Nel centro di Bologna non si perde neanche un bambino, cantava un tempo Lucio Dalla. Ora tutto è cambiato perché nel centro di Bologna, fra gli addobbi natalizi e le migliaia di persone intente a fare acquisti, i bambini muoiono di freddo e forse di stenti. Devid Berghi aveva 20 giorni e se n'è andato alla vigilia della epifania. Tutta colpa di sua madre?
La nascita di un figlio accende gli occhi di una luce nuova, diversa, le madri sanno bene di cosa parlo. L'aria che si respira nei reparti di maternità è differente, si riempie dei colori e dei rumori festosi ed entrando nei polmoni trasmette al sangue una sorta di polverina magica che predispone la mente al buonumore. E' così da millenni e la conferma viene dal Natale. Quando si festeggia la nascita di Cristo i genitori tendono ad essere più vicini ai loro figli.
Il neonato umano è un animale indifeso che senza la presenza costante ed attiva della madre e del padre è destinato a morte certa. Per questo ci si prepara in anticipo comprando una enorme quantità di aggeggi che, nella maggioranza dei casi, si useranno solamente per uno o due mesi. Ma c'è un figlio in arrivo ed a lui sono rivolti i pensieri della famiglia quasi che null'altro al mondo accadesse. I primi giorni saranno difficili perchè occorrerà instaurare il giusto feeling col nuovo arrivato, con quel puffetto rosa che cercherà il corpo di sua madre quasi sentisse scorrere via la vita senza l'abbraccio sicuro di chi l'ha creato. Aggrappato al calore di chi lo ama, avvolto dal tepore della casa, diventerà uno scricciolo che grazie al suo istinto entrerà nelle debolezze di chi gli vive accanto e le userà per farsi viziare, in special modo dai nonni.
Questo se chi mette al mondo figli ha una sicurezza economica, anche minima, ed una casa riscaldata che funga da nido a protezione della nuova vita. Ma non tutti al mondo possono permettersi di avere una casa ed un lavoro, specialmente chi non ha una vera famiglia alle spalle ed a volte ha sbagliato, per cui una coppia che non sia in condizioni stabili dovrebbe evitare di far nascere figli. Questa è una teoria condivisibile, certo, ma è pur sempre una teoria perché, in pratica, quando l'esistenza si complica a causa della mancanza di lavoro, con la conseguente penuria di denaro, la mente assume una colorazione instabile ed è incapace di confezionarsi un nuovo abito fatto su una diversa misura monetaria.
In Italia vige una legge che obbliga i servizi sociali a farsi carico di quelle famiglie che non posseggono i requisiti idonei al mantenimento in vita dei propri figli. Ma non tutti gli assistemti sociali li aiutano a vivere con serenità assieme ai genitori, a volte addirittura li separano. E' il caso di una donna di Massa che, dopo aver sporto denuncia per i maltrattamenti subiti dal marito ed essersi rivolta ai servizi sociali per un aiuto, s'è vista togliere i figli perché, secondo il loro parere, la bimba adolescente viveva un disagio. Ma in quel comune tanti sono i casi di malagiustizia minorile, tanto che le madri in difficoltà preferiscono non farsi notare e cercare autonomamente di risollevare la propria situazione. Ma non solo in Toscana accadono fatti simili, anche a Trento, a Rovigo e a Bologna, i giudici, non mostrato pietà ed invece di aiutare uccidono i cuori delle donne togliendo loro la linfa vitale che le fa sentire madri.
Un figlio tolto ad una coppia indigente costa allo Stato un assegno mensile da versare alla nuova famiglia affidataria. Che senso ha? Pagare per pagare non conviene dare il denaro ai genitori che non ce la fanno ad arrivare a fine mese? Fatto sta che chi ha figli e vive in povertà cerca di stare lontano da quelle istituzioni che invece di aiutare affossano. Donne con questi problemi ce ne sono tante in Italia.
