lunedì 10 gennaio 2011

Yara Gambirasio. Un controllo in più non fa mai male.


Partiamo dalla fine per capire se quanto ha intenzione di fare la Polizia è giusto. Gianpaolo Bonafini, uno dei dirigenti della Squadra Mobile a cui sono affidate le indagini sulla scomparsa di Yara, ha affermato che nessuno andrà al cantiere dove si sta costruendo il centro commerciale di Mapello, quello in cui sono entrati i cani che hanno l'olfatto migliore del mondo, perché le perquisizioni fatte a suo tempo dai carabinieri hanno dato esito negativo. Un altro motivo sono le molte lettere anonime arrivate in Questura ed il fatto che quelle verificate non hanno portato a nulla di concreto. Chiaro e semplice.

Questa la parte finale della storia. Ora andiamo all'interno della notizia e verifichiamo la lettera per capire se qualche sua particolarità ci porta alla conclusione che è meglio tornarci al cantiere Mapello.

Primo importante particolare. I giornalisti del quotidiano "Eco di Bergamo" ci hanno detto che per scrivere il testo, "Yara è nel cantiere Mapello ho paura", sono state ritagliate le lettere di uno o più rotocalchi, i settimanali patinati per capirci. Quindi chi l'ha scritta non è uno che compra i quotidiani e non ha a disposizione, oppure non li può usare, neppure quei giornaletti pubblicitari consegnati settimanalmente a domicilio che riportano annunci di ogni tipo.

Secondo importante particolare. Le lettere sono state attaccate ad un cartoncino formato A4 di colore nero piegato  a metà ed inserito in una busta. Chi di voi ha un cartoncino del genere in casa? Non credo che molti lo posseggano; mia nipote ha dodici anni e lo usa a scuola nelle ore di educazione artistica; ad altri studenti dai 14 ai 18 anni serve per fare esperimenti di Nanotecnologia. A Milano il Polo Formativo che tiene corsi del genere è a Sesto San Giovanni, fra Milano e Bergamo. 

Terzo importante particolare. A parte la grammatica italiana anomala perché manca della preposizione "di" fra cantiere e Mapello, e questo potrebbe essere un fatto irrilevante, il foglio contiene delle impronte. Chi lascerebbe le impronte digitali in una lettera anonima? Chi non ha a disposizione un paio di guanti in lattice.

Dopo aver visto questi strani particolari, rilevabili da chiunque nel foglio inviato al quotidiano, poniamoci una semplice domanda. Perchè spedirlo proprio a quel giornale e non alla questura o ad altre testate più quotate? La sede del quotidiano è in via Papa Giovanni XXIII, chi di voi lo sapeva? Probabilmente nessuno. Ed allora formulo la domanda di riserva. Chi poteva saperlo? La risposta giusta è: Chi abita e vive nel contesto cittadino bergamasco.

Ed allora riprendiamo il discorso iniziato dalla fine e facciamo qualche considerazione. La lettera anonima ha delle impronte ed è il frutto di un collage fatto da chi non aveva né guanti in lattice, né fogli bianchi, forse ne aveva a righe o a quadretti, né alcun tipo di giornali. Il cartoncino nero è anomalo e disponibile solo ad una determinata categoria di persone giovani, diciamo all'incirca dell'età di Yara.

Quante probabilità ci sono che sia stata spedita da un mitomane? Per carità, non ho il dono della divina verità e tutto è possibile. Però ogni volta che esterno una mia personale conclusione lo faccio seguendo basi logiche verificanili e difficilmente smentibili. Questo significa che c'è la possibilità che quanto ipotizzio sia vero, e non in una minima percentuale. Se io ho fatto un ragionamento che mi ha portato a pensare ad un ragazzo quale autore della lettera non vedo il perché non lo possano pensare anche in Questura. Ma ciò che meno capisco è il motivo per cui non si debba andare a verificare nuovamente al cantiere.

Sapete quale è la sua superficie complessiva? Ben 64.000 metri quadri. Per capire meglio di quale cifra si parli aprite la finestra e guardate l'orrizzonte immaginando un appezzamento di terreno lungo un chilometro e largo sessantaquattro metri. Se considerate che sullo spazio che avete immaginato è presente di tutto, dai capannoni agli scavi, dai pavimenti alle colonne di cemento, e queste non sono mai state visionate col georadar, dal materiale di scarto alle attrezzature edili, potrete anche capire quanto tempo reale occorra per controllarlo attentamente.

Ma il dirigente della Squadra Mobile dice che i carabinieri hanno fatto un buon lavoro quando lo hanno controllato. Ed a me torna alla mente la storia di Valentina, anche in quel caso s'era fatto un buon lavoro.

Se le indagini sono ad una svolta epocale, nel senso che nel giro di qualche giorno riavremo Yara fra noi viva (speriamo), è giusto che al cantiere non ci si vada ed alla lettera non si dia peso.

Se non è così e si tira avanti aggrappandosi a specchi unti di sapone, i volontari ormai vengono mandati nei luoghi più disparati, è altresì giusto richiamarli ed inserirli in pianta stabile all'interno del cantiere per riverificare la possibilità ipotizzata nella lettera. Il georadar ha controllato i pavimenti fatti quella notte dalla ditta appaltatrice in cui lavora il ragazzo marocchino fermato e poi rilasciato, anche grazie alla testimonianza del suo datore di lavoro (e speriamo abbiano detto la verità), ma in 64.000 metri quadri si possono fare e chiudere tante buche!

E difficilmente in un paio di giorni i carabinieri possono averli controllati tutti molto attentamente. Se sbaglio chiedo venia.

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