"Ci avete accompagnato e sorretto ed ora vi racconteremo segreti e aneddoti della vita terrena di Yara. Lei era disponibile per accudire i suoi fratelli e per effettuare le sue evoluzioni artistiche con la sorella. Durante la scuola sacrificava il tempo del suo intervallo per trascorrerne con una compagna che aveva problemi fisici e non poteva uscire a giocare in cortile. Il 21 maggio di qualche anno fa aveva rinunciato alla sua festa di compleanno per assistere ad una recita del fratellino. Dopo una vacanza acquistammo animali in miniatura e, nonostante il delfino di questa serie fosse il suo preferito, Yara lo mise insieme agli altri animali privilegiando la scelta delle compagne di ginnastica a cui erano destinati tutti i regali. Un'anziana di Brembate ci ha detto che ricorda Yara con ammirazione perché un giorno, vedendola in difficoltà, la aiutò ad attraversare la strada. Yara era uno scricciolo pieno di sensibilità accompagnato da un amore smisurato verso gli altri. Guarda piccola Yara, guardati attorno, guarda quante persone stanno salutando il tuo corpo, guarda quanti cuori hai toccato. Per noi tu sei stata immensa, per quello che hai fatto, per come l'hai fatto, per come lo hai detto, con passione e con tanta tanta tanta allegria".
Queste le parole scritte da Fulvio Gambirasio e lette da un suo conoscente durante il funerale di Yara. Sono parole toccanti che incidono il cuore. Il corpo di Yara non esiste più ma questo non significa che lei non esista. Al contrario è viva più che mai nella nostra mente ed ogni volta che incontreremo una ragazzina acqua e sapone ci ricorderemo di lei. Io ho una nipote uguale a Yara, me ne sono reso conto quando ho iniziato a scrivere gli articoli su questa maledettissima storia di orrore. Prima la vedevo e pensavo solo che era sempre più alta, che stava crescendo in fretta e la incalzavo quando la scoprivo scrivere messaggini, che io credevo rivolti ad un ragazzino, nonostante mi ripetesse all'infinito che li mandava ad una sua amica, l'unica di cui si fidava ciecamente. Ed in effetti un giorno scherzando le ho preso il cellulare ed ho scopeto che era l'unico numero memorizzato. Ed allora l'ho guardata con altri occhi ed ho pensato, direi sperato, che mi piacerebbe mia figlia crescesse nello stesso modo in cui è cresciuta lei.
Ed ho rivolto a lei il mio primo pensiero dopo aver letto quanto il padre di Yara ha scritto di sua figlia. E le ho immaginate passeggiare insieme per strada, le ho immaginate parlare di quanto hanno preferito rinunciare pur di fare felici altri. Perché se prima avevamo conosciuto Yara dalla trasparenza della sua anima ora sappiamo che il nostro pensiero l'aveva recepita nella giusta maniera. Che Yara era davvero come noi volevamo che fosse. Uno scricciolo, come tante volte ho scritto, pieno di amore e sensibilità. E l'ho scritto perché a pensarci bene tanti di noi hanno in casa una ragazzina come Yara. E chi ha toccato lei, chi l'ha uccisa, ha in fondo toccato una parte delle nostre famiglie, una parte di noi, ed ha toccato quel nervo scoperto che tutti abbiamo quando non siamo accanto a chi amiamo, quando la vita ci costringe ad allentare quella protezione verso i figli che non vorremmo mai allentare.
La morte di Yara ha messo a nudo le nostre paure più grandi mostrandoci come il mostro può ridurre i nostri figli in qualsiasi momento. Ed è per questo che il mostro va fermato. E' per questo che l'assassino di Yara deve essere preso e lasciato in galera a vita. Perché altri mostri non debbano pensare che sia facile ed indolore toccare i nostri figli. Perché certi animali non hanno anima e ragionano solo se li prendi a sberle e con queste gli fai capire cosa possano fare e non fare. Perché se passasse il messaggio che rapire una ragazzina in Italia è facile, che rapire una ragazzina non porta pena, faremmo un passo in più verso il baratro. La morte di Yara ci deve far trovare quella forza che ultimamene si è persa, la morte di Yara ci deve coalizzare e far diventare un'unica entità in modo da aiutarci l'un l'altro, in modo che io possa far uscire mia figlia per strada certo che se si trova in pericolo qualcuno la possa aiutare come fosse sua figlia.
Fulvio Gambirasio avrebbe aiutato una ragazzina di tredici anni, Fulvio Gambirasio è da ammirare per come sta sopportando la situazione e per come si comporta a tutela degli altri figli e della madre di Yara, di sua moglie. Io non so se sarei in grado di fare come lui, non lo posso sapere e non vorrei mai saperlo. E posso solo lontanamente immaginare, pur avendo sofferto anch'io tanto in vita mia, come tutti gli uomini che vivono, il dolore che sta sopportando da quando ha saputo che Yara era stesa, trucidata e senza vita da mesi, in un campo incolto a pochi chilometri da casa sua. Ora forse l'unica pace può dargliela il silenzio, fra poco tempo gliela darà il sapere che chi ha ucciso la sua bambina, la piccola Gambirasio, è stato preso e messo in galera. Nessuno mai si fermerà fino a quando Yara non avrà giustizia, nessuno mai getterà la spugna perché non sarebbe giusto farlo. E se le indiscrezioni di qualche giorno fa, ancora dalla maggioranza taciute, sono giuste, presto ci sarà una base da cui partire per arrivare alla soluzione.
