venerdì 7 gennaio 2011

Matteo Miotto. Una strana missione di pace.

Foto LifeInItaly.com
Ad oggi oltre trenta guerre flagellano i popoli del mondo. Ad oggi circa novemila soldati italiani sono impegnati in missioni di pace, così le chiamano, sparse in sedici di queste nazioni. Ad oggi centinaia di migliaia sono i soldati, figli del nostro mondo, impegnati a portare la Pace. Portare la Pace non è facile, oserei dire che è quasi impossibile, e pensare di farla portare da uomini armati e vestiti con tute mimetiche mi pare folle.
Con questo voglio criticare le scelte che da decenni, e da tutte le potenze mondiali, vengono sistematicamente portate avanti con la forza in nome dell'antiterrorismo. Voglio criticare aspramente il modo con cui queste missioni svolgono il loro impegno, senza alcuna struttura difensiva atta a salvaguardare la vita dei militari, ed il motivo per cui sono state decise ed avviate.

Per quanto riguarda le missioni devo dire che sanno tanto di stantio perché somigliano alle vecchie azioni di guerra del secondo conflitto mondiale, fatte di carri armati e aerei, per cui credo ci sia stato un passo all'indietro anziché due in avanti. E' incredibile che nel periodo storico del boom tecnologico e dei satelliti non si riesca a prevenire un assembramento di uomini armati a poche centinaia di metri da una base militare. E' pazzesco! Ed è pazzesco che i governi mandino a morire i propri soldati, i propri cittadini, i propri figli, omettendo di mettere in pratica, con strutture più che all'avanguardia, le più elementari forme di difesa satellitare.

Ok, se una colonna militare va in strada ed un'autobomba le piomba addosso l'unica possibilità di rimanere in vita è data dalla preparazione dei soldati preposti al controllo, dalla loro velocità di azione nel capire che quel determinato veicolo è pericoloso, dalla blindatura dei mezzi di trasporto. In questo caso, anche se non è accettabile, in un paese in guerra ci può stare che qualcuno muoia. Ma in tutti gli altri casi no. I satelliti avvolgono la Terra e ci spiano fotografandoci e filmandoci in continuazione, alcuni di quelli americani controllano i territori più aspri alla ricerca dei leader del terrorismo. Possibile che non si riesca a fare una foto ogni tre minuti, attorno ad una base militare, in modo da notare se si formano assembramenti nelle vicinanze? Le alleanze, quali la NATO e l'Onu, a cosa servono? Solo ad avviare scambi diplomatici ed economici? Non ad attuare quelle forme di prevenzione atte ad evitare che i contingenti amici subiscano perdite di vite umane?

Matteo Miotto lo aveva scritto che poteva morire da un momento all'altro. Ne era conscio perché operava all'interno di una nazione in eterno conflitto. Se lo ha scritto vuol dire che di pace in quella missione c'era davvero poco. Certo, nel tempo trascorso in quel territorio ha avuto modo di piangere per la gioia ogni volta che donava un pizzico di felicita ai bimbi afgani tramite le tavolette di cioccolata o quant'altro riuscisse a portare fuori dalla base. Ma avrebbe potuto provarne altre di gioie se il modo di agire dei governi di tutto il mondo fosse stato improntato all'intelligenza e non alla irrazionalità, perché probabilmente non ci sarebbe andato in Afganistan.

Cosa intendo dire? Tutti sanno che ad una azione corrisponde una reazione di pari peso o superiore, ed è chiaro che la reazione diventa a sua volta una nuova azione che porterà ad una successiva reazione. Continuando in questo modo non ci sarà mai una fine e le reazioni saranno sempre più eclatanti e troveranno adepti e capi che riusciranno ad alzare il livello dello scontro fino a quando non ci sarà più la possibilità di una inversione di tendenza. Ecco lo sbaglio iniziale perseverato nel tempo che nessuno è riuscito e riesce a correggere.

Ma chi ha iniziato a sbagliare? Le nazioni forti, ma allo stesso tempo paurose dei contrari pensieri e vogliose delle ricchezze altrui, da sempre vogliono insediare il loro modo di vivere e di ragionare all'interno di popoli che da millenni sono diversi per concezione di vita e di ideologia. Più o meno alla stessa maniera l'hanno già fatto gli imperi di due/tremila anni fa e ancora a tutt'oggi si fa. E questa è l'azione che ha scatenato e scatena la reazione. Ma la storia ci ha insegnato che nulla è eterno e che chi comanda oggi in maniera sbagliata è destinato ad essere comandato domani. Lo sanno questo quelli che al momento sono i potenti della Terra?

Che un uomo debba morire è un fatto assodato ed accettato da ognuno di noi, ma morire a causa di una pallottola che con la forza delle parole potrebbe essere fermata non è accettabile. Siamo arrivati davvero ai confini della realtà? Si può sperare che presto le bombe smettano di esplodere ed i soldati di morire? Matteo Miotto per i governanti del mondo era solo uno dei tanti militari in missione, un numero sulla divisa, ma era Matteo per la sua famiglia e per i suoi amici. Così come i suoi genitori anche i cittadini afgani, e cito loro a nome di tutti quelli che vivono nei paesi in guerra, hanno perso figli, mogli, mariti, ed hanno sparso le stesse lacrime e subito lo stesso dolore nel corso degli ultimi decenni.

Non voglio di certo che queste persone vengano abbandonate al proprio destino, assolutamente no, voglio che si inizino procedure che possano aprire spiragli che portino ad un dialogo. Internet è una forza enorme visibile da tutte le nazioni, ci vuol poco ad instaurare un contatto che aiuti a fermare questa spirale di violenza senza sbocchi di pace. Voglio che anziché militari ed armi si inviino vere forze di pace disarmate e cariche di viveri. E' un concetto semplicistico del problema? E' vero, ma occorre fare tantissimi passi indietro ed iniziare dai semplici concetti, altrimenti non si inizia mai. In questo mondo dove l'odio è la molla che scatena la violenza occorre cercare di limare, poco alla volta, le differenze ideologiche, oppure si continuerà fino alla distruzione in nome delle diversità di vedute, di pensiero, di religione, e si autorizzerà a continuare un massacro che ha quali vittime chi non ha colpa, le persone comuni.    

Matteo Miotto aveva due gambe, due braccia, due occhi ed una mente come tutti gli esseri umani del mondo. Non era mussulmano, questo no, ma anche lui viveva in questo pianeta e, nonostante la diversa religione, cercava di aiutare i mussulmani. Non era un santo ed aveva delle armi, è vero, ma mai le avrebbe usate per uccidere a sangue freddo. Era un militare in missione di pace che doveva guardarsi attorno prima di camminare... una strana missione di pace. Forse, fosse stato in quel paese senza una divisa e senza armi, sarebbe ancora vivo.






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