martedì 18 luglio 2017

Massimo Bossetti. La perizia non serve per confermare l'ergastolo... e ora siamo tutti in pericolo


Era già tutto previsto. Massimo Bossetti e i suoi difensori hanno lottato come leoni costringendo i giudici a 14 ore di camera di consiglio, ma alla fine ha prevalso il verdetto mediatico già pronunciato nel giugno del 2014 dall'editoria che usufruisce dei benefici statali, editoria che con il suo tam tam continuo è in grado di convincere tutti, anche eventuali prossimi giudici popolari, di tutto. Avendone i mezzi e volendolo fare, alla maggioranza della popolazione si può far credere che il fuoco sia in grado di spegnere l'acqua. Niente di nuovo sotto il sole, è sempre stato così e sempre così sarà... dato che tanti secoli fa, quando l'informazione viaggiava lentamente ma l'ignoranza popolare era incentivata, chi deteneva il potere condannava chi rifiutava di credere che il sole girasse attorno alla terra.

Siamo nel 2017 e si dice che l'Italia sia una Repubblica. Ma a parte una parvenza di democrazia nulla è cambiato da allora. Si continua ancora a incentivare l'ignoranza popolare così che il cittadino si adagi alle parole e alle idee di chi crede migliore, sia indossi un vestito colorato sugli schermi, un camice bianco in corsia o una toga nera in tribunale. D'altronde, se il bravo criminologo e la brava opinionista, coadiuvati dal bravo giornalista, dicono ad ogni ora del giorno e della notte che l'imputato è colpevole significa che l'imputato è colpevole cazzo! Se non lo sanno loro che stanno sempre a parlar e a scrivere di tutti quei colpevoli!

E in fondo poi, al popolano che importa di quel tale che finirà in galera! Quel tale che si dichiara innocente e dopo più sentenze a morte preferisce impiccarsi alle sbarre della sua cella piuttosto che restare chiuso in carcere e far vivere alla sua famiglia, ai suoi figli, una vita fatta di vergogna!

Ma non è così urleranno i più bravi, quelli capaci di sorridere negli schermi anche quando la morte si mostra nelle sue pieghe più tenebrose, se l'imputato si è ammazzato è perché non riusciva più a sopportare il peso della colpa! Perché gli rimordeva la coscienza! 

E tutto viene sistemato ancora una volta a favore di chi accusa da chi, se non in malafede, dovrebbe essere in grado di entrare nel crimine anche per vie traverse e invece non vi entra e con le proprie certezze, spesso dettate da una procura che mette ordine a modo proprio e non per come dovrebbe, mostra di averne poca di coscienza. E il popolano segue l'onda, il cane pastore se preferite, perché è incapace, non per propria colpa, di entrare nelle pieghe di un crimine da strade diverse che non siano le solite e abituali, quelle da secoli seguite anche dai suoi avi, quelle che con l'avvento dell'informazione televisiva di massa troppi hanno sfruttato per influenzare la pubblica opinione a proprio vantaggio.

E già, mi si dirà, ma non è la pubblica opinione a giudicare in tribunale... lì ci sono giudici capaci che non si fanno mica influenzare!

E' vero che molti giudici sono superlativi e non si fanno influenzare, ma da troppo tempo assistiamo anche a processi indiziari senza capo né coda, processi costruiti su favole o su teorie fantasiose. Da tempo assistiamo a condanne che sembrano nascere non da una buona lettura delle carte ma dal senso di appartenenza di una categoria, quella della giustizia italiana, che non vuole vedere oltre il proprio naso e nonostante sia quasi ultima al mondo continua a chiudersi a riccio attorno alle tesi accusatorie senza lasciare spazio alle motivazioni e alle richieste difensive. 

Se la difesa reclama un diritto sancito dalla legge, la buona giustizia deve concederglielo e attendere prima di condannare. Forse che rifare una perizia con la presenza di tutte le parti in causa costa troppo? Qual è il problema? Se risulterà che l'accusa ha ragione e che tutto è stato fatto al meglio l'imputato si vedrà comunque confermato l'ergastolo e dovrà tacere per sempre. Che problema c'è ad eliminare i dubbi per avere la certezza di sentenziare in maniera certamente giusta?

Insomma, fa strano che a Massimo Bossetti non si sia concessa una così stupida perizia sul DNA. E' a causa di quel DNA che è stato arrestato. Lui dice che non è suo e dovrebbe essere una questione di buonsenso accettare di rifare la perizia che lo inchioda. Se per sentenziare una condanna si preferisce soprassedere, significa che siamo di fronte a una giustizia dittatoriale che mai cercherà di approfondire e di entrare nelle possibili crepe peritali dell'accusa. Qual è la paura che ha attanagliato i giudici? Forse c'era il timore di incrinare un sistema autoreferenziale che sempre più spesso si mostra nella sua forma più spietata con chi si proclama innocente?

Il verdetto di Brescia, che nulla ha concesso prima di confermare la condanna all'ergastolo per Bossetti, è un precedente molto pericoloso, è una spada di Damocle che pende sulla testa di tutti gli italiani e allo stesso tempo un avvertimento chiaro dato a chi non concorda coi metodi che vengono usati per accusare e condannare chi si professa innocente. Occhio ragazzi, perché se non l'avete capito vi diciamo noi chi è che comanda quando il processo è indiziario! 

Siamo al tramonto di un'altra era e sono certo che anche chi ora acclama e gioisce in stile calcistico per un verdetto di colpevolezza, prima o poi (se non toccherà a lui potrebbe toccare ai suoi figli) dovrà fare i conti con una situazione giustizia insostenibile perché priva di capo e di coda. I difensori avranno sempre meno peso e per gli imputati tutto sarà sempre più complicato al punto che i loro legali li consiglieranno di dichiararsi colpevoli così da sfruttare altre leggi e poter uscire in velocità dal carcere. Siamo messi davvero male perché non si possono decontestualizzare i vari problemi che angosciano uno Stato. Giustizia, politica, economia ecc..., sono parte di un sistema oramai al collasso. Da anni non c'è un governo votato dal popolo né ci sono politici capaci di guidare il paese verso zone tranquille. Il problema è che tutti comandano a modo loro quando non esiste l'Uomo chi si assume la responsabilità di comandare e di dare linee guida serie ai suoi subalterni.

In questo caso non è la condanna di Massimo Bossetti a dimostrare che siamo un paese allo sbando... è il rifiutare la perizia sul DNA che dimostra quanto piccoli e senza forza giuridica siano quegli imputati già condannati al momento del loro arresto. Specialmente se è un arresto mediatico e se un ministro del governo, stravolgendo le regole e fregandosene del garantismo sancito dalla legge, lo sfrutta a fini propagandistici e per questo lo annuncia in pompa magna al popolo!

Molto probabilmente tutto questo ha fregato Bossetti e domani fregherà altri che mai si aspetteranno di essere fregati. E fa specie e che ancora ci sia chi non l'ha capito... o finge di non capire...

747 commenti:

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antrag ha detto...

Si tratta dell'astuzia di stato non pagata dai cittadini in regola con le tasse.

Spargere indizi a destra e a manca: se non fossero stati confutati avrebbero concorso a rendere ancora più "granitica" la prova "scientifica", se confutati, come è stato fatto, avrebbero assorbito tempo e energia alla difesa, utili per demolire definitivamente la prova NE' GRANITICA NE' SCIENTIFICA.

Cosa c'entra questa strategia con l'acquisire verità processuali?

La Corte dei Conti dorme?

Nautilina ha detto...

PINO,
grazie dei puntuali chiarimenti, ora ho un quadro più preciso della tua opinione.
Tu pensi che la difesa abbia dedicato anche troppo tempo ed energie a dibattere su indizi di minor valore, mentre era necessario impegnarsi soprattutto sul DNA. Quindi fai una critica alla strategia processuale, più che alle capacità dei difensori che in generale tu ritieni ottime, se ho ben capito.

Fatto questo doveroso distinguo, ti dico che condivido in parte le tue obiezioni.

E' vero, hai ragione,sul DNA si poteva/doveva portare qualche certificazione scritta e firmata, meglio ancora se da consulenti terzi, così si sarebbe finalmente tappata la bocca all'accusa che continuava (e continua) a citare questa mancanza con puntiglio quasi maniacale.

Però secondo me era anche necessario smontare tutte le altre prove 'secondarie', come i fotogrammi dell'autocarro, l'orario d'uscita di Yara, le celle telefoniche, le fibre e le sferette, perché abbattendo quelle poi sarebbe stato più agevole sostenere che il DNA poteva trovarsi sui vestti della bambina per uno sbaglio, un trasferimento indiretto o finanche doloso.

Se invece si continuava a ritenere assodata la presenza di Bossetti nelle vicinanze della palestra in orario compatibile con l'uscita di Yara, se le fibre, la calce, le sferette corrispondevano a quelle del suo Iveco, se le celle telefoniche dimostravano che lui si trovava a Brembate dopo le 18:30, nessuno poteva credere a uno sbaglio di analisi e neppure a un trasferimento involontario di DNA: troppe coincidenze! Che nella vita esistono, per carità...ma le giurie tendono al concreto, al comune, all'ovvio. Insomma, usano il rasoio di Occam. Non si è mai vista una Corte che creda a ipotesi cervellotiche o anche solo inconsuete.

Quindi io giustifico l'impegno che i difensori hanno profuso in questa parte del processo. E non mi spiego proprio come mai i loro argomenti inconfutabili non abbiano convinto pienamente la giuria.

Alla colletta di cui parli non ha pensato nessuno, che strano...forse perché - a mio modesto avviso - fino all'ultimo non si sapeva nulla della strategia d'appello, tutto era blindato e i difensori parlavano di assi nella manica, quindi non hanno richiesto collaborazione da parte dei sostenitori esterni come invece avevano fatto nel primo grado.
Anzi, su siti come 'Vogliamo verità per Yara' si raccomandava di fare silenzio e di lasciarli lavorare in pace.

Però, adesso che ricordo, gli avvocati erano anche pronti a chiamare il prof. Gill oppure a presentare una sua relazione, e credo che la Corte poi non glielo abbia permesso in base a non so quale diavoleria di cavilli legali.
Cavilli che, a quanto pare, in questo processo stanno avendo un peso notevole a discapito dell'imputato.

Probabilmente il motivo per cui la relazione di Gill e Butler non è arrivata in aula non sarebbe di tipo economico ma procedurale...
Sapremo forse qualcosa di più quando usciranno le motivazioni.
Lo spero.

magica ha detto...

io invece ho colto il modo d'essere del giornalista siciliano .
ho considerato moltissime volte la personalita' o tipicita' di un luogo .LA VEEMENZA la usano spesso , e pure un'aria di superiorita' di alterigia - che ci vuoi fare? se non sei siciliano dovresti nasconderti .
il fatto è che sono sicuri che sia cosi' . e gli altri zitti e mosca altrimenti saresti sommesrso di ingiurie .


SCUSATE . MI SONO ROTTA .

Vanna ha detto...

Nautilina condivido la tua risposta a Pino.
Riporto da te:
"...Però, adesso che ricordo, gli avvocati erano anche pronti a chiamare il prof. Gill oppure a presentare una sua relazione, e credo che la Corte poi non glielo abbia permesso in base a non so quale diavoleria di cavilli legali.
Cavilli che, a quanto pare, in questo processo stanno avendo un peso notevole a discapito dell'imputato.
Probabilmente il motivo per cui la relazione di Gill e Butler non è arrivata in aula non sarebbe di tipo economico ma procedurale..."
Ti rispondo accennando un discorso che potrebbe entrarci come i cavoli a merenda ma oramai tutto è globalizzato, se gli esquimesi hanno il raffreddore ce l'abbiamo pure noi.
Ciò che è notevole riguarda Gill e Butler essi NON sono periti italici MA esperti internazionali. La difesa ha capito che dietro tutta la faccenda c'è un mondo di interessi poco puliti mossi come pedine da coloro che vogliono il crollo del sistema Italia che, così come noi lo conosciamo, è stato messo in movimento l'8 settembre del 1944 con il Patto di Cassibile. Orbene, fino ad alcuni anni fa avevamo ancora riserve auree e uno stato straniero nel cuore dell'Italia che era autonomo, con i suoi dogmi, il suo governo, le sue ricchezze, crederci o meno non toglie il fatto che quello stato da 2000 anni, nel bene nel male, è stato un punto di riferimento nel mondo. Come non dimenticare un discorso infiammato di G. Paolo II contro il Fondo Monetario Internazionale che strozzava le economie del terzo mondo con debiti vergognosi. Ora è avviato un bel tango tra i padroni del mondo e la santa sede la quale segue altre direttive di avvicinamento a nuove modalità religiose e sacramentali per avvicinare i protestanti ed unire le varie religioni...
E così anche quel riferimento religioso si è annullato.
Vorrei dire di più... ma è chiaro che questo caso fondato sul dna è stato pilotato per mettere paura a tutti, farci perdere tempo, non votare, aprire le porte ad altre genti e distruggerci come popolo, tra un terremoto qua e là condito di fracking e ataviche paure.
Questo è il progetto avviato.

Quindi l'andare all'estero è stato necessario, il confronto con la scienza straniera deve esserci, ma questo guizzo geniale della difesa non è piaciuto, la condanna è blindata e il popolo deve continuare ad esprimere i suoi dubbi, ma l'indottrinamento dei media è inarrestabile.
Sì aspettiamo le motivazioni, ci faranno discutere non poco.

antrag ha detto...

Vanna ... vate(ssa),
spero non inascoltata!

