giovedì 18 dicembre 2014

Omicidio Loris Stival: niente di nuovo sotto il sole mediatico…

Di Gilberto Migliorini


Ricostruire una vicenda drammatica servendosi di telecamere, con tutta la carica suggestiva delle immagini che appaiono oggettive nella loro ottusa e opaca registrazione… da un lato può condurci a conclusioni pertinenti e consequenziali, ma dall'altro rischia di imprimere nel fotogramma significati che l’immagine digitale non può avere, stante una neutralità dominata da automatismi ciechi e senza ratio. La tecnologia talvolta serve più a confondere che a sceverare. Gli amanti dei gadget e degli automatismi di pedinamento e registrazione elettronica rimangono delusi da telecamere dallo spin monco, inquadrature non proprio alla Antonioni, défaillance di software bacati o semplicemente fuori servizio, comunque occhi dallo sguardo miope quando occorre zoomare, e con accentuata presbiopia quando serve il dettaglio in primo piano. Anche quando registrano fedelmente non si sa bene quale sia l’ora esatta e come nel paradosso dei gemelli sembrano coordinarsi in dimensioni temporali inconciliabili.

Allo stesso modo testimonianze e vissuti degli attori al contorno, siano estranei o familiari, si sviluppano sull'onda emozionale, tentennando fisiologicamente, ondivaghe e contraddittorie, con la passione e lo sdegno che un fatto delittuoso accentua in un'audience amante delle suggestioni e sempre alla ricerca di qualche surrogato con il quale sfogare frustrazioni e delusioni personali. Un fatto drammatico si imprime sugli affetti e sulle percezioni con tutta la carica deformante che l’impatto emotivo crea in una comunità e in un ambiente familiare sconvolto dalla morte di un innocente. Altri fatti tornano alla memoria, nei quali l’opinione pubblica reagisce con quei sentimenti di orrore, costernazione, incredulità, sdegno, collera… 

Un’audience coinvolta dai propri vissuti e dalle proprie paure, e pronta a trarre conclusioni perentorie pensando che due più due fa quattro, mentre invece nella matematica degli affetti e delle emozioni subentrano non solo i numeri irrazionali, ma anche quelli immaginari che indicano l’esistenza di un modo interiore non sempre facile da decifrare. I confini dell’anima non li potrai mai trovare, e nel caso di Veronica Panarello potrebbe essere del tutto vero anche contro la logica del senso comune, anche al di là delle analisi criminologiche riguardo a una madre ritenuta colpevole per via di un pedinamento elettronico tutto da decifrare e che appare davvero sconvolta per la morte del suo bambino. 

Chissà se nel reticolo di strade e nell'occhio digitale esiste davvero l’assassina trasfigurata in piani di bit, immortalata in un percorso che non è soltanto quello fisico, ma quello che qualcuno addirittura si è avventurato a supporre che fosse un delitto pianificato con qualche eminenza grigia, un complice, come se una madre si alzasse per condurre i figli a scuola e con scaltra premeditazione avesse già in animo un delitto en passant tra le incombenze quotidiane, cercando di incastrare tutto a puntino, con lo scrupolo della massaia e l’esperienza di un serial killer. Più che un giallo sembra l’incipit di un nuovo genere fanta-poliziesco con quel tocco tecnologico degli occhi elettronici che inchiodano la madre assassina e che per un oscuro e fantomatico movente (da definire strada facendo sulla scorta di ulteriori elementi investigativi ancora da assemblare) decide di far fuori suo figlio con un piano diabolico incastrando tempi e modi (omicidio, occultamento e depistaggio) tra una puntata alla ludoteca, uno strategico smaltimento di rifiuti e un diabolico diversivo per un corso a Donnafugata che già dal nome dovrebbe metter sull'avviso il detective scaltro che sa fiutare anche l’indizio meno evidente.

Quel fatto della donna che consegna volontariamente le fascette alle maestre, davvero un’assassina che vuole depistare! Ritorno del rimosso o semplicemente avvertenza per evitare che la stessa sorte possa toccare ad altri infelici?

Da un lato ci sarebbero le telecamere che nella loro fredda oggettività indicano che la madre di Loris o mente o non ricorda lucidamente quello che ha fatto in quel giorno drammatico. Certo una mente sconvolta dal dolore può smarrire la lucidità che le consente di ricostruire in modo organico e plausibile i suoi ricordi, mescolandoli e sovrapponendoli in una dolorosa rievocazione senza capo né coda. Dall'altro però qualcosa non torna, non combacia non tanto con la dinamica ricostruita dagli inquirenti (da mettere al vaglio di un contraddittorio), quanto con le motivazioni e le pulsioni che entrano in gioco, con quell'alternanza di stati d’animo indecifrabili alla luce degli elementi oggettivi raccolti. Non solo il movente (che in sé ha un significato criminologico convenzionale e che nella fattispecie è un puro fantasma, non esiste proprio) quanto il rapporto madre-figlio, la dinamica alla luce dell’anamnesi e dei vissuti di una donna con un’infanzia difficile (ma quante madri hanno avuto un’infanzia problematica… e hanno amato ancor di più i loro bambini) e che comunque appare agli occhi di chi la conosce davvero come madre amorevole, dolce e affettuosa, incapace di compiere un delitto sulla propria creatura e per giunta senza un motivo plausibile e utilizzando uno strumento che richiederebbe un’esecuzione e una coordinazione non di impeto, addirittura una collaborazione della vittima per poter sistemare adeguatamente la fascetta sul collo (troppo inverosimile come scenario, più simile a un gioco del bambino finito male che a un delitto). 

