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martedì 5 aprile 2011

Sarah Scazzi. Quando c'è un contraddittorio è difficile arrampicarsi sugli specchi


Come da me ampiamente preventivato si allarga il fronte dei programmi televisivi che prendono le distanze dai pregiudizi e si pongono (finalmente) in maniera corretta, tramite un vero contraddittorio, nei confronti della indagine riguardante l'omicidio della piccola Sarah Scazzi. Domenica è toccato a L'Arena di Giletti promuovere anche in Rai questa nuova e più consona linea. Ora rimane solo da convincere gli ospiti della la trasmissione di Milo Infante (Carlo Bollino era presente al suddetto programma e non ha usato i soliti toni sarcastici o le solite risatine abituali nei pomeriggi feriali di Rai 2) e spiegare loro che cercare di inculcare la propria convinzione personale agli spettatori non è il massimo a cui un giornalista possa aspirare.

E così, dopo tanti mesi passati ad ascoltare le campane dell'accusa, si è capito che il poter ribattere alle affermazioni altrui non deve essere un lusso ma la normalità. Forse d'ora in avanti potremo sperare di capire qualcosa di più di quanto avvenuto quel maledetto 26 Agosto. Già Domenica ci sono state diverse situazioni, come avrete visto nel video, al limite del grottesco. L'avvocato Galoppa, visibilmente nervoso, si è difeso come meglio ha potuto. A dire il vero non c'era stato un vero attacco nei suoi confronti, solo la richiesta, proveniente da Massimo Giletti, di spiegare la ricusazione decisa da Michele Misseri. Ricusazione non avvenuta, come da più parti scritto, a causa dell'intervento della figlia Valentina ma presa in autonomia e senza pressioni di alcun genere. Almeno questo è quanto uscito durante il programma.

L'avvocato, nel tentativo di lavarsi da eventuali colpe, anziché dare una sua spiegazione ha dato in pasto agli spettatori uno spunto di riflessione. E' abituato a fare così, lo faceva mesi fa quando era ancora il difensore ufficiale e lo fa anche oggi che, fra le righe, a poco a poco sta diventando il sospettato numero uno, responsabile, almeno per una parte di pubblico, dei depistaggi, non si possono chiamare in altro modo, portati avanti dal Misseri. Sempre ammesso e non concesso che le ultime rivelazioni dell'ex orco siano farina del suo sacco e non del sacco di altri, sempre ammesso e non ancora concesso che sui compressori vi sia quel minimo di dna che porterebbe ossigeno alla sua ultima stravagante versione.

Comunque che l'avvocato fosse in difficoltà s'è visto quando ha parlato delle lettere. Tutti ricordiamo il suo sfogo quando dopo l'interrogatorio di metà Gennaio, quello in cui Franco Coppi non poteva far domande inerenti l'omicidio, si lamentò del fatto che il suo cliente non gli aveva parlato delle lettere. Insomma, non ne sapeva niente e rimase spiazzato. Domenica, invece, non solo ha finto di sapere ma ha anche insistito sul fatto che lui aveva costretto il suo assistito a non riconoscerle. Tutti ricordiamo invece che le riconobbe e che questo fatto permise all'avvocato della figlia di fare una richiesta per un nuovo incidente probatorio, richiesta negata non perché il contadino non avesse ammesso di aver scritto le lettere ma perché in queste non si faceva riferimento a nessun fatto certo o accertabile.

Ma non è stato l'unico momento in cui Daniele Galoppa s'è trovato in difficoltà. Fra l'altro le facce dei presenti, specialmente quella dell'avvocato De Jaco, legale di Cosima Serrano, erano eloquenti e facevano intendere a tutti che lo specchio su cui si stava aggrappando l'ex legale del Misseri era molto scivoloso. Ed infatti quando s'è trovato in piena difficoltà ha sbandato e, per rintuzzare una sortita blanda ed innocua di Klaus Davi, ha rivangato nel passato e messo nuovamente in piazza la storia strappalacrime delle mani nelle mani e del pianto accompagnato dalla frase: "Non mi abbandonare". In questo modo ha chiesto a tutti gli spettatori di fare una scelta e decidere da quale parte stare. O con lui, credendogli a scatola chiusa, o contro di lui credendo a chi parla in nome del contadino.

