Rebecca e Joshua |
Joshua Davies, chiamato da tutti Josh, ad ottobre 2010 aveva l'età che avevo io quando lasciai Marina. Anche lui si era stancato della storia con Rebecca e dieci mesi prima l'aveva lasciata. Ma lei, che a detta delle amiche era molto innamorata, non si era rassegnata al destino, non tutte le ragazze la ragionano allo stesso modo. Lui, "ragazzo bene", frequentatore della chiesa del paese che quando stavano insieme passava giornate intere a casa di lei, ed aveva un ottimo rapporto coi suoi genitori, non cercava il modo di farla desistere ma ne cercava uno per liberarsene completamente. I suoi amici sapevano che le cose erano vissute in maniera diversa dai due, infatti Josh da mesi scriveva nelle pagine facebook del gruppo che la odiava e prima o poi sarebbe morta. Per questo motivo ideava anche piani omicida chiedendone l'approvazione. Ma loro, nonostante le parole ed i piani, mai avrebbero creduto parlasse in verità, mai avrebbero creduto potesse capitare quanto poi accaduto, pensavano scherzasse tanto che per deriderlo lo istigavano affinché mettesse in atto l'assassinio.
In fondo pareva tutto uno scherzo e non c'era sentore di un prossimo fatto criminale. E non ce ne fu neppure quando spedì un messaggio in cui preannunciava che quello sarebbe stato il giorno giusto per ucciderla. E nemmeno quando mandò uno strano sms al suo più caro amico, un sms in cui gli chiedeva cosa avrebbe fatto se quella sera l'avesse uccisa davvero. Non solo lui non lo prese in considerazione e non gli credette, ma gli rispose in tono scherzoso che gli avrebbe offerto una colazione a condizione gli avesse raccontato tutti i dettagli dell'omicidio. Dovette cambiare idea e credergli quando la mattina dopo venne portato in un bosco, assieme ad un altro ragazzo amico di entrambi, per vedere lo scempio fatto sulla ragazza; i dettagli c'erano ed erano ben in vista, Joshua non aveva scherzato, Rebecca era a terra col cranio ed il volto massacrato. Il piano premeditato si era concluso come lui voleva si concludesse.
Il giorno precedente l'aveva chiamata al telefono chiedendole di farsi bella perché l'avrebbe portata in un posto fantastico e lei, euforica e felice nella speranza di ricominciare la loro storia, aveva acquistato un abito nuovo e l'aveva indossato. Non sapeva e non avrebbe mai immaginato che il posto fantastico scelto da chi amava sarebbe stato la sua tomba, un bosco in cui straziare il cranio della ragazza lontano da occhi ed orecchie altrui, un bosco in cui lei mai sarebbe andata con un altro. Quando i genitori non la videro tornare non si preoccuparono perché seppero dalla sorella che era con Josh, un ragazzo che conoscevano molto bene e di cui si fidavano, solo quando al telefono finse di essere rimasto sempre in casa e di non averla incontrata iniziarono a starci male. Ma anche lui in apparenza ci stava male; per questo il giorno dopo la scomparsa le inviò diversi messaggi al cellulare, scrivendole di tornare, e su facebook si superò scrivendole post strappalacrime. Peccato che uno dei ragazzi andato al bosco assieme a lui, dopo aver visto il corpo di Rebecca ed essere rimasto quasi un giorno tormentato dai pensieri, lo abbia denunciato prima di dargli il tempo di completare il suo piano, voleva seppellirla per sempre.