E poi quell'immagine di donna affranta, dolente, sconvolta e annichilita. Nemmeno un’attrice da premio Oscar riuscirebbe a simulare l’angoscia e il dolore con tale intensità e naturalezza. Un dolore sentito, nessuna teatralità, nessuna finzione. Il significato dell’occhio della telecamera può sfuggire a uno sguardo inesperto che non sa riconoscere il dettaglio, che non possiede gli strumenti ermeneutici per decifrare i pixel di un’immagine dai contorni sfocati, ma non quello di una madre che sta soffrendo veramente e che non sta simulando. La signora non mente quando dice di non aver ucciso il suo bambino (indipendentemente da qualsiasi possa essere la registrazione delle telecamere in ordine a degli spostamenti).

Le notazioni psico-analitiche il più delle volte rischiano di essere qualcosa di appiccicato, come sull'albero di quelle figurine che non hanno né recto né verso. La mente umana, come ha annotato un grande filosofo, ha fondi e doppi fondi, più ancora di quelle ricostruzioni elementari di tante trasmissioni televisive con opinionisti da psicodramma, telenovele a uso e consumo di un pubblico alla ricerca di omelie criminologiche costruite con il taglia e incolla e rabberciate con i soliti luoghi comuni calati come mannaie sul malcapitato di turno. Una volta che si è deciso chi è il colpevole per decreto mediatico, la sua vita retrospettivamente viene ricostruita alla luce di quell'assunto con un effetto feedback. Si reinterpreta il passato come fonte deterministica del presente, aggiustando e adattando gli elementi anamnestici in un quadro capzioso e suggestivo, embricando un po’ qua e un po’ là fino ad ottenere un quadro d’insieme che abbia il look del verosimile. Si tratta di sunti criminologici a spanne, imbellettati da considerazioni ad effetto con appropriata terminologia psico-caratteriale che piace tanto a un pubblico assuefatto a quei personaggi ubiqui, clonati un po’ in tutte le reti, che dispensano il loro giornaliero vangelo criminalista con studiata nonchalance e che pontificano dall'alto di straordinarie competenze affinate su tanti casi mediatici trattati con sottile acume e proverbiale delicatezza…  

Sono i soliti protocolli, passepartout che vanno bene come il prezzemolo in quasi tutte le salse e con le ricorrenti tirate psico-socio-reattive. Ma non è escluso che, se poi il colpevole risulta innocente dopo ulteriori accertamenti, sia già pronta una nuova concatenazione di cause ed effetti che correggono e riconsiderano gli eventi del passato dando loro una nuova veste e nuovi significati, rapportandoli più o meno arbitrariamente ai fatti del presente e ai vissuti dei protagonisti. L’abilità è anche nel saper virare al momento opportuno, sterzare quando conviene, fiutando il vento come vecchi lupi di mare. Talvolta con bruschi colpi di reni, degni di un ginnasta sulla trave d’equilibrio, l’opinionista sa ruotare col vento un po’ di lasco e un po’ di traverso, talvolta di bolina quando qualcuno gli ha passato la notizia dell’ultima ora. Diagnosi per così dire in tempo reale. Il presunto colpevole viene riformattato con spirito di adattamento e riconvertito, vuoi in mostro, vittima, carnefice o semplicemente testimone. 

E se poi il tapino purtroppo è un assassino mancato, allora  viene abbandonato al suo destino di ignavia e solitudine, un figurante nemmeno degno di far da spalla. I supporter e testimoni a discarico poi… malvisti come la peste, non fanno audience e danno ai programmi un look di normalità che trasforma un cold case in una recita parrocchiale, convertono un evento delittuoso in una insulsa commedia senza suspense. Allora meglio mille volte l’insinuazione, il sospetto, l’allusione a qualcosa di torbido e inconfessabile che susciti l’interesse morboso di un target che ama i piatti forti, meglio ancora se conditi di depravazioni. Se poi non ci sono tutti gli ingredienti che servono all’uopo… si inventano, con la stessa vena creativa di un moderno feuilleton, si costruiscono gli indizi col pettegolezzo, la diceria, l’indiscrezione… e se non basta si fa uno scoop a tavolino con tanto di effetti speciali e un coup de théâtre, si costruisce una bella sceneggiatura ad uso e consumo di un pubblico che di solito abbocca all’amo senza tanti convenevoli. 

