venerdì 13 settembre 2013

Salvatore Parolisi. Il 25 settembre partirà il processo d'appello: speriamo in una sentenza basata sulla logica legislativa e scevra dai pregiudizi...


Dove eravamo rimasti? Ah sì: alla sentenza di ergastolo e alle motivazioni del giudice Tommolini che erano di una cifra diverse dalle varie ricostruzioni dei procuratori di Teramo che a loro volta l'avevano pensata in maniera diversa rispetto a quanto scritto dal Gip Giovanni Cirillo che aveva ipotizzato situazioni diverse da quelle ricostruite dai carabinieri e dai Pm di Ascoli che di quanto accaduto in quel maledetto 18 aprile 2011, si è capito meglio dopo le motivazioni, non ci avevano capito una mazza anche se pensavano di averci capito tutto. In poche parole: partendo da pregiudizi e supposizioni, che non hanno trovato riscontri, si è indagato solo Salvatore Parolisi (naturalmente le menzogne del militare hanno influito) ed ora la serie infinita di illazioni non accettate dal giudice Marina Tommolini dimostrano la totale mancanza di quegli elementi che senza motivo si erano ritenuti validi. Ho forse sbagliato qualcosa? Ho forse scritto inesattezze? Non mi pare visto che la sentenza ha capovolto ogni ricostruzione facendo capire che sul caso in questione avevano indagato persone e personaggi dalla troppa sicumera. Il giudice basandosi su una nuova teoria (segno che l'accusa in tribunale non ha dimostrato la propria tesi con prove o indizi univoci), ritenuta valida per condannare, ha in ogni caso dato ragione a chi perorava la causa colpevolista. Naturalmente non avendo alcuna prova in mano, a meno di non chiamare prove i pregiudizi, per teorizzare ha usato l'unica maniera che poteva usare, quella che si impara tornando alle origini delle cose... anche delle favole. Per questo il marito militare le è apparso sotto le sembianze del lupo cattivo, quello di Perrault che seguiva le giovani donne per strada con la "bava alla bocca" e la "patta dei pantaloni gonfia di voglia".

Il tutto a discapito di ogni accertamento fatto, anche degli indizi dati per certi dai Pm e dalla parte civile, ma buono ad avvalorare le varie bufale uscite nel periodo investigativo. Come dire: con quanto appurato in fase di indagine ne hanno sparate talmente tante (di ricostruzioni) che una in più non fa alcuna differenza. Anch'io avrei potuto sbizzarrirmi e magari pubblicare bufale che nulla avevano a che fare con la logica e con gli atti. Cosa mi costava copiare i vari media che hanno preso per oro colato quanto di volta in volta portava in visione la parte civile e la procura? Ad esempio: ogni giorno, per oltre un anno, ci hanno detto che Salvatore e Melania quel 18 aprile non erano andati a Colle San Marco, per questo tutti i programmi e i giornali hanno scritto e parlato di una sicura assenza ipotizzando, o forse è meglio dire dando per certo, di aver a che fare con un omicida. Però il giudice ha stabilito che la coppia prima di andare a Ripe di Civitella al pianoro c'è stata. Perché? Ha creduto al Ranelli, ma c'era pure una perizia che parlava di terra del parco sotto le scarpe di lei e... ricordate la coppia di anziani che il Parolisi aveva detto di aver incontrato al pianoro? Ebbene, ora Quarto Grado ci dice che a venti giorni dalla scomparsa questa coppia è andata dai carabinieri per dire che loro il Parolisi e la moglie li avevano visti. Certo, è strano che durante le indagini dalle caserme e dalle procure sia uscito di tutto tranne questo particolare.

Quindi, tanto per capirci, di cosa si è discusso per quindici mesi? E soprattutto, perché lo si è fatto senza mettere sul piatto tutti gli elementi e tutte le ipotesi? Per non scontentare chi in televisione parlava continuamente e si diceva certo di sapere chi era l'assassino? La mancanza della coppia al pianoro (dato ancora come fatto certo dalla parte civile che non riesce ad accettare nulla di quanto scritto dal giudice Tommolini... se non la condanna all'ergastolo) era fondamentale ed è stata la base di partenza, quella che ha portato l'opinione pubblica a credere a tutte le varie bufale quotidiane, quella che faceva gioco alle redazioni improntate al pregiudizio per costruire i loro talk show criminali: come il discorso della borsa gialla, quella che il marito avrebbe comprato ex novo per sostituire la vecchia macchiata di sangue, il discorso delle certe frequentazioni coi trans, alcuni anche interrogati, che mai avevano incontrato o chattato col militare, quello sugli occhiali spariti, sui capelli non presenti sul cadavere, sul coltello tornato in memoria dopo un anno, sul famoso papilloma virus e chi più ne ha più ne metta. Tutte bufale narrate e dimenticate che hanno aggiustato la mira di chi voleva colpire il cuore dell'opinione pubblica. Anche da quei personaggi che alla fine, non sapendo più cosa dire, pur di "scoopparci" ancora una volta sono arrivati a mostrarci l'uccello del Parolisi. Il tutto per sopravvivere nella giungla televisiva.

Per chiarire, visto che forse non tutti ancora lo sanno, il mio blog è indipendente e non ha introiti di alcun genere. Per questo in internet le cazzate sono state pubblicate dai soliti copia-incolla a cui, per pescare nell'immensità dell'opinione pubblica, conveniva seguire la scia mediatica. Quelli come me, e anche se non pare ce ne sono tanti, che hanno il vizio di voler restare all'interno della logica, di spulciare gli atti e i verbali per non lasciare nulla al caso, di chiedersi per quale assurdo motivo nel nostro paese i raccontastorie abbiano tanto successo in magistratura, vengono chiamati idealisti (parola che le varie caste usano per far pensare che chi non si schiera con la maggioranza sia un alieno). Quelli come me non si adeguano al pensiero generale senza prima verificare se è giusto, quelli come me controllano parole immagini e video. Anche le foto inserite sugli atti ufficiali in cui è scritto che nessuna auto è presente nell'immagine portata al giudice. Quelli come me se l'auto è presente la vedono e mettono in imbarazzo chi doveva vederla e non l'ha vista, chi in televisione si impapina e subito dice che sulla foto non c'è alcuna auto ma solo rami penduli... per poi essere costretto, dopo aver meditato per due giorni, a dover ammettere che l'auto c'è ma è di un altro colore e non assume alcun valore giudiziario. E chi se ne frega se ha un altro colore. Ciò che importa è che su un atto ufficiale vi era scritto che di auto non ce n'erano, non che ce n'era una amaranto senza alcun valore (a proposito, si è forse saputo di chi fosse quella macchina senza alcun valore che si trovava al pianoro?), e che gli atti ufficiali devono contenere solo certezze.

Ciò che intendo dire, senza parlare troppo delle tante mancanze di chi ha avuto in mano le indagini (ma a queste si devono aggiungere quelle dei periti con poca personalità e poco coraggio che in tribunale hanno chinato il capo di fronte allo sguardo del maestro), è che sin dall'inizio non si aveva una pista ben precisa e si è cercato di confondere le acque dando per vere mere ipotesi che ora dimostrano quanto fosse assoluta la mancanza di idee chiare. Ad esempio il tanto pubblicizzato "agguato alla sentinella" messo in atto per poter vivere con l'amante, come se la scomparsa improvvisa di una moglie permetta a un marito di andare due giorni dopo in un albergo di Amalfi con un'altra (anziché portare a galla la tresca nascosta), o il misterioso segreto da non mostrare al pubblico. Quello derivato dall'incidente del duemilaotto? No. Dalla droga presente alla Caserma Clementi? No. Dai trans che il il coniuge maschio frequentava? No. Dalle relazioni con le allieve che se scoperte lo avrebbero portato a svernare in "culonia"? Boh? Tutte congetture che non hanno mai trovato riscontro e a cui il giudice non ha creduto. Infatti per poterlo condannare ha stabilito di sua iniziativa che l'omicidio è derivato dal rifiuto sessuale della moglie, condito da invettive orali, che ha scatenato l'ira del marito voglioso e incazzoso. E poco importa se passando dal pianoro il tempo non era sufficiente per far tutto prima delle 15.30. Poco importa se il Parolisi sapeva che alle casermette c'erano le esercitazioni e le sentinelle, il calendario di tutte le esercitazioni previste era nel suo armadietto della caserma, come poco importa se nei giorni successivi non aveva avuto modo di andare ad incidere il cadavere perché sempre controllato. Perché poco importa? Perché la logica in questi casi viene seppellita dalle mille bugie.

Salvatore Parolisi, come fa abitualmente chi ha un'amante e tradisce la moglie (che nove volte su dieci mente a entrambe), ha mentito spudoratamente sin dall'inizio, e già per questo meriterebbe una condanna (mai e in nessun caso mentire ai magistrati, lo ripeterò all'infinito), ma altri dopo di lui, se non dicendo bugie omettendo parti importanti e insistendo solo su una tesi, ci hanno raccontato favole (che come tali non hanno l'obbligo di seguire una logica). Il giudice di primo grado con le sue motivazioni ha garantito a tutti che le piste portate in aula a supporto della colpevolezza erano vaghe. Come vaghe si son mostrate autopsia e perizie (fossero state valide non sarebbero serviti altri consulenti), anche se alla fine, nonostante le tante evidenze contrarie, si è detto abbiano dimostrato quanto la procura voleva: che l'aggressione è avvenuta nel primo pomeriggio del 18 aprile (si è parlato di una morte giunta sulle 15.30). Ed io, fossi nei panni dei giudici di Corte d'Appello, per avere un quadro migliore farei rifare tutte le perizie, e chiederei lumi anche sull'autopsia, a periti d'oltreoceano che nulla sanno dell'omicidio e in Italia non hanno conoscenze (per appurare la verità farei questo e altro).

Cosa dire ancora se non che quanto accaduto, in chi non ha pregiudizi, ha lasciato un gusto amaro in bocca? Cosa dire se non che in mancanza di giusti accertamenti e vere prove, l'assassino di Melania (o forse gli assassini) potrebbe essere ancora in libertà? Cosa dire se non che a causa di suggestioni emotive il Parolisi è in carcere da più di due anni e da più di due anni non vede la figlia? Questioni di patria potestà e di struttura penitenziaria inidonea, si è scritto. Ma chi ci spiega il motivo per cui a tanti genitori assassini reo confessi le visite dei figli minorenni non vengono negate? Chi ci spiega perché ai giudici minorili sta bene che tanti minorenni passino mezze giornate in carcere con la madre? E meno male che c'è chi si attrezza per migliorare la situazione (pur non avendo aiuti economici dallo Stato). Dovete sapere che l'istituto penitenziario di Teramo, dove è rinchiuso Parolisi, da qualche settimana in questo campo è all'avanguardia. Grazie al direttore Stefano Liberatore, che ha voluto e iniziato il progetto portando i giochi dei suoi figli, i bimbi piccoli possono incontrare i genitori in un parco, creato e curato dai detenuti, adiacente al reparto femminile del carcere (per il momento è quindi riservato alle madri). Dunque: perché ai detenuti, anche agli assassini reo confessi, prima o poi è concesso di incontrare e baciare i propri figli, e al Parolisi no? Eppure si dichiara innocente ed è stato condannato senza alcuna vera prova e non usando gli indizi portati a processo dalla procura.

Ricordo che in un'intervista la madre di Melania rispolverò la legge del taglione: "Lui mi ha tolto mia figlia e per questo non deve più vedere la sua". Parole pronunciate a causa del dolore, capibili in quei momenti ma non condivisibili, che sono parse la molla delle successive decisioni dei giudici minorili. Ma le parole della signora Vittoria nascono dalla sofferenza e non fan testo, visto che prima di sapere di Ludovica non accusava Salvatore, anzi lo difendeva, visto che ancora oggi non accetta il movente del giudice (neppure al suo avvocato piace... ma lui lo adatta ad una delle tante vecchie ipotesi) e persevera a credere che l'omicidio sia avvenuto a causa dell'amante. Visto che sempre lei pochi giorni fa ha pubblicamente ringraziato il telefonista anonimo invitandolo a farle visita per potergli stringere la mano. E che ringrazi un simile uomo dimostra quanto ancora sia sconvolta. Perché, volendo essere precisi, il telefonista anonimo è chi, non presentandosi a testimoniare, ha mancato completamente di rispetto sia a lei che a Melania, ma anche a tutta la famiglia Rea che diverse volte lo ha invitato a fare il suo dovere. E se si usasse la logica ci sarebbe da chiedersi: non si è presentato perché temeva di venire coinvolto o perché era coinvolto? Per quale motivo, se davvero estraneo, non ha fatto almeno un'altra cortissima telefonata anonima per chiarire quale fosse l'iniziale posizione del cellulare di Melania, che per i tecnici della procura da lui fu spostato altrimenti non poteva agganciare le celle desiderate e riprendere improvvisamente vita alle sette di mattina? Eppure non aveva fatto nulla di male, visto che stava facendo una passeggiata quando ha visto una donna mezza nuda stesa a terra. Per la precisione il cadavere seviziato e oltraggiato con più sfregi di una donna mezza nuda stesa a terra.

Eppure per informare la Polizia di quanto scoperto quel giorno fece tanti chilometri (se davvero lui ha preso in mano il cellulare alle sette di mattina), visto che ha chiamato alle due e mezza del pomeriggio. E li fece forse in pullman o forse in auto prima di chiamare da una cabina pubblica usando una moneta da due euro (di certo mai analizzata anche se per forza doveva avere sopra le sue impronte digitali), sprecando pure soldi considerando la telefonata di 41 secondi. Questo antefatto perché vorrei che Vittoria Garofalo capisse quanto l'anonimo solo all'apparenza sia una brava persona, una di quelle moralmente a posto, una di quelle che non se ne fregano degli altri e invece di farsi "gli affari propri", se serve chiamano le forze dell'ordine. E ragionandoci a posteriori quel che ha detto al telefono in quei pochi attimi non può che risultare strano, visto che ha parlato di "un corpo per terra" e non di una donna ammazzata, com'era lampante e come è apparso evidente a chi è intervenuto sul posto, quasi non sapesse nulla del cadavere che doveva far trovare e seguisse un copione scritto da altri. Se davvero quel "corpo" l'avesse visto, se davvero avesse aspettato sette ore prima di chiamare, non avrebbe potuto fare a meno di elaborare mentalmente quanto di brutto osservato accanto al chiosco e parlare di una ragazza uccisa e spogliata dal petto alle ginocchia. Chi ha visto le foto sa come è stata trovata la povera Melania... e parlare di "un corpo a terra" è davvero riduttivo. Per questo a mio parere il telefonista mai si farà vivo e la signora Rea mai stringerà la sua mano.

Lasciamo le ombre del passato, ai più paiono luci accecanti, e proiettiamoci al processo d'appello. Sarà presieduto dal giudice Luigi Catelli che avrà al suo fianco il giudice a latere Armanda Servino. Lei è uno dei magistrati (erano tanti) che partecipò a una sorta di sit-in di solidarietà davanti alla casa del Gip Marina Tommolini quando due persone non identificate entrarono nel cortile del suo condominio saltando la cancellata (la sera successiva all'esplosione della sua auto). Loro e dei giudici popolari sarà il compito di chiarire la posizione del Parolisi, di mettere ordine e scartare le parti ininfluenti, quelle nate dall'emotività e dalle bugie iniziali, di verificare gli orari per capire se quel giorno quanto si può fare in non meno di un'ora abbondante lo si è fatto in metà tempo, di verificare i movimenti del militare per rendersi conto quanto sia stato possibile un suo ritorno a Ripe, per sfregiare il corpo, e quanto siano attendibili quelle sentinelle che hanno dichiarato di non aver visto la sua auto arrivare o andarsene dalla strada del bosco delle casermette. Solo dopo queste basilari operazioni si potrà trovare un senso logico nei risultati delle perizie e dell'autopsia, visto che operando in maniera inversa, come si è fatto sin dall'inizio, e partendo da una ipotetica ora della morte (che un corpo privo di vita da più giorni non può dare per certa), sono nate troppe e diverse ricostruzioni.

Ma i giudici, soprattutto i popolari, prima di fare qualsiasi cosa, prima di tutto, dovranno essere bravi a inserirsi nel processo scevri da condizionamenti mediatici. Solo così potranno sentenziare, condannare o assolvere, in base a quanto dice la logica e la legge.

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529 commenti:

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Anonimo ha detto...

Hai detto bene Massimo: i giudici popolari dovranno essere liberi da condizionamenti mediatici. Ma fino a quando i media(incalzati dall'ufficio inquirente) continueranno a propinarci la favola del soldato innamorato, come faranno mai i 6 giudici popolari(comuni cittadini) a sentenziare liberi da preconcetti? Se provi a chiedere in giro, 9 su 10 ti diranno che Parolisi è colpevole, quando invece noi sappiamo benissimo( leggendo gli atti) che non è affatto così. Eppure è questo che pensa la gente, perchè è stato fatto loro un lavaggio(mediatico) del cervello, li hanno bombardati di informazioni tendenziose e partigiane per giorni, settimane, mesi, anni.

Pamba ha detto...

Sì, anonima/o,
purtroppo condivido le tue perplessità sui condizionamenti mediatici...
Vedremo ora come se la gioca la Difesa di S.P., nelle 260 pagine (!) depositate al Tribunale abruzzese:

http://www.corriereadriatico.it/ascolipiceno/delitto_rea_la_difesa_di_parolisi_chiede_due_nuove_perizie_su_impronte_e_sangue/notizie/325488.shtml

Ciao, Pamba

PINO ha detto...

@ MASSIMO
La tua descrizione, sia pure per sommi capi, dell'intero iter del caso Rea, è chiarissima, anche per chi lo avesse seguito solo saltuariamente.
Molti dubbi, però, mi si sono insinuati nel cervello, circa un esito più equo, che molti si attendono dal prossimo processo d'appello.
Dubbi alimentati, per esempio, dal fatto che il tribunale, e l'apparato giudiziario, sia restato nella stessa circoscrizione territoriale che, come si è visto, sarebbe pregna di pregiudizio.
Infatti, la giudice a latere, ( lo dico senza tendenziosità) che dovrà collaborare con il giudice che presiederà il processo, Luigi Catelli, era sotto casa della Tommolini, ad esprimere soldarietà contro eventuali minacce, paventate dall'esterno, alla propria collega. (episodio da te stesso riportato nell'articolo)
Ora, vestendo gli abiti dell'avvocato del diavolo, mi chiedo: quella solidarietà manifestata in quella occasione(che non sappiamo quanto motivata da corporativismo) potrà mai trasformarsi in aperto contrasto ideologico, sia pure suggerito da onestà professionale, nel corso del futuro dibattito, e seguenti decisioni?
Sarei propenso a credere che i dubbi espressi, non siano mere eresie, se consideriamo serenamente quanto ci è stato offerto fin'ora da alcuni anomali procedimenti giudiziari, verificatisi di recente.
I difensori di Parolisi, avrebbero dovuto fare pressioni, presso chi di competenza, per la celebrazione di questo processo d'appello, in sedi lontane, diverse e non inquinate dai pregiudizi seminati, qua e là, senza risparmio, dai mass media.
Ciao, Pino

Sira Fonzi ha detto...

Ciao Massimo,
che dire, hai riassunto questo caso dall'epilogo inverosimile con l'abilità che ti contraddistingue.
Una cosa non mi è chiara:
se dopo 20 gg la coppia di anziani si presentò per confermare di aver visto Salvatore e Melania al Pianoro, perchè i difensori non utilizzarono la loro importantissima testimonianza?
Ne furono all'oscuro?

Dai un occhiata all'articolo che trovi all'indirizzo che segue e dimmi cosa ne pensi:

http://www.signoraggio.it/il-caso-paolo-ferraro-e-il-caso-melania-rea-in-tre-articoli-pubblicati-a-firma-di-enrica-perrucchietti/

Ciao Sira

tabula rasa ha detto...

La giuria popolare può essere un asso nella manica da parte dell'accusa. Non che non ne avesse abbastanza, difatti l'accusato è stato condannato in totale assenza di prove.
Fa bene il ragazzo a domandare un processo a porte aperte, se il pregiudizio (sarà solo quello o ci sono forze diverse in gioco?) è riuscito a condizionare perfino un giudice, con un recentissimo attentato alle spalle, che ha rifiutato la versione dell'accusa, proponendone una propria personalissima e discutibile (discutibile nel senso che è stata in più luoghi discussa), una versione non dimostrata e non dimostrabile emessa con le lacrime agli occhi.
Ora, se la ricostruzione ufficiale dell'accusa è stata smontata pezzo per pezzo a favore della presenza dei coniugi Parolisi al Colle che oggi sappiamo confermata non solo dal Ranelli che si è tentato di rendere inattendibile ma anche dalla testimonianza di una coppia di anziani mai divulgata pubblicamente prima, è davvero fuori luogo l'insistenza con la quale tutti i media hanno pubblicizzato la versione del marito mostro assassino, chissà, forse bisognerebbe rivolgersi al Codacons, l'associazione per la tutela e la salute dei consumatori, poichè il prodotto mediatico Parolisi non corrisponde a quanto riportato in etichetta.

PINO ha detto...

Le cose, per Parolisi, dovrebbero cambiare nonostante i dubbi da me sopra espressi, perchè proprio uno di quei media "la cui loquela fu manifesta" per la condanna del militare: "QG", ieri sera ha dato spazio a Meluzzi e Picozzi che hanno apertamente manifestato il loro dissenso per molte di quelle "non prove" che hanno determinato la pena comminata, da parte del giudice monocratico che ha presieduto il processo di 1° grado.
Si è fatto serpeggiare (almeno così mi è parso) l'impressione che l'indirizzo ideologico del programma imboccasse direzione diversa da quella che abbiamo esperita precedentemente, e per lunghi mesi.
Non è cambiata, invece, quella che prima era perplessità, ed ora quasi certezza, a mio modesto parere, che un avvocato/i povero/i di oratoria e carente/i di grinta, già di fronte a semplici domande possa/no affrontare l'agguerrita controparte con risultati positivi.
A poco, o nulla, possono servire le numerose pagine contenenti le motivazioni del ricorso in appello, se le stesse non vengano sostenute da una forbita e penetrante loquacità.
Pino

Vanna ha detto...

Massimo, condivido in pieno le tue considerazioni su tutto il caso; condivido altresì i post scritti.
Pino, sì non hanno grinta i suoi legali e questo è un problema serio.
Fa bene Parolisi a volere le porte aperte, gli verrà concesso?
Questo omicidio secondo me si pone in un contesto particolare, quello delle forze armate che devono tutelare la loro immagine al completo.Tempo fa venne fuori la conferma di un mercato di droga tra Italia e Afganistan legato alle truppe.
Fa molto più comodo il marito assassino che il soldato invischiato con altri in tale traffico.
Questo non è solo un tristissimo caso privato, forse è qualcosa in più e sarà la portata di quel qualcosa in più a dare la svolta al processo.
Non dimentichiamoci inoltre che siamo nella Nato e in questo momento delicato si profila un orizzonte plumbeo.
Potrebbe ancora far comodo come soldato, se dimostra che ha capito la lezione.
E tutto potrebbe venir coperto con un plaid a stella e strisce.

Giacomo ha detto...

La loquacità i due TgG l'hanno trovata ad Avetrana, succhiando le ruote del p.m., gareggiando con lui a chi le sparava più grosse in fatto di vuota retorica: Sarah doveva essere squagliata, c'è da applicare il 416 bis. E il loro omologo della pubblica accusa: lacrime di plastica, perfetta organizzazione criminale, Dio distratto (sottinteso: meno male che c'ero io che gli ho fatto da supplente), mancanza di pietà umana, per questo delitto d'impeto chiedo l'ergastolo con serenità, anche se con un pizzico d'amarezza. E così via discorrendo. Di prove nemmeno l'ombra.
Penso che Parolisi, purtroppo per lui, verrà condannato anche in appello, perché non è riuscito a liberarsi di questi due mediocri personaggi, che continueranno a far danno anche in Cassazione.
Tanto che importa a loro? Sono già onusti di gloria mediatica, conquistata presso le platee televisive, maramaldeggiando contro Sabrina e la madre.

Così va il mondo.

Giacomo

Vanna ha detto...

Giacomo, mi trovi d'accordo: avvocati senza grinta, mi chiedo si sono offerti solo per la gloria oppure sono stati oggetto di pressioni.
In tre anni abbiamo assistito a omicidi gestiti malissimo e tutti hanno una parte di ambiguità.
Gli inquirenti sono proprio inadatti e lavorano male,oppure c'è qualcosa dietro la mancanza di professionalità?
Le Forze Armate secondo me,torneranno a mandare in missione il caporale, il prezzo per lui è stato e sarà molto
alto, potrebbe anche dipendere da quello che lui dirà.

Pamba ha detto...

Scusate, pur condividendo le vostre osservazioni sui legali della Difesa ed una vaga titubanza sull’ambiente militare, accantono momentaneamente queste considerazioni per seguire le linee processuali, da quanto mi risulta dalla rassegna giornalistica recente.

La Difesa di Parolisi parla in questo articolo (“Contro Parolisi errori e fantasie. I punti chiave del voluminoso dossier della difesa sull’omicidio di Melania Rea, uccisa il 18 aprile 2011” - Gianni Berardi – Corriere Adriatico del 13/09/2013– pag.3 )
L’articolo è una carrellata della memoria che la Difesa porterebbe al processo d’Appello, nelle udienze che secondo il giornalista sarebbero il 25, il 27 ed il 30 settembre.

Le contestazioni sono ovviamente tantissime, considerata l’assurdità delle motivazioni della condanna, ma sembra che l’attenzione della Difesa si concentri sulla scena del ritrovamento: l’impronta di scarpa che secondo la Tommolini sarebbe di una mano (sic) e sul mancato accertamento di questa disformità;
la presenza di DNA appartenenti a persone diverse;
la traccia insanguinata, sulle gambe della vittima, di un indumento diverso da quello che SP indossava quel giorno;
le tracce di un’auto diversa dalla Scenic di SP.

continua

Pamba ha detto...

(segue)

Tutte cose di cui abbiamo lungamente dibattuto all’uscita delle motivazioni, ma mi hanno colpito in particolare due cose:

“le presunte violazioni del PM che non avrebbe trasmesso tutta la documentazione relativa all’indagine”;
Ah, questo mi sembra molto grave, quale sarebbero le informazioni, forse anche la testimonianza dei due anziani?

Poi, trattando di “profili genetici sul cadavere e sotto le unghie di Melania”, si afferma “Molti reperti, riconducibili a un uomo ed una donna sconosciuti, sono stati distrutti dopo le analisi”.
Ah bè, ma la Gino aveva palesemente manifestato le proprie perplessità…e se non sarà più possibile rifare queste analisi mancanti, almeno tali carenze investigative potrebbero insinuare nei nuovi giudici un “ragionevole dubbio”?

PINO ha detto...

@ PAMBA
Oltre alle presunte violazioni da te segnalate, ve ne sarebbro molte altre, che abbiamo abbontantemente discusso, te compresa, per molti mesi, come, per esempio, l'aver, la Tommolini, ignorato palesemente i risultati delle perizie da lei stessa ordinate a periti terzi: Bruno e Gino.
Quindi, non è solo la Procura che non avrebbe fornito, al giudice monocratico, tutta la documentazione completa sulle indagini del caso in oggetto.
La memoria difensiva presentata dagli avvocati Bicotti e Gentile, per il giudizio d'appelo, potrebbe essere perfetta, e contenere quesiti difficili da contrastare, ma, come dicevo nell'altro mio post, se non sarà accompagnata da altrettanta perfetta dialettica espositiva, pavento fortemente che il risultato del giudizio finale possa essere sicuramente positivo per Parolisi.
Mi auguro fortemente di sbagliarmi, ma ho i miei dubbi.
Pino

tabula rasa ha detto...

@Pino
il processo a porte aperte potrebbe impedire molte cose, sia positive che negative per la difesa.
Ora, io non mi pronuncio sulla capacità dialettica della difesa, ma al di là delle doti comunicative personali dovrebbe valere la carta.
Carta canta, si diceva.
E lo so anche io che il Gionni è più affascinante, determinato, eccetera, ma non voglio credere che al di là di prove di colpevolezza convincenti questo possa bastare: tanto è vero che la Tommolini non si è lasciata convincere.
La difesa deve necessariamente, ora, combattere su due fronti: ed è corretto vada a sindacare sull'impronta di mano insanguinata sull'assitto che impronta di mano non era.
Essendo sulle perizie definita come tutt'altro, va comunque cavillata la ricostruzione della Giudice che su una interpretazione arbitraria di quell'impronta, totalmente priva di riscontri nelle analisi dei periti, ne ha fatto un tassello importante per una ricostruzione che non è assolutamente possibile provare.

Credo che la presenza e la testimonianza fino ad ora taciuta della coppia di coniugi anziani che avrebbero testimoniato di aver visto la coppia Parolisi al Parco costituisca un fattore importantissimo e anzi sono decisamente meravigliata del fatto saltino fuori soltanto adesso.

Nemmeno qui dentro, si facevano le pulci alle testimonianze e si confrontavano orari e discordanze, la memoria mi aiuta a ricordare alcunchè.
E vorrei capire dove quando e dove sia stata escussa tale testimonianza, e nel caso fosse già nota ai tempi, perchè sia stata taciuta da tutti e perchè non ne siano stati informati i familiari della vittima che più di ogni altro avrebbero avuto il diritto di non indirizzare le energie verso una ricostruzione omicida priva di fondamento.
Perchè se tutte quelle testimonianze coincidono, se c'è una cosa sicura, è che Melania non è stata uccisa nelle modalità che sono state fatte passare come certezza dai media. Nemmeno una ripetizione ossessiva delle stesse può renderle storia.
Non intendo essere di parte stavolta, penso mi deciderò finalmente ad accendere la tivù e a seguire il processo, certo che i miei dubbi rimangono.
Chi ha ingannato chi?
Perchè in questa storia non può essere coesistano doppie o triple verità, l'unica considerazione possibile è che il numero delle vittime totali che la mancanza di Verità ha provocato supera di gran lunga quello della famiglia Parolisi padre madre e figlioletta.

tabula rasa ha detto...

rettifico: negato il processo a porte aperte.

non voglio commentare.

PINO ha detto...