Una vive a Bologna, si chiama Claudia, ha 35 anni ed è conosciuta dai servizi sociali fin dal 2001 quando le tolsero il primo figlio per incapacità, un altro le fu tolto nel 2003 per lo stesso motivo. Ma questa donna, che a causa dei suoi trascorsi non trova serenità, resta incinta nuovamente e nel 2009 ha una un'altra bimba; anche in quell'anno le strutture agiscono tempestivamente e la affidano ai genitori del padre, un pluripregiudicato molto noto. I servizi sociali di Bologna non sono teneri con nessuno, lo dimostra la vicenda di Massimiliano Camparini e Gilda Fontana ancora in carcere per aver portato via per l'ennesima volta la loro figlia da un istituto religioso. Chi vive in questo clima di terrore cerca di rimanerne alla larga e di defilarsi. Ed è quello che fa Claudia. Non va agli appuntamenti e per non esserne soggetta sposa un extracomunitario, che così può rimanere in Italia, ed assieme affittano una casa. Ma da Settembre non ci vive più, ha una storia con un ragazzo toscano ed è nuovamente incinta. Aspetta due gemellini e se la rintracciassero glieli porterebbero via sicuramente.
Il 13 Dicembre, di certo col cuore in gola, va in ospedale e partorisce. Non ha una casa, da il vecchio indirizzo e nessuno la controlla, nessuno le dice niente, nessuno fa caso a lei. Claudia avrebbe bisogno di una mano ma non può chiederla, non può far capire che ha problemi altrimenti rischierebbe troppo. E' riuscita a far andare da lei anche la bimba nata nel 2009, ha un anno e mezzo e con sua madre ed i fratellini appena nati resta tutto il giorno in una galleria del centro di Bologna. La gente li vede e chiama i servizi sociali. Non per cattiveria ma per fare in modo che quei tre bimbi passino le feste al caldo e non in strada dove la temperatura non supera mai lo zero. I servizi sociali vanno, la riconoscono, vedono la bambina che non avrebbe dovuto essere lì, i due gemellini nati diciasette giorni, e questa volta, nonostante la situazione non sia idiliaca, invece di agire le chiedono se vuole una mano.
Ha paura Claudia, è chiaro che dice di non avere bisogno di aiuti. Non vuole niente perché ha una casa ed è in grado di badare ai suoi figli, dice, non capisce che i neonati hanno bisogno di caldo altrimenti rischiano di morire, non può capirlo perché vuole stare con loro, perché lei è una madre. Nonostante tutto, nonostante il freddo e nonostante il poco denaro, quei figli sono suoi e lei ne ha bisogno. Però un piccolo aiuto in fondo lo chiede. L'ultimo dell'anno va a cenare in una struttura protetta, ha i bambini con sé. Prima di farla uscire le chiedono se vuole dormire in una stanza del centro, anche stavolta rifiuta. Ma era un segnale ed era chiaro. Chi riesce a pagarsi il cibo non va in una struttura comunale fra persone indigenti. Era un segnale che si doveva cogliere.
Non voglio giustificare Claudia e nemmeno addentrarmi nei motivi per cui, si dice, non sia una buona madre. Non vorrei essere nei suoi panni ora che Devid è morto e che gli altri due figli sono in una casa famiglia e di certo le verranno tolti. Spero solo che non faccia sciocchezze e che trovi qualcuno disposto ad aiutarla veramente. Per il resto il mio pensiero è rivolto al povero scricciolo che se n'è andato alla vigilia della Epifania. Ora che la tragedia si è consumata tutti a Bologna si vergognano, i politici si riempiono la bocca di questa parola mentre i responsabili dei servizi sociali scaricano le loro responsabilità insistendo sul fatto che la donna non ha voluto essere aiutata.
