sabato 27 ottobre 2012

Salvatore Parolisi: Ergastolo. E noi aspettiamo ansiosi le motivazioni nella speranza che l'assassino da stasera non se la rida ancora con più gusto...


Siete rimasti a bocca aperta? Date retta a me, chiudetela. La condanna all'ergastolo non è definitiva, è un passaggio quasi obbligato nell'Italia delle toghe... anche se ci vogliono buone ragioni per arrivare ad infliggere una pena così severa. Comunque da tempo andiamo dicendo che in Italia il primo grado di giudizio non è mai favorevole all'imputato, che i giudici di assise si appiattiscono alle procure perché per anni hanno vissuto accanto ai Pm (o da Pm), quindi cosa c'è oggi di diverso da ieri? Il fatto che non ci siano nè vere prove né veri indizi che possano portare il Parolisi ad una condanna all'ergastolo? Ma questa è una nostra idea. E quanto pensiamo noi risulta irrilevante ai fini del convincimento che ha permesso al giudice di arrivare ad una sentenza. Marina Tommolini ha visto in Salvatore Parolisi un assassino. E' quanto ha pensato e creduto dopo aver ascoltato i periti e letto gli atti messigli a disposizione dalla procura. Vogliamo fargliene una colpa? Non si può giudicare un giudice da una sentenza. Lo si potrà giudicare fra novanta giorni, dopo aver letto le motivazioni che l'hanno portato a quel tipo di sentenza. Magari nel suo scritto troveremo tutte le risposte che da sempre ci mancano, quelle a cui neppure i Pm hanno mai saputo rispondere. Hai visto mai che il giudice riesca a dissipare i dubbi e le tantissime incongruenze di una indagine nata male e finita peggio? Hai visto mai che al chiuso di quell'aula, l'Accusa le abbia dimostrato in maniera tangibile che il Parolisi è brutto sporco e cattivo?

Per cui aspettiamo ansiosi che ci spieghi come si è svolta l'azione omicida che ha captato essere posta in essere dall'imputato. Aspettiamo ansioni che ci faccia sapere quale dei tanti moventi ha ritenuto giusto. Aspettiamo ansiosi di capire come ha recepito essersi svolto lo staging, in quale momento e con quali modalità. Aspettiamo ansiosi di sapere in quali giusti orari ha agito, quanti minuti aveva a disposizione e dove ha preso l'arma... dove l'ha poi nascosta. Aspettiamo ansiosi di capire per quale motivo non ci fosse sangue sui suoi abiti, per quale motivo non ce ne fosse nella sua auto. Aspettiamo ansiosi di sapere dove e con cosa si è lavato. Aspettiamo ansiosi di scoprire cosa abbia pensato della sentinella che non lo ha visto salire al chiosco. Aspettiamo ansiosi di sapere cosa ha pensato del Ranelli che lo ha visto alle altalene. Aspettiamo ansiosi di sapere quale giudizio abbia dato al cane Piergiorgio ed al suo istruttore. Aspettiamo ansiosi che ci faccia capire se ha valutato l'impianto accusatorio nel suo insieme o se ha fatto il ragionamento inverso, quello da oltre un anno gridato dai media all'opinione pubblica: "Chi altri se non lui?". Se ha optato per un imputato colpevole queste spiegazioni saranno per lei semplici e facili da scrivere e motivare.

E se riuscirà a darcele, noi tutti, io per primo, saremo felici di vedere che la giustizia ha fatto il suo corso senza alcuna interferenza ed in maniera lineare. Noi tutti, io per primo, saremo felici di sapere che l'assassino di Melania è in carcere e non in libertà pronto ad uccidere un'altra donna. Noi tutti, io per primo, saremo felici per la piccola Vittoria allontanata dal mostro che le ha ucciso la madre. Noi tutti, io per primo, saremo felici di scoprire d'esserci sbagliati a fare il conto dei minuti. Noi tutti, io per primo, saremo felici di avere nel nostro paese persone che sanno indagare in maniera idonea. Noi tutti, io per primo, saremo felici di scoprire che questa giustizia non può far male ad un incensurato che si ritrovi ad avere un'amante ed una moglie massacrata. Noi tutti, io per primo, saremo felici di scoprire che non è affatto vero che i giudici di primo grado non si assumono responsabilità lasciando ai più esperti, quelli di Corte d'Appello, il compito di giudicare computamente le responsabilità degli imputati.

Perché un ergastolo è un ergastolo. Non è una pena che si da a cuor leggero e senza prove, non è il buffetto sulla guancia che si da al bimbo pescato a rubare le caramelle... un ergastolo ha le sue ragioni d'essere e si sentenzia solo quando le prove sono schiaccianti. Non è un abito rosso di Valentino da mostrare come status e sfoggiare nelle occasioni speciali, magari per elevarsi di grado. Non si può sbagliare quando si tratta di condannare una persona all'ergastolo, specialmente se il rischio di emettere un giudizio fasullo è alto. Per questo le motivazioni devono essere adeguate alla pena. Le motivazioni di una condanna all'ergastolo devono avere una linea chiara e trasparente, devono giustificare la decisione del giudice ed andare al di là del dubbio che, caso mai vi fosse stato, avrebbe lasciato spazio ad un'assoluzione o ad una pena di minor entità. In dubbio pro reo, si diceva un tempo. Prima di condannare chiunque all'ergastolo, ancora di più chi si dichiara innocente, occorre ponderare e sviscerare ogni aspetto nella sua globalità, in modo da non lasciare nulla al caso o alla fortuna. Le motivazioni devono rispecchiare la sentenza e non risultare scarne o criticabili. Le motivazioni non sono noccioline che si acquistano al mercato della fiera. Nel leggerle non devono sgranarsi in mezzo ai denti ma scivolare liscie come uno yogurt vellutato.

Aspettiamo quindi con ansia che il giudice Tommolini ci faccia strada verso la verità giudiziaria che non han saputo darci i Pm del pregiudizio puro. Ed in attesa delle motivazioni speriamo che la sentenza non abbia portato a Melania nuova sofferenza... che il suo assassino non si senta rasserenato ed autorizzato dal giudizio di un giudice a ridere con ancora con più gusto. 


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340 commenti:

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carla ha detto...

sono in pieno accordo con te Massimo.....non capisco più nulla,se è questo la giustizia?.....oppure devo pensare che la giustizia è diventato un fatto burocratico che ci sono passaggi obligati......
è innevitabile pensare che il vero assassino,a questo punto,è il vero puratinaio di tutti noi....
che dobbiamo aspettarci altro...avanti il prossimo sotto chi tocca.....
non so' perchè,mi sento orfana,si orfana da chi ci dovrebbe rassicurare e protergerci da chi ci puo fare del male...anzi se pur ti lamenti,rischi di passare nel torto,perciò zitti e muti,anzi non fiatare nemmeno....mah!buonanotte cari amici....domani è un altro giorno e si vedrà,se ci sveglieremo da questo brutto sonno.......

Anonimo ha detto...

Le tue parole, Massimo, sono interamente da me condivise.

Riflessione amara: l'imputato "non ha scelto di non essere presente alla lettura della sentenza, non c'era per una imprecisione del giudice che non si è accorto che non fosse in aula".
(fonte, ad esempio:
http://www.firstonline.info/a/2012/10/26/omicidio-rea-avv-biscotti-parolisi-ha-ribadito-sua/996dba75-b373-4a50-a122-de98cb7fc777)

Certo che il fatto che per leggere il dispositivo di una sentenza così importante/devastante per la vita di un uomo e di una bambina non si cerchi, e non ci si accorga, né ci si assicuri che l'imputato *non* è in aula NON denota granché bene sul grado di attenzione posto in essere ...

Ma a cosa pensava il giudice ? Si è accorto - a questo punto è lecito chiedersi -, di che cosa sta scritto nelle perizie da lei disposte .... ?

E il pensiero corre anche alle prove distrutte.
E al prossimo, diverso carcere ...
La vita di quell'uomo potrebbe essere messa in pericolo
K@

tabula ha detto...

La mia è solo una curiosità tecnica: in camera di consiglio, durante quelle 4 ore il giudice era sola o aveva a disposizione degli interlocutori, perlappunto "consiglieri", con i quali ragionare sul caso?

Lo chiedo perchè oltre ad avere emesso una sentenza molto pesante nella totale mancanza di prove, mi stranisce il fatto che nel pronunciare la sentenza il giudice piangesse.

E mi domandavo se impuntarlo ad una divergenza d'opinioni in camera di consiglio o alla consapevolezza della pesantezza della condanna o a cosa.

Le lacrime sono l'espressione di un contrasto emotivo verso il pronunciamento di una decisione così pesante, avrei preferito che il giudice fosse serena, e quindi convinta fino in fondo di ciò che diceva.

Se non lo fosse stata, niente le avrebbe impedito di alleggerire la sanzione, o di esprimerne una diversa.

Le sue lacrime sono pura e semplice emotività femminile?

Ovviamente sono domande senza risposta.

Ed è anche vero che parlare di questo o cercare di capire perchè questa sentenza, Massimo, non modificherà di una virgola quanto avvenuto.

Anche se la spiegazione del perchè non dovesse essere convincente.

Non rimane che prendere atto della sentenza, e domani è un altro giorno.

la piccola Vittoria: stavolta ha perso definitivamente anche il padre, e la prima reazione di Parolisi è stato di estrema disperazione, nei confronti di sua figlia.

Ma ormai su quel fronte non c'è più niente da fare, Parolisi potrà anche aspettare Appello e Cassazione, ma la bimba nel frattempo crescerà, e le sue figure di riferimento saranno, necessariamente, altre.

Anonimo ha detto...

Che tristezza.
G.

carla ha detto...

purtroppo ci vanno di mezzo sempre i figli.....non si tiene conto che questa figlia crescerà e un giorno spero che riuscirà ad appropriarsi una coscienza tutta sua.....sempre sperando che nulla emerga nel fratempo che mi faccia pensare che parolisi sia colpevole.....perchè penso come tutti che quello deve valere è la giustizia,quella vera, per Melania al di là chi possa avere ragione......perchè non stiamo in uno stadio a chi dobbiamo tifare.....è una questione di giustizia e tale deve essere,se vogliamo stare tranquilli.....ritorno a dare la buonanotte

Mimosa ha detto...

Colloco qui un commento messo di là, aggiustandolo:
un gip che nega i domiciliari all’imputato con quelle espresse motivazioni e poi diventa il gup monocratico del processo che deve emettere una sentenza risolutiva per la vita dello stesso, è evidente che doveva coerentemente mantenere la sua posizione e che aveva già il convincimento della colpevolezza: sentenza scontata!

anch'io speravo che si sarebbe comportata diversamente quando ha affidato le tre perizie e ha voluto persino controllare tutti i gli orologi da polso di Salvatore.

Invece, le perizie che tecnicamente (e teoricamente) erano "super partes" hanno fatto la fine della carta straccia, solo soldi buttati via …
dunque erano solo fumo negli occhi per accontentare la difesa?

Perché il giudice non ne ha tenuto conto?

Dov'erano stasera "scienza e coscienza"?
Ah, certo, soppiantate dall'altro principio, quello del “libero convincimento"
che costei si era già formata mesi fa ...
altroché “in dubio pro reo” …
la patata bollente e cruda è stata rimbalzata al prossimo Tribunale, comodo, eh?

Vito Vignera da Catania ha detto...

Tranquilli lo scempio non è ancora finito ,ancora qualche mese ed assisteremo ad un'altra condanna ,questa volta sarà la cara Sabrina Misseri ad essere condannata per la gelosia verso la cuginetta.Ormai cari amici credo che sia diventata un abituè dei tribunali condannare in primo grado,per poi passare agli altri gradi di giudizio,come dice la cara Mimosa ,la patata bollente si passa ad altri,sembriamo ai tempi di Ponzio Pilato.Le sue tante bugie,l'amante,gli alibi non proprio di ferro hanno giocato in suo sfavore.Come al solito le testimonianze hanno il loro peso,c'è chi la visto e chi non la visto alle altalene,e come dice il signore del chiosco,l'abbigliamento di Parolisi quel giorno era molto insolito con il freddo che faceva,certamente non è una grave colpa portare i pantaloncini ed essere condannati.Aspettiamo le motivazioni e poi si potrà capire cosa ha deciso ,e da che cosa è scaturita questa condanna cosi pesante. Credo che la cara Sabrina Misseri si stia facendo già il segno della croce e che abbia iniziato a pregare ,avanti con la prossima vittima dell'ingiustizia Italiana. E magari poi qualcuno dirà caz.. ci siamo sbagliati nel giudicare.Tanto in galera mica ci stanno loro a soffrire per diversi anni,e rovinando la vita delle persone che si dichiarano innocenti. Ciao a tutti.

Rita ha detto...

Per chi non l'avesse visto, la Prof. Simonetta Costanzo, fa degli interventi molto interessanti in favore di SP.

http://www.rai.tv/dl/replaytv/replaytv.html#ch=2&day=2012-10-22&v=153318&vd=2012-10-22&vc=2

Anonimo ha detto...

Tabula,

credo che ufficialmente in Camera di Consiglio avrebbe dovuto esserci solo il giudice monocratico (così come, se avesse valutato un Collegio, avrebbe dovuto esserci unicamente il Follegio composto da quei soli giudici). Gli esperti fra noi in materia potranno darci ragguagli in merito.

Appare alquanto strano e del tutto inappropriato che un giudice mostri emozioni nel leggere il dispositivo di una sentenza che ha emesso. Ed è lecito allora chiedersi come mai? questa mancanza di aplomb/obiettività ... Cosa c'è dietro ?

Potreste postare le immagini del giudice che legge
il dispositivo e si commuove e/o piange ?

Potrebbe essere utile, un domani, anche per la piccola Vittoria. Probabilmente ora cercheranno di allontanarla anche dai parenti del ramo paterno. Comunque un domani, qualcuno o qualcosa, la
spingerà a cercare di capire, e a cercare suo padre naturale. Solo un allontanamento totale e definitivo dalla famiglia attuale, con cambio totale di identità e cognome e riferimenti ai parenti di entrambi i rami potrebbe rendere più difficile questo passo.

K@

Anonimo ha detto...

Mimosa.

è un pensiero mio che la vita di SP possa essere messa in pericolo. Sono i fatti occorsi che lo fanno nascere.
Comunque *ora* "serve" vivo per soddisfare tutte le volontà di vendetta ripetutamente espresse.

---
Un giudice che piange mentre legge un suo dispositivo è INACCETTABILE.

K@

Anonimo ha detto...

Qui il video dell'intervista al legale Valter Biscotti (molto professionale il legale):
http://video.sky.it/news/cronaca/omicidio_rea_intervista_a_valter_biscotti_legale_parolisi/v138861.vid

K@

Manlio Tummolo ha detto...

Che il giudice dott.ssa Tommolini sia stretta parente della ministra prof.ssa Fornero ? Di queste persone a Trieste si dice che "hanno le lacrime in tasca". Non so se ha pianto effettivamente, mi rifaccio alle vostre considerazioni. Riguardo ai convincimenti ognuno può avere il proprio, resta il fatto che un ergastolo, a persona finora incensurata, è fuori proporzione. Non dimentico che ai quattro massacratori, evidenti, del ragazzo Aldovrandi sono stati irrogati 3 anni e mezzo di carcere (delitto "colposo" !!!!). Per tutto il resto, aspettiamo, come giustamente rileva Massimo Prati, le motivazioni: forse esse saranno irrefutabili, ma ne dubito molto, vista tutta la storia, e la misura massima della pena, giustificabile solo con serial killers, genocidi e simili. Non dimentichiamo che, costituzionalmente, la pena deve redimere il condannato, non murarlo vivo. Se dovesse essere confermato però, l'avvocato di parte civile e famiglia dovranno accontentarsi di molto meno del milione e mezzo di euro finora ottenuto dal giudice. Ma si sa, i personaggi sono molto disinteressati...

tabula ha detto...

Credo che non sia giusto parlare male del giudice Tommolini, io non riesco a non sentire un profondo rispetto per questa eprsona: è un magistrato, è una persona colta preparata e scrupolosa, è una donna che fa un mestiere difficile, al punto da avere subito, proprio agli albori di questo processo, un pesante attentato.

Un altro discorso è discutere la sentenza, così pesante e così pienamente aderente alle richieste della Procura, pronunciata versando lacrime, senza guardare in faccia l'imputato, al punto da non accorgersi che non era in aula.

Un altro conto è constatare che tutte le perizie ordinate non abbiano avvalorato di una virgola le accuse mosse a Parolisi, ma che nonostante ci fosse scritto a chiare lettere che sulla responsabilità dell'imputato non ci fosse certezza, nessuno dei dubbi posti in essere ha potuto alleggerire la pena.

Se mi dite che la Tommolini è stata quattro ore in camera di consiglio, avrà riflettuto molto bene su queste cose, prima di arrivare alla pronuncia del verdetto.

E allora mi chiedo: perchè piangere?

Tra l'altro, non è stata decurtata neanche la responsabilità dello staging, nonostante sia indicato dai vari periti come avvenuto a ridosso del ritrovamento, e comunque non compatibile con la presenza dell'indagato sul luogo del delitto.

Parolisi ha un alibi di ferro per lo staging, un alibi che dura due giorni di fila.
Perchè condannarlo anche per qualcosa che non può aver commesso?

E' un pò come se, si prenda solo come esempio, fosse stata condannato Ludovica per l'omicidio della rivale, nonostante avesse un alibi di ferro.

Se gli alibi di ferro non contano più, se le perizie non sono considerate, mi chiedo che cosa possa avere inciso sulla decisione finale e drastica e presa tra le lacrime di questo giudice.

Mi domando se quella sorta di opportunità nei confronti della bambina possa avere pesato così tanto anche stavolta.

Anonimo ha detto...

Da fonti oline:

Biscotti ha inoltre assicurato: "Siamo al fianco di Salvatore, e siamo solo all'inizio, sappiamo che sarà una battaglia lunga e difficile. In questo momento siamo molto dispiaciuti dal punto di vista umano. Il giudice - ha poi aggiunto - non era tranquillo, si è commosso al momento della lettura della sentenza".

Questa è una delle fonti:
http://www.firstonline.info/a/2012/10/26/omicidio-rea-avv-biscotti-parolisi-ha-ribadito-sua/996dba75-b373-4a50-a122-de98cb7fc777

Concordo inoltre pienamente sulla necessità di proporzionalità della pena, e sul fine della pena, con chiarezza sopra richiamate dal Prof. Manlio Tummolo

NON ci occorrono lacrime, né da magistrati né da ministri, ma FATTI, PENSIERI e AZIONI che concorrano a poter consentire di avere SEMPRE fiducia nelle Istituzioni, nelle leggi e nell'equità della loro applicazione.

K@

Viv ha detto...

Scusate se mi intrometto. Sono distrutta da questa ingiustizia. Sembra di stare alla rivoluzione Francese dove si voleva vedere una testa che rotola.
Ma non vi viene il dubbio che qui si stia coprendo qualcuno di piu "importante"? A me puzza di copertura per salvare la pelle a qualcuno "troppo importante" per venire coinvolto.
V

carla ha detto...

spero che l'avv.Biscotti a quanto pare che sia così onesto con Parolisi,che lo sia altretanto con avetrana.....infondo questo dovrebbe essere una lezione.....
se no ritorna alla solita tirintela" predica bene e razzola male"........

Anonimo ha detto...

Un giudice che emette una sentenza di ergastolo quasi piangendo e nemmeno si occorge che l'imputato non é in aula, non l'ha racconta giusta. SEntenza forzata???
G.

carla ha detto...

xmimosa
a proposito di finanzieri,non sono ne evasora e niente zio/a d'america,anzi si sono scusati nel dire:- se sapevano che ero io con quel cognome,non venivano nemmeno.....