@ TABULA

Il ricorso per un processo d'appello va redatto (per quanto ne sappia) in relazione al contenuto delle motivazioni della condanna comminata nel 1° grado di giudizio, secondo le normali procedure. Per cui i difensori di Parolisi, B&G, hanno puntato il dito su quelle incongruenze ed assurde omissioni rivelate dal documento della Tommolini.
Ma il dibattito dovrà vertere anche su cose e fatti che esorbitino dal contenuto delle stesse "motivazioni", come la richiesta del perchè sia stata taciuta la testimonianza della coppia di anziani, rilasciata ai carabinieri, una ventina di giorni dopo la scomparsa di MR, che accertava la presenza della famiglia Parolisi a Colle S. Marco, nel giorno e nelle ore dichiarate dal caporalmaggiore.
La grave omissione, che ha sicuramente avuto il suo peso, nell'iter investigativo, è stata divulgata nel corso della trasmissione di "QG". E quanto altro sarebbe stato ancora insabbiato, pur di attribuire al Parolisi l'omicidio della moglie?
Chi sarebbe coinvolto nella regia di una presunta strategia di tergiversazione giudiziaria, che non si connota col "Diritto" che tutela la libertà di ogni cittadino della nostra Repubblica?
Si è scritto e parlato di "poteri forti", di "grossi interessi" (leggere il link postato da Sira: <
http://www.signoraggio.it/il-caso-paolo-ferraro-e-il-caso-melania-rea-in-tre-articoli-pubblicati-a-firma-di-enrica-perrucchietti/) ma nulla sarebbe stato fatto, da parte della magistratura, per smantellare tutto quanto soggiace in un particolare mondo sotterraneo, ripetutamente segnalato, non solo dalla stampa, ma anche da testimonianze attendibili.
A noi, non resta che esprimere lo sdegno, per ogni sorta di abuso più che illecito: ad ognuno le sue responsabilità.
Ciao, Pino

Chiara ha detto...

tabula, mi hai anticipata.

respinta la richiesta di procedere a porte aperte.

non posso che rilevare la inadeguatezza dei difensori che hanno consentito che l'imputato motivasse la richiesta: «per permettere alla gente di vedere come va il processo e capire tante cose».

dati i precedenti di spettacolarizzazione e mediaticizzazione dei processi non c'era da contare su una decisione diversa, l'interferenza è già altissima così, figuriamoci se si comincia ad utilizzare i media come strategia processuale; per questo secondo me avrebbe dovuto chiederla come proprio diritto garantito dall'equo processo anche nell'abbreviato e stop.

possibile a mio avviso il ricorso per cassazione del provvedimento di rigetto poichè la norma si limita ad affermare che il procedimento a porte aperte viene disposto "se tutti gli imputati ne fanno richiesta", senza specificare l'onere di motivazione per la richiesta nè i termini di un eventuale dissenso del giudice così che il rigetto potrebbe essere illegittimo. Vedremo.

Di sicuro, ripeto, a mio avviso se Parolisi si risparmiava lo spauracchio dell'Avetrana-bis o del Cogne-bis era assai meglio.

PINO ha detto...

Non sappiamo, ad ogni modo, se il ricorso per tale rigetto sia stato avanzato da B&G.
Altrimenti dovremmo aggiungere questa "chichera" alle altre.
Ma speriamo di no, per il bene del condannato, anche se l'iter si allungherà di qualche settimna.
Per quanto riguarda la strategia direzionale opinionistica dei mass media, ho già accennato alla impressione avuta, seguendo le due puntate di "QG", dove è stato concesso a Picozzi e Meluzzi, di palesare apertamente il loro formale dissenso sulle indagini, e la mancanza totale di prove sulla presenza di Parolisi, sul luogo del delitto.
Nello stesso programma è stata diffusa la notizia sulla testimoniana resa ai carabinieri, dai due anziani, sulla presenza del militare, moglie e bambina, a colle S. Marco, come già affermato, ripetutamente dal chioscaio.
E' possibile che altri mezzi di diffusione si mettano sullo stesso binario.
Pino

Chiara ha detto...

Pino

certamente sarebbe d'indubbio vantaggio per l'imputato che si conoscesse il contenuto della discussione dei propri difensori.
la testimonianza degli anziani immagino fosse nel fascicolo del p.m. studiato dal g.u.p., che pare averla valorizzata e quindi suppongo che i difensori l'avessero a propria volta posta in evidenza.
purtroppo l'esperienza ci dimostra che i media traggono dai processi unicamente gli elementi che fanno gioco all'audience: come nel primo grado facevano audience gli elementi a carico, così nell'appello faranno audience quelli a discarico....diversamente avrebbero poco da parlare riproponendo le puntate degli anni scorsi. Meluzzi e Picozzi avevano già espresso quei dubbi, solo che erano soffocati dalla "linea" che l'opinione pubblica si attendeva allora dai propri paladini mediatici; ora per parlare di qualcosa gli si dà maggior spazio. Insomma, personalmente credo che al di là del cambio di conduzione e della mancanza dell'opinionista Palombelli, siano mere strategie televisive quelle che guidano certe trasmissioni, così la vedo...

Vanna ha detto...

Purtroppo era prevedibile che non si permettesse il processo a porte aperte.
Lo avevo già ipotizzato l'altro ieri.
Sicuramente ci sono i poteri forti dietro questa vicenda e non possono rischiare che venga fuori altro che non sia Parolisi assassino.
Questo è stato un delitto che esula dalla coppia, abbiamo già fatto numerose ipotesi.
Mi sembra di ricordare che la Tommolini pianse.
Secondo me Parolisi è stato umanamente colpito negli affetti più cari per ricordare a lui e ad altri, che bisogna mantenere il segreto nelle forze armate.
Lui forse disse qualcosa alla moglie...
La storia con la Ludi, è uno specchietto per le allodole.
Se si dovesse andare in guerra...forse potrebbe uscire.


Mimosa ha detto...

Chiara,
penso anch’io che la frase, da te citata, a motivazione della richiesta di un processo pubblico sia stata alquanto inopportuna (forse sfuggita dalla penna di Parolisi nel ricopiare il testo), sperando davvero non sia stata “ispirata” dai difensori.
Tuttavia, me l’aspettavo il rifiuto. E ciò non depone bene.

Yabula rasa, mi ricordo che SP in una delle interviste aveva nominati due anziani, marito e moglie, e ne avevamo anche ragionato un po’, intorno al 1 dicembre 2011.
Sta proprio scritto negli atti che SP dichiara di aver visto "una coppia di anziani provenienti dalla strada in direzione della quale la moglie si era allontanata”: p.58 dell'Ordinanza di Teramo, prima parte. È un suo flash mnemonico scaturito nell’interrogatorio fiume del 10-11 maggio 2011.

Mimosa

PINO ha detto...

@ CHIARA
L'importante è che la nuova "linea" che adotteranno i media più seguiti, sia costituita da criteri nuovi e contrapposti a quelli sciorinati dalla precedente, inquinati da presupposti e mere illazioni. Sarà anche regia "tecnica" che, come dici, per tale nuova e diversa peculiarità, sarà premiata da tanta audience.

@ VANNA
Dal momento della condanna di 1° grado, e fino all'eventuale dibattito in Cassazione, la qualifica di militare per Parolisi è "sospesa". Salvo ad essere di diritto reintegrato, dopo essere stato assolto, con formula piena, al 3° grado di giudizio.
Nel frattempo, anche se scoppiasse una guerra planetaria (facciamo i debiti scongiuri) Perolisi potrebbe indossare ancora una divisa.
Ciao, Pino

Pamba ha detto...

Caro Pino,
innanzitutto grazie per aver ricordato la collaborazione mia e di tanti altri.
Dopo la doccia fredda dell'ennesimo stop a Parolisi, devo riconoscere che le tue premonizioni, ancorché mi sembrassero allora troppo pessimiste, ancora una volta si sono realizzate.

Se non possiamo fare altro che sdegnarci, per l'andamento della Giustizia beninteso, che sdegno sia!
Allora mi sdegno anche per quanto leggo ancora e per come tutto cio' possa ancora influenzare la pubblica opinione.

Stavolta sono io la pessimista...La "linea" dei giornali e' sempre quella, un articolo pro - tanti articoli contro.
Un esempio?
La parte civile, almeno secondo le parole del fratello di MR, che ho letto nella versione cartacea di questo articolo
http://www.corriereadriatico.it/macerata/delitto_di_melania_michele_rea_allattacco_nessun_dubbio_salvatore_colpevole/notizie/326290.shtml
contesta la richiesta della Difesa di nuove perizie e torna nuovamente su:
la “sicura” presenza di Salvatore alle Casermette, dimostrata da:
- il DNA di SP sulla bocca di Melania, che si dissolverebbe in pochi minuti (più volte ho sentito il Gen Garofano contestare scientificamente questa presunta certezza);
- la tranquillità di MR, che non avrebbe pianto (e' sicuro che la sorpresa di un attacco inaspettato da parte di chiunque o il terrore per la costrizione con la minaccia di un'arma, non avrebbero questo effetto?);
- i pantaloni e slip volontariamente abbassati, “neanche davanti a me e nostro padre, l’avrebbe fatto” (neanche da commentare...);
- la convinzione che accertamenti su altri profili (femminili) sono stati fatti, poiché è stato appurato che il DNA sotto le unghie era dell’estetista.
Quest'ultima affermazione poi, se la mia memoria non falla, mi sembra proprio un travisamento...Quando mai, nelle perizie o negli atti, abbiamo mai letto di questo accertamento? Ci sarebbe stato scritto nome e cognome, come per i tanti menzionati, no?

Ciao, Pamba

Pamba ha detto...

Cara Mimosa,
grazie per aver recuperato queste informazioni sulla coppia di anziani.
Ma perché allora i difensori, che ne erano a conoscenza, non li hanno citati come testimoni, come il ragazzo di cui non ricordo il nome?

Pamba

Mimosa ha detto...

Ciao Pamba,
che bello incominciare a ritrovarci, agguerrite come prima!
Citi il fratello, ma non so se hai visto la madre due settimane fa a QG … raccapricciante la sua sicurezza e la durezza del suo volto! Ha ribadito che se anche il genero venisse assolto, per lei rimane sempre l’assassino della figlia. Addirittura ha ringraziato il telefonista e vorrebbe stringergli la mano, senza minimamente avere il dubbio/sospetto che potesse essere colui l’assassino … Ma si può davvero essere così privi di personali opinioni da affidarsi ciecamente nelle mani di avvocati … sì quando gli avvocati minacciano di piantare l’assistito se non fa quello che dice.
E allora l’opinione pubblica si nutre di rancori e palesi ipocrisie nonché di fantasie regalate a pioggia per alterare la strada verso la verità.

Nemmeno io spendo parole per commentare la dichiarazione del fratello in merito ai pantaloni volontariamente abbassati … ma non si vergogna al solo pensiero?

Riguardo all’estetista, hai perfettamente ragione: non si conosce il nome di colei … uh, quanto ne abbiamo discusso, senza approdare a nulla … e pensare che il duo di difesa ha mai cercato di scoprire chi fosse …

Mimosa

Mimosa ha detto...

A chi se ne intende di processuale:
per l'Appello i difensori potranno tirar fuori la carta della fantomatica "estetista"?
Costei compare nella documentazione presentate per l'Appello?
è reso pubblico l'incartamento o dobbiamo affidarci ai giornalisti?

PINO ha detto...

@ PAMBA
La notizia sulla testimonianza degli anziani, non è mai arrivata fino a noi, questo è certo, ma sara stata fatta pervenire sicuramente, assieme all'altra dichiarazione del Ranelli con l'intero dossier, al gup Tommolini, se la stessa, nelle motivazioni della sentenza, attesta, senza mezzi termini, la presenza di Parolisi e famiglia a colle S. Marco, nel giorno e nelle ore dichiarate da SP, contrastando la stessa tesi accusatoria, basata principalmente su tale quesito.
Deve per forza essere andata così: non si spiegherebbe diversamente la convinzione del gup.
Ti auguro una serena notte, Pino

PINO ha detto...

ll caso Melania Rea in tre articoli pubblicati a firma di Enrica Perrucchietti

Melania in Procura (riassumo)

La misteriosa morte di Melania, si ricollegano alla testimonianza del PM romano, Paolo Ferraro che ebbe modo di raccontare ad alcuni giornalisti di aver incontrato Melania, esattamente un mese prima dell’omicidio, presso la Procura di Roma.

Ferraro stesso mi raccontò di essere sicuro al 99% di aver visto Melania uscire dall’ufficio di un suo collega procuratore, che a quel tempo stava tenendo d’occhio per i presunti legami di questi con la massoneria deviata. Fuori dai denti, Ferraro ha ammesso che la donna che gli passò davanti ( n.d. r. la vidi Perrone: proprio Melania avrebbe minacciato Ludovica di rovinare la carriera a lei a al marito se quella liaison non fosse finita, tirando in ballo presunte conoscenze del padre e del fratello appartenenti all’Aeronautica italiana.

appena uscita da una stanza accanto alla mia a sinistra e fuori la aspettava l’uomo descritto alla Procura di Teramo ) era talmente bella e carica di fascino che gli rimase scolpita nella memoria. Alta, bruna, mediterranea, dall’andatura sensuale, aveva però i capelli ondulati che le cadevano sulle spalle. Appena un mese dopo, quando la foto di Melania Rea venne trasmessa per la prima volta da tutti i notiziari e poi pubblicata dai quotidiani, dubitò che fosse lei solo per il dettaglio dei capelli che in tutte le immagini risultavano essere lisci. Quando finalmente vide una foto di Melania con i capelli al naturale, ossia ondulati, fu assolutamente certo che era proprio la donna che aveva incontrato quel giorno in Procura.

Se teniamo fede alla testimonianza di Ferraro, sorge il dubbio sul motivo della visita della donna da sola alla Procura di Roma, ben lontana da casa. Il magistrato mi ha confessato di (SEGUE)

PINO ha detto...

credere ( n.d.r. raccontato di aver ipotizzato ) che Melania si fosse rivolta a quel suo “collega” per denunciare un comportamento del marito, atteggiamento coerente con la ricostruzione della polizia che ha descritto una Melania furiosa per la relazione di Parolisi con la giovane soldatessa Ludovica La presenza di Melania in Procura si può interpretare in diversi modi: secondo la ricostruzione di Ferraro la donna si sarebbe rivolta a un magistrato – forse amico di famiglia o indirizzatole da qualcuno legato all’ambiente militare – per scoraggiare la relazione clandestina del marito o addirittura per denunciare gli abusi che avvenivano nella caserma di Ascoli Piceno dove prestava servizio il marito. I presunti festini, forse addirittura orge, l’abuso di droghe e le violenze sulle giovani reclute sono emerse in fretta e tanto in fretta messe a tacere, una volta che gli inquirenti hanno iniziato a indagare sul passato del caporalmaggiore. Difficile che la moglie ne fosse completamente all’oscuro. Forse che si riferisse a questo quando minacciò Ludovica di rovinarle la carriera rendendo noti certi dettagli? Di certo la notizia della relazione tra il marito e una recluta non sarebbe stata una notizia così sconvolgente da far finire nei guai i due amanti e da spingere Parolisi a uccidere la moglie. Il divorzio anche se in un ambiente “tradizionale” ancora legato ai valori famigliari non sarebbe stato un vero e proprio “scandalo”. Neppure la presunta eredità che Salvatore stava “aspettando” giustificherebbe un gesto così estremo, sebbene l’uomo, dai messaggi che si scambiava con l’amante su facebook, sia emerso come evidentemente esasperato. La pista passionale non giustifica tutta una serie di dettagli che sono emersi durante le indagini e che aprono alla possibilità che dietro l’omicidio ci sia la regia di una società segreta con evidenti infiltrazioni nell’esercito.
Vi è anche la possibilità che Melania sapesse già dei rituali che avvenivano in caserma e di un ipotetico protocollo legato al progetto Monarch di addestramento e manipolazione mentale a cui venivano sottoposte le giovani reclute, e di cui Michael Aquino era un noto esperto ancor prima di entrare a (SEGUE)

PINO ha detto...

fare parte della Chiesa di Satana e di fondare poi nel 1975 il Tempio di Set. In questo senso Melania può però essersi infuriata alla notizia del legame ormai consolidato tra il marito e Ludovica e ciò avrebbe potuto spingerla a confidarsi con un “amico” di famiglia, che, tra l’altro, secondo Ferraro, avrebbe il compito, nell’ambiente della massoneria infiltrata nella Procura romana, di dissuadere le giovani mogli o i vari testimoni a “denunciare” i soprusi o le violenze che vengono scoperte in ambito famigliare. Può essere successo così anche con Melania? Questo magistrato può aver tentato di dissuaderla ma vedendola irremovibile può aver dato l’allarme ai superiori, causandone così la morte (per mano del marito o di chi per lui). Lo scandalo in questo senso sarebbe derivato dalla rivelazione di “segreti” militari, non di una semplice relazione extraconiugale.

Oppure, ancora, Melania conosceva enendo tra l’altro da un ambiente militare – era una “sacerdotessa” dei rituali che ivi venivano svolti? Per questo sembrava così “sottomessa” alla volontà del marito a cui aveva perdonato quella che sembrava essere solo una scappatella? Per questo si costringeva a digiunare per assecondare il desiderio dell’uomo che la voleva ancora più “magra”? O la sua anoressia dipendeva dalla frustrazione del tradimento? Non lo sapremo mai, ma sono le uniche ipotesi possibili se la donna effettivamente incontrata da Ferraro in Procura era veramente Melania Rea. Se prendiamo per vera la testimonianza del PM, Melania si sarebbe rivolta a qualcuno di cui si fidava e forse da questi sarebbe stata tradita, messa sotto controllo e dopo aver compreso le intenzioni della donna di rendere pubblici certi “segreti”, messa a tacere definitivamente.
***
L'articolo ripercorre il tracciato di tutto quanto da noi ipotizzato per lunghi mesi. Non eravamo, quindi, tanto fantasiosi nell'aver anticipato tale possibile versione del caso Rea.
Pino

Manlio Tummolo ha detto...

Cara Mimosa,

per quanto ne so, in processi normali, la Corte d'Appello ( e d'Assise d'Appello) può assumere nuove prove, e testimonianze su istanza delle parti. Nel processo abbreviato a porte chiuse non so se questo sia ammissibile. Comunque, decide sempre la Corte stessa: tutto si può chiedere, non tutto si può ottenere.

In Corte di Cassazione invece, trattandosi solo di questioni formali e procedurali e solo indirettamente entrando nel merito, non ritengo che siano ammesse nuove prove. Eventualmente si potrebbe chiedere la revisione dell'intero processo qualora le nuove prove siano ritenute significative e consistenti.

Chiara ha detto...

Giudizio abbreviato, art. 441 comma 5 c.p.p.: Quando il giudice ritiene di non poter decidere allo stato degli atti assume anche d'ufficio gli elementi necessari ai fini della decisione.


per quanto riguarda la facoltà dell'imputato di produrre documentazione a sostegno della propria linea difensiva, essa è condizionata dalla natura del rito abbreviato: in esso la sola fase orale riguarda la discussione dei documenti d'indagine contenuti nel fascicolo del p.m., quindi o l'imputato ha prodotto al p.m. indagini difensive in sede d'indagini preliminari (indagini la cui documentazione è dunque confluita nel fascicolo del p.m. tramite deposito in procura PRIMA della chiusura delle indagini) oppure non sono più producibili (e quindi conoscibili da parte del giudice). Come recita la norma che ho citato, l'altra possibilità è, in sede di discussione, convincere il Giudice ad esercitare i propri poteri istruttori d'ufficio (ad esempio, nel caso che interessa, sollecitarlo ad acquisire i dati relativi all'identità dell'estetista; va da sè che il giudice, per esercitare tali poteri, dovrà ritenere che senza quei dati anagrafici non sia per lui possibile decidere).

Antonello ha detto...

Complimenti a Massimo per l'articolo e per l'onesta' intellettuale che, ancora una volta, gli rende onore al cospetto di una ciurma di giornalai dal pastello colorato facile se, nell'immediato, conveniente.
Che dire, oltre al dubbio sull'identita' dell'estetista e sul perche' non sia dato conoscerne gli estremi rimane il grande dubbio della posizione del cellulare che l'amica aveva dichiarato di avere "lei" in uso, quella famosa cella che a ridosso degli attimi contingenti la scomparsa della vittima "Colle San Marco" lascia ancora ora inebetiti e stupefatti sul perche' quel balletto di celle non abbia interessato allo stesso modo chi giurava, fra i giornalai, che a Ripe di Civitella esistesse una cella zonale.
Ancora oggi varrebbe la pena, visto che il particolare all'epoca fu completamente dimenticato, di chiedere a tutti i protagonisti di precisare le proprie posizioni rispetto agli orari fatidici di questa vicenda.
E la posizione diventa fondamentale, come quanto dichiarato dai due anziani e mai reso di dominio pubblico per come invece merirava, perche' un corpo viene rinvenuto "pe terra" dopo due giorni ed a distanza di quasi venticinque minuti, diciotto chilometri, in posizione improbabile rispetto alle esercitazioni in atto.
Per me, dopo tutto questo allontanarsi della vicenda credo sia un po' piu' chiaro che si volesse nascondere il vero momento ed il vero luogo dell'accaduto che io ritengo possa essere il primo step verso il casolare, luogo della prima segnalazione del cellulare di Melania alla ricerca dei CC.
E se si e' deciso cosi', ed io credo proprio che si sia potuto decidere cosi', significa una sola cosa e cioe' che il/la/i responsabile/i sono "DI FATTO" legati a quel posto, a quegli sconosciuti attimi e che avevano interesse a che' invece Melania venisse rinvenuta in contesti totalmente diversi da quelli coinvolti o perche' strettamente attinenti ad una vendetta trasversale.
E vi sarebbero anche e sempre inattesi tutti i legittimi interrogativi, se fondati sulle posizioni dei protagonisti, sugli alibi che ognuno ha potuto dichiarare di avere e sulla famosa posizione disvelata dell'amico del caporale.
Anche se seguo i vostri ragionamenti sulla procedura, anche interessanti, non riesco a non tentare ancora oggi di ricostruire cio' che "molto stranamente", anche livelli istituzionali evidentemente, hanno del tutto trascurato o dimenticato.
Dici bene Massimo, l'amaro in bocca rimane a chi si e' dannato per cercare una verita' di cui evidentemente frega na mazza a nessuno piu' delle anteposte regolette di finto onore e di scintillanti share, dopo aver saputo dei due anziani cadono veramente le braccia, ma e' il meno perche' tutti noi sappiamo che si sravano stravolgendo gli orari e le testimonianze pur di andare in un senso, meno male direi che abbiamo avuto l'onore di andare "controvento".

Anonimo ha detto...

Se davvero dietro questo delitto dovessero esserci gli scenari adombrati da Enrica Perrucchietti, il duo B&G, sarebbe DEL TUTTO impotente e completamente inadeguato a sostenere la difesa del caporalmaggiore

ENRICO

PINO ha detto...

E si, caro ENRICO!
Credo fermamente sulla valutazione che ho fatto, circa l'inadeguatezza della difesa di Parolisi. Vieppiù dopo la negazione del processo a "porte aperte" che la vedo come prodromo di una lunga serie di ben mascherate ostilità, che incideranno sensibilmente sullo svolgimento ed i risultati del prossimo pocesso di 2° grado.
Non è il caso che ripeti ancora che il militare si trovi di fronte a "cose più grandi di lui", come ho spesso e ripetutamente sostenuto in tempi non molto remoti.
Non vorrei fare l'uccello del malaugurio, perchè, in fin dei conti, spero sempre che succeda un miracolo.
Ciao, Pino

PINO ha detto...

p.s. ENRICO
A proposito di quanto ha scritto la Perrucchietti, e le cose "più grandi di lui" da me ipotizzate, riporto quello che il Parolisi stesso dice per telefono (intercettato) alla sorella, riportato dalla stampa, dove si rileva chiaramente che il Parolisi è invischiato in qualcosa di losco, ma NON E' L'ASSASSINO della moglie.
Ecco la parte dell'articolo che si ricollega agli argomenti sopra accennati:

"Ma è proprio il caporalmaggiore ad accennare a "qualcosa di brutto" uscito dalla caserma. E di cui Melania avrebbe fatto le spese. Ne parla con la sorella, la persona che gli stava più vicina. E che sembra essere a conoscenza delle cose cui il fratello fa cenno. "Può darsi che mi danno una punizione a livello disciplinare, oppure perché la cosa è troppo grossa chiudono un occhio. Comunque sia è uscito qualcosa di brutto pure dalla caserma", dice lui. E Francesca, la sorella, replica: "Però voglio dire io, se poi lì dentro non esce niente alla fine...". Parolisi: "Ma sai quante altre cose escono in mezzo. Io non so quello che è stato raccontato dai ragazzi lì dentro ma non pensare che ero l'unico ad avere qualche contatto così". "Allora esce tutto fuori". "Sì ora esce fuori pure qualche altro cliente". "Ma tu devi dire che purtroppo non è stata colpa tua. La peggio l'hai avuta tu per quello che ti è capitato ma...". E Parolisi: "A me di loro poco importa. Ogni persona ha fatto gli sbagli e li pagano tutti quanti. Mi dispiace che ci ha rimesso Melania. Io sicuramente non volevo che succedesse. Questo è poco ma sicuro".
A più tardi, Pino

Tabula RaRa ha detto...

fra i tanti commenti, mi salta all'occhio la frase di Antonello che ritengo molto interessante (ricorderò come si usa il grassetto?)
Per me, dopo tutto questo allontanarsi della vicenda credo sia un po' piu' chiaro che si volesse nascondere il vero momento ed il vero luogo dell'accaduto che io ritengo possa essere il primo step verso il casolare, luogo della prima segnalazione del cellulare di Melania alla ricerca dei CC
Per il resto, ritengo inutile adombrarsi per i commenti dei parenti della povera vittima, in fondo hanno sposato una causa d'odio verso una ben determinata persona, e dopo avere indirizzato a questa ogni colpa, credo sia psicologicamente difficile tirare indietro i remi. Significherebbe amplificare nuovamente un dolore che si sta cercando di superare, e questo anche grazie alla presenza della piccolina, vittima incolpevole anch'essa, che purtroppo tra le tante ha la fortuna di essere amata ma la sfortuna che le sia negato il padre.
Melania e Ferraro: ma può essere abbia denunciato loschi incontri, può essere davvero perchè la ragazza era determinata e delle conoscenze importanti aveva fatto menzione.
A tal proposito sarebbe interessante avere la descrizione dell'accompagnatore, sempre che quella fosse davvero Melania.
Però vederla come sacerdotessa del sesso, no, non ha senso e non ci sono elementi per inquadrarla in qualche setta, francamente trovo la faccenda come minimo prematura, di sicuro allo stato attuale delle cose campata per aria.
In quanto all'abbassarsi le mutande per far pipì, credo che nessuna donna al mondo lo farebbe davanti a padre e fratello, ma quasi tutte le donne del mondo non avrebbero problemi davanti ad un'altra donna.
Questo genere di argomentazioni rimangono tutto un parlare tanto per dare aria ai denti, non hanno valore probatorio: non che la ricostruzione della Tommolini avesse più fondatezze di discorsi da bar di questo livello.

ENRICO ha detto...

eh sì PINO, ricordo benissimo quell'intercettazione. Per mesi l'abbiamo vivisezionata in ogni sua virgola e mi sembra che tutti fossimo d’accordo nel ritenere Salvatore implicato in qualche brutto affare.
Però ciò che mi ha sempre lasciato interdetto è stata la reazione priva di sorpresa da parte della sorella quasi come se anche lei fosse già al corrente di questi “fatti”….:

ENRICO

PINO ha detto...

@ ENRICO
Da come si è svolta la conversazione telefonica, si arguisce con chiarezza che la sorella di Parolisi doveva essere a conoscenza almeno di parte delle illeicità in cui il fratello era coinvolto.
Desta, però, perplessità il fatto che la donna non sia stata interrogata dagli investigatori (per quanto io sappia) per fornire spiegazioni in merito all'argomento della telefonata.
Una mossa voluta?
Buona notte, Pino

Sira Fonzi ha detto...

Ciao a tutti,
per chi non lo avesse ancora letto, posto questo articolo che ritengo essere molto interessante:

"Quando una donna bacia, volontariamente o meno, un uomo, non solo avrà con lui uno scambio di batteri e di liquido salivale, ma anche una trasmissione di codice genetico. Non importa quanto fugace sia stato il bacio: resta il fatto che il DNA dell’uomo che ha baciato si depositerà sicuramente sulla bocca della donna per almeno un’ora (potrebbe succedere anche il contrario, ma per il momento non vi è evidenza del fatto).Natália Kamodyová e i suoi colleghi all’Università Comenio di Bratislava, in Slovacchia, per il loro esperimento hanno reclutato 12 coppie, che hanno accettato di baciarsi appassionatamente per almeno 2 minuti. In seguito, sono stati raccolti campioni di saliva delle donne a intervalli di 5, 10, 30 e 60 minuti. (Poiché il metodo della Kamodyová si basa sul rilevamento del cromosoma Y, esso può essere utilizzato solo per identificare il DNA maschile nella saliva di una donna e non viceversa).

I risultati hanno mostrato che il DNA dell’uomo era ancora presente nei vari controlli e si è visto che esso poteva essere rilevato anche dopo più di un’ora dal bacio. “Abbiamo dimostrato che è possibile ottenere un profilo completo della persona che ha dato il bacio e questo potrebbe essere utile per le indagini della polizia criminale, per individuare il possibile colpevole tra vari sospetti o escludere degli innocenti” ha dichiarato la Kamodyová.

Ora il gruppo di ricerca sta indagando per cercare di comprendere se il DNA sopravvive anche più di un’ora sulla bocca della donna e se è ottenibile anche da un prelievo effettuato sulla bocca di una donna deceduta (Forensic Science International: DOI: 10.1016/j.fsigen.2012.07.007).

In alternativa, questo test potrebbe un giorno essere utile per dimostrare al proprio marito geloso che non si è baciato alcuno sconosciuto (da usare però con circospezione, perché qualora non fosse vero, non solo si scoprirebbe il tradimento, ma anche il DNA del proprio amante!)"

Dr. Walter La Gatta


Buona notte
Sira

Antonello ha detto...

