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domenica 3 aprile 2011

Livia ed Alessia. Prima o poi le porte della famiglia Schepp si apriranno

Themelis Diamantis è lo psicologo incaricato di tracciare un profilo psicologico di Matthias Schepp da Pascal Gilliéron, il procuratore di Losanna. Per farlo si è informato sulla sua famiglia e quanto ne è uscito risulta essere un quadro molto triste ma, nello stesso tempo, significativo se rapportato alla personalità del padre di Livia ed Alessia. Intervistato da un inviato di "Le Parisienne" non ha escluso vi sia un legame fra quanto capitatogli in gioventù e quanto messo in atto da adulto. La sua storia è una storia che si ripete. Anche suo padre si separò, anche suo padre dopo la separazione non ottenne la custodia dei figli, due maschi gemelli (uno il Matthias) ed una sorella. L'unica differenza sta ne fatto che i suoi furono tentati suicidi, due per la precisione, e che non coinvolse mai i figli né nei suoi insani gesti né nella lotta che si venne a creare fra lui e la moglie.

Lo psicologo puntualizza e sottolinea questo accostamento dichiarando:
"Tutti noi abbiamo una propensione a identificarci con riferimenti che sono stati interiorizzati. Matthias Schepp aveva molto sofferto per la separazione dei genitori e per quanto messo in atto dalla sua figura di riferimento, il padre. Una volta toccatagli la stessa sorte, la separazione con susseguente divorzio ed il non affidamento delle piccole, si è dovuto riconfrontare con l'immenso dolore già provato. Si è quindi trovato immerso in un trauma mai sopito riemerso più forte che mai dopo tanti anni".

Ed in effetti, sottolinea il procuratore, fino al momento della mail inviata dalla moglie pare che lo Schepp non desse segni di instabilità psicologica di alcun genere. Ed è dopo questa che inizia a cercare via internet i siti che parlano di armi, veleni, suicidi e traghetti per la Corsica
Quindi la sua convinzione, da me già contestata in altri articoli, deriva dal quadro prospettatogli dal professor Themelis Diamantis. Grazie a questo è portato a credere che l'uomo abbia gettato i corpi delle figlie in mare, mentre si trovava sul traghetto, prima di andare a suicidarsi.

Ma il quadro presenta diversi aspetti controversi. Tanto per cominciare a suo tempo anche i figli, in specifico Matthias, hanno sofferto per la situazione creatasi in famiglia, per il divorzio e per i tentati suicidi. Però nonostante questo, a sentire quanto dichiarato dalla sorella, lui è rimasto sempre molto attaccato alla madre con cui si confidava spesso e volentieri. Per cui c'è da capire se la sofferenza che la decisione di Irina gli ha inferto, che non è stata presa per un capriccio ma dopo fatti gravi accaduti nel tempo, è stata vissuta dallo Schepp nel ruolo di figlio o di marito. In quel momento provava il dolore che aveva provato il padre o si immedesimava nelle figlie e provava quello già da lui sofferto anni prima quando viveva la loro stessa condizione? Il fatto si sia suicidato farebbe supporre vivesse la situazione del genitore, ma il fatto si sia suicidato lontano da casa, lontano dagli affetti più cari, potrebbe far supporre anche che non volesse le figlie soffrissero quanto aveva sofferto lui dopo i tentativi falliti del padre.

Perciò è presumibile le abbia allontanate perché non sapessero del suicidio e non provassero quel dolore, probabilmente molto forte e destabilizzante, che aveva provato lui. In tutti i casi nulla fa desumere le abbia uccise. Per quale motivo farlo? Suo padre non aveva ucciso i suoi figli e lui aveva interiorizzato, ad ascoltare le parole dello psicologo, un altro tipo di riferimento, riferimento che non era omicida ma suicida, riferimento che gli ha fatto programmare l'estremo gesto. Poteva decidere di ammazzare due bimbe perché non voleva soffrissero per quanto aveva deciso di fare a sè stesso? Difficile, molto difficile. 

Per cui, rispettando comunque il pensiero del redento procuratore vodese, il ragionamento porta a pensare, piuttosto che ad un omicidio, ad un allontanamento delle bimbe fatto in modo volontario proprio per non recare loro quei traumi che lui aveva subito. Resta da capire dove le abbia mandate ed a chi le abbia affidate. E dato che il suddetto procuratore non intende controllare neppure se qualche lettera sia arrivata nei giorni della fuga alla madre del Matthias, a cui, come detto, era molto legato, e questo perché un provvedimento del genere, a parer suo, non avrebbe nessuna giustificazione, è difficile non pensar male. Infatti è difficile credere che una nonna possa rinunciare a due nipotine, figlie di un figlio a lei molto attaccato, così a cuor leggero. Ed inoltre, anche volendo rispettarne la privacy, visti i non contatti fra la famiglia Schepp e la famiglia Lucidi è impossibile il solo immaginare se i parenti di lui sappiano qualcosa.

Se è vero, quindi, che le indagini si fermeranno, lo ha ribadito ancora il procuratore, solo dopo aver fatto tutto il possibile, il non controllare quella famiglia sarebbe una mancanza che farebbe restare aperte le indagini in eterno. Senza una tale verifica non si può di certo dire si sia fatto di tutto. E chiaro che non si vuole puntare il dito contro di loro a tutti i costi, ed è probabile soffrano come Irina la mancanza delle bimbe, ma il restare muti e silenti davanti ad una immane tragedia familiare, il mandare un cugino a fare il riconoscimento del corpo appartenuto al figlio, al fratello, il non contribuire neppure da lontano alle ricerche di due gemelline che di certo amano, non depone a loro favore ed anzi, volendo essere pignoli come certi procuratori italiani, il quadro indiziario che ne scaturisce li rende sospetti.

Per questo motivo chiedo a loro, se nulla hanno da nascondere, di fare un passo in avanti e di andare spontaneamente a dare una mano agli inquirenti affinché la verità esca limpida e li renda estranei a quanto fatto da Matthias. Livia ed Alessia meritano di avere dei parenti, anche da parte di padre, che dimostrino loro l'affetto, che di certo provano, con gesti inequivocabili e sinceri. Lo stare in disparte, l'isolarsi, alimenta il dubbio e non favorisce nessuno. 

E prima o poi, se le indagini si vorranno concludere dopo aver fatto tutto il possibile, qualcuno dovrà pur bussare alla loro porta. E prima o poi dovranno pur aprirla.


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