Il settimanale Oggi nel 1968 |
Da tempo si parla poco dell'inumano omicidio di Yara Gambirasio. Qualche piccola novità, qualche controllo su uomini residenti in regioni distanti dalla Lombardia, uomini che hanno stuzzicato i media perché alcuni abitano in una zona d'Italia in cui la famiglia della ragazza andava in vacanza, ma sostanzialmente siamo fermi a due mesi fa, almeno per quanto attiene l'informazione perché la procura ha continuato a controllare i dna ed a scartare gli incompatibili dimostrando con ciò, credo definitivamente, che l'assassino non può essere una persona di Brembate Sopra. Pertanto ad oggi tutti siamo in attesa, quasi fosse una sorta di unguento miracoloso, della perizia che la dottoressa Cattaneo depositerà la prossima settimana. Ma questa, oltre a quanto già stabilito e già da noi conosciuto, cosa potrà dirci? Di certo non il nome dell'assassino. Le sue verifiche attuali potranno essere utili al momento in cui ci saranno persone indagate, al momento in cui si troverà uno dei possessori dei dna già individuati, al momento di un eventuale processo. Eppure il ritardo viene considerato importante dai media, talmente importante da stuzzicare nuove illazioni e supposizioni. Perché è il silenzio, che costante nel tempo ha avvolto il giallo della piccola Gambirasio, che ha creato un concentrato di bufale giornalistiche da non credere, in un articolo di inizio primavera ne inserii una cinquantina (ed erano uscite nel giro di soli 25 giorni). Poi le bufale, con l'avvento di altri casi d'omicidio che ne pretendevano la presenza vista l'erba più fresca, avevano cambiato pascolo. Ma alla vigilia della data in cui verrà consegnata la perizia potevano non tornare a Brembate?
Chiaramente chi sta ruminando l'erba del Pianoro, ed è un'erba che piace ai più, ha pensato bene di stanziarsi fino a quando l'ultimo ciuffo non sarà ingoiato, ciò non toglie che ci sia chi una capatina, perché abituatosi da tempo al pascolo lombardo, ce la voglia fare, sai mai che a forza di inventare non ci scappi la notizia vera? Quella che ancora non s'è riusciti a pizzicare? E' il caso del settimanale "Oggi" che ogni qualvolta annuncia uno scoop sulla piccola Yara viene smentito dagli inquirenti. E' incredibile che chi scrive su quelle pagine patinate non ne becchi una. Già nei mesi in cui si pensava ad un rapimento avevano iniziato l'opera del "non so nulla ma per vendere m'invento qualcosa", roba di poco conto rispetto a quanto hanno annunciato al mondo nell'ormai lontano mese di marzo, esattamente il 22. Dalle edicole, dalle anticipazioni e dagli strilloni di internet, avevamo saputo che il Giangavino nazionale, l'inviato di Bergamo per il settimanale, aveva scoperto che Yara era stata dapprima massacrata di botte e poi strangolata. Fatti plausibili, fra l'altro già usciti in alcuni giornali ad inizio marzo, che gettati in pasto al pubblico, nascosti in grande stile sotto le parole magiche "indiscrezioni da fonti attendibili", avevano acceso l'emotività dei lettori che nonostante la pronta smentita di Letizia Ruggeri erano corsi ad acquistare il settimanale. Le copie in più, quindi, erano state vendute con l'inganno ed "alla faccia" della procuratrice che aveva ridicolizzato l'inviato chiarendo che sul collo della ragazzina mancavano i primi strati di pelle, quelli in cui sarebbero restati i segni di una digitopressione. Per cui non solo era falsa la notizia scoop ma era falso anche parlare di indiscrezione e fonte attendibile perché una analisi del genere la dottoressa Cattaneo, anche volendo, non l'avrebbe potuta fare.