Anche ieri sera a Linea Gialla la Signora in Rimmel ha sottolineato che quel dna sulle labbra di Melania e "sugli incisivi" (si diceva invece sull'arcata dentaria superiore ma lasciamo perdere i puntini sulle "i"), peccato che questo dato di fatto non solo dimostri poco in merito alla responsabilita' sull'aggressione alla vittima ma vorrebbe arrivare a conclusione che si originano da premesse totalmente infondate come l'ora ed il giorno di decesso e quindi di deposito del corpo in loco.
A riprova di cio', al Prof. Giardina visibilmente contrariato, che sottolineava come non si ha neppure la temperatura del corpo al momento del ritrovamento la Luminare della Scienza ha ribadito, con il picco dell'esperta del settore, "ma Professore a cosa sarebbe servito misurare la temperatura di un corpo che e' stato rinvenuto dopo due giorni di deposito" dimenticando che la temperatura e' fondamentale per risalire al momento della morte e quindi anche al tempo di deposito del corpo sulla "scena" del ritrovamento e partendo, per mera polemica strumentale, quindi da pregiudizi infondati scientificamente per arrivare a sconfessare l'utilita' di un protocollo riconosciuto a livello planetario.
Siamo alla farsa, con l'immagine neppure competente di personalita' esclusivamente mediatiche si tenta di variare delle conclusioni scientifiche peritali di portata risolutiva, dopo gli orari delle foto e della videosorveglianza si cerca ancora, alla ricerca si qua di notorieta' personale e mediatica di opporsi a luminari veri controbattendo da profani sul loro stesso campo, e' incredibile la sicumera e la presunzione di cui e' contaminata oggi qualsiasi scena ripresa da qualsiasi telecamera.
Dopo un insensato contrappunto della D.ssa di cinque minuti il Prof. Giardina ha risposto comprendendo, piu' della interlocutrice, le sue parole e rispondendogli che forse non si era accorta che aveva avanzato le stesse osservazioni che il Professore aveva espresso solo cinque minuti prima.
Io non so a che gioco qualcuno sta giocando ma e' scandaloso quello che ancora oggi avviene in questo caso e credo che se il collegio difensivo e' definibile inadeguato ed impotente tutto il rimanente che avrebbe il dovere di consegnare ricostruzioni verosimili, e non solo sentenze, e' irricevibile ed indefinibile senza cadere nel querelabile.
Tutti totalmente inadeguati a rincorrere una verita' propria svincolata dai dati di fatto, o dalla loro accertata assenza, tutti a pilotare la verita' a seconda dei propri giudiziari, e non solo, interessi di ruolo e parte.
Un Giudice che scambia un'impronta sezionata e lineare per l'orma di una mano, testimoni nascosti e non messi in rilievo, orari che hanno ballato alla Mata Hari, moventi a cinque o sei facce, nessuna prova, nessun orario ne luogo certo, una moneta o schedasu cui non interessava a nessuno le impronte che poteva riportare, step scritti nero su bianco tralasciati, dna e pellame sconosciuti ed estermi alla coppia completamente disconosciuti all'indagine, la certezza che se si e' menefreghisti ed immaturi in Italia si diventa automaticamente omicidi, una ricostruzione temporale e spaziale da far venire i brividi al piu' lento degli alieni in completa invisibilita' in luoghi ricolmi di supposti ciechi, vicino ad un chiosco "per caso" chiuso durante esercitazioni alla "mosca cieca" e nessuno che se ne interessa di quelli che sarebbero addetti e preposti a farlo.
Che siano inadeguati i difensori e' a parer mio la bruschetta nell'occhio diverso, mentre qui vi sono travi gigantesche in chi sarebbe pagato ed onorato per "vedere".

W ha detto...

Ci è nota l'asservita prestazione del Sottile, per averla dovuta digerire quando conduceva "QG".
Continuasse pure a sfornare bufalate, per chi sarà disposto ad accettarle: ma non credo che ne saranno in tanti. W

ENRICOA parte questo ha detto...

Buongiorno a tutti

Che Parolisi abbia baciato la moglie non ci sono dubbi : ha dichiarato lui stesso di averlo fatto quando Melania si è allontanata per andare in bagno.

Ora, stabilire se quel DNA è stato depositato mezz'ora prima a CSM o mezz'ora dopo al chiosco della pineta durante l'aggressione mi sembra un'impresa alquanto ardua.

A parte ciò, nonostante io sia propenso a credere che l caporalmaggiore non sia l'autore del crimine, ritengo che la sua posizione sia disperata a causa di una Difesa, non solo latitante, ma anche e soprattutto controproducente

ENRICO ha detto...

Ps : sia in questo “caso” come in quello di Avetrana, l’andamento processuale è stato gravemente stravolto ed inquinato dall’abnorme sovraesposizione mediatica di UNA SOLA delle parti in causa

Anonimo ha detto...

Ho iniziato a leggere di Ferraro proprio quando si parlava di questo caso. La sua storia è da leggere (e non è semplice), a partire dai fatti della Cecchignola, per capire meglio il tipo di collegamento plausibile (ma non certo) che si può ipotizzare per questo caso. Per prima cosa bisogna essere certi che Melania si recò a Roma quel giorno, ma chissà se qualcuno ha fatto indagini in merito. Se non sbaglio Ferraro è stato comunque sentito, ma non ne sono certa. Quello di cui invece sono certa è che se il collegamento di Ferraro è giusto, in base a tutta la sua scoperta, non c'è da aspettarsi alcun cambiamento...
Come Pino ed altri ho sempre creduto che P sappia qualcosa. Chi ha ucciso M non poteva essere un omicida casuale (con seri disturbi mentali) passato di li, ma qualcuno che conosceva la coppia e gli spostamenti.
Sui pantaloni si è discusso molto. Stando a quanto ci è stato detto sulla quasi maniacale igiene di Melania (tanto da trattenere la pipi a lungo se non trovava un bagno adeguatamente pulito), non credo che avrebbe scelto un bosco, a maggior ragione se il marito era li con tanto di macchina per poterla accompagnare.
Invece della sentenza non mi è chiaro il punto dell'occultamento degli abiti insanguinati insieme ai guanti. Non vengono specificati gli spostamenti, se gli abiti nascosti vengono poi ripresi o no, e per il vilipendio si parla degli "stessi guanti" usati nell'omicidio.
Kiba

Sira Fonzi ha detto...

Ciao Enrico,
sono concorde con te, anche a mio avviso Parolisi non è l'autore del crimine, ma le sue bugie iniziali, per cercare di celare il rapporto con Ludovica, hanno dato il la agli investigatori, che hanno ideato il movente dell'imbuto e da lì nessuno li ha più spostati.

L'esperimento sulla permanenza del dna nella bocca dopo un bacio dimostra che una delle due carte che si vantava di avere in mano l'accusa (poichè affermava che il bacio poteva essere stato scambiato solo pochi minuti prima della morte) è fasulla.

L'altra carta era quella dell'alibi che come puntualizzato spesso da Massimo, non è un falso alibi, ma un alibi non dimostrato, e direi che la differenza sia notevole.
Abbiamo visto adesso spuntare la testimonianza della coppia di anziani e chissà che non vedremo altre cose nell'appello venire a galla.

Credo che il modo violento in cui è stata uccisa Melania abbia imbrattato di sangue l'assassino e pur volendo credere che Salvatore si fosse coperto con una tuta mimetica (ma qui siamo nel premeditato) non avrebbe comunque potuto essere sicuro pur lavandosi (dove? la fontanella non conteneva tracce)che degli schizzi di sangue non potessero essere arrivati in posti non visibili al proprio occhio, ma all'occhio di chi mezz'ora dopo avrebbe avuto di fronte magari si(ad esempio su una ciocca laterale dei capelli o sulla parte posteriore del corpo)

Aspettiamo l'inizio di questo processo sperando che porti un aria nuova, rispetto all'aria fritta che ha caratterizzato il primo.

Un caro saluto
Buona giornata
Sira

PINO ha detto...

L'atto stesso della negazione del processo a "porte aperte", non depone in favore di una buona disposizione del collegio giudicante nei confronti di Parolisi.
Nello stesso tempo impedisce che il pubblico, del quale facciamo parte, segua tutte le fasi del dibattito.
Saremo costretti, in tal modo, ad usufruire di quanto ci propinerà la carta stampata ed altri organi mediali di informazione, di cui già conosciamo gli umori, per averli lungamente esperiti.
Insomma, non vedo una prospettiva colorata di rosa, nonostante la nostra speranza che siano prese in esame, in sede di dibattito, quelle prove ed indizi che indicano l'impossibilità dell'ex caporalmaggiore, di essere stato presente sulla scena del delitto, e l'assurdità di un suo ritorno sullo stesso luogo, per vilipendere il corpo senza vita di MR.
Ma chi avrà la forza di sfondare il muro di presupposti, già cementificato, su cui è stato basato il castello accusatorio?
Non certo chi si "propose" per la difesa del militare: mancano tutte le premesse per inculcare fiducia in chi valuta dall'esterno.
Ma la fiamma della speranza è sempre l'ultima a spegnersi.
Saluti a tutti, Pino

Tabula ha detto...

l'ombra del sospetto dell'asservimento ha sfiorato ben altri che il Sottile, da parte di chi si è ostinato a ricostruire il puzzle incastrando i pezzi sbagliati col martello.
Poi è arrivata la sentenza che finalmente li ha rimessi a posto con la motosega.
Non so cosa ci sia da sperare ancora.
cordiali saluti

Pamba ha detto...

@Antonello 8.07

Grazie per averci raccontato quanto ci ha propinato Linea Gialla!

Tu scrivi:
"Un Giudice che scambia un'impronta sezionata e lineare per l'orma di una mano".
Mi hai incuriosito e sono andata a vedere...

Se qualcuno ha ancora voglia di seguire questo teatrino dell'assurdo, ecco l'immagine della traccia, trasmessa da LS sopra la didascalia delle ore 22.35.

http://www.crimeblog.it/post/92189/linea-gialla-la-puntata-del-17-settembre-2013

Buona serata, Pamba

Antonello ha detto...

Per la verita', Sottile sarebbe un presentatore e quindi nella teoria astrale di correttezza che dovrebbe riguardare tutti i presentatori e le presentatrici dovrebbe presentare le storie dando voce a protagonisti ed addetti ai lavori, questo mi sembra onestamente che, a suo modo e con la sua voce, egli faccia molto piu' apertamente di tanti altri.
Su ogni storia vi sono sempre state voci in contrapposizione e divergenza e questo e' un chiaro segno che la redazione lascia le idee scorrere, anziche' contrastarle, non invitarle o tacerle, questo oltretutto permette palesemente l'apertura del dialogo vero in cui ognuno puo' esprimere le proprie convinzioni e motivazioni.
Certo, non sempre e' andata cosi ma l'intenzione di fondo, anche se chi mi conosce sa che io prediligo le trasmissioni d'inchiesta alla "Blu notte" od alla Paolini o Raffai, mi sembra che il conduttore la abbia, basti pensare che proprio in questa storia l'unica benedetta voce fuori dal coro deicodazzi telecomandati era proprio Meluzzi che da Sottile aveva trovato abbondante spazio per le sue osservazioni.
Chi non vede il palese ha liberta' di critica come tutti ma riconoscere i dati di fatto e' a parer mio la base per costruirsi una "propria e preziosa" opinione libera.
Forse e' sfuggito pure un trasloco su l'A7 non proprio del tutto scontato, anche se ammetto che anche l'A7 oramai accondiscende in parte un mercato falsato.

Pamba ha detto...

Giusto Antonello, la penso anch'io come te!

Chi l'ha visto non mi vedrà mai più' ;-) ma in un processo blindato come questo e con una sproporzionata esposizione di una sola delle parti, come faremmo altrimenti, senza qualche briciola di documentazione e contradditorio, a formarci un'opinione libera?

Solo per quanto riguarda la traccia, mi sembra talmente palese l'errore della Tommolini che c'è da tremare all'idea di quanti potrebbero essere vittime di sentenze basate su presupposti errati, pregiudizi e...favole.

Allo stesso tempo, tremo all'idea che il Duo possa basare la Difesa soltanto su questi elementi. Anche se apprezzo lo spostamento dell'attenzione mediatica dal Colle San Marco alle Casermette, abbiamo visto bene quale alterazione del luogo del ritrovamento e' stata fatta...

Buona giornata a tutti
Alla prossima, Pamba

PINO ha detto...

"Linea gialla": un mal riuscito "copia-incolla" di QG, di cui ne accentua solo le negatività, come il voler sostituire un programma informativo, in un aula di tribunale, con relativi, squallidi arrangiamenti non solo scenici.
In quello mandato in onda ieri sera su "La7d", si è discusso fra l'altro, sul prossimo processo d'appello sul caso Rea. Sottile l'ha riproposto rifrigento in olio stantio, minestre nemmeno corrette con additivi, per renderle meno ributtanti. Anzi, di additivi ne ha aggiunto uno, si: la dr. Bruzzone che, con la sua incomprensibile, veloce e cantilenante logorrea, ha cercato di contrastare, senza averne le necessarie competenze scientifiche, gli assunti del dr. Giardina, che tentava pacatamente e tecnicamente di esporli.
Un confronto, insomma, che la Bruzzone ha trasformato in una scena da lavatoio comunale.
Come se ciò non bastasse, si sono tirate fuori le telefonate fra Parolisi e l'amante, il famoso "imbuto" ed il fatto che numerosi testimoni NON avevano riscontrato la presenza di Parolisi e famiglia s Colle S. Marco, nel giorno e nell'ora del delitto di MR.
E' stato appena sfiorato, invece, quanto scritto dal giudice Tommolini, nelle sue "motivazioni" per la sentenza comminata.
Praticamente, abbiamo assistito ad una proditoria, insulsa prima parte del prossimo giudizio d'appello, tenuta fuori dalle aule di un tribunale.
Chiedo, a chi ne sa più di me: E' POSSIBILE CHE TANTO VENGA PERMESSO SOLO QUALCHE GIORNO PRIMA DI UN PROCESSO CHE DECIDERA' SULLA VITA DI UN ESSERE UMANO?
Pino


Manlio Tummolo ha detto...

Carissimo Pino,

sai come la penso su TUTTI questi spettacolazzi che tendono a condizionare poi le decisioni delle persone a cui compete il giudizio, anche in forma inconscia. Ma leggi specifiche che le proibiscano non vi sono, e questi ne approfittano. Certe tesi poi attirano clientela e con la clientela la pubblicità. Gli avvocati difensori potrebbero far fioccare querele, ma evidentemente preferiscono non farlo.

Per questo ritengo che l'arma migliore che abbiamo a disposizione è di non seguirle. Parlino solo fra di loro.

PINO ha detto...

Caro MANLIO
Quello che proponi è fattibile, ma quanti sarebbero disposti a farlo?
Spettacoli del genere esercitano morbosa curiosità e, spesso, mediocre,sadico godimento al quale una buona percentuale di "amatori" non saprebbe rinunciare.
Ci dovrebbe essere un organo preposto a disciplinare tali sorta di diffusioni mediatiche che invadono settori particolari della pubblica amministrazione, quale quello della giustizia.
In Italia, dove si creano tanti "enti" inutili, cosa costerebbe costituirne ancora uno veramente di pubblica salvaguardia?

Antonello ha detto...

Effettivamente, facendo penitenza, concordo con Manlio Tummolo, non meritano e l'avrei anche detto che personalmente preferisco di gran lunga il vero giornalismo d'inchiesta, ma, c'e' un ma, a me inquieta non poco che in un paese sostanzialmente anziano che quelle trasmissioni le guarda si assista al nascondimento od al travisamento di fatti a fini mediatici sensazionalistici strumentalizzando la "morale pubblica".
Mi preoccupa moltissimo questa strategia funzionale allo sgoop a tutti i costi, "qualsiasi fine giustifica i mezzi" e' un concetto pericolosissimo per il paese, per l'equilibrio sociale, e' il primo campanello gravissimo di allarme, i poteri occulti e la schiera di opportunisti hanno di fatto il pieno controllo mediatico di quello che un anziano ieri era abituato ad ascoltare come "un notiziario", come oro colato, la Rai era l'ostia "pubblica" che diffondeva la notizia, e si sa, bene o male o per poco o tanto, chi controlla l'informazione, se non ha un alto senso di lealta' e correttezza verso il proprio mestiere crea dei danni pilotati non da ridere.
Se manca la vera informazione, e qui Massimo potra' confortare, si spostano e si pilotano le basi sulle quali un popolo costruisce la propria libera idea, in politica come in cronaca, in economia come nello sport, per questo almeno io tento di non sottovalutare questo triste fenomeno.
Questo ed il tentativo di risalire alla verita' ascoltandone persino quelli che ne sarebbero nemici sono le motivazioni che a me personalmente spingono a continuare a farmi sostanzialmente del male guardando questi programmi interessandomi a questi argomenti.
Vederli significa per me conoscere il nemico, guardarne le strategie al videomicroscopio, cercare di comprenderne le origini, le motivazioni, le leve strumentali abusate, fino in sostanza a dove sono capaci di spingersi, non trascurando che se confermate da fonti totalmente opposte si riesce persino ad estrapolare qualche serio dato di fatto attinente.
Intendiamoci, di Blu Notte non mi perdevo una puntata, queste americanate invece le riesco a guardare ogni tanto e se non vi sono trasmissioni che ritengo anche solo utili per non dire interessanti, anche questa presenza simulata e truccata della pluriesperta tuttologa a Linea Gialla e' uno spazio che proprio non ci sta, non perche' io abbia qualcosa di personale con il Rimmel che Parla, Dio me ne guardi, e' che da profano ma credo anche da studioso ho sempre ritenuto corretto e fruttuoso porsi nei confronti delle scienze in maniera del tutto umile ascoltandone.
Dal punto di vista logico, ed una volta ascoltato e compreso, certo che chiunque puo' fare gli appunti che ritiene interessante proporre anche al fine di chiarire, ma solo da un punto di vista logico e solo con piena consapevolezza dopo aver attivato il necessario ascolto, in trasmissione pero' e proprio dal punto di vista logico si e' potuto notare l'immensita' degli strafalcioni da profana che si esprimevano con il picco di volerli pure insegnare al Prof. Giardina, cioe' ad una personalita' scientifica di studio ed esperienza, al punto di ritenere inutile che a M.R. fosse preso durante il rinvenimento la temperatira del corpo.
A forza di presenziare chiaramente anche una scimmia prima o poi l'imbrocca e forse, se proprio non si puo' fare a meno, anche la Bruzzone prima o poi riuscira' a comprendere che quello che la scienza cerca e' la "verita' scientifica" e null'altro, certo che magari fa anche male vedere serio e splendido giornalismo girare disoccupato proprio perche' onesto, leale e privo di "trucco", fa veramente male.

Chiara ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Chiara ha detto...

La7 si era ripromessa di proporre una tv generalista "fuori campo" rispetto alle altre: niente calcio nè cronaca rosa nè servizi-fuffa sul meteo e i panda nati a Pechino nei TG, nessuna trasmissione-pollaio urlata nè contenitori morbosi e/o vacui (il più "vacuo", Coffee Break, aveva uno spessore e una brillantezza per me decisamente apprezzabili).
Evidentemente il pubblico televisivo non l'ha ripagata e passata la proprietà al "buon" Cairo, che di tirature facili se n'intende, calcio, fuffa, entertainment fuffoso e pollai urlati, sono sbarcati anche lì. Inevitabile che ci scampasse anche l'acquisto di degni smerciatori di cotanta porcheria.
Se non cambia la gente non ci si salva.

Anonimo ha detto...

@Antonello
Sono andata a vedere la puntata solo nel pezzo con gli strafalcioni a tuo dire che il rimmel parlante avrebbe detto, anche se ero interessata alle dichiarazioni di Giardina e Portera poi.
1) la Bruzzone ha fatto notare a Meo Ponte noto giornalista di cronaca nera e NON al dr. Giardina che la misurazione della temperatura corporea in un cadavere già in decomposizione non ha alcun significato. E questo non è uno strafalcione.
Ciò non toglie che un medico legale che viene chiamato non certo per funghi, deve avere con se' il termometro e non solo, non sapendo come trovera' il cadavere ed il luogo omicidiario in genere oggetto della chiamatA
2) il DR Giardina ha sostenuto a ragione che quella impronta non appartiene ne' a Melania ne' a Parolisi ma una probabile terza persona e che certamente NON è una mano come ha scritto il giudice Tommolini.
La bruzzone ha detto che si tratta di una impronta parziale e Giardina ha convenuto , che nulla dice circa la presenza o meno di Parolisi e che potrebbe essere stata lasciata da chiunque anche dopo il delitto, adfirittura in sede di soprluogo.Entrambi sostengono che certamente non è un' impronta riferibile ad arto superiore, come suddetto e che sia accusa sia difesa contesteranno questo dato in sede di appello ovviamente con obiettivi
diversi
3) e' stato chiesto ad un medico legale, che si occupa del caso Gambirasio, quindi "terzo" se vogliamo, se quella porzione di impronta potesse essere stata lasciata dopo delitto o durante il sopralluogo.
Bene il dr. Portera ha convenuto che trattandosi di un luogo all'aperto e non in casa, date le carattetistiche ematiche del cadavere in parola poteva anche essere stata lasciata dopo il delitto.
Quindi di strafalcioni non ne ho sentiti....questo per correttezza se si vuole riportare un'informazione quantomeno aderente a quello che è avvenuto.
La trasmissione,come altre dello stesso format con la solita compagnia di giro che allarga e restringe lo zoom sperando di entrare a far parte di qualche rabberciata difesa, mi risulta francamente penosa.
E non la seguo, come gran parte della TV. Seguo invece DR. Giardina, il DR Portera e la medicina legale in genere per altri interessi.
Saluti
M.D.

Gabridget ha detto...

Buonasera, a Quarto Grado hanno fatto vedere le immagini della parete del chiosco, dicendo che il 20 non c'erano segni dei fendenti sulla parete di legno. Forse è sfuggito a me ma è la prima volta che sento questa cosa, pensavo fossero stati notati contestualmente al ritrovamento del cadavere... sono sempre più allibita!
Gabry

Mimosa ha detto...

Cara Gabriget,
i segni dei fendenti sulla parete del chiosco io ricordo bene che sono stati stati scoperti in diretta da un giornalista in un collegamento pomeridiano ad una trasmissione tv (che non ricordo ma a cui ho assistito), arrivato sul luogo il giorno dopo, il quale li ha fatti riprendere (nota che allora il sito non era stato nemmeno recintato).
Già lo scrissi nel giugno 2012.

Nei atti risulta che nel sopralluogo del 22 aprile 2011 vennero rilevate «numerose impronte rinvenute sulla parete verticale Est del chiosco (riferibili a diversi strumenti da punta e da taglio e a strumenti contundenti di lunghezza variabile da 3 mm. a 6 cm. - nel prosieguo delle indagini considerate non ricollegabili all'omicidio -)»,
evidentemente sono corsi là dopo il servizio.

Ma, guarda caso, le incisioni sono tutte concentrate dal lato del chiosco dove è stato trovato il corpo.

Tuttavia sembra che nelle ferite della vittima non sia stata trovata alcuna traccia di legno e nelle fenditure sulla parete nessuna traccia ematica.


Mi sono soffermata su questi “graffi” perché già precedentemente avevamo affrontato il discorso e io ritenevo che potevano essere indicativi dell’altezza del soggetto intagliatore (ops, non volevo alludere all’intagliatore del corpo, ma chissà?).
Quello che mi è parso evidente è che non si trattasse di segni di un gioco a freccette, divertimento di tanti ragazzi con il taglierino, perché non c’erano “fessure” profonde (buchi appuntiti) che indicassero l’incastro di una lama lanciata con forza, mi hanno dato l’impressione piuttosto di un brandeggio d’arma scatenato con rabbia o (perché no?) sconforto, come si farebbe prendendo a pugni una parete.
Tuttavia effettivamente 72 “graffi” mi sembrano davvero tanti per essere fatti in un unico momento da un solo individuo.
Ma, perché sono tutti concentrati su due sole pareti del chiosco? e perché – guarda caso – dal lato che presenta le tracce ematiche?
Secondo voi, al gestore del chiosco è stato chiesto da quanto tempo c’erano quei segni sulle sue pareti? Pensate che se c’erano da tempo, non li avrà notati? Io penso di no, altrimenti il magistrato non avrebbe scritto «dunque, nulla hanno a che vedere, probabilmente, con i fatti che ci occupano». Mimosa - 02 giugno 2012 23:04


Insomma, questi “graffi”, secondo la Procura di Teramo (nulla dice quella di Ascoli) che ha scritto nero su bianco sul documento datato 3 agosto, “si sono sedimentati negli anni ad opera di più persone”, dunque, nulla hanno a che vedere, probabilmente, con i fatti che ci occupano" e pertanto "non riconducibili all’azione delittuosa".

Guardando il filmato si vede chiaramente che certe scorzature del legno non possono essere che recenti, fresche, lasciano intravedere il legno chiaro sottostante la superficie esterna più scura.

Buonanotte
Mimosa

Antonello ha detto...

@M.D.
assolutamente abbiamo visto due spezzoni o trasmissioni diverse perche' la Bruzzone non ha pronunciato nemmeno lontanamente, e come avrebbe potuto se non lo ha fatto nemmeno l'addetta intervenuta???, ha parlato di due giorni di deposito, ti invito ad essere precisa perche' il senso cambia se vari a logica e proporzionalmente le parole.
Non so francamente a chi si rivolgeva perche' quando ha detto sta frase non era inquadrata ma chiaramente stavano interlocuendo lei ed il Prof. Giardina ed ha detto chiaramente che misurare la temperatira in un corpo deposto li da due giorni non avrebbe avuto alcuna utilita'.
Visto che non si coglie lo strafalcione lo illumino io con una mia profana curiosita' da ignorante: qualcuno, perito, esperto, addetto ai lavori ha mai espresso certezze in merito al fatto che il corpo e' stato li deposto per due giorni, a parte logicamente la sentenza che in tema di strafalcioni non sembra essere seconda a nessuno???
Evidentemente RIsfuggono dati non accettati come convenienti e che anche qua qualche esperta invece sottolineava come la storia della semenogelina e come spiega i tempi alla superpippo la esperta, a che ora sarebbe stata uccisa la vittima e dove???
Non mi sembra sta domanda scontata al punto che la D.ssa emerita non se la ponga, come non si e' posta il perche' nessuno ha visto una macchina con due ruote piu' strette di quelle uscite da quella fabbrica, come non si e' chiesta se un'esperta/o sarebbe riuscita/o a ricomporre. una scena del delitto in tutt'altro luogo mantenendo un corpo in condizioni climatiche appositamente depistanti, si puo' sapere allora, se nessuno in buona sostanza ha certezze sull'ora della morte piu' volte contestata anche in questo forum e non da profani, come mai invece si ritiene inutile prendere la temperatura di quello stesso corpo???
Intendiamocela, non ho nulla contro di te o contro la D.ssa ma questo a casa mia si chiama strafalcione se tutti i protocolli planetari prevedono che la temperatura si debba prendere e pure in ogni caso.
Poi chiaramente la stessa D.ssa ha controbattuto per cinque minuti, ora non ricordo la sostanza perdonami, al Prof. Giardina sulla sua specifica materia ottenendo risposta dallo stesso chiaramente "Forse non ha capito che stiamo dicendo la stessa cosa", ma se voleva esprimere gli stessi concetti perche' va in casa della volpe ad insegnargli come sarebbe fatta??? Ecco un attimino di umilta', questo dicevo.

Antonello ha detto...

corrige: "nemmeno lontanamente LE PAROLE CORPO DECOMPOSTO".

Antonello ha detto...

Ed aggiungo, come avrebbe fatto il Super Milite a sferrare con prole ed auto al seguito circa trenta coltellate alla moglie, perche' lei si sarebbe rifiutata ad un rapporto con il marito, se l'ultimo militare che li stava mangiando va via alle 14,40 e se lui ricompare a Colle San Marco ad essere fortemente colpevolisti alle 15,30 senza che la sua strana auto fosse mai vista da nessuna delle circa sette sentinelle che li erano appositamente appostate con l'ausilio di una camionetta che perlustrava la strada asfaltata in andata e ritorno???
Perche' nessuno sarebbe andato a verificare le coordinate che risultavano la posizione del cellulare della vittima alla ricerca fatta dai CC con procedura europea???
Se Ripe fosse veramente la scena del delitto, o meglio aggressione, come asseriscono i Ris significa per forza che dopo il decesso della vittima il corpo sia stato lasciato due giorni li??? E come mai un'intero battaglione non ha mai visto nulla??? Come mai casualmente durante pricua e danarosa esercitazione di due giorni l'unico chiosco nel giro di chilometri risultava chiuso???
"DUE GIORNI" dicevamo, e con una sicumera impressionante, dove si vedano tutte queste certezze non e' dato di sapere.
Nessuno sa cosa diavolo e' accaduto in quei due giorni tranne la donna ed il/i suo/suoi carneficie/i, questa e' la sacrosanta verita' da cui anche la D.ssa dovrebbe partire, nessuno sa in quali condizioni climatiche e' stato conservato il corpo, e purtroppo nessuno sa nemmeno che temperatura riportava nel corso del rinvenimento.
Come dire ironicamente e tristemente, se questi non sono strafalcioni e se e' inutile seguire persino i protocolli, che sarebbe normale credere anche ad un Super Milite che vola con auto e figlia invisibile nel bel mezzo di un'esercitazione di alieni accecati dai laser per ricomparire in teletrasporto al pianoro a cercare arachidi.
Se il caporale e' stato, come io credo, a Colle San Marco non puo' aver compiuto lui l'accoltellamento della moglie con ultimo bacio a Ripe, puo' e' vero ma forse sconveniente averlo potuto in ipotesi compierlo vicino al pianoro nei pressi della famosa georeferenziazione ma non a Ripe, dove qualcun altro in orari diversi deve aver portato il corpo inscenando da professionisti la scena del delitto od in alternativa semplicemente vi era un fuoristrada piu' volte notato e per "caso" dimenticato che andava cercato e che aveva a bordo due donne, puta caso come due erano le inseguitrici testimoniate da testimoni poi spariti, ed un uomo autista.
E dopo questo rimarrebbe da capire chi e per quale motivi fece di tutto per spostare di orari foto e testimonianze videosorvegliate, visto che di due giorni si era arcisicuri.

Tiziana ha detto...

Intervengo per farvi notare le analogie tra il caso Rea e l'omicidio avvenuto lo scorso martedì a Udine: quello di Silvia Gobbato.
La povera ragazza stava facendo jogging, in pieno giorno (13.30) in una zona normalmente frequentata da chi va a correre all'ora di pranzo. Era insieme ad un amico che però l'ha distanziata, fermandosi ad aspettarla ad un incrocio. L'assassino non si è fatto scrupolo per l'ora e il luogo e, volendo "semplicemente" rapire una ragazza per poi chiedere un riscatto, ha fermato la prima che gli è capitata a tiro. La ragazza purtroppo ha reagito, lui ha perso la testa e l'ha colpita con 12 coltellate.
Solo l'abilità dei carabinieri di Udine, che sono gli stessi che hanno risolto brillantemente il caso di Lignano dello scorso anno, ha evitato di incorrere in un "nuovo caso Parolisi". Ebbene sì, perché se non si fosse trovato un colpevole chi pensate sarebbe stato indagato? Il povero amico della ragazza (anzi, già iscritto come atto dovuto nel registro degli indagati). E' vero che non gli avevano trovato addosso alcuna macchia di sangue (ma Parolisi forse ne aveva?), è pur vero che non c'erano i tempi tecnici affinché si fosse cambiato (Parolisi li aveva avuti?), fatto sta che, dopo il ritrovamento del colpevole, il ragazzo ha dichiarato: "finalmente posso vivere il mio dolore". Eh già, perché fin tanto che si è sospettati non è facile lasciarsi andare. Dovrebbe pensarci chi giudica colpevole Parolisi perché non ha dimostrato adeguatamente il suo dolore!
Perché ho richiamato tale vicenda? Perché, a chi ritiene che per ammazzare una donna in pieno giorno con tante coltellate ci voglia un valido movente ed un odio nei suoi confronti, ho voluto mostrare che purtroppo non sempre è così. Anche nel caso di Melania, tra le tante ipotesi che abbiamo formulato, ci potrebbe essere pure quella di un pazzo assassino, perché no. Anche questa ipotesi andrebbe contemplata da chi sostiene: "se non Parolisi, chi altro?".

