martedì 21 luglio 2015

Giù le mani dagli oceani. Firma per impedire che le multinazionali si impossessino anche dei fondali marini...


Dopo aver avvelenato fiumi, distrutto foreste e costretto intere comunità ad abbandonare le loro terre, le grandi multinazionali si stanno spostando verso una nuova e devastante corsa all’oro nei fondali oceanici per estrarre tutto il possibile

Questa settimana si incontreranno i 24 tecnici da cui dipendono le autorizzazioni per questi scavi in profondità. La cosa interessante è che fanno parte di un organo dell’ONU pressoché sconosciuto e non sono assolutamente abituati alla pressione dei media: una grossa reazione dell’opinione pubblica li può davvero colpire.

Alcuni paesi hanno già vietato questi scavi, altri almeno in parte, e i principali scienziati del settore stanno chiedendo con forza uno stop. Ora la decisione è in mano a questi 24 tecnici: unisciti all’appello, lo consegneremo personalmente a ciascuno di loro, per poi far finire la notizia su tutti i giornali assieme ai loro nomi e cognomi e con le risposte che ci avranno dato. 

Le imprese minerarie sostengono che ormai sia sicuro scavare nel fondale marino, ma i governi di Namibia, Australia e Nuova Zelanda non sono d’accordo visto che hanno appena detto “no” a progetti di questo tipo. Secondo gli scienziati si scoprono continuamente nuove e preziose specie animali che vivono a queste profondità, e possono volerci decine di anni prima che il fondale oceanico si riprenda dagli scavi e dai detriti. 

L’Autorità Internazionale per i Fondali Marini (ISA), sconosciuta ai più, ha già autorizzato scavi esplorativi su 1,2 milioni di chilometri quadrati di fondale oceanico, ma nessuno sa niente di come lavorino i 24 membri del suo Comitato Tecnico e Legale. Ora abbiamo un’opportunità imperdibile di chiedergli di essere finalmente trasparenti con i cittadini e di fermare tutti gli scavi a meno che ricerche scientifiche indipendenti dimostrino che non mettono a rischio gli oceani. 

Purtroppo talvolta ci rendiamo conto del valore degli ecosistemi più preziosi solo quando ormai è troppo tardi. Questa campagna è l’occasione per agire prima che questa minaccia cominci a distruggere i nostri oceani. Firma l’appello per fermare gli scavi in profondità nell’oceano, raggiungiamo un milione di firme e consegniamole ai membri dell’ISA prima della decisione finale

Insieme abbiamo lottato e spesso vinto per difendere gli ecosistemi più preziosi della Terra, dalla Foresta Amazzonica alla Barriera Corallina. Questa nuova corsa all’oro potrebbe devastare un ecosistema finora rimasto al riparo dall’avidità umana, ma possiamo fermarla.

Con speranza e determinazione ti chiediamo di Firmare la petizione e aiutare la Terra e le sue creature nella sua continua lotta contro le multinazionali che la sfruttano in nome del dio denaro e del potere. 

1 commento:

Mimosa ha detto...

La Terra è la nostra Casa e dobbiamo difenderla!