venerdì 10 giugno 2011

Livia ed Alessia. E' come se il vento ne portasse le voci


Forse ve ne siete dimenticati ma in Svizzera c'è un paese di nome Saint Sulpice che fino a pochi mesi fa nessuno, o quasi, conosceva. Lì abitavano, con la loro mamma, due belle bambine bionde di sei anni, due gemelline, Livia ed Alessia. Saint Sulpice è una tranquilla cittadina con pochi abitanti. Se ne sta seduta su una riva del lago Lemano ed in quello specchio d'acqua bagna, muovendole molto lentamente, le sue gambe. Come tanti altri paesi elvetici non ha fretta Saint Sulpice, non ha acuti, non ha urla, è uno di quei luoghi in cui ognuno di noi vorrebbe vivere quando sente lo stress prendere il sopravvento. Calma, silenzio, tranquillità e le onde del lago che si accostano pigre alla costa. Invoglia il pensiero Saint Sulpice quando gli occhi si alzano ad osservare l'orizzonte dove si stagliano, fiere, le alte montagne che paiono scrutare lontano e ridere di quelle metropoli, caotiche, di cui il vento porta loro il rumore. E mentre sei intento a scrutare, il pensiero cambia le forme perché ti si apre il respiro e l'ossigeno puro, mischiatosi al sangue, corre veloce e tocca punti del corpo che mai avrebbe sognato di riuscir più a toccare. Saint Sulpice è uno di quei luoghi che riconciglia alla vita e mai penseresti potesse accadere qualcosa di grave, un rapimento ad esempio.

Ma non sempre ciò che si pensa si fa realtà. E quanto non si crede possa accadere accade, il luogo cambia aspetto. Se una madre resta senza le sue figlie tutto ciò che prima era ora non è più. Ora le montagne fanno paura, il lago fa paura, il silenzio fa paura. Ora la notte non passa mai e le piccole ombre frastagliate diventano mostri che non vuoi combattere, diventano incubi che portano il sudore a bagnare cuscino e lenzuola. Ora il respiro non apre i polmoni ed il sangue ristagna mentre il cuore decellera i battiti e vorrebbe fermarsi. Ora il vento ti porta le grida e il dolore delle prede stanate sui monti. Ora ti senti impotente di fronte ad un mondo troppo grande, troppo popolato, troppo preso dal proprio egoismo, troppo sordo ai richiami che la tua voce, sempre più esile, cerca di fare. E volgi lo sguardo a Losanna e implori speranza. In fondo è nata da Roma, dai suoi militari, per questo la senti un po' tua. Ma lì di combattere ancora forse manca la voglia o non ne sono capaci. E nel lungo silenzio che arriva lontano i suoi sudditi armati, col tempo che passa, ti voglion portare nel buio della rassegnazione.

Ma tu credimi, nel lungo silenzio non sempre si nasconde una verità, molte volte dietro al fumo acre del silenzio si trovano sporche e perfide menzogne. Il lungo silenzio, ormai lo sai, nasconde in sé l'angoscia, ma questa  non deve portare la mente a pensare che tutto è finito, che nulla d'altro si può fare, che è l'ora di togliere la mano dal salvagente e lasciarsi andare. E' brutto vivere nel silenzio, lo so, è brutto il vedere che le onde non sono più impetuose e che il lago ora è calmo quasi niente fosse accaduto. Ma è nel momento in cui il vento è contrario e si fatica a camminare che occorre riunire le forze e spingere più forte per poter continuare, per poter arrivare dove la mente non crede si possa più andare. E' adesso il momento in cui occorre credere, in cui si deve saltare l'ostacolo e passare oltre la speranza e dire al mondo, ma soprattutto a sé stessi, che Livia ed Alessia non sono né sottoterra né sotto l'acqua di un mare o di un lago. E' negli istanti di buio mentale che la voce deve aiutare gli occhi e riportarli a vedere. 

Per fare questo deve ripetere all'infinito ciò che gli arriva dal cuore, che sono vive, che ancora hanno la loro madre in memoria, che la pensano, che ti pensano e piangono perché non sono con te. Esci di casa, liberati dai fantasmi che ti porti dentro, vai dove lui le ha portate e passeggia fra gli alberi. Gli alberi sanno, loro vedono, sono testimoni di quanto avviene al mondo e riportano le parole al vento. Chiudi gli occhi e ascoltali in silenzio, con fiducia. Non è facile, lo so, a volte non è neanche vero... anzi quasi mai è vero, ma può aiutare. Il silenzio è un bastardo che uccide lo spirito mentre il vento è la voce che umilia il silenzio. Se anche non fosse vero che gli alberi vedono e sanno, poco importerebbe perché stare appoggiati ad un tronco in una giornata di vento rinfresca i ricordi e bagna le guance. E se il ricordo è vivo le voci son vive, e se le voci son vive anche chi ora non ci è accanto è vivo. Ed avere questo pensiero in mente aumenta la forza e moltiplica la voglia di fare. 

