martedì 6 dicembre 2011

Melania Rea. Fra i tanti testimoni presenti al Pianoro non ve n' è uno che sia un "punto cardine" per l'Accusa... come mai?



Questo articolo l'avevo scritto il nove settembre, forse in anticipo coi tempi, ora capisco che c'è una certa confusione e chi parla crede davvero che la procura appia appurato la certa assenza del Parolisi da Colle San Marco. Prima di iniziare informo tutti che in quanto scriverò nulla risulta essere inventato e stravolto, che ogni orario, che ogni testimonianza, trova conferma nell'ordinanza del Gip Giovanni Cirillo. Per cui vi riporto all'attenzione le testimonianze e gli stravolgimenti, completi di capriole, che i Pm fanno più volte per far tornare quanto fatica a tornare, perché qualcosa davvero non torna al Pianoro, o, per meglio dire, qualcosa non torna nella ricostruzione testimoniale presentata dalla procura su chi al Colle il 18 aprile si trovava. Non intendo dire che il Parolisi e la moglie vi fossero, voglio dire che per provarne la mancata presenza la procura si è basata, e si basa, su fatti aleatori ed incerti, fatti che possono cambiare anche modificando un solo dettaglio o parte di una testimonianza. Lo strano è che quelle inserite per sommi capi dal Gip Calvaresi, nella prima ordinanza d'arresto, parevano perfette e senza sbavature mentre invece, se lette nelle loro parti salienti (le più rilevanti le ha inserite il Gip Cirillo), dimostrano una vetrosa fragilità. Vi avviso che non sarà affatto facile destreggiarsi fra orari e nomi, anche perché l'articolo è lungo, quindi armatevi di tanta concentrazione. Chiaramente iniziamo dai personaggi principali e dalle parole del Parolisi che afferma di essere arrivato alle altalene, assieme alla moglie ed alla figlia, sulle 14.40. A questo punto c'è da seguire il percorso da lui tracciato, vero o falso che sia, e pensare che poco prima delle 14.50 Melania l'abbia lasciato solo (orario indicato dai Pm). Ed allora seguiamola e vediamo se qualcuno può averla vista andare verso il monumento.

Gli unici che potevano incrociarla sono i testimoni passati proprio in quella strada, quindi il Ferraioli, l'imbianchino, il Bathijari, il muratore, ed il Giorgi, il padre di uno dei ragazzi presenti al campo di calcio. Il primo ha dichiarato di essere tornato al lavoro sulle 14.45, senza passare dal pianoro, e di aver subito iniziato a verniciare senza far caso a niente e a nessuno, ma ha anche detto di essere partito di casa alle 14.00 e di essere prima passato al "Brico", che apre alle 14.30, per degli acquisti (il negozio è a più di venti minuti dal Colle). Quindi c'è da credere che nei suoi ricordi ci sia qualcosa di sbagliato, per cui potrebbe essere arrivato molto più tardi. Però, visto che non è fra i testi chiave, teniamo buoni gli orari indicati dalla procura e consideriamolo in anticipo coi tempi senza dargli un peso specifico ma solo un valore numerale. Il secondo ha testimoniato di essere andato in auto, sulle 15.00, al ristorante Il Cacciatore, passando nella stessa strada che porta dal pianoro al monumento, per acquistare tre caffè, di non aver visto nessuno, né a piedi né in auto, e di aver fatto ritorno poco dopo all'abitazione in cui, assieme al padre ed allo zio, stava lavorando. E qui manca una cosa fondamentale, quella che avrebbe potuto darci un'ora esatta, lo scontrino fiscale. Di certo non si pretende che l'uomo lo abbia conservato, ma sui "rotoli di carta termica", inseriti obbligatoriamente nel registratore di cassa del ristorante, è per forza impresso l'orario in cui i tre caffè sono stati pagati.

Bastava verificarlo ed inserirlo nell'ordinanza per dare al muratore una qual certa veridicità. Non l'hanno fatto per cui anche la sua testimonianza per la procura ha solo una valenza numerale in quanto, basandosi su questa, Melania si potrebbe inserire fra gli spazi lasciati aperti. Se ad esempio fosse partita anche solo uno o due minuti prima delle 14.50, significherebbe che al monumento sarebbe arrivata non più tardi delle 14.53 (questo in base agli orari cronometrati dai carabinieri che hanno parlato di 6 minuti abbondanti per andare dalle altalene al ristorante, dato che il monumento è a circa 200 metri dal locale il conto è bello e fatto). E dalle 14.53 alle 15.00 ci sono sette minuti, minuti sufficienti per parlare con qualcuno, salire in un'auto o quant'altro sia potuto accadere (naturalmente sempre sia vero che era col marito al pianoro). Ora, prima di parlare del terzo testimone, Giorgi Serafino, torniamo al Parolisi che si dice essere rimasto alle altalene con la figlia. La procura per sconfessarlo chiama in ballo, fra gli altri, la signora Fioretti e sua suocera, Ursula Meckel, che, pur se affiancate e paragonate ai comuni testimoni, pur se quasi nascoste nell'ordinanza, in effetti sono testi chiave, il punto cardine di tutto l'incastro creato.

Infatti per la Fioretti e la Meckel il comportamento dei Pm è singolare perché, non basandosi sulle loro parole, asseriscono che le due sono arrivate a San Marco fra le 14.46 e le 14.50 ed inseriscono la frase: "ben prima rispetto ai tempi dichiarati dalle stesse" (le due donne hanno parlato delle 15.00/15.05). Ed a ben guardare l'anticipare di 15/20 minuti l'arrivo non è roba da poco. Ma addentriamoci nelle dichiarazioni della Fioretti e nelle supposizioni della procura, tanto per capire se è logico un tale anticipo. La Fioretti dice di essere partita da Pagliare del Tronto alle 14.30, assieme alla figlia di 4 anni, di essere andata a casa della suocera e dopo averla fatta salire di essere ripartita per arrivare alla superstrada "Ascoli mare", di averla imboccata all'entrata di Spinetoli e di esserne uscita a Porta Cartara per poi proseguire sulla strada normale fino a San Marco. A questo punto c'è da chiedere ai Pm per quale motivo, se dichiara di essere partita sulle 14.30, credere giusto le 14.46 come orario di arrivo dato che nelle carte i carabinieri specificano bene che quel viaggio porta via 30 minuti. E scrivendo 30 minuti non considerano che la donna guidava una Ford Ka vecchio tipo, che aveva a bordo la suocera e la figlia piccola e che è anche fin troppo facile il dover supporre, in tale situazione, una guida prudente. Fra l'altro la Meckel, anche lei ricordandosi l'orario di partenza che ha dichiarato essere avvenuto fra le 14.30/14.40 (e concorda con quanto detto dalla nuora dato che è salita successivamente), ha fornito una testimonianza particolareggiata sul momento del loro arrivo. 

