A queste zoccole pensavo quando ho iniziato a scrivere un articolo che mi permettesse di chiudere l'anno senza cadere in depressione. Ma sono caduto in depressione al solo pensare che si possano trovare pure nella magistratura nostrana... quindi ho deciso di non affrontare l'argomento malagiustizia perché è deprimente parlare il 31 dicembre di chi non è in grado di usare le prove e si basa sui pregiudizi per sentenziare, di chi lavora nelle procure e nei tribunali senza un vero motivo, di chi senza chiedersi cosa sia vero e cosa sia falso giudica a seconda del colore e del volere della propria casta, di chi fa credere all'opinione pubblica che la vita reale è identica a quella mediatica pur di puntare il dito e comminare condanne basate su una credenza, su un volere popolare generale creato, volutamente o non, dai media. Perché è una cattiveria gratuita il fare gli auguri di buon anno a quegli innocenti che si trovano in cella per colpa di giudici che, forse entrati nel mondo del lavoro grazie ad amicizie influenti, per incapacità li hanno giudicati colpevoli e rinchiusi in carcere (a chi di noi toccherà domani?). Potremmo dunque noi, in questi giorni che dovrebbero essere felici, parlare di chi con sentenze ingiuste ha anche creato ammanchi alle casse dello Stato italiano costringendolo a pagare milioni di euro per ingiuste detenzioni? Buchi neri che mai verranno colmati da chi, per incapacità o collusione, li ha generati? Danni economici che, mentre il responsabile continua imperterrito a giudicare e a sbagliare senza subire conseguenza alcuna, verranno addebitati all'intera collettività costretta a ripianarli di tasca propria grazie a nuove tasse occulte? No, non è il caso di parlare oggi dei tanti errori e orrori giudiziari. Cercheremo nel 2014 di capire se ci sono zoccole che tramano nella nostra magistratura.
Per cui, non volendo parlare di zoccole, mi sono detto che per finire nel modo migliore l'anno vecchio era meglio cercarne un altro di argomento. Ma quale settore della società non è asservito a zoccole che decidono il destino del cittadino, essere utile solo quando in silenzio paga tutte le tasse? Dopo quanto accaduto nel 2013, anno in cui si è capito che il baratro della povertà è dietro l'angolo, deprime pure il parlare di economia e politica. Di quale politica dovremmo parlare visto che politici veri non ce ne sono e da decenni all'orizzonte non se ne vedono? Certo, potremmo entrare in zone al limite della legalità per toccare quei tasti dolenti che, comunque e in ogni caso, non ci porterebbero in realtà a capire quale sia la strada giusta da percorrere. Potremmo quindi camminare assieme a Beppe Grillo e offendere anche la Costituzione pur di attaccare a tutto spiano tutto e tutti al grido de: "i migliori siamo noi e vogliamo governare in solitudine". Potremmo azzannare alla gola lo sciamano di sinistra che presiede il nostro Stato e mandare a fanculo ogni sampietrino romano associandoci a ciò che rimane della Lega Nord. Potremmo seguire Forza Italia nella sua nuova veste purgativa o passeggiare al fianco di Enrico Letta per osannare un patto di stabilità al limite della legalità, visti i tanti cambiamenti apportati alla stesura originale, che non aiuterà i tanti milioni di disoccupati, sempre e solo in aumento, e i nove milioni di poveri voluti e generati da oltre mezzo secolo di ruberie governative.
Potremmo, al limite, correre per le vie di Firenze con Matteo Renzi e credere che sicuramente inizierà e continuerà il suo cammino di rottamatore senza subire le influenze dei vecchi caimani che da sempre usano corde e fili per muovere le marionette di partito. Ma anche questa soluzione non ci permetterebbe di discutere seriamente di politica senza considerare le zoccole di cui parlavo in precedenza. Per cui lasciamo perdere i politici e liberiamoci la mente dai soliti problemi, quelli che ci tolgono la voglia di sorridere e divertirci. Parlare di italiche brutture in questi giorni è opprimente e controproducente perché non aiuta a caricare la molla della nuova speranza, quella che ogni primo gennaio ci stimola a ripartire di slancio e a credere in un anno migliore. Per cui accantoniamo zoccole e problemi per entrare nel mondo dei giovani e metterla sul ridere guardandoci una parodia di Michael Righini, uno degli youtubber italiani che più mi piace e che milioni di ragazzi amano per la simpatia e l'indiscutibile talento.