Mai spegnere la luce e mai lasciarsi cadere, questa è la formula giusta per poter continuare a lottare. E se il corpo ricresce la mente ricresce. Getta la voce al vento, falla andar lontano e aspetta. Quando nel silenzio lo risentirai levarsi e muovere le foglie tendi l'udito ed ascoltane il brusio. E se la tua certezza non avrà abbandonato la speranza fra quel brusio troverai le loro voci.
Non mollare ora Irina, non te lo perdoneresti mai.




Leggi gli ultimi articoli sui casi di:
Sarah Scazzi


9 commenti:

Anonimo ha detto...

Come sempre,Massimo,colpisci il cuore di noi tutti.
Bea.

Melien ha detto...

Mai spegnere la luce e mai lasciarsi cadere, questa è la formula giusta per poter continuare a lottare. E se il corpo ricresce la mente ricresce. Getta la voce al vento, falla andar lontano e aspetta. Quando nel silenzio lo risentirai levarsi e muovere le foglie tendi l'udito ed ascoltane il brusio. E se la tua certezza non avrà abbandonato la speranza fra quel brusio troverai le loro voci.
Non mollare ora Irina, non te lo perdoneresti mai.
Grazie Massimo ♥

nico ha detto...

Grazie Massimo. Vorrei che Irina leggesse le tue parole, queste e molte altre che hai scritto per lei e per le sue bimbe. Magari lo fa, magari qualcuno le ha segnalato il tuo blog, anche questa é una speranza. Ed é vero che riempire il silenzio con i suoni della natura che ci sta intorno aiuta a sentire le voci di chi amiamo. La natura ci contiene, ha visto, conosce, puo' parlarci. E penso a Irina e so che in certi momenti ha la certezza che le sue bimbe siano vive. E la sua vita ha un senso solo nel continuare a cercarle, nessuno puo' permettersi di toglierle anche questo. Nessuna autorita' ha il diritto di smettere di cercare Alessia e Livia.

Sira Fonzi ha detto...

Ciao Massimo, molto bello questo post, ci tengo a farti i complimenti per la tua capacità di trasformare in parole i sentimenti.

Ieri a Quarto Grado il Procuratore di Foggia, raggiunto telefonicamente da Salvo Sottile, ha comunicato di aver trovato tracce di saliva, nel bagagliaio dell'auto, appartenenti ad una delle due gemelline.

Lo stesso ha aggiunto che le manderà ad analizzare, per sapere se sono presenti tracce di veleno e/o di sonnifero, ma prima di allora ha esortato tutti a non trarre conclusioni affrettate e soprattutto pessimiste.

La saliva, dice il procuratore, potrebbe anche essere stata trasportata con la manina da fuori, vista anche l'esigua quantità, ma oggi ben pochi hanno comunicato la notizia in maniera fedele ( non avrebbe avuto lo stesso effetto, meglio impostarla sul tragico) e nessuno, tra quelli che ho avuto modo di leggere, ha pensato di scrivere possibili alternative per spiegare la presenza di dna.

Leggevo sulla pagina di facebook dedicata a loro il commento di una ragazza che trovo interessante.

Lei sostiene che le bimbe potrebbero essere state addormentate o fatte entrare, con la scusa di un gioco, nel bagagliai per avere la possibilità di entrare in italia con loro, ma di essere ripreso dalle telecamere da solo
Un abile depistaggio insomma per far credere che fosse opportuno concentrare le indagini fuori dal paese, e dare così un enorme vantaggio a chi aveva in mano il destino delle piccole.

Ci sarebbero delle testimonianze di avvistamenti in Italia, una di queste è del 3 Febbraio, e ad aver dato questa notizia è stato un commerciante che avrebbe visto il papà con tutte e due le bimbe, tu ne sai qualcosa?

Sempre a Quardo Grado ho avuto il piacere di vedere il Parolisi che ha deciso di dare in pasto, ai tanti affamati che mangiavano tutto ciò che gli si poneva davanti, la sua verità.

Dalla stessa tavola, che cibava gli spettatori con notizie-pregiudizio, si è messo a nudo, e ha risposto a tutte quelle domande su cui gli altri avevano precedentemente creato castelli.

Tanti hanno dimenticato che ha perso una moglie, la mamma di sua figlia, che si sente perso e solo, che vive un incubo dove lo vogliono per forza far apparire un omicida.
Nessuno però ha dimenticato i suoi tradimenti.

