Non è la sconfitta dei giudici di primo e secondo grado, è la sconfitta dei Pm che, con costi a volte enormi, si intestardiscono su una pista ambigua che non porta in nessuna vera direzione se non in quella del pregiudizio. E' la sconfitta di quei gip che si appiattiscono alla procura non portando nulla di loro ma adeguandosi agli scritti di altri senza vagliarli con logica (non capisco ma mi adeguo), è la sconfitta di quei gup che per non far danno alla categoria se ne lavano le mani e portano a processo chi non dovrebbe andare a processo. Ed in tutto questo polverone si inseriscono i media che del pregiudizio fanno la loro prima fonte di guadagno accumulando numeri e non persone. Perché noi non siamo esseri umani per il marketing, perché lo share è un numero così come l'audience, perché il numero ed costo degli spot pubblicitari si misura in base allo share ed all'audience (a causa di questo "Mi manda Rai3" ha chiuso i battenti poco tempo fa), e non importa come si riesca a farli, non importa se ci saranno famiglie che ne soffriranno, l'importante è creare l'atmosfera morbosa giusta usando le parole giuste ed i filmati giusti. Filmati che per essere efficaci devono essere messi in onda continuamente, in maniera spasmodica. E, come fanno in periodo natalizio le industrie alimentari quando vogliono farci acquistare un pandoro o un panettone, anche la bicicletta, sosia di quella della madre di Stasi (alcuni sbagliando e non conoscendo bene i fatti ne misero una da uomo), sistemata a modo in un secondo tempo ha avuto i suoi bei momenti di gloria.
C'è comunque da star certi che anche questa assoluzione con formula piena sarà appellata dalla procura e portata in Cassazione. C'è da star certi che nessuno si deciderà a fare indagini alternative, a riprendere in mano quelle strane testimonianze, quegli strani movimenti di cui non si parla perché non inseriti agli Atti, non inseriti nei fascicoli inviati ai giudici. Quasi cinque anni di ritardo hanno sancito la vittoria del vero assassino, libero di viaggiare, di mostrare il suo volto sereno agli altri e libero, se gli capiterà un'occasione simile alla prima, di uccidere nuovamente. Questa è la vera ingiustizia da addebitare a chi vaglia a metà, fra i novanta ed i centottanta gradi, a chi si impunta perché la statistica dice che è il marito, l'amante o il fidanzato, di solito ad uccidere "la donna". Ma le statistiche, come da tutti i "grandi scienziati" ammesso migliaia di volte, sono destinate a cambiare con lo scorrere degli anni. Le "scienze", non sono in alcun modo certe ed inamovibili, se si esclude la matematica, ed hanno bisogno di aggiornarsi continuamente per non restare statiche e non morire immerse nella muffa.
Ma torniamo al 2007 e vediamo ciò che accadde in base ai dati certi ed a quanto portarono Accusa e Difesa in tribunale. E' il 13 agosto, Chiara Poggi è in casa sola (i suoi genitori ed il fratello sono in vacanza in Liguria), alle 9.10 digita il codice che disinserisce l'allarme e probabilmente apre la porta a qualcuno che conosce. Non fa in tempo a far nulla perché quasi immediatamente viene colpita alla testa, forse anche da pugni, con un oggetto appuntito, pare un martello a coda di rondine. Cade a terra, si mette le mani sulla nuca e le restano attaccati i capelli (ne verranno trovati 36, alcuni stretti fra le dita). A questo punto le ricostruzioni divergono e la forbice si apre all'inverosimile. Per la procura e per il Ris, la ragazza è stata trascinata fino allo scantinato da una sola persona che indossava scarpe numero 42/43. Per i consulenti della Difesa è stata spostata di peso, presa dalle spalle e dai piedi da due persone. Ed inoltre in casa ci sono tracce di scarpe numero 39, quindi la probabilità parla di una assassina e non di un assassino. Dopo questo occultamento estemporaneo, e nessuno ha mai cercato di capire la ragione per cui sia stata spostata in cantina e non lasciata sul pavimento, secondo il Ris l'omicida va in bagno e si lava con la doccia, non c'è sangue negli scarichi del lavello, ma preme sul dosatore di sapone del lavandino e lascia due impronte miste al sangue di Chiara, le impronte sono di Alberto Stasi, il fidanzato. Secondo la perizia della difesa le impronte di Stasi non sono miste al sangue ma sotto il sangue, ed in effetti la sera precedente il ragazzo aveva portato due pizze e mangiato con la fidanzata. Infatti le uniche sei impronte isolate sono le due sul dosatore (ma in realtà indistinguibili ed ammesse solo per logicità) e le quattro sui cartoni che contenevano le pizze.
Una volta lavato, dice sempre la procura in base a quanto portato dal Ris in un faldone di 260 pagine che contiene le prime perizie, Stasi è uscito salendo sulla vecchia bicicletta della madre e lasciando tracce del sangue di Chiara sui pedali. Stasi non era in quella casa la mattina del 13, sostiene la Difesa, in ogni caso non si capisce per quale motivo avrebbe dovuto usare la bici della madre e non la sua, ed il sangue sui pedali non è sangue ma saliva animale. L'alibi di Stasi, dice espressamente l'allora capo del Ris Garofano, non esiste perché il computer è rimasto acceso cinque minuti, in cui il ragazzo ha guardato la foto di una donna semi-nuda, poi si è spento ed una volta riacceso non è stato usato. Non è vero che non è stato usato, dicono i periti difensivi, ci sono almeno una decina di salvataggi alla tesi, fatti fra le 10.00 e le 13.00 dallo stesso Stasi, ed inoltre, solo forse inconsapevolmente, i carabinieri cercandovi all'interno spunti investigativi hanno fatto cancellazioni e modificato la memoria del computer prima che questo arrivasse al Ris. Il movente sono quelle foto di ragazzini nudi ed il materiale porno e pedopornografico presente nel computer e che Chiara avrebbe visto la sera precedente l'omicidio, insiste la procura. Assolutamente falso, affermano i periti. Il materiale è entrato nel computer tramite E-Mule in maniera autonoma (tipo virus) mentre Stasi visionava dei filmati porno, a volte li guardava anche Chiara con lui e ci sono filmati dei due in tal senso, ed in ogni caso la cancellazione, provata dai tecnici, risale alla prima metà di luglio e non alla sera prima (lo ammette anche il Ris). Inoltre i filmati da lui conservati erano in chiavette "usb" esterne, non inserite in computer quando Chiara lo aprì la sera prima per scaricarvi le foto dell'ultima vacanza.