Antonello ha detto...

@Tiziana
a proposito vi sarebbe da annoverare la tentata aggressione subita da una donna che faceva jogging proprio nei posti vicino a cui fu rinvenuta M.R., anch'egli uno squilibrato forse fra i fumi di qualche strana sostanza accoltello' una donna con l'intento di mangiargli i piedi.
Di diverso c'e' che qui vi sono ben 18 chilometri circa dal punto in cui fa perdere le proprie notizie M.R. ed il punto in cui viene ritrovata.
Qualcuno in buona sostanza deve averla portata da Colle San Marco, se a Colle San Marco vi e' stata, a Ripe di Civitelle viva o priva, consenziente o meno, con amiche/i o senza, di giorno o di sera, prima o dopo le esercitazioni.
Ad Udine il colpevole reo confesso fu tradito dal fatto che torno' sul posto ad osservare attratto dalle FF.OO. che avevano gia' iniziato i rilievi, fu segnalato per un comportamento inusuale, gli inquirenti lo seguirono e lo fermarono in un centro commerciale, nello zainetto che aveva con se fu trovato il coltello ancora tracciato di sangue della vittima, furono trovati anche alcune tracce forse sullo zainetto, insomma li qual he investigatore possiamo dire che ha avuto un intuito quantomeno fuori della media.
Viceversa il caso dello squilibrato che aggredi' la donna che faceva jogging, se non erro nell'ascolano, non fu mai associato al caso M.R., anche perche' un colpevole procurato forse li vi era gia', eppure ricordo che i casi erano assimilabili anche per i punti in cui erano state dirette le coltellate.
E' che o uno e' pazzo o e' un genio del crimine, e qui depistare una scena del delitto in un luogo ricolmo di militari colleghi del marito e su una donna perdippiu' lasciata rantolare in vita e dissanguata a 18 chilometri da dove era, qualche testimone od errore deve averlo fatto, eppure no, per i Ris quella e' la scena del delitto, da cosa se ne deduce la certezza non e' dato saperlo.
Osservo solo che un esperto in investigazione medica legale conosce alla perfezione i protocolli, sa benissimo ogni piu' recondito significato di cosa trova, ma anche di cosa potrebbe lasciare, e cio' non e' manco considerato dai Ris, un esperto di BPA ad esempio potrebbe inscenare una dinamica ed un luogo preciso e nessun monaco con tonaca diversa potrebbe giurare il contrario stante ai protocolli.
Ed e' vero anche che oramai ai periti di parte od istituzionali i Giudici richiedono risposte telecomandate a volte in monosillabi, la domanda in sostanza puo' comprendere di gia' la risposta, mentre i tecnici andrebbero lasciati argomentare e motivare scientificamente le loro risposte, il malato e' anche il sistema.
L'ipotesi potrebbe prevedere un aspirante rifiutato dall'esercito e squilibrato al punto di sentirsi in dovere di violare il territorio ipersorvegliato di un'esercitazione.
Francamente non ci credo se ipotizzassimo un pazzo isolato, siamo sempre li, io vedo due interventi di "mani e nozioni" diverse ma sono solo mie sensazioni.

Antonello ha detto...

Queste le parole, intanto, dell'appello di Parolisi dal carcere di Castrogno al telefonista anonimo:
"Nessuno ti ha mai visto, nessuno sa chi sei. La tua mancanza di coraggio non sta aiutando in nessun modo la vera giustizia. Cos’hai visto, quando l’hai visto e cosa hai fatto. Da uomo a uomo, ti prego, riprendi il tuo coraggio. Fammi uscire da questo tunnel ed aiuta soprattutto Melania a trovare pace e verità"

Anonimo ha detto...

Tiziana
Concordo interamente con quanto dici, anche io ho avuto la stessa tua reazione quando ho sentito del delitto di Lodi. Aggiungerei inoltre che, se ce ne fosse bisogno, si dimostra ancora una volta che non è possibile non imbrattarsi completamente di sangue in tali frangenti. Sembra impossibile pensare che, nelle circostanze descritte, una terza persona abbia avuto l'ardire, il tempo e il modo di compiere il delito di Lodi senza essere visto, eppure così è stato. Credo che nessun inquirente avrebbe mai postulato l'evenienza di cercare il colpevole in qualcuno di diverso dall'amico che correva con la ragazza, grazie al cielo però, almeno in questo caso, il vero colpevole ha confessato! Credete che se così non fosse stato, quel ragazzo si sarebbe salvato dall'accusa? O sarebbe facilmente restato vittima di un nuovo processo indiziario?
Sarahkey

Tiziana ha detto...

Infatti Sarahkey, ciò che scrivi costituisce proprio il fulcro di ciò che volevo evidenziare: ad essere sospettati sono coloro che hanno visto la vittima tra gli ultimi, oppure i familiari, meglio ancora se le due cose coincidono. Se i carabinieri di Udine non fossero stati pronti a fermare il colpevole, che per fortuna ha poi confessato, l'amico di Silvia sarebbe nei guai: già si era iniziato ad additarlo.

Antonello,
so che ci sono delle differenze tra il caso di Melania e quello di Silvia, e non volevo sostenere che Melania sia stata uccisa da un pazzo, ho inteso invece mettere in evidenza le analogie, come ha fatto Sarahkey con il delitto di Lodi, per far capire che non sempre l'ipotesi più scontata è anche quella corretta.

Manlio Tummolo ha detto...

Cara Tiziana,

nessun abilità dei Carabinieri nel caso Gobbato, tutt'altro che chiuso.
Come nel precedente (omicidio Sacher di qualche mese fa sempre a Udine, sempre zona periferica), ci troviamo a strane fortune, per cui nel giro di 24 - 48 ore si risolvono casi spinosi. Una "fortuna" un po' strana e, forse, pilotata da mani astute. L'imbecille da consegnare ai giudici viene dato direttamente ad opera dell'assassino, evidentemente, senza bisogo di spinte investigative.

Mi aspetto, a questo punto, un prossimo omicidio nella periferia udinese, nuovamente risolto ad opera degli stessi "assassini" nel giro di 24 - 48 ore. Come si dice "non c'è 2 senza 3".

NOTA: I casi Gobbato - Rea sono diversi se non altro per zona geografica: il caso udinese è ambientato in un parco "naturale" creato dall'uomo per finalità sportivo/ricreative (jogging, corse, passeggiata a piedi, a cavallo e in bicicletta); quell'altro avviene in una zona frequentata molto meno, più da militari che da persone comuni, quindi meno frequentato. Non è certo avvenuto mentre il compagno della giovane si trovava a soli 400 metri di distanza.

Manlio Tummolo ha detto...

Come avviene in questi casi, le versioni cominciano a diversificarsi. Secondo il "Messaggero Veneto" (quotidiano specificamente friulano) la ragazza avrebbe urlato fortemente, più che resistito fisicamente, ma ciò sarebbe bastato a scatenare le selvagge pugnalate dell'uomo, che - a dire il vero - fisicamente sembra una donnetta con capelli lunghi, occhiali, glabro, lineamenti delicati, e non alto.

Oltre al movente, è assai dubbiosa - a mio parere - anche la modalità di incontro con i carabinieri e successiva confessione.

Curioso pure che, malgrado le urla, nessuno abbia sentito niente, né il suo compagno né il jogger successivo. Ciò potrebbe essere spiegato da quelle cuffie che servono ad ascoltare musica, ma negli articoli non se ne dice nulla, mentre, secondo mio cognato, ne hanno parlato alla televisione.

Tiziana ha detto...

Caro Manlio,
come ho già scritto nei commenti precedenti, più che soffermarmi sul caso Gobbato, intendevo ribadire la probabile innocenza di Parolisi, basandomi su alcune analogie, senza per altro equiparare i due casi.

Dovendo parlare però del caso specifico, c'è da dire che i carabinieri non si sono accontentati della confessione di Nicola Garbino, ma hanno analizzato il sangue presente su un guanto. Il sangue sarebbe proprio quello della ragazza e del Garbino, feritosi durante l'omicidio. Anche questo è da rilevare: chi colpisce con numerose coltellate, spesso ne porta i segni sulle mani, segni che mancavano completamente sulle mani di Parolisi, cosa che facemmo notare su questo blog già parecchio tempo fa.

Manlio Tummolo ha detto...

Le analisi sono d'obbligo, ovviamente.

Ciò che mi interessava osservare (ho scritto sull'argomento sotto il delitto di Grigoletto) che il Friuli-Venezia Giulia vuole spacciarsi per regione autonoma e speciale, anche in sede penale, di scarsa criminalità, nonché di abilissima capacità investigativa. Nè l'una né l'altra cosa sono vere. Non si differenzia da altre regioni italiane, almeno da qualche decennio a questa parte.

La conferenza stampa dei Carabinieri del Cap. Pasquariello non è che uno spot pubblicitario. Collegandolo al delitto di due gioiellieri di Lignano, hanno commesso un indebito atto di pubblicità, perché quel caso, sul quale le indagini sono durate più a lungo, ha avuto il contributo significativo della Polizia cubana, che va più per le spicce della nostra.

Tornando al caso Rea, evidentemente i Carabinieri locali non hanno avuto il colpo di fortuna dei colleghi udinesi nel trovare (oh, che felice coincidenza !!) un tizio col sacchetto di abiti insanguinati, ma il coltello lavato (forse contava di poterlo usare in altra occasione ?) nel giro di 24 ore, nella medesima zona. Questi sono miracoli che succedono esclusivamente a Udine !

Anonimo ha detto...

di recente c'e' un altra donna (sposata per lunghi anni con un generale )che lo ha denunciato e che ne ha di cose da raccontare ,pare l'abbia già fatto anche con Ferraro.
Se dovesse risultare vero solo la metà delle affermazioni di questa donna stiamo tutti certi che mai si saprà nulla di diverso da quanto finora sentenziato dai giudici sul caso Rea.

Anonimo ha detto...

A proposito delle considerazioni conclusive del
legale di parte civile (fonte:
http://www.iltempo.it/abruzzo/2013/09/19/
parolisi-non-merita-attenuanti-1.1173336),
sotto riportate in grassetto, non insegna qualcosa
il recentissimo caso di cronaca in cui una giovane
donna (Silvia G:) è stata purtroppo uccisa mentre
correva in un parco a Udine?

«Non ci sono telefonate di Parolisi o contatti con
alcuna persona dopo questa decisione - conclude il
legale dei Rea - Dunque, nessuno poteva sapere
che sarebbero andati a S. Marco, o a Ripe, o altrove.
Né è ipotizzabile la presenza di un maniaco
che non violenta, che non ruba denaro, che non
picchia
»."

- K@

Manlio Tummolo ha detto...

Sul caso Gobbato, non analogo al caso Rea, sia per il luogo, sia per le modalità specifiche, già vi sono versioni diverse, perfino sul luogo di domicilio del Garbino: ovvero, non Pozzuolo del Friuli, ma Zugliano (frazione di Pozzuolo del Friuli).

Invece di interessante in paragone al delitto di Elisa Claps è che il Garbino sembra aver avuto l'abitudine di raccogliere ciocche di capelli, evidentemente un vizsio feticistico abbastanza comune (nel Romanticismo era un atto volontario della donna per l'amato). Nella versione del "Mesaggero Veneto" sembra stavolta che l'assassino sia tornato a casa, senza ovviamente nulla dire ai genitori. Ciò rende ancora più strano il fatto che poi sia tornato alla ricerca del sacco con la tuta insanguinata e l'arma, che avrebbe potuto lasciare lì o gettare il tutto ben lontano dal luogo.

Per il momento (GR RAI - FVG), la motivazione del GIP accetta la tesi del rapimento fallito, ma questo non toglie che l'intenzione di una violenza carnale, benché non realizzata, possa aver avuto sussistenza, ma aspettano i risultati delle perizie, specie con l'autopsia.

Ciò che appare mirabolante è la facile individuazione (quasi un costituirsi) dell'assassino, in modo così facile, semplice, quasi fanciullesco.

Di cuffie si parla per la ragazza, non per il suo accompagnatore. Inoltre risulta anche che più indietro c'era un'altra donna che stava arrivando di corsa, e questa avrebbe notato qualcosa muoversi tra l'erba.

Per Melania Rea le cose non sono state così semplici.

Mimosa ha detto...

Cara Tiziana, ben tornata anche a te come Pamba, e pure a Sarahkey

anch’io ho pensato la stessa cosa subito dopo il barbaro omicidio ella Gobbato, ossia ho associato al caso Parolisi, tutto convergeva …
si vede che per fortuna i CC stanziati ad Udine (non sono tutti friulani) sono più intelligenti degli altri stanziate altrove … in quarant’ottore (le classiche) hanno scovato il colpevole … certo che è stato un “fortunato intuito” di un carabiniere adocchiare il tizio che si aggirava in bicicletta tra i campi, per poi seguirlo al centro commerciale e fermarlo per chiedergli cosa avesse nel sacchetto.
Il carabiniere ha agito prima e al di là che un PM incaricato dettasse le direttive di investigazione … ossia alla vecchia maniera … così si fa!!

Caro Manlio,
perché dici: «Come nel precedente (omicidio Sacher di qualche mese fa sempre a Udine, sempre zona periferica), ci troviamo a strane fortune», ma tu vedi sempre fantasmi nei delitti? sempre misteriori autori? “Mani astute” che “pilotano” … ma cosa mangi a pranzo e a cena, fichi d’india con tutti gli spini o funghi allucinogeni? Che significa la frase « Ciò che appare mirabolante è la facile individuazione (quasi un costituirsi) dell'assassino, in modo così facile, semplice, quasi fanciullesco»? non credi che alcuni assassini desiderano essere ritrovati per liberarsi la coscienza? La criminologia è piena di questi soggetti … persino i serial killer fanno di tutto per essere pescati!

Non ci adagiamo su quello che scrivono i giornali, hanno persino cercato di insinuare che Silvia era stata violentata …

Cara K@ Certo che nel caso Rea non c’è un maniaco sessuale dietro all’assassinio di Melania, c’è ben altro, qualcosa di altro che ha a che fare con il deturpamento del suo corpo post mortem … non è questo il paragone!

Mimosa

Manlio Tummolo ha detto...

Carissima Mimosa,

ogni tanto e da qualche tempo, ti vedo stranamente aggressiva nei miei confronti. Comunque, ha poca importanza. Un omicidio in tutti i casi (anche quello colposo, in incidente di macchina) non è mai un fatto fisiologico e normale. L'istinto di conservazione, poi, in ciascun individuo, e quindi l'esigenza del difendersi da un danno, seppure giusto, porta sempre a mentire: la colpa è sempre degli altri (è ammesso perfino dalla legge !); o almeno a tacere. Ieri ad esempio, percorrendo la Triestina all'altezza di Fiumicello, rallentai perché c'era al lato destro una signora a piedi con bicicletta. Ebbene, un idiota dietro si è messo a strombazzare invece di rallentare a sua volta.

Diciamo pure che un assassino che colpisce ben 12 volte, per violenza sessuale o altro che sia, la sua vittima non è portato di sua natura a confessare ciò che ha fatto. Tanto meno se vive con i genitori in un paesetto di poche centinaia di abitanti (immaginarsi come potranno vivere quei genitori e parenti ora in un centro come Zugliano) ! Sulla guida telefonica tra l'altro ho visto che di Garbino ve ne sono diversi. Ora l'uomo avrebbe potuto dissolversi in uno spazio abbastanza vasto: come sai la provincia di Udine è la più estesa e popolata del Friuli-Venezia Giulia. Vai a pescare l'assassino tra almeno 500.000 abitanti.

Come fai tu le tue ipotesi, ed altri le altre, senza mangiare allucinogeni (non è mio costume: questa battuta la ritengo offensiva e lesiva della mia onorabilità, sappilo !), ritengo che, come nel caso di Mirco Sacher, dietro agli "esecutori" vi sia qualche altro. E' forse vietato fare ipotesi o serve mangiare funghi allucinogeni ?
Esistono o non esistono in criminologia, di cui qua tutti si dichiarano esperti, anche gli assassini per mandato, e non solo di esecuzione diretta ? Esistono o no personaggi che si assumono, per le più varie ragioni, la responsabilità di qualcosa in cambio di qualche premio successivo, oppure no ? Mi pare che, della criminologia, voi studiate solo le prime pagine.

Ti pare logico che si faccia una ridicola conferenza stampa sul nulla con l'intero Comando della Regione Carabinieri del Friuli Venezia Giulia, quando sarebbero bastati due, su un caso scopertosi con così mirabolante rapidità ?

Vi adirate quando altri irridono alle vostre tesi e voi fate lo stesso ?

Chiara ha detto...

le ipotesi andrebbero espresse in forma dubitativa e personale (ad es. personalmente non credo ai colpi di fortuna) e corredate d'argomentazione (non credo a questa cosa perchè...quindi ritengo piuttosto che...).

invece si nota che praticamente sempre il tutto si risolve nell'espressione di un pregiudizio atavico e assoluto nei confronti di tutto ciò e tutti coloro che ruotano intorno alle indagini ed ai procedimenti penali; alla lunga questo metodo di affermazioni assolutiste, generalissime e immancabilmente sprezzanti, sbattute in faccia a più cretini interlocutori (giacchè se una cosa è ovvia ed evidente, chi non la comprende è un cretino, che lo si dica apertamente o meno) ebbene tutto ciò ingenera diffidenza.

ad esempio ci si avvede che il pregiudizio porta a leggere in un articolo ciò che in realtà mai era stato detto (il mancato rientro a casa del Garbino per due giorni); a contraddirsi sullo stesso punto (quando credeva non fosse rientrato stigmatizzava il mancato rientro; ora che è chiaro ch'era rientrato stigmatizza il rientro); a negare l'esistenza di spiegazioni ragionevolissime di alcuni fatti (la scomparsa da casa in coincidenza del delitto avrebbe potuto ingenerare sospetto ed indagine; il rischio di venire perquisito in prossimità del luogo del delitto giustificava l'abbandono dei reperti insanguinati; l'estendersi dell'area battuta alla ricerca dei reperti giustificava l'andare a riprenderli ecc), fino al rifiuto teorico di circostanze in realtà esistenti e nemmeno troppo rare (il sollievo della cattura e della confessione).
Cambiando delitto, giunge perfino ad attribuire alla polizia cubana l'individuazione dei colpevoli dell'omicidio Burgato, mentre alla individuazione dei rei ed alla cattura di una di essi sono giunti gli inquirenti italiani (essi poi hanno dato mandato d'arrestare in patria il latitante, ivi rapidamente processato).

Insomma, manca davvero tanta obiettività in quei commenti, l'espressione ipotetica è sostituita con la livorosa accusa assoluta e aprioristica verso un intero mondo professionale e non dovrebbe stupire che tutto ciò ingeneri un certo distacco da parte di chi invece tende all'equilibrio espressivo ed alla mera analisi dei fatti avulsa da qualsivoglia pregiudizio, di qualunque segno esso sia.

Tutto ciò non è minimamente una critica all'opinione (spesso condivisibile) o all'opinionare (sempre lecito), ma unicamente alla sua forma espressiva.
Spero che questo venga compreso e non venga mal interpretato fomentando animosità che sono lontane dalle mie intenzioni.

Cari saluti a TUTTI.

Chiara ha detto...

p.s. di perplessità sul caso Gobbato e sulla confessione di Garbino, ma soprattutto sull'ordinanza del GIP (che trovo addirittura raccapricciante) ne ho anch'io parecchie e in parte le ho espresse sotto l'articolo su Grigoletto.
In un commento della prima ora su un quotidiano on line avevo invece riscontrato diverse analogie con la condotta di Danilo Restivo (omicida di Elisa Claps) al tempo in cui era sorvegliato dalla polizia inglese. Il rinvenimento di ciocche di capelli è un'analogia in più, seppure non ne sappiamo molto, e quindi concordo con tutti coloro che credono che vi sia un movente principalmente sessuale dietro questa aggressione; l'assenza concreta di violenza sessuale sulla vittima non vale ad escludere che tuttavia ne fosse appunto il movente, soprattutto considerato che l'omicida venne disturbato dal sopraggiungere di altre persone.

Sono comunque d'accordo che sia strano non aver udito grida e ancor più non avere previsto l'elevata probabilità di venire disturbato nel concreto contesto spazio-temporale in cui avvenne l'aggressione e perciò m'infastidisce il tenore dell'ordinanza del GIP che propende per l'esaustività delle indagini e apprezzo invece la titubanza degli investigatori.

Anonimo ha detto...

Voglio chiedere se fu specificato il nome nell' sms inviato dall'amica, leggevo sul web su quel sms e diceva mely rispondi sono io il numero è di mamma.

Tabula ha detto...

anonimo.
per quanto io ne sappia fino ad oggi non è MAI stato specificato che quella frase comprendesse anche il nome del mittente.
Anche io avevo i tuoi stessi dubbi, tra l'altro quel messaggio NON è recuperabile dal cellulare destinatario ma nemmeno dal cellulare mittente.
Ed è ben strano ci si limiti a dire:
"mely rispondi sono io il numero è di mamma".

Anche al citofono se qualcuno di caro mi dice "SONO IO" rispondo inevitabilmente "io chi?", e tanto mi è sempre stato risposto.
Figurarsi al cellulare quando si adopera un nome sconosciuto al destinatario.
comunque, queste sottigliezze inspiegabili non sono mai state oggetto di contestazioni pubbliche.

tabula ha detto...

dichiarazioni avvocati difensori.
ho trovato simpatica questa frase:
"Ma sono certo che questa volta non ci sarà alcuna deriva emotiva da parte dei giudici"
0_ò
http://ilcentro.gelocal.it/teramo/cronaca/2013/09/23/news/teramo-la-difesa-di-parolisi-melania-uccisa-da-un-pazzo-1.7795236

Mimosa ha detto...

Carissimo Manlio, mi conosci, quando mi rivolgo a te in certi modi, cerca di sentire la stessa ironia che metti tu in tanti scritti ... cerca di vedere la mia faccia sorridente ed ammiccante e la voce scherzosa
... vedi come è facile fraintendersi senza fronteggiarsi dal vivo (ricordi l'ultimo mio post sotto l'articolo di Gilberto del 3 settembre?)
Un affettuoso saluto
Mimosa

Giacomo ha detto...

Sono convinto della totale inidoneità della difesa del Parolisi.
Se cercano la verità dal "telefonista", cioè da colui che avvertì i carabinieri, consentendo di ritrovare il corpo di Melania, vuol dire che di quest'omicidio non hanno capito un beneamato cavolo. D'altronde da gente che è stata capace soltanto di maramaldeggiare contro le due indifese imputate dei fatti di Avetrana, mettendosi a rimorchio della procura e aggiungendo solo qualche vuota frase retorica ad effetto non ci si poteva aspettare di più.
Dovrebbero piuttosto essergli grati, perché solo in quel modo è stato possibile reperire sul corpo della vittima e nelle vicinanze quelle tracce, che se ben organizzate in un'ipotesi difensiva convincente, potrebbero portare a convincere i giudici che la colpevolezza di Parolisi è priva di veri riscontri obiettivi.
C'è da immaginare che cosa sarebbe successo al telefonista, se ingenuamente si fosse presentato ai carabinieri. I media l'avrebbero mangiato vivo e la procura l'avrebbe incarcerato con qualche grave imputazione relativa all'omicidio.
Io penso che la sua prudenza, non disgiunta dal senso civico e da quello religioso e morale che prescrive di consentire il seppellimento dei morti, lo ha salvato.

Giacomo

Giacomo ha detto...

Se è vero che Parolisi ha scritto una lettera al telefonista, chiedendogli di presentarsi ai carabinieri abbia fatto un errore. In fondo toccava a lui adoperarsi per scoprire il corpo della moglie. Se, per un motivo o per un altro, non ne è stato capace, perché vuole rovesciare questa responsabilità su un perfetto sconosciuto che sicuramente si trovava a passare di là per caso.
Anzi non è da escludere che altri abbiano visto in precedenza il corpo e se la siano data a gambe levate, senza dire niente a nessuno.

Parimenti è improbabile che il corpo della povera Yara Gambirasio, in tre mesi, non fosse stato avvistato in precedenza da qualcuno che abbia preferito non aver visto nulla, per non avere grane.

Giacomo

Giacomo ha detto...

EC
abbia fatto un errore

si legga

penso che abbia fatto un errore

Manlio Tummolo ha detto...

Coniugare il verbo "opinionare", invece di "opinare", in tutti i modi, tempi e persone:

"Io opiniono, tu opinioni, egli opiniona, noi opinioniamo, voi opinionate, essi opinionano", ecc.

Se invece di fare le pulci al pensiero altrui, non si creassero verbi di nuovo stampo, forse sarebbe meglio. Qualcuno "opinioni" le sue frottole, che da tempo le conosciamo per tali, senza dar fastidio al prossimo appiccicandosi agli altri come una grossa zecca, peraltro priva della morsa succhiasangue. Per liberarsi di una zecca, basta prendere una pinza, girare la bestiola e poi o schiacciarla (se si è sadici) o buttarla via.

Carissima Mimosa,

permetti che io esprima qualche dubbio sulle tue "ironie" nei miei confronti. Le mie vengono espresse solo in risposta alle altrui o per patenti tentativi di barare, raccontando versioni non credibili o del tutto irrealistiche (casi Sacher, Gobbato, Misseri ecc.).

Chiara ha detto...

qualcuno non ha ancora capito la funzione degli orifizi che possiede e mentre parla con l'ano evacua con la bocca.

Mimosa ha detto...

Ciao Tabula, sono entrata nel link che hai postato (23 settembre 2013 14:54)
L’avv. Gentile (è sparito l’altro?) dice:
«La nostra difesa sarà forte e appassionata ma azzoppata perché questo processo ha perso dei reperti distrutti dai Ris. Mi riferisco al contenuto gastrico di Melania e alle larve, che servivano per stabilire l'ora della morte, ed ai capelli trovati sul corpo della vittima e che non appartenevano né a quest'ultima né al marito. La difesa è menomata: lo faremo subito presente. Ma sono certo che questa volta non ci sarà alcuna deriva emotiva da parte dei giudici».

Oltre alla frase da te citata, a me ha fatto ridere “La nostra difesa sarà forte e appassionata ma azzoppata” … azzoppati erano già prima, il gatto e la volpe, e mi pare che il loro gioco in difesa sia alquanto debole in paragone alla loro capacità di attacco.

Se pensano di andare in Appello solo con la foto delle impronte insanguinate di scarponcino (che secondo me sono state lasciate da un incauto investigatore, colui che ha appoggiato lo zainetto sul camminamento in legno), o con le perline nelle scarpe di Melania (che possono essere cadute da un indumento o accessorio di qualche incauta assistente tecnica che le ha imbustate) o con il solco di pneumatici accanto al cadavere (che non corrispondono alla Scenic ma nessuno è stato in grado di “datarle”, potevano essere lì anche prima del 18 aprile …), allora Salvatore resta fresco, al fresco.

I capelli trovati e le impronte femminili e maschili non sono andate distrutte, perché non insistono su quella pista? Immagino perché costa un supplemento e la famiglia di P. non ha più soldi …
Perché non vanno a sindacare sulle tracce biologiche sotto le unghie di Melania attribuite alla “estetista/manicure”? perché non indagano di più su “quando” la manicure le abbia lasciate e “quanto” quelle possono perdurare, stante le operazioni di igiene personale … (piuttosto che perdersi dietro al dna lasciato da un bacio)?
E perché non insistono su quella fotografia che Massimo ha messo in rilievo, dove si vede chiarissimamente un’auto parcheggiata sotto gli alberi, e che noi abbiamo provato a dimostrare sia la Scenic di Parolisi, anche stando al suo racconto di quali manovre ha fatto (in retromarcia) per imboccare la strada principale?

Leggo, inoltre, dal link postato da Pamba (13 settembre 2013 19:41):
«16 pagine della nuova memoria depositata ieri a L'Aquila, riguarda invece i segni prodotti da un oggetto insanguinato sulle gambe della vittima», ossia quelli che dovrebbero essere le zigrinature di un polsino.
In base a questo intendono dimostrare che non può essere stato il marito a deturpare il corpo? Temo che il Tribunale la considerarà questione marginale, abbiamo già visto che il giudice di primo grado ha surclassato tempi e orari con estrema leggerezza.
Si dice che la miglior difesa sia l’attacco … perché loro la applicano a sproposito?

Mimosa

Mimosa ha detto...

Ultimo commento sull’intervista:

Gentile ha il coraggio di affermare «La difesa non ha ipotesi alternative, anche perché non spetta a noi indicarle», e poi (nell’intervista) butta là il sospetto che ci sono indizi tali da «ricondurre al mondo della caserma di Ascoli», riferendosi alle orgette, mi faccia il piacere … scommetto che in aula non oseranno nemmeno nominarle e tantomeno i traffici di armi e droga …

«La difesa è menomata: lo faremo subito presente» … bravi!
Come quegli studenti che chiamati all’interrogazione dicono “Senta professore, ieri avevo mal di pancia e non ho potuto studiare bene, però se vuole ci provo …”.
Difesa “menomata”, povero Caporalmaggiore!

Buonanotte e buongiorno,
Mimosa

Anonimo ha detto...

Stare ancora a rivancare terreno già dissodato è inutile quanto noioso, visto che domani ha inizio la prima udienza del processo d'appello su caso Rea, e tutti potremo seguirlo attraverso quanto sarà filtrato da quelle "porte chiuse".
Ci saranno, e come, argomenti su cui discutere, conditi da tanta delusione, per chi si attende novità, revisione precisa dei fatti e, magari, positivi colpi di scena.
Ancora 24 ore, per una seconda, virtuale "Roncisvalle".
PINO

Manlio Tummolo ha detto...

