Ed ora il mondo del pallone è in subbuglio perché un grande casotto s'è scatenato in quel di Cremona. Ora le squadre di calcio tremano quasi fossero a meno di meno dieci. Ma cosa è successo di tanto grave? Niente di particolare, solo quello che da decenni accade, quello che è cosi se vi pare ed è così anche se non vi pare. E' accaduto che vi siano stati strani risultati fra le squadre di calcio che in classifica non erano a rischio di nulla. O perbacco, e chi ha lucrato e guadagnato abusando di questi strani risultati? A dire il vero in Italia nessuno ne ha beneficiato, qui hanno perso tutti o, per meglio dire, hanno guadagnato i Monopoli di Stato e le Multinazionali del settore. Per dirla intera le squadre che si accordavano tramite i dirigenti ci guadagnavano, chi si credeva un genio e diceva di essere in grado di addomesticare le partite ci ha rimesso migliaia di euro perché le partite non si facevano addomesticare. O mon dieu, direbbe Platini, e per quale motivo? Questo di preciso non si sa ma pare che tutti i calciatori fossero d'accordo fino al tunnel d'ingresso allo stadio, e la banda Bassotti sapendolo scommetteva. Ma in effetti si è scoperto che una volta in campo i calciatori non erano più d'accordo e che la banda Bassotti perdeva. Ma è una storia vera? Certo, direbbe un famoso pasticcere di Sondrio, è...
Quindi ci troviamo di fronte ad una nuova interpretazione della vecchia trama. E' accaduto quanto accadde ai pifferai che andarono per suonare ma furono suonati. Qui però non si parla di pifferi e pifferai, qui si parla della banda Bassotti. Una banda particolare, molto famosa nel mondo delle scommesse per la sfiga all'ennesima potenza, che pensava di imbastire trama e ordito e si ritrovava sempre senza cotone perché quanto si doveva attivare non si attivava mai e manco lo sapevano che mai si attivava. La causa principale veniva dal loro modo di fare, un Bassotto tabaccaio ed uno odontotecnico non dovrebbero avere certi atteggiamenti indisponenti ed invece li avevano. Facevano i duri quelli della banda. Infatti in una intercettazione i due parlano dell'assegno della moglie di Paoloni, un portiere millantatore rovinato dalle scommesse. Per capire i soggetti occorre leggerla. "Io ho l'assegno in bianco della moglie, mi dà più garanzie questo assegno della moglie che fa la professoressa e comunque ha sempre qualcosa da pignorare. Lei lo sa che noi ci abbiamo gli assegni suoi...».
Ed è da questa intercettazione che si capisce la loro appartenenza alla banda Bassotti, la più scalognata dell'intero universo, perché la moglie di Paoloni non sapeva nulla in quanto il marito l'assegno gliel'aveva rubato e dato che la firma non era sua il titolo non era pagabile. Erano alla frutta e si vociferava pure che addirittura gliela avessero rubata la frutta; e non sapendo da chi andare, non conoscevano nessuno i miseri tapini, finivano sempre dal Paoloni che non sapeva che fare ed inventava e millantava sperando di riuscire a beccare qualche partita di fila per mettersi almeno in pari. Ma non le beccava mai e la banda Bassotti ogni volta telefonava a chi il portiere millantatore aveva detto essere d'accordo sul risultato, a chi a suo dire era impelagato nel giro. Così chiamarono Corvia, che gioca nel Lecce, e lui li mandò a dar via il dietro ed informò la Federazione Italiana Gioco Calcio. Non contenti della figura fatta e non sapendo da chi andare si fidarono ancora del Paoloni e perdettero nuovamente. Ed allora chiamarono Quadrini del Sassuolo, l'impelagato per nulla impelagato, e lui li mandò esattamente dove li aveva mandati Corvia ed informò la Federazione Italiana Gioco Calcio. Ma la Federazione forse aveva qualcosa d'altro da fare perché non prese provvedimenti neppure sapendo chi cercava di combinare le partite. E la banda Bassotti, che aveva dato i suoi nomi a destra e a manca, anche a chi aveva chiamato la Federazione, che fa? Richiama Paoloni che gli da un'altra dritta che di dritto non ha nulla.