Qualche istante dopo l'ultima sortita strappalacrime del Galoppa è entrato in campo il Bollino, da sempre grande accusatore di Sabrina Misseri, che ha provato subito ad entrare a gamba tesa sui fatti chiedendosi, fra parentesi, come mai zio Michele, potendo contare su un avvocato talmente in gamba da starsene quasi per uscire fuori dal processo, abbia deciso, incongruamente, di riprendere su di sé la colpa e l'eventuale ergastolo. Ma, forza del contraddittorio, la Corbi gli ha chiesto il motivo per cui non credere ad un ravvedimento, ad una voglia di dire finalmente la verità. A questa esternazione ha fatto seguito la ritrattazione del direttore della Gazzetta del Mezzogiorno che si è affrettato a dire che, ovviamente, potrebbe anche essere quello il motivo.

Alla fine di tutto, dopo altri interventi improntati ad un sano scambio di idee, è entrata in ballo Vittoriana Abate che ha ricordato il passaggio fra cucina e garage. La Corbi ancora una volta, a differenza delle altre domeniche quando era relegata nel silenzio di una panchina, ha ribattuto che, dopo le analisi del Ris, gli investigatori avevano detto a tutti i giornalisti presenti che il passaggio per il garage era ostruito e che la polvere sopra ed accanto le suppellettili si era di certo formata in molto tempo e non in soli quaranta giorni. Ma la Abate non ha desistito ed ha ricordato che lo stesso Misseri aveva detto, in un interrogatorio, che la porta si poteva facilmente aprire. Niente di più inesatto. Infatti in quell'occasione, dopo aver detto e ripetuto che la porta non veniva usata, dopo aver detto che all'interno c'erano dei particolari rotti (spezzati) ha risposto con un sì alla domanda finale del Pm Argentino che gli chiedeva se in teoria si sarebbe potuta aprire.

In definitiva ci siamo accorti che quanto portato e riportato sui media dai giornalisti che da mesi accusano può essere confutato e che chi è stato nel momento dei grandi mutamenti accanto al contadino carcerato sente la pressione della pubblica opinione e cerca di trovare scappatoie nelle mezze verità.

Ed intanto sono passati più di sette mesi dal suo omicidio e Sarah ora avrebbe sedici anni e forse quel ragazzino che andava nella sua stessa scuola, e che le piaceva un sacco, si sarebbe accorto di lei. Ma Sarah in quella scuola non andrà mai più ed ha ragione sua madre a dire che in questo momento non ci si può fidare di niente e di nessuno, che non c'è ancora certezza e che deciderà di chi fidarsi quando ci saranno sicurezze investigative. Ma ormai ha capito che nulla sarà più come prima. Quando capitano omicidi del genere né i familiari né chi è implicato nell'omicidio può sperare di ritrovare la pace, nessuno di loro può sperare che la vita col tempo riprenda a scorrere normalmente. Non ci sarà mai più un prima ma solo ed esclusivamente un triste dopo.


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18 commenti:

  1. Prego vivamente chi volesse commentare di aggiungere un nome affinché non si creino incomprensioni.

    Prego anche chi si sente criticato dal commento di un anonimo di non rispondergli in quanto nel giro di pochi minuti verrà cancellato.

    Grazie a tutti, Massimo

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  2. anche in questo omicidio non si sta arrivando alla "verità vera", sappiamo più o meno dove trovare l'assassino ma come sono andate veramente le cose ancora no (solo bugie, mezze verità e ritrattazioni); ed anche in questo caso siamo arrivati al processo mediatico, dimenticando che un'altra famiglia come quella di Yara sta soffrendo le pene dell'inferno: ma cosa fanno gli inquirenti italiani??!!!