Alberto Stasi, continuano i Pm affiancati dal Ris, ha affermato di essere andato poco prima delle 14.00 in casa della fidanzata, dopo averla ripetutamente chiamata al cellulare e non aver ottenuto risposta. Ma sulle suole delle sue scarpe non c'erano tracce ematiche, cosa impossibile visto il sangue presente sul pavimento. La difesa replica: a parte che ad alcune chiamate effettuate dallo Stasi qualcuno ha risposto, pur restando muto (risulta sui tabulati), quando è entrato in casa il sangue era essiccato e quindi difficilmente avrebbe lasciato aloni. In ogni caso c'erano ampi spazi per passare senza calpestarlo, e c'è da chiedersi cosa avessero scritto i periti dell'Accusa se anziché non trovarne ne avessero trovato. Avrebbero data per certa la sua presenza sul luogo al momento dell'omicidio o lo avrebbero scagionato? Non è un delitto esterno alle conoscenze della vittima, dice la procura, Chiara non avrebbe mai disinserito l'allarme in presenza di uno sconosciuto. Ed allora un vicino di casa conosciuto ma esterno alla famiglia, ribadisce la Difesa, o un nuovo conoscente, che risulta esserci stato in quanto un mese prima la ragazza ne scriveva sul diario, si sarebbe ritrovato a non poter entrare qualora avesse bussato alla sua porta. Ma oltre a questi vi sono altre persone da considerare, quali le cugine che prestavano la loro opera in un cantiere a poche centinaia di metri dalla casa dei Poggi, il fidanzato di una di queste ed ancora altri personaggi mai veramente controllati.
Queste all'incirca le posizioni dell'Accusa e della Difesa, quelle che ha visionato il primo giudice, ma a noi come erano state presentate dai media? Vediamo alcuni titoli presenti sui giornali di pochi anni fa.
1) "Impronte digitali nel bagno: sul lavandino, sulla manopola del rubinetto, su un mobile. Impronte compatibili con quelle di Alberto Stasi che vanno a aggiungersi a quelle già note, di scarpa numero 42/43, trovate sul tappetino". 2) "Questa volta sarebbe un telefonino, di cui non si conosceva l'esistenza, la nuova pista da seguire. Dal telefonino «ufficiale» di Alberto Stasi non sono emerse novità significative per l'inchiesta. Da qui la decisione di sviluppare l'indagine anche con la ricerca di un eventuale cellulare segreto del ragazzo". 3) "Ci sarebbero delle conferme, rispetto a quanto finora emerso dall'inchiesta, nelle duecento pagine firmate dai carabinieri: le tracce di Dna trovate sui pedali della bicicletta sequestrata appartengono ad Alberto Stasi, il fidanzato di Chiara e unico indagato in questa storia, e poi la circostanza che nessun estraneo sarebbe entrato nella villetta di via Pascoli. Nessuno, oltre ad Alberto Stasi, ai soccoritori e agli investigatori, avrebbe lasciato impronte digitali oltre la soglia di casa Poggi". 4) "Cade l'alibi di Stasi. Secondo il Tenente Garofano il 13 agosto, giorno dell'omicidio di Chiara, il portatile di Alberto è rimasto acceso tre minuti (dalle 9,36 alle 9,39) per essere spento e poi riacceso dalle 10,15 fino alle 12,30. La prima accensione sarebbe stata fatta da Alberto per guardare una fotografia di una donna seminuda, la seconda sarebbe stata invece inutilizzata. Dunque, l'accusa è convinta che l'alibi di Stasi, che ha sempre detto di aver lavorato al pc nelle ore in cui la sua fidanzata veniva massacrata, non reggerebbe". 5) "Crolla l'alibi. Stasi dice di aver passato la mattina dell'omicidio di Chiara a lavorare sulla tesi di laurea, aggiungendo 4 pagine. Ma al di là di ogni ragionevole dubbio, stava lavorando a quelle modifiche già la sera precedente, quando ha aggiunto almeno 2 pagine. E ci sono elementi oggettivi che portano a pensare che il lavoro fosse quasi del tutto terminato durante quella stessa serata. Dalle 10.37 alle 11.59 non risultano attività su quel portatile. Lo dichiara al settimanale "Gente", in edicola da domani, Paolo Reale, ingegnere informatico, consulente di parte civile nel processo di Garlasco e cugino della Poggi".
Questi alcuni titoli e sottotitoli che abbiamo letto, alcune notizie ingigantite poi in tivù. E a dare ascolto ai media lo Stasi era già bello e condannato. Fortuna per lui che il giudice cedette alle richieste della Difesa e fece rifare alcune perizie. Vediamo i risultati che diedero:
1) "Perizia sul pc a favore di Alberto Stasi che avrebbe lavorato alla sua tesi di laurea la mattina del 13 agosto, quando la sua ex fidanzata Chiara Poggi è stata uccisa nella casa di famiglia a Garlasco. E' quanto emerge dai nuovi accertamenti disposti dal giudice dell'udienza preliminare Stefano Vitelli. La perizia ha rivelato che Stasi, unico accusato per l'omicidio di Chiara, ha acceso il computer alle 9.36 e, dopo aver guardato immagini pornografiche, ha effettuato salvataggi di file di Word più volte fra le 10.20 e le 12.20. Dati confermati da otto consulenti tecnici e mai emersi fino ad ora perché, si crede, i carabinieri hanno involontariamente alterato la memoria del computer di Stasi prima di consegnarlo alla procura".
2) "Alberto Stasi poteva non sporcarsi le scarpe. Dalla seconda perizia, firmata dal professor Francesco Ciardelli ordinario di chimica macromolecolare all'Università di Pisa, emerge che ai campioni prelevati dopo il contatto con sangue semi-secco o secco, e sottoposte alla stessa camminata all'aperto, l'analisi 'IR' offre indicazioni non immediate e di non univoca interpretazione".
3) "Il sangue sui pedali non è umano. La traccia di sangue trovata dai Ris su un pedale della bicicletta del ragazzo non è sangue umano, quindi il Dna riconducibile a Chiara Poggi ha un'altra origine biologica, forse saliva animale".
Ed ecco che la realtà portata dalla procura al giudice non ha motivo di esistere. I Pm scrissero: "Nessuna attenuante per Stasi data l'efferatezza del delitto commesso ed il suo comportamento, esplicitamente portato alla menzogna fin dal primo momento. Invece sussiste l'aggravante di aver adoperato sevizie ed agito con crudeltà, da come si evince dall'elevato numero di colpi inferti e dalle lesioni spaventose che ha procurato alla sua vittima". Nulla di più falso a leggerlo oggi. Eppure sono certo che in tanti ancora penserete che non sono stati i Pm a sbagliare indirizzo investigativo, ma i giudici a non capire le ragioni dell'Accusa. Perché le procure hanno sempre ragione, come credettero le 30 persone che applaudirono alla partenza dei carabinieri quando Alberto Stasi venne ammanettato e portato in prigione. E fortuna volle che dopo qualche giorno venisse liberato da un giudice che già allora non vedeva chiara la ricostruzione dei Pm, in caso contrario forse non sarebbe stato inserito il punto interrogativo nella foto in alto.