E quando vedono che il portiere non becca neppure quella, dopo che non ne aveva beccata mai una, che fanno? Lo chiamano e lo minacciano. "Poi veramente la gente ti viene a sparare, ti faccio vedere io che fine fai, vengo io a casa tua, i soldi a me velocemente, i 13000 euro se no stasera sono a casa tua, vai dove cazzo devi andare, dagli usurai o a farti ammazzare ma portami i 13mila euro”. Ma come, non aveva detto che andava lui a casa sua ad ammazzarlo? Imbecilli proprio quelli della banda Bassotti. Imbecilli e disperati se a fronte di giri milionari si aggrappavano ai 13000 euro dell'ormai sotterrato ed esausto Paoloni. Il bello è che loro son sempre stati convinti di aver influenzato i risultati quando in effetti sono stati i risultati ad aver influenzato loro. Insomma il quadro era desolante e nella Paperopoli che contava la banda non è mai arrivata. Eppure, ci dicono i magistrati, i coinvolgimenti erano tanti, le intercettazioni ancor di più e tutte piene di significato. E' vero, in una si parla di Del Piero, in un'altra di Totti, insomma a parole non si è fatta mancare nulla la banda Bassotti.
Una strana banda di mini-micro-dotati che per combinare le partite, lo dicono loro stessi, chiedevano soldi ad altri. Così è capitato abbiano fatto chiamare Beppe Signori dai suoi commercialisti per proporgli un affare che un affare non era. E' capitato che tirassero in ballo Doni, il capitano dell'Atalanta, e che ora lo accusino davanti ai magistrati, seppur non conoscendolo, perché ha stretto la mano, prima della partita, al capitano dell'altra squadra. Era il segno convenzionale per dire "siamo d'accordo" dicono quelli della banda. E se questo era il segno convenzionale tutte le partite degli ultimi 110 anni sono state combinate perché in ognuna i capitani si sono stretti la mano.
Ma a pensarci bene c'è qualcosa che non va in questo strano intrigo perché non è possibile che chi compra i calciatori per avere risultati sicuri alla fine dell'anno si trovi sotto di quasi un milione di euro. Sarà mica colpa dei Monopoli di Stato? Dovete sapere che al centralone elettronico che controlla i flussi degli incassi questi usano un marchingegno computerizzato in grado di stabilire, simultaneamente alla raccolta delle scommesse, se in più partite si stanno effettuando giocate anomale. Ed è facile capire che come sempre sono in vantaggio e non perdono mai. Ma si può anche ipotizzare che per vincere di più di quanto già non vincano una volta individuata la squadra vendutasi mandino dei loro intermediari ad offrire il doppio di quanto offerto dalla banda Bassotti.
Potrebbe essere perché nel 2010 su 37 partite con gioco anomalo la percentuale di perdita che hanno avuto è davvero irrisoria rispetto a quella di vincita. Insomma quelli che tenevano il banco ci hanno guadagnato una bella cifra e la banda Bassotti ancora una volta invece di rubare il forziere di zio Paperone ne è stata risucchiata dentro ed ha pagato il dazio a tutti i più grandi centri di scommesse internazionali. Avete presente quella pubblicità che dice "ti piace vincere facile?". Ecco, è quella che ha fregato la banda Bassotti. Non sono riusciti a capirla, non hanno compreso che a vincere facile non sono mai gli scommettitori ma sempre i Monopoli e le Multinazionali.
D'altronde certe multinazionali i denari per pagare, grazie agli scommettitori che non vincono mai, li hanno, mica li chiedono in prestito come ha fatto quella pericolosa organizzazione criminale.
Quindi ci troviamo di fronte ad una nuova interpretazione della vecchia trama. E' accaduto quanto accadde ai pifferai che andarono per suonare ma furono suonati. Qui però non si parla di pifferi e pifferai, qui si parla della banda Bassotti. Una banda particolare, molto famosa nel mondo delle scommesse per la sfiga all'ennesima potenza, che pensava di imbastire trama e ordito e si ritrovava sempre senza cotone perché quanto si doveva attivare non si attivava mai e manco lo sapevano che mai si attivava. La causa principale veniva dal loro modo di fare, un Bassotto tabaccaio ed uno odontotecnico non dovrebbero avere certi atteggiamenti indisponenti ed invece li avevano. Facevano i duri quelli della banda. Infatti in una intercettazione i due parlano dell'assegno della moglie di Paoloni, un portiere millantatore rovinato dalle scommesse. Per capire i soggetti occorre leggerla. "Io ho l'assegno in bianco della moglie, mi dà più garanzie questo assegno della moglie che fa la professoressa e comunque ha sempre qualcosa da pignorare. Lei lo sa che noi ci abbiamo gli assegni suoi...».