In fondo miscelando in modo un po’ diverso gli stessi ingredienti si possono ottenere ricette del tutto difformi, in qualche caso addirittura diametralmente opposte, comunque sempre appetibili per un target assuefatto alle semplificazioni e ai teoremi, amante del pruriginoso per potersi scandalizzare e sentirsi sconvolto per l’eccitazione. Basta davvero poco per spostare il baricentro in un delitto, immortalare l’assassino non solo con le telecamere di sorveglianza (sempre che funzionino e che siano sintonizzate), ma anche con il pregiudizio martellante e pervasivo, una sorta di fluido mortale che può trasformare chiunque in un carnefice prima ancora di un qualsiasi grado di giudizio, sull'altare o nella polvere, al settimo cielo o giù agli inferi, comunque protagonista e vittima di un sistema mediatico amorale e opportunista che usa le persone come carne da macello. La vittima vera, al di là di qualche solita frase di circostanza d’obbligo, funge più che altro da pretesto per dar sfogo a una serie convenzionale e ricorrente di recriminazioni, epiteti, anatemi, minacce, sfoghi emotivi, appelli, orazioni… nello stile stereotipato e liturgico del linguaggio figurato e delle retoriche già pronte all'uso. 

Per i bacchettoni è un’occasione ghiotta per abbozzare moralismi e istituire discorsi edificanti, insieme e in sintonia coi forcaioli che prima ancora di un processo, e perfino di aver qualche prova certa, sono già pronti ad alzare il patibolo e pretendono un giudizio sommario. Chi poco prima si era commosso, solidale nella pubblica opinione, ora manifesta sdegno, orrore e riprovazione in un crescendo che ha come posta in gioco chi grida più forte e la spara più grossa. È però il sospetto con le sue sfaccettature il sale di qualsiasi scoop giornalistico, il lievito che infonde un brivido nell'audience alla ricerca di emozioni forti a prescindere…. Dal frame del teleschermo i personaggi coinvolti sembrano gli attori di un film, maschere che recitano una parte e non uomini e donne in carne ed ossa che soffrono, innocenti o colpevoli che siano. Nel mondo virtuale dei media, vittima e assassino sono elementi intercambiabili, divisi soltanto da una differenza di ruolo. Lo status dei protagonisti è quello di personaggi di uno sceneggiato dove realtà e finzione non hanno mai un confine definito.

Gran parte delle analisi sociologiche e criminologiche degli opinionisti si basano sugli elementi biografici, interpretando e reinterpretando il passato alla luce di quello che si crede essere la logica del fatto mediante una sorta di immaginazione produttiva con un determinismo che spesso sconfina in considerazioni lapalissiane (care a chi piace riascoltare le favole di Cappuccetto Rosso o di Barbablù) o in conclusioni del tutto arbitrarie, ma pur sempre con quel linguaggio e quello stile da maître à penser di chi cala giudizi dall'alto di un sapere iniziatico e professorale senza veri riscontri ma con l’autorevolezza del frame del teleschermo. Rari i dubbi e quasi sempre a danno del presunto colpevole. Opinionisti che scodellano le loro certezze granitiche con un piglio sacerdotale come tanti Savonarola fustigatori di costumi e talent scout di criminali da dare in pasto ad un pubblico che ama visceralmente il lupo cattivo.

La spettacolarizzazione dei casi a delinquere, unito al giudizio sommario di persone che spesso poi risultano estranee ai fatti e assolte magari dopo anni di berlina, sta trasformando il nostro paese in un tribunale mediatico dove l’informazione e la disanima obiettiva sono sostituite dalla spettacolarizzazione e dal giudizio emotivo. Dietro a tale orientamento non ci sono solo interessi relativi al successo editoriale e giornalistico, c’è anche l’obiettivo di abituare il pubblico a giudizi di stomaco, di educare l’audience a non pensare e a non riflettere, ma a reagire emotivamente di fronte ad ogni situazione, ad ogni stimolo lanciato, sia che si tratti delle problematiche sociali, sia che si tratti della realtà politica.
Novità: Presto potrai ordinare e leggere "Outrage of Law", la versione americana de "La legge del Disprezzo"








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21 commenti:

TommyS ha detto...

Ottimo, Gilberto.

Massimo M ha detto...

