sabato 26 febbraio 2011

Livia e Alessia. Per i procuratori di Marsiglia e del canton Vaud sono morte, per me no.

Ditemi come si può indagare in maniera maniacalmente perfetta, perché è questo che si chiede a chi dirige le indagini investigative atte a cercare le persone scomparse, se non si ha la convinzione di trovare in vita chi è sparito. Nel caso di Livia ed Alessia Schepp ci troviamo di fronte a questa assurda situazione. Il procuratore di Marsiglia sta scaricando l'indagine perché, a suo modo di vedere, le piccole sarebbero state gettate in mare dal padre durante la traversata notturna. La sua convinzione si basa sul pianto ascoltato da una testimone che dormiva nella cabina accanto a quella di Matthias e dalle poche testimonianze raccolte sull'isola. Potrebbe anche avere ragione, ma se non l'avesse? Col suo comportamento contribuirebbe ad affossare le ricerche nonostante i corpi non siano stati ritrovati e non ci siano evidenze che dimostrino l'effettiva morte delle gemelline.

Fossi al suo posto, invece di seguire i pensieri pessimisti che gli balenano nella mente, seguirei realmente le tracce del padre per scoprire dove si è fermato a mangiare, a fare benzina, ad espletare i suoi fisiologici bisogni. Se lo Schepp è entrato in territorio francese verso le 18.30 del 30 Gennaio, se  per recarsi in Corsica è partito allo stesso orario della sera successiva, ha trascorso 24 ore nella sua giurisdizione, quindi una giornata piena. Pur non essendo obbligato a dormire in un albergo da qualche parte un piccolo pisolino lo avrà pur fatto! Pur non essendo obbligato per legge a lavarsi sarà pur entrato in qualche bagno francese! Pur non essendo obbligato a mangiare avrà pur messo in bocca un panino! E l'auto? Avrà pur fatto il pieno da qualche parte, non si va a zonzo per il mondo con la macchina senza benzina. E tutto questo lo avrebbe dovuto fare se era solo. Ma se lui stesso crede che siano state gettate in mare significa che in territorio francese erano presenti anche le figlie. E la dormita, i lavaggi, il mangiare, con loro al seguito, sarebbero aumentati ed avrebbero portato via più tempo dando ai tre maggiore visibilità.

Quindi il procuratore francese, Jacques Dallest, farebbe bene, invece di dar fiato ai polmoni e lavarsi le mani nel pozzo di Pilato, ad organizzare una vera ricerca e non fermarsi ai quattro fotogrammi delle videocamere di sorveglianza in cui, fra l'altro, le bambine non sono mai presenti. Il tragitto fatto dall'uomo lo conoscono, i distributori di benzina, i locali pubblici, anche quelli aperti di notte, sanno quali sono, le pensioncine, se non gli alberghi, sono sull'elenco telefonico, possibile che i suoi gendarmi non abbiano trovato una persona i grado di ricordare quello strano trio? Possibile che si adagi su una convinzione stupida che non ha riscontri in partenza dato che questi avvistamenti sarebbero obbligatori per credere che le gemelline siano salite sul traghetto e poi gettate in mare?

Ma con l'acqua del pozzo di Pilato si sta lavando anche il procuratore del canton Vaud, il signor Pascal Gilliéron. Quest'altro signore si dice certo che le bimbe non siano più sul suolo svizzero. Il motivo? Lo stesso adottato dal suo omologo francese, le gemelline erano sul traghetto e quindi non potevano essere rimaste in Svizzera. Ma bravi questi strofinatori di mani bagnate! Ed allora anche a lui occorre muovere delle critiche perché, a ben guardare, all'infuori di un avvistamento avvenuto nel primo pomeriggio in un paesino limitrofo nessun altro suo concittadino ha dichiarato di averlo incontrato o visto con le figlie. E a ben guardare sono rimasti a zonzo per le valli della sua nazione dalle due del pomeriggio alle sei di sera. Ed a ben guardare ci sono quattro ore fra un orario e l'altro, quattro ore trascorse dove?

Il procuratore svizzero dovrebbe concentrarsi su questi interrogativi, oltre a scoprire dove è stato il Matthias Schepp nella mattinata di domenica 30, invece di gettare la spugna perché, forse, non in grado di portare avanti il suo lavoro nel migliore dei modi. I movimenti dell'uomo li conosce e sa che non sono stati dettati dalla schizofrenia o da altre malattie mentali, sa che sono stati fatti in maniera calma e metodica, infatti nessun vicino lo ha notato diverso dai giorni precedenti, ed improntati ad uno scopo che non necessariamente dev'essere stato figlicidiario. Anche a lui rivolgo degli interrogativi. Possono essere rimasti in auto per quattro ore, a fronte di un tragitto che ne prevedeva la metà, senza essere stati notati? Ora capisco l'appello di Irina Lucidi che in televisione ha chiesto a tutti i volontari, svizzeri, francesi, italiani, tedeschi, di andare a cercare sui luoghi in cui il marito è passato. Sa che gli inquirenti del suo cantone non hanno affidabilità e, viste le parole del loro capo, neppure la vera voglia di continuare ad indagare.