Dopo aver capito quali speranze future abbiano i nostri giovani, non potendo eliminare le zoccole sociali l'ho messa sul frivolo e ho cercato di esorcizzare l'elemento "zoccola" analizzandolo sotto un altro aspetto. L'uomo semplice non usa molto questa parola, non chiama zoccola il topo di fogna e neppure si immagina che ce ne siano in grado di influenzare la sua vita perché presenti e attive in ogni settore della società. L'uomo volgare il termine invece la usa, negli anni ne ha allargato il senso e non è difficile sentirlo chiamare zoccola la propria moglie se questa, per un bisogno sfrenato di sesso, nel tempo si è fatta fisicamente possedere da tanti altri uomini. Stiamo parlando di "corna" e chiaramente è un discorso delicato da affrontare, visti i tanti delitti che si consumano a causa della gelosia. Chiaramente non è un discorso che riguarda solo gli italiani e, altrettanto chiaramente, l'appellativo di "zoccola" lo si può affibbiare anche a quei mariti che tradiscono la moglie ad ogni alito femminile disponibile che annusano.
Però per poterlo trattare nel modo migliore occorre affidarsi a chi di corna se ne intende, a chi a cornuti e zoccole ha posto tante domande. Infatti ci sono diverse statistiche che hanno considerato il fattore tradimento e ci sono persone che nel corso degli anni hanno riunito le esperienze delle coppie scoppiate per ricavarne informazioni sui partner che tradiscono. Perciò grazie a quanto capitato agli altri, è risaputo che certe cose capitano sempre agli altri, si è potuto scoprire che nell'essere umano esiste una percezione mentale in grado di far capire quando il proprio compagno (o la propria compagna) tradisce. Il sesso debole, si fa per dire, è più sensibile ai segnali inconsci che trasmette il cervello; infatti 85 donne su 100 hanno ragione quando sospettano di essere tradite dal loro partner. Sotto questo aspetto il maschio è molto meno perspicace, infatti solo 50 uomini su 100 inconsciamente capiscono di avere sulla testa un bel paio di corna. Per quel che appare, quindi, le percezioni fra i due sessi sono differenti e la femmina riesce a captare in maniera migliore quei piccoli segnali quotidiani che inseriscono una pulce nell'orecchio e fanno capire che qualcosa non va per come deve andare.
Un noto sito di incontri extraconiugali (www.AshleyMadison.com) a cui sono iscritti oltre 23 milioni di traditori anonimi, nel 2012 ha posto alcune domande ai suoi frequentatori. Domande formulate per capire se marito e moglie prima di tradire, quindi prima di iscriversi alla loro community, avessero tentato di salvare la sessualità di coppia prima di pensare al tradimento. Il 78% ha affermato di aver cercato in almeno due o tre occasioni di rivitalizzare il desiderio proprio e del partner e una buona fetta ha dichiarato di essersi iscritta al sito di incontri nel tentativo di salvare il matrimonio. Un 40% ha ammesso di aver pensato al divorzio prima di cercare avventure extraconiugali, mentre quelli che hanno valutato l'opportunità di lasciare il coniuge dopo averlo tradito sono risultati essere solo il 18% (quindi neppure chi tradisce il partner pensa ad una nuova vita di coppia). Non si è saputa la percentuale di quelli che hanno deciso di raccontare del tradimento al coniuge. Tutto questo per dire che i tradimenti, quindi le corna o l'essere zoccola, non sono la causa primaria della rottura coniugale, causa che va ricercata a monte, nell'abitudinarietà che nella maggioranza dei casi annienta o riduce di molto la sessualità fra marito e moglie.
