mercoledì 18 aprile 2012

Silvia Pedroni se n'è andata per sempre...


Silvia Pedroni è morta. Purtroppo non era andata via di casa per cercare di recuperare i suoi sogni e la sua vita, la speranza più bella rimastaci in questi giorni, purtroppo la sua mente non aveva contemplato questa possibilità. Il suo corpo privo di vita lo hanno trovato nel pomeriggio gli uomini del soccorso alpino. Era a ridosso della riva del fiume Montone, nella zona dell'ospedale Pierantoni - Morgagni. A prima vista pare che la morte possa risalire al giorno della scomparsa, e che la causa sia un cocktail di quelle pasticche, psicofarmaci, che aveva portato con sé nello zainetto, mischiato all'alcool. Accanto al corpo era una bottiglia di whisky. Silvia aveva trentotto anni, un'età in cui è facile cadere in depressione se non si ha accanto la persona giusta, se non si vive la vita per come la si è tanto desiderata. Silvia si sentiva sola... e forse non credeva di riuscire a sopportare la solitudine per come le si era presentata, per come non la voleva.

Chissà quanti sogni di gioventù ha visto infrangersi prima di cadere e non riuscire a rialzarsi. Chissà quante volte ha pianto nel silenzio di una speranza. Tutti piangono in vita... e quasi tutti riescono ad usare quei momenti di tristezza per ripartire. Perché se la forza mentale aiuta, ad ogni lacrima corrisponde una molla che spinge ad agire, a migliorare. Ma Silvia non ha saputo reagire. Ora il sole non la scalderà mai più, ora il suo volto non riderà mai più, ora la sua voce non canterà mai più. Sarebbe stato bello vederla tornare col sorriso dei suoi anni migliori, invece il destino ha deciso che di lei debba restare il ricordo. E nel mio immaginario ho assimilato la sua vita a quella di un'altra donna, chiamata Silvia, anche lei morta a causa di una malattia (anche se diversa per epoca), una Silvia che lasciò in chi l'aveva conosciuta un ricordo così intenso da riuscire a far tornare in lui la voglia di poesia, quella voglia che da due anni l'aveva abbandonato... arrivederci Silvia, goditi il sereno ora che puoi.



5 commenti:

carla ha detto...

di silvia non ne avevo sentito parlare o probabile se ne parlato poco che mi è sfuggita,grazie massimo di averla riccordata,mi dispiace che sia andata a finire così....mi soggiunge il pensiero per roberta ragusa,speriamo che per lei non sia così,vorrei pensare che magari abbia perso la memoria e che stesse vagando da qualche parte e che lei almeno lei la possiamo trovarla viva,anche per i figli stessi.....
devo riconoscere massimo che i tuoi articoli sono molto profondi e toccanti.....saluti

nico ha detto...

Ciao Massimo. Neanche io, come Carla, avevo sentito di Silvia. Quindi anche io ti ringrazio per la possibilita' che dai di ricordarla, di fare un pensiero. E' così profonda la sofferenza che porta a lasciare tutto e tutti, per sempre, come si spezzasse qualcosa dentro e non si vedesse un'alternativa. Non si vedesse la fine di quel dolore. Almeno credo sia così, credoa sia stato così anche per lei. Ciao Silvia, fai un viaggio sereno. E ciao anche all'altra Silvia, che ha fatto rinascere la voglia di poesia in qualcuno.

Unknown ha detto...

io si e c'e' qualcosa che non mi convince.
Vediamo se il tempo dirada i miei dubbi.
Di roberto straccia piu' nulla? E' scaduto da qualche giorno il termine di presentazione dei risultati delle analisi e dell'autopsia effettuata sul corpo di Roberto.. e, niente!!! silenzio.

tabula ha detto...

Caro Massimo, "A Silvia" è la poesia per una povera giovane donna e che ben si adatta anche a questa Silvia, e a tutti quei fiorellini di campo che deperiscono per mancanza d'amore.
La vita è fatta così, c'è chi non riesce a superare la mancanza di aderenza con le speranze del proprio cuore, e si piega ed appassisce di fronte ad un sogno che non si realizza mai, c'è chi si trova altri sogni, c'è chi non sogna più, c'è chi si riempie la vita per non ricordarsi di quel sogno, e c'è anche chi, ostinatamente, quel sogno lo rincorre comunque e lo persegue contro ogni evidenza ogni cattiveria umana contro i colpi bassi della vita e contro lo scorrere del tempo.
Ma se lei ha deciso così, adesso non ci resta che rispettare la sua decisione. Con rimpianto per quello sguardo dolce.
e con stupore riguardo al fatto che quello sguardo dolce abbia deciso di mettersi in disparte, quando troppi sguardi duri e privi di scintilla vitale prosperano sgomitano e si pestano i piedi l'un l'altro.

Anonimo ha detto...

Grazie Massimo e Tabula

per le vs parole.
K@