Buongiorno Gilberto.
Questa volta non posso farti i complimenti:))))
O meglio, sempre interessantissimo ciò che scrivi, mi trovi d'accordo sull'analisi della spettacolarizzazione e sarebbe bastato quasi non scrivere niente............il titolo e quella foto (Chi vuoi eliminare?) forse "urlano" più di tante parole.
C'è un però che (però) vorrei farti notare.
Rispetto agli ultimi casi, questo è l'unico caso in si è avuta immediatezza di ritrovamento del corpo (mettiamo quindi in dubbio un'analisi estremamente facile di tipo autoptico?) e immediatezza di analisi di ricostruzione. Certo, trattasi di un film muto senza sottotitoli, forse sbiadito in più parti.........ma non abbiamo sempre sostenuto che il DNA da solo non basta e ci vuole dell'altro a supporto? Se il film muto da una parte indicherebbe in VP una raccontatrice di balle............(non tanto per il fatto che non verrebbe ripresa laddove forse neanche poteva essere ripresa.......ma per il fatto che dove veniva ripresa senza oltre ogni ragionevole dubbio proverebbe l'impossibilità tempistica di fare ciò che dice di aver fatto) dall'altra non riesce mai ad immortalare il piccolo LORIS in nessun posto. La POLO viene vista da testimoni? Il piccolo Diego muovere le braccia sul seggiolone? Loris mai!
Mentre in tutti gli altri casi recenti la spettacolarizzazione ha scritto intere pagine di indagine, qui è l'indagine che è stata spettacolarizzata....ed è diverso!
Il Film muto non ha soste. Parte da casa Stival alle 8:30 e arriva alle 9:41..........i titoli di coda sono del registro presenze di Donnafugata ore 9:55/10:00 circa.
Davvero si può credere che una certa desincronizzazione di tutte le telecamere sia così complicata da resettare per giungere al perfetto sincronismo di orario di tutti i FRAMES? Ma sincronizzare i filmati allo stesso orario è una sciocchezza...........al netto di eventuali reset di perdite ante o post degli orologi.
No perchè a mio avviso rischiamo anche di creare un precedente pericoloso. E cioè che le telecamere non servono a niente e non costituiscono indizio o prova di niente.
Il DNA, soprattutto quando è degradato, richiede tecniche di analisi che permettono di arrivare ad un risultato sulla base di sunti interpretativi attraverso percorsi (minimi) anche di errore.
Per quanto concerne la VP..........credo che siamo in ambito di soggettività. Dici che neanche un attore da premio Oscar?
Ma la VP non viene mai ripresa piangere. Barcolla su due stampelle umane ma cammina velocemente benissimo. Al canale si accerta, buttandoci uno sguardo, che la stessero riprendendo. Dalla procura dopo gli interrogatori barcolla sempre su due stampelle umane, ma quando esce da casa si "incappuccia" e cammina spedita dentro la macchina della polizia.
Secondo le dichiarazioni della sorella............collassa sul divano e dopo 2 minuti si alza e strappa dalle mani del marito le fascette per consegnarle alla maestre.
No perdonami............è soggettivo. Io ho suggestione di comportamento da attrice da premio Oscar. Tu il contrario. la verità non è la mia ma neanche la tua. E' un assunto che non può essere considerato a "difesa" della VP.
Per il resto...........ancora Grazie per la profondità con cui affronti certi argomenti. A prescindere............

Gilberto ha detto...

Caro Massimo M
Se leggi meglio il mio articolo non entro mai nel merito delle immagini delle telecamere, mi limito ad osservare che: a) vanno valutate in un contraddittorio b) possono risultare fuorvianti anche se vere dal momento che potrebbero indurre a conclusioni illusorie. Dico invece che qualsiasi siano le risultanze delle telecamere sono convinto che la madre non ha ucciso suo figlio e non perché entri in scena qualche altro (inesistente e fantomatico) mister X. Se leggi tra le righe (non mi sono espresso apertamente perché non ho abbastanza elementi) in un breve cenno lascio intendere il sospetto che potrebbe essersi trattato non di un delitto, ma di un incidente domestico (che in assenza della madre il bambino in un gioco abbia fatto tutto da solo). Mi avventurerei a immaginare quello che può essere accaduto e il seguito se avessi più riscontri. Per il momento l’unico evidente (piuttosto significativo) sono quelle fascette consegnate alle maestre che indicano la preoccupazione della madre circa la pericolosità di un oggetto dall’apparenza insignificante, quasi un modo per mettere tutti sull’avviso dell’esistenza di un pericolo subdolo e invisibile. La mia è per il momento solo un’ipotesi in mancanza di altri elementi che potrebbero falsificarla. Tu invece hai delle certezze ricavate da un film che però potrebbe anche portare a conclusioni del tutto fuorvianti…

Gilberto ha detto...

Dimenticavo di aggiungere che una persona è sempre innocente fino a prova contraria

ENRICO ha detto...

Massimo Emme

"Ma la VP non viene mai ripresa piangere. Barcolla su due stampelle umane ma cammina velocemente benissimo. Al canale si accerta, buttandoci uno sguardo, che la stessero riprendendo. Dalla procura dopo gli interrogatori barcolla sempre su due stampelle umane, ma quando esce da casa si "incappuccia" e cammina spedita dentro la macchina della polizia.
Secondo le dichiarazioni della sorella............collassa sul divano e dopo 2 minuti si alza e strappa dalle mani del marito le fascette per consegnarle alla maestre.