Ed è da questa intercettazione che si capisce la loro appartenenza alla banda Bassotti, la più scalognata dell'intero universo, perché la moglie di Paoloni non sapeva nulla in quanto il marito l'assegno gliel'aveva rubato e dato che la firma non era sua il titolo non era pagabile. Erano alla frutta e si vociferava pure che addirittura gliela avessero rubata la frutta; e non sapendo da chi andare, non conoscevano nessuno i miseri tapini, finivano sempre dal Paoloni che non sapeva che fare ed inventava e millantava sperando di riuscire a beccare qualche partita di fila per mettersi almeno in pari. Ma non le beccava mai e la banda Bassotti ogni volta telefonava a chi il portiere millantatore aveva detto essere d'accordo sul risultato, a chi a suo dire era impelagato nel giro. Così chiamarono Corvia, che gioca nel Lecce, e lui li mandò a dar via il dietro ed informò la Federazione Italiana Gioco Calcio. Non contenti della figura fatta e non sapendo da chi andare si fidarono ancora del Paoloni e perdettero nuovamente. Ed allora chiamarono Quadrini del Sassuolo, l'impelagato per nulla impelagato, e lui li mandò esattamente dove li aveva mandati Corvia ed informò la Federazione Italiana Gioco Calcio. Ma la Federazione forse aveva qualcosa d'altro da fare perché non prese provvedimenti neppure sapendo chi cercava di combinare le partite. E la banda Bassotti, che aveva dato i suoi nomi a destra e a manca, anche a chi aveva chiamato la Federazione, che fa? Richiama Paoloni che gli da un'altra dritta che di dritto non ha nulla.
E quando vedono che il portiere non becca neppure quella, dopo che non ne aveva beccata mai una, che fanno? Lo chiamano e lo minacciano. "Poi veramente la gente ti viene a sparare, ti faccio vedere io che fine fai, vengo io a casa tua, i soldi a me velocemente, i 13000 euro se no stasera sono a casa tua, vai dove cazzo devi andare, dagli usurai o a farti ammazzare ma portami i 13mila euro”. Ma come, non aveva detto che andava lui a casa sua ad ammazzarlo? Imbecilli proprio quelli della banda Bassotti. Imbecilli e disperati se a fronte di giri milionari si aggrappavano ai 13000 euro dell'ormai sotterrato ed esausto Paoloni. Il bello è che loro son sempre stati convinti di aver influenzato i risultati quando in effetti sono stati i risultati ad aver influenzato loro. Insomma il quadro era desolante e nella Paperopoli che contava la banda non è mai arrivata. Eppure, ci dicono i magistrati, i coinvolgimenti erano tanti, le intercettazioni ancor di più e tutte piene di significato. E' vero, in una si parla di Del Piero, in un'altra di Totti, insomma a parole non si è fatta mancare nulla la banda Bassotti.
Una strana banda di mini-micro-dotati che per combinare le partite, lo dicono loro stessi, chiedevano soldi ad altri. Così è capitato abbiano fatto chiamare Beppe Signori dai suoi commercialisti per proporgli un affare che un affare non era. E' capitato che tirassero in ballo Doni, il capitano dell'Atalanta, e che ora lo accusino davanti ai magistrati, seppur non conoscendolo, perché ha stretto la mano, prima della partita, al capitano dell'altra squadra. Era il segno convenzionale per dire "siamo d'accordo" dicono quelli della banda. E se questo era il segno convenzionale tutte le partite degli ultimi 110 anni sono state combinate perché in ognuna i capitani si sono stretti la mano.
Ma a pensarci bene c'è qualcosa che non va in questo strano intrigo perché non è possibile che chi compra i calciatori per avere risultati sicuri alla fine dell'anno si trovi sotto di quasi un milione di euro. Sarà mica colpa dei Monopoli di Stato? Dovete sapere che al centralone elettronico che controlla i flussi degli incassi questi usano un marchingegno computerizzato in grado di stabilire, simultaneamente alla raccolta delle scommesse, se in più partite si stanno effettuando giocate anomale. Ed è facile capire che come sempre sono in vantaggio e non perdono mai. Ma si può anche ipotizzare che per vincere di più di quanto già non vincano una volta individuata la squadra vendutasi mandino dei loro intermediari ad offrire il doppio di quanto offerto dalla banda Bassotti.
Potrebbe essere perché nel 2010 su 37 partite con gioco anomalo la percentuale di perdita che hanno avuto è davvero irrisoria rispetto a quella di vincita. Insomma quelli che tenevano il banco ci hanno guadagnato una bella cifra e la banda Bassotti ancora una volta invece di rubare il forziere di zio Paperone ne è stata risucchiata dentro ed ha pagato il dazio a tutti i più grandi centri di scommesse internazionali. Avete presente quella pubblicità che dice "ti piace vincere facile?". Ecco, è quella che ha fregato la banda Bassotti. Non sono riusciti a capirla, non hanno compreso che a vincere facile non sono mai gli scommettitori ma sempre i Monopoli e le Multinazionali.
D'altronde certe multinazionali i denari per pagare, grazie agli scommettitori che non vincono mai, li hanno, mica li chiedono in prestito come ha fatto quella pericolosa organizzazione criminale.
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