Il calcolo delle probabilità ci dice che è possibile che almeno uno dei tre muoia nel giro di un mese, forse per questo è stato allertato uno psicologo che avrà il compito di seguire il Misseri nel suo recupero. Perché, pover'uomo, va recuperato alla società se alla prossima festa di paese lo si vuole portare su un palco da casa sua alla chiesa cantando "osanna dall'alto dei cieli"! D'altronde, dice il Gip, lui non ha fatto nulla, era in garage a sistemare il trattore. E che nulla centri con l'omicidio, dice ancora il Gip, lo dimostrano le parole intercettate il giorno precedente l'arresto quando, da solo in auto, parlò in maniera convincente e sicura. Infatti a leggere i quotidiani disse: "Mi dispiace per la mia famiglia se vanno... io adesso li scoprirò... cosa vogliano dire, dicano quelli... è andata così, che vogliono fare, fanno a tua figlia... io non li credo, se uno non fosse voluto andare...". Questo ha detto per i quotidiani pugliesi, ma ha veramente detto così? All'incirca sì, ma solo all'incirca perché ogni lettera in più, ogni pausa, ogni minima differenza, cambia il senso di quanto uno può voler dire. Ora le sue frasi, con tanto di tempi fra i vari concetti, le inserisco in dialetto, non si sa mai che qualche lettore di Taranto mi confermi la traduzione.
"Mi dispiace per la mia famiglia... (pausa 2,5 sec.) ci onu (seguono termini incomprensibili) io mo' li scoprirò...(pausa di 5,5 sec) ce ola diciuno, diciuno quiri, è sciuta cussì, ce bolunu a fannu, fannu... (non è scritto quanto tempo sia stato senza parlare) a fiiata... (anche in questo caso il tempo senza parlare non è inserito) io no li creu... (pausa di 45 sec.) ci unu non c'era uluto cu bai...". Questo quanto il Misseri disse il 5 ottobre mentre andava in campagna frammezzando l'italiano al dialetto. Il giudice la traduce così: "Mi dispiace per la mia famiglia... (pausa) se vanno (termini incomprensibili) io adesso li scoprirò... (pausa) cosa vogliono dire dicano quelli... è andata così, che vogliono fare fanno a tua figlia... io non li credo... (pausa) se uno non fosse voluto andare...".
Ed ecco che grazie a questa intercettazione in procura si è capito che l'uomo è innocente. Ed il giudice si è adeguato. Ma cosa sta a significare quell'ammasso confuso di Parole? Per il Gip è del tutto evidente che al momento in cui pronuncia quelle parole il Misseri non era più capace di mantenere un segreto così devastante e nonostante le pressioni ricevute si era deciso a parlare. Ed infatti va direttamente in caserma e confessa. No? Ed allora il giorno dopo non appena entrato in procura confessa. No? E quando confessa se le frasi stavano a significare che non voleva più coprire nessuno e si era convinto a parlare? Confesserà attorno alle 22.45 della sera successiva, quindi dopo 13 ore e 15 minuti dal suo ingresso in procura e dopo 37 ore e 15 minuti dall'aver pronunciato quelle frasi? Cavolo, si era ben convinto a confessare e a non voler più proteggere le streghe della famiglia! Ma ci faccia il piacere dottor Rosati!
Prima di tutto che le frasi siano dette in riferimento all'omicidio è una sua soggettiva convinzione, sua e della procura, per seconda cosa le pause, una addirittura di 45 secondi, non necessariamente sono pause del pensiero. Una persona non è un registratore che lo fermi e quando lo riavvii riprende da dove s'è interrotto. Una persona anche se smette di parlare con la bocca continua a parlare col pensiero e quando riprende riprende da dove l'ha portato la mente. A me pare logico. Fra l'altro il dire "io adesso li scoprirò" non significa domani sera alle 22.45 farò sapere agli inquirenti quanto è accaduto. Adesso, almeno nella mia città, significa adesso, non domani sera. E "li scoprirò" è un concetto pronunciato al maschile non al femminile. Ed anche dire "cosa vogliono dire dicano quelli" da l'idea che si riferisca a uomini, se fossero state donne avrebbe detto "quelle". Ed il dire "è andata così" non vuol significare che domani andrà come dovrà andare ma che è già andata, che quanto doveva accadere era già accaduto è non ci si poteva far nulla. Inoltre anche la frase "io non li credo" è al maschile. Quindi non crede a più persone, è vero, ma a uomini. Per caso il dialetto che si parla ad Avetrana non riporta il femminile ma solo il maschile? E' un dialetto unisex dottor Rosati?