Notiamo la classica eleganza espressiva di colei che vuol farsi vedere colta e raffinata, ma bazzica solo nelle cloache, per cui oltre che di "membri estratti dai calzoni" e di "orifizi" null'altro sa dire di suo.

Naturalmente, basta che vada in vacanza per due giorni, quando riappare molti la riveriscono con un "bentornata", ciò che la ringalluzzisce e la fa sentire essenziale per i suoi luminosi ed illuminanti pareri.

Farebbe meglio a studiarsi la lingua italiana, piuttosto, nella quale mostra gravi difetti espressivi e concettuali. Nell'altro forum pontifica perfino in mezzo romanesco.

Il comico è poi che, dopo aver preteso di insegnare agli altri l'uso del condizionale, ignora che gli avverbi dubitativi "probabilmente, molto probabilmente, forse e chissà", e consimili hanno la medesima funzione. E alla fine ripete con molte parole ciò che gli altri dicono in poco.

Infine sui Carabinieri: l'ammirazione sproporzionata che molti hanno per l'ora chiamata IV Forza Armata, trascura elementi come quel tale che si è impadronito della borsa della dottoressa, travolta dalla macchina di chi aveva aggredito quello che lei stava assistendo, individuo che perfino ha usato la carta di credito della dottoressa.

Si parla poi come se non fosse visibile a tutti che, per l'omicidio Gobbato, si sia chiamata in conferenza-stampa tutta la schiera degli alti comandanti della Regione Carabinieri del Friuli-Venezia Giulia (a quale scopo, se non autoapologetico ?). Il punto è che, dopo le devastazioni compiute sul Pubblico Impiego nel 1993 e anni seguenti dagli sgoverni italiani a partire da quello Amato, con la "privatizzazione" di tutto (anche della disciplina), le Forze dell'Ordine hanno subìto un enorme, pauroso calo nell'autodisciplina e nella formazione (cfr. Genova, Aldrovandi, ecc.).

Infine sull'omicidio dei coniugi Burgato di Lignano, ho seguito la vicenda, sia dal "Messaggero Veneto" sia dal Giornale Radio RAI del FRiuli-Venezia Giulia, fin dal primo giorno. La fanciulla, in primo luogo, accusò il fratello, che tanto riteneva di essersela scampata; ma furono gli interrogatori della polizia cubana a determinare la corresponsabilità dei due, senza distinzioni, per il massacro dei coniugi lignanesi. Sono semmai sorti problemi giuridico-giudiziari perché il fratello non aveva le stesse garanzie giudiziarie. Il caso quindi è risolto con la determinante cooperazione della polizia cubana, che teoricamente poteva anche non occuparsi di un delitto avvenuto in Italia.

Ciò che scrivo di avvenuto nella mia regione, per ovvie ragioni, credo di conoscerlo meglio di chi invece vive in altri luoghi prossimi, dove non mancano certo casi analoghi (cfr. caso di Gorgo al Monticano - Treviso).

Anonimo ha detto...

Da quel che ricordo la Tommolini nella sentenza attribuiva l’impronta alle mani di Melania (si parla di 2 impronte se non sbaglio), senza ovviamente darne la certezza (ma Melania aveva le mani sporche di sangue? Le impronte coincidevano con la misura delle sue mani? Chissà…).
Invece per quanto riguarda l’impronta di una scarpa mi chiedevo se fosse o meno possibile attribuirla a chi fece le indagini due giorni dopo. E’ possibile che c’era ancora cosi tanto sangue da riuscire a lasciare un'impronta cosi ampia?
Credo sia significativo il punto in cui Massimo fa notare che il telefonista non parla di un corpo di donna... Credo poi che le immagini che sono girate hanno permesso a molti di capire che chiunque ha visto quel corpo si è trovato di fronte ad una scena agghiacciante e a dir poco brutale che non poteva lasciare calmi e indifferenti.
Kiba

Anonimo ha detto...

TUMMOLO, massimo voto con lode!!
W

Antonello ha detto...

Il problema e' del tutto giudiziario, perche' la precisa legislazione non dice che sarebbe la difesa ad aver l'onere di dimostrare l'innocenza o piste alternative ma sarebbe un dovere degli inquirenti e dei giudicanti adoperare il proprio uffizio alla bisogna quantomeno sindacale (veggasi i circa 25.000 dna ricercati nel caso Yara), l'accusa sarebbe citata come pari alla difesa e la presunzione ricalcherebbe pure un "Giusto Processo".
P.M. che governano i processi, parti civili che sentenziano a seconda delle proprie convinzioni, inquirenti che asservono tempistiche (veggasi presenza della coppia a Colle San Marco) e dinamiche (dopo il rifiuto e l'impossibilita' di una premeditazione vi sarebbe stato un attacco alla sentinella tutto ancora da spiegare) e che disconoscono le celle agganciate dai protagonisti della vicenda, gli alibi, le posizioni georeferenziate, tutto, non parliamo del mondo mediatico filo uniformante ed uniformato, la colpa pero' sarebbe della difesa.
Che dovrebbe fare la difesa contro un sistema intero??? Dovrebbe forse incatenarsi ai palazzi di Giustizia??? Ma in mezzo al fallimento completo, purtroppo, di un sistema sbalorditivamente impotente e dedito alle sicumere, non pare a nessuno che forse le indecisioni della difesa sono solo la classica bruscoletta rispetto alle mostruose travi che albergano le cornee di chi sarebbe pagato per "vedere".
Chi avrebbe dimostrato o provato cosa??? Da cosa devono difendere il loro indagato se nessun perito nominato, ne nessun dato di fatto, ha certificato almeno l'ora, se non il giorno, del decesso della vittima??? Se ogni piu'semplice concetto giuridico e medico viene stravolto in aule giudiziarie ed investigative forse che dovrebbero i difensori, a cui vengono pure nascoste ed inibite prove e riscontri nonche' parti del fascicolo, trovare le responsabilita' a pena di veder condannato il proprio difeso??? Ma dov'e' finita la Vera Giurisprudenza??? Non dico innocentista in assenza di prove ma tecnicamente garantista, ma scherziamo??? E la colpa sarebbe esclusiva dei difensori, dei loro precedenti, no, non sono d'accordo, pur levando le tare che probabilmente ogni difensore puo' avere.
Sappiamo tutti che gli orari al pianoro sono stati convintamente spostati per evitare di dover ammettere la presenza della coppia a San Marco, ed il motivo era che se la coppia fosse stata a San Marco Parolisi non potrebbe essersi certo recato a Ripe, facendo quello di cui si sarebbe convinti o si vorrebbe convincere, ritornando poi nell'orario in cui con certezza vi era nuovamente a San Marco, non vi sono i tempi e tantomeno con pezzi e sentieri fatti a piedi, ripulito e lindo, senza essere visto o notato da alcuno, e' una cosa assurda, e contro l'assurdita' addirittura dichiarata che puo' farci un difensore??? Andare al Tribunale sui crimini contro l'assurdita'??? Un Batman che aggredisce la moglie fra gli schizzi e che ne esce lindo lasciandola viva a dissanguarsi, mah.
Ricordiamoci che ai difensori veniva sistematicamente tolto il tempo nelle trasmissioni a vantaggio dell'accusa convinta e mai provata, che le istanze anche condivisibili spesso gli erano negate, che l'evidente gli e' stato sempre disconosciuto, che dopo tre diversi moventi sarebbe stato un rifiuto della moglie ad un'approccio a far scatenare la follia omicida di trenta coltellate ed una moglie lasciata viva da un marito forse, per i giudicanti, che piu'non poteva essere riconoscibile ne indicabile, mi chiedo se certi moventi non nascano dai nostri pregiudizi piu' che da insensate convinzioni.
Non i dna sugli slip o nelle unghie, ne i pellami vari capillizzi, e che dire della semenogelina o degli altri dna, ma chi doveva d'ufficio fare i rilievi indispensabili anche ad accusare ma anche a discolpare l'indagato??? La difesa???
Quanti alibi si vogliono concedere in questa storia???

PINO ha detto...

@ Antonello
L'"onere" di mostrare la innocenza dell'imputato spetta, di diritto e per dovere professionale, alla sua difesa, la quale non è tenuta ad indicare, alla controparte soluzioni alternative.
Pino

Tiziana ha detto...

Sto seguendo la Vita in diretta, la giornalista Maria Latella ha appena fatto lo stesso parogone, che mi era venuto spontaneo, con il caso Gobbato. Ovvero, ciò che ha detto è: "molti si domandano, nel caso Rea, se non è stato Parolisi ad uccidere Melania, chi è stato? Eppure anche nel caso in Friuli non si sarebbe potuto ipotizzare che un pazzo, in pieno giorno, si sognasse di aggredire una ragazza che faceva jogging e noi giornalisti siamo stati ad un passo dall'additare il ragazzo che faceva jogging con lei".
I vari ospiti intervenuti sono dell'idea che, date le motivazioni del primo grado di giudizio, la strada è aperta, in appello, ad un'assoluzione. Proprio le motivazioni della giudice, che hanno smontato di fatto la ricostruzione dell'accusa, farebbero gioco alla difesa. Speriamo che la difesa, effettivamente, sia in grado di sfruttare tutto ciò.
E' inoltre andata in onda un'intervista a Francesca, la sorella di Parolisi, che ha più volte sottolineato la totale mancanza di prove in tale processo.
Infine si è parlato della bambina e del fatto che una psicologa di Nola abbia individuato la necessità, per Vittoria, di vedere il padre. Francesca ha telefonato a Michele per supplicarlo di consentirle di portare la bambina in carcere. Michele le avrebbe risposto che la cosa non dipende da lui, mah!
Insomma, sono state velocemente riassunte le diverse considerazioni da noi più volte fatte in questo blog.

Manlio Tummolo ha detto...

Grazie W, per l'elogio, ma preferirei non dover rispondere a talune nauseanti aggressioni, talvolta subdole, talaltra dirette. Preferirei ragionare sulle cose, ma non sempre è possibile.

Manlio Tummolo ha detto...

Carissimi Pino ed Antonello,

per la precisione, all'accusa (PM e parte civile) spetta l'iniziativa del presentare le motivazioni e le presunte prove della colpevolezza. Se ciò viene fatto, alla difesa dell'imputato spetta l'onere e il diritto di controbattere questi elementi, sia attraverso prove logiche, sia prove di fatto (perizie, documenti, testimonianze). Recenti leggi hanno ulteriormente sottolineato la facoltà di eseguire indagini difensive che, però, molto spesso sono ritardate, in quanto il pubblico ministero svela le proprie carte solo ad indagini concluse nella loro parte ritenuta essenziale, senza poi tener conto che solo imputati danarosi possono permettersi di far eseguire indagini specialistiche accurate, tali da reggere il paragone con quelle del pubblico ministero .

Chiara ha detto...

ma per favore! le rispettive responsabilità del delitto di Lignano le hanno appurate i r.i.s. e non certo la polizia cubana ascoltando Reiver!! I due fratelli hanno usato la tecnica abusata dell'accusarsi a vicenda per ingenerare il ragionevole dubbio, peccato che in epoca di esami scientifici sia assai meno abbordabile che in tempi più remoti.
mi stupisce poi non poco la confusione tra carabinieri (che nulla c'entrano nè con Genova nè con Aldrovandi) e polizia - con tanto di storica reciproca rivalità - e l'ignoranza della loro dipendenza da differenti dicasteri: Difesa per i primi, al quale non mancano mai i fondi, e Interno per i secondi, massacrato dalla scure pubblica.

sempre tanto fumo e niente arrosto.
buon per lei che a qualcuno piaccia tanto fumare, peccato nuoccia alla salute e gli effetti si vedano!
probabilmente chi apprezza le fumosità troverà che risponda a "ragionamento" affermare che un friulano, semplicemente in quanto tale, ne sappia di più di chiunque altro su un delitto di risonanza nazionale! In epoca di giornali on-line poi! Ma soprattutto sul presupposto che io risieda in veneto mentre risiedo esattamente in friuli pensa te!! mi ricorda tanto la tartaruga della vecchia canzone di Lauzi, che a furia di correre a testa in giù si ruppe qualche dente contro un muro e da allora rallentò...la sua fortuna è che a una certa età la mutua passi le protesi dentarie, perchè le "smusate" continua a prenderle eppure non si ferma mai!

Chiara ha detto...

Antonello

tutto ciò che dici sulla deriva di molte Procure è vero, soprattutto alla luce della sistematica violazione del principio per il quale il minore potere d'azione della difesa è ripagato dal dovere dell'accusa di valorizzare anche gli elementi a discarico, di avere insomma la posizione sostanzialmente "neutra" di ogni magistrato (sulla carta almeno).

Invece sempre più spesso assistiamo alla rinuncia ad indagare elementi a discarico quando non veri e propri insabbiamenti di prove favorevoli. E' vergognoso che non ci sia una sollevazione della stessa categoria dei magistrati....sono davvero troppi ormai in quell'ambiente ad avere perso la rotta. (e di questo dobbiamo ringraziare anche tanta parte delle polemiche fuffose e politicizzate degli ultimi anni: non si è mai inteso risolvere i veri problemi, solo quelli strumentali).

C'è però un'altra cosa da dire: che se è vero che c'è facoltà di indagini difensive - al netto dei concreti ostacoli come costi, personale, poteri, autorizzazioni ecc - è vero anche che la maggior parte le puoi fare solo dopo avere conto dell'intero fascicolo del p.m..
Ecco, se scegli l'abbreviato, il momento della conoscenza del fascicolo del p.m. (meglio, i 20 giorni successivi) segna per te la pietra tombale per ogni indagine: siccome con l'abbreviato nel processo ci finisce solo quel fascicolo e nient'altro, o hai fatto acquisire tue indagini prima della sua chiusura, o dopo non vi entreranno più.

E allora è vero che obiettivamente in quel fascicolo non c'era nulla di nulla per condannare Parolisi, ma è vero anche che facendo questa "scommessa" su un caso di omicidio, i suoi avvocati si sono assunti una responsabilità trememda! Non lo sapevano che ogni tanto e soprattutto nei casi mediatici, i giudici filano per la loro strada? Se perfino a Taranto con tanto di dibattimento la farraginosità dell'accusa non è bastata ad evitare la condanna, come potevano pensare loro di cavarsela con le sole indagini e le perizie del p.m. che, inconsistenti o meno, comunque l'indice impietoso puntavano??? Il magico duo ha fatto un errore c l a m o r o s o con la scelta dell'abbreviato, se c'era una possibilità di incrinare qualcosa risentendo i testimoni e rifacendo le perizie loro l'hanno buttata nel cestino e vi hanno dato fuoco. Non si rischia così sulla pelle altrui.

Chiara ha detto...

p.s. lo so che i tempi del processo di Parolisi e quello delle Misseri sono inversi ma era tanto per rendere l'idea

Tiziana ha detto...

Chiara,
lungi da me il voler prendere le difese dal duo ma, poiché per Parolisi era stato deciso il giudizio immediato, senza udienza preliminare, l'unica risposta possibile per la difesa era quella dell'abbreviato condizionato alle nuove perizie.

Manlio Tummolo ha detto...

La donnetta è sempre molto nervosa. I vent'anni di carcere al fratellino non sono stati dati certo dai Carabinieri del capitano Pasquariello. Ci servivano altri spots su di loro. Non sostengo mica che il delitto fosse stato scoperto dalla polizia cubana, dico solo che il suo contributo, grazie ad interrogatori forse pesantucci nei confronti di colui che riteneva di essersi messo in salvo, fu essenziale per il processo che è iniziato da pochi giorni contro la donna. Se la Polizia e le Autorità cubane si fossero completamente disinteressate del caso (non ci sono trattati di estradizione con Cuba), non vi sarebbe stato alcuna prova effettiva che la donna sia stata cooperatrice del fratello nel delitto, ma al massimo che potesse esservi stata materialmente presente, come sosteneva inizialmente.

I caroselli alla maresciallo Rocca vada a farli altrove, sul "Gazzettino" o sul "Messaggero Veneto", o su "Raixe venete", o dove Le pare.

Qualunque divisa manda questa nevrotica in visibilio.

Manlio Tummolo ha detto...

Le mille figure della signora professionista con due figlie a carico: stava in Veneto, ora si è pure trasferita. Si metta almeno d'accordo con chi Le fornisce i messaggi da pubblicare in risposta agli altri.

Sta in Friuli, ma non sa dov'è il Cormor. Mi compiaccio.

Manlio Tummolo ha detto...

Un'ultima nota: l'omicidio dei coniugi Burgato non fu affatto di rilevanza nazionale (analogamente a quello di Gorgo al Monticano, a cui fu inizialmente accostato: anche lì vennero massacrati dopo torture due coniugi di Sesto al Reghena, Pordenone, custodi di una villa), tanto è vero che qui nessuno - prima di me - ne aveva scritto. Di solito, per le più varie ragioni, quello che succede in questa regione viene trattato pochissimo, anche in quanto si vuole per motivi propagandistici evitare di informare la popolazione nazionale e confinante sui delitti locali. Al massimo vi si dedicano un articolo o due, non di più. Mentre di ciò che avviene in altre regioni, soprattutto del centro-sud, vi si dedica un'attenzione ben maggiore.

Certo, si possono leggere i giornali on-line, ma lo si fa solo quando qualcosa è diventato celebre, cosa che non fu per il caso Burgato. Ad esempio non avrei mai letto il "Giornale di Manduria" (non ne conoscevo neppure l'esistenza) se non vi fosse stato il caso Scazzi - Misseri. Inoltre, sui quotidiani nazionali on-line si leggono le cose in sintesi, e non diffusamente, quando riguardano problemi specifici di una regione, mentre le edizioni a stampa si diffondono ben di più.

Antonello ha detto...

@Manlio Tummolo
Sono d'accordo, se servisse, spetta alla difesa entrare nel merito delle prove che ha l'onere l'accusa di presentare, infatti stiamo tutti aspettando che le presenti, non ci sono per ora, ma una sentenza lacrimosamente gia' c'e'.
Non vorrei essere frainteso, non e' colpa di certo mia ne tua, ma e' un dato di fatto che le prove non sono catalogabili come generici riferimenti che senza convinzioni personali crollano irrimediabilmente, non credo.
La prova diretta, che qua l'ha vista solo l'autovelox, ha dei criteri ben definiti da secoli di Giurisprudenza, un riscontro oggettivo ed univoco che riporta alla responsabilita' di un evento e direi che, anche se la Fiammiferaia al Mascara parlerebbe di un bacio di un marito alla propria comunque moglie, qua non vi sono prove dirette, se parliamo di prove indirette, indizi precisi, gravi e concordanti peggio che andar di notte, basti notare che la strana, questo si, reticenza di un indagato concorderebbe con delle convinzioni intuitive astrologiche piu' che con altri indizi, il bacio o meglio il dna sulle labbra e sull'arcata dentale superiore e' stato inequivocabilmente descritto in termini scientifici da Giardina come "sicurezza origine di numerosi e gravissimi errori", la ricostruzione e' a dir poco concordante con i cartoni animati, privi di intramezzi dinamici e totalmente inverosimile per tempistica, manca l'ora scientifica ed il giorno del decesso della vittima, non c'e' l'arma, l'unico testimone che poteva essere rinvenuto analizzando le schede e le monete della famosa cabina forse non interessava a nessuno, abbiamo l'impossibilita' materiale e l'illogicita' palese del sentenziato ad aver commesso quello di cui e' stato ergastolato per come gli si e' sentenziato avrebbe compiuto.
Addirittura le primarie fortissime convinzioni hanno ribaltato orari provati da testimoni, dispositivi di videosorveglianza, orologi di tecnici e cellulari di installatori, sono stati inseriti dati non piu' rilevabili, il contenuto alimentare analizzato e' stato presentato in tre modi diversi, la temperatura standard del corpo non e' stata presa e nemmeno quella ambientale che qualche perito ha dovuto ricostruire con i dati delle centraline.
Ci sono tre o quattro moventi diversi che danzano sugli schermi e nelle Procure, non c'e' nulla, allora dico io, alla difesa l'onere di contrastare cosa??? Se non c'e' nulla??? Qui bastava che fossero stati applicati gli standard medici e giudiziari universalmente riconosciuti e che si fosse almeno ascoltata la difesa, perche' ricordo che la stessa perizia sull'ora non ha mai dato risultati univoci, al punto che un perito ha decretato l'impossibilita' scientifica ad appurarla con i dati mancanti che conosciamo, e la perizia l'chiesta la difesa e l'ha concessa e disconosciuta il Giudice.
Chiaro che se manca l'ascolto e la conoscenza della difesa e del caso, se prove non ve ne sono, se l'accusa e' inconsistente e' inibita la garanzia di difesa, che si instaura un processo senza fondamento e poi si chiede alla difesa di smontare i fondamenti che non vi sono???
La difesa ha provato a spiegare ma la sentenza era inevitabile, l'ha gia' scritto qualcuno che in certi casi i Giudici hanno la loro strada, ma se la hanno gia' a che servono le difese, prepariamo i cappi e mandiamo a quel paese secoli di onorata ed internazionale voce giudiziaria in capitolo e, forse, saremmo piu' sinceri, insegniamo nelle universita' che se la prova non c'e' si crea e buonanotte ai suonatori.

Manlio Tummolo ha detto...

Carissimo Antonello,

sul caso Parolisi non mi sono mai pronunciato troppo; ho avuto a suo tempo qualche divergenza sui possibili fatti. Non intendo entrare nel merito, come ho detto tante volte. Allora, sul piano procedurale, se non vi sono prove di alcun genere contro di lui, spetta alla difesa sostenere che tali prove sono insussistenti, mediante adeguate argomentazioni e sulla base delle perizie effettuate.

Quanto al rito abbreviato dissi l'anno scorso che non approvo tutta questa caterva di riti e sottoriti che alla fine (vedere il caso di Chiara Poggi) non accorciano per nulla i tempi, se non dove la difesa alzi bandiera bianca. E' un rito che potrebbe andare bene solo per ingiurie, lesioni lievi, violazione di domicilio senza morti, furto lieve senza scasso, e null'altro. Robe da giudice di pace, o poco più.

Sicuramente non per un omicidio.

Ma il mio parere nelle alte sfere conta assolutamente nulla.

Chiara ha detto...

Tummolo
è lei da solo col solito metodo di saltare da un elemento ad un altro secondo una personalissima logica, ad avere arguito dal fatto che io abbia mostrato confidenza con il veneto, allora debba necessariamente vivere in veneto! la stessa confidenza l'ho con l'emiliano col francese e col friulano (non lo parlo, dato che nessuno me l'ha mai parlato da piccola, ma lo comprendo avendolo ascoltato per lunghi anni) ossia con tutte le lingue proprie delle mie origini e dei luoghi in cui ho risieduto nel corso della mia vita.
non tutti nasciamo in un luogo da genitori quel luogo e ivi si risediamo tutta la vita eh?
e secondo lei non avere mai visto l'ippovia lungo il Cormor è dimostrazione che non si risieda in friuli?? permetta, mi rifiuto di credere che proponga seriamente certi "ragionamenti"...

Chiara ha detto...

p.s. verissimo che di quanto accade in friuli non interessa nulla a nessuno, pare fin d'essere una regione fantasma....capaci d'avere eccellenze internazionali, delitti atroci, ma il tg nazionale apre con un intasamento del traffico sul raccordo anulare di roma! che sconforto...

Chiara ha detto...

Tiziana, perchè dici ciò? non avere l'udienza preliminare è un conto (tanto diciamocelo, il rinvio a giudizio è praticamente di prassi in questi casi) ma privarsi da sè del dibattimento è un altro paio di maniche! no?

mica erano obbligati a scegliere un rito alternativo, andavano a processo pur saltanto l'u.p. e se la giocavano tutta; avevano solo un vaglio preliminare in meno, ma loro si sono privati praticamente di tutti i vagli successivi con questa scelta scellerata.
con l'abbreviato (per quanto lo condizioni all'assunzione di una-due prove ulteriori) rimane solo da argomentare al meglio la farraginosità dell'impianto accusatorio e null'altro...rinunci alla possibilità di depositare tue indagini, che un testimoni cambi anche solo un po' la deposizione ostile in seguito al tuo interrogatorio, rinunci a chiamare testi tuoi ecc.

a me fa molto pensare questa cosa sai? perchè col rischio di un ergastolo (e se con aggravanti capirai la differenza tra avere o no l'isolamento diurno a quel punto!) significa o credere molto poco all'innocenza dell'imputato (e quindi portargli comunque a casa uno sconticino) o temere che dal dibattimento possa uscire di peggio di quanto uscito in indagine...è stata questa la motivazione della scelta? se sì, chi aveva paura di questa evenienza? la difesa o l'imputato stesso?

Chiara ha detto...

Antonello
"in certi casi i Giudici hanno la loro strada, ma se la hanno gia' a che servono le difese, prepariamo i cappi e mandiamo a quel paese secoli di onorata ed internazionale voce giudiziaria in capitolo e, forse, saremmo piu' sinceri, insegniamo nelle universita' che se la prova non c'e' si crea e buonanotte ai suonatori."

Parole sante! Aggiungerei anche l'opzione: se la prova manca non serve necessariamente crearla, basta far finta di nulla.

In attesa di un po' di onestà intellettuale (se proprio alla giustizia secondo diritto non ci arriviamo) per il momento ci limitiamo a pagare milionate per gli errori giudiziari e le ingiuste detenzioni! Per non parlare delle ripetute censure della Corte di Giustizia Europea!

ma si sa, finchè sbaglia un indefinito Ente immateriale e i danni li paga Pantalone, che problema c'è....

Anonimo ha detto...

Panorama pubblica il testo del ricorso in appello contro la sentenza all'ergastolo di Parolisi.
Sarahkey


http://news.panorama.it/cronaca/La-verita-di-Parolisi-sull-omicidio-di-Melania

Manlio Tummolo ha detto...

Circola tra noi una sorta di informatico incrocio tra una zecca ed una piattola, ambedue animaletti amanti del sangue altrui, ma alquanto fastidiosi. Si appiccicano agli altri e traggono vita, finché possono, da questo attaccarsi agli altri con testarda insistenza. Il divertente (si fa per dire) è che questo avviene dopo aver scritto istericamente con tono querulo: "Mi lasci andare, mi lasci andare, Lei mi perseguita", e via discorrendo, come ognuno può verificare leggendo questo o altri articoli con relativi commenti. Nondimeno è sempre lì, a farsi vedere brava, sapiente e arguta "Sono fimmina e pure leguleia, non temo neanche il diavolo", ecc. ecc. Naturalmente a questa superficie che vorrebbe essere brillante si unisce una volgarità senza pari, visto che di una sua presunta "collega" (???) non sa dire altro se non che l'assassino doveva avere difficoltà nel "tirare fuori il membro con tuta e calzoni".

Allora vediamo di chiarire: solo un veneto, dello stampo di "Raixe venete" "Liga Veneta" ed altri consimili, può affermare "la mia lingua veneta", ecc.. Non ho né tempo né pazienza cone codesta professionista del rompimento di scatole, a ricercare tutti gli svariati suoi commenti. D'altronde chi si fa aiutare da almeno altre due persone certamente possiede almeno tre residenze. Nel commento a cui mi riferisco (articolo su Grigoletto successivo a questo, ma più in alto, ultimi due commenti), non è detto del "parco del Cormor", del resto celebre, oppure "ippovia", ma proprio del fiume Cormor che è il secondo venendo da Pordenone dopo aver attraversato il Tagliamento tra Codroipo e Palmanova, ed è fiume di risorgiva, come altri in Friuli (lo Stella, l'Aussa Corno, ecc.), oltre ai due maggiori del Friuli- Venezia Giulia, Tagliamento ed Isonzo. Quindi trovasi il celeberrimo Timavo, che forse avrà sentito nominare.

Il fatto è che, quando si raccontano balle, quando si riempie un blog di menzogne ed altro, quando ci si fa aiutare da altre persone o si ricopia quanto scritto in altri luoghi, quando si considerano gli altri tutti sub-normodotati e solo se stessi normodotati, si perde poi il conto delle storie che si raccontano in oltre un anno di partecipazione, nella quale si annoverano più le aggressioni personali agli altri che il contenuto culturale.

Di qui il caldo invito: si faccia gli affari suoi, dica tutte le orazioni che vuole, racconti qualunque balla le salti in testa, ma non metta la sua proboscide zanzaresca, zecchinesca o piattolesca sugli altri. Dà sempre molti raffinati consigli a Magica, che dovrebbe esserle conterranea, ma non li applica giammai a se stessa.

Tabula ha detto...

Rimango dell'idea antica e retrograda che sia onere dell'accusa provare la colpevolezza dell'imputato.
Ad ogni modo a me non pare che la difesa sia da stigmatizzare, ha ancora degli assi nella manica mica da niente da giocarsi, le perizie in primis, carta canta.
Va anche detto, e se va detto va detto, che l'accusa in questo caso di cronaca è stata particolarmente feroce sostenendo la colpevolezza dell'imputato oltre ogni perizia oltre ogni calcolo tempistico ed oltre ogni valutazione logica. I media erano tutti contro, l'opinione pubblica pure, non si contano nemmeno più le puntate lesive della privacy dell'imputato oltre ogni ragionevole attinenza relativa al crimine, se si vuole parlare della difesa va anche fatto notare che non è alzando la voce che si dovrebbero vincere i processi, ma con le prove.
E le prove o ci sono o non ci sono.

Qua ci sono prove o supposizioni e probabilità di colpevolezza?

La sentenza della Tommolini non ha riscontri, non ha riscontri l'accusa della Procura, eppure siamo ancora qui a constatare che una persona è in carcere ed è privata della figlia nonostante tutto questo.

Non mi venite a dire per favore che la colpa è della difesa che non avrebbe eloquio, un conto è essere opinionisti televisivi di mestiere, un conto è avere sulla carta tutte le prove e le perizie a favore e nonostante tutto perdere la causa.
Non dovrebbero nemmeno saper parlare, gli avvocati, non c'è una virgola a conferma che Parolisi possa essere l'assassino della moglie.

Mimosa ha detto...

Ho sentito stamane che la sentenza potrebbe essere emessa già il prossimo lunedì.
Un Appello per direttissima e a porte chiuse ... mi sa che neanche la Cassazione salverà il soldato.

Mimosa

Tiziana ha detto...

