martedì 31 maggio 2011

Livia ed Alessia. Ad Irina hanno detto che non c'è nulla di nuovo, ma le indagini stanno davvero andando avanti?


Cosa c'è di nuovo sul rapimento di Livia ed Alessia? Nulla. E ci meravigliamo di questo? No, francamente proprio no! Il silenzio che aleggia da mesi non è foriero di buone notizie e fa intendere quanto da sempre vado scrivendo, che a Losanna ed in Francia i procuratori passano il loro tempo ai campi di tennis coi loro figli e non a cercare le figlie di madri che non solo ne soffrono la mancanza ma sono costrette, pure, a scontrarsi con l'inefficienza ed il silenzio costante delle istituzioni. Bravi, veramente bravi. Nessuno che parli, nessuno che dica "Sta accadendo qualcosa di nuovo... iniziamo ad indagare". Perché questa già sarebbe una notizia, la prima buona notizia da quando Matthias Schepp, profondo conoscitore dei metodi di indagine elvetici e francesi, ha portato le figlie a persone da lui di certo conosciute e si è allontanato per far credere le avesse gettate in mare. Un giro dell'oca partito da Saint Sulpice e, dopo diversi lanci di dadi, arrivato a Cerignola passando da Montelimar, ridente cittadina francese. Saint Sulpice, Montelimar e Cerignola, avrà pensato lo Schepp, cosa mai ci capiranno questi!

E non sbagliava! Cosa mai ci hanno capito i procuratori che dovrebbero coordinare le indagini, se ci fosse chi le fa le indagini, dato che nel tempo hanno fatto di tutto per farci capire che non ci avevano, ed ancora non hanno, capito un tubo? E mentre si diceva, io almeno lo scrivevo, cercatele dove non è passato il padre perché il quadro è chiaro, non vuole che le ritroviate, loro setacciavano la Corsica e volevano, ed ancora vogliono, che noi si pensi le abbia gettate a mare come si fa con la carta del panino che non si ha voglia di gettare in un cestino. Ma altre cose hanno fatto, sono andati a cercarle su un terreno vicino casa, hanno mandato gli unici che inizialmente si sono adoperati per Irina in un parco nei pressi del confine, hanno ascoltato chi ha detto di averle viste vive sulle 17.00 di quella domenica di fine gennaio. Ed alle 17.00 di un giorno di fine gennaio manca poco all'arrivo del buio. E da dove si trovava lo Schepp non mancava tanto poco al confine ed il tempo a sua disposizione, quello eventualmente occorsogli per ucciderle e seppellirle le bimbe, era veramente esile ed improponibile.

Eppure si è continuato a cercare due corpi morti, si è continuato a dar corda alla tesi che voleva le figlie morte perché il padre, logicamente solo per uccidere l'anima della moglie, così aveva scritto in una lettera. Chissà chi è stato lo psicologo incaricato di fare una simile deduzione e quanto è costato a Pascal Gilliéron, il procuratore che non chiuderà le indagini, questo ha detto mesi fa quando la stampa ed i parenti di Irina lo pressavano, fino a quando non avrà vagliato tutte le possibilità. Beh, caro Glliéron, è ora che inizi a vagliarle queste possibilità, se continua ad andare al campo da tennis senza lasciare disposizioni ai suoi cantonali non inizierà mai ad indagare. Ed è ora che cambi anche il nome al fascicolo, non più scomparse ma sequestrate. Inoltre è ora che si faccia dare una mano, che chieda in giro e si faccia dire se c'è qualche nazione in cui potrebbero al momento essere le piccole Livia ed Alessia.

Anche Irina, certamente in maniera più educata di me, ha iniziato a chiedersi il motivo per cui nessuno le da indicazioni sul punto in cui sono le indagini o, se qualcuno le parla, le dice sempre che non c'è nulla di nuovo. Il telegiornale francese del primo canale, TF1, le ha dedicato un servizio mandato in onda nella giornata mondiale dei bambini scomparsi, il 25 Maggio, servizio in cui ci si chiede proprio a che punto siano arrivate le indagini. All'interno anche un'intervista a Jean Christophe Sauretel, il coordinatore nonché portavoce delle forze dell'ordine elvetiche, che ai microfoni francesi altro non ha detto se non le solite frasi di convenienza. Per cui non ha parlato altro che del nulla. Ma Irina ha rilasciato un'altra intervista in quei giorni, una intervista in cui si è lamentata della mancanza di alcune parti fondamentali nelle istituzioni svizzere. Per prima cosa ha parlato del fatto di essere stata lasciata sola, lei come altri che non sanno che fine hanno fatto i loro cari. Queste le parole: "Sono stata lasciata sola con la mia famiglia, in Svizzera non c'è una istituzione specializzata in rapimenti, né se a rapirli è il padre né se è opera di estranei". Ma non si fermata qui.

Ha ripreso parlando di come i genitori rimasti orfani dei propri figli abbiano bisogno di un aiuto, sia legale che psichiatrico. Ha detto: "Un genitore ha bisogno di essere informato quando vive una simile tragedia, ha bisogno di conoscere l'avanzamento delle indagini, a me ancora oggi hanno detto che non c'è niente di nuovo, ma le vittime di questi rapimenti di bambini hanno bisogno di essere rassicurate, di sapere cosa si sta facendo per i loro figli". Poi Irina ha chiesto venga istituito una nuova figura, una sorta di difensore civico che abbia il compito di fare da tramite fra le famiglie dei rapiti e chi indaga in modo che chi soffre sappia a chi si rivolgersi. Ma non si è fermata Irina, ha continuato dicendo che lei vuole si continuino le indagini fino al raggiungimento della verità.