Per finire un'ultima chicca, tanto per vedere come cambiano le cose in base alla convenienza ricostrutiva; quanto sto per postare è un articolo che parla di un testimone, apparso in procura ad un mese dall'omicidio, che avrebbe visto un uomo andarsene dalla casa di Chiara Poggi: "Una bici nera da donna che lascia la villetta di via Pascoli a Garlasco intorno alle ore 9.30 del 13 agosto 2007. In sella non c'era Alberto Stasi, il fidanzato accusato del delitto. E' questa la rivelazione che arriva da un testimone ascoltato dagli inquirenti nel settembre 2007. Parole che, dopo un'ora e mezza dall'averle dette, l'uomo ritratta. Una rivelazione contenuta in un verbale che getta nuove ombre su un delitto ancora irrisolto. Il testimone parla di un uomo, il quale non ha le caratteristiche fisiche di Alberto, che esce da casa Poggi in sella a una bicicletta nera da donna e si allontana da via Pascoli. Una bicicletta con le stesse caratteristiche di quella vista da una vicina di casa di Chiara, sentita subito dopo il delitto. E' lo stesso testimone, però, a ritrattare quanto raccontato dicendo di averlo inventato".
Chissà cosa avrebbero fatto i Pm se il testimone anziché dire che non c'era lo Stasi su quella sella avesse detto che era proprio l'ex fidanzato a guidare la bicicletta... lo immaginate?
sì che ce lo immaginiamo, sappiamo, ormai abbiamo scardinato il meccanismo e sappiamo come viene montato e rimontato.
RispondiEliminaBravissimo Massimo, sei il numero UNO.
Tabula
Su questo caso, ad essere franco, ho i miei dubbi, alimentati anche dal rifiuto, da parte dei giudici, di rifare determinate perizie richieste dai pm a dalla parte civile.
RispondiEliminaMi è senbrata un'ostruzione gratuita.
PINO
Soprattutto perché lo Stasi è un uomo dagli occhi di ghiaccio.
RispondiEliminaA mattino 5 schiumavano di rabbia repressa, mascherata da solidarietà per la mamma di Chiara.
"Ed ora come si fa? La povera Chiara è ancora senza giustizia. Eppure lo Stasi era indagato unico e c'erano indizi gravi e concordanti, altrimenti l'accusa non avrebbe chiesto trent'anni! Comunque Stasi non creda: il sospetto lo perseguiterà sempre!"
Questo il tenore dei commenti. La cinesina quasi piangeva...
A loro ha fatto eco una smarrita Mara Venier a l'Italia in diretta.
Che gente! Non mi convincerete che avete pietà per Chiara e la sua mamma. Io sono convinto che siete rabbiose perché alle vostre unghie adunche e alle vostre lingue velenose è sfuggita questa volta la vittima designata. Chissà quanti servizi a base di musichette suggestive e di commenti accorati avete dovuto gettare alle ortiche!
Invero, qualcuno ha accennato che bisognerebbe mettere sotto accusa le indagini. Ma costoro non si muovono bene quando devono criticare le POTENTI istituzioni. Si sentono molto di più a loro agio quando possono massacrare qualche inerme cittadino.
Giacomo
Si deve accettare un verdetto di colpevolezza, è la giustizia che lo esige, ma si può criticare un verdetto d'innocenza e perseguitare una persona per la vita. Questo fanno Giacomo.
RispondiEliminaPino, la tua idea di colpevolezza da quale notizia è nata? Perché di vere, e se i giudici d'Appello non hanno ritenuto di dover integrare è perché era inutile integrare dato che il lavoro al computer ed i salvataggi ogni 10/15 minuti fornivano l'alibi allo Stasi, ce ne sono state davvero poche su Garlasco... ma è un caso in buona compagnia perché quanto s'è detto su ciò che il Ris aveva appurato si ritrova in ogni indagine d'omicidio che sia trattata dai media (pensa te quei poveri disgraziati che non hanno risalto mediatico come son messi).
E' giusto comunque che ognuno serbi una propria idea. Sempre da rispettare.
Ciao, Massimo
MASSIMO, Ho solo detto di avere dei dubbi, non già convinzioni di colpevolezza (lungi da me).
RispondiEliminaMa i giudici, se convinti dell'innocenza dal ragazzo, provata al di la di ogni...ecc.. potevano assecondare la richiesta dei pm e parte civile, sia pure per una dimostrazione di imparziale condotta procedurale.
Tutto quì
Ciao, PINO
E diciamo pure che, nella sua orrenda disgrazia, lo Stasi è stato anche molto fortunato: assolto con rito abbreviato, e in due gradi, dovrebbe togliere ogni dubbio a ciascuno. Personalmente resto contrario ai riti speciali, che sono anticostituzionali (vìolano manifestamente il principio di uguaglianza e le condizioni per un "giusto" processo di "ragionevole" durata, il che vuol dire né abbreviato, né allungato, ma quanto è necessario per la complicazione del singolo caso) e non consentono una pubblica verifica del dibattito interno. Se avesse subìto un processo pubblico ed aperto alla verifica (come nel caso di Perugia), sarebbe stato più facile togliere ogni dubbio. La segretezza non giova alla chiarezza delle conclusioni.
RispondiEliminaMa la Cassazione non potrà che conformarsi, se non nel caso di violazioni procedurali o illogicità evidenti.
Come ben si evince dal sito delle Camere Penali, e dal nuovo comunicato della Camera Penale Romana sul diritto di difesa, che ognuno può verificare, la difesa è sempre posta in condizioni di assoluta inferiorità, altro che parità vantata e conclamata in vuoti esercizi retorici. Pertanto, se non si parte da una formazione professionale adeguata e da un severo controllo disciplinare della Magistratura, soprattutto inquirente, lasciato del tutto all'arbitrio procedurale, saremo sempre agli stessi punti: individuato il "colpevole" più comodo e vicino, si insiste solo ed esclusivamente su di lui. Una certa grossa responsabilità spetta anche alla pubblica opinione che, invece di procedure regolari, chiede la soluzione rapida dei casi, ma ogni scienza, tanto più la criminologica, esige pazienza, costanza, regolarità, da "segugi", e non velocità da predatori.
Ciao Pino.
RispondiEliminaSe i giudici avessero assecondato la Parte Civile e l'Accusa, facendo rifare l'esperimento dei passi fatti da Stasi all'atto del ritrovamento ad esempio, così facendogli scendere uno o due gradini del sottoscala (l'unico passaggio mancante), cosa avrebbero scoperto di nuovo? Nulla perché c'è un'altra perizia, che ho inserito nelle conclusioni, che dice essere praticamente impossibile dire per certo che una scarpa poggiata sul sangue secco o semi-secco (e li era secco ai lati e semi-secco al centro) si sporchi di sangue, o che comunque ne resti attaccato dopo aver camminato per più di venti passi (questo perché i test sono risultati discordanti ed a volte qualcosa rimaneva, ma il sangue se ne andava facendo più passi, ed a volte non rimaneva nulla).
Quindi il tutto, anche se avesse il ragazzo messo il piede sulla chiazza di sangue, sarebbe stato demandato a convinzioni personali e non ha certezze. Convinzioni che li avrebbero comunque portati a scagionarlo visti i salvataggi frequenti alla tesi in computer (non è pensabile che dopo ogni salvataggio andasse a casa di Chiara e tornasse poi alla sua) che lo davano presente a casa sua.
