venerdì 25 febbraio 2011

Sarah Scazzi. Mimino e Carmine si dichiarano innocenti mentre in televisione impazza lo show degli orrori.

Finalmente gli inquirenti si sono posti le domande giuste.
Dopo l'interrogatorio di Carmine Misseri, che giustamente ha contestato l'accusa di complicità col fratello Michele asserendo che se quel pomeriggio il suo telefonino non era in contrada Mosca non avrebbe potuto esserci nemmeno lui, una lucina si è accesa nella mente di chi indaga. Meglio tardi che mai. In effetti già varie volte nei miei articoli e nei commenti avevo prospettato la possibilità che il cadavere della povera ragazzina non fosse finito nella cisterna in quel giorno. Se il contadino era partito da casa poco prima delle 15.00 non avrebbe potuto essere alle 15.35 a raccogliere i fagiolini. La matematica non è una opinione e non è contestabile. I carabinieri di Manduria se ne sono accorti cronometrando i vari spostamenti ed ora anche gli inquirenti propendono per questa ipotesi.

Ed in fondo per quale motivo fare tutto in fretta e furia e non sfruttare la casa abbandonata posta a cinquanta metri dal fico? Un occultamento del genere prevedeva, compreso i vari spostamenti (svestirla e rivestirla, bruciare gli abiti, disfarsi della batteria, e chissà perché della sola batteria), almeno un'ora e mezzo. Sempreché l'entrata della cisterna fosse agibile da subito e non da aprire col badile. Per cui era chiaro che qualcosa non quadrava nel racconto del menzoniero Michele Misseri. Da ieri pare lo sia per tutti, anche ai Pm (ma forse già lo avevano capito e giocavano con noi come fa il gatto col topo). Tenendo sempre presente che Carmine Misseri si proclama innocente, che è probabile lo sia, che non vi sono prove che lo colleghino alla soppressione ma, come scritto sulle richieste d'arresto, solo indizi logici, si può comunque ipotizzare un quadro diverso da quello osservato fino ad oggi, un quadro che preveda l'occultamento in un secondo momento. 

Con questa soluzione, e mi chiedo per quale motivo non l'hanno tirata fuori al momento dell'interrogatorio così da metterlo all'angolo, o comunque in una scomoda posizione, i due fratelli sembrano incastrati in quanto nelle mattine successive erano al lavoro insieme. Anche se non è detto abbiano trascorso tutto il tempo a contatto in quanto, come dichiarato a "Chi l'ha visto" dall'uomo, ricordiamoci sempre che a più riprese s'è proclamato innocente, ognuno faceva il suo lavoro e se c'era da andare da qualche altra parte vi andava senza metterne al corrente l'altro. Per cui occorrerà controllare i tabulati dei giorni successivi per verificare se davvero i due fratelli sono complici. Per fare un lavoro finito occorrerà certamente controllare anche i cellulari di Cosima, Sabrina e Mimino Cosma. Anche quest'ultimo, il cui figlio andava a scuola con Sarah, ha affermato la sua estraneità ai fatti giustificando le chiamate fattegli al cellulare dalla moglie, sono state due in quel pomeriggio, dichiarando che lei lo aveva cercato mentre stava lavorando vicino casa nel cantiere di sua proprietà (pare sia una donna molto gelosa).

Quindi sia Carmine Misseri che Cosimo Cosma sembrano aver giustificato i movimenti di quel giorno. Restano da chiarire meglio le intercettazioni ambientali nelle quali vi sono diversi riferimenti sull'occultamento e su eventuali alibi concordati. Su questo punto hanno affermato di aver fatto solo semplici commenti in base a quanto i telegiornali e le trasmissioni televisive riportavano di giorno in giorno. Per cui, vista la credibilità delle loro dichiarazioni, ed in quanto incensurati, i loro avvocati hanno chiesto la revoca della custodia in carcere o, in alternativa, gli arresti domiciliari. La risposta del giudice Martino Rosati arriverà l'otto di Marzo.

