva bene il carattere di lui e questo mi fa pensare a qualche terzo che potrebbe, NEL CASO, essersi intromesso causando la rottura, disvelando qualcosa, le ipotesi sono troppe nello specifico ed i dati troppo pochi.
Io rimarrei per ora su linee generali, sottolineando che alcune situazioni patrimoniali, strutturate fuori da canoni fiscali e commerciali, avrebbero potuto nascondere delle trappole che non sarebbero da sottovalutare, avrebbero potuto abbassare la famosa soglia alzando l'attenzione dei protagonisti, perdippiu' il lato sentimentale ballerino non aiutava chi si vedeva costretto a chiudersi in ogni dove.
Tutto comunque molto illogico ancora dal di fuori, credo che ci sia ancora da inquadrare la prospettiva giusta per rendere coerenza e continuita' logica agli incroci di dati.
Nonostante un accomandatario rischi di suo ed illimitatamente persiste ad intestarsi una fraccata di immobili e nidi familiari, potendo chiedere una separazione di beni intestando il tutto al figlio non lofa, potendo intestare tutto ai nipoti concedendosi usufrutti a vita ed eleggendosi tutore nonlo fa, nomina R.R. in quota concedendogli piu' liberta' e responsabilita' che al figlio (ma qui do ragione a Mimosa, un dipendente di solito evita).
Dobbiamo ancora ragionare credo sulla prospettiva ipotetica, le variabili sono veramente tante.
Intanto io avrei cercato eventuali conti intestati ad R.R. ed avrei analizzato bene i conti della societa' almeno degli ultimi due anni per scovare ipotetiche incongruita'.

Mimosa ha detto...

Rispondo a Chiara sul “punto di vista fiscale” che non ha capito e che Antonello ha compreso bene.
Le faccio l’esempio della 'trasparenza' delle dichiarazioni dei redditi dei dirigenti e dei politici, quanti di loro sono intestatari di immobili e di automobili? Lo sono (per risultate credibili) al massimo solo di un appartamento e di un’automobile, i più sinceri anche di una barca, o una roulotte, o di una moto di grossa cilindrata, gran parte degli altri beni sono intestati al coniuge o in comproprietà … è una cosa da ridere, ma io so che addirittura vengono “fittiziamente” (pro forma) intestati a parenti, persino cugini, cognati (vi ricordate Fini?), così la loro dichiarazione dei redditi risulta pulita e semplice, e nessuno può obiettare che sia un nababbo.
Il mio “p.d.v. fiscale” si riferiva al fatto che i dipendenti pubblici, anche quelli senza stipendi astronomici, preferiscono il loro “sudato” stipendio fisso non sia decurtato di brutto da tutte le tassazioni e ritenute operate in sede di annua Dichiarazione dei Redditi, tra acconto e saldo.
Non so quale ragione abbia indotto la famiglia Logli a tale scelta che avete indagato, tuttavia credo siano calcoli ben studiati, sicuramente con dei vincoli a tutela dell’intero patrimonio.

Il regime della comunione dei beni è sempre un beneficio per una delle parti, tutto il patrimonio va diviso a metà in caso di divorzio, pertanto ipotizzo che sarebbe stato Antonio a guadagnarci, dipendente pubblico, magari anche destinatario di un assegno di mantenimento, visto che guadagnava meno della moglie.
Bel laccio, no?

Mimosa

chiara ha detto...

mimosa, scusa, qui parliamo di un elettricista del comune! non mi risulta che la trasparenza riguardi i dipendenti qualunque nè, in verità, che riguardi i beni intestati: di gente ricca di famiglia o che eredita pullulano tutti i luoghi! Diverso il caso dei politici e degli alti dirigenti ai quali l'opinione pubblica conta i peli delle nocche... E poi cos'è sta cosa della decurtazione in sede di dichiarazione che non piace ai dipendenti p.a.? piace agli altri?? io fra quelli che "imboscano" vedo in stragrande maggioranza imprenditori e liberi professionisti, rispetto ai quali la discrepanza crea immediatamente problemi di presunzione di reddito dichiarato inferiore a quello percepito. Cosa che i dipendenti non hanno, dato che viaggiano a c.u.d. e che sono gli ultimissimi a venire guardati dalla finanza...comunque va bene, dai, la cosa continua a non quadrarmi ma pazienza, limite mio...