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  3. Ciao Massimo. Condivido il tuo articolo. Soprattutto nella chiusura hai trovato le parole giuste che colgono il cuore di questa e di analoghe tragedie. Purtroppo niente potrà essere più come prima!

    Però intanto certo giornalismo d'accatto non demorde. Parlo di quel breve servizio del Tg5, in cui il giornalista si adoperato a fare la serva, con tutto il rispetto verso le vere e serie lavoratrici domestiche, per mettere zizzania fra le due sorelle Concetta e Cosima, tendendo un agguato a Concetta che rientrava in casa, per riportarle una frase da Cosima mai pronunciata e cioè che "non voleva chiedere scusa" alla sorella. Invece Cosima ha solamente rappresentato l'attuale inutilità se non addirittura inopportunità di un tale atto, visto che Concetta è convinta che nella morte di Sarah è coinvolta attivamente tutta la famiglia di Cosima e l'intera famiglia sta mentendo per nascondere la verità.
    E in ogni caso, di tutta l'intervista hanno messo in evidenza solo questo particolare, naturalmente distorto, giacché Cosima ha espresso chiaramente il suo profondo e commosso dolore per la morte ingiusta della povera Sarah.

    Giacomo

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  4. Ciao Giacomo. Il piccolo spezzone mandato in onda dal Tg 5 in realtà è stato fatto dai giovani reporter di Live (Italia Uno). Ed è notorio dal tempo della Franzoni che quel canale ricerchi ed a volte crei gli scoop. Studio Aperto, il padre di Live, ad esempio, pur analizzando anche bene certe notizie di cronaca, che di solito altri canali non riprendono, enfatizza sempre il titolo. Però, a ben guardare, la notizia spesso e volentieri, non sempre, delude le aspettative. Chiaramente però Italia Uno non è solo questo, basta guardare come lavorano Le Iene per rendersene conto. Ciao, Massimo.

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  5. Egregio Prati,

    come ho già detto, da quando è entrato in funzione il sistema digitale della televisione, ne ho approfittato per disdire l'abbonamento, ma già prima non seguivo queste trasmissioni che mirano solo alla clientela, all'audience, alla pubblicità pagante, non certo a trovare una qualche verità. Sono ben lieto che si cominci ad avere un atteggiamento un tantino più obiettivo, ma non va dimenticato tutto l'odio immotivato che hanno seminato a larga mano contro le donne Misseri, e che notiamo pure in certi interventi anonimi qui apparsi. Come si è visto, in qualunque quotidiano on-line l'atteggiamento dei lettori-ascoltatori TV, è largamente e preventivamente di condanna verso Sabrina, verso sua madre e addirittura verso l'altra sorella, e così via. Si è approfittato, cfr. "Quotidiano di Puglia", dell'occasione del sedicesimo compleanno di Sarah, ahimé non più fra noi, per spruzzare veleno, ma la fotografia, dove si vede lei felice davanti alla torta del quindicesimo anno, era stata scattata proprio in quella casa Misseri e in quella cucina, dove qualcuno ventila addirittura avvenuto il delitto. Ora, al "Quotidiano" ho scritto che quella fotografia è una prova dell'amore che cugina e zia provavano per quella nipote alla quale, per motivi religiosi ben noti a chi conosca i princìpi della Congregazione dei Testimoni di Geova, erano impediti quei festeggiamenti di compleanno, pur non facendo parte lei di quella Congregazione, o almeno non ancora. Ora io non penso che, dopo quattro soli mesi, quell'amore si sia trasformato in odio al punto tale, da arrivare all'omicidio, e in quelle forme così atroci (un delitto d'impeto non ha svolgimenti come poi sono stati delineati: un padre non copre un delitto simile, come se si trattasse di far sparire un povero gatto travolto e ucciso da qualche macchina, con la medesima indifferenza). E' chiaro che dietro il delitto vi sono ben altre motivazioni, ben altri autori, anche se per forza di cose lo zio Michele ha avuto la parte di cooperatore evidente, perché altrimenti non poteva sapere né dove fosse il corpo, né dove fossero gli oggetti: quindi, la sua partecipazione al delitto e all'occultamento del corpo è certa, meno le modalità esatte di questa presenza fisica.
    A proposito, sempre il "Quotidiano di P." era uscito con la notizia che il Consiglio dell'Ordine degli Avvocati di Taranto avesse confermato la sospensione dell'avv. Russo, ma tale decisione dovrebbe avvenire appena il prossimo 7 aprile. Il "Quotidiano" si è ben guardato da ogni smentita: ciò che mi stupisce è la pazienza che l'avv.Russo dimostra di avere, a meno che non abbia proceduto in modo riservato alle adeguate querele verso i suoi diffamatori, visto e considerato che ormai la sua carriera è stata comunque rovinata e non dovrebbe avere inmpedimenti professionali di sorta per reagire a quanto largamente diffuso contro di lui.