E quando ho parlato dei pezzi da 90 mandati avanti dai media mi riferivo proprio a questa confusione che hanno voluto creare inculcando nella mente di tutti noi la certezza che ci siano perizie non buone (erano buone le prime quindi, quelle del Ris) quando invece incrociandole danno un risultato finito e buono per giudicare.
Tu pensi che sarebbero state da rifare perché così ti han detto, ma le hai lette ed hai punti di riferimento che ti dicano siano veramente sbagliate, o ti sei fidato del Garofano e di altri che dicevano di rifarle anche per far scagionare meglio lo Stasi? Ma il Garofano era a capo del Ris in quel momento, e lui stesso disse in tivù, sbagliando (come si è visto con la perizia chiesta ad otto tecnici esterni al Ris dal primo giudice) che Stasi non aveva alibi. Sai vero cosa sarebbe accaduto al ragazzo se il giudice non avesse accettato di rifare quella perizia che alla fine lo ha scagionato? Sarebbe risultato che il Ris aveva lavorato bene e che lui non aveva alibi, quindi colpevole.
Ti immagini se i giudici avessero accettato le nuove perizie cosa si direbbe ora sugli schermi? Ci sarebbe un plotone d'esecuzione pronto a fucilare Stasi ogni giorno in ogni trasmissione, sia pomeridiana che serale.
I giudici hanno lavorato usando logica ragionamento e deduzione, meglio non potevano fare perché a processo non si condanna per preferenza personale, e nuove perizie avrebbero portato comunque all'innocenza perché lo Stasi ha un alibi... ma questo in televisione non si dice.
Io nell'articolo ho inserito accusa e difesa in contemporanea, come dovrebbe accadere ad ogni processo, in modo che ogni tesi possa essere smontata dai fatti (se la difesa ha fatti per poterla smontare). In televisione non si fa così, si accumulano le tesi accusatorie, perché ci si basa su quanto portato dalla procura e non vi sono ancora perizie contrarie, così non dando spazio alla Difesa. Ed una volta accumulate nella mente, creando il pregiudizio, non le togli più e restano indelebili. Ed anche se si scoprono false hanno comunque sfasato la bilancia mentale della giustizia che ognuno di noi ha dentro, che così non parte più dallo zero ma da molto sottozero.
Questo è il mio pensiero naturalmente, e come dico sempre io sono umano e posso sbagliare come tutti gli esseri umani.
Massimo
CARO MASSIMO, la tua disamina è chiara e fluida. Ma io non stò alla riva opposta, ma sulla tua!
RispondiEliminaNon discuto l'innocenza dello Stasi, confermata in due fasi processuali, ma su un dettaglio procedurale sul quale sarebbe stato inutile insistere, come mi hai spiegato, dato la validità già nota, dell'alibi dell'indagato.
Non volevo alludere ad oltro. Grazie per la tua cortese pazienza. Ciao, PINO
@giacomo dal mio punto di vista oramai i processi li si fanno prima in televisione e poi i pm si adeguano. alla vita in diretta mi è capitato di sentire quel grandissimo esperto del roberto alessi, che sul caso stasi partiva dicendosi garantista ma a quanto pare non capita cosi per altri casi. Oppure quell'altro fenomeno che è pierluigi diaco, che "gridava" in tv (forse perchè mandato dalla concorrenza" che gente come omar di novi ligure e il misseri michele non devono essere incitati negli studi televisivi.... Da quale pulpito, come se in casa rai cioò non succede. Basta ricordarsi dello scorso anno quando durante la pubblicità del cartone animato, non ricordo se biancaneve o cenerentola, è apparso bruno vespa che dopo il cartone diceva che c'era lui con i suoi plastici!!!!
RispondiEliminaMa quando rivedremo veri giornaisti, veri cronisti che cercano un nesso, la verità, non si sa. ora vedo solo che riescono a ridurre i cervelli in marmellata.
Pierino
Bel articolo. Questo caso è sconcertante. Ci sono molte cose analoghe con il caso di Perugia - la perizia del computer e impronte di scarpe, per esempio. Per la fortuna di Stasi in questo caso ha avuto un giudice che non si è messo dalla parte della procura, accettando le perizie super partes. Spero Massei impara da questo.
RispondiEliminaJohn Rowell.
Ciao Massimo, ti premetto che non ho seguito il caso e quindi non ho sviluppato nessun tipo di opinione.
RispondiEliminaTu dici:
"il computer alle 9.36 e, dopo aver guardato immagini pornografiche, ha effettuato salvataggi di file di Word più volte fra le 10.20 e le 12.20."
Ma se Chiara ha aperto al suo assassino alle 9.10 ed è stata colpita subito, è sbagliato pensare che dopo 10 minuti Alberto possa aver lasciato la casa, per trovarsi davanti al computer di casa sua dopo 16 minuti?
Distano molto le due abitazioni?
E volendo fare l'vvocato del diavolo, in casa di Stasi poteva esserci qualcun altro che avrebbe potuto accendere il pc, in seguito ad indicazioni dello stesso?
(magari date da Alberto da una cabina telefonica, mentre rincasava)?
Certamente sono domande alle quali ci saranno delle risposte che però non conosco, mi aiuti a capire?
Grazie Sira
Che mente contorta hai Sira...
RispondiEliminaScherzo naturalmente, ma se inizi a pensare che chi l'ha uccisa è rimasto in casa Poggi e si è lavato, dieci minuti non sono più dieci. Poi uno in bici che va a casa, non è che è a posto se si mette a guardare donne nude, dopo aver ammazzato e prima di rilavarsi, cambiarsi, gettare gli abiti insanguinati, l'arma del delitto (mai trovata)... insomma prima di andare di fronte al computer ne avrebbe dovuta fare di roba, e non tutta in casa ma anche all'esterno, a chilometri da casa.
Ciao, Massimo
Ciao Massimo,
RispondiEliminaso che sono off topic ma mi piacerebbe sapere il tuo parere sul caso di via Poma..hai per caso intenzione di scrivere un articolo su questo delitto?
ciao
lori
Si lori, ne scriverò, sono in attesa delle perizie e sono stato molto contento che il PG non abbia intralciato la Difesa su questo, dichiarandosi addirittura favorevole anche a quella sull'ipotetico morso che non dovrebbe essere un morso.
RispondiEliminaNon è facile avere a processo un Pg che cerchi di accusare un presunto colpevole basandosi solo sulla verità. In ogni caso anche per Busco c'è una Difesa super, compreso l'avvocato Coppi, che in presenza di un giudice serio non avrà problemi a far capire che dopo vent'anni, dopo tantissimi errori, dopo suicidi strani e strani movimenti all'interno dei due complessi abitativi, una condanna che si basi sulla certezza non solo è assurda ma è addirittura ridicola.
Ciao, Massimo
ok grazie Massimo
RispondiEliminalo leggerò molto volentieri.
lori
Caro Prati,
RispondiEliminalei mi fa un complimento dicendo che ho una mente contorta, io ho coniato ben altri termini..., ma sono senza speranza, questa ciò e questa me devo tenè.