Ma chi se ne importa se la donna non voleva aiuto! Non era lei che dovevano aiutare ma due bambini appena nati che vivevano in strada con la temperatura sottozero! Questo è inconcepibile in un paesone come Bologna che si fregia del titolo di città modello. Sono quasi certo che se questa storia fosse capitata in primavera Devid sarebbe ancora vivo perché le strutture avrebbero agito con tempestività come le volte precedenti. La verità è che hanno fatto come Ponzio Pilato, per via del periodo festivo, e c'è da star certi che da metà Gennaio l'avrebbero rintracciata ed obbligata a lasciare i figli. Nessuno è mai riuscito ad aiutarla perché forse non s'è veramente mai cercato di aiutarla. Queste strutture pubbliche, che dovrebbero avere un'anima pulsante ed aiutare sia i bambini che i genitori, fanno paura a chi le conosce perché invece di donare una mano donano pugni chiusi.
E se il bimbo di Claudia non c'è più sono loro a dover chiedere scusa. Ma non a parole, troppo facile, dimostrando coi fatti che sono in grado di dare un vero aiuto a chi ne ha bisogno. Devono fare rinascere la fiducia, quella vera, perché a volte basta ti diano un abbraccio sentito per riuscire a chiedere aiuto.
Devid aveva poco più di 20 giorni ed ancora non era riuscito a sorridere a sua madre. Devid non sorriderà mai e nessuno saprà come sarebbe stato il suo sorriso. Devid è morto a Bologna a causa della negligenza di chi aveva fretta, di chi non aveva tempo, né quello di agire né quello di capire, perché a Natale ci sono sempre troppe cose da fare. Devid ha passato la sua breve vita in Piazza Grande, nella città di Bologna, fra i portici addobbati e luccicanti dove non si perde neanche un bambino.
Presto passerò da Bologna e mi fermerò in piazza, non sono la befana ma ho una calza per te Devid. Dentro ho messo un bacio ed una lacrima.
Un figlio tolto ad una coppia indigente costa allo Stato un assegno mensile da versare alla nuova famiglia affidataria. Che senso ha? Pagare per pagare non conviene dare il denaro ai genitori che non ce la fanno ad arrivare a fine mese? Fatto sta che chi ha figli e vive in povertà cerca di stare lontano da quelle istituzioni che invece di aiutare affossano. Donne con questi problemi ce ne sono tante in Italia.
Una vive a Bologna, si chiama Claudia, ha 35 anni ed è conosciuta dai servizi sociali fin dal 2001 quando le tolsero il primo figlio per incapacità, un altro le fu tolto nel 2003 per lo stesso motivo. Ma questa donna, che a causa dei suoi trascorsi non trova serenità, resta incinta nuovamente e nel 2009 ha una un'altra bimba; anche in quell'anno le strutture agiscono tempestivamente e la affidano ai genitori del padre, un pluripregiudicato molto noto. I servizi sociali di Bologna non sono teneri con nessuno, lo dimostra la vicenda di Massimiliano Camparini e Gilda Fontana ancora in carcere per aver portato via per l'ennesima volta la loro figlia da un istituto religioso. Chi vive in questo clima di terrore cerca di rimanerne alla larga e di defilarsi. Ed è quello che fa Claudia. Non va agli appuntamenti e per non esserne soggetta sposa un extracomunitario, che così può rimanere in Italia, ed assieme affittano una casa. Ma da Settembre non ci vive più, ha una storia con un ragazzo toscano ed è nuovamente incinta. Aspetta due gemellini e se la rintracciassero glieli porterebbero via sicuramente.
Il 13 Dicembre, di certo col cuore in gola, va in ospedale e partorisce. Non ha una casa, da il vecchio indirizzo e nessuno la controlla, nessuno le dice niente, nessuno fa caso a lei. Claudia avrebbe bisogno di una mano ma non può chiederla, non può far capire che ha problemi altrimenti rischierebbe troppo. E' riuscita a far andare da lei anche la bimba nata nel 2009, ha un anno e mezzo e con sua madre ed i fratellini appena nati resta tutto il giorno in una galleria del centro di Bologna. La gente li vede e chiama i servizi sociali. Non per cattiveria ma per fare in modo che quei tre bimbi passino le feste al caldo e non in strada dove la temperatura non supera mai lo zero. I servizi sociali vanno, la riconoscono, vedono la bambina che non avrebbe dovuto essere lì, i due gemellini nati diciasette giorni, e questa volta, nonostante la situazione non sia idiliaca, invece di agire le chiedono se vuole una mano.