Anonimo ha detto...

dagli attentati?
cuore in pace. non lo sapremo mai.

Anonimo ha detto...

Anche se fosse stata forzata, la dignità e INTEGRITA' professionale richiedono il CORAGGIO di NON apporre *MAI* firma del proprio nome
in qualcosa che NON si condivide o NON si ritiene giusto.

e' TROPPO comodo prendere lo stipendio, gli onori e i vantaggi di una professione ... senza i relativi PESI e RESPONSABILITA' e AZIONI a tutela dell corretta applicazione della propria materia

Ad ogni modo, dobbiamo aspettare le Motivazioni
per comprendere il ragionamento che si è scelto di seguire

K@

Anonimo ha detto...

@ TABULA? Hai mai sentito parlare di "lacrime di coccodrillo"?
Senza alcun riferimento, per carità!
TIZIO C. S.

Mimosa ha detto...

x Carla
O.T. : non dirmi!?!
;-(

Mimosa

carla ha detto...

mimosa così va il mondo da un po' di tempo....mi devi scusare certi sigle non li conosco,ma penso di intuire di cosa mi vuoi dire....un abbraccio...Carla

tabula ha detto...

tizio caio &S.
ne ho sentito parlare.
ma non ha senso.

non che sia sbagliato mettere in piazza l'emotività femminile quando si è, perlappunto, femmine. Mica ci si deve adeguare per forza agli standards maschili, un giudice uomo che pianga emettendo una sentenza sarebbe fuori luogo, ma noi donne tutto sommato possiamo concederci due lacrimucce.

Ma non a vanvera.

Se io ti sto praticamente ammazzando ogni speranza di vita futura da uomo libero, devo farlo solo ed esclusivamente se ne sono convinta fino-in-fondo.

E se sono convinta-fino-in-fondo di qualcosa, vuol dire che sono determinata, e se sono determinata, non piango.

Altrimenti alleggerisco la pena, è nei poteri di un giudice il poterlo fare.

Comunque, avrà avuto le sue ragioni, sia per la sentenza durissima non proporzionata al fatto, che per le lacrime, anche se non credo che riusciremo mai a capirle proprio tutte.

Però proporrei di farle giudicare anche il comandante Schettino.
con 33 persone uccise, sarebbero 33 ergastoli.



Anonimo ha detto...

Il papà di Melania dice
"Salvatore ora parli, ci dica perchè l'ha uccisa".

Ragazzi, non è che perchè c'è stato un verdetto di condanna ci siano le prove.
quelle non c'erano e non ci sono.

almeno fino a quando conosceremo le motivazioni del giudice.

Però sono d'accordo che se sapesse qualcosa ora sarebbe il caso di parlare.

anzi, casomai potrebbe essre meglio lasciare un memoriale scritto a persone sicure, non si sa mai nelle carceri.

Anonimo ha detto...

Un giudice non può delegare la giustizia al grado successivo, non è questa la funzione del giudizio d’Appello. Il secondo grado deve essere una garanzia a favore dell’imputato e non un modo per deresponsabilizzare l’operato del giudice di primo grado.
La Tommolini è arrivata ad una verità processuale, perché questo è la sua sentenza, ed io esigo conoscere il percorso logico che l’ha portata a pronunciare un tale dictum in nome del popolo italiano e quindi anche in nome mio. Desidero lumi in merito alle prove che da qualche cilindro deve pur aver tirato fuori per arrivare a condannare all’ergastolo un imputato, per arrivare a togliergli la patria potestà e quant’altro. Oppure desidero di essere illuminata sugli indizi gravi, precisi e concordanti. Voglio capire il perché una circostanza è valutata in un modo per poi essere valutata in maniera opposta al bisogno. Quindi Salvatore non era a Colle San Marco perché nessuno lo vide, però a Ripe, nonostante nessuno lo vide, c’è passato per ben quattro volte, mica una. Come mai la cella telefonica agganciata dal cellulare di Melania compatibile con Ripe lo si considera un dato attendibile, mentre quella che aggancia Folignano il giorno 19 Aprile, giorno in cui si imputa a Parolisi lo staging, non lo si considera un dato altrettanto attendibile? Sono curiosa di sapere i motivi che l'hanno portata a sposare la perizia di Tagliabracci, tenendo allo stesso tempo in considerazione i risultati delle perizie da lei stessa disposte. In quali parti, tali consulenze avvalorano la tesi di Tagliabracci? Proprio ieri in diretta televisiva il consulente d’ufficio Bruno sottolineava come nella perizia di Tagliabracci ci fossero lacune incolmabili; come le ha colmate la Tommolini, visto che non ci sono riusciti i 3 consulenti nominati da lei stessa? Sono curiosa di conoscere anche di chi sia l’impronta della scarpetta di Cenerentola, i dna femminili ritrovati sul corpo di Melania; sono curiosa di conoscere la strada alternativa che Parolisi deve aver percorso e che lei deve aver trovato. Sono curiosa di sapere su quale orologio di Parolisi, siano state trovate tracce inequivocabili. Il giudice dovrà spiegarmi che auto sia quella fotografata lì, a Colle San Marco. Immagino che Piergiorgio sia stato congedato; sono curiosa di sapere perché il giudice non ha ritenuto importante l’omissione degli 8 minuti, in cui si fanno fiutare al cane gli indumenti. Voglio sapere come si concilia la premeditazione con la circostanza che il vicino vide Salvatore uscire di casa vestito con gli stessi abiti che portava a Colle San Marco e con il fatto che lo vide imboccare la strada che conduce al Colle. Perché Parolisi cancella le tracce della sua relazione con Ludovica solo dopo l’omicidio e non prima visto che aveva premeditato tutto?
Il Ranelli se è considerato un testimone (attendibile?!) dovrebbe esimersi da valutazioni personali e comunque dovrebbe spiegare cosa trovi di strano nell’abbigliamento di Salvatore che non è differente da quello indossato dai tanti ragazzini che erano nel prato. Il giudice mi spieghi come sia arrivata a reputare il Ranelli attendibile e non valutare attendibili invece, testimonianze convergenti come quelle delle vedette.
Insomma della dinamica dell’omicidio e dei tempi la Tommolini deve conoscere proprio tutto e non avere nemmeno un ragionevole dubbio, così come dello staging. Che renda edotti tutti quanti. Quando si ha la certezza di avere davanti un assassino che ha approfittato della minorata difesa di sua moglie, madre di sua figlia, non c’è spazio per la commozione nel leggere la sentenza a meno che non sia abbia un ragionevole dubbio ed allora…

Stella



Mimosa ha detto...

@ Stella
encomiabile la tua esposizione!
i legali di Salvatore dovrebbero prenderla così com'è e presentarla alla Tommolini quando vorranno impugnare le motivazioni della sentenza.

Bravissima!
Ciao
Mimosa

Anonimo ha detto...

Stella,

concordo in pieno. Abbiamo il diritto di sapere
ciò che viene fatto a nome del popolo italiano, e dunque anche a nostro nome. Così come abbiamo il diritto di vedere rispettata una corretta e logica applicazione della legge.

Ribadisco, l'operato di un magistrato deve essere asettico, e non deve essere presentato dallo stesso con alcuna forma di commozione o coinvolgimento.

K@

Anonimo ha detto...

come dire: avete un colpevole, ora divertitevi. Saranno contenti i parrenti di Melania, ora faranno comparsate in tv a raffica, almeno ci guadagnano un po di euro.

TEO

Licia ha detto...

Io penso anche che abbia sbagliato nella scelta degli avvocati, questi qua hanno perso molte cause importanti e anche sentendoli parlare in Tv non mi hanno mai fatto buona impressione, anzi. Inizialmente si erano offerti alla famiglia Rea, che non li ha voluti, e poi sono andati dal Parolisi. Con un avvocato in gamba penso che non sarebbe stato condannato.

carla ha detto...

michele fratello di melania è stato chiaro:- intanto la giustizia terrena è stato fatto ,poi quella divina si vedrà...-
come al solito si vive di illusione.....
mi sa che siamo alla solita storia ,niente cambia da quello che è stato :-tortora,gravina ecc....

Anonimo ha detto...

Concordo con licia, avvocati inadatti, penso "molli"

TEO

Simona ha detto...

Le parole di Michele Rea si contraddicono da sole:prima ha detto che sarà una sconfitta per tutti e all'uscita del tribunale si è messo a dire cose insensate con tanto di sorrisino dell'avvocato Gionni.

Oggi il padre ha replicato di nuovo,insomma state certi che questa storia non finirà mai....sono convinta che andranno in tv nonostante la condanna...ma a cosa servirebbe?hanno avuto la condanna ora basta!
per quanto riguarda la Tommolini sarei curiosa si leggere le sue motivazioni...

Mimosa ha detto...

Questi avvocati si erano già tuffati nel caso di Avetrana e proprio il B è stato il più bellicoso nell'attaccare Sabrina e Cosima, mirando a distruggere specialmente quest'ultima chiamandola "fortino da espugnare"
da allora ho il dente avvelenato, i vecchi lettori sanno come la pensavo e mi ero messa le mani nei capelli quando ho saputo che si erano offerti ai Rea e poi a Salvatore
... tanto per gli avvocati un cliente vale l'altro ... purché ci guadagnino,
fanno il mestiere a cui si sono preparati: assumere cause e portarle avanti, facendo credere al cliente di essere dalla loro parte ... così è la vita!


Mimosa ha detto...

Perché Salvatore non era in aula alla lettura della sentenza?
«E' stata una imprecisione del giudice che non si è accorto che non c'era», ha aggiunto l'avvocato Valter Biscotti commentando l'assenza del caporale in aula nel momento in cui il gup di Teramo l'ha condannato all'ergastolo.
E' stato il padre di Melania, Gennaro, a chiedere che Parolisi fosse in aula.
A quel punto il giudice si è interrotto e lo ha chiamato, ma, ha spiegato Biscotti, in quel momento è stato lui stesso a dire a Parolisi della condanna.

ho preso tutta la citazione da qui: http://www.tgcom24.mediaset.it/cronaca/articoli/1066203/delitto-rea-parolisi-condannato-allergastolo.shtml

Ma, dico io, e lo schieramento dei suoi legali non se ne erano accorti? O per loro andava bene così?

Mimosa

Vito Vignera da Catania ha detto...

@ Mimosa.Bravissima gentile Mimosa il suo ultimo rigo calza proprio a pennello per il caro e sottomesso Avvocato Daniele Galoppa,mi piacerebbe sapere un suo pensiero su costui, e la bella criminologa Bruzzone?Cordiali saluti.

Vito Vignera da Catania ha detto...

@ Mimosa .Il rigo e quello del post delle 14.43.

magica ha detto...

buongiorno a tutti .
con la esposizione mediatica che ha avuto questo caso . dove i media per la grande maggioranza sono colpevolisti. la giudice si è trovata in mano una patata bollente..
non poteva assolvere parolisi, pena una rivoluzione di quelli che non si sono impegnati a leggere gli atti, eppure sono stata i colpevolisti della prima ora ..
seguendo l'onda dei media .
l'avv che ieri sera è stato a quarto grado era furibondo nonostatnte non lo volesse far notare ..
io quelle persone le trovo molto ambigue .. adulano i giudici che hanno condannato senza prove certe . mi pare che l'avv..avesse il timore si dire quello che pensava .
..tutto quello che ha sottolineato quell'avv a quarto grado , gli indizi che scagionano parolisi., sono gli stessi che scagionano le misseri ..ma per parolisi sono favorevoli e x le misseri sfavorevoli .. ma allora vogliono prenderci per i fondelli? mi dispiace per parolisi : lo considero innocente .
spero solo che i difensori delle misseri siano piu' agguerriti ..

Vito Vignera da Catania ha detto...

@ Magica.Ciao cara amica ,puoi starne certa che i difensori di Sabrina e sua mamma sono molto ma molto più agguerriti,vedrai lunedì e martedì che musica si sentirà in aula a Taranto.

Mimosa ha detto...

Carissimo Vito
scartabellando tra i vecchi articoli di Massimo sul caso Scazzi troveresti un sacco di miei commenti negativissimi anche su chi hai citato
e che non ripeto, ma ... "immagina, puoi" ...

Mimosa

Vito Vignera da Catania ha detto...

@ Mimosa .Grazie cara se prima ne ero certo ora ne sono certissimo "E immagino come il bel George Clooney"

Mimosa ha detto...

Carissima Carla
lupo non mangia lupo
tutti coloro che vestono la toga sono giocolieri ed equilibristi
non si pestano mai i piedi a vicenda

mi ricordo che proprio il duo, quando fu pubblicato il parere della Cassazione che bacchettava la Procura di taranto, dissero: "una sentenza va rispettata, non siamo d'acordo,ma la rispettiamo"

Ciao, Mimosa

Colgo l'occasione per spiegarti che "O.T." vuol dire "off topic", ossia "fuori argomento"
e che con i segni grafici ;-( volevo farti capire che parlavo in tono scherzoso, ma hai ragione, meglio evitarli.

Mimosa ha detto...

ops
ho fatto un pasticcio
scusa Magica, ti ho scambiata con Carla, perdonami

Anonimo ha detto...

Sembrerebbe che alla piccola fosse già stato comunicato il giudizio sul padre prima della sentenza ...


Alla piccola Vittoria "racconteremo la verita', la storia piu' simile alla verita". Michele Rea, fratello di Melania non ha dubbi in merito, "lo faremo con l'aiuto degli esperti". "Cosa le abbiamo detto? Che il papa' e' un posto dove vanno le persone che hanno fatto cose cattive", ha aggiunto

http://www.rainews24.rai.it/it/news.php?newsid=170783

Questa mattina i genitori di Melania hanno avuto un brevissimo incontro con Franca Parolisi, la sorella di Salvatore: nessuna stretta di mano, sguardi piuttosto bassi. «Non lo perdonerò mai», ha detto la donna. Ora il loro pensiero è tutto per la piccola Vittoria: «Le abbiamo detto la verità: che il suo papà è andato in un posto dove vanno le persone cattive»

fonte:
http://www.ilmessaggero.it/primopiano/cronaca/melania_parolisi_ergastolo/notizie/227913.shtml


Ora al centro di tutto c’è proprio Vittoria: ha solo tre anni, senza la mamma, uccisa, e senza il papà, in carcere con la pena dell’ergastolo. "Non mi ha visto per due giorni ed ora non vuole che stare con me", ha detto il nonno Gennaro. Vittoria non sa nulla, e sarebbe troppo piccola per capire. Ma "quando sarà grande dovremo dirglielo e sarà un dolore così forte", dice Michele, il fratello di Melania, che già sembra piegarsi al pensiero di quel giorno, quando forse proprio lui dovrà trovare le parole.
"Porta un cognome pesante - dice pensando al futuro della piccola -, non sarà facile per lei vivere con questo: la madre persa in quel modo, uccisa, il padre condannato per questo". Il padre Vittoria non lo vede da più di un anno e mezzo, e non chiede di lui, il suo ricordo si è "affievolito". Melania invece c’è ancora per la figlia: "E' in noi, in questa casa dove vive, nelle foto, nei filmini che le facciamo vedere per tenere vivo il ricordo", dice Michele, ricordando "quella scampagnata fatta insieme, le feste, Melania che le sorride...". "Lo dobbiamo a Melania, Vittoria deve ricordare la mamma e quanto le voleva bene", aggiunge Michele" ...

http://www.ilrestodelcarlino.it/ascoli/cronaca/2012/10/27/793294-ergastolo-incontro-sorella-parolisi-famiglia-rea.shtml

K@

Anonimo ha detto...

Ancora si fuoriesce, apparentemente, dalla misura ...


IL FRATELLO MICHELE, ''PERCHE' VOGLIONO FARE APPELLO?''

La "verità processuale l'abbiamo avuta", dice Michele Rea. Ora "quello che aspettiamo è di sapere perché Salvatore lo ha fatto, perché ha ucciso mia sorella".

http://www.abruzzoweb.it/contenuti/melania-dopo-lergastolo-day-after-di-dolore--a-vittoria-diciamopapa-in-un-posto-per-cattivi/497168-4/

Povera piccola ...

K@

Anonimo ha detto...

Sulla richiamata commozione del giudice: solo battuta sarcastica?

http://www.iltempo.it/abruzzo/2012/10/27/1371698-alessia_marconi_teramo_quando_poco_dopo_familiari_melania_escono_tribunale_teramo_folla_accoglie_lungo_applauso.shtml

«Il giudice era così commosso che non si è nemmeno accorta che l'imputato non c'era» ha commentato con una nota di sarcasmo uno dei legali di Parolisi, l'avvocato Nicodemo Gentile, che ha annunciato il successivo ricorso in appello. «È stata una battaglia aperta, sul filo del rasoio - ha aggiunto il legale - Abbiamo perso la prima battaglia ma non la guerra».

per conoscere le motivazioni si dovranno attendere novanta giorni

K@

magica ha detto...

la piccola vittoria dovrebbe essere allontanata dalla famiglia se i presupposti sono quelli di far dimenticare il padre alla piccola.
inoltre i nonni sono troppo anziani oer allevare la bambina .
ahhh ecco-- sara' allevata dalla moglie e dal fretello di melania .

Anonimo ha detto...

"Aspettiamo le motivazioni del giudice, per preparare l'appello, ma visto il dispositivo della sentenza e la condanna all'ergastolo, sembra che il giudice abbia sposato la linea dei pm, quindi ci sentiamo di contestare le conclusioni del giudice così come abbiamo già fatto, da ultimo nelle arringhe difensive, nei confronti dell'impostazione della procura".

- aggiunge l'avvocato - "i quattro ragazzi sulla cui testimonianza la procura insiste molto, abbiamo rilevato dall'analisi dei tabulati telefonici, alle 15.07 risultano essere ancora ad Ascoli Piceno città". Inoltre, "anche il Dna sulla bocca di Melania è una non prova, è un elemento neutro, visto che il perito non ha stabilito la sua natura". Non solo, Salvatore Parolisi è stato condannato per l'omicidio ma anche per il vilipendio di cadavere, aggravato, ma "a Ripe non è stata trovata nessuna traccia di Salvatore - sottolinea l'avvocato Biscotti - né tracce di sangue o simili nell'auto, mi devono spiegare come avrebbe fatto Salvatore ad andare due giorni dopo la scomparsa di Melania nella pineta di Ripe di Civitella, devono dimostrare come e quando si sia trovato là e abbia commesso il vilipendio". "Impugneremo la sentenza", assicura Biscotti, in attesa delle motivazioni che sono previste entro 90 giorni, a gennaio 2013, "è solo una fase processuale, ma - aggiunge l'avvocato - la cosa che più mi dispiace è che Salvatore non abbia potuto riabbracciare sua figlia. In questo momento Salvatore è al telefono con la bambina - riferisce ancora l'avvocato - lei sa che esiste il padre, si sentono al telefono, si parlano. Ovviamente non sa dove sia suo padre, lui le dice che sta lavorando e che presto ritornerà".

http://www.ilrestodelcarlino.it/ascoli/cronaca/2012/10/27/793399-omicidio-rea-ergastolo-parolisi-provato.shtml

K@

Anonimo ha detto...

Se la famiglia R., e in specie il figlio M.R., continuano a parlare tanto dell'interesse della bambina, c'era forse la necessità di dirle, a tre anni, e con almeno 2 gradi (se non 3 all'epoca -- dato che dubito abbiano avuto il tempo di dirglielo questa mattina) che il papà è in posto dove vanno le persone cattive ?

La mancanza di figli propri, unitamente ad una certa mentalità, evidentemente rende qualcuno ripetutamente soggetto a precipitazioni che NON appaiono nell'interesse della piccola e nell'interesse della sua serenità ...