Per cui, visto che fino a quando i corpi non si troveranno, ed a mio modo di vedere non si troveranno mai perché le probabilità di sopravvivenza sono maggiori di quella di una  eventuale morte, questi personaggi devono allungare il gomito e smettere di parlare a sproposito coi giornalisti. Facciano analisi logiche e ragionino a 360 gradi anziche staticizzare il pensiero e lavorare coi paraocchi. Ci sono troppi ma in questa triste storia, dei ma che portano a non ragionare sulla morte ma sulla vita. Se nessuno li segue, se si lasciano cadere, Livia ed Alessia non avranno più la possibilità di riabbracciare la loro madre. A meno che, come ho scritto in un altro articolo, Matthias Schepp non abbia quantificato un determinato periodo di sofferenza. In questo caso la richiesta a non suicidarsi rivolta alla moglie troverebbe una collocazione logica all'interno del piano, di certo sadico, elaborato dalla sua mente.

Se così fosse le piccole potrebbero tornare a casa loro, a dispetto dei procuratori pessimisti ed inconcludenti, e l'uomo dimostrerebbe a tutti che il suo era uno di quegli amori malati che girando come una medaglietta impazzita a volte divetava odio. 




18 commenti:

Stefania ha detto...

Un dubbio. Mattia compra due bibite a pochi chilometri da casa e le somministra alle bambine insieme al veleno. Aspetta di essere certo della loro morte e le mette dentro le valigie. A Marsiglia gira da solo, perchè le bambine sono ormai morte dentro la macchina. Si imbarca e getta le valige in mare. Premetto che anche io come te credo che ci siano molti indizi che possano far ben sperare che le bambine sono vive. Riguardo all'analisi da te fatta nell'altro post non avrebbe senso la macchina parcheggiata davanti casa per caricare delle valigie vuote, ma potrebbe anche non essere vera la testimonianza che le vede vive in un bar, e quindi potrebbe aver ucciso le bambine prima di salire in macchina. Riguardo alle indagini questa mia ipotesi potrebbe essere esclusa dal fatto che gli inquirenti dichiarano che in macchina non ci sono mai stati cadaveri. Ma se dentro le valigie, in un bustone di plastica,i cani possono comunque fiutare la passata presenza di un cadavere?
Mi sembra tuttavia improbabile che Shepp possa essere arrivato sul ponte dell nave con queste valigie senza incontrare nessuno, neanche del personale di servizio, e senza farsi sentire. Però non si può escludere. Che ne pensi?
Ciao Stefania

Unknown ha detto...

Irina stessa è andata dalla signora del paese vicino che le ha confermato di averle viste col padre, forse già le conosceva abitando poco distante. Quindi questa è una testimonianza sicura.

Per quanto riguarda i traghetti usulmente i borsoni si lasciano in auto. Però c'è la possibilita di andare nel ponte dove si sono lasciati, anche se i cartelli dicono che è vietato, e se non c'è anima viva di portare su delle valige. Ma è una operazione troppo complicata ed esclusa dai cani che, come hai detto, non hanno annusato la presenza di morti nei giorni antecedenti. Perchè i borsoni non fermano il fiuto dei cani.
Tutto porta da altre parti.

Al massimo si potrebbe ipotizzare un figlicidio nel territorio svizzero; suppongo che legando delle borse piene di mattoni ad un corpo morto questo rimanga ancorato al fondo di un lago, per dire, ma siamo nel campo delle fantaipotesi. Ciao Stefania, Massimo

Andrea ha detto...

