Simonetta Matone in televisione non va con la toga da magistrato. Per cui figura essere un'opinionista con molta esperienza giuridica. Lei martedì 20 gennaio, forse non pensando al dopo, ha paragonato i gruppi facebook creati a favore degli imputati ai fanatici che inneggiano e osannano i terroristi, nel caso specifico a chi ha ucciso i giornalisti di Charlie Hebdo e tanti altri francesi. Quella parte della puntata trattava l'omicidio di Loris Stival, quindi i gruppi a cui si riferiva sono certamente quelli che sostengono "Veronica Panarello". Non contenta, ha reiterato il reato verbale facendo credere ai telespettatori che chi aderisce ai gruppi innocentisti e critica le indagini, su internet scrive a vanvera e senza sapere nulla perché degli atti non ha letto neppure una riga. Probabile che non se ne sia resa conto, ma ha praticamente affermato che nessuno ha il diritto di criticare i magistrati perché questi sono "unici, bravi belli e infallibili". Ora c'è da dire che, pur essendosi ritagliata un'enorme visibilità mediatica partecipando da tanti anni al programma presentato da Bruno Vespa, nella vita privata è un magistrato che lavora al ministero di Grazia e Giustizia. E dai dati si capisce il probabile motivo per cui difende i magistrati. Ma c'è anche da dire che in questi anni trascorsi di fronte alle telecamere, lei prima di tutti ha dato giudizi senza aver letto neppure una riga, seppur cercando di restare neutrale chiarendo ogni volta il punto, sui casi di cronaca nera trattati da Porta a Porta. E fa specie che si permetta di giudicare in pubblico chi ha democraticamente il suo stesso diritto di parlare ed esternare la propria idea.
La speranza è che a mente fredda abbia compreso di avere un tantino esagerato e magari chieda scusa a chi non è d'accordo col pensiero di alcuni magistrati, a chi si è sentito chiamato in causa anche se critica in maniera civile e dopo essersi informato al meglio (naturalmente non deve scuse a chi i magistrati li offende). Questo perché non tutti i magistrati sono infallibili. D'altronde le richieste di risarcimento a causa di errori giudiziari, in Italia sono quasi tremila ogni anno, stanno a dimostrare la non infallibilità della giustizia. In ogni caso, a parte la svista di cui sopra, le opinioni di Simonetta Matone si possono accettare perché ha un passato davvero encomiabile e in materia giuridica è senz'altro molto ferrata. Meno si possono accettare le parole di chi sta in studio a pubblicizzare il gossip criminale del suo settimanale, o quelle di chi si mostra colpevolista, senza se e senza ma, nonostante vi siano indagini in corso e processi ancora da celebrare. Parlo di Roberta Bruzzone che al contrario di Simonetta Matone la propria opinione, molto ascoltata e condivisa da tanti telespettatori, la esterna in maniera netta senza usare quell'imparzialità che in televisione, di fronte a milioni di persone, sarebbe d'obbligo. Ciò che non si capisce è il motivo per cui parla con toni alti e molto colpevolisti di chi si trova in carcere in attesa di giudizio e si dichiara innocente. Insomma, perché instradare la pubblica opinione invece di informarla e lasciarla ragionare con la propria mente? Non esiste a Porta a Porta la presunzione di innocenza? Anche per la Bruzzone i magistrati non sbagliano mai?
Su quest'ultimo punto vedremo se sarà dello stesso avviso dopo i diversi processi che la attendono da qui in avanti. Ad esempio, il 15 dicembre 2015 dovrà presentarsi al tribunale di Tivoli per rispondere del reato previsto dall'articolo 595 - comma tre - del codice penale per aver messo in atto, con più azioni consecutive, un disegno criminoso fatto di calunnie e offese atte a colpire un ufficiale di Polizia.
Su quest'ultimo punto vedremo se sarà dello stesso avviso dopo i diversi processi che la attendono da qui in avanti. Ad esempio, il 15 dicembre 2015 dovrà presentarsi al tribunale di Tivoli per rispondere del reato previsto dall'articolo 595 - comma tre - del codice penale per aver messo in atto, con più azioni consecutive, un disegno criminoso fatto di calunnie e offese atte a colpire un ufficiale di Polizia.