Vanna ha detto...

antrag buonasera,
probabilmente sarò inascoltata, criticata, baipassata perché non è facile capire ciò che ho accennato con poche parole che possono sembrare folli o esaltate: come si può collegare la condanna del muratore Bossetti tramite quel dna a scelte politiche, magari imposte tramite raggiri, di oltre 70 anni fa.
L'Italia attuale, politicamente, nacque l'8 settembre del 1944, sostenuta anche economicamente, poi, col piano Marshall...per arrivare fin qui a dibattere intorno a una traccia abbondante-esaurita di un figlio di altro padre trovato tramite la saliva mista a colla su un francobollo, e di madre inesistente visto che nel dna non c'è mtnda.
Tutto è folle ed esaltato in questo caso eccetto le famiglie Arzuffi, Bossetti, Comi che insieme portano avanti la loro battaglia.

Bruno ha detto...

Sarebbe interessante conoscere anche il tipo di colla usata nel retro del francobollo per capire se quella composizione possa aver alterato o distrutto eventuale dna ivi presente. Mi spiego meglio, se quella composizione, (preparata negli anni 1970-1980) conteneva enzimi, acidi, od elementi tali che potrebbero aver distrutto nel volgere di qualche mese o qualche anno eventuali dna presenti dopo la leccata, potrebbe essere utile a spiegare se effettivamente sono state fatte analisi con tutti i crismi scientifici.

antrag ha detto...

Caro Bruno, i tuoi dubbi sono sensati e andrebbero affrontati.
Comunque mi sembra che la riesumazione li avrebbe spazzati via definitivamente ...

La risposta ai tuoi dubbi nel senso dell'impossibilità di analizzare affidabilmente un DNA mescolato a una colla dopo alcuni lustri testimonierebbe in quale clima contaminato da menzogne si siano cercate presunte verità processuali per condannare all'ergastolo un cittadino.

Ivana ha detto...

Gilberto, grazie per la risposta.
Quei particolari sono stati evidenziati nelle motivazioni della sentenza di primo grado (desunti dalla relazione Cattaneo - Tajana) e continuano a lasciarmi dubbiosa sull’eventualità di un trasporto del corpo ...
Sono d’accordo, comunque, sul fatto che quel DNA non convinca riguardo alla sua natura (biologica o artificiale?) e che lasci spazio al dubbio.

Anch’io, come Nautilina, spero di avere maggiori informazioni dalle motivazioni della sentenza di secondo grado anche riguardo al “parere” di uno dei “padri” della genetica forense. Gill ha consegnato alla difesa una relazione firmata specifica per il caso Bossetti durante l’incontro a Lodra? L’argomento era solo generico, o specifico? Gill ha valutato, in una relazione scritta, la probabilità di ottenere risultati proprio da quel DNA rinvenuto sul corpo di Yara lasciato all’aperto e alle intemperie per tre mesi?

Ho notato che i nomi di Emiliano Giardina, di Cristina Cattaneo e di Peter Gill compaiono nella seguente pagina web di Tor Vergata quali docenti di un “Master di secondo livello di genetica forense”:
http://mastergeneticaforense.it/corpo-docente-2/

Pino, sono d’accordo con te che sarebbero state necessarie determinate relazioni scientifiche specifiche da parte di genetisti terzi (comunque vedremo nelle motivazioni se tali relazioni risultano allegate agli atti d’appello della Difesa)
In base a quanto si legge in “Bossettiade”, Luca ritiene che “un po’ di coraggio in più (da parte della Difesa) spingendosi a richiedere il test di metilazione, non avrebbe guastato ”, ma ha riconosciuto che la parte di appello che abbiamo potuto leggere, grazie a Luca stesso, era incisiva e ben impostata. Io condivido quasi tutti i contenuti e la determinazione nell’argomentare, cioè condivido la “sostanza”, ma credo che, in alcuni punti, sarebbe stato preferibile un tono più pacato.
Penso che, usando modi e forme adeguate, sarebbe stata proponibile anche la richiesta del test di metilazione.
Imho, non era questione di “coraggio”, ma di riuscire a esprimere tutti i dubbi con fermezza, con determinazione, con linguaggio scientifico, con “certificazioni” opportune e con modi seri e non irruenti.

Ivana ha detto...

Dudu’,
in base a quanto riportato nelle motivazioni (desunto dalla relazione Cattaneo-Tayana) andrebbe considerato anche che la caviglia destra risultava “parzialmente coperta e avviluppata da fusti di rovo di Hepilobium hirsutus e Sorghum halepense, specie che caratterizzano la flora del campo.
Riguardo alla mano destra che “stringe un ciuffo di steli e foglie di Sorghum halepense” dalla visione dell’immagine a me era sembrato che il medio, l’anulare e il mignolo fossero piegati fino a toccare il palmo della mano, mentre l’indice mi appariva, sì, piegato, ma sollevato rispetto al palmo della mano e riguardo al pollice non ero riuscita a visualizzarne la posizione precisa anche se mi era sembrato decisamente più piegato rispetto al dito indice. Insomma, osservando l’immagine, a me sembrava che Yara stringesse “un ciuffo di steli e foglie di Sorghum halepense ”.

Paolo A, grazie per il video segnalato. Ritengo che il procedere per tentativi ed errori sia tipico della scienza, ma credo sarebbe importante che i giudici pretendessero la risoluzione, rendendola chiara nelle motivazioni, di ogni eventuale “mistero” riguardo agli errori commessi (e superati?) dai genetisti in laboratorio.

Ivana ha detto...

E.C.
Leggasi: Londra

Scusate

Paolo A ha detto...

https://plus.google.com/107753532037576613420/posts/4wSY2mPWiuJ

Da Bossetti Libero FB.

Gilberto ha detto...

A Paolo A
Sono le stesse cose che molti di noi hanno detto e vanno dicendo qui nel blog con parole diverse, ma con la stessa denuncia relativa a una 'prova' che di scientifico non ha proprio niente in quanto al di fuori di tutti i canoni sperimentali: controllo delle variabili e situazione controllata, quasi mai realizzabili in un delitto. Quella che viene definita 'prova scientifica' è sovente solo un insieme di dati dove risulta del tutto impossibile escludere trasferimenti secondari, contaminazioni, inquinamenti, sovrapposizioni… manipolazioni... La 'prova del Dna' è solo uno slogan per un pubblico di bocca buona...

Ivana ha detto...

Le tre "carte" per la Cassazione. Esauriti i giudizi di merito, i difensori di Bossetti potranno proporre davanti alla Suprema Corte solo questioni di legittimità, denunciando eventuali violazioni delle norme sulla giurisdizione con l'obiettivo di arrivare alla cancellazione della sentenza di secondo grado e - se non proprio all'assoluzione di Bossetti - almeno, a una sentenza di annullamento con rinvio, cioè un processo d'appello-bis. Tenuto conto delle posizioni espresse nel processo di primo grado a Bergamo e di secondo grado a Brescia e delle argomentazioni esposte dai difensori nelle arringhe, sono almeno tre le "carte" da giocare in Cassazione: illogicità nella ricostruzione dei fatti (nel caso in cui ci fossero nelle motivazioni punti non chiariti a sufficienza); nullità o inutilizzabilità dei dati (in particolare legati all'accertamento del profilo genetico di Bossetti); mancanza di una prova decisiva. Quest'ultimo è l'aspetto che merita maggiore attenzione per la peculiarità del caso: potrebbe essere rappresentato dalla mancata assunzione di una prova decisiva a discarico (cioè a favore di Bossetti), in relazione alla richiesta avanzata dalla difesa di effettuare una nuova perizia sul Dna ritrovato sulla vittima e attribuito a Bossetti. Sotto tale profilo - se le argomentazioni fossero ritenute fondate dalla Suprema Corte - la sentenza verrebbe censurata in base alla norma che espressamente disciplina la "mancata assunzione di una prova decisiva" a discarico.

Fonte: http://milano.repubblica.it/cronaca/2017/07/18/news/caso_yara_massimo_bossetti_madre-171074830/

Bruno ha detto...

Grazie Antrag per la tua risposta. Le mie perplessità sono sorte quando ho pensato che se la colla aveva eliminato ogni traccia della umana "lecata", come sarebbero potuti arrivare alla salma del povero Guerinoni. Oppure è stato fatto un pò come in un filo di Arianna? Certo è che il caso Bossetti in giurisprudenza farà da testo. Speriamo bene in cassazione e che possa uscirne fuori a testa alta, non solo Bossetti ma tutta la giustizia italiana.

Ivana ha detto...

Riguardo alla “mancata assunzione di una prova decisiva TEMO :-( che la Corte di Cassazione potrebbe (eventualmente) esprimersi nel modo seguente:

Affinché si possa ritenere illegittima la mancata assunzione di una prova decisiva ai fini processuali, deve trattarsi di una prova a discarico richiesta dall'imputato su fatti costituenti prove a suo carico o, viceversa, di una prova a carico richiesta dal PM su fatti costituenti prove a discarico per l'imputato. L'accertamento peritale non può ricondursi al concetto di "prova decisiva” la cui mancata assunzione costituisce motivo di ricorso per cassazione ai sensi dell'art. 606 lett. d) c.p.p.. È, infatti, mezzo di prova per sua natura neutro e, come tale, non classificabile tra quelli previsti dall'art. 495 comma 2 c.p.p. "a carico" o "a discarico" dell'accusato. Invero, oltre che sottratto al potere dispositivo delle parti, è altresì rimesso essenzialmente al potere discrezionale del giudice, la cui valutazione, se assistita da adeguata motivazione, è insindacabile in sede di legittimità.

Cassazione penale sez. III 18 luglio 2012 n. 4840



antrag ha detto...

Aberranti gli interventi di Ivana.
Chi le farà capire che le nostre critiche vanno oltre questi stracci di codice che riporta, quasi per imbeccare i giudici.

Vanna ha detto...

antrag buongiorno!
No, non "imbecca i giudici", è amica e li difende.

I giudici non andrebbero né imbeccati, né difesi, solo sollecitati ad eseguire il loro mandato dubitando con scrupolo o buon senso di umanità.
Senza girare il minestrone scotto nel paiolo facendo finta di introdurre nuovi ingredienti.

L'umanità ce l'hanno anche i giudici e condividono, o sono costretti a farlo per il ruolo che rivestono, eventi, tavole imbandite. Non credo sia facile mantenere equilibrio da quell'altezza di responsabilità, tra la deontologia e le apparenze di consuetudini festose.

L'input sul dna doveva partire, il primo passo per monitorare tutti, pian piano verrà anche il chip sottocutaneo.

A quanto pare, con questo caso, i primi ad essere monitorati sono proprio quelli che stanno al comando e che non hanno dubbi nel trovare un colpevole, compresi i Media.

Poi viene la massa che non conta nulla però si pone il dubbio come lampada per illuminare il buio che c'è.

Tempi tristissimi incombono sull'umanità.

Ivana ha detto...

Vanna,
io sono amica della ricerca della verità.
Non ho alcuna pretesa di apportare nuovi elementi (come potrei, non avendo letto i faldoni processuali?) e mi limito a semplici riflessioni su quanto leggo e rileggo, cercando di approfondire il poco a mia disposizione e di non demordere nella ricerca della verità, in attesa di leggere le motivazioni della Corte d'Appello.
In Luca (e un po’ anche in Pino) ho avvertito un certo pessimismo sulla possibilità che in Cassazione possa subentrare una virata del “timone (che appare) orientato alla condanna”.
Anch’io, purtroppo, sto cominciando a dubitare di un esito positivo per l’imputato, e ne sono dispiaciuta, perché ritengo che già il solo non ritrovamento del dna mitocondriale di Bossetti avrebbe dovuto rappresentare una prova a suo vantaggio, invece finora non è servita a evitargli la condanna senza che neppure venisse concessa la superperizia; come Luca, sarò lieta “di essere smentita, impegnandomi fin d’ora a fare pubblica ammenda in caso di assoluzione di Massimo Bossetti”; non sono ancora riuscita a trovare appigli giuridici a cui aggrapparmi per vedere uno spiraglio di luce che mi lasci almeno una razionale speranza riguardo all’apertura di un eventuale processo d’appello bis . Sono consapevole che la funzione della Cassazione è assicurare "l'esatta osservanza e l'uniforme interpretazione della legge”, per cui ritengo utile la ricerca di concretezza non solo nelle “certificazioni” (di cui parla Pino), ma anche nei cavilli giuridici e nella corretta interpretazione del c.p.p. e credo che la Difesa si muoverà anche in tal senso.
Penso abbia ragione Pino: occorrevano, comunque, fin dal primo grado di giudizio, relazioni specifiche, scritte e firmate da genetisti terzi; auguro che siano state allegate negli atti d’appello e che la Cassazione le tenga in doveroso conto, anche se, come ripeto, attualmente la mia speranza si sta riducendo ai minimi termini.
Qualcuno/a ha trovato qualche stralcio di un documento legale che potrebbe essere utilmente usato a favore dell’imputato?
Volenti, o nolenti, è sul terreno dell’apparato giudiziario, con tutti i suoi aspetti legali, che verrà valutata dalla Corte di Cassazione, in base alle carte processuali, la correttezza, o no, dell’interpretazione della legge da parte dei giudici di primo e di secondo grado.

antrag ha detto...

Quando l'avversario è bugiardo, sleale e ha una forza cento volte almeno superiore alla tua, a quali appigli giuridici ti vuoi attaccare?

Fai il gioco dell'avversario! E fai passare la contesa come regolare e democratica, cara Ivana!

