I processi si devono celebrare solo in tribunale e i Giudici devono essere liberi da qualsiasi influenza esterna! E così difficile da capire? E' così difficile capire che certi show televisivi creano uno spazio non consono a opinioni non imparziali, riprese e sparate a tambur battente anche dai giornaletti e dai tanti copia-incolla presenti su internet, fra l'altro pronunciate troppo spesso da personaggi poco qualificati che non rispettando la legge sulla presunzione d'innocenza affogano l'italiota sotto un mare di pregiudizi privi di alcun valore giudiziario? E' così difficile capire che se i pregiudizi vengono ripetuti quotidianamente per molto tempo, per la mente popolare diventano prova provata anche se poi vengono smentiti o non hanno neppure una valenza indiziaria?
Ma non c'è solo questo scempio di legge. Da tempo si sta cercando di fare un salto di qualità, da tempo ci sono personaggi che oltrepassano i limiti di Legge e nessuno fa nulla. Com'è possibile che sui giornali e su internet si possano pubblicare, spesso anche in anticipo sui fatti, materiali non pubblicabili perché sottoposti a segreto istruttorio, come atti di indagine e audio di intercettazioni? Chi fa uscire all'esterno tale materiale che per Legge dovrebbe restare chiuso in fascicoli a disposizione solo di chi indaga?
E' arrivata l'ora di ripristinare una buona cultura giudiziaria e giornalistica. Di rispettare la Legge per aiutare la Giustizia. Di fare tanti passi indietro per tornare sopra la linea di galleggiamento. Ogni settimana ci sono avvocati che si lamentano e che alzano la voce per ripristinare la legalità giudiziaria che vuole si facciano i processi nell'aula di un giudice e non sulla pubblica piazza! C'è qualcuno disposto a ad ascoltare le giuste rimostranze delle Camere Penali Italiane? Chi deve tutelare la legalità giudiziaria cosa aspetta a prendere provvedimenti?
Coordinamento delle Camere Penali toscane |
Le Camere Penali di Firenze, Pisa, Livorno, Pistoia, Prato, Grosseto, Arezzo, Siena-Montepulciano e Massa Carrara
preso atto
dei fatti denunciati dalla Camera Penale di Lucca con la delibera del 10 febbraio u.s. e con la successiva del 15 marzo 2018 con la quale ha proclamazione 5 giorni di astensione in conseguenza della pubblicazione sui quotidiani locali e nazionali di ampi stralci di atti di indagine relativi alla c.d. inchiesta “doping”,
nel ribadire
che la libertà di stampa e il diritto di informazione debbono essere temperati, in una società democratica, dal pieno rispetto di diritti di eguale rango costituzionale, quali la presunzione di non colpevolezza, il diritto di difesa, il diritto ad un giusto processo e, più in generale, dal rispetto dei diritti della persona, secondo i parametri elaborati dalla giurisprudenza della Corte Europea per i Diritti dell’Uomo;
nel constatare
che i fatti denunciati dai colleghi della Camera Penale di Lucca sono lesivi dei principi sopra ricordati, avendo comportato una violazione dei diritti delle persone sottoposte al procedimento ben oltre il limite di quanto sopportabile in uno Stato di diritto, ponendosi in rotta di collisione con le fonti normative interne e di rango internazionale che disciplinano forme e limiti del diritto d’informazione in ambito giudiziario (segnatamente con l’art. 684 c.p. che vieta l’arbitraria pubblicazione di atti di un procedimento penale; con l’art. 114 c.p.p. e 329 c.p.p. che del pari vietano la pubblicazione a mezzo stampa degli atti di indagine coperti dal segreto; con la Direttiva UE n. 2016/343 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 9 marzo 2016 che stabilisce espressamente il divieto, per le Autorità pubbliche, di presentare l'indagato o l'imputato come colpevole);
che ciò, in particolare, si è realizzato mediante la diffusione della notizia di arresti e di perquisizioni in atto prima ancora della conferenza stampa indetta per lo stesso giorno, e persino prima che gli interessati ne avessero diretta conoscenza;
che sono stati pubblicati atti coperti dal segreto istruttorio, taluni neppure depositati nel fascicolo delle misure cautelari spiccate a carico degli indagati, presunti innocenti;
che la pubblicazione degli stessi file audio delle intercettazioni telefoniche e ambientali è stata corredata da interpretazioni giornalistiche di stampo eminentemente colpevolista, sebbene tali pubblicazioni siano avvenute in un momento dell’iter procedimentale – quello dell’adozione di misure cautelari ‘allo stato degli atti’ – fisiologicamente connotato da provvisorietà e sommarietà incompatibili con definizioni assertive e definitive;
nell’affermare
con forza la necessità di contrastare il deprecabile uso della pubblicazione indiscriminata degli atti di indagine, specie se coperti dal segreto, e la conseguente spettacolarizzazione delle inchieste giudiziarie, che non soltanto lede i diritti delle persone indagate ma nuoce alla stessa Giurisdizione ed ai principi di equità, imparzialità e terzietà che debbono caratterizzare l’amministrazione della Giustizia in una società democratica;
esprimono
piena e convinta solidarietà alla Camera Penale di Lucca per quanto dalla stessa denunciato nelle delibere di cui in premessa e posto a fondamento dell’astensione proclamata per i giorni dal 9 al 13 aprile 2018.