Chiara,
non sono assolutamente un esperta di legge e, dunque, mi attengo a quanto all'epoca si era discusso sul giudizio immediato. Dal momento in cui l'imputato viene chiamato in giudizio, mi sembra disponga di soli 15 giorni per prendere visione del fascicolo investigativo predisposto e procedere, a sua volta, con le indagini. Va da sé che i tempi sono troppo stretti per un'efficace difesa e, se non sbaglio, la maggioranza preferisce procedere con i riti alternativi consentiti.
Da qui il fastidio, che ho sempre provato, sentendo chi (in particolare i familiari di Melania) sosteneva che la scelta dell'abbreviato fosse stata fatta da Parolisi per avere uno sconto di pena (e abbiamo visto quale!!! scandaloso!!!). Cos'altro, mi sono sempre detta, avrebbe potuto fare se non scegliere l'abbreviato, vista la condizione in cui l'avevano posto con l'immediato?
Quindi, non mi sono mai sorti i tuoi dubbi che la difesa credesse poco nell'innocenza del loro assistito, né che in dibattimento potessero uscire nuovi elementi a danno di Parolisi (ma quali? l'accusa ha rimestato in lungo in largo, se si fosse potuto far uscire qualcos'altro, questo sarebbe già emerso). Tutto ciò ovviamente da profana del settore.

Tiziana ha detto...

Sarahkey,
ti ringrazio per averci segnalato il link con il ricorso in appello. Io purtroppo, però, non riesco ad aprirlo, mi scrive che "potrebbe essere danneggiato". Tu l'hai letto? Riesci a riassumerci gli argomenti principali? Grazie ancora,
Tiziana

Chiara ha detto...

ma senti chi debba farsi gli affari suoi! si lamenta ad ogni occasione di non sapere chi sono, ha l'ossessione di conoscere il mio cognome e ad ogni piè sospinto cerca di avere notizie precise con goffe provocazioni che l'indispettisce non sortiscano mai l'effetto sperato.
Sa, caro, non ha speranza di soddisfare la sua bramosia e resterà sempre a bocca asciutta: sa praticamente tutto eppure non sa nulla, le consiglio di digerirla presto...altro che zecca io, mio caro: lei ha il fare del maniaco e questo è il motivo per cui mai sarà soddisfatto nella sua ossessione, gliel'ho già detto!

e soprattutto non tenti di fare con me ciò che fa con tutto il resto del mondo, ossia inventare cose mai dette per far finta che quelle che dice lei abbiano senso o ragione; sono allenata a riconoscere ben altri livelli di manipolazione verbale, i suoi sono l'equivalente di quelli di un bimbetto, quindi ascolti il consiglio di ritirarsi in buon ordine: si rende ancora più ridicolo, troppo grossolano anche per assurgere ad azzeccagarbugli!

ciò che ho detto è nero su bianco, forse lo dimentica: se lei non ha capito l'ovvio, ossia che si parla del tratto di fiume in cui sarebbe stato lavato il coltello (al che ho espresso riserva di verifica sulla concreta collocazione dell'azione descritta per valutarne la verosimiglianza) ne deriva inevitabilmente che o lei è sconsolatamente stupido o soltanto vergognosamente inetto a sostenere una conversazione sui dati reali e deve mistificarli per abbassare gli argomenti alla sua portata.

vorrei essere generosa e propendere senza riserve per la seconda ipotesi, ma tutto il suo modo di atteggiarsi nei confronti di ciò che dico - con tanto di età e istruzione dalla sua - lascia poco margine per valutazioni benevole.
Come potrebbe essere altrimenti? messo spalle al muro dal fatto che risente di mera fanciullesca antipatia nei miei confronti mentre non ha obiezioni razionali sul contenuto (reale) di ciò che dico, o imbroglia o invoca fantasmatici suggeritori che muoverebbero le mie dita sulla tastiera! Vede anche gli omini verdi bussarle alla finestra, Tummolo?! La bile le offusca la mente, caro "prof".

Il suo senso di inadeguatezza e la sua incapacità a contenersi, almeno per rispetto dell'immagine che tenta di dare di sè, non sono affar mio: dovrei astenermi dall'intervenire sul blog solo per non metterla in difficoltà con la sua autostima? è adulto
e vaccinato, si arrangi! Trovi una soluzione che non si riduca alle ingiurie e alle mistificazioni se davvero possiede maturità, aplomb e capacità dialettica che ritiene superiori alle mie.
o crede che il fatto di omettere il mio nome pur identificandomi univocamente valga a rendere i suoi inteventi migliori di questo mio? si illude, caro: dimostra solo che ho molta più decenza e onestà di lei!

PINO ha detto...

Prove concrete sulla colpevolezza di Parolisi per l'omicidio della moglie non sono state mai prodotte. Così come nulla è stato riscontrato che attesti la sua presenza sul luogo del delitto. Esse prove, od indizi, esistono solo nella fantastica, romanzata ricostruzione dell'omicidio formulata dal team acusatore.
Ciononostante, e contro ogni logica, si è comminata una pena che avrebbe più le caratteristiche di una sadica, cruenta e proditoria amministrazione di una giustizia nella quale, ogni cittadino, pone la propria fiducia.
La presupponenza, su cui sarebbe stato inpostato tutto il fragile costrutto accusatorio, nel processo di 1° grado,sembra persistere (questa è l'impressione che se ne trae) ancora oggi.
Pertanto, pavento che, nonostante il robusto contenuto della memoria difensiva presentata dal collegio di difesa, il muro di gomma precostruito dalla controparte, potrà ancora resistere.
Pino

Manlio Tummolo ha detto...

Carissimi Pino ed Antonello,

a proposito di perizie, che fine ha fatto tutto il discorso svolto da ANNIKA sulla presenza di seminogelina nella vagina della vittima, e che dimostrerebbe come avesse avuto un rapporto sessuale, forse violento, con qualcuno che non potrebbe essere stato (secondo Annika) del marito Salvatore Parolisi?

Siccome avevo interrotto la mia lettura per mesi di questo blog, non so come poi abbiate concluso il discorso. Non vedo perché il collegio difensivo di Parolisi non possa o debba riprenderlo in appello, anche se il rito resta abbreviato. Il fatto potrebbe essere determinante ben più di baci, salive, sputacchie o altro.

Chiara ha detto...

Tiziana:
"Dal momento in cui l'imputato viene chiamato in giudizio, mi sembra disponga di soli 15 giorni per prendere visione del fascicolo investigativo predisposto e procedere, a sua volta, con le indagini. Va da sé che i tempi sono troppo stretti per un'efficace difesa e, se non sbaglio, la maggioranza preferisce procedere con i riti alternativi consentiti."

Allora Tiziana, c'è una parte di ragione ed una di confusione. Mi spiego: le indagini le puoi fare fin da subito, "in parallelo" con la Procura, quindi non è che DEVI attendere la chiusura del fascicolo per, ad esempio, incaricare un tuo perito di rifare certe analisi. Semplicemente, con la chiusura delle indagini hai un'idea più precisa di cosa il p.m. intenda valorizzare e concentrare meglio i tuoi sforzi. Ma questo è vero per indagini di cui non sai nulla ma non per casi come questi in cui sai precisamente come e in che direzione si stia muovendo l'accusa.
Le tue indagini inoltre possono proseguire durante tutto il corso del processo, il deposito di documenti è consentito durante tutta l'istruttoria e per sentire i periti a testi è sufficiente che li indichi preventivamente nelle tue liste: se poi non avranno scoperto nulla di utile, semplicemente rinuncerai alla loro audizione.

I 15 giorni che decorrono dalla notifica del decreto di giudizio immediato, NON sono finalizzati ad integrare il fascicolo del p.m. con tuoi atti o tue memorie (com'è invece per i 20 giorni che ci sono dopo la notifica della chiusura indagini nel rito ordinario) ANZI la notifica della chiusura indagini non c'è proprio come "tappa" processuale, in quanto è assorbita dalla richiesta di rito immediato.

Quindi in quei 15 giorni tu devi solo scegliere se chiedere un rito alternativo - rinunciando quindi a portare al giudice anche elementi tuoi (se non nella ridottissima misura della richiesta "condizionata all'acquisizione" di una determinata prova - oppure se presentarti all'udienza fissata per l'apertura del processo e partecipare al dibattimento così da fornire al giudice quanto ritieni gli serva per convincersi della tua non colpevolezza.

Allora è vero che il giudizio immediato riduce i "tempi di reazione" che ti sono concessi, ma proprio per questo è molto azzardato decidere - in poco tempo - di "azzopparti". PROPRIO perchè hai poco tempo!

Un conto è farlo dopo avere avuto un congruo periodo (come accade nel rito ordinario) per analizzare bene tutti gli atti del p.m., valutare che non ti nuocciono e decidere di giocare la partita con quelli; altro conto è prendere una decisione irreversibile e importantissima avendo il fuoco a tergo che ti costringe a correre (come accade nel rito immediato)!

con una mole immensa di documenti da studiare in un caso indiaziario come questo, non trovo granchè ragionevole accontentarsi dei 15 giorni concessi dal codice per ponderare una decisione definitiva, mi parrebbe più prudente limitare il rischio prendendosi tutto il tempo residuo consentito, ossia l'intera durata del dibattimento.

Certo, così facendo ti privi dello sconto di un terzo in caso di condanna, ma almeno ti poni in condizioni migliori per ottenere l'assoluzione!

E allora sì ha senso domandarsi quale fosse la priorità di questa difesa e di questo imputato quando fecero quella scelta.

Sono riuscita a spiegare meglio il mio punto di vista?

Manlio Tummolo ha detto...

E siamo alle solite,

a me del suo cognome non interessa affatto. Se lo tenga ben stretto: vuol dire che se ne vergogna, come si vergogna di se stessa e della sua miserabile inesistenza.

Si faccia pure aiutare da altri che stanno nell'ombra, tanto la volgarità si vede in tutte le sei mani che scrivono sulla tastiera. Volgarità e ignoranza totale che ciascuno può veder trasudare in ogni suo intervento.

Tiziana ha detto...

Sì Chiara,
il tuo punto di vista lo comprendo anche se, all'epoca, ricordo che sperai che la difesa propendesse per l'abbreviato.
Tutto sommato, forse, non è stata una scelta sbagliata (per dirlo ovviamente dovremo aspettare l'esito dei 2-3 gradi di giudizio). Intanto la Tommolini, se pure ha pronunciato una gravissima sentenza di condanna, ha posto le motivazioni in modo tale che la difesa potrebbe avere gioco facile nel condurre l'appello: ha riabilitato la figura di Ranelli e l'operato dei cani, ponendo dunque i coniugi a CSM prima che a Ripe e ha tirato fuori un nuovo movente, legato ad una ricostruzione fantasiosa, che non può essere assolutamente credibile.
Ora, pure io come Pino e Mimosa temo (anche per scaramanzia) che i giochi siano già stati fatti, ma contestualmente mi auguro che la giuria voglia procedere solo sulla base dei dati oggettivi forniti. In questo modo, vista la totale mancanza di prove, la sentenza dovrebbe essere di assoluzione.

Anonimo ha detto...

Tiziana
Vi ho segnalato la pubblicazione del ricosro in appello su Panorama appena l'ho scoperto e ancora non ho avuto il tempo di leggerlo tutto(sono 261 pagine!), mi dispiace. Per quel che ho letto però mi sembra, da profana, che la difesa abbia puntualmente controbattuto alla ricostruzione sia della Tommolini nella sentenza all'ergastolo che dei PM.
Sarahkey

Tiziana ha detto...

Sarahkey,
grazie comunque. Proverò a vedere stasera se eventualmente riuscirò a leggere il documento dal computer di mio marito.

Anonimo ha detto...

Tummolo basta vieni a noia.

Chiara ha detto...

Tiziana:
sì, c'è da dire che è ben più facile parlare ora col senno di poi che non allora; sono sincera e ti dico che anche a me quella volta non sembrava così insensata la scelta: in fondo un fascicolo più privo di prove non poteva esserci no? quindi doveva essere un processo in discesa quello fatto su quel niente!

Eppure andava considerato che approfondire il nulla non può che aumentare l'evidenza di quel nulla e quindi valeva la pena consentirlo (a meno che non si temesse che viceversa potesse risultarne riempito)

ma soprattutto anda considerato ciò e lo dico anzitutto a me stessa: che già la sola ammissione del rito immediato doveva far titubare, poichè, per accordarlo, un giudice ha dovuto dichiarare che "la prova appare evidente" (presupposto del rito immediato), quindi temere che anche il giudice del merito avrebbe potuto ritenere ciò era una considerazione da prendere seriamente.

Ripeto: lo dico principalmente a me stessa, è un'esperienza (altrui) di cui fare tesoro.

Antonello ha detto...

@Manlio Tummolo
Do atto che raramente ha voluto entrare nel merito del caso, e che ha sempre sostenuto di non condividere le varie tipologie di processo in un caso di omicidio, me lo ricordo molto bene perche' mi ha trovato sempre d'accordo, troppo grave ed irrimediabile il reato per concedergli possibilita' diverse e non consone.
L'assunto scientifico di Annika che io sappia rimane tuttora sospeso insieme al suo coraggio e competenza per averlo sviscerato, ricordo che in ultimo vi furono alcune contestazioni, in effetti i dna poi rinvenuti e letti su alcuni stralci di perizia davano abbondanti motivazioni a pensarla in coerenza con le ipotesi che l'assunto di Annika ricalcava nella sua matematica certezza dei tempi.
Perche', forse e' importante ricordare che non furono solo rinvenuti agglomerati capillizzi o dna sulle labbra e sotto le unghie, che ricordi bene vi erano dna salivari in luoghi non proprio scoperti nelle quotidianita' e che lascerebbero presagire un deposito del corpo o dei moventi completamente diversi dal serafico immaginario.
Io avevo esposto che se semenogelina era stata rinvenuta dove si diceva doveva in qualche modo esserci arrivata, e che in buona sostanza non vi erano al mondo unicamente sistemi naturali per inocularla, alla bisogna infatti giusto non lontano era stata rinvenuta una siringa abbastanza coerente con diverse possibilita', certo che leggendo i numerosi tipi di dna rinvenuti ed i luoghi del loro rinvenimento trovo l'ipotesi di Annika estremamente purtroppo verosimile, anche li nessuna analisi logica per leggere dati estremamente significativi.
Ed e' anche vero che bisognerebbe essere pazzi per firmare in tale infantile maniera un omicidio del genere (Annika faceva riferimento a qualcuno che essendo stato operato non potesse "sviscerare" dna identificativo ma solo semenogelina appunto, a quanto ho potuto capire io priva di dna in se stessa) con una cosi' immensa opera di depistaggio e/o di incroci simbolici.
Se quella e' l'ipotesi si potrebbe ricostruire un iniziale mano successivamente condita, depistata ed aiutata dall'intervento di una mano successiva di molto piu' esperta ma che non conoscesse alla perfezione quanto combinato dalla prima.
Vagamente verrebbe un dubbio leggendo di tutti i dna, e' come se qualcuno avesse abbondantemente amoreggiato, ricattato o violentato la donna prima, dopo o mentre almeno uno dei colpi letali (cerco di non pormi dei perche') inferti e che poi un secondo gruppo scoperto l'inghippo, da nascondere in determinate culture, abbia fatto di tutto per nascondere una scomoda verita' addossando la colpa poi sul caporale ritenuto il vero responsabile di non aver "protetto" la donna, messo a nudo mediatico, anche il ludibrio.
Sono anche io combattuto fra questo presagio e il fatto che deve aver pure un senso il luogo, i luoghi mai ipotizzati, il tempo ed i tempi anch'essi mai ipotizzati.
D'accordo, la donna e', sembra, sparita dal territorio ascolano il primo pomeriggio del 18, mi trovano attento le molteplici e mai escluse ipotesi che porterebbero a verosimili luoghi e tempi in cui la vittima e' stata di fatto aggredita e/o spostata e depositata, senza levare che persino il caporale sarebbe un possibile ed ipotetico responsabile in luoghi del tutto diversi dal pianoro.
Per intendersi mi riferisco al luogo preciso "erroneamente" georeferenziato da procedura europea per ben tre volte con il medesimo punto segnalato a partire dal cellulare di M.R..
Molto coincidente in plurime ipotesi sono le scomparse testimonianze dei ciclisti che riportano due donne che inseguivano in strade isolate e sentieri la vittima, proprio casualmente vicino a dove l'amico del caporale riportava il "suo" alibi non si sa bene da chi confermato.

Manlio Tummolo ha detto...

A proposito di conoscenze geografiche:

"... non conosco la zona, andrò a vedere dov'è sto fiume...". Penultimo commento all'articolo "Claiduio Grigoletto: un assassino o un mostro, fine I capoverso, 20/ settembre/ 2013 ore 22.31.

Che intuizione femminile perfetta: infatti ora posso svelarlo finalmente. Sono celebre in tutti i Tribunali d'Italia, come "Manley lo Squartatore". Ho al mio attivo 37 milioni di Italiane affettate e messe in pentola a bollire o in padella, 1.580.284,07 turiste straniere, e un numero indefinito di extracomunitarie. Sono agli arresti domiciliari per buona condotta quando mi trovo in carcere.

Manlio Tummolo ha detto...

ANONIMO delle 15.25 di oggi 25 settembre 2013: quanto a noia, non sono il solo a produrla. Ma non sa che noia producono questi coraggiosi anonimi privi pure di oscuri nomignoli, che, con audacia estrema, fanno osservazioni varie a Tizio oppure a Caio.

Manlio Tummolo ha detto...

Carissimo Antonello,

armi non dovrebbero mancare alla difesa di Parolisi. Vendano cara la pelle, come si usa dire, e poi non dimentichiamo: c'è pure la Corte di Cassazione. Abbiamo visto recentemente processi in primo grado annullati dall'appello e appelli annullati in Cassazione. Non resta ormai che vedere che cosa salta fuori dal dibattimento a porte chiuse. Il nostro compito è solo quello di osservatori critici esterni, null'altro, piaccia oppure no.

Antonello ha detto...

@Manlio Tummolo
concordo, siamo osservatori ma paganti, ed il che' in presenza di errori umani nella media non sarebbe significativo, ci mancherebbe "chi lavora sbaglia, chi non lavora non sbaglia mai", e' la dimensione palese e temporale degli errori che si ritiene impossibile non vedere, onestamente non credo si possa trattare di errori ma e' vero che siamo ossrrvatori paganti impotenti, con la differenza che se intendessimo vedere un film dovremmo recarci nel posto piu' coerente e cioe' un recintato cinema, anziche' veder recintata la "verita'" in luoghi deputati a scoprirla e sentenziarla privi di angolazioni superiori alle personali convinzioni.
mai stato un fans incallito del caporale per come ci e' stato dipinto ed "esposto", una figura immatura che non decidendo di assumere delle benedette responsabilita' impediva a se stesso, alla moglie, all'amante ed alla figlia di avere delle chiare risposte permettendo cosi' di conseguenza di poter ricercare una felicita' in modi diversi.
In questo sono d'accordo con la famiglia, chi tradisce ama solo a parole, sul resto trovo singolare la loro posizione, troppo innocentista prima e troppo giustizialista ora, e non capisco perche' quel "troppo", sicuramente hanno pagato tanto a questa storia, una figlia persa, ma proprio perche' hanno pagato "loro innocenti" cosi' tanto ed immotivatamente non capisco perche' non cercare giustizia piena e provata, invece che continuare a ripetere che l'orco merita l'ergastolo, ma come fanno e da cosa di cosi' certo ad essere cosi' sicuri che il responsabile possa essere e sia il caporale??? Questo non mi spiego, come diavolo fanno ad essere cosi' convintamente sicuri.
Ma poi in fondo, siamo solo spettatori paganti, salvo domani capitare (tutti gli scongiuri del caso) in una situazione simile da perfetti innocenti e privati di persone care.
Diventeremmo spettatori paganti ergastolati sulla base di alcuna prova e con un affetto in meno, ben peggio.Non so onestamente se il caporale e' innocente, alla sua colpevolezza non riesco a chiudere ipotesi opposte al sentenziato ma anch'esse mai escluse nel bailamme del giustizialismo a tutti i costi e con ogni ricostruzione, di certo e' che se e' stato veramente al Pianoro non puo' materialmente aver accoltellato la moglie a Ripe di Civitella.
Sono pero' ancora in tempo, a me non risulta che esistano Appelli Abbreviati.

Pamba ha detto...

Mimosa 12.05
Dalla stampa odierna (Il Messaggero - cronaca di Ascoli):
risulterebbero confermate le udienze che vi avevo già segnalato: oggi, parla l'Accusa e forse la Parte Civile, venerdì 27 la Difesa. Il calendario prevede un'altra udienza lunedì 30, non si specifica per la sentenza.
Speriamo bene....

Massimo
Anch'io ho problemi ad aprire il fiile della Difesa dal link segnalato da SarahKey.
Non saresti mica così gentile da inserirlo negli Atti qui nel blog? Grazie per quanto potrai fare

Ciao, Pamba

Chiara ha detto...

Barboso e ossessivo Tummolo, che lei finga di non capire un tubo o davvero non lo capisca è problema suo.

Sono arcistufa di perdere tempo a mostrarle dove e perchè, a partire dai testi che scrivo, lei crei nella sua testa tutto un immaginario fantastico nel quale poi rotolarsi gongolante come un suino nel suo sterco.

Non me ne frega nulla - nè tanto meno ai nostri amici interessa - dimostrare il suo torto riportando il passo dell'articolo che commentavo e la frase completa da cui lei ha estrapolato quelle quattro parole avulse dal contesto, quindi se ha difficoltà con la comprensione del testo sono solo affari suoi: non sono una maestra e il tempo per lei di tornare sui banchetti è trascorso da un pezzo, quindi alla cosa non c'è rimedio.

Adesso, se ha terminato, metterei un punto alle stupidaggini.

Chiara ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Chiara ha detto...

Antonello:

sulla famiglia Rea...sai che al di là delle parole che dicono, non sono mica convinta che credano davvero e oltre ogni dubbio che l'assassino materiale sia lui?

la mia impressione è che in fondo a loro non interessi più di tanto (o interessi relativamente) il reale andamento dei fatti; ciò che conta è che lui abbia loro "ammazzato" la figlia moralmente con il tradimento, li abbia presi in giro tutti per anni e che anche moralmente o indirettamente egli sia responsabile della sua atroce fine.
Per tutti questi motivi, dal loro punto di vista il genero e la nipote stanno bene dove stanno: lui in galera all'ergastolo e lei tra le loro braccia, a consolarli da un lato ed a costituire ulteriore pena per l'uomo dall'altro.

Chiaramente è solo una mia impressione (e, con mero sentimento che trascuri la ragione e la giustizia nemmeno lo trovo poi così "fuori da ogni grazia", per quanto m'infastidisca...di ragioni per soffrire e serbare rancore ne hanno da vendere).

Tollero molto poco, però, che siano sempre immancabilmente presenti in ogni luogo mediatico in cui si tenti di parlare del processo e dell'inconsistenza dell'accusa: anche ieri sera a Linea Gialla non è stato possibile per nessuno proferire una sola parola critica che subito lo Zio Gennaro saltava su per stroncare sul nascere ogni pensiero e in virtù della sua posizione di parente della vittima, sofferente e danneggiato, il conduttore ha invitato gli ospiti (Sulas nello specifico, che si stava inalberando) a soprassedere....ma santo cielo, che non l'invitino se deve essere la scusa per non poter dire nulla di critico sulla trascorsa sentenza, che modo è?!

Questa famiglia ci sa fare con la tv, ha sempre un familiare inviato nelle varie trasmissioni ad assicurarsi che nulla possa uscire dai binari.

Chiara ha detto...

E.C. "li abbia presi in giro tutti per anni e che anche solo moralmente o indirettamente egli sia responsabile della sua atroce fine.

Anonimo ha detto...

Spero che questo link, che apre direttamente il testo del ricorso, sia leggibile anche per voi.
Sarahkey

http://news.panorama.it/content/download/1193919/22615729/file/APPELLO%20SALVATORE%20PAROLISI.pdf

Manlio Tummolo ha detto...

Siamo sempre allo stesso punto. Infatti il contesto spiega la sua ignoranza e la sua volgarità, poveretta. Cerca di parere, senza essere. .mMa non riesce neppure ad apparire quello che vorrebbe apparire: colta, bella, intelligente, professionista, madre giovane di due bambine che deve mandare in vacanza da sole. Io vorrei sapere quale professionista, che abbia clienti o assistiti o aiutati che siano, possa dedicare tanto tempo a consulenze che qui pochi, o nessuno le chiede.

Che dire di una che si inventa il verbo "opinionare", che dire di tutti gli altri commenti di squisita fattura (tutti a base di materie infime) che ciascuno può leggere, salvo quelli che a suo tempo il nostro Massimo Prati ha cancellato, ma che pure - immagino - a sua tutela conserva in altro sito ?

Oltre che mettere la zampina su questioni altrui, credo che poco le riesca di ricevere domande a cui rispondere. Poi in mancanza d'altro scrive commentini anonimi a pro suo.

Anonimo ha detto...

@ SARAHKEY
Neanche col tuo ultimo link sono riuscito ad aprirlo.
Ci rinuncio, Grazie, comunque.
Pino

Chiara ha detto...

"Cosa dire" chiede?

Tutto ciò che vuole, i suoi deliri non li ascolta più nessuno.

Vuol credere che sia io l'anonimo che le ha detto che sta annoiando? Faccia pure, d'altronde tutta questa ridicola storia è un patetico annaspare del suo ego nelle sue stesse frustrazioni, quindi è perfettamente coerente.

Se intende proseguire le auguro buona involuzione onanistica e buon pro le faccia.

Anonimo ha detto...

QUANDO AVRA' FINE QUESTO DUETTO NON CERTO COSTRUTTIVO???

Chiara ha detto...

appena possibile, anonimo, te l'assicuro: l'anelo quanto e più di te e per parte mia poteva proprio non (ri)cominciare.
ma certo non accetto di non poter aprire bocca su qualsivoglia tema, se lo desidero devo poter partecipare senza temere di trovarmi commenti acidi di seguito; se mi ci trovo mio malgrado, ebbene rispondo; è sufficiente far mancare il presupposto.

Unknown ha detto...

Scusate il ritardo. Per chi volesse leggerlo, ho inserito l'Atto di Appello di Salvatore Parolisi sotto le strisce pubblicitarie. Ciao, Massimo

Manlio Tummolo ha detto...

ILLUSTRE ANONIMO CENSORE DEI COSTUMI DELLE 19.57, dell'odierno 25 settembre 2013.

A Lei non piacciono i duetti, a me non piacciono gli anonimi, anche quelli che scrivono il nomignolo in azzurro. Perché non ci scrive, invece, le Sue indispensabili opinioni ?

Per il resto, lascio ad altra persona le pratiche onanistiche, per cui è diventata celebre nel web (basti pensare ai frequenti riferimenti ad orifizi e alla coprolalìa).

Relativamente al processo Parolisi, forse avremo una svolta solo in Cassazione. Da quel che si capisce, anche la Corte d'Assise d'Appello ha una sentenza già predisposta.

Manlio Tummolo ha detto...

Caro Massimo,

digitando l'"Atto di Appello", appare la richiesta di registrazione da parte di "Google", non direttamente il testo.

Unknown ha detto...

Prova ora Manlio... e fammi sapere

Chiara ha detto...

...e di nuovo intervista alla povera madre della povera melania....ma cosa si aspettano di sentire da un genitore mi chiedo io? ma pure vengono pagati per far domande cretine tipo "signora, lei crede che salvatore sia colpevole?" - "no, signora giornalista, mi sono costituita parte civile e gli ho chiesto mezzo milione di risarcimento solo perchè non c'avevo niente di meglio da fare quel giorno".....


che repulsa che mi danno questi pseudo-giornalettismi!

sssshhh, che nessuno sappia che ci sono motivi di dubbio, per carità: che l'opinione pubblica sia sempre compatta in gregge mi raccomando!

Pamba ha detto...

@Massimo

Grazie Mille!!!
Riesco a vedere il testo del ricorso...
vado a leggere.

Alla prossima per i commenti.

@Mimosa

Aggiorno il mio commento delle 16.56 con quanto sentito al TGR.
Hai ragione tu. Se non verrà accolta la richiesta della Difesa di nuove indagini, la sentenza potrebbe esserci già lunedì.

Buonanotte, Pamba

PINO ha detto...

Ho cambiato canale, appena a "c.l'ha v." hanno annunciato che sarebbe stata presente, durante la trasmissione del programma, la mamma di MR.
Pur comprendendo, nei limiti del possibile, lo straziante dolore che ha travolto la famiglia Rea, per la fine raccapricciante della povera Melania, non posso, nello stesso tempo, non manifestare un intenso sgomento per la costante manifestazione di un odio senza fine ed un delirante desiderio, non di giustizia, ma di palese, cieca vendetta nei confronti di un individuo solo presunto colpevole di un reato di cui non si conoscono, ancora, distintamente gli estremi che, nè l'etica cristiana, e meno ancora la ragione umana possono accettare.
Non posso che biasimare, quindi, la tendenziosità di quei mass-media che, nonostante il processo in corso, abbiano ripreso a rifarne uno parallelo, propinando faziosità e false proprie tesi. Una vera e propria azione di plagio del pubblico in ascolto.
Se ne avverte solo disgusto.
Pino

Chiara ha detto...

Ho cominciato a leggere l'appello.
Per il momento: chapeau. Ben esposto, ben organizzato, puntuale, esaustivo....fossi il giudice sarei già convinta prima di pagina 50! ;-)

[d'altronde non sarebbe neanche necessario entrare nel merito dei singoli elementi: già tutti i gravami che pongono in punto di procedura in questa prima parte sono assolutamente assorbenti...il prosieguo non può che rafforzarli]

c'è però una cosa che mi ha fatto "cappottare" dal ridere e che volevo segnalarvi: leggete alle pagine da 44 in poi sui testimoni....perfetto eh, incontrovertibile e sacrosanto!

Ma detto dallo STESSO AVVOCATO CHE COME PARTE CIVILE A TARANTO LE HA BELLAMENTE IGNORATE E C'HA PURE RINCARATO DI DOSI D'ARSENICO CHE META' BASTA è veramente la dirompente dimostrazione di quanto certi avvocati abbiano la faccia come il...! Perchè va bene tutto, l'ottica difensiva e compagnia cantando, ma porca miseria di mostrarsi COSì BANDERUOLE davanti ad una platea nazionale non so se richieda più fegato o più stomaco! :-D


p.s. c'è una parte che riguarda la scelta dell'abbreviato...ridimensiono in parte le critiche che ho fatto in precedenza dato che lamentano la discrepanza tra fascicolo tra loro esaminato e fascicolo poi trasmesso al giudice, quindi seria e fondata denuncia di gravi abusi della procura nel violare la natura del rito; però l'inciso finale mi fa pensare che una qualche morsicata di dita in fondo in fondo se la stiano dando...

comunque avanti tutta: le carte per l'assoluzione - secondo me e secondo tutti noi, che non saremo calamandrei ma occhi e teste buone le abbiamo eccome - ci sono tutte! Ora manca solo la correttezza dell'Assise, incrociamo le dita.