Che tristezza ... Povera piccola ...
K@

magica ha detto...

scusatemi .. la battutaccia .ma la foto di quella signora con la bocca tutta rossa mi pare fuori luogo ..sexi voluttuosa ..
dovrebbe dare una foto piu' contenuta almeno in questi orrendi casi.
quasi non le si da' il giusto merito se lo ha. ma credo che in tribunale abbia messo un rossetto meno vistoso
tutte noi dobbiamo essere curate e apparire nel miglior modo .. '..
scusate .. ..

Anonimo ha detto...

UNA condanna secca. Totale che non concede nulla. Anzi che cancella la patria potestà a Salvatore Parolisi. Una pena nella pena perchè così Salvatore non potrà più neppure sentire la figlia
Non ha avuto tentennamenti il giudice Marina Tommolini e per Parolisi ha chiesto l’ergastolo.
Un omicidio feroce che merita il massimo della pena. Salvatore non più marito di Melania e non più padre di Vittoria.

Articolo di Natalia Encolpio
http://www.ilrestodelcarlino.it/ascoli/cronaca/2012/10/27/793457-omicidio-melania-rea-salvatore-parolisi-ergastolo.shtml

K@

Antonello ha detto...

Non si tratta di sensibilita' o di modi di essere anche legati al proprio sesso, perche' una professione come quella del giudice, credo, non possa essere svolta da chi ha coinvolgimenti emotivi tali da commuoversi durante la lettura di una sentenza, nel bene e nel male.
E' a dire il vero un ruolo, quello di Gkudice, non proprio semplice come si potrebbe pensare, credo, l'impostazione maschile non esiste ed e' una chimera semplicemente perche' ognuno ne ha una propria e soggettiva come anche di quella giudiziaria, sono cose che a parer mio non esistono assolutamente, io giudico una sostanza in toga di coscienza, non giudico uomini o donne ne devo farne differenze delle mie eventuali diversita', e' a dire il vero uno dei problemi piu' grandi che deve, e non sempre ne ha il coraggio, affrontare la donna di oggi nell'emancipazione che, a dire il vero, e' avvenuta da quel di e pretesa in tempi sociologici indefinibili, gli stessi tempi che forse non si possono garantire affrontando responsabilita' conseguenti, in alcuni casi.
Non si piange in una sentenza perche' la si esprime nel pieno convincimento di cio' che e' il danno provocato dal giudicato, perche' un omicidio e' accaduto, perche' se un omicidio e' avvenuto l'ergastolo e' il tuo lavoro infliggerlo e non e' che si pretende che ti diverta o che ti addolori sentenziarlo.
Bruttissima scena professionale, una sconfitta doppia per la giustizia, il rifiuto forse di prendere coscienza e responsabilita' di dubbi e di emotivita' che in una condanna non vedo cge spazi possano avere in mascolinita' ed in femminilita', centra nulla con il massimo rispetto.
Ed io che avevo elogiato pure la Tommolini, peccato, e' stata un'occasione persa di maturita' impagabile per tutto un mondo giudiziario e femminile che forse deve cominciare a comprendere che certe professioni ed argomenti non vanno coinvolti nell'emotivita', bene da questo punto di vista, le crisi ed i bivi sono il sale del miglioramento, peccato che lo paghi chi poco puo' centrarci come abbiamo analizzato in un anno e mezzo.
Sempre salvo che tutto quanto diffuso sia vero e che non esistano indagini e procedimenti segreti paralleli.

Anonimo ha detto...

Condivdo con voi lo sdegno da tutti voi esternato anche se devo dire che non sono rimasta sorpresa dalla sentenza che già mi aspettavo per le motivazioni che ho esposto ieri pomeriggio e successivamente ribadite da Mimosa.
Marilia

Anonimo ha detto...

Mi ritrovo perfettamente con quanto esposto da Stella per cui inutile ripetere e faccio un "copia e incolla".
Attendo anche io quindi, come cittadino italiano, le motivazioni di tale sentenza e che siano chiare!
Dal canto mio come espresso già nei commenti del Resto del carlino Ascoli, credo che il giudice abbia condannato proprio con tanti dubbi, non voleva restituire la figlia a chi non è stato dimostrato essere colpevole ma neppure innocente, ha quindi concluso che è meglio un innocente in galera che un assassino fuori e come da altri espresso ha passato la patata bollente all'appello. Non sono del settore, non credo però che questa sia giustizia.

Simona ha detto...

Roberta Bruzzone criminologa Ragazzi io nel caso di Melania ho lavorato...su quello di Yara e di Roberta Ragusa no...e ora mi godo questo risultato strepitoso visto che i soliti "morti dal sonno" andavano starnazzando in tv che non c'erano prove...senza sapere ovviamente di cosa stavano parlando..

Guardate qui...

Mimosa ha detto...

Nella prima parte della trasmissione "Le amiche del sabato" su Rai1, la giovane avvocato del collegio di difesa (mi sfugge il nome) ha detto che il giudice non si è accorta dell'assenza di SP perché è entrata a capo chino e occhi bassi ed era molto "provata"

ed è stato per "sadismo", per sprezzo, che il suocero voleva Salvatore presente ad ascoltare la sua condanna, è lampante.

tabula ha detto...

"tuo papà è in posto dove vanno le persone cattive"
è stata la psicologa a suggerirla?

tabula ha detto...

No Mimosa.
L'hanno chiesto per guardarlo in faccia.

L'hanno guardato inf accia per tutto il rpocesso, e ogni cosa facesse uscivano e raccontavano ai giornalisti che era un chiaro segno di colpevolezza.

Che Parolisi salutasse, o non salutasse.
Che li guardasse in faccia, o ne evitasse lo sguardo.

E' stato tutto un cercare conferme, un dare conferme, un interrogare con lo sguardo e darsi la risposta che si voleva avere.

Gennaro Rea lo voleva in aula sì per punire quello che considera l'assassino della figlia e vederne la sofferenza scritta in faccia.

Ma, detto tra noi, una persona che continui a scrutarti per capire, e per leggere i segnali di questo e di quello, non è mica tanto convinta che tu sia colpevole.

Altrimenti, non avrebbe bisogno di vedere come reagisci.

Se fossero stati convinti, non avrebbero cercato di continuo tutte queste confermucole da quattro soldi.

Non lo erano fino in fondo.

E ti dico anche che apprezzo molto più il Gennaro Rea che stabilita la sentenza PIANGE, perchè sa che sua nipote ha perso la madre ed anche un padre, ma soprattutto perchè si rende finalmente conto che non sono queste le vittorie.

Anonimo ha detto...

"Parolisi ha incontrato oggi il suo legale, Federica Belguardato. A lei, secondo quanto scrive Tgcom24, il marito di Melania avrebbe nuovamente proclamato la sua innocenza, avrebbe promesso di non mollare perché quella di ieri è stata “una sentenza ingiusta”. “Voglio conoscere le motivazioni dei giudici – ha aggiunto – per capire perché mi hanno condannato”.

http://www.fanpage.it/parolisi-condannato-una-sentenza-ingiusta-non-ho-ucciso-melania/#ixzz2AVr1lpfv
http://www.fanpage.it

K@

Antonello ha detto...

Ma che dice la Bruzzone, se son stati proprio gli inquirenti ed i periti a sconfessare l'esistenza di certezze e quindi di prove di che sta parlando??? Se ha prove che le diffonda, almeno capiremmo tutti e ne potremmo discutere.
Prove??? Dell'esistenza di Batman???
Ora io ho sempre parlato di diversi tempi, luoghi e scenari in cui avrebbe potuto essere verosimile, non so quanto provata anche li, una ipotetica ricostruzione in capo a S., in questa versione accusatoria sentenziata per la verita' c'e' tutto meno che prove, per la verita' personalmente non ho manco avuto l'onore di constatare l'esistenza di un indizio ne la materiale possibilita' di una qualche verosimiglianza di un corpo che ipoteticamente lasciato due giorni a 1.200 metri in un parco naturale con bacinella di acqua a disposizione non sia stato neppure sfiorato da tracce, dna e saliva animale, di un omicidio che nulla sembra dagli atti aver lasciato addosso all'invisibile sentenziato, ne sulla sua auto e ne in casa, dell'ergastolato sulla scena del delitto solo, si dice smentiti dalle perizie, un bacio a sua moglie, di che prove stiano parlando a questo punto lo sanno solo loro, che festeggino pure, che alzino i calici e si godano gli starnazzamenti di noi poveri umili umani che ciechi non vediamo le palesi illuminazioni di una scena del delitto "non delitto" di un omicidio "quasi premeditato" e "sicuramente d'impeto" compiuto da un caporale istruttore invisibile e che sembra abbia colpito ad occhi chiusi tanto che su 35 coltellate ne ha potuto portare a triste compimento appena due o tre.
Consoliamoci, tutti visionari, Colasanti, i cani molecolari ostinati per quattro volte erroneamente ptecisi, le ricerche N.U.E. simpaticamente compatibili con Ripe, i ciclisti, un anziano che avverte telefonicamente, Ranelli geograficamente disorientato eppure teste chiave d'accusa da teste fondamentale di difesa, tutti noi visionari e starnazzanti abbiamo orologi strani e riempiamo il tempo in una maniera colpevolmente non supersonica, la normalita' e' Ridolini anni 20', Chaplin, le velocita' ed i ritmi delle auto invisibili fanno parte del presente che ottusamente rifiutiamo, che festeggino pure, che alzino i calici se son convinti di avere avuto la verita'.
La verita' esiste ed e' sempre una sola, benche' insegnino nelle Accademie che e' una bestemmia.

Anonimo ha detto...

Resta una profonda amarezza per l'incredibile ingiustizia e l'umiliazione inflitte a Salvatore e a tutta la sua famiglia. E una tristezza infinita nel constatare che, per una piccola bambina, suo padre sta diventando un'immagine sempre più sfocata e denigrata. Il dolore dei Rea va sempre rispettato ma come possono stupirsi del fatto che la bimba ricordi con affetto solo la madre e non chieda loro mai del padre, se hanno sempre bandito la sua figura dalla loro casa?
Sarahkey

Anonimo ha detto...

Resta una profonda amarezza per l'incredibile ingiustizia e l'umiliazione inflitte a Salvatore e a tutta la sua famiglia. E una tristezza infinita nel constatare che, per una piccola bambina, suo padre sta diventando un'immagine sempre più sfocata e denigrata. Il dolore dei Rea va sempre rispettato ma come possono stupirsi del fatto che la bimba ricordi con affetto solo la madre e non chieda loro mai del padre, se hanno sempre bandito la sua figura dalla loro casa?
Sarahkey

Anonimo ha detto...

x Tabula:

"tuo papà è in posto dove vanno le persone cattive"
è stata la psicologa a suggerirla?

Sarebbe da chiederlo a Telefono Azzurro ...

K@

tabula ha detto...

@K

Mi viene in mente Salomone, le due donne ed il bambino conteso.

La madre falsa accettò di dividerlo a metà, la vera madre rinunciò.

Anonimo ha detto...

"Una condanna all'ergastolo singolare ed emessa in assenza di prove schiaccianti". "C'era bisogno di un capro espiatorio. Questa sentenza getta una luce malinconica sulla giustizia italiana".

Alessandro Meluzzi, psichiatra e criminologo, commenta con Affaritaliani.it la sentenza sull'omicidio di Melania Rea. "Non ci sono neppure indizi concordi o convergenti tali da permettere una condanna al di la' di ogni ragionevole dubbio. Anzi in questo caso i dubbi sono parecchi, sia sulla dinamica sia sul movente che, francamente, è labilissimo".

Meluzzi sottolinea "l'assenza di corpi di reato e di prove documentali e scientifiche certe".

Ma perchè allora Parolisi è stato condannato? "Perchè è bugiardo, infedele e non è stato molto intelligente nella condotta delle vicende processuali. Parolisi è stato condannato perchè sta antipatico agli italiani.

Ci sarebbe voluto un quadro probatorio molto più netto". A parere di Meluzzi, l'appello "ribalterà la sentenza di primo grado", perchè "lì c'è bisogno di prove certe. L'accusa non reggerà, cosi' come è successo per il processo Meredith a Perugia. O anche se l'appello dovesse confermare la condanna, interverrà la Cassazione".

Mimosa ha detto...

Ma ve lo immaginate cosa la piccola sentirà dire dai compagnetti d'asilo?
Tra poco arriverà a casa sconvolta e chiederà: "Davvero papà ha ucciso la mamma?"
Si sa che i bambini anche piccolissimi sono crudeli ...
la psicologa dovrà entrare in classe e preparare la maestra

Quando i Rea pensano di preparare la bambina?

Manlio Tummolo ha detto...

Forse non tutti sanno che la motivazione per una sentenza è una conquista giudiziaria relativamente recente, e frutto della critica illuministica al Diritto romano, vigente ancora fino alla Rivoluzione Francese (quella che tagliava testa, ma che pose anche le basi formali della moderna procedura giudiziaria). Un obbligo che è sempre stato eluso o mal attuato dai giudici, ai quali non fa mai comodo dire i veri motivi di una loro sentenza, ed allora si prendono per legge un minimo di 30 giorni per scrivere la sentenza, e talvolta anche molto di più. Perché condannano, perché assolvono ? pensate che lo sappiano? A leggere i loro arzigogoli, scritti in un linguaggio tecnico e talvolta gergale - orribile in italiano e secondo canoni letterari - non si direbbe. Proprio la pessima formulazione di una sentenza o di un decreto è motivo di annullamento da parte della Cassazione. Quanto a coloro che, con un certo compiacimento autodenigratorio, dicono "Siamo in Italia", "Queste cose succedono solo in Italia", vadano a leggersi su Google o Yahoo i casi Elisabeth Fritzl e Natascha Kampusch avvenuti recentemente in Austria, Paese dove, secondo le nostre "vulgate", tutto va perfettamente (l'erba del vicino è sempre più verde). Oggi della Kampusch hanno raccontato a "Cuore di tenebra" di Radio RAI 3. Pare che anche lì le cose non funzionino in modo ideale. Mi si trovi un Paese nel mondo, dove l'amministrazione giudiziaria (ma chi l'ha chiamata "giustizia" ?) funzioni alla perfezione , scoprendo i colpevoli e gli innocenti, secondo i crismi punendo i primi e salvando i secondi... Ci andiamo subito, senza porre indugio.
Tornando alla motivazione, non avremo nel mondo un giudizio serio, se non quando sentenza e sua motivazione saranno contestuali in una specifica ultima udienza, e non qualcosa di rabberciato alla fine di molte chiacchiere, con quella messinscena del ritiro in camera di consiglio, che io chiamo talvolta "camera di coniglio".
Nel caso specifico, non servono analisi particolari per capire che il giudice si è limitato a prendere di peso le richieste del PM e farle proprie. Non le ha spostate di una virgola (l'unica riduzione, se non erro, è nel risarcimento).

Anonimo ha detto...

Si Tabula,

ed è quello che ha fatto tempo fa zia Frana.

Ma occorre la presenza di un Saggio, come è noto essere re Salomone:

"Due donne si presentarono da Salomone: ciascuna aveva partorito un figlio a pochi giorni di distanza l'uno dall'altro ed entrambe dormivano nella stessa casa. Una notte accadde che uno dei due bambini morì e sua madre, secondo l'accusa, aveva scambiato il figlio morto con quello vivo dell'altra donna mentre questa dormiva. Salomone, dopo aver ascoltato le due donne sostenere più volte le loro tesi, fece portare una spada e ordinò che il bambino vivente fosse tagliato a metà per darne una parte a ciascuna di esse.
Allora la vera madre lo supplicò di consegnare il bimbo all'altra donna, pur di salvarlo. Salomone capì così che quella era la vera madre e le restituì il bambino."
da http://it.wikipedia.org/wiki/Salomone

K

Mimosa ha detto...

Ancora questo e poi chiudo, lasciando spazio ad altri.
Ma prima ringrazio K@ per tutta la documentazione che sta trovando, sei meglio di una rassegna stampa!

Tutti parlano della grande dignità della famiglia Rea sempre composta nel loro dolore, mai una parola di troppo, che mai ha avuto atteggiamenti duri verso il genero (sic!) ... e il pubblico ad applaudire
anche nella trasmissione di oggi pomeriggio, grandi lodi per loro
ma sulla dignità della famiglia Parolisi neanche una parola, sulla compostezza del dolore della sorella Franca e della mamma Vittoria neanche un cenno!

Oggi pomeriggio su Rai1 l’esagitata conduttrice addirittura si è posta ironicamente la domanda sull’assenza a Teramo dei familiari di lui, come se a loro poco fosse importata la sorte di Salvatore.
Invece di considerare lo stress emotivo del trovarsi faccia a faccia con gente che da un anno non ha mai perso occasione di pugnalare il loro caro, e la riservatezza che li hanno sempre mantenuti lontano dai riflettori.

Due famiglie, due stili …

Mimosa

ENRICO ha detto...

Sono pochi coloro che per amore della Giustizia, hanno il coraggio di accettare sfide pericolose

Preferiscono lavarsene le mani e lasciare a qualcun altro il compito di togliere le castagne dal fuoco

In questo caso, il giudice, a mio avviso, e stato costretto ad assecondare un'opinione pubblica inferocita da una campagna mediatica che illegittimamente aveva già celebrato il processo ed emanato sentenza di condanna


Non è una giustificazione, ma purtroppo gli esseri umani sono fragili e "quando uno il coraggio non ce l'ha, non se lo può dare”

Spero solo che adesso, placata la furia giustizialista, l'anima razionale riprenda il sopravvento e ristabilisca l'equilibrio.

Anonimo ha detto...

La giornalaia di Rai Uno deve essere stata un pò cornuta

Anonimo ha detto...

E già.... come volevasi dimostrare questa è una sentenza per i media.
La rai è vomitevole, piu delle reti merdiaset, perchè è un servizio pubblico. Giornalisti/e (non pervenute/i) che a mio modo di vedere non sono all'altezza di questa professione. semmai si possono chiamare opinionisti, dato che chi li segue prende per oro colato quello che dicono.
opinionisti perchè appunto fanno cambiare le opinioni a chi li segue.

THOR

tabula ha detto...

@Enrico.
Non è che ci volesse molto.
E non è questione di coraggio.

L'avere ordinato delle perizie ed averle discusse, mi chiedo che senso possa avere avuto.

Non era un processo indiziario, le prove c'erano eccome!
Numerose prove che Parolisi non avesse potuto tecnicamente commettere il fatto, e alibi di ferro per lo staging.

Evidentemente è entrata in gioco qualche dinamica a noi ignota per la quale il giudice ha deciso di prostrarsi completamente alle richieste della parte civile.

E levatevi dalla testa la speranza che le motivazioni per le quali occorrerà la bellezza di novanta giorni riveleranno alcunchè.

Saranno frasi del tipo "in una sorta di opportunità nei confronti della minore" eccetera.

Se ci sono motivi concreti che hanno portato il giudice ad emettere la condanna, e se tali motivi non fanno parte di quanto rivelato fino ad ora dalla parte civile, non crediate che ve li verrà a raccontare la Tommolini.

Il processo è stato a porte chiuse. Un pò perchè la stampa sa essere davvero invasiva, un pò perchè forse non si gradiva fossero rivelati proprio tutti-tutti gli aspetti di cui si parlava.

C'è il processo d'appello, va bene.

Ma se il primo grado di giudizio finisce praticamente sempre per adeguarsi a quanto richiesto dall'Accusa, perchè lo si fa?

Tanto vale fare direttamente il processo d'appello,
quello in cui vengono valutate le prove.

Si lo so.. l'appello è appello.. capisciammè.

Avere direttamente e subito un processo nel quale siano valutate le prove, e non gli indizi,
è fuori dal mondo?

Bisogna sempre passare per le forche caudine del non far rimanere male i pm che hanno lavorato così tanto?