Yara resterà in noi in eterno, ne sono certo, perché ognuno di noi vorrebbe avere una figlia come lei. Ciao Yara, grazie per essere esistita e per averci insegnato ad amarti.
3 commenti:
E' proprio così Massimo. Mia figlia ha compiuto 14 anni la settimana scorsa, l'eta' di Yara. E' in una squadra di atletica, frequenta il gruppo scout, il prossimo anno iniziera' il liceo classico. Come tutte le adolescenti ha sbalzi di umori a volta un po' esasperanti, non é piu' bimba ed é ancora lontana dall'essere donna. Anche io Massimo vedo con occhi diversi mia figlia, e non mi sembra piu' cosi' grave che non sappia mai dove é il cellulare perché é sempre scarico e tanto non lo usa, perché con le sue amiche si trova a scuola poi alla pista di atletica poi alle riunioni scout, oppure qui in giardino a fare il pic nic e suonare la chitarra. La struttura sportiva dove si allena é a 700 metri da casa, e si devono passare un parco e una strada sterrata. Un tuffo nel verde, e nel buio quando alle cinque di sera non ci si vede piu'. Cosi' simile a Yara, quante volte é rientrata con le sue compagne. Sono i luoghi in cui é nata, si sente sicura e a suo agio, non ci é mai venuto in mente che l'illuminazione fosse insufficiente. Non é mai successo niente a nessuno, non hanno ai ritardato di cinque minuti.... Yara é stata colpita quando era piu' serena, forse mentre camminava canticchiava un po' e faceva qualche piroetta, qualche saltello, le ragazzine felici lo fanno. Mia figlia lo fa. Ed é questo che mi mette addosso una grande rabbia, tanto che in certi momenti - e un po' me ne vergogno - non so se sia piu' forte la rabbia o il dolore. Il predatore che usa la sua violenza, certo di poter sopraffare uno scricciolo di 13 anni, e lo fa con infinita vigliaccheria. Quando lei é piu' indifesa, perché le difese sono abbassate, perché sta andando dalla palestra a casa, perché lo fa sempre, perché in palestra e' felice e a casa anche. Vigliacco, mille volte vigliacco. Ti troveranno (o vi troveranno), ero scoraggiata ma ora ne sono certa. Siamo preparati all'attesa, ma uccidendo Yara sei entrato (o siete entrati) nei sogni peggiori di chi un figlio ce l'ha e lo ama, in questi mesi abbiamo camminato di lontano fianco a fianco con Maura e Fulvio, ieri di lontano abbiamo appoggiato la mano sulla bara bianca. E visto che la vita deve continuare per forza, perché la sua forza é inarrestabile, e anche i fratellini di Yara un giorno saranno grandi e ameranno, saranno di nuovo felici e avranno dei figli, beh noi dobbiamo preparare loro la strada. Con tutte le nostre forze dobbiamo scacciare il mostro dai nostri incubi, ed esiste un modo solo. Le paure si affrontano, e noi siamo qua ad occhi aperti, e ci resteremo finché prima della giustizia Divina tu possa incontrare quella degli uomini, e passare il resto della tua vita in una cella dove ti ci avra' fatto forse finire Yara mordendoti per difendere i suoi 13 anni e fuggire da te.
Piccolo Angelo ... i suoi genitori troveranno la forza di andare avanti solo per gli altri figli ma non avranno mai un attimo di pace fino a che non sapranno chi gli ha portato via la loro bambina: devono trovarli!!!!
Massimo hai notizie "serie" del caso di Melania?
Poche cose mabruk.
Solo che si sta vagliando con più insistenza la pista delle soldatesse perché pare che il togliere i pantaloni durante i combattimenti corpo a corpo sia una tecnica militare, che il Parolisi Mercoledì o Giovedì dovrebbe tornare al lavoro con altri incarichi, che non è ancora arrivato il tabulato del cellulare di chi dice di averla vista salire in auto (nonostante questo è chiamato da tutti il mitomane), che forse domani ci sarà una battuta in un'altra strada che porta a Ripe per cercare altri oggetti o abiti.
Niente di sconvolgente o veramente importante che serva.
Per intanto più nessuno è preposto ad indagini alternative nonostante ci siano altri omicidi strani nel teramano (non di donne) e diverse cose che non quadrino.
Continuando di questo passo entro un mese il Parolisi sarà indagato a piede libero, nulla si troverà e lui sarà assolto dopo un paio d'anni e dopo aver subito un processo mediatico che lo avrà maggiormente colpevolizzato ed aver avuto una serie infinita di problemi con la famiglia di Melania.
Vedremo se mi sbaglio. Ciao, Massimo
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