Manlio Tummolo ha detto...

Caro Massimo, avevo risposto, ma stranamente non vedo apparire il relativo commento. Sì, grazie. Ora si legge immediatamente. Manlio

Manlio Tummolo ha detto...

PS) Ora capisco: l'ho scritto erroneamente nei commenti dell'articolo successivo. Si vede che avevo sonno oppure, spostando l'immagine sono andato troppo in basso.

Tabula ha detto...

si sa qualcosa su ieri?

Stefania ha detto...

Ciao a tutti. Dopo tanto tempo, ritorno a leggervi sempre con immenso piacere (a parte qualche isolato caso).

Si ritorna sulla vicenda Rea, proprio in questi giorni ed io, nel mio piccolo, comincio a nutrire dei seri dubbi sul fatto che questo Appello non sia altro che l'ennesima farsa, l'ennesimo tentativo di confondere tutto non per incapacità dei magistrati, degli investigatori, dei legali, ma per un disegno ben preciso.

In diversi qui sopra avete fatto notare come la sentenza di primo grado abbia sbugiardato le ipotesi dell'accusa, tanto si è scritto il movente sarebbe completamente differente da quello ipotizzato quando si rinvio' a processo il Parolisi.

Ora si cerca di tornare indietro, ritornando all'imbuto sentimentale.

Ora, ammettiamo pure che l'unico limite degli avvocati della difesa sia in ordine alla loro dialettica, è naturale noi tutti insieme ci si provi a domandare se magari non in prima persona, ma attraverso chi vuole bene al Parolisi, o comunque attraverso chi crede nella sua innocenza (siano familiari o persone come noi, alla reale ricerca della verità), questi benedetti legali non siano venuti a conoscienza delle nostre riflessioni. Io non lo credo affatto. In gioco c'è la vita futura di un uomo e della sua bambina. Melania non tornerà piu'.

Manlio, poco sopra ha ricordato le ricerche di Annika sulla senemogellina. Da solo, questo particolare, dovrebbe far si Parolisi venga IMMEDIATAMENTE scarcerato a meno di non volerlo accusare di essere il semplice mandante del delitto della moglie.

E i due avvocati che fanno? Tacciono l'argomento. Non li ho mai sentiti parlarne quando un simile elemento da solo potrebbe essere cardine della tesi difensiva.

(Segue)

Stefania ha detto...

Passiamo ad altro: come Prati ci ha fatto notare, non è stato svuotato nè analizzato il contenuto della gettoniera del telefono dal quale è partita la telefonata che denunciava il rinvenimento del cadavere.

Mai ho sentito la difesa entrare nell'argomento.

Ferraro sostiene di aver visto un mese prima del decesso Melania a Roma.

Siamo certi (lo ha detto la madre, Signora Vittoria) Melania usasse parlare ogni giorno con i familiari che abitavano in Campania, talvolta piu' volte al giorno. Si è mai cercato nei tabulati telefonici del cellulare di Melania, da dove provenissero le chiamate della stessa in quella giornata specifica in cui Ferraro dice di averla vista nella capitale? Ed il telefono fisso di casa Rea, quel giorno specifico, è stato utilizzato o Melania era davvero fuori casa, appunto magari a Roma?

Mai ho sentito la difesa entrare nell'argomento.

La chiamata intercettata tra Parolisi e la sorella apre scenari inquietanti.

I magistrati non hanno mai chiesto alla Signora di spiegare il perchè di quelle parole. Ma neppure gli avvocati della difesa.

Mai sono entrati nell'argomento.

Ci sono i due anziani che hanno visto la coppia alle altalene. Non sono mai stati sentiti.

Mai ho sentito la difesa entrare nell'argomento.

E cosa fanno i poco ciarlieri avvocati? Si attaccano ad un'impronta me dimostrare che cosa?

Come dice Mimosa, come sostiene Pino, come sostiene Manlio, trovo si stia assistendo ad un balletto, ad una farsa che non è solo dovuta alla sete di audience dei media.

Secondo voi, perchè?

Stefania

Chiara ha detto...

Stefania

sulla semenogelina: non vorrei sbagliare, ma non si era detto che quel tampone fosse compatibile col rapporto avuto da Melania col marito due giorni prima della morte?
mi pare che la dr.ssa che ha fatto la perizia avesse spiegato il fatto che dopo 48 ore dal rapporto non si trovino più spermatozoi ma la semenogelina sì e che quindi non fosse possibile preferire una ipotesi rispetto all'altra su quel reperto, ossia che tanto poteva appartenere ad un rapporto "peri-mortem" con soggetto privo di spermatozoi quanto al marito in conseguenza del rapporto di due giorni prima....ricordo male?

Chiara ha detto...

"Ci sono i due anziani che hanno visto la coppia alle altalene. Non sono mai stati sentiti.

Mai ho sentito la difesa entrare nell'argomento."

Stefania, su questo ti posso rassicurare: ne parlano nell'atto di appello attorno a pagina 40, dicendo che già in primo grado avevano sollevato la questione (e se non sbaglio la Tommolini l'ha valorizzata e infatti ha affermato che la famigliola a C.S.M. c'era).

Anche sulle altre circostanze che sollevi vale la pena buttare un occhio all'atto di appello per vedere se c'è qualcosa.

Stefania ha detto...

Chiara, grazie per avermi segnalato pag. 40, riguardo la faccenda degli anziani. Riguardo invece la senemogellina, quanto sostenuto dalla dottoressa sia piuttosto approssimativo e degno anzi necessario di ulteriori approfondimenti perchè da quanto riportato da Annika, che se basa non sulla chiacchiera ma su pubblicazioni scentifiche assolutamente incontestabili cosi' come da abstract sull'argomento, non è assolutamente possibile che quella senemogellina sia compatibile con il rapporto che Melania avrebbe avuto due giorni prima con il marito. Non altro perchè la senemogellina è stata riscontrata sul cadavere ben dopo le 72 h. (se non erro tempo massimo riscontrato dopo ripetuti test sull'argomento) non tanto dal decesso ma dal rapporto stesso. Nel caso poi di un rapporto post-mortem siamo certi non potrebbe essere stata opera del Parolisi che veniva costantemente monitorato, al contrario del luogo del ritrovamento .... visto che c'è stato chi ha "visto" (sigh ...) eppoi ha telefonato.

Stefania

PINO ha detto...

ANNIKA SETTEMBERG E' MOLTO CHIARA, QUANTO AFFERMA CIO' CHE QUI' SOTTO RIPORTO:


"CAFFEINA
Dai risultati delle analisi tossicologiche a p.65 della relazione
autoptica, leggiamo chiaramente di 4.01mg/L di caffeina nel sangue e
di 21mg/L nel contenuto gastrico. Risultato capelli: negativo.
E allora? Allora, questo e' impossibile!
Il capello ha una struttura complessa. Su richiesta entrerei nei
particolari, referenziando il tutto con bibliografie inattaccabili ecc
ecc. Per la semplicita' di questa email vi basti sapere che il capello
assorbe immediatamente e come una spugna qualunque sostanza tossica
ingerita, inalata o iniettata dal/nel corpo e la rilascia in seguito
in tempi molto, molto lunghi, indipendentemente da condizioni ante o
post mortem. In parole povere, il capello e' il nostro database
dell'abuso di droghe. Tra le droghe classificate come tali e
riscontrabili nel capello risultano tra l'altro alcuni farmaci,
nicotina e caffeina. Ora, tutte queste droghe si assorbono
progressivamente e progressivamente vengono rilasciate, o meglio perse
dal capello in maniera progressiva (grazie anche ma non solo all'uso
di shampoo, coloranti, e naturalmente al taglio del capello stesso).
Su un capello lungo oltre 12cm (piu' o meno un taglio a caschetto
sotto le orecchie) e' possibile riscontrare, per esempio, che
Annamaria e' tutt'oogi una fumatrice accanita (nicotina alla radice) e
Francesca ha smesso di fumare 8 mesi fa (7 cm circa di capello senza
presenza di nicotina).
Ma tralasciamo le sigarette e torniamo alla caffeina. La half-life
della caffeina e' di circa 3-4 ore, il che significa che LO STOMACO se
ne libera completamente entro 8 ore. Per IL SANGUE i tempi sono
diversi in quanto, una volta entrata in circolo, la caffeina e'
abbisogna di tanto tempo per essere espulsa; a 30 ore dal consumo, il
sangue rivela ancora il 3% - 4% della quantita' totale di caffeina
ingerita 30 ore prima. Pertanto, chiunque consumi un solo caffe' al
giorno e lo consumi ogni giorno sempre alla stessa ora, dopo circa 8
ore non ha piu' alcuna caffeina nello stomaco ma ha sempre caffeina
nel sangue, giorno dopo giorno, mai completamente espulsa dal corpo. E
IL CAPELLO? Dicevo prima che il capello e' il nostro database.
Infatti, al contrario dello stomaco e del sangue, conserva tracce
dell'ultima caffeina consumata (fino al 90% dell'intero quantitativo!)
per ALMENO 1 INTERO ANNO dall'ultimo consumo.
Poiche' la crescita del capello continua ininterrotta per alcuni anni
dopo il decesso, ca va sans dire che la caffeina consumata a presunte
72 ore dal decesso per forza di cose deve essere inevitabilmente
riscontrata in sede di analisi tossicologiche, ancor di piu' se ancora
presente nel sangue.
In nota vale anche la pena notare che 4.01mg/L di caffeina nel sangue
corrispondono al 4% del consumo di 100mg di caffeina, ovvero offrono
una time frame di circa 30 ore dal consumo di un caffe' espresso o un
frappuccino piccolo da Starbucks, ma preferisco non addentrarmi nei
meandri del PMI...
Quello che invece mi interessa sottolineare e' questo: come puo'
l'analisi tossicologica del capello a p. 56 della perizia autoptica
risultare negativa, ripeto NEGATIVA, di fronte ad una caffeina ancora
attiva nel sangue? Inoltre, non essendosi "la ragazza" ne' lavata i
capelli con acqua ossigenata mescolata a copiose quantita' di acido
muriatico ne' rasata col rasoio stile skinhead dopo il decesso, e
mostrando abbondanti 35-40cm se non piu' di capelli nero pece (e la
melanina del capello pigmentato trattiene le droghe molto piu' a lungo
del capello per esempio biondo e non trattato chimicamente), perche'
l'analisi tossicologica risulti negativa:
1. o la tizia in realta' portava una parrucca e soffriva di alopecia
galoppante stile Kojak, quindi in realta' non era possibile analizzare
il capello perche' capello non c'era;
...(SEGUE)

PINO ha detto...

SEGUE Annika
"2. o la suddetta tizia, presumendo che quei bei capelli neri sulla sua
testa fossero proprio suoi e non finti, non aveva mai consumato una
singola dose di caffeina come minimo dal 2010. Mai un caffe'
(ristretto, macchiato, cappuccino, americano); mai un tea (tea nero,
tea verde, tea al limone, al latte, al gelsomino, alla menta); mai una
coca o una pepsi; mai cioccolata (un cioccolatino, una cioccolata
calda, un twix, un mars, un milkyway); e meno che mai un tiramisu'! O
si, e mai neanche un antidolorifico (mai un un mal di testa o un mal
di qualsiasi cosa per un intero anno, ne' un ricovero ospedaliero per
un qualunque problema), dato che tutti gli antidolorifici, anche
quelli acquistati senza prescrizione medica, contengono caffeina. Che
brava! Che stioca! Che naturista salutista d'eccezione!
3. oppure c'e' qualcosa che non va...

CAMPIONI 4493 e 4494
Ovvero tracce del DNA del marito su bocca e arcata dentaria. L'origine
di queste tracce e' incerta. Infatti, a p.52 della relazione
autoptica, proprio dalla tabella dei risultati delle analisi scopriamo
che i due campioni di cui sopra non sono mai stati analizzati per
RSID-saliva e l'anatomopatologo stesso scrive nella sua relazione che
e' impossibile stabilire se si tratti di saliva o cellule epiteliali.
In realta', qualunque l'origine, la presenza e rilevazione di queste
tracce in sede autoptica e nel caso specifico era IMPOSSIBILE e mi
chiedo se sia mai realmente avvenuta.
Mi spiego. Nel caso di SALIVA, dando ragione alla Baldi (sebbene i
suoi test "casalinghi" aprano inquietanti dubbi sulla professionalita'
e serieta' della genetista, la scienza e' scienza anche quando
racconta fatti che smontano totalmente le nostre tesi...), e' stato
recentemente pubblicato un articolo sulla permamenza massima della
saliva maschile all'interno e sulle labbra di volontarie donne in
seguito ad un bacio. Niente di casalingo, roba serissima (referenza su
richiesta bla bla bla). Ebbene, tale studio SERIO rivela che la saliva
persiste nella bocca del ricevente al massimo 60 minuti a partire dal
deposito (bacio alla francese). Perche'? Perche' l'alpha amilase
presente nella saliva della ricevente impiega pochi minuti e massimo
un'ora a "digerire" l'alpha amilase estranea maschile. Questo e' un
fatto. Quindi la permanenza non dipende tanto dal deglutire, dal bere
o dal bagnarsi le labbra o meno: dipende dal fatto che l'enzima "alpha
amilase" contenuto in maggior quantita' e costantemente prodotto nella
mucosa endogena (ovvero quella della donna) distrugge molto
velocemente l'enzima estraneo e minoritario (ovvero quella dell'uomo)
con cui viene a contatto.
Ora, in caso post mortem, prima che le mucose all'interno della bocca
si secchino e non presentino piu' mucose (mi riferisco in particolare
alla traccia rilevate sull'arcata dentaria), non basta che sia il
morto sia morto; deve essere PARECCHIO MORTO! Da tanto, non da qualche
ora. Possiamo quindi scartare in pieno che, almeno il campione 4494,
originasse dalla saliva del disgraziato marito perche', anche se in
quantita' minore, l'arcata dentaria contiene abbastanza mucosa per
fare la festa a qualunque enzima estraneo. Per quanto riguarda invece
(SEGUE)

PINO ha detto...

il campione 4493, l'articolo di Kenna et all 2011, nominato anche
nella memoria difensiva, parla si di permanenza e persistenza della
saliva fino a 96 ore dal deposito... ma sul COLLO di volontari che non
hanno mai toccato ne' lavato la zona del deposito per l'intera durata
del test. Kenna et all si guardano bene da testare sopra o dentro la
bocca! E un corpo morente... chiuma saliva, anche ovviamente sulle
labbra! Infatti, sulle labbra di Melania (ed in effetti in entrambi i
campioni in questione) il DNA maschile era minimo e frammisto ad
abbondante DNA femminile. Se l'origine fosse stata salivaria, il DNA
misto sarebbe stato composto da saliva della vittima, anche sulle
labbra, e saliva del marito. E la mucosa impiega massimo 1 ora,
dicevamo, a "digerire" saliva estranea. Post mortem poco conta: la
saliva non "muore"; continua la sua azione per molte ore finche', non
essendo piu' prodotta, si secca gradualmente. Comunque sia, anche in
caso di saliva-colla del marito, il campione sull'arcata dentaria
potrebbe essere saliva solo se a Parolisi, minuti prima dell'inizio
dell'autopsia, fosse stato permesso di salutare la moglie prima che
venisse sezionata e le avesse dato un bacio profondo. In nessun altro
caso.
Passando alle CELLULE EPITELIALI, e' l'FBI stesso a fornire l'orario
massimo di permamenza, persistenza e rilevabilita' delle stesse (in
condizioni asciutte, pero'!): SOLO 36 ORE DAL DEPOSITO. Pertanto, se
il marito avesse sfiorato l'angolo esterno della bocca della moglie in
un periodo compreso tra le 2.30 del mattino del 20/4 e l'inizio
dell'autopsia, e le labbra fossero state completamente asciutte, solo
allora il campione 4493 originerebbe da cellule epitliali. Purtroppo
lo stesso non si puo' asserire per il 4494 (arcata dentaria), in
quanto passano MOLTISSIME ore dal decesso prima che l'interno della
bocca di un cadavere sia completamente asciutto e privo di mucose, e
purtroppo in caso di alpha amilase, anche minimo, questo digerisce le
cellule epiteliali entro una manciata di minuti (ed ancor prima della
saliva estranea di cui sopra).
E' possibile che Parolisi abbia visto di sfuggita la moglie un attimo
prima dell'inizio dell'autopsia? In nessun altro caso quei due
campioni potevano rivelare il DNA del marito...(SEGUE)

PINO ha detto...

(SEGUE)
UMOR VITREO
L'umor vitreo e' chiaramente nominato a p.69 della relazione
autoptica, quarto paragrafo: "...si rileva tuttavia positivita' del
contenuto gastrico, dell'umor vitreo e del sangue per caffeina".
Purtroppo la relazione autoptica non fa alcun altro cenno ai risultati
dell'analisi dell'umor vitreo, il che e' strano. Era impossibile che
un anatomopatologo non lo avesse estratto; sarebbe stato inaudito. Si
tratta del fluido contenuto tra retina e lente, il quale resta isolato
rispetto a sangue e ai rimanenti fluidi corporei, e quindi immune da
ridistribuzione ed emoconcentrazione. Post mortem l'umor vitreo e' il
salvavita di qualunque medico dei morti!!! Tra le varie analisi
dell'umor vitreo post mortem vi e' quella tossicologica (svolta nel
caso in questione perche' cosi' riferito a p. 69) e anche l'elementare
analisi del contenuto di potassio, la quale offre il metodo in
assoluto piu' sicuro per stabilire L'ORA DELLA MORTE di un cadavere.
Peccato che del livello di potassio nell'umor vitreo della vittima,
umor vitreo ovviamente estratto per convalidare la presenza di
caffeina, la relazione autoptica non faccia cenno.

Ho finito. Capite bene che non potessi tenermi tutta questa acqua
calda solo per me. Peccato che l'email per Massimo fosse molto piu'
breve, meno chiara e piu' risicata. Cio' non toglie che,
1. creda ancora che la Sg sia l'unica prova provata per la
scarcerazione (indipendentemente da false dichiarazioni a riguardo
successive solo all'impossibilita' di smentirne la validita' in
seguito ad email del Dr X, creatore del RSID-Semen) e che sappia anche
che mai e poi mai uscirebbe in sede processuale;
2. che tutto il mio fardello/zavorra non serva a niente e a nessuno.

Diciamo che l'ho condiviso con voi.

Tiziana ha detto...

Stefania,
"Manlio, poco sopra ha ricordato le ricerche di Annika sulla senemogellina. Da solo, questo particolare, dovrebbe far si Parolisi venga IMMEDIATAMENTE scarcerato a meno di non volerlo accusare di essere il semplice mandante del delitto della moglie.

E i due avvocati che fanno? Tacciono l'argomento"

I due avvocati non l'hanno taciuto, l'hanno utilizzato per smontare il movente prospettato dalla Tommolini. Trovi l'argomento trattato a p.208 dell'Atto di appello.

Stefania ha detto...

Ciao, Tiziana. Forse mi sono spiegata male. Intanto ti ringrazio per avermi segnalato il n. di pagina cosi' vado a rileggermi il tutto piu' attentamente, maledetta fretta. Ringrazio anche il Carissimo Pino, che ha riportato quanto detto da Annika. Come vedete le analisi erano monche e/o a favore dell'innocenza di Parolisi. Ma torniamo al fatto cosi' come l'ho proposto. La memoria difensiva è stata presentata. Qui si sta parlando di giungere a sentenza probabilmente già lunedi' prossimo. Alla velocità della luce. Nessuna analisi successiva. Nessunissima considerazione di quanto specificato nelle memorie. Sono curiosa di comprendere se gli avvocati di Parolisi si opporranno ad una emissione di sentenza cosi' veloce da non permettere in alcun modo alla Corte l'analisi seria delle loro richieste ed eccezioni. E temo non si ribelleranno. Cosi' mi chiedo il perchè. Ho un timore: Parolisi sa benissimo perchè Melania è morta. Aveva la lingua lunga e per fargli pagare i tradimenti aveva desiderio di svuotare il sacco. La Famiglia Rea (magari all'oscuro dei tradimenti di Parolisi) ha aiutato la figliola introducendola a Roma in quella che era a loro avviso la "giusta stanza" dove svuotare il sacco. Quando hanno compreso cosa era accaduto hanno comunque ritenuto responsabile della morte di Melania, il marito. Se non l'avesse tradita ... lei non avrebbe parlato .... sarebbe stata a sua volta fedele ... non lo avrebbe tradito denunciando cosa accadeva in caserma e non solo tra i commilitoni ... cosa accadeva in Afghanistan ... ecc ... e quindi Salvatore a loro avviso deve pagare. Non tentano neppure di accusare chi era persona di loro fiducia, tanto da aver messo con questa persona in contatto la figlia. Parolisi potrebbe tacersi proprio nella speranza di venire assolto. Potrebbe a vostro avviso cercare solo di venir scagionato senza per questo segnalare quel che sa nella speranza di rimanere almeno vivo? E se si, a vostro avviso ha consegnato a qualcuno di sua fiducia un memoriale dove svuota finalmente il sacco?

Stefania

Stefania ha detto...

P.S. Sono andata a controllare, Tiziana. A pagina 208 si parla di approcci sessuali ma nessun riferimento all'esame che ha permesso di riscontrare nel canale vaginale di Melania la presenza di senemogellina all'atto della autopsia. Questa sera rileggo tutto il ricorso con piu' calma ma ho davvero il dubbio sia in atto un vero e proprio patteggiamento tra Procura, imputato, Ministero della Difesa ed avvocati per evitare il Parolisi dica quel che sa. E se la faccenda sta in questo modo, potrei anche ipotizzare Parolisi abbia fatto sapere a chi di dovere di aver preparato un vero e proprio memoriale cosi' da assicurarsi salva almeno la vita. E' solo un'ipotesi, ben inteso, ma il solo fatto mi sie venuta in mente mi fa tremare.

Stefania

Tiziana ha detto...

Stefania,
all'inizio di pagina 208 si citano, relativamente all'argomento, sia Tagliabracci che la dott. Gino. I difensori interpretano il tutto come un rapporto avuto con il marito, ma comunque non tacciono l'argomento. Anzi, fanno anche riferimento ad un tentato approccio sessuale avvenuto tra i coniugi lo stesso giorno 18 al mattino (cosa di cui non mi ricordavo se ne fosse già parlato).

Capisco comunque cosa intendi complessivamente sostenere, che tutto sommato nemmeno la difesa abbia realmente interesse a scagionare Parolisi.
Io però penso e soprattutto spero che le cose non stiano così. Ho letto in buona parte l'Atto d'appello e mi sembra molto ben formulato, convincente. Forse il duo è poco efficace quando interviene "a voce", ma invece la documentazione scritta è molto ben impostata. Forse un po' troppo lunga. Verrà tutta letta dai giudicanti? E qui chiedo informazioni a chi sia esperto di legge. Come funziona ora l'emanazione della sentenza? E' tutta la giuria a dover leggere la documentazione? Chi si accerta che effettivamente la giuria, se così è, la legga?

Giacomo ha detto...

E' stata mai approfondita l'ipotesi che Melania a Colle S. Marco si allontanò dal marito con il pretesto del bagno ed andò ad un appuntamento con il suo assassino presso il monumento ai caduti, come segnalato dai cani molecolari? Che lì sia salita in un auto che l'ha portata lontano, in balìa di tale individuo?
Se tale ipotesi è stata presa in considerazione, in base a quali elementi è stata esclusa?

Chiedo per pura curiosità.

Giacomo

Stefania ha detto...

Tiziana, penso gli atti verranno letti da tutti i giurati, insieme, durante la camera di consiglio. Ma, mi ripeto perchè sono certa di essermi espressa male, tu sostieni l'atto sia ben scritto, io sostengo che neppure viene menzionata la parola SENEMOGELLINA che da sola (visto quando è stata riscontrata sul cadavere della povera Melania) basta ed avanza per scagionare Salvatore Parolisi, in quanto la vittima deve aver gioco-forza consumato un rapporto sessuale (consenziente o meno questo è tutt'altro paio di maniche) DOPO che Parolisi aveva lanciato l'allarme per la scomparsa della moglie. E a te pare davvero che un simile elemento, un elemento di tale importanza, meriti di non essere neppure menzionato in un atto difensivo ben fatto? Io, personalmente no. E se fossi in Parolisi e nei suoi familiari mi incazzerei e neppure poco. A meno che lo stesso imputato abbia comunque ottenuto una qualche garanzia di uscire pulito e soprattutto vivo dall'intera vicenda, senza dover scoperchiare il vaso di Pandora. Ecco, cosa intendo dire ....

Stefania

Tiziana ha detto...

Stefania
se pure non usano la parola semenogelina, fanno però riferimento all'atto sessuale, che è cosa analoga. Ovviamente lo fanno attenendosi alle perizie effettuate in prima e seconda battuta (come da loro richiesto), quelle di Tagliabracci e quella della Gino. Sono degli avvocati, non dei genetisti, dunque non si possono inventare nuove interpretazioni, per quanto convincenti, ma devono attenersi a quanto detto dagli esperti del settore. Forse Gerdina, perito di parte, avrebbe potuto inizialmente dire qualcosa di diverso, ma già che non è stato fatto ora era impossibile (e penso anche controproducente) tirare fuori novità sull'argomento. L'hanno dunque usato nel migliore dei modi POSSIBILI, cioè per smontare il movente inserito nelle motivazioni della Tommolini.

Tiziana ha detto...

Giacomo,
purtroppo quella che avrebbe dovuto essere una delle ipotesi investigative, non è mai stata percorsa. Fin da subito gli inquirenti si sono convinti della colpevolezza di Parolisi e non hanno vagliato, nonostante dicano il contrario, nessun altra strada.
Un elemento soprattutto, secondo me, dovrebbe scagionare Parolisi: il fatto che mai si sia trovata l'arma del delitto e gli abiti insanguinati. Quando e come Parolisi avrebbe potuto farli sparire non è dato di sapere. La cosa invece sarebbe stata molto agevole per qualunque altro assassino.

Tiziana ha detto...

Faccio ancora notare che, a p.173, i difensori cercano di insinuare dei dubbi sul perché Melania fosse svestita, scrivendo: "Non è da escludere scenari attraversati da altri protagonisti, e che forse sono stati caratterizzati da progressioni criminose non esplorate, e quindi rimaste ignote".

Stefania ha detto...

Non è compito del pool difensivo indicare strade alternative a quella percorsa. E' invece dovere di un avvocato cercare in tutti i modi di dimostrare l'estraneità ai fatti del suo assistito. A me pare un atto molto melifluo, pesante e per nulla mirato. Questione di diversa interpretazione, Tiziana. Non me ne volere.

Stefania

Tiziana ha detto...

Stefania,
è giusto ciò che dici, ciascuno è libero di interpretare: non voglio assolutamente convincerti di nulla.
Non sono mica l'avvocato difensore dei difensori :-)

Speriamo piuttosto che le loro parole convincano la giuria. Temo però che Parolisi, per un pregiudizio, possa essere riconosciuto colpevole. Tutt'al più verrà rivista la pena comminata.
Dico per un pregiudizio perché, al di là della sua colpevolezza o innocenza, quel che è indubbio è che non vi siano prove a suo carico. Nessuno dunque può giudicarlo colpevole al di là di ogni ragionevole dubbio. Dubbi ve ne sono a bizzeffe.

PINO ha detto...

@ GIACOMO,
la ipotesi che hai intelligentemente riproposta, è stata il "cavallo di battaglia" di tutta la nostra ricerca di gruppo, per lungi mesi, prima del processo di 1° grado quindi, lungamente analizzata, e definita come un probabile PUNTO FISSO.
Hai fatto bene, comunque, a rinfrscarne il ricordo. Ciao.

@ STEFANIA,
il quesito "semenogelina" non è stato nemmeno sfiorato nel primo processo, nè lo si è accennato concretamente nel documento d'appello. Ma questo è il meno.
Altri e non meno importanti quesiti sono stati negletti, come quelli, per esempio, riportati da me nel lungo post pubblicato più sopra, ricavato dai numerosi e generosi interventi scientifici di Annika, nel corso dei nostri dibattiti, nonchè da miei contatti diretti con l'autrice, attraverso mail.
Mi dispiace molto non averla più contattata, da quasi un anno, per non crearle disturbo mentre era in cura per delle indisposizioni fisiche: ora ci sarebbe di grande aiuto tecnico.
Tornando all'Atto di Appello, ed indipendentemente dal silenzio sugli argomenti sopra accennati, l'ho trovato scorrevole ed esaustivo, in contrasto col deludente confronto dialettico che l'avv. Gentile ha dovuto sostenere con la Dr. Bruzzone, durande la trasmissione tv "fatti vostri", diretta da Magalli, verso mezzogiorno, dove fra i numerosissimi argomenti, lo scontro verbale è stato circoscritto all'orma ematica sulla predella del chiosco, come fosse l'indizio più importante di tutto il caso.
Uno spettacolo, a dir poco squallido, per la incompresibile, veloce loquacità della Bruzzone, e la staticità di Gentile, che si limitava, nel frattempo, a stringere i denti, gonfiando i masseteri già turgidi.
Solo poche parole, profferite con cortese timidezza, già dette e ripetute ai giornalisti, sulla speranza che il processo si svolga senza emotività, e senza tener conto di quanto somministrato dai mass-media.
Tutto lì.
Spero veramente i un miracolo, per quanto concerne la liberazione di Parolisi.
Altro discorso è quello dei misteri che sovrastano l'intero dramma, che discuterò a parte,
Saluti cari, Pino

Pamba ha detto...

@Tabula 11.21
ctz "si sa qualcosa su ieri?"

Riassumo la cronaca di oggi, con il solito dubbio dei possibili travisamenti a fine di audience, di condizionamento mediatico e di riciclaggio di vecchi articoli già pubblicati.

Di nuovo non c’è molto, se fra il “nuovo” annoveriamo:
• le affermazioni dei familiari di Melania, che chiedono la riconferma dell’ergastolo, una “sentenza esemplare per Melania e per tutte le donne vittime di omicidio” (il fratello Michele);
• il “giallo” sulla sparizione del cosiddetto tesoretto di SP, che avrebbe diviso i legali delle due parti (ma dove si sarebbero poi confrontati, se tutta la giornata di ieri è stata riservata all’Accusa ed alla Parte Civile??). L’Avv. Gionni avrebbe sottolineato il procedimento aperto presso il Tribunale di Napoli per il mancato versamento della provvisionale in favore della piccola e chiede di accertare se la sottrazione sia avvenuta dopo la sentenza di primo grado. Forse ha fatto qualche accenno agli avvocati della controparte, se l’Avv. Gentile risponde “comunque non ci sono prove della sottrazione, né prima né dopo la sentenza” e poi aggiunge “se anche fossero stati utilizzati per la Difesa, che male ci sarebbe..sono due anni e mezzo che lo difendiamo”;
• non sono mancate le annotazioni sull’imputato, come era vestito, è dimagrito, ha seguito prendendo appunti, ha guardato o no i familiari della vittima, parlerà o non parlerà lunedì…
Insomma, fuffa.. Del resto il processo è a porte chiuse anche per i giornalisti, no?.