Bruno ha detto...

@Ivana visto che ti ritieni amica della verità, spiegami come mai la procura ci ha propinato in tutte le salse possibili il video taroccato con Bossetti che si aggirava famelico attorno alla palestra. Spiegami anche come mai le salme della povera Yara e del compianto Guerinoni sono state cremate. Vediamo se in questo blog hai il coraggio di dire la verità di quel che pensi.

Ivana ha detto...

Bruno,
riguardo al video avevo già espresso, a suo tempo, proprio in questo blog, tutta la mia (anche se ininfluente!)disapprovazione, o meglio, indignazione.
Sulla cremazione posso solo esprimere dubbi e porre interrogativi: sono stati effettivamente cremati i corpi? Se sì, chi ha preso tale decisione? I familiari? Perché? E perché gli inquirenti non si sarebbero opposti? Dopo aver effettuato l’esame autoptico, avrebbero potuto opporsi all’eventuale decisione dei familiari?
Non posso certo rispondere a tali domande, tanto più che, come ribadisco, non ho letto i consistenti faldoni processuali!
Ho sempre avuto il “coraggio” (la schiettezza) non solo di esprimere il mio punto di vista ma anche di palesarmi in questo e in qualsiasi altro blog da me frequentato.

Bruno ha detto...

@Ivana, grazie per la risposta. Una delle tante chiavi per aprire la stanza dove è custodito il mistero Yara-Bossetti credo sia proprio poter conoscere chi ha dato l'ordine ed il benestare per la cremazione dei poveri corpi e perchè. Avrebbero dovuto fare il contrario, custodirli per un esame più approfondito in un futuro. Anche se Bossetti è stato condannato all'ergastolo, con il diniego del nuovo esame del dna, per buona parte degli italiani i dubbi sono aumentati. Anche i più tenaci colpevolisti si sono ricreduti.

antrag ha detto...

"Non posso certo rispondere a tali domande, tanto più che, come ribadisco, non ho letto i consistenti faldoni processuali!"

Saranno tenuti in segreto fino al 2020 ... se non sbaglio!

Devi aspettare tre anni! avrai la pazienza per cominciare ad arguire?

MGB ne avrà per aspettare te che arguisci?

Bruno ha detto...

Ma secondo voi quale segreto di stato può esserci se occorre aspettare fino al 2020. Perchè tutto questo tempo. Forse qualcuno/a spera che Bossetti si uccida. Intanto un probabile innocente è in galera.

Vanna ha detto...

Ciao Ivana, ti hanno già risposto.
Personalmente apprezzo la tua garbata tenacia e la tua presenza costante qui che sono la dimostrazione di come si possa continuare a scrivere e ragionare intorno ad una condanna priva di movente, testimoni, prove, episodi precedenti di violenza ed invece piena di incapacità investigativa, di connivenze conosciute, di cadaveri bruciati, di reperti distrutti, di colpevoli costruiti a tavolino e di colpevoli protetti dai Poteri.
Non solo... di tracce ematiche abbondanti e fluide per condannare e di indumenti esauriti e tagliuzzati per ricordare il significato delle reliquie scomparse e trafugate.
Tutto è stato alterato per condannare, non certo per liberare.
Questa è la giustizia umana?
Credo fermamente in quella divina.

Vanna ha detto...

Aspettare il 2020 ...nel frattempo la Cassazione che fa?
E' un edulcorante (oppure una supposta) il 2020, diventerà 2030 e poi 2040 e nessuno ricorderà più, probabilmente l'Italia stessa tra terremoti, vulcani, occupazioni di territori avrà altro da pensare!
Si è saputo veramente chi e perché è stato ucciso PP Pasolini?
Certo che si sa cosa c'è dietro ma tutti hanno banchettato alla tavola imbandita e continuano a farlo.
E tu Ivana continui "candidamente" a scrivere:
"...Non posso certo rispondere a tali domande, tanto più che, come ribadisco, non ho letto i consistenti faldoni processuali!..."

I "consistenti faldoni" sono pieni di dati, di controlli telefonici, di stringhe...sono pieni di niente, per condannare Bossetti, potrebbero essere pieni di altri colpevoli da non condannare.

Con le tue aporie, la tua mancanza di lettura degli Atti secretati, la tua mancanza di esprimere il tuo vero giudizio, mi fai pensare ai Farisei di "vangelica" memoria, quelli che Gesù chiamava "sepolcri imbiancati".

Difatti fu messo in croce.

Wolf ha detto...

Purtroppo ci sono questi personaggi anche in buona fede, che dicono agli altri di informarsi, quando sono i primi che si dovrebbero informare prima di aprire bocca.

https://www.youtube.com/watch?v=BtLPr5d91mM

Non sarebbe tempo sprecato lasciargli un commento che gli spieghi la storia del giubbotto, il dna sulla manica dopo tre mesi all'aperto ed il dna monco di ignoto1.

Non ho nessun account, altrimenti gli avrei risposto io direttamente.

Vanna ha detto...

Wolf buongiorno,
è vero, è completamente disinformato.
Il dna della Brena era una bella macchia su un giubbino fresco di lavanderia e non di Yara, lei stessa dichiarò che aveva salutato la ragazzina da lontano.
E' meglio non perderci tempo.

PINO ha detto...

Voglio aggiungere un elementare linguaggio da piccolo venditore ambulante di pomate per scarpe (con rispetto della categoria) appena scolarizzato, che ha la presunzione di "spiegare" cose di cui non è a conoscenza (?) (es. la truffaldina affermazione sul giubbotto)
Una montagna di menzogne, che ho ascoltato per la prima volta!
P.

Bruno ha detto...

@Wolf, questo Nicola Castellano non sa neppure cosa dice. Chi ha un minimo di intelligenza capisce che non è in grado di far connettere insieme la bocca con il cervello. Certamente dovrebbe informarsi bene prima di fare tali considerazioni, è probabile che vuole solo visibilità. Oramai i numeri si sono invertiti il 75 per cento degli italiani crede nella innocenza di Bossetti. L'altro 25 è composto da un 10 per cento che non gli frega niente se in galera langue un innocente, ai restanti, compresa Ivana, occorreva trovare un colpevole.

antrag ha detto...

https://www.youtube.com/watch?v=BtLPr5d91mM

Se fosse stato l'orsacchiotto a fare il video sarebbe venuto meglio.

Nautilina ha detto...

PINO,
l'autore del video è molto disinformato, ma i titoli non gli mancano...guarda quanti diplomi incorniciati tiene appesi alle pareti!
Ciao.

Ivana ha detto...

Bruno,stai scherzando?
Dove hai tratto quelle percentuali? Penso tu le abbia inventate, ma le percentuali vanno ricavate da dati concreti e soprattutto ritengo irrazionale che tu possa inserirmi, in modo decisamente errato, in una tua statistica fantasiosa avulsa da ciò che ho sempre ribadito:
A livello soggettivo, e con la consapevolezza di esprimere solo una mia opinione, completamente irrilevante, non soltanto avevo, COMUNQUE, già reso esplicito il mio “giudizio”, ma ho continuato e continuo ancora a ripeterlo: personalmente, avrei assolto Bossetti già dal primo grado di giudizio (ed ero fiduciosa, come Gilberto, nell’assoluzione!)perché ritenevo e ritengo ravvisabile il ragionevole dubbio in quanto, imho, il DNA mitocondriale esclude Bossetti e “in dubio pro reo ”.

Mi ero già espressa anche sulla questione del “mistero”, termine che compare nelle motivazioni e che non è stato in alcun modo spiegato dalla Corte; è stato considerato dalla Corte privo di importanza? Perché? Ecco: se la Corte l’ha ritenuto ininfluente, perché non ha esplicitato, proprio nelle motivazioni, il motivo per cui ha ritenuto di non cercarne la risoluzione?
Perché nelle motivazioni si è lasciato in ombra quel DNA mitocondriale minoritario non appartenente né a Yara né a Bossetti?
Se, anche nelle motivazioni della condanna in appello, le domande continueranno a rimanere senza risposta, credo che ogni eventuale nostro sospetto di un qualche avvenuto complotto ne risulterà corroborato.

Pino e Nautilina, anche a me sembra che l’oratore non sia affatto preparato sul caso e che abbia affrontato un monologo privo di contenuti seri e ragionati.
Sulla questione del giubbotto, penso che dovrebbe essere la famiglia di Yara a fornire le necessarie precisazioni in merito: da quanto tempo Yara indossava quel giubbotto? Era, o no, la prima volta che l’indossava il giorno della scomparsa? Nelle motivazioni non c’è alcuna informazione al riguardo. Temo che i familiari di Yara restino ormai coerenti con la loro scelta (che non condivido e che mi lascia stupita, ma che doverosamente rispetto); i genitori di Yara non solo evitano qualsiasi clamore mediatico, ma neanche hanno presenziato alle udienze processuali se non quando direttamente chiamati come testimoni.

Ivana ha detto...

Vanna,
credo che, ormai, la mia presenza in questo blog non sia costante e infatti non sono intervenuta a commentare sotto i successivi dodici articoli, limitandomi soltanto a continuare a esporre, sotto questo, quando mi è possibile, il mio ininfluente punto di vista.
A quali mie aporie ti riferisci?
Come possiamo affermare che i faldoni sono ricchi di niente se non li abbiamo letti?
Abbiamo potuto visionare le motivazioni della sentenza di primo grado, che rappresentano un documento ufficiale del processo e credo che a essere stati secretati, fino alla sentenza della Cassazione, siano i verbali delle udienze, perché il giudice Bertoja voleva evitare un eventuale uso mediatico distorto di tali verbali (e io stessa ho sperimentato come sia facile distorcere lo scritto altrui e come io abbia sovente dovuto precisare, ribadire e spiegare ciò che dicevo, arrivando talvolta persino a una vera e propria esegesi di quanto da me espresso; infine sono giunta a ignorare determinati interventi in cui colgo un accanimento ingiustificato nell’equivocare e distorcere, temo volutamente, il senso delle mie parole ed evito di perdere tempo in inutili risposte anche se, in certo qual modo, mi sento lusingata per l’immeritata attenzione prestatami da chi stravolge il mio pensiero)
Vanna, le tue considerazioni sulla possibile corruzione e sulle possibili connivenze sono condivisibili se si parla in termini generali, ma, imho, ciò che conta, per la Difesa di Bossetti, è dimostrare, nei fatti, come tali possibilità si siano concretizzate nel caso specifico.

Abbiamo la certezza delle “connivenze conosciute” nel caso specifico? Sono state dimostrate?
Abbiamo la certezza dei cadaveri bruciati, dei reperti distrutti, di colpevoli costruiti a tavolino e di colpevoli protetti dai Poteri, sempre nel caso specifico?
Salvagni stesso, nella puntata di Q. G. del 16/09/2016 aveva sostenuto che “nessuno , durante il processo, ha detto che non si possono più fare queste ripetizioni; ci sono ancora i reperti, lo hanno confermato i RIS che i reperti sono disponibili, quindi si possono fare ancora delle indagini.”
Nella puntata di Q. G. del 18/11/2016 sempre l’avvocato Salvagni ha nuovamente ribadito: “Benché noi non abbiamo mai visto questi reperti, i reperti ci sono, quindi possono essere ulteriormente indagati. Sono finite la 31-G19 e la 31-G20, a detta di Lago, ma ci sono delle altre tracce, invece, che vanno indagate e i reperti, comunque, ci sono ancora.”
Nella puntata di Q.G. del 19 maggio 2017 è stato affermato (in un servizio, se non erro, di Filippone e Tosi) che alcune provette con il DNA di Ignoto 1 estratto dalla 31-G23 e dalla 31-G24 sono ancora conservate nel laboratorio dell’Università San Raffaele di Milano, come ha dichiarato a processo il prof. Giorgio Casari.

Ritengo non serva (cioè sia completamente ininfluente per Bossetti) ciò che noi pensiamo senza neanche aver studiato le carte processuali; non si tratta di candore, ma di concretezza, perché chiunque, tra magistrati e avvocati delle varie parti, non darebbe alcun valore ai nostri punti di vista non sorretti dalla conoscenza approfondita degli Atti. Un conto sono i salotti televisivi (tanto criticati)in cui solo ben pochi giornalisti (es. Sturlese Tosi) hanno partecipato a tutte le udienze processuali e solo pochi ospiti (es. Salvagni, Denti e i genetisti Capra e Portera) conoscono bene anche gli Atti, altra cosa sono le aule processuali e infatti, nei salotti vengono introdotti anche argomenti che non sono di alcun rilievo processuale (es. le interviste alla signora Arzuffi) e che non entrano nell’aula del processo.

Wolf ha detto...

@Ivana 1 settembre 2017 11:50:00 CEST
Pino e Nautilina, anche a me sembra che l’oratore non sia affatto preparato sul caso e che abbia affrontato un monologo privo di contenuti seri e ragionati.
Sulla questione del giubbotto, penso che dovrebbe essere la famiglia di Yara a fornire le necessarie precisazioni in merito: da quanto tempo Yara indossava quel giubbotto? Era, o no, la prima volta che l’indossava il giorno della scomparsa? Nelle motivazioni non c’è alcuna informazione al riguardo.



Ritengo che il giubbotto anche se fosse stato indossato da Yara diversi giorni prima della sua scomparsa ed ipotizzando che la Brena ci abbia lasciato le sue tracce genetiche sulle maniche, durante per esempio, un esercizio ginnico o per altri innocenti motivi avvenuti in giorni precedenti il fatto.....
Ne consegue che quelle traccie genetiche siano piu vecchie dei tre mesi trascorsi prima del ritrovamento del corpo.

