mercoledì 25 luglio 2012

La paralisi delle riforme e il degrado della giustizia: l'astensione dei penalisti

La Giunta, constatata la situazione di stallo in cui versa la giustizia e preso atto della assoluta immobilità della politica, proclama l'astensione dalle udienze per i giorni dal 17 al 21 settembre prossimi.

GIUNTA DELL’UNIONE DELLE CAMERE PENALI ITALIANE

Delibera del 20 luglio 2012


La Giunta dell'Unione delle Camere Penali Italiane,

viste
le proprie precedenti delibere del 24 ottobre, 30 novembre e 21 dicembre 2011 nonché quelle del 15 e 25 gennaio e del 5 e 9 luglio 2012,

premesso
- che la riforma dell'ordinamento forense, dopo l'approvazione in Senato del novembre 2010, non è ancora stata licenziata dalla Camera nonostante l'impegno, più volte ribadito dai partiti, di portare rapidamente a compimento l’iter legislativo;
- che detta riforma è fondamentale per la corretta esplicazione del diritto di difesa, in particolare per il riconoscimento della specializzazione forense, che attuerebbe il diritto dei cittadini ad avere un difensore penale realmente adeguato al ruolo;
- che l'attuale testo del disegno di legge ha contemperato l’aspetto negoziale con la funzione costituzionale della professione forense, attraverso le modifiche introdotte nel passaggio avanti alla Commissione Giustizia della Camera, che hanno recepito le indicazioni di snellimento delle attività economiche di cui alle ultime misure, tuttavia salvaguardando la specificità della professione forense rispetto alle altre professioni regolamentate;
- che viceversa è da ultimo emerso il chiaro intento, in primo luogo del Governo, di boicottare il cammino della riforma e disciplinare la materia con atti di legislazione secondaria, attraverso potestà regolamentare;
- che a nulla sono valsi gli appelli dell’Unione delle Camere Penali volti ad evitare l’ingorgo normativo ed arrestare l’inquietante competizione istituzionale che finisce per spossessare il Parlamento della propria funzione legislativa;

constatato
- che anche in tema di riforma delle circoscrizioni giudiziarie, su cui pure non vi è pregiudiziale opposizione dei penalisti, si è fin qui proceduto ignorando le motivate deduzioni di alcuni fori, comprovanti mancate economie di scala, ovvero particolari situazioni territoriali, o ancora la limitata mobilità per l'arretratezza dei sistemi di trasporto, o infine il radicamento di fenomeni malavitosi;
- che occorre dunque ripensare l'intervento, con una ridefinizione delle circoscrizioni intelligente e non operata attraverso mere soppressioni lineari e conseguenti accorpamenti;

rilevato
- che appare oramai accantonata la riforma costituzionale della giustizia e continua a rimanere lettera morta il principio di terzietà del giudice;

- che tale vulnus costituzionale alimenta le storture evidenziate quotidianamente dalla cronaca giudiziaria e politica, legate alle invasioni di campo di alcuni magistrati e di alcuni uffici di Procura, alla mancata verifica giurisdizionale sui tempi e sulle finalità delle indagini preliminari, all’abuso delle intercettazioni e della custodia cautelare;

 - che la materia è pesantemente ipotecata dai diktat della magistratura, che paralizzano il potere legislativo, sicché persino sul tema della responsabilità civile e della collocazione fuori ruolo dei magistrati la legislatura rischia di risolversi in nulla di fatto;

preso atto
- che l’applicazione delle norme in tema di libertà personale, di tutela della riservatezza delle comunicazioni, di diritto di difesa e di funzione rieducativa della pena, appare oggi più che mai in palese violazione degli artt. 13, 15, 24 e 27 della Costituzione, soprattutto a causa di prassi elusive ed interpretazioni ispirate a malintese esigenze di difesa sociale;
- che le ripetute violazioni del segreto di indagine e la costante inosservanza delle norme che regolano la pubblicazione degli atti, produce una situazione assolutamente anomala e del tutto sconosciuta nei moderni
sistemi di democrazia;
- che continuano a verificarsi compressioni del diritto di difesa, e non si interrompe il fenomeno degli ascolti illegittimi delle conversazioni tra avvocati ed assistiti;

ribadito
- che, come da più parti reiteratamente denunciato, la situazione di evidente illegalità in cui versano le carceri italiane costringe i detenuti a vivere in condizioni indegne di un paese civile;
- che su tale emergenza incide in maniera rilevante anche il già ricordato abuso della custodia cautelare utilizzata quale incostituzionale anticipazione di pena;
- che, nonostante il riconoscimento della drammaticità della situazione, nessun provvedimento realmente efficace è stato emanato al riguardo;
- che, purtroppo, non sono infrequenti i casi di maltrattamenti nei confronti di persone arrestate o detenute;

osservato
- che, al di là delle consuete affermazioni di facciata sulla necessità di una seria depenalizzazione, la stessa non viene attuata, mentre in Parlamento il percorso dei disegni di legge che prevedono forme di definizione anticipata dei procedimenti ovvero la riforma del sistema sanzionatorio è sostanzialmente interrotto;
- che anche la rinnovata disciplina delle intercettazioni delle comunicazioni da anni non riesce ad essere approvata nonostante l’evidente, insostenibile e distorta situazione;
- che persino in ordine all’introduzione del reato di tortura la situazione è di completo stallo anche a causa dei contraddittori messaggi lanciati dal Governo;

invita
il Parlamento ad approvare rapidamente la riforma della professione forense, a dare impulso ai citati progetti di legge sulla giustizia penale, il Governo ad escludere la professione forense dal regolamento di riordino delle professioni e a rivedere le modifiche delle circoscrizioni giudiziarie così come finora delineate, tutte le istituzioni e le forze politiche ad affrontare seriamente il problema della situazione carceraria, e a riprendere il dibattito sulla riforma costituzionale della giustizia;

delibera
l’astensione dalle udienze e da ogni attività giudiziaria nel settore penale degli avvocati penalisti per i giorni 17, 18, 19, 20 e 21 settembre 2012, nel rispetto della normativa di legge in materia e del codice di autoregolamentazione;

dispone
la trasmissione della presente delibera al Presidente della Repubblica, ai Presidenti dei due rami del Parlamento, al Presidente del Consiglio dei Ministri, al Ministro della Giustizia, a tutti i Parlamentari, ai capi degli uffici giudiziari.

Roma, 20 luglio 2012
Il Segretario - Avv. Franco Oliva

Il Presidente - Avv. Valerio Spigarelli

1 commento:

Manlio Tummolo ha detto...

Grazie per aver pubblicato questo documento che conferma, sia molte delle ragioni procedurali per le quali ci stiamo battendo nei due più celebri processi dell'ora, sia anche la volontà degli avvocati di non subire passivamente questo triste andamento.
Manlio Tummolo