C'è comunque da continuare a chiedersi per quale motivo Michele Misseri, se davvero l'omicidio è stato commesso da sua figlia (come ancora risulta nelle carte procedurali), abbia dovuto chiedere una mano ai parenti. Una decisione presa senza vere motivazioni a meno di considerare provabili le enormi scritte, quelle che hanno campeggiato in questi giorni sugli schermi italiani, che davano per certo un crimine perpretato da un clan familiare dipinto a somiglianza della famiglia Addams. C'è stato anche uno pseudoscrittore, inviato da Matrix sotto la pioggia di Avetrana, che è riuscito ad affermare, parlando molto seriamente ed in diretta televisiva, che grazie alla famiglia Misseri occorrerà riscrivere alcuni trattati di psicologia. Ma la psicologia non ha bisogno affatto di essere riscritta perché è una scienza non scienza che si basa sulle statistiche accumulate negli anni. Lo dimostra il fatto accertato che ogni perizia giudiziaria, se fatta allo stesso soggetto da due menti psicologiche diverse, ha novanta volte su cento due forme, due misure, e due conclusioni agli antipodi.

Per cui, lasciando perdere gli scrittori che parlano di psicologia, c'è da chiedersi il motivo per cui, in presenza di elementi indiziari e non di prove, ogni programma nazionale ha inculcato ancora una volta il seme del pregiudizio. Proprio a questo proposito ci sono stati inviti mirati, come il signore che ha visto il furgoncino blu e l'uomo parruccato (di certo i telespettatori hanno pensato che al volante vi fosse uno della famiglia Misseri) ad esempio, e perché ancora una volta siano stati divulgati i testi delle intercettazioni. Ogni giornalista presente a Taranto ne aveva una copia. Chi glieli ha dati? Lo prevede la legge? E' per questo che i giornali sono usciti con titoloni che riportavano notizie poi rivelatesi infondate? Parlo dell'ammissione fatta da Carmine Misseri a sua moglie quando avrebbe detto: "Mimino ha aiutato Michele a gettare la bambina nel pozzo". Salvo poi leggere che in fase di interrogazione questo aspetto non è stato toccato in quanto non certi della veridicità della frase e della relativa attribuzione. Come dire che al momento dell'intercettazione c'era tanta gente che parlava e, nonostante qualcosa del genere fosse uscita, forse non l'aveva detta Carmine ma qualcuno accanto a lui. Insomma un altro bailamme giornalistico-pregiudiziale che da per certi e sicuri fatti ed avvenimenti ancora da accertare.

E questo, anche se un domani i due nuovi carcerati fossero ritenuti colpevoli, andrebbe contro ogni più stupido principio di privacy e travalicherebbe, come già fatto innumerevoli volte negli ultimi mesi, ogni diritto di cronaca. Immaginatevi il figlio quindicenne del Mimino che oltre a dover convivere con il pensiero del padre in carcere dovrà lottare contro i pregiudizi dei suoi coetanei, ed i ragazzi fra loro non sono teneri, e contro l'inconscio della sua mente che ascoltando le parole televisive degli psicologi, degli scrittori che san tutto loro e degli opinionisti criminali, criminali perché internamente davvero lo sono, non saprà più quale ruolo assegnare a suo padre e rimarrà scioccato più di tutti con mille dubbi che gli rovinerano la crescita segnandolo nel profondo. I sospetti, plausibili in base alla lunghezza della telefonata ricevuta da Carmine Misseri alle 15.08 che non trova una logica spiegazione, possono bastare per avviare una indagine che stabilisca una giusta verità giuridica, sia a colpa che a discolpa,  non di certo per incarcerare. E torniamo sempre alla procedura usata dagli inquirenti che lavorano nella Procura del dottor Sebastio.

Dire che è inusuale non si può perché anche in altre città la si usa. Dire che sarebbe da censurare sì perché porta alla fine della normale vita civile di chi ne viene a contatto. Questo a prescindere da eventuali connivenze e complotti prossimamente dimostrabili.

E prossimamente dimostrabili non vuol dire che una persona deve essere rovinata oggi a causa di quello che forse si potrà scoprire fra mesi. Il diritto dell'uomo non può essere accartocciato e buttato nel cestino come fosse immondizia prima ancora di sapere se davvero è, o se mai sarà, immondizia.



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13 commenti:

Marco ha detto...

Un'altra ipotesi potrebbe essere quella che il corpo sia stato occultato il giorno stesso, ma con Misseri che per qualche motivo è andato via prima e alle 15:45 era già nel terreno dietro casa, mentre qualcun altro terminava il lavoro. Infatti al fratello viene contestato un buco di due ore nell'alibi...
A mio parere, più che le intercettazioni ambientali, sarebbero state interessanti le intercettazioni telefoniche tra fratello e nipote, per confermare o escludere un loro coinvolgimento.
Per quanto riguarda la frase incriminata di Carmine, pare sia stata pronunciata effettivamente da lui, ma in riferimento ad una notizia avuta da terzi, dato che utilizza termini come "Cosma", "zio Michele", "Sarah Scazzi".