Anonimo ha detto...

Vittoria non potrà più vedere nemmeno la zia Franca, i cuginetti, i nonni paterni?

ENRICO ha detto...

@ Cara Tabula

Non sappiamo quali " pressioni" possano essere state utilizzate per permettere una sentenza del genere in un processo indiziario dove IL DUBBIO regna incontrastato

Io, ( come del resto anche voi) sono straconvinto che DIETRO questa storia ci sia qualcosa che non torna.

Così come sono straconvinto che questo "qualcosa" faccia paura a molti.

Di conseguenza, almeno per il momento, si è preferito "calarsi le braghe" e mettere tutto a tacere

Probabilmente, tra qualche anno , passato il clamore ed esaurito l'interesse mediatico (leggi incassi legati agli ascolti e relativi introiti per la platea dei cortigiani d'accatto ), ci sarà l'appello, il soldato sarà prosciolto tra l'indifferenza generale, il vero colpevole sarà uccel di bosco e il delitto andrà ad allungare la lista dei tanti misteri d'Italia rimasti insoluti.

Nel frattempo chissenefrega se quel disgraziato marcirà in galera da innocente e non potrà più rivedere la figlia !

Quisquilie, per chi non si fa scrupoli.

Funziona così la Giustizia per i poveri diavoli nel nostro Bel Paese dove, a forza di scandalizzarci, non abbiamo più nemmeno le energie per ribellarci.

Cosa che altrove riescono ancora a fare .

Non credo proprio che in un'altra Nazione si sarebbe permesso alle Tv di Stato ( oltre che a quelle private) un'intromissione così scandalosamente invasiva, abusiva ed illegittima permettendo ad emeriti sconosciuti, ad arroganti incompetenti e ad opportunistici giornalai di sostituirsi sfacciatamente alla Giustizia

carla ha detto...

così è quando si prende a gioco le vite d'altri.....
certo resta un mistero quella telefonata che ha indicato il corpo....2 cose mi fanno pensare:o centra a qualcosa oppure ha paura di andarci di mezzo....il fatto che abbia paura l'unica spiegazione che riesco dare che sia il vero testimone dei fatti di come sia avvenuto.....il fatto che non sia così pronto di testimoniare,come quei 50 probabili testimoni.....di sicuro non si tratta di pinco -pallino,cioè di un qualsiasi maniaco o di qualcuno che non si conosce.....
non so' se mi sono spiegata....non so' se avete notato ,la gente si precipita di testimoniare,anzi saltano fuori come funghi.....
un testimone serio tende rimanere nascosto,perchè è preso in preda dalla paura.......

Anonimo ha detto...

Tutta la mia solidarietà alla famiglia di Salvatore, vorrei dire loro di farsi coraggio perchè se S. è innocente prima o poi la verità verrà a galla. Siete veramente una famiglia a modo e perbene.

ENRICO ha detto...

Se Salvatore fosse stato il rampollo di qualcuno che poco poco avesse "contato" qualcosa ( che so, un politico, un alto funzionario, un imprenditore, un primario, ecc...) , alzi la mano chi crede che "le cose" sarebbero andate nello stesso modo ( compresi gli illimitati spazi mediatici concessi alla famiglia della vittima)

Anonimo ha detto...

Per la prima volta ieri ho sentito parlare l'avvocato di Parolisi a quarto grado (mai mai più quel programma). A me non ha fatto un'ottima impressione, mi è sembrato poco decisivo, poi non so. Le rare volte che lo hanno lasciato parlare si perdeva in discorsi chilometrici invece di arrivare al punto. Ha avuto momenti per zittire totalmente alcune persone dalle domande più inutili mai sentite (cosa ha detto Parolisi quando ha saputo della sentenza...), ma niente. Il punto è che questo non era un processo da rito abbreviato proprio per la mole di incongruenze che andavano vagliate attentamente. La Tommolini aveva due decisioni estreme da prendere e nessuna via di mezzo e forse in un processo senza prove quello che diventa fondamentale è la capacità delle due controparti di saper esporre al meglio le ipotesi e le ricostruzioni. Forse l'accusa è stata in questo senso più decisiva? Ha ricostruito un quadro accusatorio più convincente?
Chissà, tra 90 giorni forse si potrà capire.

Kiba

Gabridget ha detto...

eh già Enrico, è triste ma è così, ci sono le caste anche tra i presunti colpevoli... in un'Italia corrotta fino all'osso che si può pretendere?

magica ha detto...

x enrico mi sa che quelli che condannano lo fanno con saccenza e non gli frega niente delle conseguenze.
sollecito ha dovuto fare anni di cella nonostante non ci fossero prove . eppure aveva un padre avvocato mi pare .sollecito non era abbandonato a se stesso come misseri ..:un povero diavolo
non c'è niente da fare fanno il bello e cattivo tempo come gli pare . come la loro idea gli suggerisce .. pensano la persona colpevole .. naturalmente si saranno documentati sul caso ma tant'è.. lo pensano colpevole anche se non ci sono prove serie ..
ma daltronde quante persone ci sono in italia che nonostante non si informino.. anzi ., guardano la tv e ascoltano a bocca aperta il gionalista di turno-che blatera falsita' per rendere le trasmissione piu' interessabnte .
... non gli levi dalla testa c che comunque quello è colpevole

ENRICO ha detto...

@ Kiba

vorrei ricordarti che il PM aveva già richiesto il rito IMMEDIATO per Parolisi ed il Gip aveva accolto l'istanza.

Dunque "l'abbreviato", richiesto in seguito dalla Difesa, non ha modificato molto la procedura.

mi dirai che i legali di Parolisi probabilmente non hanno sfoderato la grinta necessaria.

per incapacità, per superficialità, per "opportunità" ?

Va' a sapere...

Anonimo ha detto...

E' STATA L'INABILITA' E LA MANCANZA DI GRINTA DEI DIFENSORI DI PAROLISI, A DETERMINARE LA SENTENZA!!!
SE NE CERCASSE ALTRI SE NON VUOL ESSERE IRRIMEDIALMENTE CONDANNATO ANCHE IN APPELLO.
La "voce" del popolo

Anonimo ha detto...

A quarto grado ieri sera all'avvocato della difesa non sempre l'hanno fatto parlare, anzi quando lui voleva rispondere alla Palombelli Salvo Sottile gli ha tolto la parola di bocca con la scusa della pubblicità. E questo si è ripetuto per più volte.
Pat

Gabridget ha detto...

Pat, questo comportamento a QG è successo ogni volta (rara) che Biscotti è apparso in studio, addirittura Sottile ha detto che non poteva farlo parlare altrimenti il programma sarebbe diventato TeleBiscotti... mentre altri li fa parlare a ruota libera senza interrompere. Potevano lasciare spazio all'avvocato invece di intervistare i vicini di casa, che onestamente, non cene può fregar di meno di quello che pensano!

Anonimo ha detto...

La fam. Rea ,sta giá pensando di cambiare il cognome alla piccola Vittoria...Ecco cosa dice MicheleR.:

Quando sará grande dovremo dirglielo
e sará un dolore cosí forte.Porta un
un cogmome pesante, non sará facile per lei vivere con questo: la madre uccisa, il padre condannato per questo.
Quella creatura non ha scampo, tutta questa storia lascia un vuoto nel cuore.
G.

Mimosa ha detto...


Quando sará grande dovremo dirglielo

mi spiace ribadirlo, ma ciò dimostra ancora una volta che quella famiglia non capisce niente di psicologia infantile e a questo punto dubito sia seguita da professionisti.

Davvero credono che in asilo e poi a scuola o qualunque posto frequenterà la piccola nel giro di poco tempo non la additeranno sempre come la figlia di colui che le ha ammazzato la mamma?

Ma dove vivono?

E' come la storia di Babbo Natale, i genitori aspettano sempre arrivi il momento giusto per svelare la favola e poi un bel giorno i figli arrivano a casa in lacrime perché un amichetto gli ha detto tutto e in maniera derisoria ...
ma andiamo ...


Antonello ha detto...

Ma non so se la vedo solo io sta scena da interrogatorio a distanza, ad ogni cadenza giudiziaria o umana che viene inflitta a S. qualcuno gli "ordina" di parlare, "che dica perche'", "che spieghi il come", "si penta", ma non hanno ancora realizzato che puo' anche non saper proprio nulla??? E che se anche sapesse non parlera' neppure se l'appendono con i pollici se solo pensa che vi possa essere pericolo di vita a parlare??? Ma ci vuole tanto a capire che possono esserci motivazioni estreme ad un silenzio???
Possibile che nei cautelativi e nella fase di indagini fuori dei limiti giudiziari si tenti di far confessare, ma che si continui con questa pantomima di una giustizia che si fa strumento di vendetta e di "ordine" che si parli io non lo capisco, se solo vuole quello non parlera' mai e tantomeno con certi metodi, bisogna utilizzare il cervello, non la rabbia o la forza, prima di tutto per capire se veramente oggi S. puo' saper qualcosa, sentire queste cicliche frasi fa veramente rivedere lo scenario di una tortura.
Ed il bello e' che il tutto, non nascondiamoci, e' benedetto da femministe matriarcali oltranziste senza capo ne coda in questa triste storia, e' sbagliato tutto, forse S. sa qualcosa, forse puo' persino essere stato lui ma il problema e' che la ricostruzione non sta in piedi, c'e' un problema gravissimo giudiziario che diventa strumento da ogni dove trasformandosi ora in "finalmente e' arrivata la giustizia", od in "S. rappresenta l'uomo italiano, sono tutti cosi'".
Completamente e tutto sbagliato, e purtroppo certe donne lo capiranno quando oramai sara' troppo tardi e non potranno piu' rimediare, i giustizialismi mediatici e sociologici non hanno veramente senso SE NON IN STORIE IN CUI VI SONO PROVE CERTE DI EFFERATEZZE REALMENTE COMPIUTE e francamente i ludibri pubblici, anche in casi di colpevolezza, attendo che capitino a qualcuno che li pratica prima di esprimermi.
Qui e' il festival di Voghera, con tutto il rispetto di Voghera, viene quasi il vomito.

Antonello ha detto...

In tutto questo il problema maggiore e che la generazione dirigenziale di questo sfortunato paese, allargando un attimo la prospettiva, ha preteso di fare, per motivi meramente economici, di questo paese un crocevia multietnico pretendendo che nuove culture si inserissero l'una nell'altra, in una specie di orgia culturale, senza che succedessero parvenze di contrasti che in fin dei conti era anche logico immaginare.
Innestare ad esempio, giusto per avvicinarsi al discorso, le donne nell'esercito era paritario vi fossero se mai si pensi corretta l'esustenza stessa di un esercito, giusto per chi scegliesse quella via professionale, su questo niente da dire, ma la parita' vera non puo' essere funzionale a motivi economici, a bunga bunga ricattatori o etnici, ed andava fatta su basi e con dirigenti che avessero piena coscienza di cio' che andava fatto, con regole umane, giuste e condivise.
L'integrazione, per riallargare di nuovo il discorso, non puo' calare dall'alto, non si puo' subire ed andrebbe invero valutato, condiviso e liberamente scelto, in questa Italia si cancella l'identita' di un popolo ed immediatamente dopo si pretende l'integrazione senza problemi, ma "chi" integro in "chi" se ho sfruttato la disperazione della poverta' e le guerre solo per accontentare l'industrialotto di turno??? Che equilibri vado a modificare se divido in due lo stipendio del vecchio capo di famiglia e inneggiando alla parita', con fini sessisti personali, promulgo che da domani "possono" lavorare anche le donne sfruttando e facendo leva su un'accecante, e forse anche giusto, loro sproporzionato ed insostenibile sentimento di rivalsa??? Dove e' finita l'analisi degli equilibri sociologici per affrontare problematiche che, questo si, andavano affrontate??? E perche' la donna di oggi, intesa per come si autodetermina, non ha voluto capire queste semplicissime constatazioni di fatto???
E perche' tutto il carro va dietro ad alcuni buoi ed alcune vacche???

Anonimo ha detto...

“Parolisi condannato? Non ci sono prove”
Vittorio Feltri difende il caporalmaggiore riconosciuto colpevole della morte di Melania Rea
Sul Giornale di oggi Salvatore Parolisi trova un difensore d’eccezione: Vittorio Feltri. L’ex direttore del quotidiano di via Negri spiega che il caporalmaggiore sarà anche un bugiardo, ma per definirlo assassino ci vogliono le prove, che non ci sono:
La sentenza era scontata. Lo era dal giorno in cui gli rifiutarono gli arresti domiciliari che ormai non si negano a nessuno, tranne che a coloro sul capo dei quali svolazza l’ergastolo. Difatti ergastolo è stato per Parolisi. E buon per lui che aveva scelto il rito abbreviato grazie a cui la «morte civile» è stata automaticamente trasformata in 30 anni di reclusione. Quando ne avrà scontati 15, per effetto di benefici vari previsti dalle varie leggi, potrebbe tornar fuori a rimirar le stelle.
E si butta in un pronostico sull’appello:
Dicevamo delle bugie: il condannato ne ha snocciolate a iosa. Ovvio. Un uomo che si compiace di essere un conquistatore, un seduttore irresistibile, che ha un’amante o forse due o tre,fatalmente è anche un mentitore abituale.Guai se non lo fosse:come potrebbe saltabeccare da una fanciulla all’altra, senza incorrere in guai familiari, se non esercitasse con maestria l’arte della menzogna? Qualunque fedifrago che voglia barcamenarsi evitando di pagare dazio in casa è costrettoa diventareunegregio impostore. Ma un contafrottole non è detto che sia anche un assassino. Ci mancherebbe. Intendiamoci, Parolisi probabilmente ha massacrato la moglie e merita il carcere. Ma per inchiodarlo alle sue responsabilità non basta affidarsi all’intuito e alle elucubrazioni. Occorre altro: una prova e un paio di testimonianze concordanti. Ci sono? No. Non c’è nulla. Pensavo che nel diritto valesse ancora un principio sacrosanto: in dubio pro reo. A rigor di logica, Parolisi in appello sarà assolto.

PINO ha detto...

@ MIMOSA
C'è un altra cosa, molto importante, che i Rea stanno ignorando, o fanno finta di ignorare: il ricorso in appello, che rappresenta la vera spada di Damocle, pronta a colpire; e quando questo avverrà, sarà irreversibile.
I loro progetti, chiaramente tendenti, ancora una volta, a convincere l'opinione pubblica e se stessi sulla definitiva soluzione del caso, saranno, con molta probabilità, vanificati.
Ci siamo sempre associati, (io e tanti altri) e continuiamo a farlo, all'immenso dolore che ha travolto la famiglia Rea; ma, io personalmente, e non sembra sia il solo, non ho potuto condividere, nella stessa misura, la irremovibile posizione accusatoria, senza concessione di un minimo possibile dubbio, nei riguardi del Parolisi, assunta dalla famiglia stessa.
Per cui, la formulazione di progetti, sul futuro della piccola Vittoria, riportati qua e là dai massmedia, come dichiarazioni dei componenti della famiglia della vittima, assumerebbero solo il carattere di alimentazione di quel sentimento di avversione, disseminato ininterrottamente, durante le fasi investigative, dalla maggior parte degli stessi organi, contro chi è stato già crocefisso, e, forse, preventivamente designato (dalla sorte?) come "capro espiatorio", secondo quanto ha affermato il dr, Alessandro Meluzzi.
Pino

Anonimo ha detto...

C´é un aricolo su il sussidiario.net

Caso Melania Rea/ Meluzzi:ergastolo a Parolisi? Cosí si é deciso di colpire anche la figlia...
G.

Anonimo ha detto...

Delitto Rea, Introna
«Ecco gli elementi che
inchiodano Parolisi»

http://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/notizia.php?IDNotizia=563729&IDCategoria=1

Anonimo ha detto...

L’avvocato Nicodemo Gentile: "Aspettiamo le motivazioni e poi presenteremo appello. Tralasciati elementi importanti"
E’ UN FIUME IN PIENA Nicodemo Gentile il giorno dopo la sentenza. L’avvocato di Parolisi annuncia l’appello ed è pronto a proseguire la battaglia legale.
Una sentenza prevista?
«Noi dal 12 marzo abbiamo rispettato la consegna del silenzio data dal giudice che aveva invitato le parti ad avere un atteggiamento discreto. Abbiamo fatto un passo indietro per far sì che il processo si celebrasse in aula e non abbiamo fatto esternazioni. Ma questo è un processo altamente indiziario, come lo ha definito il giudice stesso. E la decisione è condizionata da una semplice parola, da un piccolo elemento che può far pendere il verdetto da una parte o dall’altra. Questa condanna viene data ai processi di mafia o ai casi di terrorismo internazionale».
Condanna troppo «severa»?
«Tanti altri casi di omicidio in Italia si sono chiusi con sentenze più umane anche a fronte di delitti efferati come quello di via Pome per citarne uno. E questo la dice lunga».
Cosa non la convince?
«L’unica cosa da cambiare è il fatto che abbiamo ragionato con una persona che probabilmente aveva già un forte convinvimento sul caso».
Ci spieghi meglio.
«Il giudice Tommolini aveva detto che in questo caso la prova scientifica era fondamentale per illuminare tutte le altre prove. E la prova scientifica non c’è stata».
Ma il giudice non ha avuto tentennamenti e la sentenza condanna Parolisi al massimo della pena consentita?
«Il fatto che il giudice è riuscita a leggere la sentenza senza accorgersi che l’imputato non era in aula la dice lunga sul suo stato emotivo. Un giudice deve essere sereno quando condanna per il furto di uno scooter o per un omicidio».
Ripartirete con l’appello?
«Aspettiamo i 90 giorni per la deposizione delle motivazioni. Poi in base a come il giudice spiegherà i suoi convincimenti agiremo».
Che tempi prevede per questa nuova fase processuale?
«Tra un anno potremmo essere di nuovo in aula a L’Aquila a discutere il ricorso».
E dopo?
«Poi c’è ancora il terzo grado di giudizio, quello della Cassazione».
Fino a quel momento Salvatore non è ancora un condannato all’ergastolo in maniera definitiva?
«Ovviamente la corte d’Appello potrebbe ribaltare la sentenza di primo grado come invece accettarla. E’ tutto possibile».
Lei è fiducioso?
«Oggi sono amareggiato da come sono andate le cose. L’ora della morte non era certa. Così come l’esame del dna».
Cosa l’amareggia di più?
«Il fatto che Parolisi non potrà più dimostrare la sua innocenza perchè alcuni referti sono stati distrutti dai Ris. Non ci sono più larve, non c’è più contenuto gastrico. Ma non solo: c’è un altro fatto molto grave. C’era un fascicolo aperto per omicidio a carico dei macedoni prima di iscrivere Parolisi nel registro degli indagati e di questo nessuno di noi sapeva niente. E anche in questo caso non sono stati fatti accertamenti sui pneumatici dell’auto e sul loro abbigliamento nei tempi giusti».
Quindi da cosa ripartirete?
«E’ un’indagine che ha avuto dei vuoti. Ad esempio il fatto che non si sia mai trovato il telefonista. Ma soprattutto siamo amareggiati dal fatto che il giudice ha disatteso i consulenti che aveva nominato lei. E’ un processo che sotto il profilo tecnico meritava un approfondimento diverso. Non ha valorizzato, a nostro avviso, tutta una serie di inidizi a favore. Come l’impronta di scarpa insaguinata vicino al chiosco, le tracce di penumatico, il capello di 22 centimetri trovato sul corpo di Melania. Poi il fatto che nell’auto di Salvatore, che lui ha consegnato subito il 18 aprile, non è stato trovato assolutamente nulla: nè sangue, nè terriccio. Infine siamo molto curiosi di sapere come e quando Salvatore torna a Ripe per fare il vilipendio del cadavere di Melania»

Anonimo ha detto...