Io sono convinto che lei abbia commesso un grave errore, ma per carità è una mia convinzione e per ciò che mi riguarda che sia in galera il Misseri o la moglie, o che lei abbia deciso di fargli fare sei mesi a testa, nulla mi cambia. Io spero davvero sia tutto calcolato e che le microspie, di certo piazzate in casa e in auto, diano presto a lei ed alla procura la certezza che in galera ci siano ora le persone giuste, in caso contrario una penitenza vi tocca. Ciò che è certo è che nelle intercettazioni inserite nelle sue motivazioni, in tutte, il Misseri parla al maschile e al femminile mentre in quella che ha convinto prima la procura poi lei il femminile non ci sta proprio. Ciò che è certo è che io e lei abbiamo due concezioni diverse dell'analisi logica. Non è detto sia migliore la mia, forse non lo è ed è migliore la sua, ma perlomeno io riesco ancora a distinguere il maschile dal femminile.
16 commenti:
Carissimo Prati,
come sempre le tue osservazioni ed analisi non fanno una piega. Ma comincio a sospettare che la storia di Michele Misseri sia ben più complessa di quello che i signori Inquisitori, già ben qualificati dalla decisione di rinvìo della Corte di Cassazione, vogliono farci credere. A titolo di ipotesi: nell'ottobre o fine settembre del 2010, o i Carabinieri o gli stessi magistrati riceverebbero una denuncia anonima, nella quale si dice che il corpo di Sarah è "soppresso" in un pozzo di irrigazione. E magari aggiungerebbe i dettagli della reperibilità di altri oggetti. La denuncia farebbe anche qualche nome di potentati locali, intoccabili. Con chi prendersela per far vedere che si è risolto subito il caso ? Ovvio, con gli "scemi" del villaggio, gente che doveva da tempo essere odiata da un certo numero di compaesani. Allora che si fa ? Si punta sul ventre "molle" della famiglia, il facilmente influenzabile Michele Misseri, lo si interroga, lo si convince a dire e fare tutto quello che vogliono e come vogliono, "scoprendo" i vari luoghi del delitto, e intanto si prepara il colpo contro la figlia Sabrina, troppo chiacchierona, e sulla madre viceversa troppo silenziosa. L'altra figlia è fuori gioco, relativamente, in quanto lontana. Il resto viene da sé: a proposito di frasi sgangherate di Michele l'incidente probatorio ne abbonda, ma una cosa è tipica: spesso asserisce che non sa se rifarsi alla prima, alla seconda o alla terza versione. Perché? Perché è probabile che nessuna di queste sia la sua spontanea, ma tutte abilmente suggerite. Ora questa "liberazione" è evidentemente quello che Giuda ricevette per aver venduto Gesù alle guardie dei farisei, trenta denari, con l'aggravante che, se non lo tengono sotto scorta, tra qualche giorno viene anche lui "soppresso" in qualche pozzo, e nessuno che confessi dove sia occultato. Naturalmente la mia è un'ipotesi, sulla base dell'analisi dei vari elementi contraddittori di questa faccenda investigativa, la peggio e meno onestamente condotta che io conosca. Per trovare qualcosa di analogo occorre risalire alla Santa Inquisizione, spagnola o romana, al Tribunale Rivoluzionario di Robespierre e Fouquier-Tinville, al pubblico accusatore Vischinskij di Stalin, ecc. Insomma ottimi e facili modelli per allievi scadenti.