Tornando invece al testo del ricorso in Appello, la mia impressione, dopo una lettura ultraveloce - ammetto - e che non vorrei neppure pronunciare, per scaramanzia, è quella di un “tacito patteggiamento”.

I difensori si lanciano nella stesura di un così voluminoso atto, ben organizzato e approfondito, ma nel finale sembrano rassegnati ad uno sconto di pena (eliminando tutte le aggravanti: crudeltà, minorata difesa, vilipendio).

Procedo ad una lettura più approfondita, non sia mai che non abbia afferrato le formule giuridiche, per me ...arabo

Pamba

ENRICO ha detto...

a TUTTI

Non ho ancora preso visione dell'Atto d'Appello quindi domando a chi l'avesse letto : la Difesa ha fatto rimarcare l'impossibilità da parte del caporalmaggiore di compiere ANCHE il vilipendio del cadavere ?

Oppure ha sorvolato persino su quest'altro particolare ( oltre che sulla Sg , sulla caffeina e via discorrendo ) ?

Manlio Tummolo ha detto...

Non mi intendo molto di fisiologia specialistica e, meno ancora, di anatomia patologica ( i morti, anche normali, mi fanno impressione), malgrado io sia un noto stalker e macellatore di donne (decine di milioni, come ho detto in precedente commento), che terrorizza tutte le forumiste.

Comunque, da quello che, nella mia ignoranza in materia, avevo capito dalle dettagliatissime note di Annika, era questo: la seminogelina o semenogelina (secondo il calco dall'inglese) è la sostanza prevalente del liquido spermatico, che è denominato così quando è privo di spermatozoi per una sterilità maschile. Privo di spermatozoi significa che non vi sono nemmeno morti o poco vitali. In un campo di battaglia vi sono migliaia di cadaveri, nondimeno i corpi rimangono finché non vengono tolti. Nel caso del maschio sterile totale, non esistono nemmeno spermatozoi morti. Ora, se fosse così, sarebbe facile determinare se il Parolisi sia uno sterile assoluto (in seguito a qualche incidente dopo il concepimento della bambina) oppure no. Se fosse viceversa ancora fertile, si dimostrerebbe che non poteva essere stato lui ad avere un rapporto sessuale con la moglie prossima alla morte.

Tabula ha detto...

La questione era un tantino più complessa, Manlio.
Se non ricordo male la semenogelina è una proteina che si degrada entro le 72 ore, sia in un cadavere che in una donna viva.
Quindi se davvero la ragazza fosse morta nel giorno e nell'ora indicati dalla Procura, non solo di spermatozoi, ma proprio di semenogelina che è il liquido che li contiene, non avrebbe dovuto esserci NESSUNA traccia.
Comunque l'articolo di Annika è ancora in questo blog e chiarisce bene le cose, non vorrei essere stata imprecisa ma ricordo più o meno questo.

Manlio Tummolo ha detto...

Cara Tabula, gli aspetti della "questione seminogelina" era almeno due: uno quello dei tempi (24 - max 48 ore, secondo Annika); poi il fatto che è presente come tale solo negli sterili privi di spermatozoi vivi, morti o moribondi. Se Parolisi non avesse tali problemi (ad es. a seguito di radiazione, come nei celebri casi di uranio impoverito, o simili, avvenuti nei militari nell'ex-Jugoslavia), si dimostrerebbe l'esistenza di un individuo sterile, ma sessualmente capace che abbia costretto la signora Rea ad un rapporto, oppure che questo sia stato "consenziente".

Analisi del liquido seminale del Parolisi taglierebbe, almeno in parte, la testa al toro.

Stefania ha detto...

Cacchio, si puo' dire cacchio? E' quello che sto cercando di dire. O si smonta la tesi che tesi non è perchè suffragata da analisi scientifiche, oppure la semenogelina dichiara Salvatore Parolisi estraneo ad i fatti. E se cosi' fosse, verrebbe da chiedersi:

- I suoi legali sono cosi' sprovveduti che noi si legge e si cerca di capire ed a loro è sfuggita una simile prova di innocenza?

- I suoi legali sanno benissimo di avere tra le mani la prova dell'innocenza del Parolisi ma non la usano per timore una volta liberato venga soppresso in altro modo?

- Hanno trovato un "compromesso" con le autorità per salvare l'Arma fottendosene del Parolisi?

- Hanno trovato un accordo con Parolisi per salvare capra e cavoli, quindi senza coinvolgere gli affari di Caserma (e non solo) e salvando l'imputato, pian piano .... ?

- Hanno fottuto il Parolisi promettendogli l'îmmunità, per poi chiuderlo a chiave in un carcere qualsiasi ... magari facendolo "suicidiare" tra poco .... cosi' da chiudere il cerchio?

Tante cose non mi tornano e come diceva il vecchio Andreotti ... a pensar male si fa peccato ma quasi sempre ci si azzecca.

Stefania

Stefania ha detto...

Scusatemi il linguaggio "terra-terra" che ho usato nel precedente intervento. Ma davvero vado domandandomi come sia possibile che questioni non confutabili a livello scientifico siano state trattate con tanta superficialità. Non da noi, si intende. Ma da chi si professa specialista della materia. Siano gli avvocati di una o dell'altra parte. Sia chi preposto alle indagini. Non voglio, non posso credere, sia solo causa di incapacità. Ed ancora piu' mi crea disagio pensare questo sia un disegno precostituito.

Stefania

ENRICO ha detto...

Carissima Stefania

l'elenco di domande ( o meglio di perplessità) da te proposto coincide esattamente con il mio !

sono convinto che in questo caso ci sia dietro qualcosa di oscuro e che tale rimarrà

Per questo motivo, purtroppo, non nutro speranze riguardo la sorte del caporalmaggiore.

Mimosa ha detto...

Carissima Stefania, ti ritrovo piacevolmente carica in pista.

Nonostante tanta fiduciosa speranza nelle capacità difensive espressa da stimati commentatori sul duo, che sa indubbiamente ben scrivere ma non altrettanto a parlare, anch’io sono dubbiosa del risultato che mirano ad ottenere (nessuno mi toglie dalla testa la difesa che hanno fatto a Reyes, l’assassino cameriere della marchesa Alberica Filo della Torre, 20 anni in primo grado e 16 in appello, e a Rudy Guede nel caso Meredith Kercher, 30 anni in primo grado e 16 in appello).

A furia di lodare la “correttezza” della Corte essi inciampano nella loro stessa untuosità …

Secondo me, una cosa è una memoria scritta (che ti assicuro nessuno legge) un’altra cosa è l’esposizione verbale (è questa che colpisce, impressiona, ricorda il Collegio giudicante!).

Ora, tu esponi diverse ipotesi sul loro comportamento. Ognuna di esse mi troverebbe in linea con i tuoi ragionamenti, tuttavia bisognerebbe sceglierne una. Confesso che a questo punto non saprei quale sostenere, in tutta obiettività.

Mi viene solo in mente quanto scritto in premessa del ricorso, sarà una svista, ma sta scritto: «Si procederà all’esposizione delle singole doglianze, muovendo da quelle tecniche … onde pervenire all’affermazione della penale responsabilità dell’imputato». Responsabilità penale dell'imputato??? Ho capito male io?

Ricordiamoci, se non fosse chiaro, che i giudici leggono le premesse e le conclusioni … stop!

Un caro abbraccio, Mimosa

Anonimo ha detto...

@Stefania
I legali di Parolisi parlano della SG in modo indiretto alle pag 19 e 20 del l'appello. Non la nominano ma si rifanno alla perizia di Tagliabracci il quale rispondendo ai quesiti del PM sostiene che Melania aveva avuto un rapporto con il marito 2 gg prima del 18. Questo per inficiare la tesi della Tommolini che sosteneva che MR si era negata al marito alle Casermette perché soffriva di ernia e che i loro rapporti erano molto rari se non cessati in quel periodo.
Se danno credito a quanto affermato da Tagliabracci non possono poi tirare in ballo la SG per un rapporto successivo al giorno 18.
Alex

PINO ha detto...

In tutta la complessa giostra investigativa che ha caratterizzato questo caso, non sono solo i risultati scientifici ad essere stati tenuti in un comodo tiretto, ma numerosi altri importanti indizi e testimonianze riscontrate e circostanziate.
Tornare a ripeterli, dopo averli sottoposti ad ogni sorta di analisi, per lunghi mesi, mi sembra superfluo.
Chi ha saputo leggere anche sotto le righe del documento d'appello, non può non aver avuto la strana sensazione di un certo condizionamento espositivo, che da il via ad interpretazioni confinanti con la fantasia, ma non tanto, quale "un disegno precostituito" percepito da Stefania. od un "tacito complotto" intuito a pelle da Pamba.
Questi sarebbero i punti chiave che dovremmo sottoporre alla nostra attenzione, lasciando nel comodo tiretto le analisi scientifiche e tutto il resto, considerando la nuova, possibile prospettiva di un giudizio d'appello sui generis ed a "porte chiuse" che confortano le sensazioni sopracitate, ed il contenuto depassati, nostri lunghi dibattiti su misteriose ipotetiche "regie" ed interventi dall'"esterno".
Pino


Mimosa ha detto...

Scusa Alex (e anche Chiara),
non sembra che tentare di inficiare la tesi della Tommolini sulla ricostruzione del delitto e sulle motivazioni (mossa che tra l’altro, a mio parere, sarebbe più idonea ad un ricorso in Cassazione) non rasenti il pericolo che la nuava Giuria dia ragione al PM e quindi confermi la sentenza?

Tiziana ha detto...

Enrico,
rispondo alla tua domanda delle 20.35. Sì, i difensori a partire da p.213 dell'atto indicano le ragioni per cui non può essere stato Parolisi a compiere il vilipendio.
Della caffeina invece si parla a p.112, 153, 155, 156 e forse in qualche altra pagina che adesso mi sfugge.

Chiara ha detto...

Ciao Mimosa,

premetto che non ho proseguito nella lettura dell'atto di appello e quindi resto a quelle prime pagine e quindi non so come abbia proseguito il duo.

l'osservazione che fai l'avevo maturata anch'io ma poi ne ho fatta una ulteriore e sta tutto all'equilibrio che riesce a trovare la difesa: nella sentenza della Tommolini ci sono diverse cose che fanno gioco a Parolisi e rendono impossibile la riscostruzione dell'accusa; utilizzare questa "referenza" giudiziaria con un nuovo giudice può essere molto utile, bisogna stare attenti a non gettare il bimbo assieme all'acqua sporca; l'obiettivo sarebbe di riuscire a porre questi elementi come punti fermi di una trama ignota:
- ignota perchè necessariamente non è quella dell'accusa posto ch'essa si fonda su elementi contrari a quelli;
- che resta indefettibilmente ignota perchè qualunque trama si proponga non gode di appigli probatori per poter essere tessuta con i canoni processuali;
- proprio tale suo essere necessariamente ignota fonda la inevitabile assoluzione dell'imputato.

l'immagine che mi viene è quella delle demolizioni controllate: una volta posata la polvere si vede che non tutte le componenti dell'edificio sono polverizzate, restano a svettare, infissi nelle fondamenta, i tondini di ferro (quei lunghi tubi che fanno da anima alle colonne di cemento) che in seguito vengono rimossi dalle ruspe perchè in quel luogo non servono più a nulla. nonostante l'edificio non ci sia più, pure gli elementi sui quali l'edificio poteva venire costruito - fosse stato quello giusto - rimangono; e rimangono pur avendo subito la deflagrazione dell'esplosivo e il crollo delle strutture che supportavano e questo è prova della loro solidità. ciononostante, attorno non ci puoi più costruire nulla.

ecco, questo appello dovrebbe essere una "demolizione controllata" della sentenza di primo grado: devono rimanere ben visibili quei solidi ferri cementati nel terreno, quegli elementi portanti favorevoli a Parolisi (disconosciuti dall'accusa e invece riconosciuti dal Giudice) che resistono alla disintegrazione della struttura argomentativa che c'era attorno e che era abusiva e farraginosa; deve essere chiaro che attorno a quegli elementi poteva certo costruirsi un buon edificio (un edificio che non si chiamava Parolisi) ma che qualcuno ha sbagliato: chi ha progettato l'edificio-parolisi non aveva tenuto conto della loro necessità e non ha potuto costruirlo mancandogli le basi; chi invece ha tentato di costruire su quegli elmenti un diverso edificio-parolisi era però sguarnito di mattoni e malta e avendo tentato di costruirlo con sabbia e carta gli si è sgretolato in mano.

al nuovo giudice restano delle solide basi e nessun progetto realizzabile, che si chiami edificio-parolisi o edificio-chichessia: la fabbrica di mattoni e malta ha chiuso, nuove indagini in questo processo non sono possibili; un nuovo processo a parolisi non sarà possibile anche si trovassero mattoni e malta (ne bis in idem); per quanto riguarda il progetto "edificio-parolisi", quindi, il cantiere va chiuso.

se il progettista-muratore vorrà mettersi nuovamente all'opera su quei tondini potrà farlo, ma dovrà prima procurarsi nuovi mattoni e malta e in base alla disponibilità realizzare un progetto solido e con tutte le carte in regola, se riuscirà avremo conservato e fatto fruttare quei solidi elementi e avremo un bellissimo edificio con un nuovo nome sopra; diversamente la ruspa dell'oblio provvederà a spianare totalmente il terreno.

più facile a dirsi che a farsi? certamente sì: d'altra parte sono loro che son pagati a carriolate e sono il prezzemolo di ogni processo "big" degli ultimi anni no? che s'impegnino!


[..diomio, ho riletto il commento....rasenta la follia! spero tu capisca ugualmente e perdoni lo stato zombico che m'attanaglia (maledetta insonnia)]

Tabula ha detto...

@Mimosa: i due casi di cronaca da te citati erano relativi a due persone che sul luogo del delitto avevano lasciate tracce corpose.
Questo caso è francamente molto diverso.

In quanto alla semenogelina sono andata a rileggermi il post di Annika, e volevo chiarire alcuni punti che io stessa mi sono chiarita.

La Sg e' una proteina contenuta dell'eiaculato maschile e presente in tutti gli uomini al mondo (anche Hugh Jackman, Brad Pitt, Manlio
Tummolo, Pino, Massimo, Biscotti e Gionni ce l'hanno).
Gli spermatozoi non ce l'hanno tutti gli uomini.
Nè gli aspermatici nè i vasettomizzati. gli oligospermatici ne hanno pochi che
spesso non vengono rilevati in analisi forensiche.
Semenogelina e
spermatozoi, sono
totalmente indipendenti tra loro, ovvero seguono tempi e processi
decompositivi indipendenti e a se' stanti.
Tagliabracci
trova semenogelina nel canale vaginale di Melania, ok? NON spermatozoi. Ne segnala la
positivita' nella Tabella 2 della relazione autoptica.
Questo è un FATTO.
Un altro FATTO è che la Sg e' rilevabile per un massimo di 48 ore dopo l'eiaculazione
nel canale vaginale
, sia ante che post mortem.
La morte non altera la capacita' del RSID-Semen di rilevarla, ne'
altera le 48 ore massimo a
ritroso dal test.
Nella letteratura scientifica ci sono SOLO 2
CASI SU MIGLIAIA nella storia, e sono due campioni che hanno testato positivi alla Sg
dopo le 48 ore: i tempi esatti non sono pubblicati E NON SONO SPECIFICATI.
1)Il primo e' collocabile in un vago spazio temporale compreso
tra 48 e 60 ore dal rapporto.
2)Il secondo tra un vago intervallo tra 48 e 72 ore dal rapporto.

Su questo secondo
caso, pero', gli autori dell'articolo sono tenuti
a sottolineare che il campione, UNICO, consiste in
realta' in un "repeat".
E l'altra proteina dominante e
che si associa sempre positiva in casi di positivita' della Sg, che è la PSA, testa negativa
al test del PSA: il che e' chimicamente, scientificamente IMPOSSIBILE.
1-Nel caso Rea l'autopsia inizia a 72 ore esatte dal presunto
omicidio e la Sg testa positiva al test del RSID-Semen

2-un'autopsia prevede SEMPRE una serie di procedure prima di poter fare il test del RSID-Semen.
3- Per preparare il buffer del test
e leggerne il risultato occorre circa un'ora
dall'estrazione del campione.

E questo ci dice chiaramente che SE realmente l'omicidio di Melania fosse avvenuto entro le 15 del 18 aprile, mancherebbero i tempi anche per un debole e invisibile segnale positivo di Sg!!!

La positività alla semenogelina di Melania va oltre le 72 ore dell'unico campione nella storia del
RSID-Semen!
E questo innesca dubbi nei ricercatori stessi che affermano di
averlo rilevato!
Data l'incertezza tempistica degli autori degli articoli riguardanti i
risultati ottenuti nei due casi unici & rari sopra indicati
(48-60 ore e 48-72 ore), studi di sponsorizzati da
farmaceutiche e non indipendenti miranti a vendere gli stick di rilevazione, non dimentichiamolo, e mica a stabilire scientificamente la rilevabilità della Sg entro e non oltre una tot ora, ne risulta che
la Validation Paper del
RSID-Seme, a livello processuale sarebbe da ritenersi L'UNICA carta valida in materia di RSID-Semen perche' E' l'unica accertata
.
La positivita' per semenogelina nel
corpo di Melania indica un avvenuto rapporto sessuale
entro massimo 48 ore a ritroso dal momento del test e non della morte.
La questione delle 72 ore a ritroso dal test scientificamente NON STA IN PIEDI.
papale papale.
Figurarsi l'ipotesi fosse una traccia di un rapporto sessuale antecedente il 18 aprile!

La presenza o assenza di DNA maschile
all'interno del canale vaginale non altera la
positivita' del RSID-Semen alla Sg, proteina indipendente e a se'
stante rispetto agli spermatozoi.

Il RSID-Semen va
fotografato SUBITO perchè a seconda della temperatura
e della conservazione, sia le linee del risultato possono sbiadire rapidamente.

Tabula ha detto...

ps: scusate gli errori grammaticali, volevo fare un sunto riepilogativo della situazione e avevo tante cose in testa che volevo scriverle tutte d'un fiato prima di dimenticarmene un pezzetto.

Rimane il fatto che se la scienza non è un'opinione e in tribunale vanno presentati solo fatti accertati, la possibilità che la semenogelina possa risultare positiva ad un test NON E' un fatto accertato in nessuno delle migliaia di casi documentati scientificamente.

Quindi la ventilata possibilità che Parolisi, anche nella remota ipotesi fosse aspermatico, possa essere per qualche motivo il donatore della semenogelina rilevata dal test non ha nessun riscontro scientifico e non può essere portata in Tribunale.

Annika aveva lanciato la sfida chiedendo di confrontarsi con chiunque portasse prove del contrario, ma nessuno ha mai dimostrato la tesi dell'Accusa, nemmeno la Gino che glissa elegantemente la questione.

Stefania ha detto...

Ciao Mimosaaa! Ciao Tabula. Ciao a tutti.

Tabula, quanto da te riportato circa le conclusioni a suo tempo postate da Annika è davvero importante.

Non lascia spazio ad alcun dubbio circa l'innocenza di Salvatore Parolisi.

Eppure qui casca l'asino. Il team difensivo dell'imputato non usa questo strumento che porterebbe dritto all'assoluzione.

Mi è stato insegnato da un notissimo avvocato che quando si prepara un'arringa difensiva è necessario essere concisi ed andare immediatamente al nocciolo della questione.

Questo per non annoiare il collegio giudicante e soprattutto per far si che chi deve decidere (in questo caso tra l'ergastolo o la scarcerazione) possa farlo avendo davvero chiari tutti gli elementi portati a discolpa dell'imputato.

In questo caso Biscotti e Gentile che fanno? Si inerpicano in strane elucubrazioni per smontare la tesi della Tommolini che dichiara come movente il rifiuto di Melania ad avere rapporti con il marito.

Ora, a prescindere due giorni prima i coniugi Parolisi abbiano avuto o meno un rapporto sessuale, questo a vostro avviso starebbe a dimostrare che Parolisi doveva "sentirsi apposto" per almeno una settimana?

Foste voi negli avvocati di Salvatore tentereste davvero di ottenere la scarcerazione del vostro assistito con simili argomentazioni quando vi è stata servita su un piatto d'argento la possibilità di dimostrare in modo scientifico che quell'uomo è in cella accusato di un delitto CHE NON PUO' AVER COMMESSO?

Ma come ho scritto sopra, non mi colpisce tanto l'inadeguatezza degli avvocati, quanto il fatto Parolisi ed i suoi familiari non abbiano deciso di sostituirli con chi prenderebbe subito la questione senemogellina per sbatterla in faccia alla Corte ed ottenere immediatamente giustizia ... ovvero un abbraccio tra Salvatore e la sua bimba fuori dalle mura di un qualsiasi carcere.

Per questo temo ci sia alla base ben altro. Chiamatelo patteggiamento, chiamatelo come volete .... ma abbiamo in mano la prova regina dell'innocenza dell'imputato e quell'atto a mio avviso poteva tranquillamente constare di ben poche e mirate pagine.

Stefania

Anonimo ha detto...

@Tabula - Mimosa - Stefania
I difensori di Parolisi potrebbero non aver basato la difesa sulla semenogelina perche’ purtroppo
la superperizia della Gino non da certezze in merito infatti oltre a criticare l’operato di Tagliabracci
afferma alla pag. 41:
.....“Secondo quanto descritto in quest’ultima, infatti, il tampone vaginale sarebbe risultato
positivo per lo sperma e negativo per la saliva, il tampone rettale negativo per entrambi. La
fotografia, invece, mostra una positività marcata per la saliva nel tampone vaginale e nel
tampone linguale, forse una debole positività per la saliva anche nel tampone rettale.
Risultano negativi per lo sperma il tampone rettale ed il tampone linguale, per quello vaginale
pare esserci un’ombra di difficile interpretazione (debolissima positività o semplice effetto
fotografico?). Vi è dunque discrepanza tra quanto riportato in relazione e quanto è possibile
dedurre dalla fotografia consegnata: infatti i test sono stati condotti anche sul tampone
linguale e gli esiti per il tampone vaginale e rettale sono differenti.”.....
Con questo non voglio dfire che Annika abbia torto, ma solo che lei si e’ basata su quanto detto da Tagliabracci e purtroppo la superperizia della Gino non lo ha confermato.
Alex.

Anonimo ha detto...

Grazie Tabula per il riepilogo.
Volevo consigliare, a chi è interessato, la visione dell'ultimo video di Paolo Ferraro con un brevissimo intervento di Meluzzi, dove si parla anche del caso Rea (Meluzzi accennò qualcosa in un programma televisivo).
Ferraro fu effettivamente sentito a Taranto per 3 ore, ma non sappiamo nulla di eventuali sviluppi nelle indagini. Certo è strano che non arrivi alcuna smentita in merito, nonostante Ferraro indichi una data precisa e il nome del magistrato romano (e non solo...).
Premetto che il video è piuttosto lungo e non si parla solo del caso Rea, ma di tutto il contesto che Ferraro denuncia da anni,comunque fondamentale per capire il tutto.
Se qualcuno invece ha il link della puntata (quarto potere?) dove Meluzzi parla di Ferraro, mi piacerebbe dargli un'occhiata.
Un saluto a tutti.
Kiba
p.s. perdonate la scrittura poco chiara ma credo di avere la febbre.

Giacomo ha detto...

Alla base c'è soprattutto, se non esclusivamente, l'incapacità dei difensori.

Giacomo

Antonello ha detto...

@Stefania @Tabula
Erano stati sviscerati diversi dubbi da chiarire.
1) Non vi sono tracce od almeno nessuno ne parla nelle perizie di semenogelina negli slip.
2) Non vi sono i dati conseguenti essenziali da cui estrarre la certezza di un rapporto nei canoni, non sembra sia stato rilevato dna epiteliale ne sudorifero nelle parti intime estraneo alla vittima, segno inequivocabile di un rapporto nei canoni, la semenogelina sarebbe stata eiaculata od inoculata???
3) Negli slip e' stato rinvenuto un solo dna che corrisponde a quello di un x parente maschio della vicina, si proprio quella che in uno dei suoi tentativi di contattare telefonicamente la vittima nei momenti topici della sua scomparsa aggancia la cella telefonica denominata "Colle San Marco" senza aver mai dichiarato di essere li stata in quelle ore.
A prima vista insomma, se rapporto vi e' stato, il corpo della vittima potrebbe benissimo essere stato ripulito "esternamente" successivamente e perdendo cosi', forse ma chiedo conferme agli esperti del blog, le cellule epiteliali nelle porzioni intime esterne o sudorifere a vantaggio di deposito successivo salivare, e ricambiata perlomeno negli indumenti intimi finendo poi l'opera nel depistaggio ben lontano dalla violenza o dal rapporto persino consenziente.
Se il ragionamento e' corretto quindi, avremmo una vittima di violenza od il nascondimento comunque di qualcosa sin consenziente ad opera di uno o piu' entita', maschili sicuramente e forse anche femminili.
Un azzeccagarbugli mica da ridere, che porta in rilievo l'inverosimile ricostruzione in sentenza, non solo per gli orari da alieni ubriachi, ma sopratutto l'assurdita' del movente, M.R. insomma in linea con il certamente involontario nascondimento a priori si sarebbe appartata in luoghi e tempi impossibili per il caporale per fare i suoi bisogni eccitandolo quindi a distanza abissale e rifiutando il suo approccio portato avanti con le sue chilometriche braccia, al che non rimaneva altro alla follia del carneficie che lanciare, da tali distanze, 35 coltelli con mira sovrumana e chirurgica, da tale gesta il detto "la fortuna e' cieca ma la sfortuna ci vede molto bene".
Ora dico io un pazzo ragionevole se viene umiliato da un rifiuto di una moie che vorrebbe giustamente orinare in santa pace mai dimostrato, se sul corpo vengono rinvenuti vari dna che portano dritti ad un rapporto invece consumato, non e' che slealmente forse poi uccide senza consumare alcunche', un pazzo insomma che rispettava il volere della vittima ma che non avrebbe resistito appunto al suo volere non approfittandone ma pensando bene di accoltellarla lasciandola persino viva a dissanguarsi, in alcune decine di minuti.
Un pazzo molto strano e molto cerebrale, persino macchiavellico e ingegnoso, rispetta ma non riesce a tollerare i rifiuti, doveva proprio essere in uno status di sottomesso questo carneficie appena uscito dalle fantasie giudiziarie, studieranno di sicuro degli standard criminologici nuovi a misura "d'uomo" immagino.
La vera prova che discolpa il caporale, mantenendo fermo il concetto della scena del crimine stabilita "inesorabilmente" dai Ris e' il tempo, impossibili i tempi assegnatigli e prenotatigli dalla fretta di condannarlo, se invece muovessimo i luoghi, ahime' sbugiardando i Ris, tutto ridiventerebbe possibile ma si aggiungerebbe un bisogno indispensabile: uno o piu' complici mentre si dovrebbe cercare di capire come avrebbe potuto una georeferenziazione, che di solito sbaglia di circa decine di metri a voler essere generosi, sbagliare grossolanamente di una decina di chilometri per ben tre volte indicando ogni volta delle tre lo stesso identico punto, un errore molto curioso, ma sopratutto perche' nessuno sarebbe andato a verificare di persona quel famoso punto per accertarsi almeno che fosse realmente un errore di georeferenziazione???

Pamba ha detto...

@Antonello

Senza voler sviscerare nuovamente il tema dei cellulari, tornando indietro migliaia di commenti, mi chiedo se nella tua ipotesi potrebbe essere considerato il punto della georeferenziazione una prima tappa per sbarazzarsi di un cellulare scomodo.
Avranno simulato il comportamento del telefonino di Melania e le celle agganciate anche in questa posizione? Non credo...

Perché non pensare che il telefonino possa essere stato recuperato successivamente, magari da chi si è finto alla ricerca della donna, e ricollocato la mattina del 20 sulla scena del crimine?

Sono d'accordo con te che una delle principali prove a discolpa sia il tempo. Tempo che SP non può avere avuto, da solo, senza alcuna traccia di sangue, né su di sé né sulla vettura, con bimba tranquilla al seguito, per raggiungere Ripe e tornare.

Pamba

Pamba ha detto...

@Antonello

Senza voler sviscerare nuovamente il tema dei cellulari, tornando indietro migliaia di commenti, mi chiedo se nella tua ipotesi potrebbe essere considerato il punto della georeferenziazione una prima tappa per sbarazzarsi di un cellulare scomodo.
Avranno simulato il comportamento del telefonino di Melania e le celle agganciate anche in questa posizione? Non credo...

Perché non pensare che il telefonino possa essere stato recuperato successivamente, magari da chi si è finto alla ricerca della donna, e ricollocato la mattina del 20 sulla scena del crimine?

Sono d'accordo con te che una delle principali prove a discolpa sia il tempo. Tempo che SP non può avere avuto, da solo, senza alcuna traccia di sangue, né su di sé né sulla vettura, con bimba tranquilla al seguito, per raggiungere Ripe e tornare.

Pamba

Tiziana ha detto...

Oggi è il giorno dell'arringa difensiva. Ecco ciò che ha detto stamattina Biscotti in aula:

"Abbiamo dimostrato documentalmente che la ricostruzione del giudice di primo grado almeno dalle 14.55 in poi non regge, pertanto abbiamo invocato che la decisione non puo' non essere la dichiarazione di Salvatore Parolisi come estraneo a tutti i fatti contestati. Abbiamo dimostrato proprio attraverso la documentazione di orari di celle, di testimonianze di telefonate, che Parolisi non puo' aver commesso ne' l' omicidio, ne' un depistaggio. Non era presente sul luogo dell' omicidio perche' non c'e' niente sul luogo del delitto che puo' ricondurre a lui. C'e', invece, molto di altro afferente ad altri soggetti rimasti ignoti".

Questo pomeriggio, invece, parlerà Gentile.

Pamba ha detto...

Grazie Tiziana, per l'aggiornamento.

"C'e', invece, molto di altro afferente ad altri soggetti rimasti ignoti"

Vero! Aggiungo amaramente io "e che rimmarranno ignoti, considerata l'unidirezionalità dei rilievi e delle analisi condotte, fin dalle prime indagini".

Ai prossimi aggiornamenti...
Ciao, Paola

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