Considerando che dal verbale, il giorno della scomparsa, emerge il non avvenuto contatto fisico tra la Brena e Yara.

Accertato che un Dna nucleare esposto oltre tre settimane alle intemperie non ci dovrebbe piu essere, significa che il contatto della Brena con il giubotto è avvenuto al massimo tre settimane prima del ritrovamento del corpo.

Quindi sarebbe indifferente il fatto che Yara abbia indossato il giubotto unicamente quel brutto giorno oppure anche in precedenza.

antrag ha detto...

Bravo Wolf!

Vanna ha detto...

Aggiungo Wolf, quel giubbotto non era di Yara ma della cugina e fresco di pulito di lavanderia e questo fu detto dalla mamma. La stessa Brena ha dichiarato in aula che vide Yara e la salutò da lontano allo stesso orario dell'amico Francese...e qualche dato nella vicenda combacia finalmente!

(Ogni tanto vedo telefilm polizieschi americani: molto interessanti, sembra che le ultime persone che vedono il morto vengano sottoposte ad interrogatori e controlli approfonditi, in questo caso invece hanno saltato in cavalleria non solo le ultime persone che la videro, ma l'ultimo luogo dove lei si recò non fu chiuso e controllato, perché fu PROTETTO).
Il resto coperto da amnesie.

Inoltre la macchia era visibilissima, altro che un semplice alone, peccato che gli eccellentissimi e plurilaureati investigatori non siano riusciti a capire se era sangue o vomito, forse sudore talmente abbondante da lasciare l'impronta con un dna pieno e completo di tutto che però non è servito a nulla.

Ma c'era un'altra traccia di un'altra Brena, manco a dirlo non considerata pure questa, un'altra Brena ancora è un personaggio pubblico importante nel settore giudiziario, guarda le coincidenze... Un cognome un po' affollato... che non è servito a niente, sul cognome Guerinoni invece hanno ricercato dal 1700.

Ma de che stiamo a parlà?
Di un puzzle nel quale ogni tessera è a double face dal risultato doppio, triplo, molteplice.

E per spiegare ciò che non quadra si decide di mettere sotto chiave i faldoni che sono serviti per mandare all'ergastolo un padre-marito-figlio di famiglia, in barba al diritto di dare chiarezza!

A pensare male SE il materiale secretato è servito a condannare, non è che lo hanno secretato perché altrimenti doveva essere liberato e mandar dentro qualcun altro?

Io non ho bisogno di leggere il secretato per dare una valutazione dei fatti, sono i fatti stessi come si sono svolti e come sono stati presentati che mi vengono incontro e mi raccontato un percorso di colpevolezza artefatto ed iniquo.

Vanna ha detto...

Ivana mi chiedi:

"...Vanna, le tue considerazioni sulla possibile corruzione e sulle possibili connivenze sono condivisibili se si parla in termini generali, ma, imho, ciò che conta, per la Difesa di Bossetti, è dimostrare, nei fatti, come tali possibilità si siano concretizzate nel caso specifico."
Rispondo:
Non si può parlare di "connivenze condivisibili" in "termini generali", le condivisibiltà sono state pubblicate, sono conosciute e sono diventate, purtroppo, talmente "generali" da essere considerate normali.
E la "normalità" diviene generalizzata.
La "normalità" invece della vita di MGB diviene così particolare da essere condannato.
Continui:
"Abbiamo la certezza delle “connivenze conosciute” nel caso specifico? Sono state dimostrate?"
Rispondo:
Certo che è stato dimostrato e pubblicato, puoi documentarti abbondantemente.
Per dimostrare la "colpevolezza " dell'umile muratore si costruiscono prove farlocche, per dimostrare l'innocenza di chi fa girare il soldo, si nascondono e non si evidenziano le prove che lo potrebbero condannare e i cani tornano al canile, il centro commerciale e quello sportivo producono.
Continui:
"Abbiamo la certezza dei cadaveri bruciati, dei reperti distrutti, di colpevoli costruiti a tavolino e di colpevoli protetti dai Poteri, sempre nel caso specifico?..."

Sì, c'è la certezza che è data proprio da tutto quello che è stato fatto con grande spreco di denaro e di energie per dimostrare che si sono protette le strutture che fanno girare l'economia.
Cerchi il "caso specifico"?
Che non può essere MGB, lui è l'uomo qualunque uguale a milioni di altri: colpito uno si colpiscono tutti.
Il "caso specifico" appartiene all'oligarchia del potere, quella che mai viene indagata né condannata.

Chiedi prove dimostrabili la colpevolezza del Potere?
Il Potere è autoprotetto

PINO ha detto...

IVANA

Ct): "Sulla questione del giubbotto, penso che dovrebbe essere la famiglia di Yara a fornire le necessarie precisazioni in merito: da quanto tempo Yara indossava quel giubbotto? Era, o no, la prima volta che l’indossava il giorno della scomparsa? Nelle motivazioni non c’è alcuna informazione al riguardo."

Pur condividendo la maggior parte delle tue considerazioni, inerenti al caso in questione, devo farti notare, con lo stesso spirito di coerenza, che la faccenda del "giubbotto", che fu già stabilita, nei modi e tempi, riportati più sopra da Vanna, rientra in quella mole di fatti NON riportati, nè nelle motivazioni, nè in altre documentazioni ufficiali, restando, quindi, anch'essa nel mondo del "mistero".
Renderla nota in sede di dibattito, non avrebbe certo giovato ai fini dell'accusa.

antrag ha detto...

L'errore consiste nel rimandare alla sensibilità della famiglia dichiarazioni dirimenti la questione del giubbotto e non richiederle decisamente all'autorità inquirente o giudicante.

Quello di Ivana è uno stile indecifrabile perciò finisce per avallare l'azione di accusa e corte.

E poi che dire di stare ad aspettare carta con la quale produrre altra carta?

Wolf ha detto...

Se non sono informato male, sugli abiti di Yara, tracce di dna dei famigliari non ne erano state trovate.

In questo caso come mai non è emersa a processo l'ovvietà che dopo tre mesi sotto acqua e neve il dna nucleare scompare?

Come mai questi pozzi di scienza non si sono chiesti perchè invece c'era abbondante quello della Brena, Ignoto1 ed altri?.

Se sono informato male coreggetemi.

Ivana ha detto...

Wolf,
ho solo dubbi e anch’io posso soltanto porre interrogativi:
Perché i ris non si sono posti il problema del tempo trascorso all’aperto, dal corpo, sotto le intemperie?
Perché neanche il genetista della parte civile ha obiettato in merito?
Perché lo stesso dott. Capra, durante un’intervista, a Radio Padania nel gennaio 2015, riguardo al DNA straordinariamente conservato bene su un corpo lasciato all’aperto, ha detto che “qui siamo nel campo della medicina sperimentale che è estremamente complesso”?
Perché sempre il dott. Capra ha anche aggiunto che “non avendo monitorato lo stato dei reperti nel corso dei mesi, magari le condizioni di freddo particolarmente pungente, il microclima presente nella zona, magari può avere in qualche maniera costruito un ambiente favorevole a questa conservazione”?

In base a quanto risulta nelle motivazioni della sentenza di primo grado, “Il 2 aprile 2011 […]su una manica del giubbotto di Yara era isolato un profilo genotipico misto, la cui componente maggioritaria era perfettamente sovrapponibile al profilo dell’istruttrice di ginnastica ritmica Silvia Brena.
Silvia Brena e tutti i suoi familiari erano sentiti e intercettati e sottoposti a una serrata indagine senza che emergessero elementi di sospetto a loro carico. Del resto, il suo stretto rapporto con la vittima era perfettamente in grado di spiegare perché il suo DNA si trovasse sulla manica del giubbotto della ragazzina.

Nella nota 69 si legge: “Su richiesta della difesa, è stata trascritta anche una delle conversazioni telefoniche intercettate sull’utenza di Silvia Brena, nella quale la predetta commenta la scomparsa di Yara […]senza dire niente di sospetto o che possa far ipotizzare una qualsiasi forma di coinvolgimento sua o di un suo familiare nella scomparsa.

Vanna,
nelle motivazioni della sentenza di primo grado, si legge che:
- il custode del centro sportivo veniva interrogato plurime volte, perquisito e intercettato;
- Il centro sportivo è stato oggetto di plurimi sopralluoghi anche con l’ausilio del personale del RIS, ma non sono state trovate tracce d’interesse;
- La porta dello spogliatoio era stata sequestrata perché macchiata di rosso, ma gli accertamenti avevano escluso che si trattasse di sangue;
- Anche il cantiere stesso è stato oggetto di più sopralluoghi e molti soggetti, che gravitavano in tale cantiere, sono stati intercettati;
- I cani, esperti nella ricerca di resti umani, sono stati utilizzati all’interno del cantiere di Mapello (dove avevano segnalato del residuo in un secchio, ma le analisi successive avevano appurato che si trattava solo di ruggine). Non sono stati utilizzati nei dintorni del centro sportivo di Mapello perché, trattandosi di strade asfaltate, i cani non avrebbero potuto fiutare alcunché.
Quando parlo di “caso specifico” mi riferisco al caso di Yara Gambirasio e, quindi, a tutte le analisi varie eseguite sul corpo e sugli indumenti della vittima.

(continua)

Ivana ha detto...

Vanna,
poiché ritengo che nessuno, meglio della famiglia (e in particolare della madre), possa conoscere bene la storia del giubbotto indossato da Yara, chiedo sia a Te sia a Pino: in quale occasione la madre di Yara avrebbe detto che “quel giubbotto non era di Yara ma della cugina e fresco di pulito di lavanderia”? Uno di voi può inserire un link specifico? Grazie anticipatamente
A me appare troppo improbabile che Yara potesse aver indossato per la prima volta, il giorno della scomparsa, il giubbotto della cugina “fresco di lavanderia” perché, se così fosse, penso che alla madre sarebbero venuti sospetti più che leciti e li avrebbe comunicati prontamente non solo al proprio genetista, ma anche durante la testimonianza in tribunale e una simile informazione avrebbe avuto una ripercussione notevole a livello mediatico, nei salotti televisivi e nei vari articoli giornalistici; ma siccome mi pare che il giubbotto non sia stato un argomento discusso nei salotti televisivi a cui ho assistito, ritengo più verosimile che la cugina possa aver dato il giubbotto a Yara e che lei l’abbia indossato più volte andando in palestra, altrimenti mi lascerebbe basita la “serenità” dei familiari e di Portera stesso nel non dubitare minimamente di quella traccia dell’istruttrice! Penso piuttosto che in rete possano circolare facilmente notizie imprecise e/o errate, tra la totale indifferenza di chi è convinto che i processi si debbano celebrare soltanto in un’aula del tribunale.
Credo che la difesa di Bossetti, che ha giustamente criticato quell’ormai famoso video, avrebbe ben evidenziato anche il “mistero” del profilo genetico della Brena in un giubbotto “fresco di pulito di lavanderia” indossato da Yara esclusivamente il giorno della scomparsa, giorno in cui non era avvenuto alcun contatto diretto tra la Gambirasio e l’ istruttrice stessa.

Vanna, quale “altra traccia di un’altra Brena”? Volevi riferirti a Rosita Brena? :
http://it.blastingnews.com/cronaca/2015/11/yara-gambirasio-svelato-il-giallo-del-capello-di-rosita-brena-00668589.html
(La fonte (Pomeriggio 5) ti appare pienamente attendibile? ) Si era dato largo spazio (anche a Q. G.) alla notizia, diffusa dal giornalista Sulas, della ricerca del “fratellastro” e, invece, a quanto pare, tale argomento non è stato assolutamente inserito negli atti d’appello della difesa! Insomma, mi sembra (imho) che certe notizie (che non approdano ad alcun risultato concreto) siano considerate a livello di chiacchiere e siano lasciate circolare tra l’indifferenza degli addetti ai lavori.

Vanna, per chiarezza io preferisco citare sempre la fonte delle mie informazioni; sembra che tu, invece, preferisca le allusioni.
Riguardo alle “connivenze” volevi, forse, far riferimento a Saviano e a quanto da lui raccontato nel suo libro ‘Zero Zero Zero’? Eppure, pare che il padre di Yara avesse smentito :
http://bergamo.corriere.it/notizie/cronaca/14_maggio_21/papa-yara-smentisce-saviano-mai-testimoniato-contro-locatelli-3d5b658a-e0b1-11e3-90e5-e001228dc18c.shtml

antrag ha detto...

Ivana sei in grado di vivisezionare le notizie, trovarne una logica localizzata e dimenticarti del quadro d'assieme.

Ti consiglio questo esercizio sul discorso del DNA sulla manica del giubbotto.

Fai riferimento a tutto quello che è emerso dalle indagini e nel processo sul titolare di quel reperto biologico e rifletti sulla credibilità presso un cittadino qualunque sulle conclusioni tratte dall'accusa e dalla corte su quello stesso titolare.

Appena avrai finito l'esercitazione me ne comunicherai il risultato!


Vanna ha detto...

antrag..."me ne comunicherai il risultato!"

Ti chiedo pietà, dovremo aspettarci una pesantezza di argomenti, riportamenti da tizio-caio-semponio, senza uno straccio di pensiero autonomo se non l'attesa del secretato, che sarà sempre farina di altri sacchi.
Quindi pensiero autonomo non c'è e non ci sarà.
Meglio non sollecitare, non aspetta che quello per difendere il nulla.
Dici che le manca "il quadro d'insieme", non le manca invece, il suo quadro d'insieme è l'inchino nei confronti degli eccellenti, brillanti, giusti inquirenti.