La pista dei "Potenti del paese" tornò poi in auge a metà febbraio mi pare, ne parlo a fine serata l'inviata di Quarto Grado. Per quanto riguarda la morte del Misseri, dovesse mai esserci, in ogni caso sarebbe un suicidio. Ciao Massimo
Ah, Massimo, che argomentazioni scottanti … non certo suicidio in senso di “auto-soppressione” (san Michele di Avetrana è troppo fragile per sopprimersi da sé) … ma suicidio o morte accidentale come la cronaca riporta spesso nei fatti del meridione (o altri casi eclatanti, vedi il banchiere Calvi sul Ponte dei Frati Neri), se diamo credito alla versione di una certa collusione di intenti intorno alla sparizione di Sarah …
Allora bisognerebbe riscrivere tutto …
Però, se vogliamo pensare alla pista che dici tu, per fortuna moglie e figlia stanno ben custodite in carcere e spero che l’altra se ne torni presto a Roma, altrimenti in galera ci va anche lei … con un altro fascicolo giudiziario a carico …
Ciao, Mimosa
Piste alternative a parte, che a questo punto come dice Manlio, non sarebbero da escludere, il modo di condurre queste indagini da parte della procura a mio avviso sono molto pericolose.
Si mette a dura prova l'equilibrio psicofisico delle persone, siano loro innocenti o colpevoli, siano in carcere o fuori.
Sono stati studiati i profili psicologici degli stessi prima di fare questi giochetti?
E se ci scappasse un tragico suicidio i procuratori e il gip dormirebbero cmq sonni tranquilli?
Nessuno merita che la propria vita venga messa in pericolo in questo modo, nemmeno chi è colpevole.
Non so, ma Michele fuori mi genera uno strano inquietante presentimento.
Spero per lui che sia solo un presentimento e per Sarah e i suoi cariche questo strazio finisca presto
Buonanotte a tutti
Sira
Scusate al rigo 5 volevo dire è molto pericoloso.
Aggiornamento da Avetrana. Pare che il Misseri sia stato ricoverato a forza su ordine del sindaco di Avetrana... motivo? Perché i medici del carcere non ne hanno ordinato il ricovero ed il sindaco sì? I misteri di Avetrana si moltiplicano... Massimo
io nella coincidenza dell'arresto di Cosima e la scarcerazine del Misseri, ci vedo una specie di "accordo":
chi lavora a questo caso avrà parlato tante ore con lo zio Michè, avrà ben chiaro un suo profilo, gli argomenti che ricorrono in cella e un quadro della sua vita;
sapranno che la sua vita negli ultimi anni, e le sue intere giornate, si svolgevano in campagna, in funzione "dei suoi ulivi", annessi e connessi.
La stessa campagna della quale non ha mai smesso di occuparsi la moglie Cosima, anche quando dava addosso pure lei al marito: la Terra è la loro ricchezza, credo proprio che il pensiero di lasciare andare tutto in malora, annaffiature, potature, pulizia.. sia un pensiero molto preoccupante per i Misseri tutti, e in particolare per Michele.
Chissà quante conversazioni tra lui e i parenti in visita vertevano sulla cura della loro terra, sul lavoro in più che cosima e gli altri hanno dovuto fare in mancanza del marito (..fatto altrettanto bene? si sarà chiesto tante volte il Misseri)
Arrestata pure la moglie, sono convinta che il suo pensiero sarà andato a queste cose: lui in carcere c'è stato sei mesi, riusciranno i suoi fratelli e cugini a salvare tutto? Se anche Cosima stesse in carcere sei mesi cosa succederebbe?
a questo punto il regalo: "Michè, torni a casa!"
..ma se lo hanno ricoverato a sorpresa dopo poche ore dalla scarcerazione, beh, non può trattarsi di un caso:
gli hanno fatto toccare con mano la libertà, la sua casa, avrà fatto mille progetti per i prossimi giorni.. e invece niente!
