martedì 1 febbraio 2011

Elezioni 2011. Un voto chiaro e unito per dare la spallata finale ai mezzi partiti.

Bersani non è riuscito a fare quel passo indietro che chiedeva a Berlusconi, e che lui giocando d'azzardo era riuscito a fare, ed a collaborare per varare riforme che beneficiassero da subito il paese. La situazione ora è tragicomica e in Italia si respira l'aria del voto. Un voto che potrà punire chi nulla ha fatto in questi anni, un voto che comunque è una sconfitta che tocca tutti gli schieramenti politici. Ad iniziare da quelli del centrosinistra che, scottati dalle ultime votazioni, ancora oggi, a distanza di quasi tre anni, non sono riusciti a digerire il salto all'indietro del 2008. Ma quale sentore può far loro credere di vincere le prossime elezioni? Dopo essersi mossi come cavalli selvaggi, ed aver scalciato continuamente per tutta la legislatura, chi darà loro il voto? Gli scontenti italiani che negli anni governati dal PD sono stati sempre oltraggiati da leggi che li penalizzavano?

Non hanno alcuna speranza di migliorare lo Status attuale e c'è da scommettere diventeranno i paggietti degli schieramenti minori, gli stessi a cui chiedono un aiuto per dare la spallata finale all'attuale governo. I vari D'Alema e Veltroni non sono più credibili da tempo, ed il segretario Bersani lo è meno di loro. Ma non sono credibili neppure i vari Fini, Rutelli e Casini. Tutta gente trita e ritrita che continuerebbe a portare avanti le vecchie idee di sempre senza aperture a vere novità. Poi ci sarebbe l'IDV di Di Pietro and co., la setta politico giudiziaria che fa dell'anafabetismo, dei colori variegati e sempre in disaccordo che ha al suo interno, del giustizialismo, il piatto forte con cui reggere una nazione liberale che nulla ha da spartire con loro.

Rimangono fuori altri schieramenti minori. Il più quotato è quello di Nichi Vendola che tutti cercano e nessuno in definitiva vuole. Un po' perché diverso nella forma, un po' perché diverso nelle idee, in tutti i casi un personaggio scomodo con cui fare alleanze. Alla fine della fiera accadrà ancora una volta che Berlusconi e la Lega riusciranno per l'ennesima volta a restare in sella al carro e si ricomincerà il balletto politico del cacciamolo via e quello giudiziario del puttaniere mafioso. Con ciò ritrovandoci ancora al punto di partenza ed in una situazione peggiore della precedente grazie ai mesi buttati all'aria a causa di questi giochi di potere, quel potere a cui tutti ambiscono.

D'altronde se il centrosinistra vuole governare deve almeno spiegare cosa di valido e serio intende fare. Già si sa che non otterrà il voto del 10% degli italiani ricchi, vista la proposta di tassarli avanzata al Lingotto da Veltroni per salvare il paese, a suo dire, dalla catastrofe. Ma non otterrà neppure quelli del ceto medio che, anche se in questi anni hanno visto scendere il loro livello economico, penseranno di certo che votando PD si ritroverebbero nel giro di poco alla pari dei nuovi poveri. Inoltre difficilmente riusciranno a convincere tutti i compagni delle fabbriche, compagni che non hanno ricevuto alcun aiuto vero durane le battaglie sindacali grazie ad un sindacato allo sbando, la CGIL, che ormai si regge solo coi fondi garantiti dall'avvento degli extracomunitari a cui spiegano bene quali sono i loro diritti e male quali sono i loro doveri.

Tanto vale che non si voti subito e prima si faccia una bella rivoluzione in modo da mandare al potere i capi delle forze armate ed in esilio chi è rimasto inchiodato al Parlamento per tanti anni senza costruire nulla di serio. Solo così gli italiani potrebbero scegliersi davvero i loro rappresentanti. Perché ad oggi, con l'attuale legge elettorale, sono i poteri forti dei partiti a lottizzare i candidati da votare. Al popolo non resta che scegliere fra chi è il meno peggio ed affidarsi alla buonasorte. Ma dimenticavo che anche chi è a capo delle istituzioni armate è stato scelto in base allo schieramento politico e non solo per propri meriti.

Per cui non c'è altra soluzione se non essere noi a dare una bella spallata ai partiti e quindi ai poteri forti che influenzano il mondo politico con teatrini mediatici spettacolari senza costrutto. Uniamoci nelle idee e scegliamo uno schieramento a cui affidare il nostro futuro. Buttiamo nel cesso tutti quei partiti del 4% che creano solo caos ed a nulla servono. Almeno per una volta rischiamo di nostro. O l'uno o l'atro, come fossimo di fronte ad una roulette. E' l'unica soluzione per consentire un quinquennio stabile e senza siparietti obsoleti di un pessimo varietà fatto di battute scontate. Ci andrà male? Forse. Ci andrà bene? Forse.

In ogni caso ci guadagnerebbe la nostra ulcera e ci perderebbero quelli che ora vogliono il nostro voto e potrebbero poi fare come già hanno fatto, cambiare casacca e passare nello schieramento opposto nel breve volgere di un battito d'ali.


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