Manlio Tummolo ha detto...

Le poche cose certe in questa tristissima vicenda sono:
1) Sarah non si è certo uccisa da sola in quel modo, nè si è "autosoppressa" di sua iniziativa in quel pozzo (lo dico, perché non vorrei che, fra tante giravolte e transiti contro mano, la Procura arrivasse a questo...).
2) La persona che certamente sapeva dove il corpo fosse "soppresso" (uso lo stolido linguaggio dell'ultima motivazione d'arresto, per sottolinearne la stolidità) e dove fossero "soppressi" vari oggetti di proprietà di Sarah, era Michele Misseri, che li ha fatti ritrovare. Dunque, non è possible ammettere innocenza pura per lui (sarebbe solo da scavare sulle reali motivazioni);
3) Solo interrogando l'uomo a fondo, senza suggerimenti, ma scavando nei fatti, nelle circostanze e nei dettagli, si può pensare di capirne di pù;
Ora, da solo tutta la serie di operazioni (dall'aggressione, alla morte, alla "soppressione", in un luogo che, da quanto si è capito non è neppure di sua proprietà, e dove poteva essere sorpreso anche dal proprietario del terreno, è assai difficile pensare che non abbia avuto almeno bisogno di un "palo", che lo avvisasse in caso di arrivi.
Poi, credo che né in Puglia, né altrove, se uno/a uccide la nipote/cugina, invita il parentado ad aiutarlo a nascondere il cadavere, se non vi è già un legame mafioso o paramafioso con questi parenti; se questa nipote/cugina non era già per conto suo oggetto d'odio da parte degli altri. E' assurdo immaginare che, senza neppure un "oh" di meraviglia, padre, zii, cugini si mettano all'opera per far "sopprimere" il corpo.
Da tutto ciò (deduzione logica, ma su fatti reali), è evidente che sia stato aiutato da qualcuno.
La domanda massima è: da chi, da quanti ?
Ora, ci troviamo in un ambiente assai pettegolo (per i fatti altrui), ma ben omertoso per i fatti propri. Il ruolo degli inquirenti era e resta quello, non di "suggerire" risposte finte, magari con minacce ed intimidazioni, bensì di far parlare e di ascoltare, talvolta anche per strada facendo finta di nulla. Lì vi sono tante comari, ma quello che sanno realmente del fatto non lo dicono ai carabinieri o agli inquirenti, ma magari per strada, fra sussurri, risate, o sdegni. Possibile poi che su questi signori, nessuno indaghi un po' più a fondo sul loro passato, magari su quanto avveniva in Germania o altrove ?

Anonimo ha detto...

Con tutto il rispetto per le differenti opinioni, a me sembra assai difficile che, se anche solo l'occultamento fosse stato conosciuto da altre persone, ancorché familiari, non se ne sarebbe ancora avuta notizia certa dopo sette mesi. Se Mimmino e Carmine avessero partecipato, le intercettazioni avrebbero dato indicazioni molto più numerose, chiare ed inequivoche, del tipo ed es "Ieri sono andato al pozzo" o simili. Secondo me M. Misseri ha ucciso o stordito la nipote tra le 14,32 14,42 nel garage. Poi ne ha portato il corpo esanime vicino al pozzo, ha fatto quello che ha fatto, denudamento ed eventuale violenza post mortem, e lo ha occultato rapidamente alla meglio, in modo provvisorio. Poi è tornato con calma nei giorni successivi a completare l'opera. Mi sembra infatti che abbia dichiarato lui stesso: sono tornato al pozzo altre volte, a suo dire, per recitare due o tre "ave maria".
Sono sicuro che quel 26 agosto ha telefonato ai parenti con pretesti vari, perché poi risultassero coinvolti, un po' come ha fatto poi con Sabrina invitandola a cercare la sim in garage e ha messo la cinta nella marbella e la fune nell'auto della moglie.
Secondo me l'omino di Avetrana è astuto al limite della diabolicità e si sta anche divertendo a manipolare tutti, ma proprio tutti: magistrati, avvocati (a cominciare da quell' "onestuomo" di Galoppa per finire con il duo Biscotti-Gentile) giornalisti opinionisti psico-criminologi da salotto e, attraverso essi, l'opinione pubblica.
E' addirittura riuscito nell'impresa di scagionare la figlia, senza farsi credere!
A mio parere le indagini andavano chiuse il 6 ottobre,dopo la prima confessione, col rinvio a giudizio di M. Misseri unico imputato. L'aveva detto Sebastio proprio quel giorno in conferenza stampa: le indagini sono chiuse al 95%. Ma poi all'omino di Avetrana hanno fornito come difensore il Galoppa e lui ne ha fatto un sol boccone...
Roberto

Manlio Tummolo ha detto...