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  6. Comunque, volendo dare per buona quest'ultima lettera del Misseri, resta da chiedersi come mai contrasti con la versione fornita dalla figlia, quando fa riferimento al cellulare che vibra, cade e perde la batteria mentre compie l'omicidio. Se non si chiarisce a fondo questo aspetto - su cui non si può in alcun modo sorvolare - resteranno le perplessità che ci son state fin dall'inizio attorno a questa non corrispondenza delle due ricostruzioni, e i conti continueranno a non tornare.

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  7. Ciao Marco. Se non ci sarà un'intensificazione delle indagini, se la procura, come ho scritto in un altro articolo, non ci metterà del suo, difficilmente riusciremo a comprendere quei particolari controversi, come quello del cellulare (ma altri ce ne sono), che ci fanno storcere il naso. Io, come ho già avuto occasione di scrivere, spero in Buccoliero, da che mi han detto non è facile influenzarlo, perché che ci sia qualcosa di strano, e non è detto riguardi per forza parte la parte femminile della famiglia Misseri, mi pare ovvio. Auguriamoci di avere presto delle buone risposte. Massimo

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  8. Ciao Manlio. A parer mio ciò di cui non si rendono conto certi media è che col loro comportamento potrebbero modificare il corso delle indagini. Che ci siano altre motivazioni, a meno di una vera pazzia in Misseri, pare scontato, e, come ho detto a Marco, occorre ci sia una accelerazione investigativa che prescinda, e qui fanno bene a non dare troppo credito al carcerato, da quanto lo stesso ha dichiarato sia in fase di incidente probatorio che nelle lettere. Altrimenti continueranno i dubbi e ci troveremo di fronte ad un ennesimo, lungo e difficilmente credibile, processo indiziario. Sempre che non ci sia il famoso dna sul compressore... in quel caso la pazzia sgorgherebbe in maniera esponenziale. Massimo.

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  9. Sai qual è la cosa paradossale? Che il Misseri e Mariangela smentiscono la versione dei fatti di Sabrina che vorrebbe il padre fuori dal garage mentre lei tentava di chiamare Sarah. In pratica, è Sabrina stessa a far perdere consistenza alla ricostruzione dove il padre si assume l'intera responsabilità. Mentre la versione venuta fuori dall'incidente probatorio si adatta decisamente meglio (Misseri torna in garage e scorge il cellulare che vibra sul cemento, lo prende in mano e si stacca la batteria).

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  10. Ciao ancora Marco.
    Non va liscia neppure per come è stata esposta. Insomma lei chiama e lui prende il cellulare che si apre. Ma se diamo per buona la versione degli inquirenti, l'ultima in cui si vuole che Sarah sia arrivata prima e sia stata uccisa in casa da Sabrina, quella in cui si dice che lei s'era chiamata dal telefonino della cugina per crearsi un alibi, occorre chiedersi come facesse il cellulare ad essere nel garage a disposizione del Misseri. Insomma, Sabrina lo avrebbe lasciato acceso in mano al padre col rischio che arrivassero telefonate, magari dalla madre o dal fratello, e che si scoprisse già sulle 14.10, per dire un orario, prima ancora dell'arrivo di Mariangela, quanto avesse fatto? Un piano elaborato a modo, come si dice abbia fatto la Misseri, poteva davvero prevedere il cellulare funzionante in mano al padre?