Molte volte ho detto che non le avrei più risposto, ma proprio me le toglie le parole, ora non prometto più nulla se mi andrà di replicare col mio stile pittoresco lo farò senza peli sulla lingua.
Certo è che le frasi affettate, edulcorate che vorrebbero sembrare misurate e moderate sono solo tentativi vuoti ma molto utili per replicare e ripetere le assurdità di questa condanna.

abtrag ha detto...

Vanna, ho fatto solo dell'ironia nell'ultima frase del mio precedente intervento.

Spero che non venga interpretata come una richiesta tassativa ...

a me basta che l'esercizio venga eseguito.

Paolo A ha detto...

Il DNA della Brena (non) trovato sulla manica del giubbotto serviva a preparare la "discesa in campo" del DNA di Ignoto1 (non) trovato nelle mutande di Yara.

Bruno ha detto...

@Paolo A. scusami ma non capisco bene cosa vorresti dire.

Anonimo ha detto...

interessanti interviste:
https://www.ultimavoce.it/brembate-si-parla-ancora-yara/

Vanna ha detto...

Decisamente interessante:
https://www.ultimavoce.it/brembate-si-parla-ancora-yara/

e il -non dire- e -l'appena accennato- sono prove pesanti come macigni che stanno nello stomaco, pesano sul cuore, sul cervello, sulla memoria di tutti.

E tutti, col silenzio, sono responsabili moralmente.

Ma lo sono di più quelli che hanno permesso l'omertà, che hanno fatto finta di indagare anche nei registri parrocchiali del 1700 ed oltre, nelle camere nuziali, nei laboratori scientifici, per costruire un finto colpevole e per coprire un marcio che incute paura.





Paolo A ha detto...

Bruno

Sull'argomento dell'origine del DNA di Ignoto1 ho scritto tante volte che alla fine non ne ho più voglia, comunque sia il DNA di Ignoto1, che non è Bossetti, che quello della Brena non sono stati ritrovati sul corpo di Yara, ma sono un falso creato nel laboratorio dei RIS e serviva un DNA, quello della Brena, per convalidare quello di Ignoto1, il risultato è che sono entrambi dei falsi.

Già TommyS aveva posto in evidenza come i due DNA erano perfetti e questo è stato detto dal consulente della Polizia Asili, addirittura disse a processo che quello di Ignoto1 sembrava preso con un prelievo dalla bocca per quanto era perfetto, così quello della Brena.

Ignoto1 è Damiano Guerinoni, volevano incastralo ed il DNA della Brena serviva a questo, se era possibile ritrovare il DNA della Brena allora era possibile anche per quello di Damiano Guerinoni.

I giochi sono saltati perché Damiano Guerinoni era in Perù la sera della scomparsa, altrimenti quei bastardi avrebbero fatto condannare un innocente come stanno facendo con Bossetti, ma stavolta quei delinquenti l'hanno fatta troppo grossa e la verità su Ignoto1 verrà fuori, non solo che Bossetti non è Ignoto1, ma che il DNA di Ignoto1 ha fatto deviare le indagini dai veri assassini di Yara che sono un uomo ed una donna, sottoposti ad indagine già a febbraio 2011 sino a maggio dello stesso anno, in coincidenza del ritrovamento del DNA di Ignoto1, in quanto gli inquirenti sapevano chi era Ignoto1.

La verità verrà fuori, ma come si dice "tempo al tempo".

Bruno ha detto...

@Paolo A grazie di cuore per la risposta e la spiegazione ma questo caso è per me talmente complesso che non riesco a capire bene le tante sfumature. Spero che il tempo non sia ancora più lungo di quanto lo è stato e la cassazione finalmente possa dare ragione in primis a Bossetti e poi a quanti lavorano con coscienza per la vera Giustizia.

Ivana ha detto...

Vanna,
ritengo tu sappia perfettamente che non mi limito a citare le fonti da cui traggo determinate informazioni, perché aggiungo i miei personali dubbi e le mie personali perplessità sia su quanto risulta scritto in documenti ufficiali sia su determinate notizie che possono comparire in rete, notizie che, però, almeno finora, mi risultano non confermate dalla difesa di Bossetti.
Il mio pensiero autonomo è dimostrato nel contenuto dei miei interventi, soprattutto dove spiego, in modo dettagliato, il perché una data ipotesi mi appare molto improbabile.
Penso che tu abbia capito benissimo che non condivido la sentenza di condanna per Bossetti e che non sussiste alcun mio "inchino", ma sussistono lettura critica e perplessità motivate.
Tu puoi replicare se, come e quando vuoi; reputo il tuo stile, che tu definisci pittoresco, frutto di un’ ottima padronanza del linguaggio e di una notevole facilità di esposizione , però … sembra proprio che tu voglia ignorare completamente quello che effettivamente dico esprimendo su di me solo giudizi ingiustificati.

antrag ha detto...

La verità non è nelle carte, cara Ivana, anche se il grande Borges diceva che una biblioteca infinita La avrebbe sicuramente contenuta.

Comunque Ivana sei sicuramente il commentatore più autoreferenziale di questo blog. E questo infastidisce molto.

Vanna ha detto...

antrag l'auto-refenzialità infastidisce poiché non c'è auto-nomia nell'esporre, anzi accade molte volte che l'auto-refenzialità diventi etero- refenzialità pur di difendere tutti coloro che hanno permesso la condanna auto-revole perché chi inquisisce e giudica è auto-revole, e che non sono, sia mai, da mettere in discussione.

Il termine autòs è sempre rivolto verso se stessi e va difeso in tutti i modi auto-referenziali, auto-nomi, auto-revoli che appartenengono alla casta dei padreterni.
( Se se ne accorge Biglino, li mette tra gli Annunaki (?).

Anonimo ha detto...

Ivana, concordo con te sul fatto che alcune notizie non sono chiare ed è difficile ripercorrere tutto senza avere la certezza di alcuni elementi. Magari conosci già questo strumento, ma con google si possono fare ricerche mirate andando su “strumenti”, “qualsiasi data” e “intervallo di date”. Con questo tipo di ricerca puoi avere risultati più mirati perché trovi notizie ed articoli solo di un determinato periodo. Ad esempio puoi vedere le notizie dal momento della scomparsa a poco prima del ritrovamento, oppure solo da quando trovano il dna sugli slip fino a un certo periodo, ecc..).
All’inizio (e per un bel po') c’era molta confusione sull’abbigliamento quando ancora era scomparsa. Si parlava di un giubbetto di hello kitty (ma è la felpa) e di un modello di scarpe con pelo e brillantini (ma quel modello non ha brillantini). Sul giubbotto appartenente alla cugina se ne inizia a parlare dopo un paio d’anni dal ritrovamento, ma se cerchi come ti ho detto puoi risalire praticamente a tutto (anche da dove nascono certe notizie, se ufficiali o meno). Vedi anche di che profilo si parlava quando salta fuori il maniaco sessuale, che tipo di mostro si cercava... Da quando si inizia a parlare degli altri dna? Da quando e per quanto si parla di liquido seminale? Cerca il periodo del video del furgone e vedi che articoli uscivano, che affermazioni si facevano…E’ il modo migliore per fare un minimo di chiarezza, per capire quello che è successo in un arco temporale molto ampio.
K

antrag ha detto...

Un bell'intrattenimento per alcuni!

Ivana ha detto...

Grazie, Kiba, non sono una brava navigatrice anche perché sono demotivata nella ricerca di informazioni giornalistiche della cui attendibilità dubito a priori; preferisco leggere i documenti ufficiale e ascoltare le interviste agli avvocati e ai consulenti delle parti processuali, in quanto ritengo che gli avvocati e i consulenti, direttamente coinvolti, conoscano molto bene gli atti, così posso ascoltare le varie campane e trarne, poi, le mie personali deduzioni.
Ho già spiegato quali sono i motivi per cui non credo che il giubbotto di Yara sia stato da lei indossato per la prima volta il giorno della scomparsa, tanto più che, come ribadisco, neanche l’avvocato Salvagni, almeno finora, ha mai diffuso, o commentato, una tale notizia durante le molte interviste da me ascoltate.


Vanna, mi sembra di non rimanerti indifferente, infatti sono l’argomento dei tuoi messaggi e ti rispondo (forse per l’ultima volta).
Penso che, per te, perfino lo stesso Dante sarebbe autoreferenziale nella sua opera “Vita nova”. :-)
Un termine tecnico andrebbe usato, invece, in modo appropriato e può essere adoperato anche in modalità ricreativa e creativa.

Esempio
Domande autoreferenziali:
-Quante sillabe ha la più semplice risposta corretta di questa domanda?
-Quante sillabe ha una delle possibili risposte corrette (escludendo quella più semplice) di questa domanda?

Ivana ha detto...

Leggasi: i documenti ufficiali

Scusate

Vanna ha detto...

Ivana buon giorno.

Il termine "autoreferenziale" è stato usato da Antrag al quale ho risposto.

Dal termine "autoreferenziale" ho estrapolato " auto (s)".

Auto-referenziale, e tutto il seguito di parole che cominciano con "auto", potrebbe non essere adatto a ciò che tu esponi ( difatti era ironico e lo hai ben capito) se non che il tuo auto-dire non è frutto del tuo pensiero, ma del tuo riportare da fonti disparate le quali ti danno l'auto-refenzialità di appoggiarti ad altro visto-sentito-letto, sicuramento VERO, vero?

Ogni tanto cavalchi le aporie a briglie sciolte quando affermi che aspetti di vedere-sapere-leggere.

Riguardo le "sillabe" che mi solleciti a contare, non ho capito il compitino aritmetico che mi assegni.

Tutt'al più con le sillabe io ci gioco, mi diverto a farlo: sono creativa, ho sempre qualche idea lampadina, i conti aritmetici li faccio così.

Kiba ti ha suggerito qualcosa: dato di fatto, e tu le rispondi parlando di Salvagni!
Che tipo di operazione aritmetica hai fatto?
Hai addizionato i cavoli a merenda o li hai sottratti, moltiplicati, divisi...li hai digeriti almeno?
Oppure era l'ennesimo modo, oltraggioso per le nostre menti e non solo per le nostre, di appoggiarti alla difesa per accusarla di non aver fatto riferimento?
I giornali a trombe aperte hanno detto e riportato fino all'esasperazione che il giubbotto era della cugina.

Ma quando ti fa comodo la notizia non è valida, non la riporti... riporti però che la difesa...

Devo spalancare la finestra.

Bruno ha detto...



Dal sito Bossetti libero:
Agnesina Beatrice Pozzi II
2 agosto
#jesuisbossetti ......RACCOGLIERE LA SALIVA ENTRO 30 MINUTI c'è scritto!!! Mica DA - ENTRO 30 anni ! Inoltre certi kit sono tecnologicamente avanzati per stabilizzare il campione di saliva e non farlo degradare. FIGURATEVI...un campione stabilizzato può resistere 3 anni in una provetta adeguata...MA NON VENITE A RACCONTARE CAZZATE SU un dna che sarebbe STATO ESTRATTO DOPO CIRCA 20 ANNI da una marca da bollo su una patente (SAREBBE lo dicono loro ma nessuno ha visto e controllato NULLA) . Ma pensate che tutti hanno l'anello al naso??? AHOòòòòò Questa di chiama forse FRODE in pubbliche forniture, capito???
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Tiziano ha detto...

@Ivana, anche se è un vecchio Articolo scritto da Luca Telese:... " Tenete a mente questo botta e risposta, poi ci torniamo:
- «Colonnello Lago, abbiamo visto questo video proiettato migliaia di volte. Perché se adesso lei ci dice che solo uno di questi furgoni è stato effettivamente identificato come quello di Bossetti?».
- «Perché dice questo, avvocato?».
- «Perché, colonnello, sommare un fotogramma con il furgone di Bossetti con un altro fotogramma di un altro furgone è come sommare pere e banane!».
- «Questo video è stato concordato con la procura a fronte di pressanti e numerose richieste di chiarimenti della circostanza che era emersa».
- «Cosa vuol dire colonnello?»
- «È stato fatto per esigenze di comunicazione. È stato dato alla stampa».

La risposta di Lago mi lascia di stucco. Pensateci per un attimo. Giampietro Lago, il superpoliziotto, il comandante del Ris, l’uomo che dopo Luciano Garofalo è diventato il numero uno di tutte le indagini scientifiche coordinate dai carabinieri in Italia, sta dicendo che una delle immagini più suggestive di questo processo è stata assemblata dai suoi uffici non per dimostrare una tesi, o per documentare una verità, ma per condizionare i media con elementi di cui già si conosceva la non autenticità. Incredibile. Guardo Lago sul banco dei testimoni, con la sua montatura leggera, il vestito scuro, la cravatta, il tono cattedratico del carabiniere che parla come se fosse un professore universitario. Lago viene ascoltato, e sta raccontando dell’inchiesta sul delitto Yara, nell’aula di Bergamo, da tre lunghi giorni: nove ore solo venerdì pomeriggio. Un tempo infinito, soporifero,....

Vanna ha detto...

Bravo Tiziano a riportarlo!
Complimenti a L. Telese che lo ha pubblicato!
( Non lo conoscevo ).
Così si fa la Storia: con le prove e con i documenti.
In questo episodio le prove e i documenti raccontano ma poi non se ne è tenuto conto se lo hanno condannato.
Ma in questo caso non c'erano riprese, no cellulari, no registrazioni.
Siamo tornati all'Inquisizione.

antrag ha detto...