Lasciare il suggestionabile Misseri in balìa di sè stesso e dei fantasmi (più o meno eterei) che popolano il paesello?
già mi immagino i discorsi in ospedale: "Michè, noi ti ricoveriamo perchè siamo preoccupati per te: è per il tuo bene. Da solo, a casa... meglio che ci prendiamo noi cura di te."
a che tipo di pressioni psicologiche verrà sottoposto?
In carcere ha fatto l'eroe, a suo modo certo, si è sacrificato.. ma lasciando trapelare informazioni per scagionarsi (beh, dal suo punto di vista ha funzionato)- ma non ha mollato: non ha detto tutta la verità, è "troppo furbo" o sente di non poterla dire a nessun costo.
L'impatto psicologico di liberarlo prima, e rimandarlo dentro il giorno dopo, secondo me è una cosa ragionata, per poterlo torchiare meglio e in maniera differente dal carcere.
Dopotutto, quando nessuno lo stava indagando, ha cercato in tutti i modi di parlare;
ora, destituito dal suo ruolo di vittima sacrificale, chissà che non ceda (con l'aiuto dei professionisti dell'ospedale..) e questa volta sul serio?
PS grazie Massimo per la tua risposta nell'articolo precedete, e a tutti i frequentatori di questo blog, per il confronto reciproco!
sara
Ciao Massimo sento che è uscito dall'ospedale in cui era entrato con TSO tutta questa storia è un nonsense!
Massimo ti ricordi di quel testimone che all'inizio disse di aver visto il corpo di una ragazza nuda in campagna? Che fine ha fatto?
Se è vero che è stata nuda e poi rivestita perchè? E' difficile che una donna svesta un'altra donna anche se già cadavere .... un uomo per fare altre cose si .... questa storia ha dei particolari che non tornano ed il Misseri a mio parere non doveva essere rilasciato
Parlando di Sarah, del ''caso' Sarah Scazzi, si parla automaticamente di giallo, di mistero. Misteriose mi sembrano soprattutto le decisioni di Rosati, le motivazioni che stanno alla base di un arresto da una parte e una scarcerazione dall'altra. Cerco un nesso logico, non lo trovo neanche lavorando di fantasia. A meno che il dottor Rosati non sia il mago Silvan, insomma si crea attorno una lunghissima pausa di incredibilita' e suspense per poi tirare fuori dal cappello prove inconfutabili. Ma allora non saremmo al mistero, piuttosto direi alla malattia mentale.. E perché Michele Misseri scarcerato deve tornare a casa dove sua figlia Valentina continua a proclamare la colpevolezza del padre e l'innocenza di madre e sorella? O magari Rosati vedrebbe bene in carcere anche lei, una motivazione si puo' sempre estrarre dal cappello magico. e metterla in casa con il padre é certamente il modo migliore per farla sbiellare un po'. Non lo so Massimo, qui non si tratta solo di errori e ritardi in un'indagine condotta da dilettanti, temo che invece si sia innescato il solito meccanismo diabolico. In procura sbagliano e di grosso, sono sotto i riflettori di un'Italia intera, non si fa marcia indietro perché troppe le magagne da coprire, meglio andare avanti con giochi di prestigio. Tanto nel casino totale ci si capisce sempre meno, é anche questa é una strategia gia' vista mille volte. Solo una cosa: ricordo il caso di Gisella Orru' a Carbonia, un innocente - lo scemo del villaggio appunto - dentro, suicidio annunciato e puntualmente avvenuto. Il colpevole ''procacciatore'' di ragazzine sparito, i notabili della zona sospettati anzi qualcosa di piu' ma mai entrati nell'indagine. E se fosse questo di Sarah qualcosa di piu' semplice e insieme complicato di un litigio famigliare finito male? Se quelli ai quali fa riferimento Michele Misseri parlando da solo fossero persone che lo spaventano al punto da fargli preferire carcere per sé e famiglia?