Ha detto di aver visto un'auto col cofano aperto davanti al chiosco, dei ragazzi che giocavano a pallone sul prato, un uomo dentro il chiosco (qualificabile nel Ranelli) ed uno anziano all'esterno. A questo punto c'è da chiedersi il motivo per cui i Pm vogliano a tutti i costi siano arrivate alle 14.46 quando l'Ascenzi, l'amico del Ranelli rimasto inizialmente con lui fin quasi le 15.10, sta benissimo nell'azione descritta dalla testimone anche alle 15.03. Ed a conferma vi è la registrazione della videocamera che in quell'orario lo posiziona per tre minuti all'esterno (fra l'altro l'unico momento in cui i due si sono separati). Ma all'esterno, con Ranelli all'interno, si posiziona anche il Poli, l'amico arrivato alle 15.18 a cui, verso le 15.23, il Ranelli ha fatto un caffè. E lui è rimasto per 5 minuti al di fuori del chiosco. Per cui, se in tribunale si vuol sostenere una tesi credibile, cercare di anticipare i tempi pare alquanto rischioso visto che occorre anche considerare l'Angelini, lo stesso ragazzo che ha scattato le foto poi inserite agli Atti, che ha affermato di aver visto arrivare due donne e una bimba sulle 15.00. Insomma c'è da capire il motivo per cui alla procura serve l'anticipare il loro arrivo quando l'orario, in base alle testimonianze ed al cronometro, pare essere appurato e, casomai dovesse subire modifiche, dovrebbe essere portato avanti e non indietro.

Ma la domanda trova una facile risposta al momento in cui si leggono le dichiarazioni del Giorgi Serafino, il terzo testimone lasciato precedentemente in sospeso. Nelle considerazioni della procura lui è un teste chiave perché, scrivono, è passato per la stessa via in cui doveva essere Melania Rea, per ben due volte, proprio quando la donna, secondo le parole del Parolisi, la stava percorrendo. Dato che il muratore e l'imbianchino non ci stanno coi tempi si vuol far credere che comunque c'è chi ci sta dentro e che Melania di lì non è mai passata perché lui in tal caso l'avrebbe di certo vista. E ciò è possibile solo se la Fioretti e la Meckel sono arrivate alle 14.46, questo perché le due donne sono inserite sia nella scena proposta dal Giorgi padre sia in quella proposta dal Giorgi figlio. Cosa dichiara il figlio? Dichiara che poco prima delle 15.00 ha ricevuto una telefonata dal padre che non riusciva ad inquadrarlo sui prati, che a ridosso del prato vicino al chiosco c'erano due coppie di vecchietti ed una signora con una bimba, che proprio nel frangente della telefonata la palla con cui i suoi amici giocavano andava a finire vicino a queste due. Quindi in quegli attimi la presenza della Fioretti, della figlia e della Meckel, è certa ed addirittura è posizionabile non già al momento del loro arrivo ma alla successiva fase di sistemazione, dopo aver occupato un tavolo e disteso il plaid. Quindi, in realtà, a che ora è arrivato il Giorgi senior? Se non consideriamo le coppie di vecchietti, arrivate successivamente e che il figlio potrebbe aver visto anche dopo e non essere abbinate a questo ricordo, come invece lo è la palla che rotola fino alla bimba, e concordiamo con la procura che vuole essere il signor Ascenzi la persona anziana vista all'esterno, e non il signor Poli, l'orario si sposterebbe comunque in avanti ed il tutto andrebbe aggiornato fin verso le 15.10. Se considerassimo il Poli arriveremmo alle 15.20/15.25.

Motivo per cui c'è da chiedersi se il Giorgi sia davvero passato dalle 14.50 alle 14.55 sulla via che il Parolisi dice aver percorso la moglie. Vediamo cosa dichiara l'uomo. Afferma di essere arrivato al pianoro sulle 14.30, di aver sbagliato strada andando verso il Sacrario, di essere tornato su quella principale, di aver nuovamente sbagliato strada andando verso San Giacomo e di aver notato sulla sua sinistra dei ragazzi che giocavano a pallone, di aver fatto alcune manovre e cambiato nuovamente strada, visto che si trovava in una via a senso unico e non poteva tornare indietro, di essere infine tornato su quella giusta e, dopo aver superato il ristorante, di aver imboccato la strada della colonia di un istituto religioso (la via che dal parco porta al monumento), di essere arrivato in fondo lasciandosi il chiosco sulla sinistra, chiosco che dichiara aver visto chiuso, parcheggiando oltre, nella strada che porta ai campi da tennis, e da lì di aver telefonato al figlio, che non aveva riconosciuto fra gli altri ragazzi, di essere rimasto al cellulare per due minuti e di essere subito ripartito per Ascoli riprendendo la medesima strada (quella di Melania) notando una donna ed una bambina che dal chiosco andavano verso il prato. Come si evince chiaramente la confusione è padrona assoluta della testimonianza dato che il chiosco chiuso farebbe supporre ad un orario antecedente le 14.44 (orario apertura); visto che ciò è impossibile, per via delle donne e della bambina già presenti, il fatto che non abbia notato l'Ascenzi all'esterno (arrivato alle 14.45 ed andatosene alle 15.10), o comunque il Ranelli e l'Ascenzi insieme, o anche solo le auto dei due (una col cofano posteriore aperto) posizionate davanti al chiosco, fa supporre sia arrivato dopo, quando la Citroen C3 dell'Ascenzi già era partita ed il Ranelli si trovava, e c'è restato una decina di minuti (fino alle 15.23), all'interno a montare i poggia-mensole. Per cui i tempi superano abbondantemente quelli che vorrebbe la procura in quanto dalle testimonianze, sia del figlio che dell'Angelini, ma anche da quella del Ranelli e dell'Ascenzi, che non lo vedono, si evince chiaramente che la scena prospettata dal Giorgi non ricalca una realtà verificatasi sulle 14.50.