Il cretinetti di turno direbbe che il video non è stato messo agli atti. Costui non terrebbe conto dell'effetto di disinformazione messo in atto, in grado di influenzare l'opinione e, perché no, la giuria popolare.

Qualcuno dovrebbe pagare per la bravata di aver montato un siffatto video e averlo dato alla stanza.

CHI?

antrag ha detto...

'stampa' e non 'stanza'

antrag ha detto...

'opinione pubblica' e non solo 'opinione'

Gilberto ha detto...

Trovo molto interessanti le osservazioni di Agnesina Pozzi che ci ripotano al problema paternità. La storia del francobollo più ancora del furgone ha tutto il sapore dello spot pubblicitario, altro che il buondì e il relativo asteroide, l’affrancatura sembra la versione uptodate della favola che ha per protagonista un oggetto magico: un anello, un bastone, un mantello, un tappeto… un francobollo… fatato…

Bruno ha detto...

Mi ripeto quanto scrissi tempo fa, domando, può un DNA resistere per 30 (trenta) anni alla composizione chimica di una colla amalgamata dietro un francobollo?.

Gilberto ha detto...

Sì Bruno, può resistere, come nelle favole, proprio come la Bella Addormentata nel bosco: dopo 100 anni di sonno, la principessa potrà essere svegliata dal bacio di un principe...

Vanna ha detto...

Gilberto buongiorno, geniale il paragone con la fiaba!

Non ci avevo pensato ( in realtà ho nominato Barbablù un paio di volte, e Pollicino pure), invece...il francobollo... potrebbe essere "l'elemento magico" nella narrazione della fiaba secondo le funzioni di V. Propp!

Il dna diviene l'elemento magico, non per aiutare la ragazzina, ma per trovare un colpevole costruito tramite l'elemento magico.
Lo schema della fiaba potrebbe seguire lo stesso percorso del Propp ma non portare alla risoluzione, alla salvezza, al " vissero felici e contenti" riferiti a Y e a B.

Questo caso si sposa a pennello con l’ indagine che Propp portò avanti sulle fiabe che avevano, a suo parere, funzioni ed elementi ricorrenti.

In realtà lo scopo sarebbe al contrario: non aiutare i reietti esposti, ma coloro che sono in alto e protetti.




Anonimo ha detto...

...e la riesumazione del cadavere di Guerinoni, per confronti diretti del dna, dove la mettiamo?
Si torna sempre al francobollo per....comodità favolistica!
Rassegnarsi ad accettare quello che delude è amaro, vero?

Gilberto ha detto...

All’anonimo

La riesumazione del cadavere e la sua cremazione? La controprova della paternità che non esiste in nessun documento allegato agli atti? L'impossibilità della difesa di adire ai reperti?

A Vanna grazie per il suggerimento

Nella morfologia della fiaba di Propp tra gli elementi ricorrenti c’è l’inganno (ingrediente da non sottovalutare) e la connivenza: la vittima finisce per aiutare il cattivo senza saperlo, si lascia irretire. Se nelle favole il lieto fine è assicurato mediante una prova spesso terribile che consente alla fine di sconfiggere l’antieroe e di far trionfare il bene, nella realtà spesso i ruoli si invertono. Se nella fiaba tutto appare chiaro con degli interpreti definiti, nella realtà il lettore è spesso proprio lui l’oggetto dell’inganno, non sempre sa riconoscere quando si tratta di un oggetto magico e quando invece solo di un sortilegio farlocco. Nella morfologia della fiaba criminologica è proprio il lettore il vero protagonista. La garanzia del lieto fine sta nella capacità dell’osservatore a non farsi prendere per i fondelli e a saper leggere tra le righe. Purtroppo le favole per adulti, a differenza di quelle per bambini, perdono l’innocenza e la buona fede, diventa più difficile sceverare il vero dal falso. Per capire l’inganno il lettore dovrebbe osservare la realtà con lo sguardo innocente di un bambino, senza i classici pregiudizi e i consueti stereotipi che impediscono di vedere oltre le apparenze…

Vanna ha detto...

Gilberto in questo momento non ho tempo, ma l'idea di analizzare la morte di Sara, Yara, Melania, secondo il Propp, aprirebbe scenari antropologici ed interpretazioni interessantissime secondo una linea temporale per interpretare il sociale:
i miti arcaici e la nascita della cultura;
le fiabe e le trasmissioni di usi e costumi popolari;
le morti misteriose in questo momento storico.
Pensaci!
Ciao.

Bruno ha detto...

@Anonimo scrivi "...e la riesumazione del cadavere di Guerinoni, per confronti diretti del dna, dove la mettiamo?" Stiamo ancora aspettando che vengano autorizzate nuove analisi. Per adesso ancora nulla di fatto. Che paura hanno se tutto è stato analizzato bene?

Ivana ha detto...

Tiziano, riguardo a quel video avevo già espresso, più di una volta, la mia indignazione.
La Difesa ha approfondito tale argomento non solo durante interviste a cui avevo assistito, ma anche nelle pagine 56 e 57 del testo della parte d’appello riguardante il DNA (documento pubblicato da Luca Cheli).


Vanna, credo che a te piaccia usare, in modo puramente fantasioso, determinati termini quali “aporie” e “autoreferenzialità” e continuo a constatare come tu stravolga ciò che scrivo, non cogliendo volutamente il significato di quanto effettivamente esprimo.
Non ti ho sollecitata a contare le sillabe perché ho esclusivamente presentato dei semplici esempi di domande autoreferenziali per evidenziare un uso ricreativo, creativo e logico dell’autoreferenzialità.
Non ti ho assegnato alcun compitino da svolgere: non siamo a scuola e neanche siamo ragazzine capricciose che potrebbero battibeccare per futili motivi.

"Repetita iuvant": ho semplicemente detto (e credo tu lo sappia benissimo)che per cercare la verità dei fatti mi occorrono informazioni attendibili, leggendo i documenti ufficiali e ascoltando sia chi ha la conoscenza diretta delle carte processuali sia quei giornalisti che hanno assistito alle varie udienze processuali; dal confronto critico tra i vari dati raccolti posso trarre le mie personali e ininfluenti conclusioni. Non prendo in considerazione quel materiale che mi appare dispersivo e fuorviante: questo è il metodo razionale che seguo, evitando la confusione delle svariate notizie che compaiono in rete sulla cui attendibilità nutro troppi dubbi.
Reputo molto inverosimile l’ipotesi del giubbotto, fresco di bucato, indossato da Yara per la prima volta il giorno della scomparsa e ne ho spiegato i motivi. Ritengo non determinante sapere se il giubbotto sia appartenuto alla cugina nel caso in cui Yara, comunque, l’avesse già indossato più e più volte per recarsi in palestra; se, invece,il giubbotto della cugina fosse stato indossato da Yara, per la prima volta, fresco di bucato, proprio il giorno della scomparsa, credo che l’attenzione della madre di Yara, per prima, e della difesa di Bossetti, subito dopo esserne venuta a conoscenza, si sarebbe concentrata su tale particolare per un’opportuna approfondita riflessione, che non avrebbe lasciato indifferenti gli ospiti dei salotti televisivi diventando un argomento da trattare. E, invece, mi pare che finora non sia stato un argomento di discussione in alcuna delle puntate di Quarto Grado.
Non ho sollevato critiche all’operato del team della difesa, ANZI, grazie alle informazioni che avvocati e consulenti hanno fornito tramite interiste varie, unite a quelle provenienti dalla parte civile, dalle motivazioni della sentenza di primo grado, e da altre fonti da me ritenute sufficientemente attendibili (es. i servizi di Sturlese Tosi che ha partecipato a tutte le udienze dei processi) ho potuto confrontare criticamente i dati raccolti.
Credo di aver risposto a Kiba in modo chiaro e inequivocabile ed eventualmente, se lo riterrà opportuno, sarà lei stessa a intervenire di nuovo; la citazione del nominativo di uno dei rappresentanti della difesa era servita soltanto per rimarcare quanto avevo già espresso riguardo alla scarsissima probabilità che Yara avesse indossato per la prima volta quel giubbotto, fresco di bucato, il giorno della scomparsa.

Ivana ha detto...

Dimenticanza

Leggasi: nelle pagine 56; 57 e 58 del testo della parte d’appello riguardante il DNA (documento pubblicato da Luca Cheli).

antrag ha detto...

Interventi ammorbanti quelli di Ivana fatti solo di una ostentazione narcisistica della propria (inutile) precisione.

Si sveglierà prima o poi dal sonno dogmatico della sua ragion pura!

Bruno ha detto...

Mi sbaglio ma ieri a quarto grado qualcuno (mi pare il generale) diceva che non era sufficiente la prova del dna per mandare in galera qualcuno. Oppure ho sentito male.

Anonimo ha detto...

Hai sentito bene!
MA IL SIGNIFICATO NON E' QUELLO CHE VORRESTI DARGLI TU...Non illuderti. IL CONTESTO E' DIVERSO.

Bruno ha detto...

@Anonimo, ossia....., purtroppo non ho sentito bene tutto il discorso perché sono arrivato dopo l'inizio.

Bruno ha detto...

Da un articolo di Ruotolo a proposito dei due carabinieri accusati di stupro dalle due studentesse americane :" ..... Per avere i risultati su queste tracce di Dna passa un giorno. Ma bisogna farlo l'esame e la procedura che deve essere attivata prevede la citazione di periti, consulenti, avvocati delle parti, come se fosse un incidente probatorio. Per venti minuti sarebbe stata parcheggiata la gazzella sotto casa delle studentesse. Due militari hanno comunque disonorato la divisa che portavano." Questa procedura non è stata fatta per Bossetti.

Vanna ha detto...

Bruno buongiono.
Bossetti non era un carabiniere, era un modesto muratore da incolpare.

Parolisi era nell' aeronautica, sapeva qualcosa, faceva qualcosa, diceva qualcosa che aveva visto e magari condiviso...doveva essere messo a tacere.

Questi due carabinieri hanno seguito l'istinto, la procedura si applica perché le ragazze sono americane, se fossero state italiane neanche sarebbe finita sui giornali la notizia.

Posso pensare che tutto mi puzza di bruciato?

Anonimo ha detto...

Signora Vanna Sotutto
Parolisi era caporale-istruttore dell'Esercito, e NON dell'aeronautica.
E chi "sapeva qualcosa, faceva qualcosa, diceva qualcosa che aveva visto.." poteva essere la moglie, magari, non lui.
Troppa presunzione!!!

Wolf ha detto...

A proposito di Parolisi

Omicidio Rea - Un magistrato davanti ai Pm teramani
https://www.youtube.com/watch?v=qjBQ8tB7Tkk

Vanna ha detto...

Anonimo del bicarbonato,
l'aeronautica non fa parte dell'esercito italiano?
Lui non era stato in Afganistan?

Io sarei una Sotutto presuntuosa!
Su Parolisi e il suo mestiere ne sai più tu a quanto pare.

Cosa ti disturba?

Che io esprima di sentire "puzza di bruciato", vedi un po' se puoi partecipare al barbecue.

antrag ha detto...

Vanna, l'Esercito non fa parte dell'Aeronautica né viceversa.
Sono entrambi Armi delle Forze Armate.

Te lo dice un amico che apprezza i tuoi interventi nel merito dei casi che trattiamo, figlio di un sottufficiale di carriera nell'Aeronautica ed egli stesso ufficiale di complemento nell'Esercito.

Nell'Esercito esistevano ai miei tempi due specialità tra le altre:
l'Aviazione Leggera e
l'Artiglieria contraerei missili, alla quale tuttora mi onoro di essere appartenuto.

Ciao!



Gilberto ha detto...

Va be’ Antrag spesso si parla di esercito come sinonimo di forze armate, di scontro di eserciti senza specificare le varie armi coinvolte. Anche nei libri di storia relativamente alle guerre recenti si parla di scontri tra eserciti intendendo il coinvolgimento delle varie componenti delle forze armate. Nel dizionario la definizione è laconica: Insieme di uomini istruiti ed equipaggiati per la guerra. Vanna ha usato il termine nella sua accezione generica e non mi sembra ci sia errore. Ciao

Vanna ha detto...

Grazie ad antrag e Gilberto, buongiorno!

Anonimo ha detto...

Glberto
Non cercare di imbrogliare le carte con giochi di prestigio dialettico: Antrag ha spiegato perfettamente come stanno le cose!
L'Esercito E' forza di terra, e come tale è formata da "Corpi" speciali vari: Fanteria (che incorpora anche i bersaglieri), Genio (Pontieri, Guastatori, Radiotelegrafisti, Zappatori, Pionieri, ferrovieri ed autieri) Artiglieria, nelle sue diverse specialità, ivi compresa quella missilistica) Carristi (ex cavalleria).
Il diorama non sarà completo, ma ti da l'idea di cosa significa la parola ESERCITO.
L'Aeronautica e la Marina, sono ARMI diverse, con i loro specifici "accorpamenti".
Non so se tu lo abbia fatto, il militare, ma chi scrive, lo ha fatto certamente.

Gilberto ha detto...

Sì anonimo ho fatto il servizio militare in Friuli come carrista. Per diversi mesi ho guidato CM (camion medio) e CP (camion pesante), poi ho fatto lo scritturale nelle cucine (la contabilità). In ogni caso ti ribadisco che il termine esercito può essere usato in due accezioni una generica come sinonimo di forze armate (tutti coloro che sono equipaggiati per la guerra) e un specifica come forze armate terrestri. Molte parole della lingua italiana possono avere questa doppia valenza in funzione del contesto. Il termine esercito se cerchi su un dizionario on-line viene dato anche come sinonimo di forze armate.