Sinceramente, mi sembra che valutare al massimo l'intelligenza criminale di uno o di più di questi personaggi che, per quanto ne sappiamo prima erano considerati persone normali e addirittura molto laboriose ma poco colte o intelligenti, sia piuttosto frutto di fantasia. Noi, in verità, crediamo che le persone che indagano siano tutte di grande intelligenza e di grande attività, per cui se vanno fuori strada, ciò dipenderebbe dall'astuzia diabolica dei vari personaggi. In realtà, i corsi giurisprudenziali non presentano nel loro programma studi obbligatori scientifici quali metodologia delle indagini sui fatti criminali. Qualche nozione verrà data in corsi particolari successivi alla laurea, ma assai superficiali. Chi esce dalla laurea e dai corsi di specializzazione (come avvocato o come magistrato), in realtà sa assai poco di delitti gravi e, diciamolo pure, non ne capisce nulla. Mentre ad un medico viene insegnata la metodologia eziologica di varie patologie (ovvero come individuarle) che possono condurre alla morte, al giurista dei meccanismi psicologici e di fatto, che portano al delitto, non si insegna pressoché nulla, tanto è vero che criminologia ed antropologia criminale (tra l'altro confuse) sono materie "opzionali", complementari. Tuttavia, questi bravi signori vogliono fare sfoggio di grandi capacità, pensano che basti arrestare uno, tenerlo in galera per qualche giorno, e questo confesserebbe tutto: un sostituto della tortura. Pura illusione: l'autore di un delitto di sangue, che non sia d'impeto, fatto eccezionale, si è addestrato a non cedere. E' facile che ceda l'innocente o l'inesperto o lo psicologicamente fragile, confessando anche ciò che non ha fatto. Inoltre, si vuole arrivare alla meta presto ma, come diceva già il filosofo Francesco Bacone, "La Verità è figlia del tempo", dunque della pazienza; osservare, ascoltare, interrogare senza dare prima la risposta (del tipo "E' così come ho detto io ?"), ma fare attenzione ad ogni particolare, e poi, una dote che scarseggia tra chi è abituato ad operare solo con una memoria meccanica e non selettiva. RAGIONARE, RAGIONARE E ANCORA RAGIONARE. Fare supposizioni, vederne la plausibilità, lavorare su più piste e possibilità. Evitare i capri espiatori, adatti a soddisfare l'ansia di sangue e di vendetta della popolazione, poco propensa a cautela e procedure, che vorrebbe l'indagato subito eliminato con la rozza legge del taglione.

Anonimo ha detto...

Egregio Sig. Manlio, leggo sempre e apprezzo i suoi commenti. Anche in questo caso sono d'accordo con Lei.
Non volevo dire che l'omino di Avetrana sia dotato d'intelligenza superiore, ma è un fatto che finora, agendo in maniera istintivamente fraudolenta, è riuscito a tenere in scacco ed a mettere nel sacco moltissima gente, anche e forse soprattutto, per la larga impreparazione degli addetti ai lavori.
E' certamente un abile simulatore che (a parte qualche rara eccezione) si è accattivato le simpatie dei giornalisti e, tramite loro, dell'opinione pubblica, la quale tra l'altro è condizionata dal pregiudizio del buon padre di famiglia che si sacrifica per i figli. Purtroppo i recenti casi di cronaca ci fanno rendere conto di quanto possa essere "amorevole" un padre (vedi le gemelline) quando la sua mente è preda della follia.
L'errore maggiore che si commette nei riguardi del Misseri è quello di considerarlo sano di mente e non invece un pericoloso psicopatico, come io credo che egli sia o sia diventato. In particolare penso sia affetto da una grave forma di dissociazione della personalità, come indicherebbero le sue multiple "verità".
Ma il tempo, come Lei ha giustamente detto citando Bacone, è galantuomo. Peccato che nel frattempo chi per la nostra Costituzione è ancora innocente debba essere afflitto da una pena restrittiva, usata come tortura: come da Lei perfettamente rilevato.
Roberto

Anonimo ha detto...