Ma tornando seri, ho letto ora che il Procuratore ce l'ha contorta quanto me, poiché crede che 26 minuti possano essere sufficienti ad uccidere, trascinare il corpo in cantina, sciaquarsi(mani e volto?)attraversare il paese in bici ed accendere il pc per crearsi l'alibi.
Ma indipendentemente da ciò, che tra l'altro prevede premeditazione,
( dato che non ci starebbe dentro anche il tempo per litigare e "sbroccare"), mi incuriosisce il fatto che venga considerato un alibi certo il fatto che il suo pc abbia lavorato dalle 9.35 in poi.
Se Stasi avesse litigato con la Poggi ed avesse perso la testa, e fosse uscito da casa di Chiara alle 9,30, come si può non considerare che qualcuno presente in casa possa aver acceso per lui il pc perché richiestogli?
Se mi chiamasse mia sorella in preda al panico e mi chiedesse di farlo, non mi chiederei il perché, lo farei e le chiederei spiegazioni solo successivamente.
Ciao
Sira
Ciao Sira.
RispondiEliminaTi potrei elencare mille ricostruzioni di altrettante procure che si dicono certe di... e scrivono intere pagine di turpiloqui contro un indagato che non si capacita... ma quando i giudici prendono in mano i fascicoli e leggono, verificano, controllano (perché questo fanno prima di emettere un verdetto) e decidono che un indagato è innocente al 100%, significa che quanto ha cercato di inculcare la procura nella loro mente, e soprattutto quanto i media con quanto scritto dalla procura cercano di inculcare nella nostra mente, non è valido ed è una elaborazione fantasiosa che non si regge in piedi in quanto astratta. In caso contrario lo Stasi ora sarebbe in carcere (anzi ci sarebbe rimasto già la prima volta).
Poi ci sta che anche i giudici sbaglino. Ciò che non avrebbe dovuto starci, e questo si dovrebbe capire, è che se da subito ti ritrovi giudici che non la pensano come te, tu Pm dovresti provare a pensarla diversamente e cercare anche altri indirizzi investigativi, non solo cercare prove o indizi che sorreggano la tua tesi, le cosiddette indagini a 360° che non appena azzannata una preda nessuno fa mai (e gli assassini ringraziano perché più tempo passa più sono al sicuro).
Ma come sempre Sira, non è detto non sia io a sbagliarmi e tu e la procura ad avere ragione.
Massimo
Ciao Massimo,
RispondiEliminain realtà, come ti ho premesso nel primo post, non essendo informata sul caso, le mie erano solo curiosità
che riguardavano appunto, il sapere se ci fossero i tempi per uccidere e la distanza tra l'abitazione di uno da quella dell'altro, e mi lasciava perplessa l'alibi per ciò che ti ho detto.
Come mi lascia perplessa il fatto che non si sia indagato a 360 gradi in un caso di omicidio dove si era agevolati in partenza.
La mamma di Chiara in un intervista ha detto che avevano installato il sistema d'allarme poiché Chiara quando rimaneva sola in casa era timorosa e per questo lei sostiene che non avrebbe aperto a nessuno che non conoscesse.
Se consideriamo quindi che l'assassino era comunque tra le sue frequentazioni abbiamo un numero talmente ristretto su cui indagare che dovrebbe, per i procuratori, essere quantomeno più facile rispetto ad un indagine come quella di Yara, di Melania, di Lucia, tanto per citarne alcune.
Saranno stati verificati gli alibi di tutti i conoscenti? Presi (volontariamente)i loro dna? Ascoltati come persone a conoscenza dei fatti? Intercettati i loro cellulari per vedere che celle agganciarono e se si trovavano in quella zona quel giorno?
Se tutto ciò si è potuto fare con Yara in un paese dove hanno prelevato 4000/6000 dna, se si è potuto verificare il tratto percorso da tutti i cellulari transitati dalla palestra in poi, figuriamoci se fosse stato un problema farlo in un paesino in pieno agosto.
Ma ho paura di conoscere già la tua risposta, ho paura che questa risposta è quella del post precedente, che in sintesi si potrebbe riassumere così: tutto ciò non è stato fatto perché convinti di aver preso la strada giusta.
Esatto?
Che paura Massimo che fanno queste persone, che continuano a non pagare anche quando le loro indagini vengono demolite da appello e cassazione.
Quando in un tuo articolo lasciai un post nel quale in sostanza dicevo che una riforma giudiziaria dovrebbe tener conto di queste cose, e penalizzare procuratori le cui indagini non portano a nulla o addirittura ad accusare persone che si rivelano poi innocenti, un commentatore, di cui non ricordo il nome mi rispose giustamente: e sai quanti procuratori, poi, pur di non errare non azzardano e se ne lavano le mani?
E' infatti possibile che avvenga ciò, ma una qualche soluzione al dilagare di questa metodologia a senso unico che lascia assassini liberi dovrà pur esserci.
Ciao Sira
Ciao Sira.
RispondiEliminaNon solo non lo hanno fatto a Garlasco, ma neppure a Ripe di Civitella dove, per arrivare ad un passo dalla verità, basterebbe isolare quei cento telefoni, non sarebbero molti di più ed anzi forse sarebbero molti di meno, che dalle 14.00 alle 19.00 hanno agganciato le stesse celle agganciate dal cellulare di Melania Rea. Solo chi è salito a Ripe partendo da Ascoli può averli agganciati tutti, poi sia sceso da Teramo o sia tornato indietro ha poca importanza, ma nessun Pm, né marchigiano né teramano, e sono stati in tanti a prendere in mano i fascicoli (cinque ad Ascoli più due a Teramo) ha preso l'iniziativa di commissionare un tale incarico. Troppe spese? Può essere, ma davvero non possono essere più di cento quei cellulari che hanno agganciato gli stessi ripetitori agganciati dal telefonino di Melania Rea.
Speriamo di poter sempre parlare di altri e che non capiti un giorno che qualcuno debba parlare di noi... non immagino in che modo.
Massimo
sera sig. Massimo la leggo spesso e ho notato che per lei sono tutti innocenti,,riguar1do i telefoni a Ripe di civitella le ricordo che parolisi aveva il cell. spento x Chiara mi x come vedo io LUI ha dormito con lei alle 9,30 è andato via l'accusa ha sbagliato tutto,perchà mai avrebbe lasciato Chiara a dormire sola??questo non me lo sono mai spiegato,con la paura che aveva a star sola ...noooo pensateci bene,,perchè non è andata con lui .lui è tornato....credetemi ...francesca
RispondiEliminaNon è proprio così Francesca, io non penso che tutti siano innocenti a prescindere, io la penso come la Legge, tutti sono innocenti fino a quando non ci sono prove e non c'è una condanna che dimostri la colpevolezza.
RispondiEliminaIo sono contro i processi sommari fatti ad ogni arresto dai media che, anche se con mezzi tecnologici e avanzati, si comportano e fanno comportare la gente come quando si bruciavano le streghe per volontà popolare.