Infatti le accuse di stalking presentate dalla Bruzzone contro un ufficiale di Polizia col quale aveva avuto una relazione fra il 2004 e il 2005, addirittura una ventina di denunce dal 2009 al 2014, si sono rivelate tutte infondate. Mentre le interviste rilasciate sulla vicenda dalla opinionista di Porta a Porta, in cui non lesinava particolari sul comportamento malato, parole sue, di chi la perseguitava (ma ora grazie ai magistrati sappiamo che nessuno in realtà la perseguitava), sono tuttora impresse negli archivi delle testate giornalistiche nazionali (Corriere della Sera in primis), su internet e in televisione, sulle registrazioni di Porta a Porta e di Uno Mattina.
Insomma, chi la fa l'aspetti - verrebbe da pensare - perché la vita a volte può riservare sorprese. E la Bruzzone di sorprese ne avrà una in più, perché, dato che è ambasciatrice di Telefono Rosa, un'associazione che aiuta le donne vittime di violenza, e viste le denunce per stalking da lei presentate e rivelatesi infondate, in tribunale si troverà di fronte anche alcune associazioni in difesa della donna che hanno deciso di costituirsi parte civile perché "l'utilizzo strumentale" della denuncia per un reato grave come lo stalking contribuisce a rendere meno credibili le donne che subiscono realmente una violenza.
Ma non è l'unica bega che la Bruzzone dovrà affrontare in tribunale, visto che è indagata anche dalla Procura di Reggio Emilia per un reato simile (link di conferma). La moglie di un vero stalker, oggi ancora nei guai perché accusato di truffa da un'altra sua ex, si è sentita descrivere dalla Bruzzone quale finta vittima incline a distorcere la realtà (in pratica ha difeso lo stalker poi condannato). In questo caso le date del processo sono ancora più vicine nel tempo (le udienze sono fissate per il 4 - 11 - 18 e 25 febbraio 2015).
Altra bega, che risale al 2012 e che presto verrà dipanata dai giudici, è una citazione civile che riguarda lei ed alcuni suoi collaboratori (link di conferma). Lei e loro su Facebook, con frasi razziste, hanno insultato per lungo tempo sia la modella di origine russa Natalia Murashkina (link del suo sito), moglie del poliziotto che nel contempo la Bruzzone denunciava ingiustamente, sia le ragazze russe trattate come donne che si vendono a poco prezzo. Di questa vicenda si interessò alla fine del 2012 anche "La Pravda", un giornale russo letto da oltre cento milioni di persone (questo il link originale).
Altra bega, che risale al 2012 e che presto verrà dipanata dai giudici, è una citazione civile che riguarda lei ed alcuni suoi collaboratori (link di conferma). Lei e loro su Facebook, con frasi razziste, hanno insultato per lungo tempo sia la modella di origine russa Natalia Murashkina (link del suo sito), moglie del poliziotto che nel contempo la Bruzzone denunciava ingiustamente, sia le ragazze russe trattate come donne che si vendono a poco prezzo. Di questa vicenda si interessò alla fine del 2012 anche "La Pravda", un giornale russo letto da oltre cento milioni di persone (questo il link originale).
Senza parlare delle accuse mosse contro di lei da Michele Misseri, che afferma di essere stato convinto dalla Bruzzone ad inserire nel delitto di Sarah Scazzi la figlia Sabrina (con prospettive davvero vantaggiose), affermazioni che se provate le costerebbero una condanna rilevante e la carriera, ciò che ancora nessuno ha capito, e immagino che al tribunale di Tivoli si cercherà anche di chiarire questo punto, è il motivo per cui la Bruzzone abbia innestato un movimento di denunce rivelatesi infondate condite da interviste mediaticamente rilevanti ma alla luce dei fatti false. O tutti ce l'hanno con lei, e francamente è difficile da credere, o è lei ad avere motivi che l'hanno spinta a screditare l'ufficiale di polizia e le altre persone.
Che dietro ci sia qualcosa di importante? Su questo punto troviamo il dato certo che il poliziotto da lei accusato, nel 2009 - anno delle prime denunce di stalking - aveva avviato una campagna politico-sindacale per ridurre gli sprechi della pubblica amministrazione. In pratica, aveva proposto di far acquistare i prodotti per le investigazioni scientifiche (alle forze di polizia) direttamente in America risparmiando così milioni di dollari di tasse e, soprattutto, di spese di mediazione ad aziende di import export (qui il link di conferma).