Ma COSA vai scrivendo ?

Ti rendi conto che stai traendo conclusioni sulla personalità di VP insinuandone la malafede sulla base di qualche fotogramma e di un episodio, interpretato come una messinscena da chi ? dalla sorella ? sulla cui attendibilità è meglio stendere un velo pietoso perchè sarei imbarazzato a scrivere ciò che penso di lei ?

Massimo Emme, scusami per la mia replica risentita ma il tuo post mi ha veramente infastidito.

Massimo M ha detto...

No Enrico,
trovo inaccettabile il tono e le parole che hai usato. Quando si fa un copia-incolla lo si fa di tutto...........e se fai il copia-incolla (quello che hai fatto) di un mio discorso lo devi fare tutto e non a pezzi..........e quindi in questo caso anche aggiungere:

No perdonami............è soggettivo. Io ho suggestione di comportamento da attrice da premio Oscar. Tu il contrario. la verità non è la mia ma neanche la tua. E' un assunto che non può essere considerato a "difesa" della VP

Che lascia intendere esplicitamente che la mia è una semplice suggestione che non ha nessun valore (la verità non è la mia) come non ha nessun valore l'idea da Non attrice da premio Oscar che sulla base delle immagini si fa Gilberto.

Ciò mi dispiace parecchio perchè un conto è contraddire e scambiarsi idee diverse e anche criticarle, un conto è essere scambiato per un autentico deficente e cretino che sulla base di videoriprese si fa un'idea sulla personalità di una persona.
Se avessi aggiunto il copia-incolla finale avresti capito che intendevo proprio che sulla base di videoregistrazioni non si può esprimere un giudizio sulla personalità di una persona, nè se lo si esprime intendendo Attrice da premio Oscar nè se lo si esprime Non Attrice da premio Oscar.
E me ne dispiace

Massimo M ha detto...

A Gilberto
Forse non hai seguito la discussione nell'articolo precedente ma io non ho nessuna certezza che VP sia l'esecutrice dell'omicidio. Sono state sempre queste le parole che ho scritto. Ma ho sempre sostenuto, tranne nelle prime ore inziali in cui non credevo alla responsabilità della madre, che la VP è responsabile, intendendo anche una eventuale complicità omicidiaria eventuale. Sulla responsabilità indiretta o diretta della madre sono certo, non conosco però la dinamica o le dinamiche che potrebbero essere molte..............anche un gioco finito male del bambino stesso certo (il bambino sembrerebbe ancora vivo nel momento in cui è stato gettato nel canale).
Per me la consegna delle fascette è stato solo un modo per deresponsabilizzarsi e per cercare di convincere il marito sospettoso davanti alle maestre...........dimostrandogli che effettivamente esperimenti di scienze li stavano facendo in classe. Poco importa se le maestre negheranno l'uso delle fascette.......ma tanto da rendere plausibile l'evento per cui LORIS aveva richiesto le fascette per Scienze, magari mentendo alla madre. E il padre di fronte a questo pensiero avrebbe in parte dubitato dei suoi stessi sospetti.
Perchè le fascette indica che si troverebbero dentro lo zaino.........zaino che non si trova. Solo lei VP può sapere che le fascette sono compatibili..........come sarà accertato dopo.

Dimenticavo di aggiungere che una persona è sempre innocente fino a prova contraria

Sono d'accordo con te.

ENRICO ha detto...

Massimo Emme

ovvio che la tua sia " una semplice suggestione" del tutto personale e non una verità rivelata !

Ciò non toglie che le motivazioni da te riportate , relative al brano che ho stralciato dal tuo post e attraverso le quali avresti elaborato questa tua "suggestione", mi siano sembrate del tutto improprie, superficiali e sotto un certo aspetto anche indelicatamente sarcastiche ( " Barcolla su due stampelle umane " ripetuto con malcelato compiacimento per ben due volte)

Carmen ha detto...

Seguo sempre il blog, anche se questo è il primo commento che lascio.
Sono d'accordo in tutto con Massimo M, sia sul fatto che le telecamere hanno anche loro la loro valenza e se dimostrano che in un tal posto la macchina non è andata, vuol dire che non è andata e qualcuno mente. Anche io ho notato sfavorevolmente che la VP barcolli in altre occasioni mentre invece cammina spedita e non ha cedimenti quando viene portata in procura. Il che può anche non voler dire niente, ma dimostra come non sia univoca la considerazione che sia una donna affranta dal dolore.

Anonimo ha detto...

@Enrico non vedo tuoi commenti sulla "certezza"

di Gilberto ,continui ostinato su Massimo M e

le sue certezze, perlomeno basate su balle e

telecamere,cose concrete. Le telecamere

inchiodano e di brutto(recente il caso

Palleschi, poi Bossetti)mentre le altre cose

tipo orario morte dedotto da autopsia, quello

si e` ballerino(Ranalletta docet).
La certezza di Gilberto: "E poi quell'immagine

di donna affranta, dolente, sconvolta e

annichilita. Nemmeno un’attrice da premio Oscar

riuscirebbe a simulare l’angoscia e il dolore

con tale intensità e naturalezza. Un dolore

sentito, nessuna teatralità, nessuna finzione.