Io quindi credo di essere all'interno della Democrazia, quella che va in favore di tutti i cittadini e odia i pregiudizi.
Per quanto riguarda Parolisi, un cellulare spento non prova nulla, anch'io spesso lo spengo quando sono con la famiglia. Lo faccio proprio perché non mi chiamino e perché voglio dedicarmi ai miei figli. Se sarò giudicato da te assassino per questo non lo so, ma spero di no.
Per Chiara invece hai ragione, se Stasi avesse dormito in quella casa Stasi sarebbe di certo l'assassino.
Ma questo particolare non è di poco conto, non è uscito perché è provato che il suo cellulare non si trovava nello stesso punto in cui era quello della fidanzata. Per cui se la Procura stessa ha stabilito non fossero insieme quella notte non vedo perché noi dovremmo stabilire il contrario.
Ma se un giorno provassero che invece lui era in casa con lei, io sarei il primo a puntare il dito contro Stasi. Fino a quel momento mi spiace, ma le prove dicono che è innocente, e tale deve essere agli occhi dell'opinione pubblica.
Ciao, Massimo
illustre massimo,possibile che nessuno segue la logica in questo maledetto omicidio? leggetevi attentamente le motivazioni dell'assoluzione di stasi in 1° grado. nelle considerazioni del giudice che assolvono stasi si cela in realtà la spiegazione del delitto. stasi dorme da chiara(anche se non voleva) perchè alle 22.00 c'è l'episodio della macchina che sgomma e la ragazza ha paura a restare da sola.poco dopo lui va a casa sua a prendere l'occorrente per la notte e sistemare il cane, ma avendo dimenticato le chiavi da chiara, sistema il cane e torna a casa poggi. all'una(vedi allarme) torna a casa(vedi testimoni vicini di casa che sentono il solito rumore della macchina di alberto) chiude la macchina, prende l'occorrente per la notte, fa qualche altra cosa e dopo circa 30-40 minuti, chiude tutto, prende la bici nera da donna(in dotazione al magazzino ma che in quei giorni era a casa in base a quanto dichiarato dalla mamma di stasi) e alle 01,50 arriva dai poggi(vedi allarme). l'omicidio avviene tra le 8.00 e le 8.30(il motivo o movente non si saprà mai perchè probabilmente nasce da un problema di "coppia"), alle 9.10 circa ALBERTO disattiva l'allarme, apre elettricamente il cancelleto, esce di casa(lasciando il portoncino d'ingresso semiaperto), prende la bici lasciata in giardino la sera prima, fa per andare, ma si accorge che sta arrivando la Bermani, lascia la bici e si nasconde o sotto il tettucio del cancelletto o in giardino, aspetta che la signora Bermani entri in casa della figlia, riprende la bici e torna a casa sua. alle 9.36 accende il pc e si costruisce l'alibi perfetto. "lavoro alla tesi per tutta la mattina, squilli e telefonate a chiara sul cell. e sul fisso dal proprio telefonino e guarda caso anche dal fisso di casa sua( giusto per rafforzare la sua presenza in casa per tutta la mattina). intorno alle 13.50 (finalmente) va a casa di chiara, entra in casa(dice lui) scopre il delitto(forse...perche dice che non è sicuro che la "persona" sia morta) esce di casa( guarda caso nello stesso identico modo dell'assassino, portoncino semiaperto e cancelletto chiuso) e chiama il 118 mentre si avvia dai carabinieri. ovvio che ho ridotto tutto ai minimi termini senza poter entrare nei tanti dettagli che ci sono in questa storia, ma mi sembra evidente che se per la procura stasi è il colpevole, non possono non fare questo semplice ragionamento che, come gia detto, è scritto nelle motivazioni della sentenza di 1° grado. ti saluto
RispondiEliminaPer ogni omicidio ci possono essere più ricostruzioni. Ed ogni ricostruzione può apparire logica ad alcuni ed illogica ad altri.
RispondiEliminaPer i Pm Daniela Stuto aveva avvelenato l'amica. La loro ricostruzione pareva logica, lei era presente in casa quel giorno, lei aveva preparato la minestra... ma il veleno non era nella minestra, e dopo che i pm hanno tentato di inserirlo in altri intrugli è stata assolta perché per i giudici la ricostruzione non ha superato la prova logica, quindi non era l'assassina.
Ma i casi da cui pescare le ricostruzioni della procura che paiono logiche sono milioni, basta andare a leggere le richieste d'arresto di un qualsiasi indagato per trovarne (non è che si arresta qualcuno se la ricostruzione fa acqua da tutte le parti). Ma a processo queste ricostruzioni devono superare, ripeto, la prova logica.
Ai giudici, sia in primo grado che in appello, quella della procura che incastrava lo Stasi è apparsa illogica e quindi non vera.
E a dire il vero c'è una cosa illogica nella ricostruzione da te proposta. Una illogicità che mina in partenza tutto l'impianto.
Se l'omicidio non è stato premeditato, dato che parli di "un problema di coppia" non lo è stato, per quale motivo tornare in bicicletta e non in auto, portandosi fra l'altro appresso il pigiama e non si sa cosa? Quale stravolgimento mentale ha convinto lo Stasi, con in strada persone che si credono pericolose (l'auto che ha sgommato ed intimorito sia lui che i vicini) a farlo salire su una bici, da donna vecchia e lenta, all'una e cinquanta di notte?
E ancora. Come mai non c'era il suo dna, così da garantire ai giudici la sua presenza in quel letto, in quella casa e in quella notte? E ancora. Come può riuscire una persona ad accorgersi che sta arrivando la Bermani, e per questo lasciare la bici appoggiata al muretto e riuscire a scavalcare la staccionata per tornare in giardino, senza essere visto? Una fortuna sfacciata il fatto che lui abbia visto lei e lei non abbia visto lui?
Ed ancora. L'auto aveva sgommato alle 22.00, poi non s'era più sentita, Chiara aveva l'allarme che la garantiva e non credo che tre ore dopo ricordasse più quell'auto, e se il movente dell'omicidio è stato una discussione non c'è da stare allegri se si pensa che basti un problema di coppia per essere uccisi. Avrebbero dovuto esserci stati impulsi precedenti, quali scatti d'ira improvvisi o schiaffi (nessuno ha dato testimonianze in tal senso, anzi) da parte di uno Stasi violento.
Insomma, per concludere, se la procura avesse portato qualcosa di veramente provabile lo Stasi sarebbe in carcere inchiodato alle sue responsabilità. Ma dato che di veramente provabile non ha portato nulla lo Stasi è libero perché non è l'omicida di Chiara.
Ed io capisco che la spinta mediatica in questi anni ha lavorato in modo da darci l'assassino su un piatto d'argento, da convincerci di questo (perché il Ris non sbaglia mai ecc... ecc...), ed è anche logico che nella mente dell'opinione pubblica restino scorie e convinzioni che non si sfalderanno fino a quando non ci sarà un vero assassino in carcere.
