giovedì 30 dicembre 2010

I petardi di Gemonio venivano dalla Cina? No, da Roma.


Ecco, ci risiamo. I due petardi che a fatica hanno incrinato le vetrine della sede leghista di Gemonio, a pochi passi dall'abitazione di Bossi, non sono stati un avvertimento al leader della Lega ma hanno un mandante ben preciso, Roma ladrona! E ti pareva che il Senatur cambiasse strumento? Da quando è in campo, e sono vent'anni ormai, ci siamo rassegnati al lamentio che il suo flauto, una volta duro come le rocce alpine ora flessuoso come il Po padano, quotidianamente produce all'indirizzo della capitale. Mai che ci dica: "La lega ha fatto dei casini nell'amministrare i denari, come sempre da che esiste, e chi li deve avere non vuol più aspettare". No, non è così per i ministri del carroccio maestri da una vita a rigirar frittate. Come non ricordare quando, nel '99, additavano il Cavaliere chiamandolo imprenditore al soldo della mafia. Ora è diverso, col nuovo millennio fra i due è sbocciato l'amore ed è sparita la mafia. Adesso si chiama n'drangheta. 

Ma torniamo ai botti nella notte. Quelli ormai ci son stati ed occorre giustificarli. Per cui ci si affanna a cercar telecamere per far credere che nel periodo storico scandito dai pacchi bomba ci stiano bene anche i petardi di Gemonio. Va bene dai, hanno pensato i reporter padani, buttiamo tutto nel pentolone così nessuno ci capisce più nulla. 

Ma stavolta non si può fare, stavolta bisogna capire. Capire le parole del Bossi quando afferma che se si fosse deciso di votare non ci sarebbe stato l'attentato. Cosa vuole indendere con questa frase? Che significato può avere e, soprattutto, a chi è diretta? Certamente a Berlusconi che non ha alcuna intenzione, al momento, di andare alle urne. Ed allora cosa gli ha voluto dire il ministro più volgare del millennio?

Le interpretazioni possono essere tante, tutte più o meno fantasiose, e solo chi conosce realmente la storia del ventennio leghista pensa che portino in una sola direzione. Direzione praticamente confermata da Bossi con quella frase che lo giustifica, agli occhi di chi noi non conosciamo, ed addossa la responsabilità di quanto non è stato fatto dai suoi collaboratori, e per questo sono esplose le bombette, al primo ministro ed alla sua linea politica.

Ma chi ha acceso le micce? E perché lo ha fatto? Anche a queste domande vi è più di una risposta, ma quale scegliere? La Lega ha dato la meno probabile, alla palude romana poco importa (al momento) dei verdi padani, ma la più conveniente per crearsi uno spazio di tempo  utile. Spostare al centro Italia l'indirizzo investigativo può dar modo di ripianare le cose senza farle trascendere.

Purtroppo però le elezioni, come detto, forse non ci saranno, e senza queste neppure i tanti soldi che lo Stato mette a disposizione dei partiti per le campagne elettorali. Soldi che avrebbero fatto comodo a molti schieramenti, visto che s'è cercata la caduta del governo, ma soprattutto alle casse disagiate di chi comanda il popolo nordista. E perché non si andrà alle urne? Perché il Silvio è cocciuto e vuol proseguire con l'attuale governo. Quindi se alla Lega non arrivano soldi la colpa è di Berlusconi, da qui le parole dell'Umberto?

Dopo aver venduto la banca leghista ed aver detto grazie a Fiorani ed alla Banca di Lodi che gliel'ha acquistata, dopo gli investimenti sballati fatti in Croazia ed i leghisti condannati ad Udine, dopo i soldi libici di Gheddafi a fondo perduto, dopo quelli  presunti di Berlusconi per avere in mano l'atto notarile del supposto patto d'amore fra Lega e Pdl, dove troveranno ora Bossi & co. i denari per appianare i debiti residui?

Ma ormai è l'ora del veglione di capodanno, a questo ci si penserà dopo la Befana. Perciò, sotto i verdi tendoni, si dia il via alle danze e si preparino lo spumante e i mortaretti. Però quelli made in Cina, non quelli made in Rome.

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