In fondo pareva tutto uno scherzo e non c'era sentore di un prossimo fatto criminale. E non ce ne fu neppure quando spedì un messaggio in cui preannunciava che quello sarebbe stato il giorno giusto per ucciderla. E nemmeno quando mandò uno strano sms al suo più caro amico, un sms in cui gli chiedeva cosa avrebbe fatto se quella sera l'avesse uccisa davvero. Non solo lui non lo prese in considerazione e non gli credette, ma gli rispose in tono scherzoso che gli avrebbe offerto una colazione a condizione gli avesse raccontato tutti i dettagli dell'omicidio. Dovette cambiare idea e credergli quando la mattina dopo venne portato in un bosco, assieme ad un altro ragazzo amico di entrambi, per vedere lo scempio fatto sulla ragazza; i dettagli c'erano ed erano ben in vista, Joshua non aveva scherzato, Rebecca era a terra col cranio ed il volto massacrato. Il piano premeditato si era concluso come lui voleva si concludesse.
Il giorno precedente l'aveva chiamata al telefono chiedendole di farsi bella perché l'avrebbe portata in un posto fantastico e lei, euforica e felice nella speranza di ricominciare la loro storia, aveva acquistato un abito nuovo e l'aveva indossato. Non sapeva e non avrebbe mai immaginato che il posto fantastico scelto da chi amava sarebbe stato la sua tomba, un bosco in cui straziare il cranio della ragazza lontano da occhi ed orecchie altrui, un bosco in cui lei mai sarebbe andata con un altro. Quando i genitori non la videro tornare non si preoccuparono perché seppero dalla sorella che era con Josh, un ragazzo che conoscevano molto bene e di cui si fidavano, solo quando al telefono finse di essere rimasto sempre in casa e di non averla incontrata iniziarono a starci male. Ma anche lui in apparenza ci stava male; per questo il giorno dopo la scomparsa le inviò diversi messaggi al cellulare, scrivendole di tornare, e su facebook si superò scrivendole post strappalacrime. Peccato che uno dei ragazzi andato al bosco assieme a lui, dopo aver visto il corpo di Rebecca ed essere rimasto quasi un giorno tormentato dai pensieri, lo abbia denunciato prima di dargli il tempo di completare il suo piano, voleva seppellirla per sempre.
Ed è iniziato così il valzer dei rimpalli perché Josh Davies una volta scoperto ha incolpato dell'omicidio chi l'aveva denunciato. Però la furbizia non alloggia nella casa degli assassini, meno che meno in quella dei assassini adolescenti, ed i messaggi nelle pagine facebook, sommate a nuovi sms, l'hanno smascherato nel giro di pochi giorni, anche se poi la verità è emersa solo in tribunale. Spedì un messaggio anche la mattina in cui i giudici lo chiamarono per interrogarlo; era già indagato e scrisse al suo amico del cuore che anche se quel giorno avrebbe fatto scena muta lui non doveva dimenticare la colazione che ancora gli doveva pagare. Un macabro personaggio che sotto l'apparenza di onesto ragazzo, celando le frasi becere (che solo un omicida può scrivere) fra faccine sorridenti tanto di moda alla sua età, nascondeva la sua vera natura, natura che ancora non si sa fosse dettata da una malattia mentale, mai esplosa in precedenza, o da un istinto assassino intrinseco.
Ma pare sia quest'ultima l'ipotesi più accreditata dato che per dieci mesi nelle sue pagine facebook era l'odio contro quella ragazza a farla da padrone. Un'ossessione malata rivolta a chi conosceva da cinque anni, una ragazzina con cui giocava quando ancora undicenne passava le sue giornate in casa della famiglia di lei.
Ancora il giudice, nonostante Joshua Davies sia stato proclamato colpevole, non ha quantificato la pena che dovrà scontare anche perché, per chiarire in maniera migliore il personaggio, ha disposto una perizia psichiatrica. All'uscita dal tribunale la famiglia di Rebecca ha dichiarato che mai riuscirà a perdonare l'assassino perché da quel tragico sabato dell'ottobre 2010 la loro vita si è fermata ed ancora non è ripartita.