Ciò che non capisco è perché anziché insistere sullo Stasi la procura non passi ad indagare in altre direzioni.
Il Carmine Belli, omicidio Serena Mollicone, dopo quasi diciotto mesi di carcere, e le assoluzioni dei giudici, è stato perseguito fino all'ultimo grado di giudizio ed a sconfitta acclarata i Pm hanno archiviato arrendendosi. Ma la procura è stata costretta un anno dopo a riaprire il caso, sotto la spinta familiare e mediatica, ed ora ci troviamo ad avere altre nuove ricostruzioni ed altre prove (dna felpa) che non portano al Belli ma a un maresciallo ecc..
Credo che il caso di Chiara Poggi darà soluzioni diverse, solo che a causa dei Pm dovremo aspettare altri anni...
Ciao, Massimo
egregio Massimino,innanzitutto mi scuso se continuo a rimanere, per il momento, "anonimo". Se permetti vorrei farti notare una cosa che mi colpisce nel tuo modo di ragionare e cioè, mentre da un lato giustamente metti sempre in evidenza che la giustizia italiana per fortuna si basa esclusivamente sulle prove, dall'altro,per rafforzare le tue posizioni,fai delle deduzioni e ipotesi che non hanno nessun riscontro con le famose prove che dovrebbero portare alla condanna o all'assoluzione degli imputati.Scusami se mi sono permesso. Faccio una premessa: la ricostruzione accusatoria nei confronti di Stasi fatta dalla procura, fa acqua da tutte le parti (difatti è stato assolto nei primi due processi e sarà assolto anche in cassazione se le cose rimangono come adesso), perchè è quantomeno curioso che una persona che ha litigato la sera prima con la ragazza, il mattino successivo,senza aver tentato nessun tipo di contatto, vada a casa di questa per ammazzarla, anche perchè questo presuppone che ci sia premeditazione e non mi pare proprio che questo omicidio sia premeditato.Se si partiva da questo presupposto, considerando che a casa poggi non vi erano altre tracce che quelle dei frequentanti l'abitazione, che la vita di Chiara appariva pulita, che difficilmente una rapina o un furto si concludono con un omicidio cosi efferato, le indagini avrebbero dovuto svolgersi in ben altro modo e non aggrapparsi quasi esclusivamente a prove scientifiche di DNA che in questo caso non portavano da nessuna parte. Fatta questa premessa, ti invito di nuovo,se non l'hai già fatto, a leggerti il dispositivo della sentenza di assoluzione di 1°grado, dove, ti ripeto, leggendo tra le righe, si capisce chiaramente in base ai ragionamenti del giudice tendenti ad assolvere Alberto, che questi è il colpevole(un esempio: "il giudice dice che è certo che Alberto ha dormito a casa sua perchè i vicini di casa hanno sentito, intorno all'una, il classico rumore nel vialetto della macchina di Stasi che rientrava"). In realtà egli è si rientrato con la macchina e l'ha chiusa in garage, ma a casa di Chiara è tornato con la bici nera da donna(presa a caso tra quelle disponibili) perchè ha voluto evitare di lasciare fuori l'auto in considerazione della "sgommata", evitando di farsela rubare(è tanto illogico???).per quanto riguarda l'arrivo della Bermani che avrebbe dovuto vederlo, ti ricordo che la signora, venendo da casa sua, per inboccare via Pascoli, deve dare precedenza e quindi guardare di fronte, per poi immettersi su via Pascoli. Ovviamente Stasi l'ha vista mentre ella stava per svoltare(quindi guardava davanti) ed è rientrato in giardino dal cancelletto ancora aperto (probabilmente ha poggiato la bici al muro per prendere lo zainetto contenente il pigiama, le scarpe, gli asciugamani e l'arma del delitto insanguinati.Per quanto riguarda il movente ti posso assicurare che se ci fosse una logica sulle motivazioni che portano una persona ad uccidere un suo simile, non ci sarebbe nessun assassino in libertà, se non dopo aver pagato il suo debito con la giustizia. Su una cosa hai ragione, l'assassino di Chiara, chiunque egli sia, è stato molto molto molto fortunato. Voglio precisare ancora una volta che il mio ragionamento parte da un presupposto e cioè che per la PROCURA l'assassino è Alberto, allora se è lui che l'ha uccisa, leggendo le carte, l'ha fatto come ti ho spiegato io e quindi bisognava indagare sul fatto che lui ha dormito da Chiara quella notte (nel letto del fratello come già fatto altre volte) oppure sul divano.
RispondiEliminaP.S. Ci guadagneremmo tutti se quando avviene un fatto delittuoso chi interviene per primo avesse una cultura di preservamento della scena del crimine e non inquinasse continuamente, consapevole o meno.
Ti saluto
Hai scritto tantissime cose giuste, e non parlo solo di chi arriva per primo sul luogo del delitto, vero flagello per il Ris ed i Pm (anche se a volte sono proprio gli analisti a crear danni) ma anche su ciò che è scritto sulle motivazioni leggendole in chiave accusatoria.
RispondiEliminaPerò, pur se a leggere il tutto da Pm la ricostruzione ci sta, a leggere in chiave innocentista, immagino sia così che l'hanno intesa i giudici (ed è questo che dice la Legge), ci sono sempre dei punti critici difficili da spiegare razionalmente.
Uno ad esempio riguarda quei 50 minuti fra l'arrivo a casa ed il ritorno da Chiara. Perché chi mette l'auto in garage all'una di notte, se non ha premeditato il delitto, deve aspettare 45 minuti prima di tornare dalla fidanzata? E perché, visto che sono in casa soli, avrebbe dovuto dormire nel letto del fratello di lei o sul divano? Ed inoltre la sgommata c'è stata alle 22.00, e col tuo ragionamento la sua auto è rimasta in balia dei ladri per ben tre ore (ed a ridosso dell'accaduto), se aveva paura gliela rubassero perché non ha preso la bici la prima volta, quando è andato dal cane?
Certo, le procure fanno bene ad indagare in prima istanza chi frequenta la vittima, è logico accada ed è giusto, ma non devono bloccarsi alla prima contraddizione, alla prima frase che ritengono essere una mezza verità o una bugia, alle prime scarpe senza tracce ematiche (e ce ne fossero state di tracce? Come l'avrebbero intesa?) e devono allargare il raggio delle indagini da subito perché poi, una volta puntato un colpevole, le altre piste verranno vagliate con occhio diverso e meno critico.
Ora io non posso affermare che Stasi sia colpevole, due sentenze e la logica al momento non mi danno modo di farlo, fra l'altro non ho letto verbali che mi portino ad altre soluzioni. Se potessi averne in mano dei contraddittori (di chi inizialmente ha dichiarato una cosa poi ha cambiato versione, ad esempio), non basati solo su una ricostruzione di parte, su una ipotesi, sarei il primo a puntare il dito contro di lui. Lo punto contro chi ha indagato e periziato la Franzoni (e pare una causa persa), figurarsi cosa farei se scoprissi che lo Stasi è colpevole di un simile delitto.