Mi sa che anche lui finirà nel novero dei tanti testimoni da scartare quali, ad esempio, i ragazzi giunti in scooter nel primo pomeriggio (a cui la procura da una grande importanza) che hanno parcheggiato non accanto  all'apertura che porta al parco degli scivoli, come dettoci varie volte, ma in fondo a ridosso del chiosco di Ranelli (scooter notati in quel punto da chi potava gli alberi e dal Ranelli stesso). Ragazzi che hanno dichiarato di essere arrivati sulle 14.35/14.40, quindi il Parolisi in quel momento probabilmente non si trovava al Pianoro, e che non sono stati concordi sull'orario in cui sono ripartiti lasciando aperta una forbice di quindici/venti minuti (alcuni hanno detto le 15.15 altri le 15.30 ed oltre). Anche da scartare sono il Poli, giunto dopo le 15.18 e rimasto sempre al chiosco a parlare col Ranelli, il Vellei ed il Maoloni (i giardinieri) in quanto mentre tornavano col camioncino, dopo aver gettato la "potatura" (la videocamera li posiziona alle 14.46), hanno affermato di aver guardato i ragazzi al campo di calcio e gli scooter sopracitati posizionati vicino al chiosco (e gli scooter in prossimità del chiosco annullano la possibilità potessero essere ripresi dalla foto dell'Angelini, quindi non fila neppure il ragionamento che li vuole partiti prima delle 15.13) e quindi, non essendo uccelli, se hanno osservato quanto accadeva alla loro destra non potevano vedere chi stava in fondo al parco alla loro sinistra (sempre ci fosse qualcuno). Altri testi, quali la Sirocchi e la Sturba, assieme a loro tre amici, non sono utili all'Accusa perché arrivati dopo le 15.15 ed andati dalla parte opposta alle altalene. Inoltre le due ragazze hanno atteso una decina di minuti prima di incamminarsi verso il ristorante Il Cacciatore per acquistare un gelato (passando in quel momento a piedi dal parco degli scivoli), ed è alla loro uscita dal locale che hanno incontrato il Parolisi con la bimba in braccio che stava per entrare.

Come poco possono trovar credito i ragazzi intenti a giocare a calcio perché su un terreno con dislivello basso rispetto alla strada ed al parco, perché non hanno ricordi, se non sporadici ed imprecisi, neppure di quelli a loro più vicini stesi sul prato o seduti sulle panchine. Perché parlano di un gelato mangiato a cavallo delle 14.00 ed affermano, in modo variegato e diverso, che la bimba e la madre sedute su un plaid, nonché la nonna seduta su una panchina, erano presenti al pianoro già alle 14.20, salvo poi, di bocca in bocca, spostare in avanti l'orario e portarlo alle 15.00, testimonianza Angelini e Giorgi. Insomma un caos discordante che non può ottenere credibilità se sommato all'orario di partenza fornito dalla Fioretti e dalla Meckel, le uniche persone che possono aiutare la procura ma solo se arrivate almeno dieci/quindici minuti prima delle 15.00. In caso contrario, se arrivate dieci minuti dopo le 15.00, le due donne saranno destinate ad aiutare la Difesa nel confutare le parole dei componenti della famiglia Barbizzi, gli unici ad aver attraversato il parco, passando fra gli scivoli, nell'orario in cui il Parolisi, sempre sia vero, asserisce di esserci stato (il loro passaggio è stimato dai Pm sulle 15.00). Ed ecco l'altro motivo per cui la procura cerca di anticipare l'arrivo delle due donne andando contro e modificando le loro testimonianze. Il primo inteso a dimostrare che Melania Rea non fosse mai passata per la strada che porta al monumento, il secondo a dimostrare che chi è passato dove il Parolisi in quell'orario vi si doveva trovare non lo ha visto perché non c'era. Ma gli orari della famiglia Barbizzi sono verificabili solo basandosi su altri testimoni e sulla presenza della Fioretti, di sua figlia e della Meckel, proprio perché al loro arrivo al pianoro la donna con la suocera e la bimba erano già presenti. Ed allora verifichiamo se i tempi dichiarati dai Barbizzi sono compatibili con quelli ipotizzati dai Pm.

Se davvero l'ora del loro arrivo al residence di fronte al ristorante fosse le 14.45, se davvero dopo dieci minuti fossero partiti a piedi (lui, la moglie, il nipote tredicenne ed un suo amico), sarebbero arrivati alle altalene attorno alle 15.00, come scritto a verbale, ed al prato vicino al chiosco subito dopo. Questa però può essere la ricostruzione temporale giusta solo se la Meckel è arrivata almeno dieci minuti prima delle 15.00 perché la moglie del Barbizzi testimonia che al suo arrivo la vede, quindi è già presente, e la Meckel testimonia che durante la permanenza al Pianoro vede arrivare e sedersi sulla panchina del tavolo, da lei già precedentemente occupato, praticamente accanto a lei, una coppia di anziani. Ma questa è solo la premessa perché poi entrano in ballo la Sirocchi e la Sturba. Infatti al suo arrivo, o comunque subito dopo, la moglie del Barbizzi vede, oltre la bimba la Fioretti e la Meckel, oltre al gruppetto di giovani che gioca a calcio, gli amici della Sirocchi tirare sassi alle bottiglie di birra, e le bottiglie le hanno portate le ragazze alle 15.47, non da escludere ne avessero altre, inoltre vede i ragazzi salire su un'auto di colore nero, quella della Sirocchi, e partire, dice, dopo diversi minuti dal suo arrivo (è provato se ne siano andati sulle 16.10). E che dica "diversi minuti", anziché dire da più di un'ora (perché oltre un'ora sarebbe passata se fosse davvero arrivata alle 15.00), è molto significativo e non dovrebbe dar adito ad equivoci.