Ha paura Claudia, è chiaro che dice di non avere bisogno di aiuti. Non vuole niente perché ha una casa ed è in grado di badare ai suoi figli, dice, non capisce che i neonati hanno bisogno di caldo altrimenti rischiano di morire, non può capirlo perché vuole stare con loro, perché lei è una madre. Nonostante tutto, nonostante il freddo e nonostante il poco denaro, quei figli sono suoi e lei ne ha bisogno. Però un piccolo aiuto in fondo lo chiede. L'ultimo dell'anno va a cenare in una struttura protetta, ha i bambini con sé. Prima di farla uscire le chiedono se vuole dormire in una stanza del centro, anche stavolta rifiuta. Ma era un segnale ed era chiaro. Chi riesce a pagarsi il cibo non va in una struttura comunale fra persone indigenti. Era un segnale che si doveva cogliere.
Non voglio giustificare Claudia e nemmeno addentrarmi nei motivi per cui, si dice, non sia una buona madre. Non vorrei essere nei suoi panni ora che Devid è morto e che gli altri due figli sono in una casa famiglia e di certo le verranno tolti. Spero solo che non faccia sciocchezze e che trovi qualcuno disposto ad aiutarla veramente. Per il resto il mio pensiero è rivolto al povero scricciolo che se n'è andato alla vigilia della Epifania. Ora che la tragedia si è consumata tutti a Bologna si vergognano, i politici si riempiono la bocca di questa parola mentre i responsabili dei servizi sociali scaricano le loro responsabilità insistendo sul fatto che la donna non ha voluto essere aiutata.
Ma chi se ne importa se la donna non voleva aiuto! Non era lei che dovevano aiutare ma due bambini appena nati che vivevano in strada con la temperatura sottozero! Questo è inconcepibile in un paesone come Bologna che si fregia del titolo di città modello. Sono quasi certo che se questa storia fosse capitata in primavera Devid sarebbe ancora vivo perché le strutture avrebbero agito con tempestività come le volte precedenti. La verità è che hanno fatto come Ponzio Pilato, per via del periodo festivo, e c'è da star certi che da metà Gennaio l'avrebbero rintracciata ed obbligata a lasciare i figli. Nessuno è mai riuscito ad aiutarla perché forse non s'è veramente mai cercato di aiutarla. Queste strutture pubbliche, che dovrebbero avere un'anima pulsante ed aiutare sia i bambini che i genitori, fanno paura a chi le conosce perché invece di donare una mano donano pugni chiusi.
E se il bimbo di Claudia non c'è più sono loro a dover chiedere scusa. Ma non a parole, troppo facile, dimostrando coi fatti che sono in grado di dare un vero aiuto a chi ne ha bisogno. Devono fare rinascere la fiducia, quella vera, perché a volte basta ti diano un abbraccio sentito per riuscire a chiedere aiuto.
Devid aveva poco più di 20 giorni ed ancora non era riuscito a sorridere a sua madre. Devid non sorriderà mai e nessuno saprà come sarebbe stato il suo sorriso. Devid è morto a Bologna a causa della negligenza di chi aveva fretta, di chi non aveva tempo, né quello di agire né quello di capire, perché a Natale ci sono sempre troppe cose da fare. Devid ha passato la sua breve vita in Piazza Grande, nella città di Bologna, fra i portici addobbati e luccicanti dove non si perde neanche un bambino.
Presto passerò da Bologna e mi fermerò in piazza, non sono la befana ma ho una calza per te Devid. Dentro ho messo un bacio ed una lacrima.
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