Professore Francesco Introna, quali sono state le prove che da un punto di vista scientifico hanno inchiodato Parolisi?

«Particolarmente importante da un punto di vista oggettivo - spiega il professore Introna - è stata la perizia entomologica che ha inchiodato l'epoca della morte della Rea, avvenuta nel primo pomeriggio della scomparsa. Nella prima consulenza effettuata dal prof. Tagliabracci non era stata considerata così approfonditamente così come invece lo abbiamo fatto noi. Nella nostra indagine ci siamo concentrati sull'elemento biologico, sull'esame del cadavere. Entrambe le parti, cioe, sia noi del collegio peritale di Melania, sia i consulenti di Parolisi, in fase dibattimentale, ci siamo confrontati su questi elementi biologici, considerati oggettivi».

Dunque l'esame di elementi oggettivi di natura biologica sono stati determinanti per il giudizio di colpevolezza?

«Dico che questi elementi sono gli unici che interessano noi medici. Il magistrato si basa su elementi biologioci, e non biologici. Non biologico, per esempio, è la testimonianza del barman che non l'ha mai vista, o la storia dell'altalena; e così via. A noi questi dati non interessano. Noi medici, i consulenti d'ufficio, insieme agli altri consulenti di parte abbiamo esaminato, vagliato e discusso tutti gli elementi che potevano essere desunti dalla autoposia effettuata per conto del Pm sul cadavere di Melania Rea».

Anonimo ha detto...

Chi eseguì a suo tempo le prime verifiche sul corpo?

«Tutte le analisi che furono effettuate a suo tempo dal professor Adriano Tagliabracci, che era il consulente del pubbico ministero, sono state ripetute e ne sono state fatte di nuove. In particolare è stata eseguita una indagine entomologica (analisi dei ditteri cadaverici che colonizzano la salma) da parte del professor Vanin, perito nominato dal magistrato (il consulente per conto di Melania Rea era il prof. Porcelli di Bari): entrambi tra i miglior entomologi italiani. Le risultanze di queste analisi hanno consetito di rilevare con certezza che il pomeriggio della scomparsa Melania Rea era già morta entro le 17,30 - 18».

Da cosa avete desunto con tale precisione questo dato temporale?

«Questo può essere provato scientificamente perchè a quell'ora già vi erano state deposizioni di uova di ditteri cadaverici (mosche che colonizzano il cadavere, n.d.r.). Entrambi i periti di parte hanno concordato sulle stesse conclusioni. A questa analisi dei ditteri si è aggiunta l'analisi del contenuto gastrico che ci ha consentito di poter dire che il soggetto è morto al massimo entro due ore e mezza dalla assunzione di un piccolo pasto a base di farinacei e derivati del latte. Questo confermava indirettamente il dato testimoniale della madre che aveva confermato che alle ore 13-13,30 Melania Rea aveva assunto una piadina con un bicchiere di latte».

L'ultimo elemento?

«Il terzo elemento importante è stato il riscontro del Dna di Parolisi sulle labbra e sugli incisivi della Rea. Questo Dna, noi riteniamo che sia stato lasciato dalla mano di Parolisi allorchè tentò di impedire alla vittima di gridare mentre l'accoltellava».

Sono stati questi tre gli elementi i capisaldi che hanno constito di stabilire le responsabilità di Parolisi?

«Sicuramente sì. I ditteri cadaverici, con l'analisi entomolologica, cioè il riscontro del contenuto gastrico che ha stabilito l'epoca della morte e l'elemento del Dna di Parolisi sulle labbra e sugli incisivi anteriori sono certamente gli elementi probanti dell'indagine di laboratorio che hanno indotto la condanna. Questi tre capisaldi, erano peraltro già emersi dalla perizia del prof. Tagliabracci e confermati al termine del dibattimento fra i periti nominati d'ufficio ed i consulenti di parte civile e della difesa. Questi dati incontrovertibili, oggettivi, sono stati elementi probanti ai fini del giudizio».

Anonimo ha detto...

In tutto ciò che afferma Introna, nulla porta a dimostrare che Melania sia stata uccisa intorno alle 15:00 del 18 Aprile.
I periti nominati dal giudice, arrivano tutti alla stessa conclusione: la perizia di Tagliabracci ha delle mancanze fondamentali ed in nessun modo ne suffragano il contenuto nei suoi punti fondamentali.
Saranno le perizie disposte dallo stesso giudice ad aprile la strada per l'Appello.

Stella

PINO ha detto...

ç STELLA

Ti porgo alcuune domande che, ne sono certo, la tua preparazione professionale non dovrebbe trovare difficoltà a soddisfare: l'aver deliberatamente (?) ignorato il gupo, le relazioni dei propri periti, remunerati da danaro pubblico, potrebbe essere ritenuto un reato, sia pure da un punto di vista amministrativo?
Inoltre, l'aver negletto totalmente i suddetti referti, l'atto, per se stesso, non costituirebbe negligenza, malafede o predeterminazione?
Infine, cosa prevede il cpp, per l'inosservanza delle regole dettate dal codice stesso?
Preciso che le domande, non hanno fini secondi, ma solo desiderio di conoscenza su una materia lontana dalla mia preparazione conoscitiva.
Grazie e cordiali saluti, Pino

ENRICO ha detto...

Prosciugata la "piena colpevolista" aspettiamoci di essere investiti da quella "innocentista"

Questo "caso" E' UNO SCANDALO per come sono state svolte le indagini e per come si è giunti ad una sentenza del tutto inadeguata ai FATTI.

Antonello ha detto...

Ma come fanno a non rilevare che dalle 15,30 almeno S. non ha potuto, perche' in visibilita', piu' far nulla neppure volendo, come fanno a non rilevare che se il dna sull'arcata dentaria di M. fosse della mano di S. sarebbe diffuso anche sulle guance, con tutto il rispetto come fanno a dire che stiamo parlando di un dna da primo contatto piuttosto che da secondo, indiretto o terzo inficiando cosi' l'esatta conservazione ed i tempi relativi, come fanno a considerare che 35 coltellate non lasciano altri segni sulla vittima, saliva, capelli, sudore, dna da contatto, come fanno a considerare che un omicidio ipotetico del genere non abbia lasciato tracce della vittima su S. Ed i suoi vestiti, in auto, in casa, come fanno a non capire che al bivio vi erano gli autisti del pulmann delle esercitazioni ed una sentinella li appostata con specifico incarico che non hanno visto nulla del sentenziato, come fanno a non considerare che se nessuno ha visto S. a Colle San Marco e neppure a Ripe ci dev'essere una ricostruzione terza, come fanno a non considerare i cani, i ciclisti e l'anziano, per non parlare della N.U.E.
Come fanno a non citare le perplessita' delle superperizie ch, a questo punto, erano state disposte nel pieno convincimento che avrebbero confortato la tesi accusatoria ma che invece ne sconfessano in pieno la certezza.
Come fanno a non considerare che potrebbero aver a che fare con un innocente veramente, e non voglio andare oltre perche' non so il confine dei fatti in cui puo' essersi sviscerata l'idea di Meluzzi di un "predestinato capro espiatorio", in che momento e' avvenuta tale improrogabile ed ipotetica scelta???

Anonimo ha detto...

il prof. Introna parla di larve di mosca, ma anche con una temperatura rigida ci sono questi insetti?

Anonimo ha detto...

"Le abbiamo detto la verità: che il suo papà è andato in un posto dove vanno le persone cattive". Mi auguro che sia solo una trovata dei giornalisti, altrimenti c'è da chiedersi: cosa fanno gli assistenti sociali? si può dire ad una bimba di tre anni che il suo papà è una persona cattiva? e meno male che lo zio Michele ha sempre dichiarato che loro pensano solo alla serenità della bambina. Alla faccia della serenità.
Pat

Tiziana ha detto...

Plaudo a Meluzzi, un uomo che ha coraggio delle sue opinioni, scaturite da ragionamento logico e non da pregiudizi, come è invece stato per molti dei così detti opinionisti che, in molti casi, non hanno nemmeno letto la documentazione, disponibile, relativa al caso.

Il passato nulla insegna. Oggi tutti parlano del povero Enzo Tortora, ingiustamente incarcerato, ma ciò non serve per mantenere un atteggiamento garantista fino a condanna dell'imputato (soprattutto in un caso come questo in cui c'è una totale assenza di prove).
Invece un presentatore quale Bruno Vespa, che io stimavo (ho letto molti dei suoi libri, ma quest'anno diffiderò amici e parenti dal regalarmi qualcosa di suo per Natale), si è addirittura permesso di fare una puntata di Porta a Porta il giorno prima della sentenza per "suggerire", senza mezzi termini, che l'imputato era da considerarsi colpevole.
Secondo me è vergognoso che ciò possa essere fatta sulla televisione di Stato: meno male che il gup aveva chiesto di ridurre il clamore mediatico intorno al caso! Vespa invece, così equilibrato quando invita i politici, tanto da far partecipare uomini appartenenti ai diversi schieramenti, si è permesso di realizzare una puntata a senso unico. Per prendere tale decisione si sarà preso la briga di leggere le carte processuali oppure la sua scelta è stata motivata dall'antipatia che gli incuteva l'imputato?

Manlio Tummolo ha detto...

Provate a chiedere ad un magistrato o anche ad un avvocato che cosa distingue l'indizio da una prova. Non ve lo saprà dire, o ripeterà a memoria la formula data dal Codice Penale. Se sapessero la distinzione non paragonerebbero l'insieme di indizi ad un puzzle o ad un mosaico, che sono composti da parti ben precisamente componibili, in quanto riconoscibili una per una nei bordi oppure per la sezione di figura inserita. Viceversa, l'indizio è solo una supposizione una probabilità, che talvolta scade a mera possibilità generica. Se io vedo un tizio con la pistola fumante andare in giro, posso pensare che sia l'asssassino di qualcuno, ma solo verificando il calibro e le caratteristiche dell'arma e del proiettile, posso dire se coincide con l'omicidio avvenuto poco tempo prima in un luogo ragionevolmente vicino. Altrimenti, potrebbe essere solo un manìaco che spara ai gatti o ai colombi, perseguibile sì, ma non omicida. Ogni prova deve essere alla fine ricostruita in modo tale da non poter essere confutata; se non lo è, è solo un indizio, una supposizione, un sospetto, tutti da verificare adeguatamente. Ecco perché il processo "indiziario" vale bene per un'indagine, ma non per un processo effettivo, nemmeno in primo grado, in quanto non dimostrativo e confutabile.

Anonimo ha detto...

@ Pino
La responsabilità civile che il magistrato assume, nei confronti delle parti processuali o di altri soggetti a causa di eventuali errori o inosservanze compiute nell'esercizio delle sue funzioni trova il suo fondamento nell'art. 28 Cost. La materia, dopo gli esiti di una consultazione referendaria che ha portato all'abrogazione della previgente disciplina, fortemente limitativa dei casi di responsabilità civile del giudice, trova la sua attuale regolamentazione nella l. 13 aprile 1988, n. 117. Il principio generale è che il soggetto, il quale abbia subito un danno ingiusto per effetto di un comportamento, di un atto o di un provvedimento giudiziario posto in essere da un magistrato con dolo o colpa grave nell’esercizio delle sue funzioni ovvero per diniego di giustizia (protratto anche dopo specifica istanza dell’interessato), possa agire in giudizio per ottenere il risarcimento dei danni patrimoniali e anche di quelli non patrimoniali derivanti da privazione della libertà personale. Tuttavia l’azione non può essere proposta direttamente nei confronti del giudice, ma deve essere esercitata contro lo Stato (nella persona del presidente del Consiglio dei ministri). La legge afferma espressamente il principio che non può dar luogo a responsabilità del magistrato, l’attività di interpretazione di norme di diritto, né quella di valutazione del fatto e delle prove. Sotto questo profilo, la tutela delle parti è esclusivamente endoprocessuale, attraverso il ricorso al sistema delle impugnazioni del provvedimento giurisdizionale che si assume viziato. Sono inoltre indicate specificatamente le ipotesi di colpa grave: grave violazione di legge determinata da negligenza inescusabile; affermazione o negazione, conseguente ad analoga negligenza, di fatti in contrasto inequivoco con le risultanze degli atti del procedimento; emissione di un provvedimento concernente la libertà della persona fuori dei casi consentiti dalla legge oppure senza motivazione. L'azione di responsabilità e il relativo procedimento soggiacciono a regole particolari: tra esse, le più significative riguardano la subordinazione della procedibilità dell'azione all'esperimento di tutti i mezzi ordinari d'impugnazione e degli altri rimedi per la modifica o la revoca del provvedimento che si assume causativo di danno ingiusto.
Per il caso in questione è la stessa legge ad escludere la responsabilità del giudice in merito alla valutazione della prova; se proprio vogliamo trovare un appiglio lo possiamo individuare nella colpa grave, derivante dall'aver emesso un provvedimento che ha affermato l'esistenza di fatti in contrasto inequivoco con gli atti del procedimento. Finchè non si conosce la motivazione, siamo nel campo delle ipotesi; anche se la condanna all'ergastolo, mi fa presumere che il giudice abbia accolto in toto la ricostruzione della Procura che a mio modo di vedere, fa acqua da tutte le parti, anche in modo evidente.
Ferma restando l'insindacabilità nel merito dell'attività giurisdizionale, può esservi eventualmente spazio per la responsabilità disciplinare del magistrato, laddove, secondo la costante giurisprudenza della Sezione disciplinare del C.S.M., ci si trovi in presenza di un'abnorme o macroscopica violazione di legge ovvero di un uso distorto della funzione giudiziaria.
Spero di essere stata chiara.

Stella

Anonimo ha detto...

Per quanto riguardano invece le osservazioni in merito all'operato della difesa, credo che si sia mossa nel modo giusto. Ha subordinato ed ottenuto, il rito abbreviato, all'effettuazione di perizie che tolgono molto all'impianto accusatorio, se non tutto. In esse ci sono osservazioni importanti, che danno alla difesa il là per nuovi spunti ed approfondimenti, che potrà effettuare con i suoi consulenti, i quali devono leggere attentamente le osservazioni dei consulenti d'uffio, anche tra le righe e da lì ripartire.
Mediaticamente la difesa, ha avuto un comportamento corretto, essendosi attenuta alla richiesta del giudice, che aveva chiesto di far scendere il silenzio sulla vicenda; evidentemente il clamore mediatico le è pesato molto.
Le cause non deve vincerle l'avvocato che "urla" di più, ma quello che con i fatti fa vacillare l'accusa. Quando vince il difensore che sbraita di più, quel giudice ricopre un ruolo che non gli appartiene.

Stella

Anonimo ha detto...

Ritengo sia molto grave che sia stato detto alla bambina, su suo padre, quello che le cronache riportano (ci sono ancora due gradi di giudizio e la condanna dunque non è definitiva), e NON credo affatto che sia nell'interesse di una bambina di 3 anni una tale esternazione, qualunque sia la sua forma:
"il suo papà è andato in un posto dove vanno le persone cattive" o "Cosa le abbiamo detto? Che il papa' e' in un posto dove vanno le persone che hanno fatto cose cattive").
Non mi risulta che questo sia un "voler bene", e il "volere il bene" verso un minore, ma una forma di vendetta verso il di lei padre (e peraltro la condanna NON è ancora definitiva, e non vedo perché i familiari di MR *non* si pongano il problema delle conseguenze nel caso che SP sia poi riconosciuto innocente visto lo stato delle prove ed il fatto che, in uno stato di diritto, "in dubbio PRO REO"). Almeno tale esternazione dovrebbe essere accompagnata dal fatto, spiegato, che *non* si è sicuri che il papà sia una persona cattiva (è chiaro che la bambina finirà per chiedere: "ma il mio papà è una persona cattiva?). Non è giusto e non è corretto affermare, allo stato, che il papà è una persona cattiva. Al limite (se proprio non si vede l'ora di denigrarlo agli occhi della bambina) si può dire che alcuni dicono che sia cattivo, ma non è sicuro; e che ci sono persone che stanno cercando di capire se è cattivo o no. Naturalmente la bambina chiederà: " Ma secondo te, nonno" (o nonna, o zio, o zia ecc) "è vero che il mio papà è una persona cattiva ? " E qui si dovrebbe avere il buon senso, almeno fino alla conclusione del terzo grado di giudizio, di dire qualcosa di veramente appropriato e davvero nell'interesse della bambina, del tipo quantomeno "Non lo so, spero di no " (almeno fino alla conclusione del terzo grado di giudizio).
E' anche chiaro che la bambina chiederà: Ma perché? Che cosa ha fatto? E lo chiederà molto presto dato quanto le cronache dicono che gli è stato detto ..... "Dicono che ha fatto del male alla tua mamma, che ora è in cielo " "Ma è vero nonna " (o nonno o zio o zia) "che il mio papà ha fatto del male alla mia mamma ?"
Sia chiaro che, per il bene della bambina, *NON* si può e *NON* si deve rispondere di si senza che sia prima concluso il terzo grado di giudizio, e che sia quella, nel caso, la conclusione finale.


Condivido inoltre anch'io la negativa impressione (forma di tortura) per le esternazioni e i 'comandi' espressi verso il condannato dai familiari di MR (condannato unicamente, ad oggi, in primo grado, e dunque nemmeno in via definitiva), così come anche le cronache su di lui in carcere. La dignità del detenuto va *sempre* rispettata.

Mi chiedo anche se siano stati di fatto, con la sentenza di primo grado, levati a SP tutti i mezzi economici propri per difendersi negli ulteriori gradi di giudizio dato la provvisionale disposta. E se non sia invece nell'interesse *ANCHE* della figlia il fatto che suo padre possa avere tutti e tre i gradi di giudizio, per il suo stesso interesse di figlia.

Naturalmente, se sono stati levati di fatto tutti i mezzi economici personali a SP per potersi difendere, lui avrebbe comunque diritto al gratuito patrocinio.

E la possibilità del gratuito patrocinio in questa triste vicenda, come potete immaginare, ci rende ancora più intitolati, se del caso, a ritenere che una sentenza non debba lasciare ombra alcuna, dato che ci riguarda tutti direttamente, anche sul piano economico,
oltre che morale e di civiltà e di salvaguardia dello stato di diritto.

Gli urlatori, liberi o a pagamenti, fuori dalle aule di tribunale, o nelle varie trasmissioni televisive (che non guardo ma di cui mi rendo conto attraverso i vari commenti) lo avranno capito o lo capiranno ?

K@

ENRICO ha detto...

@ Tiziana
OT

Vespa invece, così equilibrato quando invita i politici, tanto da far partecipare uomini appartenenti ai diversi schieramenti,

?????

:-O

Non credo sia meritevole per questo : E' un suo DOVERE basilare.

Si tratta invece di vedere COME gestisce i tempi ed i modi delle sue "interviste".

Anonimo ha detto...

concordo pienamente con quanto espresso da Stella sull'operato degli avvocati di SP e sulla sua conclusione:
Le cause non deve vincerle l'avvocato che "urla" di più, ma quello che con i fatti fa vacillare l'accusa. Quando vince il difensore che sbraita di più, quel giudice ricopre un ruolo che non gli appartiene.


E certamente sarà appropriato una valutazione completa della sentenza ai fini di ogni possibile azione nelle opportune sedi.

K@

Antonello ha detto...

Grazie anche da parte mia Stella visto che interessava anche me l'argomento, sicuramente la colpa grave assorbe eventuali comportamenti definiti come omissioni e che non rientrano nell'affermazione o negazione.
In verita' io parlavo di indagini anche in itinere, certamente i canonici 90 giorni sara' obbligatorio aspettarli prima di eventualmente segnalare l'ipotesi coerente.
Ma fattivamente, chi indagherebbe eventualmente sul procedimento appena concluso??? Spero non il Tribunale di Ascoli visto che ha partecipato al procedimento e potrebbe ipoteticamente diventare parte in causa.
Te Stella sai quale sede ed ente eventualmente indagherebbe sulla regolarita' del procedimento appena terminato???