Il significato dell’occhio della telecamera può

sfuggire a uno sguardo inesperto che non sa

riconoscere il dettaglio, che non possiede gli

strumenti ermeneutici per decifrare i pixel di

un’immagine dai contorni sfocati, ma non quello

di una madre che sta soffrendo veramente e che

non sta simulando. La signora non mente quando

dice di non aver ucciso il suo bambino

(indipendentemente da qualsiasi possa essere la

registrazione delle telecamere in ordine a

degli spostamenti)."
Dopo questa deduzione da Oscar mi vado a

guardare 4Grado, con crozziana viva e profonda

soddisfazione! fran

Escamillo ha detto...

@ Carmen

tu scrivi : "Anche io ho notato sfavorevolmente che la VP barcolli in altre occasioni mentre invece cammina spedita e non ha cedimenti quando viene portata in procura. Il che può anche non voler dire niente, ma dimostra come non sia univoca la considerazione che sia una donna affranta dal dolore."
Tradotto, staresti dicendo che : se non barcolla potrebbe voler dire che non sia affranta dal dolore ? E cioè che la decifrazione della sua “postura” potrebbe essere un significativo elemento investigativo al punto da poter rappresentare un grave, preciso e concordante indizio di colpevolezza ?
Se questo è il biglietto da visita con il quale ti presenti nel blog , andiamo bene !
Preciso che prima di esprimerci con sufficiente credibilità sulla colpevolezza VP sarebbe bene conoscere le "carte" comprensive dell'individuazione del movente, della descrizione il più possibile verosimile della dinamica del crimine, seguite dai risultati dell'autopsia e da quelli tecnici sulle videocamere ma SOPRATTUTTO precedute da una perizia psichiatrica a cui l'imputata non è ancora stata sottoposta cosa che non ha impedito al Gip di rilasciare alla stampa gravissime valutazioni sulla personalità di VP - senza tuttavia possederne le competenze adeguate e tantomeno i riscontri medico-specialistici - affermando che “la donna ha “ un'indole malvagia “ che è "incapace di controllare gli impulsi omicidi" e che ha ucciso con “ evidente volontà di volere infliggere alla vittima sofferenze

Dudu' ha detto...

A mio avviso, non sono state raccolte tutte le testimonianze, plausibili, e anche incerte, i giorni a seguire il 29 nov, non si è cercato di ricostruire dettagliatamente a che ora entrano i ragazzini in classe, chi c'era in classe alle 8.30. A che ora ognuno di loro e' arrivato,chi invece era in ritardo.Non si e' cercato di divulgare notizie in modo da far valutare le persone del luogo incoerenze per far emergere e manifestare dei dubbi da parte dei cittadini. E' stato sbandierato un " chi sa' parli" in una terra culla dell'omerta'. In due giorni e' stato puntato un colpevole, liberando il paese da qualsiasi resonsabilita'. È stato dato adito, forse, a parole di un cacciatore , lo stesso che poi nelle interviste andra' dire " sono sulla pista giusta". Lo stesso verrà indagato e prosciolto, aizzando tutti sulla madre,e avendo come prova il Martedì seguente, una assenza nelle telecamere. Nessuno che abbia puntato un mega fanale sul mulino"nero" e loschi affari che ci girano attorno.Il ritrovamento di Loris avviene al buio e non ci sono giornalisti che fanno inchiesta, ma semplici cronisti incalzati dal loro editore a far notizia.
Non si puo' nascondere che le telecamere inquadrano l'auto della Panarello in luoghi o strade in cui , in quelle circostanze, non doveva esserci.tutto da verificare, ovvio. Personaggi che diventano testimoni, benche' sia anni a dir della Panarello, e degli stessi, che non si frequentano. Telecamere che ci dicono che Loris non c'è e nostro malgrado dobbiamo prenderne atto. Orari che si confondono, in videoriprese con testimoni di fatti, ma senza colpevoli. Ci sono diversi dubbi da dipanare, la domanda che forse dovremmo porci e' : quali altri dati mancano per aggiungere un po' di verità? Mi farebbe piacere avere qui ,se possibile, un elenco di dati attendibili su cui ripartire. Nel mio elenco , creato fra le info che avete postato e le info giornalistiche manca:
-Son state fatte indagini sugli spostamento del 29 del signore del mulino?
-la Panarello ha fatto qualche descrizione se al suo arrivo a scuola se c'era o non c'era gente intorno alla vigilessa, e se si, qualcuno di loro era identificabile?C'erano auto davanti o dietro di lei(VP)? Solitamente ci si conosce tutti visivamente.
- se sono riusciti ricostruire il passaggio di VP intorno la rotonda che porta al mulino, sarebbe da indagare chi altro e' passato di lì e valutare possibili altri come sospetti?
- oggi siamo a conoscenza se sta povera creatura era asciutta, se era umida, o altro?
-VP dice di essere in ritardo. È in ritardo perche' di solito parte alle 8, oppure alle 8.15?
- I dati divulgati non collimano, c'è modo di averne altri più precisi?
-è una matta?
Premettendo che e' difficile scindere ciò che è vero da ciò che e' artificioso, forse abbiamo bisogno di creare appunto dei dati certi su cui ripartire.
Cio' che hanno registrato le telecamere è certo, è il lavoro nella ricostruzione che lascia dei dubbi, io questo vedo.
Mi sentirei di escludere un autonomo gioco solitario come causa di morte, non è possibile legarsi da soli le mani, tanto meno il collo.