Che dietro ci sia qualcosa di importante? Su questo punto troviamo il dato certo che il poliziotto da lei accusato, nel 2009 - anno delle prime denunce di stalking - aveva avviato una campagna politico-sindacale per ridurre gli sprechi della pubblica amministrazione. In pratica, aveva proposto di far acquistare i prodotti per le investigazioni scientifiche (alle forze di polizia) direttamente in America risparmiando così milioni di dollari di tasse e, soprattutto, di spese di mediazione ad aziende di import export (qui il link di conferma).
E ciò che pare strano, è che la Bruzzone collabora con le aziende che controllano la maggioranza delle forniture di prodotti alle forze di polizia (la Sirchie e la Raset). C'è da chiedersi se non voglia dire nulla la sua presenza nel video pubblicitario presente sulla pagina "Chi siamo" del sito internet della Sirchie (questo il link)...
Aggiornamento sul processo di Reggio Emilia: Oggi, 29 settembre 2015, Roberta Bruzzone è stata assolta in Primo Grado dall'accusa di diffamazione perché per il giudice "Il fatto non costituisce reato"
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15 commenti:
Non amo (eufemismo) nessuno dei personaggi che vanno in televisione a partecipare alle trasmissioni contro questo o quel mostro del giorno.
Quindi oltre ai due nomi che hai citato ne avrei molti altri da fare, ma tanto li conosciamo tutti.
Tuttavia personalmente considero certe affermazioni maggiormente stonate se dette da un magistrato, che pure in quel momento non avrà la toga, ma che certo sa di non essere al bar con quattro amici.
Un magistrato conosce (senza condizionali) la Costituzione, sa che esiste un Articolo 21 che tutela la libertà di parola e sa che esiste un Articolo 27 che sancisce la non colpevolezza dell'imputato fino a condanna definitiva.
Paragonare a sostenitori della violenza armata chi fa esercizio del proprio diritto in virtù del primo dei due suddetti articoli e ricorda a tutti, magistrati smemorati compresi, l'esistenza del secondo non è quanto mi aspetterei da chi ha il compito di applicare quelle leggi che da tale Carta Costituzionale discendono.
Infine si stava parlando di un caso nello specifico, quello della Panarello, che è ancora nella fase pre-dibattimentale, costituita da tre gradi di giudizio. E anche questo un magistrato lo sa. A meno che non si debba pensare che gli studi televisivi, oltre ad avere un effetto obnubilante sui telespettatori, ce lo abbiano pure sugli ospiti.
Errata corrige:
"un caso nello specifico, quello della Panarello, che è ancora nella fase pre-dibattimentale, cioè una fase che ancora precede i tre veri e propri gradi di giudizio previsti dal Codice"
Sarebbe la stessa Bruzzone vicepresidente della associazione antipedofilia Caramella Buona?
no comment
Riguardo alla vicenda sulle accuse di stalking non sono sorpresa, avevo letto sulla sua pagina esternazioni che da una professionista non ci si aspetta.
Kris
In Italia quasi 3000 innocenti all'anno in galera con una popolazione di quasi 60 milioni, negli USA con 316 milioni di abitanti 1000 innocenti all'anno in carcere per sbaglio, non so se questi dati sono reali, se lo sono dimostra come siamo messi con la ingiustizia Italiana.
Alessandro
Quando si dice che :tutti i nodi vengono al pettine!..
X Alessandro
Spiego meglio la frase che ho scritto e a cui ti riferisci.
La media fino al 2011 era di 2500 domande annuali per ingiusta detenzione. Ora si sta alzando, ma da tempo una legge creata ad oc ha posto rimedio all'emorragia economica che sarebbe risultata insostenibile. Prima di tutto non si parla più di risarcimento, si parla di indennizzo in base ai principi di solidarietà sociale (quindi paga il cittadino per gli errori giudiziari), poi si è stabilito un tetto massimo di 518000 euro circa (che può essere sforato solo se un giudice ritiene di sforarlo) e un indennizzo per ogni giorno di carcere di 235.87.
Ma non a tutti vengono rimborsati, anche se il Codice di procedura penale (art. 314, 1º comma) sancisce che la custodia cautelare è ingiusta quando un imputato all'esito del processo viene riconosciuto innocente per non aver commesso il fatto o perché il fatto non costituisce reato.