Se tu ne avessi a disposizione potresti inviarmeli, così da farmi una idea di quali siano le iniquità e quale valenza possano avere.
Al momento attuale è chiaro, a meno che la procura e gli avvocati della famiglia in Cassazione non portino qualcosa di nuovo e lo uniscano alle perizie non accettate in appello, che lo Stasi fra qualche mese sarà scagionato del tutto.
E dovesse esserlo io mi auguro per Chiara che le indagini ripartano da zero, non tralascino nulla e siano fatte in maniera molto critica su tutti i suoi conoscenti. Anche su chi lavorava al ricovero, per dirne una grossa, che non avrebbe trovato difficoltà nel farsi aprire la porta anteponendo alla richiesta il nome della nonna. E se indagando si dovesse ritornare allo Stasi, se si trovassero nuovi e più validi elementi, sono certo non sarebbe impossibile trovare la forma e il modo di accusarlo nuovamente.
Cosa che al momento non è possibile fare perché le supposizioni in tribunale, se non avvallate da indizi forti ed univoci, non fanno prova...
Ciao, Massimo
ciao Massimino.Senti,non è che io non voglia discutere punto su punto l'argomento, anzi ne avrei immenso piacere se potessi farlo, magari in una condizione diversa (tipo parlarne di persona),ma in questo modo è complicato.Ti faccio un esempio: tu dici che anche in una ricostruzione logica come la mia, letta da Pm, ci sono dei punti critici difficili da spiegare con raziocinio, citando degli esempi di incongruenze che pero' non lo sono affatto.Ti pare non congruo il tempo di 50 minuti fra l'uscita ed il rientro a casa di Chiara?. Ebbene,lui esce da casa poggi alle 00.59(disattivazione allarme). Fra l'uscita, arrivare alla macchina, salire,partire e arrivare nel vialetto di casa sua, diciamo 5-6 minuti? e siamo intorno all'01.05(orario dichiarato nella deposizione dai vicini di casa). Fra l'arrivo nel vialetto, aprire il garage, chiudere la macchina,entrare in casa, prendere l'occorrente per la notte,ridare una sistemata al cane (fatta alle 22.00 ma senza che ha potuto entrare in casa) rientrare in casa, chiudere tutto con attenzione,prendere la bici e partire, non è un'eresia pensare che ha potuto impiegare 30-35 minuti, e siamo intorno all'01.35-01.40. da casa Stasi a casa Poggi impiega 8-10 minuti (tempo controllato e ricontrollato), e siamo all'01.50 circa. all'01.52 viene disattivato l'allarme da Chiara(attivato precedentemente all'01.01 dopo l'uscita di Alberto). Come vedi non ha fatto passare 45 minuti "inspiegabili" per tornare.
RispondiEliminaHa dormito nel letto del fratello di Chiara(o sul divano), perchè l'ha fatto altre volte ( mi pare la notte tra il 10 e l'11) perchè (dichiarazione di Alberto a verbale) Chiara aveva imbarazzo a dormire nel lettone dei genitori.
Da che mondo è mondo, i ladri di macchine, difficilmente fanno un furto in piena estate prima delle 3-4 di mattina, mi pare evidente che era rischioso (per i ladri) farlo prima, quindi era normale che Alberto si preoccupasse di non lasciare la macchina fuori di notte.
Non Ha preso la bici la prima volta perchè aveva dimenticato le chiavi di casa nell'abitazione di Chiara(dichiarazione di Stasi a verbale).
Come vedi, in un eventuale confronto non avremmo perso tempo a capire le proprie posizioni.
Io cerco,in ogni situazione di questo tipo (sono un appassionato) di capire, dalle rare cose ufficiali che escono, come siano andate le cose, farmi un'opinione,corredarla con qualche dato certo ed esprimerla se me ne viene data l'opportunità(come stai gentilmente facendo tu in questo blog).
P.S. Io credo che la giustizia italiana debba fare qualche passo indietro, ad esempio sulla carcerazione preventiva( andrebbe applicata solo ai casi di flagranza di reato o ammissioni di colpa con confessione, perchè è assurdo tenere in carcere una persona indagata di un reato ma non ancora condannata).
Ti auguro un felice 2012 e ti saluto
E' fuor di dubbio che il tuo modo di ragionare ed usare la logica mi piace molto, pur nella diversità di vedute su questo singolo caso, ed è fuor di dubbio che se parlassimo di persona potremmo instaurare un ragionamento piacevole ed anche scorrevole e costruttivo. In effetti siamo molto simili su certe cose. Un buon anno anche a te ed alla tua famiglia, Massimo
RispondiEliminaLeggo un miscuglio di cose vere e cose false, segno di chi non ha letto attentamente gli atti, o ha volutamente cercato di rimetterli alla rinfusa confondendo verità accertate con semplici supposizioni. Alla fine questo è solo un modo per prendersela con qualcuno, tipo i PM o i RIS o chi si vuole... Ognugno è libero di esprimere le proprie opinioni, ma se vuole fare un percorso di verità farebbe bene a dedicare il tempo e l'attenzione che meritano queste vicende, senza ulteriormente speculare sul dolore altrui. Forse se i genitori hanno cambiato idea ci sarà un motivo, o dobbiamo sempre pensare alla decefalizzazione diffusa di tutti tranne che dell'autore di questo blog e di qualche altro illuminato?
RispondiEliminaL'autore di questo blog non si sente un illuminato ed è sempre disponibile a cambiare idea ed a rettificare se ci sono elementi che lo convincano portandolo in direzioni opposte. Hai elementi?
RispondiEliminase vuoi in pvt ti do il mio numero di telefono e ne parliamo.
RispondiEliminaIo sono qui, dimmi come fare a mandarti il mio numero di telefono e sarò felice di spiegarti tutti gli errori che hai commesso nel tuo articolo.
Invialo a prati.massimo@gmail.com e ti richiamerò.
RispondiEliminaFatto
RispondiEliminaSono a dir poco felice che la Cassazione mandi a rifare il processo d’appello, troppe le lacune macroscopiche come ha sempre messo in evidenza la famiglia, sostenuta dalla alta competenza dell’ing. Reale,
RispondiEliminae davvero ridicola la ricostruzione di passi fatta sostenere da Stasi, nemmeno portato sulla scena del crimine ma su un set “teatrale”, scenario finto.
Quel ragazzo è stato ampiamente tutelato, ma se è colpevole deve pagare con l’ergastolo (e con molte aggravanti), se invece, per caso, fosse innocente il nuovo processo lo dimostrerà.
Sono vicina alla mamma che abbraccio. Mimosa
Avete letto le motivazioni della Cassazione, attingendo direttamente dalla fonte specifica? È possibile reperire in rete tale documento ufficiale? Se sì, a quale indirizzo web?
RispondiEliminaGrazie
Ivana, te le ho inviate via mail... ciao
RispondiEliminaHo ricevuto il messaggio con l'allegato...
RispondiEliminaLe motivazioni non sono ancora pubblicate in internet?
Grazie
Ivana