Caro signor Mauro Moretti, non lo faccia, non se ne vada dall'Italia, la prego. Scusi quei quattro saccenti di internauti che non la capiscono perché non abituati ad avere a disposizione gli euro di cui dispone lei. Sono invidiosi. Con questo articolo parlo anche a loro e di fronte a loro intendo difenderla perché di certo non ricordano le sue umili origini di sinistra. Loro non sanno che lei lavorava a stipendio fisso e nel '78 percepiva un milione di lire al mese a cui, meno male, si aggiungevano i viaggi in treno gratis. Lei era un uomo del popolo, lei si è fatto da solo come molti altri nostri compatrioti che partendo da umili origini, naturalmente grazie alla sinistra italiana molto in voga nel periodo e molto brava a istruire i suoi fedeli operai della base, ora hanno conti bancari superiori a tanti personaggi di destra. Però lei incassa molto meno di Michele Santoro, di Fabio Fazio e della Littizzetto (persone idolatrate anche dal popolo che ora la vuole esiliare), e non tutti sanno che è stato un leader maximo! Un sindacalista di spicco della CGIL che ha ricoperto pure il ruolo di segretario nazionale della cgil trasporti. Il grande Luciano Lama, mio conterraneo, la mandò a restaurare il sindacato e a lei, ricorda, in quegli anni qualcuno chiese quanti ferrovieri si potevano licenziare per risanare l'azienda. Un sindacalista qualunque avrebbe detto: nessuno, meglio ristrutturare che licenziare. Ma lei non scherzava quando rispose di lasciarne a casa 50.000 perché inutili e improduttivi. Mario Schimbeni, chi le fece la domanda, era il commissario inviato dal governo per risanare l'ente: ma i licenziamenti li fecero altri due anni dopo, perché presto Schimbeni rinunciò alla mission impossible, perché presto si rese conto che i sindacati, le tessere di partito, le clientele governative e il governo, erano troppo forti, troppo radicati e intoccabili all'interno delle FFSS.
Anche lei lo aveva capito, voglio dirlo questo al popolo della rete che non sa, infatti quando ha giustamente scalato le vette delle ferrovie dello Stato, arrivando al vertice, ha iniziato la sua avventura nel migliore dei modi: tagliando gli sprechi, auto blu e palazzi vuoti ad esempio, e costringendo tutti a pagare il biglietto del treno. Anche lo Stato italiano che solo negli ultimi tre anni ha versato alla sua azienda l'equivalente di una finanziaria, la misera somma di 12 miliardi e 800 mila euro (anzi, qualcosina in più) e fino al 2016 continuerà a versare oltre 4 miliardi l'anno. Ed io la ammiro perché persone come lei in grado di emettere 600 milioni di bond (se non ricordo male dei bond li emise anche la Parmalat prima del crac) per coprire i buchi delle regioni che pagano in ritardo (ha per caso aperto una linea di credito alle regioni ergendosi a banca coi soldi degli italiani?) e far andare in attivo una società tanto sprecona, ne esistono poche. Qualcuno potrebbe dire: meno male!, ma non io che so di altri suoi colleghi manager capaci di incassare dallo Stato italiano anche 2,3 milioni l'anno (Sarmi - Poste italiane). Certo è che loro sono avvantaggiati perché, grazie a chi sta al governo, pur chiamandosi Poste possono accaparrarsi il mercato assicurativo e del risparmio alla faccia delle assicurazioni e delle banche. Certo è anche che i clienti di Poste italiane portano denari agli sportelli per fare in modo, a loro insaputa, di aiutare l'Ente a investire: perché le mani si lavano a vicenda ed è chiaro, non tutti lo sanno, che se ci sono problemi in altre realtà lavorative Poste italiane si sente quasi obbligata ad aiutare il governo acquistando o contribuendo in contanti (Banca del Mezzogiorno e Alitalia, ad esempio).