Non è più così, perché (in parole molto povere) lo stato può evitare di pagare anche solo se il giudic ritiene che l'imputato assolto, pur non c'entrando nulla con il delitto, poteva, in fase investigativa, dar adito a sospetti e, quindi, invogliare le forze dell'ordine ad arrestarlo.
Questo hanno scritto dei giudici nelle loro motivazioni:
Non ha natura di risarcimento del danno ma di semplice indennità o indennizzo in base a principi di solidarietà sociale per chi sia stato ingiustamente condannato o ingiustamente privato della libertà personale. Trattasi di una specie di indennità o indennizzo che si ricollega alla figura dell'"atto lecito dannoso": l'atto lesivo che ne sta alla base è stato infatti emesso nell'esercizio di un'attività legittima (e doverosa) da parte degli organi dello Stato, anche se, in tempi successivi, ne è stata dimostrata (non l'illegittimità, ma) l'erroneità o l'ingiustizia
Per questo motivo solo un terzo delle richieste viene pagato.
Però poi c'è il Consiglio d’Europa, l’organizzazione internazionale che tutela i diritti dell’uomo.
Il procuratore generale presso la Corte dei Conti, Salvatore Nottola, nel giudizio sul rendiconto generale dello Stato ha scritto e affermato che nel 2012 l’Italia è stata condannata a pagare indennizzi per 120 milioni di euro, la somma più alta mai pagata da uno dei 47 Stati d’Europa.
Ciao, Massimo
Ps. Comunque il totale degli indennizzi pagati non è la reale spesa che ogni errore dei magistrati comporta alle casse dello stato. Infatti non tengono conto né delle enormi spese sostenute durante la fase investigativa né di quelle altrettanto enormi sostenute per le fase processuali. Spese che senza errori non ci sarebbero...
https://apps.facebook.com/permalink.php?story_fbid=469255263113367&id=187970227908540
L'articolo di Massimo Prati solleva due questioni importanti: 1) la correttezza e 2) la credibilità di chi predica dal pulpito televisivo. All'indomani della condanna all'ergastolo di Sabrina Misseri e Cosima Serrano, ci fu una puntata di Porta a Porta in cui la dottoressa Bruzzone usò il termine "assassine", in spregio totale della presunzione di innocenza. Al di là della scorrettezza (morale, prima ancora che giuridica) dell'uso di questo termine in quel frangente, va osservato che la dottoressa non si esprimeva da una posizione neutrale, avendo avuto più di un ruolo in quella vicenda giudiziaria: come ex consulente della difesa di Michele Misseri, come testimone al processo. Anche in rapporto a ciò, l'articolo di Prati pone gravi e inquietanti interrogativi su cui riflettere, considerando l'effetto che i "giudizi" degli opinionisti producono sull'opinione pubblica. Chiedersi a chi viene messo in mano il megafono televisivo è doveroso e fondamentale.
Spero che vads presto in galera o quantomeno che le diano l' interdizione professionale per un po' di anno o a vita!
Si la Bruzzonè è vicepresidente di Caramella Buona
viste le ultime novità riguardanti il caso bossetti/gambirasio credo sia molto molto molto poco credibile... arrivista e senza scrupoli
"Gli antichi non sapevano, senza dubbio, far durare vite che tuttavia avevano un significato; i moderni sanno prolungare vite che non ne hanno; ma gli antichi, proprio perché davano un senso alla vita, ne attribuivano uno anche alla morte" (F. Schuon, 'Immagini dello Spirito', Mediterranee, 2006).
Sushruta celebre medico ayurvedico (ca V sec. AC) così definisce lo state di salute:
"L'individuo sano è colui che ha umori, il fuoco digestivo, i componenti tissutali e le funzioni escretorie ognuno in buon equilibrio, e che ha lo spirito, i sensi e la mente sempre compiaciuti".
Questa definizione considera i tre principali aspetti della vita della persona: corpo mente e spirito.
L'O.M.S. (Organizzazione Mondiale della Sanità) ha fatto letteralmente proprie questa parole nella sua definizione di salute: "La salute è uno stato di pieno benessere fisico, psichico e sociale".
Sono appunti che sto prendendo per spirito di ricerca personale. E la copio incollo perchè basterebbe che qualche associazione iniziasse a riparlare di cosa sia una persona sana, in salute, serena, alla ricerca del vero benessere interiore, dotata di calma e pace per capire che qui qualcuno deve fare sana autocritica. Quasi tutti, in verità. Non pensate?
Massimo Prati un orologio svizzero
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