Anonimo ha detto...

E come non condividere quanto chiaramente espresso, poco sopra, dal Prof Manlio Tummolo, su indizio e prova ?

Ogni prova deve essere alla fine ricostruita in modo tale da non poter essere confutata; se non lo è, è solo un indizio, una supposizione, un sospetto, tutti da verificare adeguatamente.

K@

Anonimo ha detto...

Antonello,

per ogni valutazione sull'operato di magistrati di un tribunale è definito un altro tribunale, in altra regione

(p.es., per i magistrati liguri è competente la magistratura di Torino, e così via)

K@

Anonimo ha detto...

qui alcune pagine di approfondimento sui procedimenti disciplinari ai magistrati e sulle responsabilità civili e penali:

http://www.csm.it/pages/funzionamento/illeciti.html

http://www.csm.it/pages/funzionamento/sanzioni.html

http://www.csm.it/pages/funzionamento/procedimento.html

http://www.csm.it/pages/funzionamento/responsabilitaCivile.html

http://www.csm.it/pages/funzionamento/responsabilitaPenale.html

K@

Tiziana ha detto...

Stella
i tuoi interventi sono sempre precisi, puntuali, professionali: un vero piacere per chi legge.

Enrico
non era mia intenzione tessere le lodi di Vespa ma evidenziarne il diverso comportamento tra quando tratta di politica (forse si sente obbligato a far intervenire le diverse parti) e il caso in questione. In esso non si è minimamente posto il problema di dare voce sia alle ragioni (?) dell'accusa che a quelle della difesa. Si è assunto il ruolo, non si sa a quale titolo, di "giustiziere della notte".

Anonimo ha detto...

Per chi è interessato:

qui:
http://www.csm.it/PDFDinamici/121024_6.pdf

Parere sul DDL n. 2156 - B, approvato del Senato della Repubblica in data 17 Ottobre 2012
concernente: “Disposizioni per la prevenzione e la repressione della corruzione e dell’illegalità
nella pubblica amministrazione”.
(Delibera consiliare del 24 ottobre 2012)


K@

Anonimo ha detto...

Antonello,

qui dati più ampi sulla competenza territoriale per i procedimenti riguardanti i magistrati:

http://it.wikipedia.org/wiki/Procedimenti_riguardanti_i_magistrati

Per il distretto dell'Aquila (che credo comprenda anche gli uffici giudiziari di Teramo) è competente il distretto di Campobasso (Molise)

K@

PINO ha detto...

@ STELLA

Ti ringrazio per il chiarimento, più completo e dettagliato di quanto mi aspettavo.
Pino

Stefania ha detto...

Appena ho saputo della condanna di Parolisi ho avuto sentimenti di rabbia. Tanta, tanta rabbia. Non ho voluto scrivere subito il mio commento: sarebbe stato condizionato dal mio stato d'animo. Non conosco ovviamente Salvatore se non per le immagini, per quel che abbiamo ascoltato e letto. Ma Parolisi è uno di noi. Uno qualunque. Una persona che puo' finire stritolato tra le maglie dell'ingiustizia per puro caso.

Come tante, troppe volte è accaduto ... in Italia e nel mondo intero.

Pero' ora riesco a ragionare senza farmi prendere dal rancore. E quel che ora mi chiedo è se questa sentenza sia frutto della pressapochezza, dell'incapacità, del dolo o di un ordine supremo.

La Tommolini aveva gli strumenti per poter assolvere Salvatore. Le tre perizie da lei disposte parlavano chiaro: gli indizi non erano concordanti, non erano univoci, talvolta non erano neppure indizi.

La stessa Tommolini avrebbe potuto chiedere ulteriori analisi (La Sg, ad esempio? La riesumazione del corpo di Melania, per escludere la presenza di GBH? ed altre ancora ....).

Non lo ha fatto.

Ed ecco che sinceramente mi frega meno che una cippa di leggere le motivazioni di una sentenza che è frutto di una lettura di riscontri, di analisi, di testimonianze assolutamente a senso unico, come se ci si fosse piegati a 90° al volere dell'accusa e, di conseguenza, delle parti lese.

Ed ecco che piu' che le motivazioni, ora contano a mio avviso i PERCHE' di una simile vergogna giudiziaria.

Parliamo di un giudice monocratico, di un giudice, non di una massaia che guarda il pomeriggio gli sproloqui dei tuttologi, che mentre sferruzza seduta sul divano consunto, ascolta la Sciarelli o Salvo Sottile, della Palombelli (ce ne libereremo mai?) e della variegatissima corte dei miracoli che popola quei contenitori televisivi (tecnici della materia esclusi, ovviamente).

Parliamo di un giudice ... che deve saper tenere a bada i propri sentimenti, deve saper prendere le distanze dal chiacchiericcio da salotto, da chi la strattona per la toga, che non si puo' permettere commozione. Perchè il coinvolgimento emotivo non fa il paio con la sua professione, anzi ne inficia lo spessore.

Ragazzi, è come se un medico svenisse davanti ad una flebo.

Parliamo di professionisti (i medici, i magistrati) che hanno affidata la vita e la morte di chi curano e giudicano.

Se sono vegetariana non vado a lavorare al macello comunale. Se ho paura dei cavalli non faccio l'amazzone. Ma al limite se fossi cosi' imbecille da decidere per una simile professione farei male solo a me stessa. Un giudice, un medico no!

Ma torniamo alla Tommolini. E torniamo ai PERCHE'.

Non voglio farmi del male facendomi delle domande. Cerco solo di comprendere perchè solo scoprendo il motivo (e non le motivazioni) per cui un giudice si infila un paraocchi, prende lucciole per lanterne e manda all'ergastolo un cittadino, privandolo peraltro della genitorialità sulla sua piccola bambina, frignando.

Solo cosi' potremmo sapere quali scelte dovranno essere fatte successivamente dal Parolisi e da chi lo difende e soprattutto da chi dovrà sborsare il denaro affinchè lui possa difendersi in modo adeguato nei seguenti gradi di giudizio.

Ho fatto delle ipotesi ed avrei piacere mi diceste cosa ne pensate, sarei felice la mia lista venisse magari integrata da chi tra voi, ha altre opinioni.

Vorrei ragionarci insieme a voi.

(Segue)

Stefania

Simona ha detto...

http://www.glialtrionline.it/2012/10/28/parolisi-e-condanna-mediatica-lappello-puo-ribaltare-la-sentenza/

Gli articolo dopo l'oriantamento colpevolista di un anno intero adesso si stanno facendo delle domande e stanno passando alla tesi innocentista....che schifo dopo che lo hanno massacrato!

Non ho parole!!

Stefania ha detto...

Variante A - La Tommolini sapeva bene le prove nei confronti di Parolisi non erano sufficienti per una condanna ma si è domandata cosa sarebbe accaduto nel caso lei l'avesse assolto e fosse stato poi condannato in Appello. Non voleva fare figuracce con i colleghi. La carriera è la carriera ....

Variante B - La Tommolini sa bene che spesso le decisioni del Tribunale Penale e Civile non fanno il paio con quelle prese dal Tribunale dei Minori. Quest'ultimo aveva sospeso la patria potestà al Parolisi e lei era perfettamente cosciente che se avesse assolto quell'uomo, lui si sarebbe immediatamente racato a casa Rea per vedere Vittoria, per portarla con se. Avrebbe, la Tommolini, obbligato il TdM a prendere una decisione urgente. Cioè la revoca della sospensione della patria potestà sulla piccola. Si sarebbe creato caos tra i due tribunali. Che la Tommolini volesse evitarlo?

Variante C - Se il giudice avesse assolto il Parolisi, lo stesso avrebbe immediatamente fatto di tutto per tornare a vivere con la piccola Vittoria. Una bambina che non lo riconosce (immagino i "papà quando torni?" che dice al telefono ad un papà che non vede da metà della sua esistenza .... frasi che pronuncia perchè imbeccata dalla zia Francesca, dalla nonna). Una bambina che quando sta con i genitori di Melania si sente dire che il papà è in un posto dove sono le persone cattive ..... Che è piccola. Che ha sicuramente rimosso la figura paterna perchè i nonni Rea si sono ben guardati di sviluppare il suo ricordo con filmini, con racconti ... come invece fanno con Mamma Melania. Che la Tommolini si sia resa conto che per la piccola lo choc potrebbe essere enorme? Che la Tommolini si sia chiesta cosa accadrebbe se Vittoria si affezionasse ad quel padre cosi' imperfetto che potrebbe in secondo grado esserle tolto nuovamente?

Variante D - Pressioni. Delle alte sfere militari? Di chi conta? Non voglio aggiungere altro ma, penso, ci siamo capiti.

Io mi fermerei qui, per il momento. Qualcuno ha fatto altre ipotesi?

Stefania

ENRICO ha detto...

Mah ! Gli avvocati - è cosa nota - hanno SEMPRE l'interesse a far proseguire "il caso" e ad andare in Appello. Sono quattrini freschi che arrivano nelle loro tasche.

Per i media vale un ragionamento simile : ascolti, ascolti, ascolti (soldi soldi soldi).

I Giudici seguono una prassi consolidata : per i casi dubbi condanna in primo grado e assoluzione in appello

Continuo a chiedermi se con il rito abbreviato è tuttora valido l'art. 443 :

"L'imputato e il pubblico ministero non possono proporre appello contro le sentenze di proscioglimento."

ma da quanto leggo qui :
http://www.diritto24.ilsole24ore.com/guidaAlDiritto/codici/codiceProceduraPenale/indice/articolo.638.5.0.6.html

mi sembra che in caso di assoluzione la "vicenda Parolisi-Rea" si sarebbe definitivamente conclusa...con catastrofiche conseguenze per i familiari della vittima !

Ho l'impressione che "a qualcuno" sia mancato il coraggio di affrontare un simile scenario e abbia preferito rimandarlo a data da destinarsi

Stefania ha detto...

Enrico, vero:

Variante D - Enrico wrote: Ho l'impressione che "a qualcuno" sia mancato il coraggio di affrontare un simile scenario e abbia preferito rimandarlo a data da destinarsi.

Riguardo gli avvocati Biscotti e Gentile penso non siano tanto interessati alla parcella (potranno chiedere al Parolisi solo il "minimo sindacale", vista la situazione). Il vero tornaconto economico per gli avvocati coinvolti in simili vicende è l'enorme cassa di risonanza mediatica che viene data e che trasforma in fama per il loro studio, soprattutto in caso di vittoria.

Taormina ha cominciato ad avere pretese economiche elevate verso la famiglia Lorenzi/Franzoni solo dopo che gli è stato revocato l'incarico ...

Stefania

Anonimo ha detto...

Mi fa piacere che sia riuscita ad esporre in maniera chiara la disciplina riguardante la responsabilità dei magistrati.
Per quanto riguarda il foro competente a giudicare l'operato del magistrato, è il tribunale del luogo ove ha sede la Corte d'Appello del distretto più vicino a quello in cui è compreso l'ufficio giudiziario al quale apparteneva il magistrato al momento del fatto, salvo che il magistrato sia venuto ad esercitare le funzioni in uno degli uffici di tale distretto. In tal caso è competente il tribunale del luogo ove ha sede la Corte d'Appello dell'altro distretto più vicino, diverso da quello in cui il magistrato esercitava le sue funzioni al momento del fatto.

Per quanto riguarda l'appellabilità della sentenza di proscioglimento emessa in un giudizio celebrato secondo il rito abbreviato, è intervenuta la Corte Costituzionale nel 2007 che ha ritenuto illegittima la Legge Pecorella nella parte in cui non permetteva al Pm di appellare la sentenza di proscioglimento. Per cui oggi la Procura non incontra tale limite.

Stella

ENRICO ha detto...

@ Stella

http://www.altalex.com/index.php?idnot=10648


Non sono riuscito a trovare una chiaro riferimento all'illegittimità dell' art 443 in caso di proscioglimento con rito abbreviato.

Puoi fornirmi un link più esplicativo ?
grazie

Anonimo ha detto...

Enrico, prova qua
http://www.altalex.com/index.php?idnot=10648

Stella

Anonimo ha detto...

Qui Siamo gia' arrivati a 48 ore scarse dalla sentenza a trarre in giudizio il giudice Tommolini...addirittura qualcuno senza neppure leggere le motivazioni..
Anzi subito condannata che é meglio.
Meno male che Stella c'é...

Anonimo ha detto...

io non capisco i termini.
cosa vuol dire, appellabilità della sentenza di proscioglimento?

Anonimo ha detto...

anonimo, stai zitto.
torna a festeggiare.

ENRICO ha detto...

@ anonimo

embè, qual è il problema se tanto si condanna allegramente all'ergastolo anche senza prove ?

@ Stella
mi hai segnalato lo stesso link che avevo già messo nel mio commento !!! ahahahah ! Non essendo un addetto ai lavori non riesco a capirci niente.

Comunque grazie

ENRICO ha detto...

"La Corte costituzionale ha dichiarato la illegittimità costituzionale, per violazione del principio di parità delle parti non sorretta da adeguata ratio giustificativa, ponendosi così in contrasto con l’art. 111, secondo comma, Cost. dell’art. 2 della legge 20 febbraio 2006, n. 46 (Modifiche al codice di procedura penale in materia di inappellabilità delle sentenze di proscioglimento), nella parte in cui, modificando l’art. 443, comma 1, del codice di procedura penale, esclude che il pubblico ministero possa appellare contro le sentenze di proscioglimento emesse a seguito di giudizio abbreviato; nonché dell’art. 10, comma 2, della stessa legge, nella parte in cui prevede che l’appello proposto dal pubblico ministero, prima dell’entrata in vigore della medesima legge, contro una sentenza di proscioglimento emessa a seguito di giudizio abbreviato, è dichiarato inammissibile.
La pronuncia costituisce il logico corollario della recente sentenza n. 26 del 2007, con la quale il giudice delle leggi ha già espunto dall’ordinamento processualpenalistico l’art. 1 della legge n. 46 del 2006 nella parte in cui, sostituendo l’art. 593 cod. proc. pen., escludeva che il pubblico ministero possa appellare contro le sentenze di proscioglimento, fatta eccezione per le ipotesi previste dall’art. 603, comma 2, del medesimo codice, in caso di decisività della nuova prova.


Io mi domando DOVE si apprende a scrivere in questo modo. Che voi sappiate esistono scuole specializzate ???

Compatisco coloro che studiano Giurisprudenza

E non mi meraviglio se poi i processi si concludono in questo modo ;-D

Anonimo ha detto...

Senza parole, pazzesco.
condannato all'ergastolo avvalendosi solo di indizi,le sentenze vanno rispettate, e Melania no? Siamo seri.SP 'doveva' essere il colpevole, comunque.

Anonimo ha detto...

Enrico, prova qua
http://www.miolegale.it/massima/Appello-proscioglimento-rito-abbreviato.html

Quando la Corte Costituzionale dichiara l'illegittimità costituzionale di un articolo o di una parte di esso, anche se nel codice continui a leggerlo nella sua interezza, la parte dichiarata illegittima non trova più applicazione.

Penso che la Tommolini abbia inflitto due pene senza fine perchè convinta della colpevolezza di Parolisi; sicuramente in lei non abita nessun ragionevole dubbio. Se così non fosse si sarebbe inflitta una pena senza fine anche lei. Una pena che nemmeno un'eventuale sentenza d'assoluzione potrebbe lenire perchè metterebbe in discussione anche il suo operato.
Aspetto però le motivazioni, sicuramente le occoreranno tutti i i 90 giorni utili a meno che non abbia iniziato a scriverla mesi fa; allora sarebbe quasi scusabile, al tempo non aveva le supeperizie da lei stessa disposte.

Stella

ENRICO ha detto...

@ Stella

".. a meno che non abbia iniziato a scriverla mesi fa;"

Ma come ??? Un giudice può iniziare a scrivere le motivazioni ( e dunque aver già deciso la sentenza ) ancor PRIMA aver preso visione delle superperizie richieste dalla difesa e da lui stesso disposte a legittimo completamento del quadro processuale ?

Pamba ha detto...

@Enrico
stavolta non si tratta di linguaggio giuridico...e condivido l'ironia pungente di Stella ;-))

@Stella
Anche sulla perdita della patria potestà, ho letto recentemente di un caso di omicidio del coniuge nella mia regione (30 anni la pena inflitta) in cui la revoca della patria potestà è stata disposta soltanto a sentenza definitiva.

La differenza è nell’ergastolo o ci possono essere diverse interpretazioni della norma da parte dei singoli giudici?

Oppure la Tummolini avendo già negato gli arresti domiciliari a Parolisi per una sorta di opportunità rispetto al rapporto con la figlioletta , ha disposto diversamente per non sconfessare il suo operato…

Pamba

Stefania ha detto...

No, Enrico, penso Stella intendesse dire che per arrivare a sentenza la Tommolini, cosi' come altri giudici, abbia uso prendere appunti, creare un elenco dove iscrivere pro e contro la colpevolezza di un imputato. E che questo materiale sia utile oggi alla stesura delle motivazioni che dovrà depositare.

Per l'anonimello: nessuno giudica qui la Tommolini. Mi sono posta delle domande e penso sia legittimo. Al contrario. Non avendo certezze ma basandomi sui fatti, trovo che per aver il giudice emesso una sentenza di condanna sulle basi peritali, testimoniali, ecc ..... i conti non tornino affatto. Perchè appunto non si era in presenza di dati certi e incontrovertibili. Il fatto sia uscita a pronunciare la sentenza commossa avvalora il dubbio che la componente umana abbia prevalso. I miei quesiti sono legittimi quindi. Ci si potrebbe trovare di fronte a chi ha sbagliato mestiere perchè non in grado di sopportare il peso di un simile compito. Ci si potrebbe trovare davanti ad una Tommolini che si è domandata se era il caso di riconsegnare la figlia al Parolisi con il rischio che un giorno una successiva sentenza li divida nuovamente. Potrebbe, il giudice, essere stata minacciata, e quindi essersi piegata ad un volere "superiore". Puo' la stessa essere stata vittima della pressione mediatica sul caso. Convinta e certa della sentenza grave e spietata che è andata autonomamente ad emettere? Puo' essere! Ma allora perchè essere visibilmente commossa e scossa al punto non si è accorta che l'imputato Parolisi, quello a cui stava sconvolgendo la vita con la sua sentenza, il padre della piccola Vittoria che se non ha già dimenticato il padre, lo ricorderà solo come quello brutto e cattivo che sta dove devono stare i cattivi, NON ERA IN AULA?

Ma diamine ... A tutto c'è un limite. Non si passi chi come noi si è documentato e non si è fermato a "Chi l'ha visto?" per chi accusa a vanvera quando invece si cerca solo di meglio comprendere.

Parolisi non ha denari da gettare al vento. Non ne ha. Ed è giusto che riservi le sue energie finanziarie ma soprattutto emotive a combattere concentrandosi sul limite (umano, economico, ricattatorio, professionale ... fai tu) che ha portato ad emettere una sentenza che giustificazioni davvero non puo' avere. Alla faccia delle motivazioni che tra 90 gg. verranno depositate .... tanto che un presunto innocente resta in carcere ed una piccola bambina dimentichi cosa anche possa voler dire avere un babbo ..... perchè i papà stanno in carcere con i cattivi .....

Cosa riconsegneranno a Vittoria dopo il terzo grado di giudizio? Un padre oppure un estraneo?

(Scusate lo sfogo ...)


Stefania

Anonimo ha detto...