Mimosa ha detto...

x Chiara
appunto, il c.u.d. è più che sufficiente per un elettricista dipendente , ma se questo elettricista è un ricco signore per via di altri redditi non ti pare che la sua posizione cambierebbe?

Anche se la cosa non continua a quadrarti, non importa, il fisco la quadrerebbe in altro modo, fidati
ciao

Mimosa ha detto...

@ chiara
PS
scusa se ho messo il tuo nome con l'iniziale Maiuscola, dato che tu usi sempre la minuscola per il tuo nome e anche per rivolgerti agli altri
è una mia deformazione per l'istruzione ed educazione che mi è stata impartita

chiara ha detto...

e non solo per i nomi di persona ma anche per quelli di luogo e perfino cominciando una frase dopo la virgola, pensa che ignorante, oltre che maleducata! la semplice pigrizia e le agevolazioni del webtelling non interessano, come d'altra parte nemmeno i contenuti sui quali prevale senza dubbio la forma e la crusca. ok, l'articolo ricomincia-la-battaglia non mi interessa. buonanotte.

chiara ha detto...

ops, scusa mimosa, non ti ho reso merito: mi avevi già dato anche della ignorante, oltre che maleducata.
comunque vivissimi complimenti per questa superba educazione a chi te l'ha impartita!

Mimosa ha detto...

@ Gentile Chiara
il bon ton non è adeguarsi al basso, casomai l'incontrario, per chi vuole distinguersi dalla massa
ma se non ci si vuole presentare "distinti", tutto fa brodo ...
denigrare i canoni è gioco facile
come pure ironizzare solo per sentirsi senza torti
vivissimi complimenti alla tua dialettica

Mimosa
(altra regola del web è firmarsi sempre, eh?)

chiara ha detto...

quindi capirai perchè mi limito a ribadire una buona notte.

Antonello ha detto...

Pensavo che in questo contesto, di natura patrimoniale, forse andrebbe inserita a logica la frase "ora volete buttarmi anche fuori dall'autoscuola" che R.R. pronuncio' a ridosso della sua scomparsa.
In quel senso l'intestazione degli immobili, seguendo il senso di quella frase, sarebbe stata mirata ad escludere eventuali appannaggi o recriminazioni di R.R. e quindi coinvolgimenti con una scomoda, si presume, comunione dei beni.
Ma allora perche' mantenere accomandataria una persona sulla quale veniva di fatto accentrata ben poca fiducia??? E se "ora volete buttarmi anche fuori dall'autoscuola" da cosa era in precedenza stata buttata fuori R.R.???
Dalla vera gestione patrimoniale della famiglia??? O vi erano altri contesti che non conosciamo???

Mimosa ha detto...

Buonanotte Chiara

Mimosa

Mimosa ha detto...

@ Antonello
da che cosa era in precedenza stata buttata fuori RR???
Ottima acuta domanda!!!

Mimosa

Antonello ha detto...

Ot su M.R.
Siamo alla farsa, ma se non erano sequestrati non si capisce quale violazione avrebbe fatto chi li ha spesi, e cosa avrebbe eluso se il fantasmagorico milione di euro lo ha stabilito solo la condanna.
Ma poi, fai spadrare un uomo accusandolo di un qualcosa che materialmente e' impossibile abbia fatto, gli fai levare la patria potesta', ti fai affidare quella che hai voluto decretare non piu' sua figlia, hai voluto umiliare un uomo impossibilitato a difendersi perche' era una montagna lo schifo che ti faceva ed ora...ed ora ne insegui e pretendi i soldi???
Mah, no comment, sicuramente sono io che non capisco.

http://www.tg1.rai.it/dl/tg1/2010/articoli/ContentItem-8a009c26-a80a-4861-973c-7405aa07a90c.html

chiara ha detto...

antonello, l'avv. gionni ciurla nel manico. con l'appello sicuramente la difesa ha chiesto anche la sospensione della provvisionale e viste le cifre c'è da scommmettere che verrà accolta. i soldi per gli alimenti ci sono, se li prendano. Postato da chiara in Volandocontrovento - il blog di Massimo Prati - alle 22 marzo 2013 10:11:00 CET

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