    Non mi pare credibile.
    Mentre posso ritenere credibile, data la certa agitazione per il non arrivo di chi aveva fatto lo squillo che preannunciava la partenza da casa propria già da oltre dieci minuti, una confusione mnemonica del momento dovuta alla preoccupazione. Però bisogna ritenere anche che Sabrina volesse bene a Sarah, altrimenti cade tutto.
    Ciao, Massimo

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  11. No infatti mi riferivo esclusivamente alla ricostruzione fatta nell'incidente probatorio, quindi omicidio in garage. L'ipotesi del delitto anticipato compiuto in casa, per giunta premeditato, personalmente non l'ho mai presa in considerazione, per tre semplici motivi:
    - non puoi premeditare un omicidio, con successivi sms depistanti che avrebbero lo scopo di spostare l'orario in avanti di mezz'ora, se sai che comunque dal luogo di partenza della vittima ci sono delle persone che con molta probabilità saranno in grado di ricordarsi l'orario esatto di partenza (o almeno non puoi essere certo IN ANTICIPO del contrario, come richiederebbe la premeditazione);
    - non puoi premeditare un omicidio se non sei certo che nessuno abbia visto entrare in casa tua la vittima: sarebbe bastato un vicino, un passante che l'avesse vista entrare, e il depistaggio relativo alla scomparsa sarebbe caduto nel giro di qualche ora;
    - ultimo, ma forse il più importante: l'sms di avviso è partito dal cellulare di Sabrina alle 14:25, e più di una persona ha affermato che Sarah sarebbe uscita solo dopo aver ricevuto il messaggio.
    Viceversa, se si toglie la premeditazione e si considera il delitto d'impeto, non mi capacito di come una persona possa avere lo scatto mentale, la freddezza e la lucidità di inscenare un depistaggio, relativo a futuri e ipotetici tabulati, come quello di cui parliamo (ma già nel caso di omicidio premeditato sarebbe difficile).
    Resta il garage, dalle 14:28 in poi, e qui si deve fare i conti con i tempi molto ristretti che rendono inverosimile una ricostruzione che abbia come protagonista Sabrina.
    Quindi, tenendo conto di tutti questi aspetti, una spiegazione plausibile potrebbe essere effettivamente quella di una confusione di quest'ultima, come dici tu, magari dovuta ai diversi passaggi davanti a casa che hanno fatto quel pomeriggio.

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  12. Pero, Marco, gli inquirenti devono avere in mano qualcosa che non abbiamo altrimenti non si spiega com'è possibile che noi, ragionandoci, la vediamo così diversa da loro. Io non so se Misseri l'ha raccontata giusta sul compressore, so però che ha mentito su tutto il resto, a cominciare dall'occultamento che non può aver fatto quel giorno.

    Quell'uomo nasconde qualcosa di molto importante, a parer mio, e non mi riferisco a Sabrina o alla moglie. Il far sapere a tutti, inquirenti per primi, che in carcere sta bene e ingrassa, può anche essere un messaggio rivolto a qualcuno in particolare, come a dirgli: non ti preoccupare che il tuo nome non lo farò mai.

    Ciò che a me rende perplesso, non credendo alla sua voglia di volersi far prendere per un senso di colpa, è il cellulare fatto ritrovare. Perché non lo ha distrutto? Perché lo porta ai carabinieri? Perché non lasciare che tutto scemasse col tempo? Credeva davvero di poterli depistare?
    Ed inoltre, Sarah è davvero arrivata al portone di quella casa? Quali prove reali ci sono? E' davvero morta dalle 14 alle 14,30 o prima è stata tenuta prigioniera in vita e forse violentata?