Ma non è l'unico sondaggio che ha affrontato l'argomento, altri se ne sono effettuati in tutta Italia e diverse agenzie ci hanno dato quasi lo stesso risultato. In pratica nel Bel Paese le donne che tradiscono il partner sono all'incirca il doppio rispetto agli uomini. Le madri che hanno superato la quarantina sono quelle che si fanno meno scrupoli e quattro su cinque (quindi l'80%) tradiscono il marito o hanno il desiderio di tradirlo. In ogni caso la media ufficiale ci dice che il 67% delle donne tradisce, che su un campione di quattromila persone la moglie ha tradito più di due volte il marito mentre si attesta a poco meno di due la media dei tradimenti degli uomini. Andando nel particolare, le femmine più trasgressive sono quelle del nord che preferiscono prendere l’iniziativa e infrangere tabù sperimentando posizioni sessuali alternative, ma non di molto su quelle del centro che sono disponibili al tradimento e andando alla ricerca di esperienze nuove sentono il desiderio di far sesso in luoghi insoliti. Al Sud non è che le mogli siano da meno. La differenza sta nel fatto che preferiscono rispettare la tradizione e nella maggioranza dei casi vogliono che l’uomo faccia il primo passo. Comunque sia, dunque, il 67% degli italiani non si tirerebbe indietro e, se ci fossero buone opportunità, tradirebbe il partner a cui è legato da anni (chiaramente né con Fantozzi né con sua moglie Pina).
In poche parole, va a finire che ci tocca di pensare che la nostra società sia frequentata da zoccole di ogni genere (maschi e femmine) e che anche tanti moralisti siano in realtà dei falsi con qualcosa da nascondere. Ma smettiamola di pensare, non prendiamocela più di tanto e lasciamo perdere le zoccole, di qualsiasi tipo siano. Piuttosto cerchiamo di chiudere l'anno vecchio nel buonumore... un'altra parodia di Michael Righini potrebbe aiutarci.
2 commenti:
Buon Anno, Caro Massimo,
hai partorito un articolo complesso e, come il solito, fonte di riflessione!
“Zoccole” ecco un nuovo termine, secondo me appropriato per quei personaggi politici di tutte le generazioni che trasmigrano in un altro partito o coalizione o gruppo dopo aver ricevuto i voti dai cittadini i quali credevano in lui in quanto se ne sentivano rappresentati, in qualche modo, condividendo i programmi elettorali. Hanno il coraggio di fregarsene degli elettori, fanno solo i propri interessi e si lasciano conquistare da nuovi corteggiatori. Una volta si chiamavano “voltagabbana”.
Zoccole anche in magistratura? E come si potrebbero definire quegli avvocati che prima accettano di difenderti nelle tue ragioni e poi di fronte al legale della parte avversa calano le brache, la prosopopea e la baldanza, per farti accettare una transazione, che naturalmente va a beneficio dell’avversario, solo perché tra di loro hanno intrecci di altri interessi (do ut des), un po’ come giocano le assicurazioni nei risarcimenti?
E i legali di parte civile che abbiamo conosciuto attraverso i casi che discutiamo su questo blog? Pure quelli meno alla ribalta che si aggirano come avvoltoi nei corridoi dei palazzi di giustizia, e una volta difendono un imputato una volta la vittima, e si trovano a fronteggiare sempre gli stessi personaggi travestiti da giudici o da pubblici ministeri, come altrimenti si possono definire allorché contrattano o si piegano?
Credo a buona ragione, posso metterci dentro persino i vari medici legali e i periti di parte.
Caro Massimo, tu non volevi cadere in depressione? Io, quando penso e ripenso a tutto ciò che accade e sembra entrare nell’ordine naturale delle cose, in depressione cado, eccome!
Nemmeno il mio spirito combattivo riesce a sollevarmi, come ci si può difendere da chi trama in segreto nel torbido e gioca con la vita e la dignità altrui?
Dalle amiche “zoccole” ti puoi liberare, allontanandole dalla tua compagnia, ma come ti puoi difendere da coloro che hanno in mano i fili della gestione di un’intera comunità e li tirano sempre in modo da risultare vincitori?
Ciao, Mimosa
beh, carino l'articolo sulle zoccole. :-)
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