Pisa, lì 6 aprile 2Mila18
Il coordinatore della distrettuale
Laura Antonelli
10 commenti:
sottoscrivo
Però io mi chiedo: chi pubblica atti coperti da qualche forma di segreto è perseguibile o è protetto da qualche forma di Primo Emendamento all'americana?
E se è perseguibile, lo è solo su querela o lo è d'ufficio?
Se lo è di ufficio, perché nessuno fa niente?
Non che non la sappia la risposta, eh ... però è la risposta di un complottista, quindi vediamo se ce ne sono altre.
Se l'abuso è un fatto compiuto da un incaricato o pubblico ufficiale, il reato è sempre perseguibile d'ufficio. Condivido le note delle Camere Penali, però... attenzione, molto spesso sono poi gli avvocati stessi che difffondono materiale, oppure che chiedono il massimo della pena anche per innocenti. Mai perdere di vista il caso di Avetrana, e il ruolo avuto dagli avvocati di parte civile. Quindi il pulpito, anche se ha giuridicamente perfetta ragione, non è il più consono a criticare le parti avverse. Non parliamo poi del caso Ragusa... Rileggendo "Notre Dame" di Victor Hugo, si sa che la povera Esmeralda, zingarella adolescente, viene condannata all'impiccagione, oltre che per "stregoneria", anche per aver ucciso un ufficiale, suo corteggiatore e da lei amato, anche se perfettamente vivo e vegeto, e girante per Parigi, alla conquista di altre belle fanciulle. Nessuno allora (e oggi ?) aveva mai verificato che del bell'ufficiale si sia trovato il cadavere e sia stato sepolto con regolare funerale. Questo avveniva nel 1482, mi si dirà, ma sappiamo che avviene tuttora nel XXI secolo (1° ventennio...).
Quanto scritto dalle Camere Penali della Toscana mi ricorda il caso Bossetti.
Chissà perché nell'"arretrato" Ottocento, quasi tutti gli scrittori affrontavano con severità e spirito critico, talvolta anche con sarcasmo, il tema dell'ingiustizia giudiziaria e degli abusi. Eppure si era in tempi di repressione facile e dura. Oggi, solo in romansi di "genere" (polizieschi, gialli, ecc.), si parla dell'azione giudiziaria, ma quasi sempre per esaltarla, mai per sottolinearne l'inconsistenza metodologica. A proposito di Bossetti qui ricordato, cito il grande Victor Hugo, ne "I Miserabili". C'è il caso di un povero disgraziato, tale Champmathieu che ben quattro testimoni, tra cui l'ispettore Javert, identificano con l'ex-galeotto Jean Valjean. Pare che i fatti giudiziari descritti siano avvenuti, anche se ovviamente non nei termini romanzati che leggiamo. Ora, se nell'aspetto macroscopico (visibile), ci si può sbagliare, che cosa si deve pensare di quello che è invisibile anche indirettamente, ovvero un DNA ? I grandi autori del passato sono sempre un'enorme miniera di informazioni e di osservazioni che noi uomini del XXI secolo, poveri insetti sotto la loro suola, non riusciamo affatto a cogliere, e perciò diamo sempre per scontato ciò che scontato non è (rileggersi, per chi lo volesse, il VII libro de "I Miserabili" di Victor Hugo)
@Manlio, interessante come sempre le tue considerazioni, aggiungo sul caso Bossetti che trattasi di un mezzo DNA, anche se hai aggiunto un punto interrogativo che ritengo grande quanto i due processi.
Non trovo nessuna giustificazione a questo pessimo vizio nostrano.
Il diritto d'informazione se mai va rispettato durante i processi, dove è giusto che il pubblico (se interessato) possa documentarsi bene ascoltando le diverse campane.
Lì la trasparenza dev'essere completa. Le notizie non devono filtrare attraverso articoli di giornalisti parziali.
Questo naturalmente in una nazione progredita e civile...ma è sempre possibile migliorare.
Come da nuovo articolo, i problemi della giurisprudenza, sono ahinoi !!!, universali. Altrimenti, prenderemmo tutti il primo barcone di turno per andare dove regni la Giustizia, non la forma giurisprudenziale .
È morta nel corso della notte Ester Arzuffi, madre di Massimo Bossetti condannato in appello all’ergastolo per l’omicidio di Yara Gabirasio. La donna aveva 70 anni ed era malata da tempo: è morta in ospedale a Ponte San Pietro. Al figlio Massimo, come ha raccontato il suo avvocato, è stato permesso di andare a trovarla. A Massimo Bossetti ed alla sua famiglia Sentite condoglianze.
Ci associamo tutti. Questo è certo un immenso dolore in più, e temo che tale decesso sia anche dovuto a quanto successo. Di certo, chi ha gravi mali, non è facilitato se viene colpito direttamente, o per i propri parenti stretti, da ulteriori disgrazie. I traumi psicologici aggravano ogni male, indebolendo tutto il sistema immunitario ..
Posta un commento