Insomma, dato che la videocamera non inquadra nessuno, se non il Ranelli e l'amico, fino alle 15.10, dato che da indicazioni esatte solo dopo le 15.47, quando iniziano ad arrivare più persone, dato che le testimonianze accertate e verificabili sono successive a questo orario, dato che chi è arrivato prima di questo, vuoi i ragazzi o vuoi il Ranelli, fra le 14.40 e le 15.25 era intento in altre occupazioni, dato che questo la procura lo ha capito in quanto per affrancare alcune testimonianze ha anticipato di sua iniziativa alcuni orari (spostandone altri, videocamera, da diversi tecnici e carabinieri controllati inizialmente e, a verbale, ritenuti giusti), dato che i cellulari presenti hanno varie volte sbagliato i tempi a causa dell'orario sfasato sul display o di disservizi (per questo non sono stati inseriti a conferma delle testimonianze?), c'è da chiedersi quale immane fatica dovranno fare i Pm quando in tribunale vorranno far passare la loro tesi. Perché, a prescindere dal fatto che il Parolisi fosse o meno a San Marco, a prescindere dal fatto provabile o meno che il Parolisi sia l'assassino di sua moglie, se si mettono in ordine logico le testimonianze si nota che chi poteva davvero vedere il militare e la moglie, secondo la sequenza degli inquirenti, in realtà non era in zona in quegli orari. Per lo più si notano bene gli orari subire strane modifiche.

E non è bello, perché poi c'è sempre chi si chiede: "Queste stranezze sono casi eccezionali o sono la regola?"



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47 commenti:

Anonimo ha detto...

Sarebbe una gentilezza chiamarle stranezze, Massimo.
Un ottimo lavoro, però questo non è solo un post, queste sono analisi logico-razionali, la matematica non è un'opinione, questo è un documento importantissimo da mandare subito al duo B&G.

Tabula

Anonimo ha detto...

Lavoro preciso, dettagliato ed inoppugnabile MASSIMO. Una stretta di mano.
PINO

Mimosa ha detto...

Hai fatto benissimo Massimo a riproporre questa cronologia!
Me ne ricordavo bene, è stato un gran lavorone amalgamare tutta la cronologia, ti rinnovo i complimenti.

Mimosa

Anonimo ha detto...

Ottimo lavoro, Massimo!!!!
Hai fatto bene a riproporre il tema delle testimonianze, che a mio avviso, sono l'emblema di come sono state fatte le indagini.

Stella

Anonimo ha detto...

Come poter contattare i legali Biscotti e Gentile? Perchè non dargli una mano? Ma ci rendiamo conto che quasi verosimilmente si sta tenendo in galera un bugiardo, e non un omicida.
MAX!!!

Anonimo ha detto...

Massimo
hai fatto benissimo a riproporre questo articolo, io lo ricordavo molto bene, avendolo riletto diverse volte, quando qualcuno voleva dimostrare a tutti i costi l'impossibilità della presenza di Parolisi e di sua moglie a CSM. Poiché però "repetita iuvant", questo articolo servirà a chi non l'aveva mai letto o eventualmente l'aveva dimenticato: testimonianza importantissima.
Ciao Tiziana

Sira Fonzi ha detto...

Ciao Massimo,

più leggo i tuoi articoli su questo caso, e più mi chiedo se i difensori avrebbero potuto lavorare diversamente.
Mi chiedo se manca la capacità o la volontà di far emergere macroscopici errori di valutazione ed interpretazione che caratterizzano l'intera vicenda.

Ad esempio cosa è stato fatto da parte loro per sollecitare la coppia di anziani che il Parolisi dice di aver visto sul Pianoro?
Rintracciare quelle persone sarebbe stato fondamentale per dimostrare la sua presenza sul posto.
Anziché sfruttare le ospitate nelle varie trasmissioni televisive, sostenendo cose trite e ritrite, anziché usare la stampa in modo inconcludente, rilasciando interviste che non apportano nulla alla causa, perché non fare continui appelli rivolti a queste persone, affinché si facciano avanti se erano presenti uel giorno e a quell'ora al Pianoro, se stavano percorrendo quel tratto di strada, se ricordano qualcosa di quel giorno.

Ed ancora perché non sfruttare tutte le occasioni a disposizione o, perché no, non ne creano delle nuove, per inculcare nella mente del lettore, che nonostante si voglia chiudere prossimamente le indagini, non si hanno ancora i risultati definitivi di tutti i reperti all'attenzione dei Ris?
Non è cosa da poco, si tratta di trasmettere un messaggio basilare, contrapporre agli indizi, ai pregiudizi, i fatti concreti, reali, come appunto i risultati delle analisi.

Non so, magari stano facendo un buon lavoro, ma io credo che abbiano insistito poco con queste cose fondamentali, per contrastare la diffusione di notizie date per certe, di indizi che non divergono come dovrebbero su un unico punto.
Mah!!

Ciao Sira

ps
Ma non sarà troppo far vedere la piccola Vittoria una volta al mese al padre?
Non sia mai dovesse farla felice, c'è da stare attenti....


Buonanotte
Sira

Anonimo ha detto...

LucaP
ricordi che avevo ripulito il computer a puntino? Da circa 3-4 giorni pero' ho notato che qualcosa non andava, di nuovo. Oggi ho acquistato la versione Pro di ASC (uno dei software che ti avevo consigliato) e... TA-DA: mi ha trovato un data miner IE cookie che ne' McAfee, ne' Malwarebytes, ne' IObit free version avevano trovato. Dato che questo non e' l'unica "machine" che uso e che questo IP e' dedicato a pochissime ricerche, posso affermare con certezza di essermi presa un altro malware (o meglio uno spyware) cercando il video di QG del 14/10, quello con l'intervista a SV e il video CON AUDIO di Parolisi alle altalene il 3/4. Il che fa pensare tanto tanto tanto.

Annika

Anonimo ha detto...

secondo te qualcuno avrebbe seminato di spyware alcuni video significativi al fine di installarsi nei pc di chi volesse verificare qualcosa ad uso della difesa, al fine di controllare chi sia cosa faccia e perchè?

Tabula

Mimosa ha detto...

Allora devo essermi presa un virus anch'io perchè (come vi avevo segnalato) dopo il video delle altalene non riuscivo a uscire, mi si era bloccato tutto, e ho dovuto spegnere manualmente.
Per alcuni giorni dopo ho avuto difficoltà ad aprire la casella di posta con l'IP che uso solo per commentare in rete.

Mimosa

LucaP ha detto...

@ Annika

Come ti avevo detto avevo fatto girare McAfee senza trovare nulla.