Anonimo ha detto...

NO! Non posso dartela vinta egregio "carrista"!
La signora Vanna ha espresso CHIARAMENTE l'errata appartenenza del Parolisi all'ARMA dell'Aeronsutica Militare, mentre lo stesso era caporale-istruttore di Forze di terra: ESERCITO!
Non possono esserci equivoci linguistici o di libera, arbitraria interpretazione.
Puoi arrenderti: ti concedo "l'onore delle armi", per la strenua, ma inutile difesa...delle posizioni:-)

Bruno ha detto...

Apparentemente per chi legge, sembra non cambi niente se uno apparteneva all'esercito oppure all'aereo nautica, ma ritengo che sotto queste due voci ci siano delle differenze non da poco. Parlo del piano Monarca che sicuramente conoscerete. Ritengo che questo sia il perché Gilberto e anonimo puntualizzano senza comunque andare troppo a fondo sulla questione. Comunque questo piano esisteva fin dal 1972-1973 ed in varie occasioni anche se non è stato spiegato bene veniva utilizzato nella scuola militare di Lecce caserme Nacci e Pico, ufficiali di complemento (A.U.C.). Istruttori insieme ai colonnelli italiani anche americani e tedeschi durante i vari campi di addestramento lezioni di psicologia. Anche io per farla breve mi onoro di essere appartenuto all'arma dei bersaglieri in un reparto speciale.

Gilberto ha detto...

Sì, chiedo scusa a tutti ricordavo male. Ho equivocato, pensavo che Vanna avesse detto un'altra cosa. Il caso Parolisi è uno di quelli che non ho mai seguito. Comunque rimane vero che 'esercito' e 'forze armate' possono essere usati come sinonimi (a meno di una utilizzazione in senso tecnico come fa antrag).

Vanna ha detto...

Chiedo scusa per la polemica sul mio errore, ma comunque, essendo una che NONSATUTTO riscrivo correggendo. Il signor "bicarbonato", poco anonimo, che ringrazio per l'appunto, ingigantisce un errore a metà perché Parolisi sempre militare era anche se apparteneva ad un'altra arma.
Piuttosto, invece di insistere sull'errore a metà, perché non ha usato la stessa intransigenza con altro qui scritto?
Ci si sofferma sulle bazzecole, va là, ma non si è in grado di andare oltre gli insulti alle famiglie, agli inchini al bene fatto dalla condanna perfetta e al bene-detto dei vari esperti in condanna.
Grazie anonimo: riscrivo.
"Bruno buongiorno.
Bossetti non era un carabiniere, era un modesto muratore da incolpare.

Parolisi era nell'ESERCITO, sapeva qualcosa, faceva qualcosa, diceva qualcosa che aveva visto e magari condiviso...doveva essere messo a tacere.

Questi due carabinieri hanno seguito l'istinto, la procedura si applica perché le ragazze sono americane, se fossero state italiane neanche sarebbe finita sui giornali la notizia.

Posso pensare che tutto mi puzza di bruciato?
10 settembre 2017 06:30:00 CEST"

Ti garantisco che il barbecue è sempre acceso e qualcosa brucia sempre.

antrag ha detto...

L'ultimo intervento in questo blog risale esattamente a 16 anni dopo (meno qualche minuto) il primo attacco alle torri gemelle a New York!

Bruno ha detto...

........Anderson è il colpevole perfetto. Si tratta infatti di un balordo ubriacone e senza tetto.Nel dicembre 2012 Anderson viene arrestato con l’accusa di omicidio e, nonostante si professi innocente, pare avviato a una sicura condanna alla pena di morte.
Sennonché Anderson trova nel vizio dell’alcool un insperato aiuto.
Nella notte in cui è avvenuta la rapina a casa Kumra, egli si trovava ricoverato in coma etilico, sotto stretta sorveglianza medica, presso l’ospedale di San José.
Dunque, c’è la prova indiscutibile della sua innocenza.
Ma allora come mai il suo dna si trovava sulla scena del delitto, visto che tra lui e la vittima non c’erano mai stati contatti diretti?
Si apre una discussione, che coinvolge gli studiosi di genetica e gli esperti di indagini criminali, sull’affidabilità del cosiddetto “touch D.N.A”, ovvero le impronte genetiche che tutti noi lasciamo a seguito di un semplice contatto con persone o cose, e soprattutto sulla probabilità che tali impronte passino da un luogo all’altro trasportate da altre persone.
Sì, perché gli avvocati di Lukis Anderson alla fine sono riusciti a scoprire come le tracce genetiche del loro assistito siano finite nella villa di Kumra, in cui non aveva mai messo piede.

Anonimo ha detto...

...e allora?

Gilberto ha detto...

E allora... allora caro anonimo significa che il Dna è un indizio fuorviante, talvolta farlocco, come accaduto anche nel più celebre caso di Heilbronn. Con le giuste coincidenze anche il tuo Dna potrebbe trovarsi in Perù anche se non ci sei mai stato e chissà, magari anche sulla scena di un delitto anche se non hai mai ammazzato nessuno...

P.S.
O ci sei stato in Perù...?

Bruno ha detto...

@anonimo, dove ti trovavi il giorno in cui è scomparsa Yara. Oppure non ti ricordi?

Vanna ha detto...

Il dialogo langue ed io, rileggendo, mi sono imbattuta nel breve ultimo tra Bruno e l’ “aquila” (si fa per dire) “anonimo”:
Riporto che Bruno scriveva alle 13,20 del 9 settembre con il suo fare gentile e sornione:
“ Mi sbaglio ma ieri a quarto grado qualcuno (mi pare il generale) diceva che non era sufficiente la prova del dna per mandare in galera qualcuno. Oppure ho sentito male.”
L’anonimo aquila giudicante presenta così il suo dire alle 17, 26:
“ Hai sentito bene!
MA IL SIGNIFICATO NON E' QUELLO CHE VORRESTI DARGLI TU...Non illuderti. IL CONTESTO E' DIVERSO.”
Ed io a questo punto mi chiedo: ma come, Bruno riporta il dietro front del generale G. ( che già un’altra volta ha dato anche a me la stessa impressione in un’altra puntata della stessa trasmissione e lo scrissi qui ) in riferimento alla importanza del DNA e si risponde in modo poco acuto?
Già, proprio così, poiché giudicare il significato che Bruno assegna al dire del generale non è quello che proprio lui voleva dire, pensa un po’!
E con questa frase l’ “aquila” esprime ben tre giudizi insieme:
1° che Bruno non ha capito, (l’aquila sì), 2° che il generale diceva altro, ( lei lo sa ), 3° che Bruno è un illuso ( povero Bruno è da compatire)!
Poi l’ ”aquila” finisce il suo ragionamento aristotelico così: il “contesto è diverso.”
Si sta parlando di dna che non sempre è sufficiente, da solo, per condannare e... “ il contesto è diverso? ”
Il dna ha permesso la condanna o no? E allora? Il dna diviene pistola fumante in un’ aula del tribunale mentre in un salotto televisivo, finalmente, si comincia a leggere quel dna in altro modo.
Il contesto è diverso... per anni si è giudicato in tv quel dna, si è intessuto un romanzo popolare di infimo livello, e andava bene in quel contesto, tanto che è stato utile per tessere la condanna nel contesto giudiziario.
Ora, che qualche riflessione viene posta in tv, la riflessione non piace eh!?
Cosa è il “contesto” per l’aquila??? Booohhh!
Solo chiacchiericcio.

Bruno ha detto...

Grazie Vanna.

Vanna ha detto...

Contraccambio Bruno!

Nautilina ha detto...

Comunque il punto più interessante, a mio modesto avviso, è che il materiale sospetto trovato nel sacchetto (sto parlando del caso Del Gaudio) è stato rianalizzato e la seconda volta non c'era più il DNA del marito.
Non che il DNA sia volatilizzato, appartiene 'solo' a un'altra persona sconosciuta.

Insomma, è clamoroso...ci rendiamo conto che senza incidente probatorio, se i difensori di Tizzani non l'avessero chiesto a tempo debito, secondo i canoni, oppure se i giudici non l'avessero concesso per qualche cavillo legale o per decisione loro, quell'uomo sarebbe andato incontro a una condanna quasi certa?
A prescindere dalla sua colpevolezza, è un discorso generale che si applica a tutti i casi in cui non si trovano prove concrete ma c'è una traccia significativa.
In questa vicenda, chi poteva nascondere l'arma del delitto in una fitta siepe se non l'omicida?

E infine, vatti a fidare delle analisi genetiche!
E' incredibile che analisi condotte in tempi diversi - ma non troppo lontani - diano due risultati così contrastanti, di cui addirittura uno annulla l'altro...

Vedo poi che il dott. Portera ha imparato un bel po' di cosucce dal caso di Yara.
E' un giovane in gamba, molto acuto e preparato oltre ad avere un look fotogenico un pizzico tenebroso, perfetto per il genere crime oggi tanto di moda.
Lascia leggermente perplessi il cambiamento da quando sta dall'altro lato della barricata, ma c'est la vie.

Tornando a Bossetti, altro che regalo! La perizia gli spettava per giustizia, lo sappiamo tutti. Intendo una giustizia vera, con la G maiuscola, quella che non dimentica la dignità umana e la clemenza, non certo l'ossequio formale alle scartoffie, cosa di cui si può fare tranquillamente a meno. Di quello sono pieni zeppi i tribunali, le carceri e finanche le tombe perché c'è gente che di cattiva giustizia si ammala ogni giorno e lentamente muore.
Spero non sia mai il caso del nostro MGB, anche se qualcuno che gufa lo ha dato già per defunto, squallidi sciacalli a caccia di like e condivisioni, gente scervellata a cui dovrebbero bloccare immediatamente il sito.
Ma siamo in Italia, si censura solo chi scrive parolacce o insulti, non chi diffonde in malafede notizie palesemente false. Anzi a mia memoria nessuno ha mai pagato per questo, poi magari non ricordo bene.

Il DNA doveva essere rianalizzato in presenza del consulente difensivo, tanto per cominciare; e poi in base all'esito gli avvocati avrebbero valutato come proseguire.

Non posso dimenticare che durante un'intercettazione la stessa PM Ruggeri ebbe a dire che il solo DNA non le bastava, che voleva raccogliere anche altro contro l'indagato. Quindi lei stessa era perfettamente conscia della debolezza di quella prova.
Ma a parte il DNA nel caso di Bossetti non regge nulla...inutile ripetersi all'infinito.


Vanna ha detto...

Nautilina!!!!
Come non condividere tutto!

Nautilina ha detto...

Grazie Vanna!
Ormai siamo rimasti in pochi a seguire il caso Gambirasio, solo qualcuno ne parla ancora in blog o forum chiusi al pubblico.
Su FB ho visto che la maggior parte delle pagine è riservata agli iscritti anche per la semplice consultazione. Fra tutte si distingue 'Vogliamo Verità' che compie un'opera meritoria e ammirevole solo considerato l'impegno quotidiano instancabile di quelli che la gestiscono.
Naturalmente chissà quante critiche riceveranno, da far fischiare le orecchie, ma loro vanno avanti imperterriti, testardi come muli.
Non riesco a condividere proprio tutto, specialmente alcuni video e commenti un po' sopra le righe, però certi documenti che allegano sono ricavati da fonti ufficiali e lì c'è poco da obiettare...
Basta guardarne alcuni per farsi venire subito cento, mille dubbi.

Alcuni vecchi video di CLV o QG per me sono inediti, non seguivo la vicenda all'epoca.
Meritano di essere riguardati per rinfrescare la memoria.

antrag ha detto...

Più che di uno 'scoglio' parlerei di quel DNA come di un ostacolo che le istituzioni hanno posato (forse inconsapevolmente) per impedire una proficua azione difensiva dell'imputato.

Vanna ha detto...

antrag,
il tuo "(forse inconsapevolmente)"apre a spiragli di consapevolezze velate dalla discrezione...

antrag ha detto...

Quali altre fantasticherie si troveranno scritte nelle motivazioni della sentenza di secondo grado? Con l'appello durato due settimane per passarsi carte e bla bla bla, imperante solo la voglia di andarsene al mare...

Wolf ha detto...

Pensare che questa situazione assurda potrebbe accadere ad ognuno di noi, magari per un semplice starnuto e qualche goccia di saliva, è terribile.

http://www.video.mediaset.it/video/quarto_grado/clip/una-lettera-toccante-di-massimo-bossetti_539355.html

Bruno ha detto...

@Wolf, grazie per la segnalazione. Una lettera molto toccante e commovente questa scritta da Bossetti, ma alla giuria alla presidente, alla famiglia di Yara e sopratutto alla pm. poco gli frega. Appena finito il processo di secondo grado, tutti sono andati di corsa al mare. Povero Bossetti che non gli hanno ancora concesso uno straccio di analisi. Neppure durante la inquisizione nel 1600, poteva accadere tutto questo. Speriamo bene per la cassazione, ma la vedo molto dura.

antrag ha detto...

Si parla spesso dell'Inquisizione ...
Ho letto tre versioni, aggiornate via via nel corso dei secoli, di un manuale dell'Inquisitore e le garanzie concesse all'imputato erano di molte spanne superiori a quelle che avrebbe concesso il potere civile coevo in un analogo processo.