Pamba, la decadenza dalla potestà genitoriale è una pena accessoria, che segue la principale dell'ergastolo. Il giudice non ha avuto discrezionalità....nell'accessoria! Salvatore Parolisi è ancora innocente, ex art 27 della Costituzione.

Stella

anna ha detto...

questa condanna senza prove dimostra come la giustizia sia malata

Anonimo ha detto...

Il mio intervento in merito alla stesura della motivazione nei mesi precedenti, come ha ben colto Pamba, era ironico.

Stella

Stefania ha detto...

Scusa Stella, ma la decandenza della potestà genitoriale per un uxoricida, cosi' come la decandenza dei diritti successori non è automatica in caso di condanna definitiva?

Stefania

Anonimo ha detto...

Stefania, mentre le pene principali vengono inflitte dal giudice con la sentenza di condanna, le pene accessorie sono effetti penali della stessa e conseguono di diritto.

Stella

Pamba ha detto...

Stefania, scusa se ti rispondo io, visto che Stella mi ha già chiarito:

Non ho il riferimento di legge, ma
la condanna all'ergastolo (anche in primo grado) produce automaticamente la decadenza della potestà di un genitore.


Anonimo ha detto...

oppss scusate non ho visto che Stella aveva già risposto
Pamba

Anonimo ha detto...

ecco perchè chiedevano l'ergastolo.
ed ecco perchè è stato concesso.
tutto fila.

era già scritto.

Simona ha detto...

Su facebook i colpevolisti e colpevoliste dicono che gli innocentisti stanno zitti e non parlano...ma se si sta ribellando tutto il web per questa sentenza??e poi dove sta scritto che l'imputato deve dimostrare la sua innocenza??io sapevo che è il pm che deve dimostrare la colpevolezza oltre ogni ragionevole dubbio.Certo che vedere un Misseri che si autoaccusa di un delitto e vedere che è fuori è da rabbrividire!oppure uno Schettino agli arresti domiciliari...sono davvero disgustata!

ENRICO ha detto...

@ Stella

non avevo colto il sarcasmo nel tuo commento delle 20:30 !

In effetti mi sembrava strano che un giudice potesse "portarsi avanti col lavoro" prima di avere in mano tutti gli elementi, ma di questi tempi non ci sarebbe da meravigliarsi più di niente ;-))
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Ps : se S.P. dovesse essere assolto in appello cosa succederebbe relativamente alla patria potestà ?

Gli verrebbe restituita ?

E se per caso in Cassazione dovesse essere ritenuto nuovamente colpevole gli verrebbe ri-tolta ?

ALLUCINANTE !

Anonimo ha detto...

La pena accessoria, come dice la parola stessa, accede alla pena principale e ne segue quindi la sorte.

Stella

Stefania ha detto...

Grazie a Stella ed a Pamba per la solerte risposta. E' evidente che un giudizio "latente" come puo' essere quello di primo grado, in questo caso va a colpire, non solo l'imputato ma la sua sfera familiare.

La sorella Francesca, i genitori del Parolisi sono persone adulte e se ne faranno una ragione.

Comprendo la Giurisprudenza ma il fatto che Vittoria, la piccola Vittoria, non possa crescere serena in attesa del terzo grado di giudizio, mi mette i brividi.

Comunque questo procedimento giudiziario vedrà la sua fine ci sarà una vittima. La bambina. Non ci vuole Paperinik per comprendere che il caso vedrà ricorsi che hanno nei confronti della minore un solo significato: TEMPO ... TEMPO sprecato. Ad attendere un padre se colpevole, ad attendere una collocazione definitiva se innocente.

Per il bene di Vittoria, a questo punto sarebbe necessario accellerare l'intero iter. O, in seconda istanza, affidarla ad una famiglia esterna. Nessun incontro nè con la famiglia Parolisi nè con i Rea sino a sentenza definitiva.

Il minore deve essere tutelato prima di ogni cosa. Penso che persino Salvatore potrebbe essere felice, viste le circostanze, nel saper la figlioletta lontana da lui ma lontano anche da chi le istilla giorno dopo giorno gocce d'odio nei suoi confronti.

Il tempo per ricostruire un rapporto con lui, o con la famiglia Rea nel caso venga condannato definitivamente (cosa che spero non accada, non stando alle "prove" ed alle illazioni che sino ad oggi hanno contraddistinto questa indagine e questo primo grado processuale) ci sarà o forse sarà troppo tardi. Questo non lo so. Mi auguro che vista la situazione ogni cosa venga compiuta con la massima celerità, nel rispetto delle norme vigenti.

Certo che quell'uomo, traditore seriale, guascone e pallonaro potrebbe essere al posto di molti cittadini italiani. Forse sa molto di piu' di quello che ha raccontato. Non ha detto la verità. Forse per nascondere maldestramente i suoi adulteri, forse perchè conscio (per quanto non sia un pozzo di scienza) di non poter dimostare le sue ipotesi, di non poterle neppure esternare, pena una condanna per diffamazione, una querela ... ed una pena accessoria. Che facciamo .... lo si manda a spalare la neve nudo perchè nutre sospetti o dubbi su un vicino di casa, su un commilitone o su qualche Generale della Clementi, senza aver prova alcuna?

Stefania

Anonimo ha detto...

Ha perso la patria potestà.
La bambina può essere dichiarata adottabile, e lo sarà.

L'adozione è irreversibile.

Non ci sarà MAI il reintegro del padre biologico.

Gabridget ha detto...

Anonimo delle 22:52... noto una punta goduriosa in questo tuo messaggio.. o sbaglio?

Mimosa ha detto...

Anonimo delle 22:52
dove sta scritto?

Sira Fonzi ha detto...

Scusa Stella, non ho ben capito il quesito molto importante che ti ha posto enrico.
In caso di assoluzione nel rito abbreviato, i PM non possono ricorrere in appello?
Sira

Stefania ha detto...

Brava Mimosa! Bravo/a Gabridget. La sentenza è provvisioria (come qualunque altra sentenza pronunciata in Corte d'Assise), quindi anche il provvedimento relativo alla patria potestà sulla piccola.

Spiace rammentartelo, ma siamo solo al primo grado di giudizio, che non a mio parere ma per Giurisprudenza non è affatto definitivo.

Touchè!

Stefania

Mimosa ha detto...

Ma certo, è chiara solo una cosa, visti gli esempi che la cronaca ogni tanto ci fa conoscere con assistenti sociali che “rubano i bambini” (come il titolo di un libro del 1994), e che in realtà è un mondo sommerso da quando sono stati riconosciuti i “diritti dell’infanzia”, tutto parte dal principio dell’allora Presidente del Tribunale minorile di Firenze Gian Paolo Meucci che “i figli non sono nostri” (titolo del libro del 1980),
i figli non appartengono ai genitori che li hanno messi al mondo, sono della Società.
Perciò è la società, le istituzioni, la legge che – come gli gira – te li possono portar via in qualunque momento a loro discrezione “per il bene del minore”, anche senza sentire la volontà del minore, il quale difficilmente viene interpellato se ha meno di 12 anni.
E’ la “Società” che stabilisce, attraverso le sue interpretazioni a volte molto superficiali e spesso solo “tecniche” (ossia, davvero fanno 2+2=4 a tavolino, senza valutare varianti), se la serena crescita e l’equilibrato sviluppo di un bambino saranno migliori in casa con un genitore assente, maltrattante, ignorante, povero in canna, in età avanzata, drogato o ex tossicidipendente, disordinato e puzzolente (tanto per citare alcuni casi), carcerato per 5, 10, 20, 30 anni, o piuttosto se strappato da scuola o dalle braccia di nonne o madri o dalla loro cameretta e portato in un alloggio dove ci sono altri bimbi sventurati e una coppia di strane figure genitoriali dove gli faranno un lavaggio del cervello per “ristrutturarlo” e “riprogrammare” le sue radici.

Cosa volete che sia impedire ad un padre di sentire la propria figlioletta treenne al telefono una volta per settimana (o una volta al mese?), o di abbracciarla anche tra le mura di un carcere, come invece tanti altri padri e madri possono e in una stanza idonea (mica nella celletta)?
Io ho saputo di casi in cui il padre abusava della figlia e gli sono stati dati i domiciliari … so di casi in cui la madre carcerata può tenersi in cella la sua creatura fino a quando questa compie i tre anni e tante altre cose avvengono.

Togliere a Parolisi la patria potestà in via definitiva e dichiarare sua figlia adottabile solo in virtù di una sentenza di primo grado è un grandissimo abuso che va attribuita a questa “Società” che si arroga certi diritti e troppi, a suo arbitrio.

Mimosa

Mimosa ha detto...

Non posso non riproporvi questo:
«Ma se Salvatore dovesse essere assolto», conclude amareggiato zio Gennaro, «anche la potestà genitoriale che era stata sospesa, potrebbe tornare a lui su decisione del giudice. E per noi rappresenterebbe una doppia sconfitta»
in http://www.blogncc.com/19032/omicidio-di-melania-rea-la-famiglia-per-condannare-parolisi-non-ci-serve-alcuna-perizia.html

Sira Fonzi ha detto...

@Mimosa

Art. 332.
Reintegrazione nella potestà.

Il giudice può reintegrare nella potestà il genitore che ne è decaduto, quando, cessate le ragioni per le quali la decadenza è stata pronunciata, è escluso ogni pericolo di pregiudizio per il figlio.

Mimosa ha detto...

C’è ancora questo che ho scovato nel mio archivio:
il 22 aprile K@ aveva postato il pezzo completo delle dichiarazioni dell’avv. Napoli, vicepresidente dell’Osservatorio sui diritti dei minori. I motivi per la sospensione della patria potestà sono scritti in modo chiarissimo dal legislatore: «La sospensione della patria potestà – conclude Napoli – può avvenire immediatamente solo nel caso in cui il genitore ha messo in atto, con prove pressoché certe, comportamenti lesivi o pregiudiziali nei confronti di un minore e non per la sola gravità delle accuse mossegli in sede penale».


@ Sira: figurati quando ...

Sira Fonzi ha detto...

@Mimosa
Il duo ha detto che potrebbero andare in appello già il prox anno.

Anonimo ha detto...

Intervista dopo la sentenza su youtube a Sonia:

http://www.youtube.com/watch?v=dCuRtSY5aqQ

"...non è che siamo felici..."

Mimosa ha detto...

@ Sira
ho sentito anch'io, credo che dipenderà dai tempi tecnici
e dai tempi di lavoro che intaseranno il Tribunale d'Appello.
Non è detto che la prima udienza d'appello non sia fissata dopo 3 anni!! siamo in Italia!!
con giudici e avvocati che pensano alla carriera, alle retribuzioni, alle prerogative, alla rappresentanza sindacale e agli scioperi di categoria ...

Intanto, che vuoi? i detenuti stanno al caldo, in celle comode con tv, in buona compagnia specie se 6 in cameretta 3x4 con letti a castello, anche a turno su matterassi in corridoio (come a Trieste), gabinetti intasati e spesso acqua fredda nei rubinetti causa penuria economica dell'amministrazione,
ma non importa, chi li ha messi dentro (40 mila in attesa di giudizio) dorme le sue notti tranquille, mangia, beve e va a feste ...

Mimosa

Antonello ha detto...

Solo un'osservazione, prima bionda con chiara radice di colore scuro, ora scura forse leggermente tinta piu' scura del naturale, ma mai vista con capelli lunghi, per capirci simili a quelli che portava M.
Sicuramente solo un caso ma tutto e' da osservare.
Come e' un puro caso che su tre contatti partiti dal cellulare di Son., dichiarato come di sua madre, tre aggancino la cella dedicata del gestore specifico denominara Colle San Marco ed una sola quelka di Folignano Chiesa nuova.
22 centimetri e' il capello rinvenuto sul corpo di M. e sembra di color scuro, mentre Ranelli afferma di aver visto alle 15,23 S. dalle altalene con figura femminile nei pressi che poteva vagamente somigliare da lontano alle fattezze di M. ma che non potrebbe affermare che era lei
http://m.youtube.com/#/watch?v=dCuRtSY5aqQ&desktop_uri=%2Fwatch%3Fv%3DdCuRtSY5aqQ&gl=IT

Sira Fonzi ha detto...

@Mimosa
".....I Rea sono pronti a chiedere l’affidamento della piccola per garantirle un futuro senza traumi e nella continuità. Ma Vittoria dovrà comunque conoscere questa tragedia che ha spazzato via la sua famiglia. Con l’aiuto degli esperti, piano piano, qualcuno le racconterà la verità. «Per ora le abbiamo detto che il papà sta in un luogo dove vanno le persone che fanno cose cattive — conclude Michele —. Peccato che non si tratti di una favola, ma di una realtà».
Natalia Encolpio

Il papà al telefono settimanalmente le dice che è lontano per lavoro, i nonni si sono presi la responsabilità di smentire questa versione, e chissenefrega se ad una creatura di 3 anni, che ha perso da poco uno dei suoi punti di riferimento, le allontaniamo anche l'altro, chissenefrega se un giorno si scoprirà che il papà è innocente e la piccola nel frattempo avrà già imparato ad odiarlo.

Comprendo il dolore dei Rea e comprendo l'importanza che ha assunto per loro Vittoria,ma la verità è ancora lontana e quello che stanno facendo è profondamente ingiusto e dannoso.

Non mi stupirei se tra qualche tempo la piccola non vorrà più andare dai nonni paterni.

I bambini si amano, si proteggono,
non si usano per alleviare il proprio dolore.

Sira

Mimosa ha detto...

@ Sira, ho già espresso le mie considerazioni su quanto hai esposto,
ma tu tra quanto tempo, giorni mesi pensi che la piccola verrà canzonata dai compagnetti "tu sei la figlia di chi ha ammazzata la tua mamma", "tu non hai un papà perché sta in galera", "tu hai un papà cattivo e la tua mamma è morta per colpa sua"

se poi anche in casa le hanno detto che non può vedere papà perché sta in un posto dove stanno le persone cattive ...
e le stanno "riprogrammando" il cervello da mesi ...
sicuro che tra qualche tempo, come dici, non vorrà più andare dai nonni paterni.
Assocerà i nonni, e la zia Franca, al papà cattivo.

Bella educazione le stanno inculcando i parenti materni.
Alla faccia delle psicologhe e delle assistenti sociali.

Mimosa

si percepisce che sono fuori dalle orbite per il trattamento che viene riservato alla piccola e per i traumi con cui dovrà fare i conti da adolescente e adulta?

Mimosa ha detto...

@ Antonello
ottimo spirito di osservazione: moraccia, capelli a simil caschetto
dimagrita notevolmente aggiungo io ... e sempre serena e disinvolta

ma i rami di pesco che dice vengono da casa di Melania sono finti!!
Che stranezza...

Mimosa

Anonimo ha detto...

Sira, nel giudizio abbreviato, in caso di proscioglimento, il PM può ricorrere in appello.

Stella

Anonimo ha detto...

Colpo di scena
http://www.giornalettismo.com/archives/566761/un-pentito-scagionera-parolisi/

ENRICO ha detto...


...e di questo episodio che ne pensate ?

http://www.repubblica.it/cronaca/2012/10/28/news/soldatessa_picchiata_e_ricoverata_il_fidanzato_finisce_in_manette-45424304/?ref=HREC2-11

Antonello ha detto...

C'e' bisogno pero' di fare ordine pure per valutare particolari ed ipotesi poi, come sappiamo, sconfessate dalla versione agli atti.
E' la sera del 18/04/2011 e Ranelli afferma chiaramente che subito dopo arrivato al pianoro, quindi presumibilmente alle 14,50 vede S. in pantaloncini dalle altalene con una figura femminile con capelli lunghi sul castano, dopo quel giorno succedera' di tutto a questa versione ma e' questa la prima versione.
Accade che Chi l'ha visto, sapendo che dopo le 15,40 S. e la figlia del titolare del ristoranye si recano insieme dalle altalene, intervista in trepidazione per un possibile sgoooop e gli chiede se per caso non si sia confuso e se quelli che aveva dichiarato di aver visto alle 14,50 potessero invece essere stati S. appunto con la figlia del titolare del ristorante.
Lasciando perdere l'illogicita' della strana deduzione e richiesta perche' se Ranelli vede S. prima che vada a chiedere proprio a lui della moglie e quindi solo dopo al ristorante non si capisce come la figura femminile poteva di fatto essere la figlia del titolare del ristorante che di S. e di M. ancora doveva ancora avere sentore, il fatto disorienta pero' il ricordo di Ranelli che dopo un attimo di perplessita' dichiara a Chi l'ha visto che "io li ho visto una signora, non posso dire chi potesse essere perche' era troppo lontana la scena ma mi sembra che la figlia del titolare del ristorante sia piu' bassa di quella che ho visto io".
Ora la mole di confusione e' stata mastodontica in quei momenti ma stante a quanto dichiarato da Ranelli, lui avrebbe visto S. insieme ad una figura femminile con una bimba alle altalene alle 14,50, figura femminile che in un primo momento si e' assunta come M. per poi dopo pensarle tutte pur di sconfessarne invece la presenza in quegli attimi a Colle San Marco.
Ecco perche' da qui io partirei per valutare eventuali somiglianze perlomeno dell'acconciatura vista da Ranelli su quella "signora".
Lui riferisce che quella signora aveva i capelli lunghi scuri, per capirci non biondi e non corti.
Oh che strano, sicuramente una casualita' anche che 3 minuti dopo (alle 14,53) Son., agganciando una cella telefonica di Colle San Marco, oltretutto dedicata dal proprio gestore, effettua il primo dei quattro contatti da lei tentati verso il cellulare di M. che gia' aggancia la cella 451 presente sia al monumento che a Ripe in determinati punti.
Oltre quindi a chiedersi se le chiamate N.U.E. poi confermeranno la cella 451 come quella stabilmente di aggancio del cellulare di M. non vedo perche' non chiedersi come avrebbe fatto il cellulare della madre di Son. ad agganciare da Folignano per ben tre volte una cella dedicata dal gestore e denominata Colle San Marco.
L'incrocio delle celle con la testimonianza del Ranelli sulla "signora" da lui vista, che non puo' essere la figlia del titolare del ristorante, e gli orari agli atti delle chiamate dichiarate da Son. in onesta' non vedo come possano non far nascere piu' di un legittimo dubbio di interpretazione.
Nell'altra versione accusatoria, alle 14,53 M. avrebbe dovuto gia' essere a Ripe negli attimi di agonia, con il cellulare impostato a massimo volume sulla suoneria Waka Waka ma nessuno, dei militari appena andati via (14,40) e delle sentinelle a non molta distanza ha mai sentito quelle ripetute chiamate, dai test effettuati dal Team della D.ssa Bruzz. sappiamo pero' CON CERTEZZA INDISCUTIBILE che questo sarebbe normale in quei luoghi.
Daltronde gli spari delle esercitazioni potevano coprire il biascichio anche di chi poco prima li stava mangiando.

Antonello ha detto...

La conclusione e' che e' ironicamente un caso che potrebbe essere risolto, come bere un bicchiere d'acqua, da umane persone con il cervello diviso in due o piu' parti, chi riuscira' in pratica ad analizzare alternative ipotetiche lampanti CONTEMPORANEAMENTE alla versione accusatoria credo che di fatto riuscira' facilmente a risolvere il caso anche a tavolino.
Noi poveri umani purtroppo e meno male abbiamo il cervello integro e quindi a noi e' preclusa la risoluzione di questo tipo di casi e smettetela di ridere che vi vedo.

Manlio Tummolo ha detto...

PROPRIETA' SUI FIGLI?