Dudu' ha detto...

Propenderei piuttosto immaginare che a scuola non lo ha portato , il bimbo è sceso in garage (Pino o Massimo l'avevano ipotizzato qui) ha scoperto qualcuno in garage ,e questi l'ha tramontito, legato, forse il bimbo ha tentato di urlare e l'ha ucciso. Forse il delitto è accaduto all'interno di qualche garage, nella palazzina. L'omicida aveva a disposizione le chiavi della polo nera, ha portato al mulino il corpo , e poi ha parcheggiato l'auto sotto casa, a questo punto mi devo porre due domande, aveva avvisato la Panarello di aver portato lui a scuola il bimbo, avvertendo di non preoccuparsi , di non dirlo a nessuno? Se copre qualcuno, è perché questi è una persona importante del paese? È una persona che di nascosto gli ha prestato dei soldi, che le ha creato un alibi in qualche circostanza?

C'è sempre quell'immagine,la modalità di uccidere questo bimbo
, che mi fa' pensare che non doveva parlare.
- I giornali hanno raccontato, che la sera del venerdì Loris non era andato al corso di arti marziali. È fondata questa notizia?
Ciao Dudu'

Carmen ha detto...

@Escamillo.
Grazie per il tuo benvenuto sul blog!
Se leggi bene ho scritto di aver notato sfavorevolmente come in alcuni casi la VP barcolli ed in altri no. Non ho scritto che ciò sia un grave indizio di colpevolezza, Dio mi liberi dal pensare una cosa tanto stupida, ma solo che lo avevo già notato, come altri del resto, sfavorevolmente.
Poi ognuno è libero di pensarla come vuole,infatti a me personalmente stupisce che tu invochi SOPRATTUTTO di far precedere le carte sulle telecamere e dell'autopsia da una bella perizia psichiatrica ...mentre invece questa come si sa può venire in un secondo tempo, oppure anche mai, come ci hanno insegnato altri noti casi. Comunque lo stesso avvocato della difesa di VP dice che se è stata la sua assistita, le parole del GIP sulla sua indole malvagia sono corrette.

Anonimo ha detto...

il dna sotto le unghie non ha riscontri con quello della madre. direi che chiude il cerchio, se le cose fosse andate come ipotizzato la piccola vittima non avrebbe avuto la possibilità di incontrare altri la mattina.. quindi le cose non sono andate come ipotizzato.

Lo so, è Natale, dovrei farvi gli auguri, ma penso che forse quella mamma dovrebbe stare con la creatura che le resta.

anna ha detto...

Il dna non è' della madre
C e una seconda persona coinvolta che non si vuole trovare
Ripartire dal traffico d armi e il cacciatore aveva delle armi abusive
Dalle dichiarazioni del padre di Loris che disse questa volta lo ammazzo con le mie mani
E dal orario della morte che all inizio si disse essere statà nella tarda mattinata per poi aggiustarla come faceva comodo
Dalle persone che hanno visto Loris in giro intorno alle 9 e 10 già senza zainetto
Dalla testimonianza del proprietario del vecchio mulino che dice di essere stato lì dalle 8 alle 11
Quindi il corpo di Loris e' stato portato dopo quel ora e la mamma ha un alibi
Perché non si prova a fare la ricostruzione con tutti questi elementi
Chi ha cercato di depistare all inizio dicendo che loris subiva violenze quando invece non è' vero?

Dudu' ha detto...