Questa la storia di Rebecca Aylward, una ragazzina del Galles che viveva la stessa vita delle nostre figlie adolescenti, fra gli alti ed i bassi degli amori di quella età. I giornali italiani in questi giorni vi hanno raccontato che è stata uccisa per una stupida scommessa mentre, a guardarci bene, sotto c'era ben altro.
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5 commenti:
Che orrore! Agghiacciante è anche quella tua (magistrale) descrizione del "fatti bella" e dell'abitino nuovo acquistato da quel povero angelo per inseguire i suoi sogni di ragazzina innamorata. Credo non ci sia crimine peggiore del tradire così vigliaccamente e inumanamente la fiducia di qualcuno che ti ama e si fida ciecamente di te. Se mi consenti però non concordo con te quando nel prologo personale stigmatizzi i "begli amici" perchè non hanno tradito una confidenza fattagli. Cosa avresti fatto se un delatore te l'avesse riportato, ti saresti rimesso con lei per pieta? A mio avviso una cura peggiore della malattia che tanto a sto punto l'avrebbe risaputa anche lei la cosa e magari ci sarebbe stata infinitamente peggio.
complimenti per aver messo a confronto la tua esperienza personale, comune a molti adolescenti, e questo terribile fatto di cronaca.
non riesco a capire i motivi di un così folle omicidio.
com'è possibile odiare chi ti ama e farebbe di tutto per te?
un conto è non corrispondere lo stesso sentimento, altro è pensare di togliere di mezzo qualcuno per il fastidio che può causare un innamorato/a che non si rassegna.
forse lei non si era rassegnata a perdere il suo sogno d'amore e cercava di riconquistarlo, ma c'è qualcosa di diabolico in quel ragazzo che le ha fatto persino credere che poteva essere possibile tornare insieme per celare i reali motivi di un appuntamento mortale.
cos'è che fa tanto schizzare la mente dei giovani oggi?
io noto una propensione alla violenza a volte che mi lascia senza parole e penso che, ai miei tempi, forse si poteva cadere in depressione per un amore rifiutato, ma non pensare e agire con tanta violenza e cattiveria.
vorrei portare a paragone, come esempio di dilagante violenza tra i giovani, il caso di quegli adolescenti siciliani e del ragazzo di recente morto per essere stato colpito con un cacciavite dall'ex fidanzatino.
anche questo un caso di violenza eccessiva e con un movente molto futile.
Ciao Marika
@_@ al di là dei buonismi di prassi, massimo caro, ti parlerò fuori dai denti. ricordo bene quanto nei miei vent'anni fossi assai intollerante e presuntuosa. Fantasie omicide che io ricordi mai, il disprezzo ed il cinismo però eran faccenda quotidiana. Con un lavoro su se stessi, con la vita che ti plasma, solitamente ci si ridemensiona, almeno un pò. Ottundersi agli altrui punti di vista, stigmatizzare comportamenti, radicalizzare prese di posizioni, blindarsi in una visione di solo bianco o solo nero, è un grande laccio in cui è facile incappare nell'adolescenza. neonazismi, neomaschilismi, neoassassini sperimentali. @_@
@_@ al di là dei buonismi di prassi, massimo caro, ti parlerò fuori dai denti. ricordo bene quanto nei miei vent'anni fossi assai intollerante e presuntuosa. Fantasie omicide che io ricordi mai, il disprezzo ed il cinismo però eran faccenda quotidiana. Con un lavoro su se stessi, con la vita che ti plasma, solitamente ci si ridemensiona, almeno un pò. Ottundersi agli altrui punti di vista, stigmatizzare comportamenti, radicalizzare prese di posizioni, blindarsi in una visione di solo bianco o solo nero, è un grande laccio in cui è facile incappare nell'adolescenza. neonazismi, neomaschilismi, neoassassini sperimentali. @_@
@_@ questo, senza assolutamente giustificare nessuno. solo per esplicitare la freddezza che è tipica dell'autoreferenzialità estrema di quella determinata stagione della vita. @_@
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