Poi ho provato con Malwarebytes che mi ha rilevato un trojan e due modifiche al registro di sistema ma che non credo siano connesse con i video Silverlight di QG e RAI in quanto ancora adesso non riesco a vedere nulla se non i video su Youtube e Vanity Fair che però sfruttano altre piattaforme. Non ho sinceramente provato con IObit ma domani tento.

Mi pui dire il nome del data miner che hai trovato? Così provo ad informarmi su altri strumenti di rimozione e su quali siano gli effetti.

Comunque concordo pienamente con te. I problemi di visualizzazione dei video Silverlight sono cominciati da quando ho fatto i tuoi stessi tentativi. Spero che qualsiasi cosa sia entrata nel mio PC si limiti comunque a questo.

Ciao.

P.S. Come sta andando la tua ipotesi che non ti sentivi ancora di condividere?

LucaP ha detto...

Massimo

Sei stato tu a ritrovare il primo messaggio nella spam e a cancellare gli altri?

Certe volte non capisco proprio le regole di Google.

Ciao

Unknown ha detto...

Ho fatto male? Sono tornato e ti ho trovato innumerevoli volte in spam... Ciao

LucaP ha detto...

Assolutamente no. Grazie.

Ma tu hai ben chiare le regole anti-spam di Google?

Ciao

Unknown ha detto...

Credo che parole riferite alla concorrenza non facciano piacere ai sistemi google. Ciao, Massimo

Anonimo ha detto...

LucaP
se mai proverai anche tu IObit Pro scoprirai che non ti fornisce l'informazione completa del malware; lo isola giusto il tempo di finire l'intero scan e poi lo elimina. Quello che ho fatto in tempo a leggere era: cookie /IE/ dataminer (uno spyware, tanto che potrebbe ottenere anche info bancarie, oltre che sull'identita'!). Il resto era un algoritmo lunghissimo, tagliato dai puntini di sospensione per farlo entrare nel piccolo spazio ad esso riservato. Il tutto e' cominciato qualche giorno fa con una serie di file extension che normalmente il mio PC aprirebbe come una porta oliata di fresco e che all'improvviso sono diventati inspiegabilmente inaccessibili = registry corrotto! E poi e' successa una cosa che non vi racconto per non spaventarti/vi (o per non sembrare una pazza) ma che non sarebbe mai dovuta succedere. Ho spento tutto e ho deciso di sborsare un paio di euro e far fare le pulizie ad un software come si deve.

Per quanto riguarda i video, anche a me sono diventati inaccessibili, almeno da questa postazione. Infine, per quanto riguarda l'ipotesi su cui stavo lavorando... forse non te ne sei accorto ma me l'hai smontata sul nascere proprio tu, Luca, e ho desistito anch'io :(

Mimosa, Tabula, Enrico (se non sbaglio anche tu parlavi di problemi nei giorni scorsi): fate uno scan completo.

A me questa storia puzza... Ma cosa puo' mai aver detto SV in quell'intervista? O forse si tratta di altro, un commento di un opinionista, un ospite in studio, qualcuno nel pubblico o un commento al video. Voi ricordate niente che vi abbia colpito? E' strano, io ricordo solo che, da come aveva parlato S, il bambino che Salvatore spingeva era suo figlio, e ricordo anche di aver pensato: ma cosa dice mai questa, Salvatore che spinge un bambino non suo? Sara' colpa del mio italiano sconquassato?

Annika

Anonimo ha detto...

Ho letto la sentenza sull'affidamento di Vittoria, e mi sembra fatta molto bene, in modo ineccepibile. La patria potestà per il momento non viene messa in discussione, sarà vagliata il 27 aprile, dopo che l'esito processuale di Parolisi sarà più chiaro, e solo lui parteciperà all'udienza; intanto l'abitazione di Vittoria rimane quella dei Rea, in cui già si trova, la zia Francesca potrà vedere Vittoria dalle 12 alle 19 tre volte alla settimana (non so quanto disti Fratta maggiore da Somma Vesuviana, ma sarà un bell'impegno per la zia, che ha anche dei figli) e a fine settimana alterni dalle 12 del sabato alle 19 della domenica. Parolisi potrà vedere la figlia ogni tre settimane.
Tiziana

Anonimo ha detto...

Tiziana
a me sembra che, senza dirlo apertamente, il tribunale dei minori abbia optato per una specie di affido congiunto mascherato. Primo punto a favore di Parolisi (era ora).

Annika

LucaP ha detto...

Annika e Tiziana

Concordo pienamente con voi. Quella sentenza, come avevo detto ieri, da perlomeno la speranza che la giustizia non sia sempre e solo quella vista ad Ascoli e Teramo e all'Aquila.

Per caso voi avete mai letto che sia stato sequestrato in una qualche fase della vicenda il cellulare di Parolisi?

Ciao

Anonimo ha detto...

Io no.

Annika

Anonimo ha detto...

Annika
senza nessun mascheramento. Nella sentenza si dice esplicitamente che la bambina deve mantenere rapporti significativi con entrambe le famiglie. Presso i Rea, di fatto, ha semplicemente mantenuto la "residenza", abitando già da subito con i nonni materni.
Tiziana

Anonimo ha detto...

Un verdetto Salomonico, devo dire, e quasi quasi mi complimenterei con i giudici.
Effettivamente pare davvero quasi un affido congiunto, i Rea dovranno cedere alla zia Franca la bambina ben tre pomeriggi a settimana, non è poco: ai Rea rimangono due pomeriggi infrasettimanali e un weekend sì ed uno no.
La bambina dormirà quasi sempre a casa loro e quella sarà la SUA casa, manterrà le nuove abitudini acquisite con i Rea e forse è stato giusto non sradicarla, ma si godrà spesso la compagnia dei cuginetti crescendo praticamente con loro, e soprattutto la famiglia Parolisi non dovrà mendicare le visite: se non sbaglio Franca parlò di tempi sempre più ristretti nelle concessioni delle visite alla bambina da parte dei Rea.
Ma cosa più importante, potrà vedere suo padre.
Allora, mi viene da pensare che la Giustizia da qualche parte e in qualche modo esista, e valga ancora la pena combattere per essa.