Lei Moretti ha un'altra posizione e per questo non mi sono meravigliato delle sue parole quando il boy scout ha minacciato di intaccare la misera cifra che percepisce per il lavoro da manager a cui l'hanno costretta. Di sicuro nel 2006 aveva di meglio da fare che mettersi di buzzo buono per migliorare ciò che pareva ormai in disuso e di certo si è sacrificato nell'accettare gli 850.000 euro che percepisce oggi (prima ne incassava di più). Lei ha ragione da vendere signor Moretti. Altrove avrebbe guadagnato molti milioni di dollari: ma cosa ne avrebbe fatto di tutti quei soldi? Nessun essere umano ha continuato a spendere in eterno. Lei serviva qui e ha fatto bene a restare anche se le hanno corrisposto solo il minimo sindacale. E' vero che anche altri si sarebbero mostrati capaci di risollevare un ente statale coi soldi del viaggiatore scontento, il biglietto negli ultimi sei anni è aumentato del 41% (ma ancora copre solo un quarto delle spese), e con le tasse pagate dal cittadino allo Stato (quindi lei è geniale e fa pagare il biglietto anche a chi non sale mai sul treno), ma avrebbe accettato di incassare solo 850.000 euro? Lei si è mostrato un vero italiano, e se devo essere sincero anche le onorificenze che le hanno assegnato (ricorda di essere cavaliere del lavoro e cavaliere dell'Ordine al merito della Repubblica italiana?) a parer mio andrebbero accompagnate da un minimo guadagno... altrimenti sono ben poca cosa. Come ben poca cosa sono tutti i ruoli in cui l'hanno voluta inserire: spero almeno che la rimborsino delle spese per la ventina di cariche eccellenti che ricopre fra presidenze e rappresentanze (come spero sia stato pagato quando era sindaco di Mompeo e non essendo mai presente governava al meglio la cittadina operando via telefono).
Io la capisco e sono al suo fianco perché so che lei non si ferma mai e che la sua giornata non conta 24 ore ma almeno il triplo (con tutto quello che deve fare anche il dormire e il mangiare diventa un optional!). Li lasci perdere: cosa vuole che ne sappiano quei buzzurri di internauti che vivono immersi in apatiche giornate lavorative di 8 ore (naturalmente parlo di chi un lavoro lo ha, non di quelli che non lo trovano o son pieni di debiti e non avendo modo di mantenersi si suicidano). Li lasci perdere, stacchi internet e faccia quanto ha detto il boy scout, aspetti di leggere la legge prima di lamentarsi e vedrà che si troverà d'accordo con chi l'ha scritta. Non si deve preoccupare, in Italia non tutti sono nella merda e chi sta in alto sa bene come aggirare l'ostacolo "popolo incazzato". Come si sa che quando il governo parla di tagliare gli stipendi della sua casta non fa mai sul serio. Scherza... e che cavolo, non si può mai scherzare? Lei ricorderà i consiglieri sardi che per referendum dovevano tagliarsi la paga e non la tagliarono. Ricorderà i deputati regionali siciliani che dovevano diminuirsi lo stipendio del 20% e invece del 30% se lo son visto aumentare. Fra l'altro in una regione già da anni fallita e in bancarotta. Quindi di che si preoccupa? Un modo per non tagliare e migliorare i propri incassi lo si trova sempre: non ricorda che ai dirigenti della regione Liguria spetta una indennità giornaliera per lo stress di avere a che fare con dipendenti a cui devono dire anche dei "no"?
Resti in Italia e stia tranquillo: qualcuno disposto a difenderla dagli internauti che non capiscono le sue giuste esigenze economiche lo troverà sempre. Che se ne vadano i disoccupati dall'Italia, non chi un buon lavoro già lo ha. In fondo se dieci milioni di disoccupati italiani trovassero lavoro all'estero la nostra economia non potrebbe far altro che volare veloce sui binari del benessere.
Scusi quest'ultima ironia, l'ho inserita per sdrammatizzare e tranquillizzarla. Stia sereno, i suoi soldi nessuno li toccherà e presto il caos mediatico finirà: in Italia la protesta popolare non dura mai più di due giorni e vedrà che lunedì tutti quelli che non frequentalo Aspen e Parlamento si saranno già scordati di lei.
2 commenti:
Che aggiungere?
Una forte stretta di mano!!
Pino
ma dopo il disastro ferroviario e la strage di Viareggio, uno dei piu' gravi della storia italiano,farci un pensierino sulle dimissioni sarebbe stato male? e invece eccolo li' a parlare di soldi......
Posta un commento