Torno a scrivere qua, visto che dall’altra parte nessuno ha commentato: a me pare (almeno non è mai risultato da verbali resi noti) che nessun inquirente abbia chiesto a Michele: a che ora sei andato all'albero di fico? a che ora l'hai sepolta? a che ora hai bruciato i vestiti? mentre questi bruciavano, tu cosa hai fatto? in quanto tempo sono bruciati? in che giorno e a che ora hai buttato la corda nel cassonetto? eccetera eccetera... Si fissa l’attenzione sugli orari dei tabulati telefonici ma mai un cenno alla tempistica delle circostanze correlate alla soppressione del corpo! E' da tempo che mi pongo queste domande.
Non sembra a qualcuno dei lettori e a te Massimo che, sapendo questi non minimi particolari, si sarebbe risparmiato un bel po’ di sforzi nel brancolamento a cerca di complici?
Mimosa

lori ha detto...

purtroppo si è dato più spazio alle chiacchiere e al gossip del paese che ad elementi veramente funzionali alla ricerca della verità

lori

Manlio Tummolo ha detto...

Le acute domande di Mimosa sono un esempio di quelle che si sarebbero dovute porre a Michele Misseri in primo luogo, agli altri coinvolti in secondo. Quanto a Roberto, le mie osservazioni non erano specificamente rivolte a lui, ma piuttosto a quello che gran parte della pubblica opinione ritiene, ovvero che i nostri investigatori (ma non solo nostri, in realtà, anche quelli stranieri) siano dei geni nella ricerca del crimine. Al contrario, sembrano spesso persone superficiali che seguono più le impressioni esterne, i suggerimenti di plebei chiacchieroni e di cronisti, che non i dati obiettivi che, pochi o tanti che siano, emergono pur sempre dalle prime osservazioni. E' dal certo che si muove per individuare l'incerto e l'indeterminato. Ma sembra un metodo assai difficile da notare nella realtà .

Anonimo ha detto...

Ho fatto un sogno.
Una bimba di 15 anni si è innamorata del ragazzo a cui la cugina prediletta fà il filo. Resta incinta.La cugina e il ragazzo stesso la dissuadono dal continuare con la gravidanza.La fanno abortire, un pomeriggio d'estate, nella casa della cugina. Qualcosa và storto, e la piccola muore. Se si venisse a sapere una cosa del genere, ci sarebbe la galera per tutti. Allora decidono, in famiglia, di far sparire il cadavere. Lo zio della piccola si occupa della cosa. Però lui non ha mai fatto male ad una mosca, e ama la nipotina. Allora viene colto dai rimorsi, non dorme più. Quando lo intervistano, prima di addossarsi le colpe per proteggere la famiglia, si lascia sfuggire - infatti - una frase del genere : "forse l'hanno rapita, forse se ne è andata perchè ERA INCINTA" ecc.ecc. Poi è successo tutto il resto. Dal giorno della scomparsa il ragazzo e
la cugina non telefonano mai più alla piccola, ed il ragazzo ogni sera è in casa della cugina per condividere con lei il...dolore della scomparsa.....Non è strano?

E se non fosse un sogno?

Unknown ha detto...

Se non fosse un sogno sarebbe un incubo... specialmente per chi vi è rimasto coinvolto. Ma, e dovrei parlare nel giusto anche se fidarsi del dottor Strada non è facile, credo che un eventuale aborto sarebbe stato notato in fase di autopsia. Pertanto, non essendo uscito nulla di simile, il tuo resta a tutti gli effetti un sogno.
Ciao, Massimo

Anonimo ha detto...

In effetti l'autopsia di Strada
convince pochi, a quanto mi risulta.
Qualsiasi sia la verità, che Dio la illumini in modo da renderla ben visibile al più presto, per la pace della piccola e dei suoi cari.
Grazie Massimo per essere sempre così disponibile.

Unknown ha detto...

Mi associo al tuo auspicio. Qualunque sia la verità deve uscire e non deve lasciare dubbi. Chiunque sia l'assassino, Michele, Sabrina o altri. Ciao, Massimo

Manlio Tummolo ha detto...

Di ipotesi se ne possono fare tante, ma un procurato aborto, fatto in casa (se ho capito l'ipotesi), lascerebbe tracce vistose, che, se anche pulite, sarebbero individuabili con i mezzi attuali. Inoltre un aborto procurato non si fa tanto rapidamente, per quello che ne so, e ciò richiederebbe un'altra totale revisione cronologica dei fatti.