Condivido con Mimosa la possibilità che vi sia un "suicidio". A parte il fatto che anche il suicidio può essere "istigato" è ancor più probabile che venga simulato. Trovi uno appeso ad un ulivo con un biglietto scritto in dialetto del tipo "Sono stufo di vivere, ho vergogna di me stesso...": come fai a stabilire se si è impiccato da solo o se lo hanno aiutato. Brevemente racconterò una storia. Siamo all'alba del 16 maggio 1962: sul cavalcavia ferroviario di Barcola (sobborgo turistico di Trieste) viene trovato il corpo di un diciottenne (aveva compiuto 18 anni dal mese di marzo), travolto da un treno. Un ragazzo che amava lavorare e faceva il commesso in un negozio Hausbrandt di Via Cavana. Era bello ed alto (l'unico alto nella famiglia). Un biglietto indicava che era "stufo di vivere": perché ? Lavorava, era abbastanza libero (quantunque allora minorenne), guadagnava per quei tempi abbastanza bene, e, cosa che non guasta, aveva un certo successo con le ragazze. Dunque, motivi obiettivi per un suicidio non ve ne erano. In 4 (quattro !) giorni furono concluse le indagini, aggiungo senza aver fatto un'autopsia, che pure già allora il CPP prevedeva come obbligatoria in caso di morte violenta. Per quanto a fatica e dolorosamente, i familiari si rassegnarono a quest'idea. Circa 43 anni dopo il fratello riesce ad ottenere il fascicolo delle brevi indagini, e scopre che il giovane era già in "rigor mortis", quando fu trovato. Ora siccome questo fenomeno si manifesta circa dopo 12 ore dalla morte, questa doveva essere avvenuta tra le 18 e le 19 del giorno prima, ma l'amichetta di 16 anni, che aveva, testimoniò che era uscito da casa sua alle 23. Evidentemente mentiva. Un particolare che allora i familiari non sapevano, e che neppure il medico legale mise in evidenza, mentre si curò, a differenza ad esempio di Sarah, di sottolineare la "magrezza" del giovane quasi fosse un denutrito (oggi, invece, chi è grasso commette reati, chi è magro no). Ebbene quel giovane "suicida" era mio fratello Ezio, e, durante la frequenza di Giurisprudenza, attorno al 2005, sapendo a quali uffici del Tribunale rivolgermi, ebbi modo di capire come il "suicidio" di mio fratello fosse stato simulato e senza neppure tanta cura. Ma gli llustri magistrati di Trieste, trovato il primo pretesto, hanno chiuso le indagini, senza informare di certi particolari i miei genitori.
X nico.
Di storie complicate l'Italia è piena, ma dato che non siamo noi ad indagare ci dobbiamo fidare ed aspettare. Io non credo che i procuratori se si accorgessero di aver sbagliato insisteranno ancora per molto. Sanno anche loro che a volte è meglio chiedere scusa, non è difficile, che continuare imperterriti su una strada che non ha sbocchi.
Mi spiace per tuo fratello Manlio, io ho una storia simile che riguarda un mio amico. Aveva meno di sedici anni e lo trovarono impiccato ad una rete metallica, quelle da recinzioni, a circa cinquanta metri da casa sua, 200 da casa mia. Aveva usato la cinta dei pantaloni ma, essendo la rete alta solo un metro o poco più, per impiccarsi dovette inginocchiarsi e tirarsi giù. Lo trovarono con le ginocchia a terra. Non lasciò biglietti di scuse e, nonostante in tanti avessero visto strane persone in giacca e cravatta ferme in un'auto scura all'incrocio della nostra strada, era un paese di campagna e giacca e cravatta non le portava nessuno, tutto venne chiuso, sia la prima che la seconda volta perché ci fu una riapertura del fascicolo una decina di anni dopo, sotto la scritta suicidio.
Ma erano altri tempi, è stato nel '75/76 e le forze dell'ordine erano impegnate con bombe e quant'altro stava avvenendo in quel periodo.
Ciao, Massimo.
Ciao Manlio. Ti esprimo tutta la mia solidarietà per quello che è successo a tuo fratello, e che ha toccato te e la tua famiglia così dolorosamente.
Ancora un caso di denegata giustizia.
