mercoledì 22 dicembre 2010

I pacchi regalo? Geniali gli studenti di Roma!

Gli studenti hanno deciso di regalare pacchi regalo contenenti lettere con richieste di aiuto. Finalmente le idee giuste sono sbocciate! Di questo, se non vorrà fare la figura dello struzzo, dovrà tenerne conto chi riceverà i doni .



I cortei sono partiti alle 10.30. I nostri ragazzi hanno sfilano cantando sotto la pioggerellina romana sapendo di non poter bloccare la riforma ma di poterla ostacolare in futuro. Decidendo di regalare richieste di aiuto, una è andata al Presidente Napolitano, una alla CGIL, le altre alle categorie dei lavoratori capitolini in agitazione,  mentre ai politici hanno simbolicamente regalato pezzi di carbone, hanno finalmente scelto la strada che li allontana definitivamente dai movimenti degli anni '60 e '70.
D'ora in avanti non potranno più essere soli nel loro cammino e qualche politico sano, o anche le masse iscritte ai sindacati con uno sciopero generale, dovranno aderire e costringere questo governo, o i successivi, a modificare e rendere più godibile una riforma che anche gli stessi universitari non aboliscono completamente. Ora si è capito che non tutta la riforma viene bocciata dai comitati studenteschi, che però non vedono nel decreto gli sbocchi che è giusto ci debbano essere. Nel marasma dei giorni scorsi, in cui si è parlato più dei violenti che delle loro richieste, le persone comuni non avevano compreso il senso reale delle proteste. Oggi a Roma, fra i canti e gli slogan intonati dai babbo natale studenteschi, ci si rende conto che effettivamente una parte della ragione gli spettava di diritto. Per cui, anche se è chiaro che la riforma passerà, chi è addetto alle scelte politiche dovrà fare un mea culpa e trovare il necessario accomodamento fra i bisogni dello Stato ed i bisogni degli studenti. Da domani in poi, quindi, in caso di sordità governativa occorrerà che tutti gridino all'indirizzo del parlamento la rabbia che i giovani italiani ci hanno regalato e che noi faremo nostra. E' giusto eliminare gli sprechi, i baroni ed i raccomandati, su questo non ci piove, ma non si può gettare nello stesso cassonetto anche il futuro dei nostri figli. Chi ha orecchie per intendere intenda.

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