Le sue parole: "Siano vive o siano morte, come ha scritto Matthias nella lettera, in entrambi i casi sono da qualche parte e sono da ritrovare. In caso contrario il vuoto che ne deriverebbe sarebbe inaccettabile. E se è vero che esiste la probabilità che mai si sappia cosa sia successo a Livia ed Alessia, l'imperativo, prima di esaurire tutte le possibilità e di arrivare a quel punto, è fare quanto è possibile, è esplorare ed entrare in tutte le possibilità immaginabili". 

Non ha torto Irina, non può continuare ad andare da chi si dice indaga e sentirsi dire solo "non c'è niente di nuovo"; non è giusto e il procuratore dovrebbe saperlo visto che ha figli. Dall'ultima volta che Irina ha visto Livia ed Alessia sono passati più di quattro mesi, un tempo accettabile se qualcosa fosse stato fatto ma inaccettabile se si considera che in effetti fino ad oggi non si sono cercate le bimbe ma, inizialmente, solo i loro corpi. Possibile che in una zona dove non vivono miliardi di persone, la Svizzera non è la Cina, dove le città non sono metropoli, non si riescano a fare indagini idonee e si continui a barcollare nel buio? 

Livia ed Alessia non meritano si faccia quel qualcosa in più?


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Sarah Scazzi

8 commenti:

Luca ha detto...

E come da ormai molto tempo, solo il nostro Massimo Prati si ricorda che le gemelline esistono , per i media non cé piú lucro
bravo Massimo

nico ha detto...

Purtroppo non posso che concordare con Luca. La storia non appassiona piu', anche il pubblico piu' cinico ha capito da tempo che le autorita' svizzere non faranno granché per trovare Livia ed Alessia, dunque non sono probabili colpi di scena ''appassionanti''. E Irina, sempre piu' sola e con una disperazione che non puo' trovare pace finché non conoscera' la sorte delle sue figlie, deve mendicare l'attenzione dello Stato. La svolta, ne sono convinta, potrebbe venire se ci fosse una trasmissione - o comunque un giornalista - a rimanere sull'indagine e non dare respiro agli investigatori.

Anonimo ha detto...

secondo me Irina deve rivolgersi solo alla nostra trasmissione italiana chi l'ha visto? e chiedere che venga ripercorso tutto ,facendo appelli ancora e piu'insistenti atti a smuovere di piu' le coscenze di tutti, media, istituzioni,ecc.... e' una trasmissione seguitissima ovunque, e poi lavora con professionalita' in collaborazione con tutti gli organi di competenza per i casi di scomparsa.

Anonimo ha detto...

Sono d'ccordo con anonimo,il programma "Chi l'ha visto" può aiutare Irina, se non altro a mantenere viva l'attenzione in Italia, a non affrontare sola questa battaglia.

Abbiamo l'esempio della mamma di Denise, che è diventata quasi ospite fissa, e a parte l'esito finora negativo, il volto della piccola e'impresso in ognuno di noi, le indagini non si sono fermate,come sta accadendo con le gemelline.

Quello che più mi stupisce è la totale assenza di partecipazione delle nostre istituzioni, come a dire in Italia non sono entrate, quindi non è un problema nostro.

Le famose risposte delle tracce trovate nell'auto sono mai arrivate? Quanto tempo ci vuole?

Rusciamo poi ad intercettare il cellulare in un punto preciso della casa di Misseri,e non riusciamo a ripercorrere i luoghi esatti in cui è passata questa persona?

Nel sito facebook di cui Massimo ha inserito il link sulla destra c'è l'indirizzo e-mail per firmare una petizione che ha lo scopo di sensibilizzare i mass-media.

Ciao a tutti

Sira

nico ha detto...

Per Anonimo e Sira, sono d'accordo, é a Chi l'ha visto che pensavo anch'io mentre scrivevo il primo post. Sono bravi, molto bravi, hanno esperienza e una grande credibilita', i mezzi necessari e nessuna paura. Gia' firmata petizione. Ciao

Luca ha detto...

Concordo con tutti voi , chi l´ha visto é l´unica speranza ,anche perché é trasmesso in diretta in tutto il mondo ( vivo in Brasile e qui rainternational trasmette il programma )e se é come io spero che le bambine sono all´estero o oltre oceano chi lo sá qualcuno le nota per lo meno ci sarebbe una probabilitá , perché aspettare che le finte investigazioni franco francesi fa solo incazzare
ciao a tutti Luca

Anonimo ha detto...

Grazie Massimo per parlarne ancora..... gli unici rimasti a parlarne, oltre te, sono i 50000 di facebook, ma gli inquirenti sembrano essere sordi. Anch'io ho già firmato la petizione, comunque.
Con moltissima stima.
Claudia

Sira Fonzi ha detto...

Ciao a tutti, e a te Massimo rinnovo i miei più sinceri auguri, affinchè il tuo bimbo si rimetta presto.
Di seguito il link per effettuare donazioni, anche tramite cellulare per le ricerche di Alessia e Livia
http://swissmissing.ch/it/donazioni/donazione-per-fondo-livia-alessia/

Mentre il seguente è per aderire alla petizione "Non dimentichiamole"

https://sites.google.com/site/gemellineschepp/links/actions/petition

Siamo molti in questo blog e ognuno di noi avrà tanti amici, conoscenti e parenti, se diffondessimo gli indirizzi potremmo apportare un valido aiuto a Irina.

Ciao Sira