Ha fatto bene Franca a chiedere l'affidamento, altrimenti non credo avrebbe ottenuto così tanto: altresì, l'affidarle direttamente la bambina levandola ai Rea avrebbe suscitato un clamore senza confini nonchè una vera battaglia legale e mediatica non priva di colpi bassi.
Invece i Giudici ne sono usciti elegantemente: sono ammiratissima, tanto di cappello.
:-)
Tabula

Anonimo ha detto...

Sì Tabula
mi sembra che i Giudici abbiano operato la scelta migliore per la bambina.
Tiziana

Anonimo ha detto...

Anche secondo me i giudici hanno fatto la scelta migliore; tra l'altro hanno fatto contenti e co...... i lanciatori di pietre concedendo l'affido ai nonni. Il fatto che i giudici abbiano stabilito che la piccola passi tre giorni a settimana ed un week-end ogni quindici giorni con la zia Franca, i cuginetti ed i nonni paterni è una vittoria non indifferente; oserei dire oltre ogni aspettativa. Anche se la vittoria più grande è che la piccola possa finalmente riabbracciare il padre e che tale sentenza abbia messo fine alla barbaria che si è protratta sino ad ora.

Stella

Manlio Tummolo ha detto...

Cara Annika,
non entro nel merito delle vicende, per carità, o dei virus informatici (qualcuno sta evidentemente sabotando). Ho solo un rimprovero da farLe: perché dice che il Suo italiano è scorretto o scassato ? A me sembra che Lei scriva benissimo e, a parte la divergenza sull'uso del Lei e del tu (confidenziale in italiano), nulla abbiamo, noi Italiani, da osservarLe come fatto linguistico. Magari sapessi io la Sua lingua (slava ?), come Lei sa la nostra. Stia bene.

Anonimo ha detto...

Scusatemi se insisto, ma il risultato della sentenza è ancora più significativo, non viene detto che Vittoria viene AFFIDATA ai nonni, ma semplicemente si
"DISPONE
che, provvisoriamente, la minore Parolisi continui a vivere presso i nonni materni, Rea Gennaro e Garofano Vittoria, residenti a Somma Vesuviana in via Pomintella n.55
DISPONE
che, provvisoriamente, Parolisi Francesca..."
In realtà non c'era bisogno di un affido, vivendo la minore con parenti entro il quarto grado.
Il Giudice Tutelare presso il tribunale di Nola dovrà poi nominare un tutore.
Tiziana

Mimosa ha detto...

Anch'io trovo che i giudici minorili siano stati perfetti (credo caso molto raro, c'è un articolo di Massimo sugli affidi che vi consiglio di leggere).
Concordo in pieno con Tabula, che è tutto merito della richiesta avanzata da Franca!

Naturalmente l'avvocato loro ha mostrato "tutta la nostra soddisfazione, i giudici hanno accolto la nostra richiesta" ... te pareva ...

Mimosa

Anonimo ha detto...

Massimo, stavo postando sull'articolo di Mimosa poi improvvisamente i miei commenti risultano inviati ma non risultano invece pubblicati. Sai qualcosa?
Marilia

Unknown ha detto...

Non mi risultano commenti inviati Marilia, neppure in spam. Rimandali e scusa google. Ciao, Massimo

Anonimo ha detto...

Anche a me la sentenza è parsa molto equilibrata e soprattutto orientata veramente alla tutela della piccola.
Però, a raffreddare i miei entusiasmi e rovinarmi la serata, le dichiarazioni riportate sulle cronache locali (Messaggero):

"Primo passo verso l'affidamento definitivo"
"C'è da chiedersi se SP farà in tempo a riabbracciare la sua bambina prima dell'udienza fissata per il 27 aprile"
"Il tribunale potrà intervenire in qualsiasi momento per la revoca della patria potestà, nel caso in cui Parolisi dovesse essere rinviato a giudizio"
"Il Procuratore capo di Teramo..ha fatto sapere che per Natale l'indagine sarà chiusa con la richiesta di rinvio a giudizio dell'ex istruttore.."

Chiosa finale di Michele Rea
"Rispettiamo la decisione del Tribunale..che ha disposto anche che Vittoria può vedere il padre.
Non sappiamo questo come avverrà, vogliamo sperare che i servizi sociali minorili dell'Aquila creino le condizioni perchè non avvenga in modo traumatico da condizionare poi la vita della bambina"

Pamba

Anonimo ha detto...

Pamba
i soliti giornalisti!
Nella sentenza, l'udienza per discutere nuovamente della Patria potestà è fissata per il 27/4 alle 9.30, quando ci saranno elementi maggiori sul caso. Non è assolutamente prevista una revoca della potestà in caso di semplice "rinvio a giudizio".
Michele Rea poi, continua a seminare zizzania. Perché mai l'incontro tra Salvatore e Vittoria dovrebbe avvenire in maniera traumatica. Una bambina di due anni non sa cosa significhi un carcere, sarà incuriosita dall'ambiente nuovo, sarà contenta di vedere il papà, il resto dipenderà da ciò che le sarà raccontato. Contano poco da questo punto di vista i servizi sociali, molto più importante sarà ciò che le diranno nonni, zii e soprattutto il papà. Per altro è stata presa in considerazione anche la possibilità che veda il papà fuori dal carcere, in condizioni opportune.
Tiziana

Manlio Tummolo ha detto...

La bambina comunque si chiederà come mai il babbo non esca insieme a lei, per quanto piccola sia. Dovranno forse raccontarle che è lì per lavoro, come quando stava in caserma. Tralascio il caso possibile di scene poco edificanti che possano avvenire in un carcere, che non è proprio un luogo tra i migliori e i più allegri.

Anonimo ha detto...

Due zii paterni sono guardie penitenziarie, non dovrebbe essere difficile raccontare che anche il papà lavora in carcere.
Le visite avverranno sicuramente in maniera protetta, proprio per evitare che la bambina veda scene poco edificanti. Abbiamo già scritto altre volte che anche i figli della Franzoni vanno a visitare la mamma in carcere, i servizi sociali sanno come gestire queste situazioni.
Tiziana

Paola ha detto...