    Non è un puzzle facile, almeno per me che non riesco a trovare il minimo punto fermo. Ciao, Massimo

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  13. La cosa grave e che vi sonon giornalisti come l' Abate e Bollino che non si limitano a dare le notizie ma le commentano a modo loro mistificandole: questo è il tipo di giornalismo che mi fà schifo.

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  14. grande Maria Corbi quando ha replicato all'Abate " C'è modo e modo di fare giornalismo"
    e, secondo me l'Abate avrebbe molto da imparare
    lori

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  15. Stando ai soliti quotidiani bene informati, la richiesta di rinvio a giudizio sarebbe prossima: allora si vedrà se i magistrati hanno qualcosa in mano di non comunicato finora, oppure hanno agito sempre in base alla speranza di un crollo di Sabrina o delle donne Misseri. Ragionevolmente parlando e in via ipotetica, dovrebbero avere una qualche registrazione telefonica da cui si deduca con chiarezza la colpevolezza di Sabrina Misseri. Ma se così fosse, alla ragazza o ai suoi avvocati non sarebbe sfuggita questa possibilità, ed allora le sarebbe convenuto confessare. Per me, con "beneficio d'inventario", resta il fatto che tutta l'attesa sia costituita solo da manovre a scopo di pressione psicologica. Ormai le cose stanno per arrivare a Roma, lì la situazione è, se non altro psicologicamente, diversa, e si dovranno tirar fuori motivazioni proceduralmente serie per non dare un colpo mortale al prestigio della Procura tarantina.

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  16. ciao a Massimo e a tutti i suoi lettori,
    non ho la TV e quindi per forza di cose ho una visione parziale delle notizie, ma condivido assolutamente l'ipotesi di un omicidio compiuto da terzi, e che i misseri -tutti- si stiano preoccupando di sviare il più possibile le indagini verso i veri colpevoli (questo certo non li discolpa ai miei occhi).
    La testimonianza circa il furgone, le intimidazioni messe in atto da cosima nei confronti del padre di un'amica di sarah, ivano russo....
    La speranza è che, essendo coinvolte così tante persone (note e meno note) prima o poi qualcuno si lasci sfuggire qualcosa circa la reale dinamica dei fatti...
    ciao, sara

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  17. La notizia del corrente giorno è che appena ora vanno raccogliendo i DNA dei vari sospettati. La motivazione è che si sono trovate tracce, con un DNA completo e altri "frammenti" o "parti" di DNA, maschili e femminili. Si lavora bene lì e con tempistica adeguata. Già i vari quotidiani, compreso il TG 1 web sottolineano che il nipote di Michele, Cosimo Cosma, esercitando un proprio legale diritto, si è rifiutato per ora di farsi prelevare il DNA, senza presenza del proprio avvocato. Gli altri non sembrano aver presentato ostacoli. Il confronto dovrebbe farsi col materiale raccolto sui celebri compressori, sul telefonino di Sarah, ed altri attrezzi. Sembra che oggetto dell'indagine sia anche Ivano Russo che però non risultava indagato, salvo miei difetti di memoria. Anche qui dà l'impressione di procedere a tentoni: perché questo materiale biologico non è stato raccolto fin dall'inizio ? Domani poi sarebbe anche il giorno in cui il Consiglio dell'Ordine degli Avvocati di Taranto dovrebbe esaminare la questione disciplinare dell'avv. Vito Russo: anche qui si vedrà quali pesci verranno raccolti nella rete, stando all'espressione di una delle varie forumiste colpevoliste del "Quotidiano di Puglia" o della sua omologa "Gazzetta del Mezzogiorno". Insomma, ci sono da verificare quei "brillanti risultati", tante volte promessi, ma per ora piuttosto opachi.

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  18. Ho già impostato e cominciato a scrivere l'articolo. Domattina lo posto. Ciao Manlio.

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