L'inquisizione spesso sottraeva al linciaggio del popolo chi era appena sospettato. Pensate alle streghe.

Infine alcuni metodi di tortura come la carcerazione preventiva fino a indurre il sospettato a muovere accuse ad altri, cosa regolarmente applicata in Milano qualche decennio fa (vedi Mani Puliti), non erano praticati nei tribunali ecclesiastici dell'Inquisizione.

Vanna ha detto...

antrag, ricordo qualcosa di quello che subirono Giovanna d'Arco e i Templari nei processi a loro carico, è vero che accadde in Francia, ma erano presenti i religiosi cattolici. Le streghe poi furono costrette a subire torture inimmaginabili sotto le quali, per avere un momento di tregua,dissero di tutto. Di G. Bruno non sappiamo nulla cosa sopportò, il processo è in cassaforte. Momenti tristi, bui, dolorosi che si ripropongono quando il potere condanna senza avere prove certe mentre mantiene il suo ruolo inquisitorio.

Bruno ha detto...

Ultime notizie: "A sostegno Bossetti, il prossimo 7 ottobre si svolgerà una manifestazione a Bergamo: "Salvo impedimenti parteciperò anche io - spiega Salvagni -. La situazione che sta vivendo l'uomo Bossetti è drammatica. Non tanto per il carcere, per l'essere privato di tutto ma soprattutto per l'impossibilità di difendersi. Nessuna perizia gli è mai stata concessa, riguardo al caso del Dna. È una vicenda che non riguarda più il singolo caso, ma tutti noi”.

Wolf ha detto...

Leggete questa notizia che segnalo velocemente senza ancora averla letta tutta.

Yara Gambirasio, arrestato un pedofilo che aveva un dossier di 40 pagine su di lei

http://www.liberoquotidiano.it/news/italia/13256649/rimini-arresto-pedofilo-dossier-yara-gambirasio.html

http://it.blastingnews.com/cronaca/2017/10/yara-gambirasio-arrestato-un-pedofilo-aveva-un-dossier-su-di-lei-002053793.html

Tiziano ha detto...

Tra pochi giorni, esattamente il 7 ottobre, si terrà a Bergamo, in Piazzale Marconi (zona stazione) la manifestazione chiamata “100 passi per Bossetti”. L’incontro avrà inizio alle ore 14 per terminare intorno alle 17. Come si evince dal nome, questo raduno è indetto da coloro che credono nell’innocenza del muratore di Mapello. Si terrà anche un comizio in cui è previsto l’intervento di Claudio Salvagni, uno dei difensori di #Massimo Bossetti.

Wolf ha detto...

Segnalo anche questa notizia:

Il giudice Gaetano Maria Amato, in servizio alla Corte d’Appello di Reggio Calabria è stato arrestato dalla polizia a Messina per pornografia minorile

http://www.liberoquotidiano.it/news/italia/13258080/giudice-corte-appello-messina-arrestato-pornografia-minorile.html

Bruno ha detto...

chissà se gli faranno l'analisi del dna e se gli chiederanno dove si trovava quando è scomparsa la povera Yara. Magari ha un alibi.

antrag ha detto...

Il blog langue come MGB in carcere.

Anonimo ha detto...

Novità interessanti sulla pista pedofilia.

http://www.ilrestodelcarlino.it/rimini/cronaca/yara-bossetti-1.3450315

Bruno ha detto...

Come è andata la marcia per Bossetti. si sa qualche notizia spero positiva.

Gilberto ha detto...

Il caso di pedofilia nella palestra di Brescia invita a riflettere....

Anonimo ha detto...

Bruno
Ecco tutto quello che si sa al momento.

https://www.bergamonews.it/2017/10/08/bossetti-libero-in-50-in-piazza-a-bergamo-lavvocato-col-megafono/266499/

Bruno ha detto...

@anonimo Grazie per la notizia del raduno. Parlavo di Bossetti alcuni giorni fa con amici, non erano ancora a conoscenza che il passaggio del furgone era un tarocco, oltre al dna privo di una parte. La stampa a breve dimenticherà tutto, il colpevole è servito.

Nautilina ha detto...

Bruno,
molti non sono, e altri non vogliono essere a conoscenza...gli basta la condanna, lo credevano colpevole e ora sono soddisfatti, non si pongono più domande.
La pericolosità della propaganda mediatica è proprio questa, influenza la parte di opinione pubblica di bocca buona, credulona e superficiale, che poi non torna più indietro se non sente novità eclatanti.
Certo se una perizia desse risultati favorevoli cambierebbero idea anche i sassi.

Anonimo ha detto...

Anonimo antrag ha detto... Il blog langue come MGB in carcere.

e che te ne importa? meglio così, no?
tanto il GRANDE LUI ha già dimostrato che la paternità è un'altra e ha già coperto di attacchi e insulti, subito applaudito dalle leccate del resto della compagnia, chi pur sostenendo l'innocenza di Bossetti sollevava dubbi e perplessità alla SUA eccelsa dimostrazione.

Anonimo ha detto...

Problemi collaterali attesi. Ezio Denti indagato per falsa testimonianza.

https://www.bergamonews.it/2017/10/11/ingegnere-consulente-bossetti-imputato-falsa-testimonianza/266728/

Anonimo ha detto...

In uno del blog "innocentista, un commentatore accusa apertamente il "GRANDE LUI" di essere colluso con la malavita organizzata. Sarà vero?
Se no, perchè non vi è stata alcuna reazione (almeno sin'ora) da parte del "GRANDE"

Vanna ha detto...

Non ci sono stata per qualche giorno e cosa ti ritrovo?
La solita anonima-o che puntualizza la preparazione di coloro che sono dalla parte di MGB. Gli avvocati hanno lavorato male, il Denti invece proprio non ha i numeri per fare l'investigatore.
(Stia attento il Denti, sta toccando una pista pericolosa).
Peccato che, invece, chi ha i numeri per fare l'una e l'altra professione non l'hanno saputa fare bene anzi hanno operato seguendo solo una direzione senza concedere nulla che doveva essere concesso.

Aspettiamoci di tutto per far ammutolire il pool difensivo, metteranno in moto tali calunnie e prove contro che potrebbe essere difficile salvare loro stessi e la loro professione.
Siamo solo agli inizi.

Nautilina ha detto...

Che dice il signor anonimo delle 16:57???
Un po' di chiarezza in più sarebbe doverosa quando si fanno insinuazioni tanto pesanti, altrimenti appare solo un rimestare nel fango senza senso.

Vanna,
hai ragione.
Purtroppo Ezio Denti ha offerto il fianco, sbagliando. Non vai in un'arena a provocare i tori, altrimenti al primo errore ti incornano.

Molti si aggrappano a qualsiasi cosa pur di screditare gli avversari. In un certo senso sarebbe anche normale, lottare fa parte dell'esistenza. Il più forte o il più furbo vince. Però...anche in un aula giudiziaria?
Durante un processo ritengo che non si dovrebbe perdere tempo a discutere sulle qualifiche dei consulenti, le dichiarazioni della madre dell'imputato, le strategie giuste o sbagliate dell'avvocato difensore, le bugie della sorella, i tradimenti della moglie... Sono ben altri i fatti che contano.

Anonimo ha detto...


VIDEO DA VEDERE

https://www.youtube.com/watch?v=92YBuVW9shI

Vanna ha detto...

Buongiorno!

Riporto un post che è una chicca:
"Anonimo antrag ha detto... Il blog langue come MGB in carcere.
e che te ne importa? meglio così, no?
tanto il GRANDE LUI ha già dimostrato che la paternità è un'altra e ha già coperto di attacchi e insulti, subito applaudito dalle leccate del resto della compagnia, chi pur sostenendo l'innocenza di Bossetti sollevava dubbi e perplessità alla SUA eccelsa dimostrazione.
11 ottobre 2017 13:07:00 CEST"

Perché è una chicca?
Perché "riluce" di stupidità e fa capire il perché alcuni non scrivono più e quando lo fanno diventano "anonimi" dalla certa firma.
Intanto si permette di dire a Antrag che non gli deve importare se il blog langue, ma se antrag ha appena mostrato interesse per la cosa perché mai non dovrebbe importargli?
Andiamo oltre.
Ovviamente lo fa per riaffermare il seguito dello scritto con chiarezza esemplare: chi sarebbe il GRANDE? E' oscuro il suo dire e chiaro lo scopo: insultare la professionalità altrui.
E vvai!
Rosica da tempo e abbiamo capito perché.

Anonimo ha detto...

http://bergamo.corriere.it/notizie/cronaca/17_ottobre_11/consulente-bossetti-querelle-laurea-ingegnere-francia-b262a0b2-ae55-11e7-b0c4-b8561c2586e6.shtml

Bruno ha detto...

Speriamo che Ezio Denti possa dimostrare che è ingegnere che sia in Francia o in Italia sarebbe relativo.

PINO ha detto...

Per IVANA
Ascolta attentamente quanto riporta il video che ti ho linkato, dove il conduttore, trattando l'operato della Bruzzone, circa il caso Gambirasio, tratta chiaramente la questione del GIUBBINO che Yara indossava PER L'UNICA VOLTA, proprio la sera della scomparsa.
Tanto, solo per soddisfare la tua richiesta, fatta a VANNA, di citarti dove fosse riportata la notizia in questione.
Cordialità, Pino

https://www.youtube.com/watch?v=8un4OHwB3O4

Vanna ha detto...

Buongiorno caro Pino!
Ho perduto le coordinate temporali: quando Ivana mi ha chiesto di citarle la fonte del GIUBBINO? Non ultimamente credo.
Bene hai fatto a riportare la notizia del giubbino, vista l'importanza data al dna, quello sul giubbino non l'hanno fatto contare e con un giudizio privo di professionalità.
Ma sai la storia di quello che cercava il cavallo e ci stava sopra?
Si cerca il dna per accusare...e ci si sta sopra, per "distrazione" discreta.

Ivana ha detto...

Grazie, Pino, ma a me interessava sapere, come mi sembra di aver chiesto in precedenza, se tale notizia, inerente al giubbotto, fosse stata comunicata dalla voce stessa della madre di Yara vel tramite qualche intervista specifica fatta ad almeno uno/a dei componenti del pool difensivo, in modo che io potessi effettivamente prenderla in seria considerazione ; come avevo già avuto occasione di dire in passato, non so, invece, quale attendibilità abbiano le affermazioni di Andrea Porta , perché non lo conosco e non so se tutte le informazioni che fornisce siano attendibili, o no.

Buon pomeriggio a tutti/e

antrag ha detto...

Toccare per credere.
S+ ma solo quelle che si vogliono toccare...

antrag ha detto...

Una fonte giornalistica è da prendere sempre in considerazione finché non esista una sentenza di terzo grado che emetta una condanna contro il giornalista...

Non si può selezionare la fonte ... questo non lo conosco e quello sì.
E' puerile un atteggiamento siffatto.

Vanna ha detto...

antrag, buonasera,
non è "puerile", parliamo pane al pane e vino al vino è semplicemente premeditato, studiato con il metodo goccia a goccia per mezzo del quale si spera che continuando a ripetere-ripetere- penetri nel nostro cranio l'idea che tutto è stato fatto bene, tutto è stato giusto perché onnipotente.

Anonimo ha detto...

https://www.bergamonews.it/2017/10/12/fratello-marita-tv-bossetti-innocente-giorno-delitto-yara-ero-al-bar/266871/

Anonimo ha detto...

http://www.repubblica.it/cronaca/2017/10/13/news/trento_scoperta_rete_di_pedofili_10_arresti-178151526/?ref=RHRS-BH-I0-C6-P4-S1.6-T1

Wolf ha detto...

Depositate le motivazioni della sentenza


http://www.lastampa.it/2017/10/16/italia/cronache/yara-lergastolo-a-bossetti-e-le-motivazioni-dei-giudici-il-test-valido-il-dna-il-suo-fFhRNcUvQCmP1bwNkbnGCM/pagina.html

Wolf ha detto...

Massimo Bossetti "non faceva più sesso con la moglie": nelle motivazioni, un possibile movente per l'omicidio di Yara Gambirasio

http://www.liberoquotidiano.it/news/italia/13265032/massimo-bossetti-yara-gambirasio-uccisa-movente-avances-sessuali-respinte.html

Ma questa motivazione l'ha scritta un maniaco sessuale?
Roba da matti.

antrag ha detto...

Dove si può trovare il testo integrale delle motivazioni?

Nautilina ha detto...

Non si troverà, Antrag. Il presidente Fischetti ne ha vietato la diffusione a mezzo stampa perché secondo lui 'non sono d'interesse sociale'.
Dobbiamo aspettare che trapeli qualcosa dai giornalisti.
Sturlese Tosi ha già rivelato che la perizia è stata negata perché non c'è più materiale disponibile per le analisi...ma la Ruggeri non aveva detto che ce n'era ancora? E Casari del S. Raffaele non l'aveva confermato?
Mah, se le motivazioni sono di questo genere credo che in Cassazione la difesa avrà molti appigli.

Nautilina ha detto...

Scusate, volevo dire d'interesse pubblico.
Ho trovato questo:
http://www.quibrescia.it/cms/2017/10/17/bossetti-condannato-in-appello-le-motivazioni/

Mi sembra di avere letto da qualche parte che la perizia non è stata concessa perché il materiale residuo non è sufficiente per nuove analisi, ma mi pare un ragionamento strano: come possono stabilirlo in partenza? Solo concedendo la perizia si accerterà se davvero sui vestiti di Yara non c'è altro. Potrebbero invece avere fortuna e trovare qualcosa.

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