Con il caso Franzoni non e' possibile fare un parallelo : I bambini Lorenzi vanno a trovare la madre in carcere e tornano a casa con il padre. Quindi c'e' continuita' con almeno un genitore. VP ha perso la madre e sono 6 mesi che non vede il padre. Condivido con il Prof. Tummolo e mi auguro che il doverlo lasciare in carcere e non poter tornare a casa con lui non costituisca un ulteriore trauma. I bambini non hanno i percorsi mentali di noi adulti e spiegare ad una bambina di 2 anni, privata traumaticamente della figura genitoriale che per 18 mesi si era occupata in maniera quasi esclusiva di lei, che anche il papa' non potra' esaudire il desiderio di rimanere con lei, o lei di restare con lui, non sara' cosa semplicissima.

Anonimo ha detto...

E' stato più grave, secondo me, averla privata in questi 5 mesi della figura paterna. Di distacchi, purtroppo, Vittoria ne ha già dovuti subire. Anche dai nonni dovrà allontanarsi 3 volte alla settimana, anche dalla zia, per ritornare dai nonni. Per questo dicevo che più che i servizi sociali, sarà importante il modo in cui nonni, zii e papà sapranno gestire la situazione con la quale Vittoria, volente o nolente, dovrà imparare a convivere. Purtroppo non si può tornare indietro, purtroppo nessuno le ridarà la mamma. Per fortuna almeno il padre, seppur a piccole dosi, per ora non le sarà negato.
Tiziana

Paola ha detto...

" Vittoria volente o nolente?" Spero proprio volente e che gli adulti evitino almeno la rigidita' dei " 3 gg a me 3gg a te " ed altre ripicche piccole piccole che sortirebbero solo l'effetto di innervosire la bambina. Anch' io trovo grave non averla portata dal padre prima pero' di questo non ritengo responsabili i Rea che non avevano ne' il ruolo di affidatari ne' di tutori : i servizi sociali dove sono stati in questi 5 mesi ??
Perche' non hanno garantito la continuita' genitoriale a questa povera bambina?
Questa si' che e' una grossa inadempienza ....

Anonimo ha detto...

Probabilmente i Rea non sapevano come gestire la situazione e non sono stati aiutati, in questo, neppure dal loro avvocato. Nella sentenza c'è chiaramente scritto che se, ad occuparsi del minore, solo i parenti entro il quarto grado, non è necessaria alcuna comunicazione all'autorità, del fatto che ci si sta occupando del minore, cosa che invece deve avvenire in mancanza di parentela. Il padre aveva lasciato la bambina con i nonni materni, che pertanto non avevano bisogno di richiedere alcun affidamento.
Siccome però il caso ha avuto ampia risonanza, i servizi sociali avrebbero comunque dovuto attivarsi: conoscevano la situazione.
Spero anch'io che le due famiglie non stiano ora con il cronometro in mano, a verificare i rispettivi tempi. Spero inoltre che Francesca Parolisi sia aiutata nel suo compito: dovrà andare sempre lei a prendere e riportare la bambina, o i Rea le daranno una mano? La distanza Frattamaggiore-Sommma Vesuviana porta via circa 35 minuti, fare il tragitto 12 volte alla settimana (4X3) le porterebbe via 7 ore alla settimana. Anche lei ha una famiglia, non so se riuscirà a gestire facilmente la cosa.
Tiziana

Sira Fonzi ha detto...

Ciao a tutti,
io non credo sia giusto che nonostante sia stata rigettata la richiesta di revoca, venga concesso al Parolisi un solo incontro al mese con la bimba ( considerando che sono possibili 6 incontri al mese e che quelli che avvengono tra detenuto e minore sono oggetto di un iniziativa
sensibile al problema)

Da un giornale locale:

-“un’ora d’aria a colori”.
E’ di fondamentale importanza per le persone detenute il rafforzamento del ruolo genitoriale ma come vivono i loro bambini l’esperienza della visita in carcere al genitore? L’Ordinamento penitenziario prevede che i detenuti possano generalmente usufruire di 6 colloqui mensili, della durata di un’ora, con i familiari e che tali colloqui si svolgano in locali privi di mezzi divisori. Ma si tratta, comunque, di ambienti certo non a misura di bambino. Da qui, con l’obiettivo di ridurre il disagio a questi bambini e permettere loro di vivere in maniera meno traumatica l’esperienza della visita al genitore in carcere, nasce il progetto “Un’ora d’aria a colori” che vede insieme il Comune, il mondo della scuola e la Casa Circondariale. Nella Casa Circondariale sarà allestito uno spazio apposito in cui i figli minori e i genitori potranno incontrarsi in un contesto più confortevole.
“Con questo progetto – ha commentato l’assessore Gianni Silvestri – si cercherà di favorire, per quanto possibile, un clima più sereno ed accogliente, allestendo uno spazio in cui i figli minori e i genitori detenuti potranno colloquiare, facilitando così l’instaurarsi di relazioni positive tra il minore, i genitori, l’agente preposto ai controlli (quale rappresentante delle Istituzioni) e volontari eventualmente coinvolti”.


Ciao Sira

Sira Fonzi ha detto...

PINO

Carissimo Pino, sei uno degli utenti ai quali sono più affezionata, e mancano anche a me i giri di giostra, ma sono diventati troppo veloci e non riesco a stargli dietro.
Le ricostruzioni minuziose che fate sul caso Rea sono molto interessanti, ma se non vengono seguite costantemente non si può essere aggiornati al punto da poter apportare il proprio contributo.
Inoltre il tempo che ho a disposizione per ragioni di salute di mia mamma è minore e quindi mi riesce più facile commentare un argomento che partecipare ad una ricostruzione.
Ci sono sempre Pino carissimo, anche se tu non mi vedi, ma sappi che io vedo sempre te.
Un abbraccio Sira

Anonimo ha detto...

@Sira, Tiziana

Mi associo anch'io alla speranza di un'attenzione particolare ai diritti della bambina.
In questa storia di sofferenza da parte di tutti, per lei ora è necessario un intervento equilibrato di tutti, parenti di entrambe le famiglie ed anche istituzioni.

Forse il possibile trasferimento del papà al carcere militare di S.Maria Capua Vetere, di cui mi sembra abbia parlato Mimosa, potrebbe un po' aiutare, almeno nella "logistica".

Pamba

Manlio Tummolo ha detto...