Hola Massimo. Me llamo Andrea. He seguido este caso en la prensa por internet y en los enlaces de Facebook. Vivo en España y este caso ha desaparecido de los periódicos hace mas de dos semanas. Sus análisis son, desde luego, interesantes. Me gustaría hacer unas consideraciones. No parece descartamos que MS haya cometido un filicidio. Y que lo haya hecho con la intención de no decirlo a nadie (aunque luego de unos días lo haya escrito en una carta). Por eso planificó cada uno de sus pasos de forma sistemática, intentando no dejar rastros, ni cometer errores....Algo que puede en principio pensarse como frialdad pero, creo, debe ser relacionado mas con su propia formación -ingeniero- y su trabajo. Los ingenieros son prácticos están acostumbrados a planificar sus acciones, considerar el proceso y los posibles inconvenientes. Creo que es muy posible que él haya pensado en cometer este filicidio en el lugar donde luego iba a dejar los cuerpos. Y que ese lugar, es un lugar que solo él o solo él y sus hijas conociesen. Un lugar propio, solo de MS, donde la mamá Irina no pertenecía o donde ella no haya querido ir. He leído que en una de sus cartas MS acusaba a su esposa dejo querer ir a Neuchatel. Esa puede ser una pista. MS trabajaba allí. Conocía la ciudad, los accesos, las calles, los caminos, los bosques. MS era una persona que amaba la naturaleza y era un buen navegante. El mar, el agua, son lugares para disfrutar pero no son sitios de calma ni de reposo. El buen navegante lo sabe. El escribió que sus hijas descansan en paz. Creo que, si están muertas, es posible que sus cuerpos estén juntos, enterrados, en un bosque de silencio y de paz. Y que junto a ellos tal vez como epitafio, unas palabras de su padre en la grabadora que no se ha encontrado hasta
ahora. Creo que MS no quería que Irina supiese nada de sus hijas, pero en la desesperación de su final, no resistió y escribió que las había matado. Tengo hijos y una muy pequeña y cuando la miro solo deseo que estas niñas estén vivas y vuelvan con su madre. Solo es una hipótesis.
Soy arquitecto urbanista y trabajo en planificación territorial, habitualmente con muchos ingenieros.

Zucchero a velo e polvere di fata ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Zucchero a velo e polvere di fata ha detto...

Ho scoperto il tuo blog oggi, dalla pagina facebook dedicata ad Alessia e Livia.

Il giorno in cui il procuratore di Marsiglia ha rilasciato questa dichiarazione ho pensato come potesse riferire una cosa del genere alla stampa senza nemmeno avere una prova certa di quello che diceva né la minima sensibilità per il dolore della mamma e della famiglia delle bimbe.

La mia opinione è che siano vive, ma anche che - a meno che qualcuno scopra dove siano - difficilmente torneranno a casa perché il padre nella lettera ha scritto una cosa precisa (secondo quello riportato dai giornali) e cioè :"non le rivedrai più" e secondo me ha scritto questa frase perché era sicuro al 100% che Irina non le avrebbe davvero più riviste e avrebbe passato il resto della sua vita con questo dolore immenso di non sapere dove sono le sue bambine.

Ciao Ziva

Anonimo ha detto...

Caro Massimo,
Chiedo scusa: nel mio commento precedente ho sbagliato blog. Se vuoi, puoi eliminarlo. Io l'ho ripostato già nel blog relativo ad Avetrana.
Ciao
Roberto

Unknown ha detto...

Ciao Andrea.
La tua analisi potrebbe essere buona ma non tiene conto degli stivali militari. Gli stivali erano nei piedi di M.S. la mattina di domenica ed avevano molto fango sulle suole. Molto fango era anche nell'auto.
Ma la domenica pomeriggio M.S. prima di uscire si è cambiato ed ha indossato scarpe in camoscio.
Questo tipo di calzatura se va a contatto col fango lo assorbe e, anche se lavata, rimane segnata con un alone; ma il procuratore di Foggia non ha mai parlato di scarpe rovinate. Per cui è difficile sia andato in un bosco a seppellire le bimbe con scarpe non idonee, anche perché come hai sottolineato tu era ingegnere e quindi meticoloso. Inoltre per seppellire doveva usare un badile ed abiti idonei.

Quindi, a meno che non sia tornato a casa a lavarsi e cambiarsi prima di partire per la Francia, ma nessuno lo ha visto ed abiti sporchi di terra in casa non ve n'erano, non può averle sepolte da nessuna parte, neppure in un bosco.

Nelle sue lettere ha detto tutto ed il contrario di tutto. Infatti dopo aver annunciato il suo imminente suicidio ha anche invitato la moglie a non fare come lui, a non uccidersi.
In questa parte della lettera può aver voluto dirle di continuare a vivere perché le bimbe torneranno.

Però, è logico, nessuno di noi può sapere come in realtà sono andate le cose in quella domenica, quindi si può solo essere o pessimisti o ottimisti. Io sono ottimista.

Ciao, Massimo

Unknown ha detto...

Ciao Ziva. Nel sondaggio fra i lettori, chiuso proprio alle 14.30, la tua opinione è al 19%, la mia (spero tornino a casa) al 24%, come vedi siamo parte della minoranza in quanto il 57% ritiene, purtroppo, siano morte.

Ripeto anche a te quanto scritto ad Andrea. Nella lettera c'era anche scritto "non suicidarti anche tu", il che da intendere che forse Irina deve rimanere in vita perché le figlie potrebbero tornare. Ma anche il testamento da da intendere questo. Chi mai lascerebbe il suo patrimonio a chi sa già deve morire?