Ciao Sira

Unknown ha detto...

Ciao Sira.
Il mio bimbo ha sei anni ed è capitato un paio di volte che mentre ero intento a fare rifornimento si togliesse la cintura di sicurezza e si sporgesse verso il baule. Una volta, sono certo perché l'ho visto, aveva la saliva in bocca e cercava di colpire la bomboletta antincendio. Ma è capitato anche che andando in montagna abbia avuto un imbarazzo di stomaco e gli sia venuto il vomito. Così gli abbiamo cambiato gli indumenti e quelli sporchi li abbiamo poggiati nel baule chiusi in una busta. Ma quando alla sera li ho tolti mi sono accorto che c'era una macchia, che ho provveduto a pulire, sotto la sporta. Un'altra volta mentre pulivo l'interno dell'auto ed avevo lasciato a terra la federa del baule, assieme ai tappetini, perché si asciugasse, mi sono arrabbiato perché la piccolina la stava leccando. Ma altre me ne sono capitate da sei anni a questa parte. E chissà quante ne sono accadute a Matthias Schepp. Con questo voglio dire che una macchia di saliva non significa nulla in quanto non è dimostrabile risalga al periodo della sparizione o ad altri. E mi meraviglio che il Procuratore di Foggia si sia prestato ad un minuto di diretta telefonica per raccontare una verità che di verità, fino a quando non ci saranno riscontri su eventuali veleni o sonniferi, non ha nulla. Poteva tranquillamente tenersela per sé e non far soffrire Irina, che immagino ora starà 40 giorni in fibrillazione, aspettando l'esito delle analisi.

Per quanto riguarda il Parolisi non l'ho visto ma mi aspettavo che con l'entrata in campo degli amici di Quarto Grado, Biscotti e Gentile, trovasse la forza di farsi intervistare partecipando in diretta. Buona trovata mediatica, non c'è che dire, ma perché farla ora? Non poteva intervenire dopo i funerali e risparmiarsi un bel mucchio di fango? Fango che comunque non smetterà di essergli tirato fino a quando non si stabilirà se Melania era o no al pianoro (Vedi Chi l'ha Visto che ultimamente sta facendo quanto faceva mesi fa Quarto Grado), e fino a quando non verranno dati al pubblico gli esiti delle analisi del Ris. Analisi che per scagionarlo completamente, anche senza avvistamenti al pianoro, dovrebbero trovare dna sconosciuti per confermare il suo racconto e la presenza accanto a lei di altre persone.

Massimo

mercutio ha detto...

X MASSIMO

E' giusta la tua considerazione sull'operato del Procuratore foggiano che, forse, per...eccessivo zelo ha ritenuto opportuno anticipare una notizia, solo per metà tale, aggravando, non volutamente, questo è certo, lo stato d'angoscia della povera Irina.
Voglio aggiungere qualcosa a proposito del caso Rea, e dell'intervista di Parolisi a 4° grado, nel corso della quale si è voluto vivisezionare, non sò se a ragione o meno, un assere umano già sottoposto a sostenere una battaglia impari, contro un'opinione pubblica fortemente aprioristica.
Il qualcosa che voglio aggiungere, e che non so se sia già stato ipotizzato, consiste in questo:
Se il Parolisi "fosse" l'assassino della moglie, avrebbe avuto bisogno delle 21 e non profonde coltellate, per ucciderla?
A lui, un soldato addestrato alle tecniche più letali, sarebbe bastato un solo, deciso colpo, per sbarazzarsi del "nemico".
Questa considerazione, non l'ho mai sentita circolare.
Che ne dici?
Ciao, mercutio

Unknown ha detto...

Che l'ho sempre scritto, che solo uno che avesse motivo per darne così tante può essere l'assassino. Ma questo spazio è dedicato a Livia ed Alessia e del Parolisi parleremo domani quando inserirò un articolo su Melania.

Quindi preferisco parlare del procuratore che non so quanto involontariamente abbia diffuso la notizia. Io credo che sapendo che in altre nazioni nessuno smuove una foglia lui abbi voluto far sapere che in Italia si sta andando avanti. Ma, a parer mio, sbagliando i tempi e le parole. Ciao Mercutio, Massimo

Anonimo ha detto...

Massimo, complimenti per l'articolo, eccezionale come tutti gli altri. E grazie per continuare ancora a parlare di queste due piccole, non passa giorno che non le veda riflesse nel visetto di mia figlia, anche lei di sei anni. Grazie ancora.
Claudia

Anonimo ha detto...

Soon daccordo con chi ha parlato del fatto che le bambine potrebbero essere state messe nel bagagliaio per arrivare in Italia. Ricordiamoci gli avvistamenti in Italia!