Riguardo alle visite in carcere per indagati, è abbastanza difficile ottenerle (più che per i condannati in via definitiva), e non solo per i bambini. Sulla base di un principio di ovvia diffidenza, lo Stato non consente queste visite tanto facilmente. Nel caso di bambini o minorenni poi, entra in gioco anche la tutela della loro psiche, per cui occorre attendere i tempi burocratici delle decisioni giurisprudenziali. Pare evidente che non sia la stessa cosa andare a trovare il papà militare in caserma e andarlo a trovare in carcere. Quindi, non stiamo a rimproverare sempre i Rea, come se fossero responsabili di ogni cosa. Mi pare che qui le responsabilità siano molteplici. Che si voglia o no, c'è stato un omicidio, e anche se le indagini sono state orientate sul soggetto sbagliato (non ne discuto, né lo desidero come di mia abitudine), occorre tener conto di questa realtà che tutti dobbiamo e possiamo augurarci del tutto provvisoria. Se, come si spera, l'innocenza del Parolisi sarà giudiziariamente comprovata, si dovrebbero anche valutare le responsabilità di tali errori. Il punto è questo: che il singolo cittadino deve sempre pagare, gli alti gradi della gerarchia sociale non pagano mai o quasi, addirittura vengono premiati pur nei loro errori. Da ciò si spiega la pervicacia nel ripetere gli errori, sui quali non saremmo poi costretti a dover continuamente ripetere le medesime considerazioni.

PINO ha detto...

X SIRA

Innanzitutto ti faccio gli auguri di guarigione per la tua cara mamma, poi ti ringrazio per le affettuose parole che mi hai destinato.
Non merito tanto.
Immagino perfettamente la tua precaria situazione, e ti attesto la mia comprensione.
Ciononostante, non dispero in tuoi prossimi interventi, resi possibili da un migliore stato di salute della tua genitrice.
Contraccambio di cuore l'affettuoso abbraccio. PINO

lori ha detto...

Ciao Sira
tanti cari auguri anche da parte mia per tua madre..quanto al resto hai perfettamente ragione..la giostra va troppo veloce per chi non ha il tempo di collegarsi con una certa continuità

Ciao

lori

Sira Fonzi ha detto...

Grazie Lori,
fortunatamente si sta riprendendo, ma abbiamo passato dei brutti momenti, sono molto stanca...
Riguardo la giostra, se e quando rallenterà la prenderemo al volo, giusto?
Se Massimo scriverà di Via Poma ci ritroveremo senza dubbio.
Quello di Simonetta e di Sarah sono stati gli omicidi che più mi hanno turbato. Chissà perchè loro.Boh!!!
Ciao, grazie del pensiero Lori.
Sira

Anonimo ha detto...

Purtroppo non ho potuto seguire la totale intervista del Ranelli a Quarto Grado, da quello che ho potuto sentire:
1) Non ho potuto seguire l'intervista del Ranelli riguardante la sua testimonianza a Colle San Marco comprendente la descrizione degli orari, sarebbe gradito se qualcuno che ha potuto seguirla la raccontasse.
2) Ranelli conosce benissimo la zona di Ripe perche' cercatore di tartufi (non di funghi), ha chiaramente specificato che funghi nella pineta di Ripe non ve ne sarebbe mai stata neppure l'ombra, oserei aggiungere tantomeno a meta' aprile.
3) E' praticamente impossibile che Parolisi sia passato dalla rotabile con la sua auto senza essere notato dalle sentinelle che, dice Ranelli, fermavano sempre prima e dopo del bivio della pineta chiunque fermando materialmente le auto e comunicando che stavano passando, Ranelli dice anche che la sentinella dopo doveva comunicare alla prima se l'auto segnalata all'entrata era passata. Ranelli su questo e' certo, quindi torna prepotentemente l'analisi che fece LucaP sulle contraddizioni riscontrate sulle testimonianze delle sentinelle. Parolisi in sostanza o non e' passato mai di li in auto o se e' passato qualcuno deve necessariamente averlo visto.
Antonello

Anonimo ha detto...

Ciao a tutta la preziosissima squadra, il mio blog preferito.
Per quanto sia vero che i media cerchino di inculcare pregiudizi e che in Italia valga la presunzione di innocenza fino a prova contraria ci sono due punti che mi sembrano a favore dell' accusa.
Il fatto che SP nn abbia ricordato troppi particolari di coloro che potevano essere a CSM (io se rischiassi la galera penso che mi spremerei le meningi per bene),in piu' se mia moglie sta tardando comincio a guardarmi in giro probabilm e qualcosa dovrei notare.
Poi sia i cani che le celle telefoniche portano al monumento dei caduti, le sentinelle potrebbero essere state o complici di SP o distratte visto che pensavano di fare un'esercitazione e nn di essere in guerra.
Immaginando 1 trappola tesa a M per farla salire in auto e magari tramortita sul sedile posteriore per farla passare al controllo delle sentinelle possibile che SP nn abbia 1 sospetto?ma abbia solo avuto sospetti su persone fuori dall'ambiente militare?passava in caserma molto tempo e conosceva tutti.
Se ti uccidono la moglie ti attacchi alle lenzuola stese sul balcone ma in caserma tutti casti e puri?
mary

Anonimo ha detto...

@Una delle testimoni di CSM, è cognata di Sonia, dice Tiziana.
e Melania proprio da Sonia sarebbe dovuta andare alle 16,00, ci sarebbe andata anche questa cognata?
Proprio Sonia la chiamò mentre si allontanava, davvero una coincidenza.
L'altro giorno scrissi una mezza battuta, Melania non andò mai i nessun bar, a meno che l'assassino sia il barista, ovviamente. Ma nessuno ha voluto cogliere la mezza verità sottesa nella mia frase.
Nessuno ha mai pensato a tutte quelle persone sul pianoro? eppure è strano, perchè fu fatta una certa pressione sulla AFFIDABILE memoria di Ranelli e solo grazie a questa furono ritrovate, non certo per il loro senso civico. SE Parolisi avesse detto la sua parte di verità, SE davvero M. si fosse allontanata dalle altalene verso il Monumento, non potrebbe avere incontrato qualcuna delle persone presenti a CSM, arrivata ben prima di quanto dichairato, e interrogata in collettività con gli altri testimoni di quel giorno al pianoro?
Dato che la maggior parte arrivarono dopo o più tardi, non sarà che più che Parolisi, qualcuno di LORO sia tornato a CSM per ricostituirsi un alibi?

Tabula