Giacomo
Carissimi Massimo e Giacomo, ho citato il caso di mio fratello per dire che non è difficile immaginarsi che qualcuno, approfittando di frasi e di atteggiamenti di Michele Misseri, provveda in un qualche modo a realizzare questi suoi dichiarati desideri. Mettere microspie in giro per la casa (a me personalmente, la cosa farebbe ridere e ne approfitterei per assordare gli inquirenti), non serve a nulla, perché nel percorso tra la casa di Misseri e la locale Stazione dei Carabinieri c'è abbastanza strada per afferrarlo e portarlo chissà dove, senza farlo trovare mai più, oppure per appenderlo da qualche parte con qualche messaggio scritto in italo-avetranese. Il fatto è che, se lo trattano da "pentito" (come pare abbiano fatto, premiandolo addirittura con la scarcerazione), dovrebbero anche sottoporlo a ben altra protezione che quella della figlia, la quale - a quanto risulta - ha pure una propria famiglia a Roma. Fino a quando potrà star lì ? E' chiaro che chi ha deciso quella scarcerazione, al di là delle motivazini ancora una volta risibili (giudizio espresso dalla Cassazione), anzi ancor più, risibilissime, visto che chi occulta, sopprime o distrugge il corpo del reato e della persona uccisa, non lo fa certo per fare un favore alla figlia o alla moglie, ma perché ne ha interesse diretto, tanto più non avendo una storia pregressa di criminale (almeno a quanto ci risulta). Ma va a farlo capire ai tipi come "Emiliano", che scrive sul "N. Quot. di Puglia", chiedendo sempre, come un disco rotto, "e chi è secondo te, o secondo Lei, l'assassino" ? Oggi gli ho risposto: "L'assassino è Lei". Spero che ne sia contento. Ho ricordato anche una frase, non ricordo se di Falcone o di Borsellino, a proposito degli omicidi di mafia, ovvero che a portare per primi i fiori alla loro vittima sono proprio i mafiosi.
Oggi sempre su TG Norba24 nel pomeridiano Speciale Zoom (l’unico che ormai mi resta per avere notizie in diretta, grazie al digitale terrestre) era ospite da Bari una avvocato che aveva difeso il padre dei piccoli Ciccio e Tore di Gravina in Cassazione. Benché non molto addentro a questo caso, ha portato la sua esperienza di quanto ha dovuto faticare per far sì che la “prova” addotta dall’accusa riguardante le frasi trascritte di un’intercettazione ambientale (in automobile) dei dialoghi tra il padre e la compagna (data in pasto a tutta l’Italia, me ne ricordo bene…) fosse ridimensionata nella ricostruzione del “contesto”, perché – dice l’avv. – non si può “non contestualizzare”, è troppo facile per l’accusa costruire una prova da frasi mozzicate e attaccate assieme ad arbitro dell’accusa …
Questo significa che le frasi intercettate e riportate sull’ordinanza di custodia cautelare per Cosima valgono “il tempo che trovano”, anzi – per riprendere le parole del duo Biscotti-Gentile e della Procura (in riferimento alla recente confessione televisiva di Michele) “valgono meno di zero”. Mimosa
Scusate ..!
Ma vorrei solo dire ,quanto mi dispiace sia per Massimo che per Manlio Tummolo
Secondo me ..ci si dovrebbe girare un film di denuncia all'istante !Perche'da quel po' che ho potuto capire ,il lupo perde il pelo ma non il vizio !
Per quanto riguarda il suicidio ,e' impossibile che il Dott.Rosati ,non si aspetti una cosa simile !
E' impossibile che in cuor loro possano credere di aver agito per il meglio .
Ergo, se una persona della famiglia Misseri venisse trovata suicida ! Sarebbe anche la prova che nessun cittadino da quelle parti ,potrebbe ritenersi al sicuro . Che come ho detto l'anno scorso praticamente non creduto da molti ,questa storia ha un pilota..che preme perche' non si scoprano certe Magagne !
E che il Galoppa forse..
direttamente o indirettamente le conosceva tutte !o parecchie !
Ma quello che e' sicuro che questa giustizia cosi' come' non e' giusta con nessuno !
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