@Mimosa
In risposta a delucidazioni
si, ci provo.
1) Facciamo finta che non avevo amici attorno
Rimangono le mie sensazioni. Quello che io so' di aver vissuto. Sono scesa dall'aereo, fatto check in e mi sono inoltrata all'uscita, preso taxi,e scesa in prossimità della destinazione.Fino qui per me è limpido e chiaro il ricordo. Di la' della strada vedo delle che stanno massacrando di botte qualcuno. Il ricordo finisce qui. La mattina seguente mi sveglio spaventata e impaurita, sono emotivamente alterata e non riesco ricordare la sera precedente, ma so' che e' successo qualcosa, mi ricordo di urla e uomini; a tentar di ricordarlo mi opprime e mi offusca la mente. Sono come intorpiditi i miei pensieri, non riesco ragionarci sopra e mi rendo conto che non ricordo nulla, se non il nostro arrivo davanti l'edificio con il taxi e quelle persone , non ci capisco niente.Poi, mi verrà ' raccontato tutto,e mi verra' raccontata la mia reazione attonita davanti a quella scena. Ora, se mi venisse chiesto chi ti ha accolto quella sera, chi si e' presa cura di te, chi ti ha messo a letto, io non so' dirlo, non ricordo. Pero' sono consapevole che c'è un vuoto;c'è un vuoto di quasi quattro ore e un sonno tormentato .Ha, non mi è stato somministrato nessun farmaco.
Quindi, non sono in grado di dire come sono salite in camera le valigie, e tutto il resto sopra descritto.
VP ha saputo dire cos'ha fatto quella mattina, in certi momenti un po'confusamente (questa strada piuttosto che un'altra, ho portato via il sacchetto prima, no anzi poi....) ricostruisce quindi tutti i momenti di quella mattina, e non ho trovato,in nessun articolo, venga riportato che non si ricorda qualcosa, ma anzi, ricostruisce passo passo quelle ore, senza mai smentirsi. Questa è l'impressione che a me ha dato. Le dichiarazioni fatte il sabato sera ai carabinieri...la confusione che puo' esserci stata con le dichiarazioni della domenica...ci sta'...ma la coerenza di fondo sembra esserci sui fatti di quel giorno, sopratutto non si è mai smentita. È STATA smentita dalle ricostruzioni video,le quali al momento non sono ricostruzione certa, comunque da verificare.
ciaoDudu'

Anonimo ha detto...

Buonasera a tutti, tanto tempo che non partecipo a questo forum ma vi leggo sempre, appeno possibile. Spero di trovare presto modo di scrivere qualche riga anche io, per il forte interesse, ma anche per il forte disagio che mi suscita questa tragedia, ad iniziare dall'ordinanza di fermo.... fin d'ora noto l'intervento di Dudu' come consono ai miei molti dubbi. Il ritrovamento al mulino nero o mulino vecchio, da la sensazione di un messaggio, che apparentemente molti hanno saputo "cogliere", addirittura anticipatamente nel caso del "cacciatore", che li' si precipita ad occhi chiusi... e visto che PC, l'ex maresciallo proprietario del mulino lui stesso insinua con apparente disinvoltura che li' il bambino potrebbe esser stato portato per puntare il dito sul mulino. Non è stato molto divulgato ma sono stati fatti accurati rilievi scientifici all'interno stesso del mulino, il giovedi' dopo l'arresto di VP. Una storia scabrosa, cosi' la percepisco, in cui a mia opinione non puo' non essere coinvolto qualcuno di diverso dalla madre.

Una prima considerazione : la prima andata di VP in zona mulino verso le 8.30 non puo' essere considerata una "ricognizione" per ad esempio valutare la tranquillità del posto allo scopo di scaricarci il corpo in seguito. E' chiaro che se alle 8.30 il posto era deserto, un'ora dopo tutto avrebbe potuto mutare : VP non è quindi andata al mulino per questo motivo.
Seconda considerazione : VP sapeva come tutti dell'esistenza di molte telecamere. Risulta poco credibile che, se colpevole, non ne abbia tenuto conto e non abbia almeno escogitato una versione plausibile al suo non passaggio davanti alle telecamere presenti sul consueto tragitto verso scuola di L.

Anonimo ha detto...

Scusate, sono l'"anonimo" qui sopra. Volevo firmarmi, la prossima volta accedero' con un account, a presto. Justine

Anonimo ha detto...

Questa mattina, 29 gennaio, è andato in onda su Rai1 un inqualificabile delirio colpevolista ai danni dell'accusata Veronica Panarello. Due ciarlatani, gli pseudogiornalisti Andrea Biavardi e Cristina Lodi, hanno sparso criminale disinformazioni a piene mani. Il primo, utilizzando tutta una serie di sillogismi e proprietà transitive che non stanno né in cielo e né in terra (come il sostenere che tutte le immagine riprese dalle telecamere sono certamente nitide, deducendolo da una sola, breve ripresa andata in onda la sera prima a Porta a porta.) La seconda esponendo tutta una serie di considerazioni sul comportamento precedente dell'accusata che nulla hanno a che vedere con i fatti. Per questi pericolosi buffoni della stampa nazionali è evidente che la condanna definitiva precede i canonici tre gradi di giudizio. Non appena la procura di mette sotto la lente sei colpevole con sentenza passata in giudicato. Vergognoso.

Claudio Romiti

Rosa ha detto...

ora capisco perchè la Bruzzone mi ha minacciata di andare in carcere pure a me.