Cara Mimosa,
quel giudice di cui parli deve essere un ritardato e tardivo (in senso non solo cronoligico) seguace de "La Repubblica" di Platone, che lo stesso Platone superò con "Le Leggi". Certo, i figli, anche minori, non sono "proprietà" di nessuno, ma meno che mai della "società" o dei "giudici", bensì solo di se stessi. Essi vengono affidati a noi dalla natura, da Dio, ma certo - se non per casi eccezionalissimi - non dai giudici e loro sostituti. Ne ho scritto a lungo sul caso di Cittadella, e non voglio ripEtermi. Quando diciamo "mio" figlio, come "mia" moglie, non dobbiamo intendere la condizione di un oggetto, un bene mobile di appartenenza a qualcuno, ma un "dativo", "affidato a", di cui nel caso dei figli noi abbiamo piena responsabilità e doveri di allevamento, di educazione, di istruzione.
Ciò che è successo a Parolisi deve essere verificato: voi, indubbiamente, avete fatto un lavoro gigantesco e meticoloso, segnalando tutto ciò che non concorda con l'accusa. Spetta tuttavia ai giudici, questo sì, dare una parola definitiva, e la daranno in Appello per il merito dei fatti, in Cassazione per il rispetto dei princìpi e criteri formali. Sempre relativamente tuttavia, perché l'umanità offre giudizi e leggi, non "Giustizia" nel senso etico del termine (che è poi l'unico valido). Se risulterà innocente, nessuno potrà togliere la figlia alla cura del padre, lo sappiano coloro che credono le proprie opinioni il Fondamento Assoluto della Verità. Li vediamo all'opera anche troppe volte, questi boia in sedicesimo, ciascuno con la sua brava sentenza di condanna in tasca, e magari qualche lacrimuccia, dopo essersi spremuta qualche goccia di succo di cipolla in ciascun occhio (è evidente poi perché non riescano a vedere i presenti in aula).

Anonimo ha detto...

Il pentito tira in ballo il famigerato clan dei casalesi, il gotha della camorra.

Il pentito è anche l'ex fidanzato di una soldatessa.

Avete capito o no?

Il gotha, la crema della crema del clan dei casalesi, alla faccia dei poteri forti che tutti abbiamo capito che c'erano sotto.

Un collega di Parolisi ucciso in un incidente stradale che non era un incidente.

E ci si chiede perchè Parolisi non parli?

Biscotti sta alludendo, finalmente.

Ma non sta alla difesa identificare chi sia il colpevole, specifica.

Come a dire: capisciammè, non diciamo nulla, però..

I Rea continuano a dire: che parli!

Certo, col piccolo particolare che se parla Parolisi è un uomo morto.

ENRICO ha detto...

L'unica giustificazione alla risoluzione del Giudice è che la sentenza emessa sia una sorta di misura cautelativa simile ad un "programma protezione"

Del resto tutti gli elementi che hanno caratterizzato questo delitto e che risultano agli ATTI ( comprese le anomalie nelle indagini) portano legittimamente a pensare che il crimine sia stato compiuto da più persone e messo in atto in tempi diversi da quelli stabiliti dall'Accusa.

Anche la richiesta di affido della bambina da parte dei Rea, unita alla loro ingiustificata ritrosia nel condividere con la famiglia Parolisi il compito di allevarla, mi ha sempre fatto pensare ad una loro preoccupazione nei riguardi della "sicurezza" della piccola.

Antonello ha detto...

Dovrebbe parlare e farlo in carcere, come firmare la propria morte, vien da chiedersi come faccia il fidanzato di una soldatessa a sapere cio' che inquirenti ed accusatori non immaginavano.
Ecco perche' viene esortato a parlare, perche' il destino compia il suo corso senza sentenze, procedimenti, interrogatori e perizie inutili.
Forse papa' Gennaro non lo sa ma e' come dirgli "ucciditi".

Anonimo ha detto...

Forse papa' Gennaro non lo sa ma e' come dirgli "ucciditi".

e chi ce lo dice che "non lo sa" ?

Anonimo ha detto...

suvvia, Antonello.

è come a dire "SU, fatti uccidere!"
e non dimentichiamo il famoso "non l'ha saputa proteggere"

già sulla testa di parolisi pende la minaccia di morte di un mafioso di un altro carcere.

secondo te perchè?

Quando mai si è sentito parlare di mafiosi che uccidano i presunti uxoricidi..
e lo stesso parolisi aveva il terrore di essere trasferito in un certo carcere..

Ma vogliamo parlare degli attentati alla Tommolini?

Ma vogliamo parlare del contenuto gastrico cambiato tre volte?

Tutti sanno tutto, è che Parolisi in carcere faceva comodo, e ai Rea fa comodo tenersi la bambina.

Che potere volete abbia questo blog?

I nostri dubbi hanno rotto le scatole in una omogeneità di disinformazione pubblica e martellamento mediatico, ma alla fine neanche troppo, non da incidere sull'andamento delle cose.

Sì, è un blog famoso, ma non una testata giornalistica a diffusione nazionale.
gli anonimi ci hanno sempre tenuto a far passare questa pagina dispersa nell'etere per una massa di esaltati innocentisti.

Simona ha detto...

Perchè mai l'avvocato Biscotti dovrebbe dire il falso?su alcune pagine già si sta dicendo che gli avvocati non sanno dove aggrapparsi e dicono questa cosa...ma lasciamo stare....c'è un avvocato che si chiama Mauro Gionni che continua a parlare anzi ha anche promesso una cena ai Rea...guardate qua..

http://www.giornalettismo.com/archives/566761/un-pentito-scagionera-parolisi/

PINO ha detto...

@ ENRICO caro

Abbiamo marciato su sentieri paralleli per molti mesi, condividendo positivamente alcune particolari ipotesi relative al caso Rea.
Leggendo, in questo momento, quanto hai scritto nel tuo commento delle 10,42, ho percepito netta, la sensazione di ritrovarmi ancora una volta sul quell'iimmaginario sentiero, che potrebbe diventare "unico" quando leggerai quanto mi ero già proposto di scrivere, prima di aver letto il tuo post sopraccennato, e quello dell'anonimo "capisciammè".
Mi è parso di interpretare che la condanna di SP, potrebbe in fin dei conti, e con quanto metterò assieme più avanti, una specie di "salvacondotto", in attesa di qualcosa di imprecisato, che potrebbe maturarsi nel frattempo.
Non può essere stato lasciato disperdere il perchè "ci ha rimesso Melania", e il perchè Parolisi "non l'ha saputa proteggere"; non si può lasciar disperdere l'indicazione del dr. Cirillo, cosi come non si può ovviare, senza approfondire le indagini sulle dichiarazioni del pentito, riportate su "Giornalettismo"; nè si può sorvolare con leggerezza sull'insisteza dei Rea a che il militare "parli", e della battaglia, non ancora conclusa, per la "proprità della piccola Vittoria Parolisi; nè potremmo tralasciare di chiederci il perchè del deciso trasferimento di SP ad altro carcere.
Come potrebbe "parlare" il condannato, tenendo conto di quanto ho teorizzato, partendo da fatti e parole tangibili?
Come vedi caro Enrico, cosa ci vieta di pensare che, nel condannare l'imputato SP all'ergastolo, il giudice non abbia tenuto presente tutti quei fattori che noi semplicamente ipotiziamo?

Antonello ha detto...

Interessante, nel caso quindi vi sarebbero coinvolgimenti di L. Tit.???

Anonimo ha detto...

proteggere la bambina?

se un collega di P. è morto per un falso incidente, è possibile che lasciarlo libero possa mettere a rischio la vita sua e della bimba.

P. sta tenendo botta, non parla nonostante tutto quello che gli hanno fatto.

L'ergastolo ce l'ha già, anche ammettendo altre sue eventuali responsabilità coinvolgimenti e colpe di altro genere, penalmente parlando peggio dell'ergastolo non potrebbe avere.

Va messa su un piatto della bilancia la vita, sull'altro piatto la galera.
Ha scelto l'ergastolo, per ora.

E' positivo che ci sia stato un pentito che ha parlato, almeno P. ci fa sempre la figura di quello che ha tenuto la bocca chiusa.

Biscotti sta dando ad intendere un fatto nuovo per la cronaca, non per gli inquirenti.
Gionni dal canto suo minimizza e stempera.

Ma se Biscotti arriva a dire una finora taciuta, vuol dire che c'è sotto qualcosa di vero.

capisciammè

Antonello ha detto...

@Capisciamme'
quindi S. sarebbe in una sorta di stato di protezione, per la verita' un curioso cofanetto travestito da eterna cella.
Come non mi fidavo prima mo mi fido ancor meno, certo che semmai ci hanno stupito con effetti speciali.
Io direi di diffidare ma di cercare eventualmente cio' che potrebbe collimare con l'ipotesi, concordo pero', i difensori di S. non hanno mai parlato e se parlano ora vi saranno buoni motivi, se non hanno prima stupito loro con effetti speciali.
Strano anche che mischino questa ipotesi alla pista di Ferr., l'atttinenza c'e' anche se un po' recondita e tutta di origine campana, solo che se si innestano li i poteri forti camorristici ne viene fuori un bel "casino".
E se ha da scoppia' pe scopri' sta cosa nammo bene.

Capiscitiate'

ENRICO ha detto...

PINO carissimo
sapevo bene che anche tu coltivavi le mie stesse ipotesi.

C'è un'altro aspetto di questa vicenda che mi lascia perplesso : non era mai accaduto che a familiari di vittime di altrettanti orrendi crimini fosse concesso lo spropositato spazio mediatico del quale la famiglia Rea ha usufruito per un anno e mezzo e che le ha permesso di celebrare un processo mediatico a senso unico privo del benchè minimo contraddittorio.

NESSUN organo istituzionale si è opposto a tale scorrettissima "procedura" la cui illegittimità è solare.

Perchè ?

Anonimo ha detto...

Qualcuna dovrebbe ripassare la grammatica

http://www.ilrestodelcarlino.it/ascoli/cronaca/2012/10/29/794030-parolisi-delitto-melania-rea-ricorso-appello.shtml

Anonimo ha detto...

E' da qualche mese che dalle parti di Salerno-Napoli si vocifera che S. è in carcere per essere protetto da famiglie diciamo così, un po' particolari.
Pat

Anonimo ha detto...

Titolone su www.libero.it

Colpo di scena! L'assassino non è Parolisi

L'avvocato Biscotti ha rotto "la consegna del silenzio".

http://affaritaliani.libero.it/abruzzo/parolisi-punta-sull-appello-un-pentito-conosce-la-verit291012.html

e bravo Biscotti, che si è rotto i sette ottavi di uàllera, e rompe finalmente l'omertà!

era ora!

Anonimo ha detto...

evidentemente Biscotti si attendeva l'assoluzione per manifesta impossibilità dell'imputato di aver commesso il fatto.
Dato che neanche la mancanza di prove ha permesso che l'imputato uscisse da dove altri han voluto si gettasse la chiave,
ora il Biscotti si è levato il sassolino dalla scarpetta.

Alla faccia dei tremebondi e lacrimevoli che non hanno avuto il coraggio di dare pane al pane.

Bravo Biscotti!

ENRICO ha detto...

Sì, ma come sarà possibile far testimoniare il pentito se finora questa pista è stata accuratamente tenuta nascosta ?

Anonimo ha detto...

Se Biscotti ha citato il pentito, evidentemente costui ha già parlato, e questa cosa si sapeva tra addetti ai lavori, ma non da ieri: da un bel pò.

La cosa grave è che finora sia stata nascosta la notizia che ci fosse un pentito che aveva parlato del delitto Rea.

Neanche un trafiletto, un accenno, niente di niente.

Sono stati tutti molto bravi, a tenere nascoste le testimonianze scomode, soprattutto quella del pentito.

Complimenti. Alla faccia.

ENRICO ha detto...

Beh, non so se la notizia del pentito sia stata enfatizzata dai giornali, fatto sta che ho appena sentito l'avv. Biscotti rilasciare, a questo proposito, una dichiarazione a "la vita in diretta" che non mi ha per niente convinto.

Praticamente si tratterebbe di un suo "rammarico" nei confronti degli investigatori i quali non avrebbero tenuto nel dovuto conto, tra gli altri, anche questo aspetto.

non mi ha dato l'impressione che si apprestasse ad annunciare un attacco frontale della Difesa.

Inoltre la sua oratoria, piuttosto modesta e poco agguerrita mi lascia davvero perplesso.

Anonimo ha detto...

Perchè l'avvocato Gionni risponde in nome e per conto dei Ris?

http://www.crimeblog.it/post/26003/omicidio-melania-rea-i-ris-non-hanno-distrutto-reperti-parolisi-prega-in-carcere

Perchè non sono i Ris, a rispondere?

Perchè Gionni deve mettere becco quando non è interpellato direttamente?

Si faccia da parte, e lasci che risponda chi deve rispondere.

Anonimo ha detto...

L'ipotesi che SP sia tenuto in cella per "proteggerlo" la escluderei: poteva essere un uomo libero ed andare all'estero con sua figlia, o essere messo sotto protezione.

Il clan dei casalesi appare essere imperniato sulla
provincia di Caserta, provincia in cui si trova anche il carcere militare (ormai unico in tutta Italia) di Santa Maria Capua Vetere (dove ora sembra 'soggiornare' anche L.T., e dove S.P. *NON* ha voluto andare malgrado fosse vicino a suoi familiari).

Ricorderete forse, anche, che vi era stato un incidente in cui era morto un bambino, e in cui erano, in qualche modo, 'coinvolti' anche SP e MR. In alcuni articoli di cronaca si era anche detto che vi era tensione tra i due coniugi in relazione alla vicenda (forse almeno uno dei due era stato testimone, o forse guidava l'auto).

Quanto al collega, si intenderà collega di caserma o collega nelle operazioni in Afghanistan. Se è coinvolta anche una soldatessa, dato che la caserma di SP era l'unica che addestrava reclute di sesso femminile, sarà passata anche lei di lì (ache se non si sa con certezza l'epoca). Di certo anche le cronache web riportano di militari morti in incidenti stradali.

Tutte le altre considerazioni sulle frasi ''non l'ha saputa proteggere'' e il resto sono certamente da rivalutare anche in quest'ottica.

Chi ha tempo può cominciare a fare qualche ricerca più specifica.

A proposito, si dice che l'attività del clan dei casalesi sia particolarmente presente anche in Lazio.

Pare anche che l'amministrazione comunale di Casal di Principe sia stata recentemente 'sciolta' per infiltrazioni mafiose.

da Wikipedia (http://it.wikipedia.org/wiki/Casal_di_Principe)
"Casal di Principe è il paese d'origine di molti esponenti di un clan camorristico, i Casalesi appunto, le cui attività illegali si diramano in ampi settori dell'economia locale e regionale, con ramificazioni persino internazionali. Di questo paese ha scritto Roberto Saviano nel suo libro "Gomorra", individuandolo come il centro indiscusso della camorra casertana"

altri puntatori di possibile interesse:
http://it.wikipedia.org/wiki/Camorra

Elenco storico parziale delle amministrazioni comunali campane sciolte per infiltrazioni camorristiche :
Frattamaggiore
Marcianise


Sul carcere militare di Santa Maria Capua Vetere, per esempio qui:
http://www.poliziadistato.it/poliziamoderna/articolo.php?cod_art=1125 (2007)

http://www.ecn.org/contropotere/press/172.htm (2003)

http://mgfo.forumfree.it/?t=48726353 (2010)

http://interno18.it/cronaca/23393/omicidi-corruzione-e-spaccio-cella-casalesi-e-due-agenti-di-polizia-penitenziaria

....
K@

PINO ha detto...

IL DUO G-B non ha mai avuto la prerogativa di una sciolta dialettica, nè di una certa grinta. E questa peculiarità ha avuto le sue evidenti risultanze.
Ma, sia pure in maniera timida e sorniona, il Biscotti un messaggio criptico l'ha lanciato, dichiarando che: "non spetta alla difesa dell'imputato indicare il colpevole".
E questa frase ci richiama alle prime fasi delle investigazioni, quando ipotizzai, condiviso da molti, che la presunta verità, o parte di essa, non sarebbe stata sconosciuta alla maggior parte degli attori della tragedia, compreso G&B.
Se fosse così, dove si celerebbe la chiave di volta?

Anonimo ha detto...

La chiave di volta sarebbe: noi, sappiamo e stiamo zitti perchè non spetta a noi parlare, e non spetta alla difesa trovare i colpevoli.

Però cominciamo a dire che c'è un pentito che ha detto certe cose.

Volete che andiamo avanti o intendete addivenire a più miti consigli?

Questa, potrebbe essere la chiave di volta.
E non serve il fluente eloquio, la notizia ormai è su tutte le testate web.

Fino ad ora la sola difesa aveva rispettato la consegna del silenzio imposta dal giudice, l'accusa e la parte civile se ne sono fregate.

Ma adesso che il giudice ha tirato fuori il coniglio dal cilindro con la condanna ingiusta, non è più il caso che la difesa taccia.

ENRICO ha detto...

@ K@

Se lo avessero assolto e poi messo sotto protezione (o se fosse stato fatto espatriare e lo si sarebbe saputo !) implicitamente la Corte avrebbe ammesso un delitto di stampo camorristico coinvolgendo così gli ambienti legati alla caserma e relativi responsabili.

Forse questa conclusione non era - per così dire - "consigliabile"

Anonimo ha detto...

scusate ma la bambina?
se P. fosse davvero in pericolo non mi si venga a dire che con i nonni o gli zii sarebbe più al sicuro,
se davvero ci fosse quella gente di mezzo.

Mimosa ha detto...

Frattamaggiore è la località dove abitano i Parolisi.
Michele Rea è aviere scelto a Marcianise mentre il padre maresciallo dell’aviazione in congedo.

Può essere utile?

ENRICO ha detto...

@ anonimo

"se P. fosse davvero in pericolo non mi si venga a dire che con i nonni o gli zii sarebbe più al sicuro,
se davvero ci fosse quella gente di mezzo.


bisogna vedere... senz'altro," se davvero ci fosse di mezzo certe gente" correrebbe rischi se fosse stata affidata alla famiglia Parolisi

Kris ha detto...

Parolisi non vuole che la bambina stia solo con i nonni materni e Melania voleva che se le fosse accaduto qualcosa, venisse affidata alla cognata Franca.

Tiziana ha detto...

I giudici non sono mica responsabili dell'incolumità degli imputati. Perché mai la Tommolini avrebbe dovuto volersi assumere il compito di tutelare la vita di Parolisi? Suo compito era unicamente quello di dire se, secondo lei, era innocente o colpevole. Eventualmente sarebbe Parolisi a dover temere di uscire, nel qual caso non ricorrerebbe in appello. Parolisi invece, se è vero che ha pianto ed imprecato urlando d'essere innocente (cosa che mi sembra del tutto plausibile), avrebbe tutte le più buone intenzioni di uscire dal carcere.

Comunque, se questa (e non credo) fosse la motivazione della condanna, la cosa sarebbe assolutamente riprovevole.

Anonimo ha detto...

concordo con Anonimo delle 17:47.

Infatti, lo scrissi su questo blog mesi fa, l'emozione che trapela (tra le righe) di SP è proprio la paura.

r.

Anonimo ha detto...

Non facciamo i lapidari; il giudice, nel formulare la sentenza, può anche aver considerato tutte le circostanze di cui il caso è infestato.
Il giudicante non è un freddo automa!!!

Anonimo ha detto...

Lei amava i suoi genitori, non è per sfiducia.
Forse pensava che con Franca la bambina era più al sicuro.

Ma perchè è stata uccisa?

Cosa c'entra Melania con i clan, la criminalità organizzata, i casalesi?

Perchè hanno voluto la sua morte?

Il marito diceva
"mi dispiace ci abbia rimesso Melania"
"non ero l'unico ad avere contatti così"
"vedrai che adesso salta fuori qualche altro cliente"

se lui aveva dei contatti con quelli ed era un cliente per qualcosa poi dopo hanno ucciso lei ma perchè non si sa.

mister Nilson

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