Solo in un secondo tempo scrive "se loro non ci fossero più", quasi a dire "se non venissero mai trovate". Una cosa è certa, il piano del padre è stato, ed è tuttora, sadico più che mai ed è stato congegnato per fare soffrire la moglie più che mai.
Ciao, Massimo

Zucchero a velo e polvere di fata ha detto...

Del testamento pensavo LA stessa cosa e anche del fatto che tutto ciò è stato fatto per far soffrire la moglie.

Io penso che non torneranno - e questa è la mia ipotesi, ma spero davvero tanto che qualcuno le riporti a casa o che le ritrovino - come hai ipotizzato tu.
Invece spero che la maggioranza abbia torto.

La domanda che mi pongo è: chi terrebbe le bambine con sé dopo aver saputo della morte del padre, visto le notizie e gli appelli disperati della mamma? Non credo qualcuno farebbe questo solo per soldi.

Ziva

Unknown ha detto...

Ciao Ziva (gran bel nome, è davvero il tuo?). Il computer di Matthias è stato da lui resetato qualche giorno prima, tanto che hanno trovato solo le ricerche sulle armi sui suicidi e sui veleni, quindi non è da escludere abbia trovato qualcuno che cercasse figli perchè non ne poteva avere, ed internet copre tutto il mondo, e lui era di origini canadesi. Metti che le abbia addormentate e consegnate ad un'altra coppia che magari aveva conosciuto e di cui si fidava. Se a due bimbe di sei anni gli si dice che i genitori sono morti in un incidente stradale si può riuscire a stabilirle in una nuova famiglia, ad insegnargli una nuova lingua e ad farle amare due nuovi genitori.
Io continuo a sperare, ma speravo anche per Yara ed invece da qualche minuto si dice sia stato trovato il corpo in decomposizione. Prima di scriverne ne voglio essere certo. Ciao.

Zucchero a velo e polvere di fata ha detto...

Lo apprendo ora da te di Yara, povera piccola! :-((

PS: Ziva è solo il mio nick, mai visto NCIS?

ANTONELLA ha detto...

Sono una madre anchio,sto provando un dolore immenso , sono vicina alla signora IRINA, quando la vedo in tv, mi si stringe il cuore e vedere con quale forza sta lottando,nell'ultima sua apparizione ho visto che sta cedendo, mi raccomando non lo faccia tenga duro ,anchio sento che sono vive , secondo me le ha consegnate a qualcuno che casomai ha proseguito in macchina verso il nord e magari dentro i borsoni che non si trovano x passare inosservati ,e' stato un vigliacco se li amava cosi' tanto come diceva, imparate che dalle separazioni ci si separa tra moglie e marito e non dai figli, e i dispetti non servono a niente bisogna accettare la realta quando un'amore finisce,auguri signora IRINA che DIO asolti le sue preghiere e anche di tutta la gente del mondo che sta pregando per lei e le sue stupende bambine , che tornano a casa presto.un abbaccio da ANTONELLA di TORINO

Anonimo ha detto...

Anche se pensano che siano morte,in svizzera x me debbano cercarle lo stesso , la madre ha diritto anche di sapere, se sono vive o morte, le ricerche devono continuare,in Italia la pensiamo cosi'.

Anonimo ha detto...

ANCHE YARA E' STATA RITROVATA, CON UN TRISTE RISULTATO, SPERO CHE PER LE GEMELLINE CI SIA ALMENO UN LIETO FINE CON RITROVAMENTO DI VEDERLE ANCORA VIVE E SORRIDENTI IN BRACCIO ASSIEME ALLA SUA MAMMA ..E RINCUORARE TUTTA LA NOSTRA AMAREZZA IN QUESTO MONDO DA SCHIFO..

Anonimo ha detto...

Da quando e' stata ritrovata YARA, in tv non si parla piu' delle gemelline scomparse, come mai ?e' stato per caso richiesto il silenzio stampa?qualcuno mi risponda , grazie ..

Unknown ha detto...

Nessun silenzio stampa, anzi, semplice e fisiologico intorpedimento dovuto alle non novità. Vai alla home page, ho postato un articolo ieri su di loro e su quanto si sta facendo per trovarle.
Se vuoi entrare sulla pagina facebook della madre, per sapere se ci sono novità interessanti, schiaccia su Missing alessia e Livia, è ad inizio pagina sotto gli articoli che arrivano dalla Polizia i Stato. Ciao, Massimo

ANTONELLA ha detto...

Grazie MASSIMO,
per la risposta e gli aggiornamenti,mi rattristava non avere notizie di queste bambine,
ti auguro una buona serata.
ciao da ANTONELLA

Unknown ha detto...

Buona serata anche a te Antonella. Ciao, Massimo