Chiaramente chi sta ruminando l'erba del Pianoro, ed è un'erba che piace ai più, ha pensato bene di stanziarsi fino a quando l'ultimo ciuffo non sarà ingoiato, ciò non toglie che ci sia chi una capatina, perché abituatosi da tempo al pascolo lombardo, ce la voglia fare, sai mai che a forza di inventare non ci scappi la notizia vera? Quella che ancora non s'è riusciti a pizzicare? E' il caso del settimanale "Oggi" che ogni qualvolta annuncia uno scoop sulla piccola Yara viene smentito dagli inquirenti. E' incredibile che chi scrive su quelle pagine patinate non ne becchi una. Già nei mesi in cui si pensava ad un rapimento avevano iniziato l'opera del "non so nulla ma per vendere m'invento qualcosa", roba di poco conto rispetto a quanto hanno annunciato al mondo nell'ormai lontano mese di marzo, esattamente il 22. Dalle edicole, dalle anticipazioni e dagli strilloni di internet, avevamo saputo che il Giangavino nazionale, l'inviato di Bergamo per il settimanale, aveva scoperto che Yara era stata dapprima massacrata di botte e poi strangolata. Fatti plausibili, fra l'altro già usciti in alcuni giornali ad inizio marzo, che gettati in pasto al pubblico, nascosti in grande stile sotto le parole magiche "indiscrezioni da fonti attendibili", avevano acceso l'emotività dei lettori che nonostante la pronta smentita di Letizia Ruggeri erano corsi ad acquistare il settimanale. Le copie in più, quindi, erano state vendute con l'inganno ed "alla faccia" della procuratrice che aveva ridicolizzato l'inviato chiarendo che sul collo della ragazzina mancavano i primi strati di pelle, quelli in cui sarebbero restati i segni di una digitopressione. Per cui non solo era falsa la notizia scoop ma era falso anche parlare di indiscrezione e fonte attendibile perché una analisi del genere la dottoressa Cattaneo, anche volendo, non l'avrebbe potuta fare.
Però la vergogna non è di chi scrive sulla stampa, logicamente non mi riferisco a tutta la stampa, per questo il suddetto settimanale, tramite il suddetto inviato e vicedirettore, ad aprile riprovò l'esperimento riuscito il mese prima e pubblicò una nuova indiscrezione. La solita edicola, le solite anteprima ed i soliti strilloni internet, ci informarono in pompa magna che c'era del terriccio sugli abiti di Yara ed era incompatibile con quello di Chignolo d'Isola, motivo per cui era morta in altra zona ed ivi trasportata successivamente. La smentita fu energica come la precedente. Da questa si capì che l'inviato ancora una volta aveva gettato il suo artiglio sul mucchio delle probabilità, come si fa dopo aver inserito un euro nei contenitori presenti all'interno dei supermercati, senza acchiappare neppure un peluche.
Poi capitò l'omicidio di Melania Rea e ci fu l'arresto di Cosima Serrano con la subitanea scarcerazione del più che inqualificabile zio Michele. Queste notizie foraggiarono il settimanale per mesi e gli spazi dedicati al giallo di Brembate si assottigliarono diventando minimi trafiletti. Ma le bufale, come detto, tornano sempre nei pascoli preferiti, e cosi "Oggi", tramite nuove indiscrezioni, ha fatto sapere al popolo italiano, 700.000 le copie in media vendute a settimana, che il ritardo nella consegna della perizia è dovuto ad una macchiolina di sangue rinvenuta fra i peli del pube della piccola Yara. E lo ha scritto nonostante gli accertamenti sul corpo siano finiti a fine aprile, nonostante si sapesse che i giorni chiesti in più sarebbero serviti alla dottoressa Cattaneo per cercare di esporre in modo chiaro e capibile un'analisi particolare arrivata sul suo tavolo da pochi giorni. Insomma si sapeva che un'indiscrezione del genere non era credibile, eppure tutti gli organi d'informazione l'hanno ripresa, forse perché la firma sotto l'articolo era diversa. Per correttezza vi informo che il settimanale ha inserito una riga a fondo pagina in cui contesta la smentita e dichiara che la fonte a cui è stata attinta è qualificata.
Ed allora perché questa fonte non si espone, ha paura di dover pagare le tasse su quanto percepito? Possibile non si riesca a capire quanto, con immensa cortesia, ha chiesto il padre di Yara? Possibile non si riesca a capire che non tutti metabolizzano i lutti in egual maniera, che ogni zona d'Italia è diversa e che anche le persone sono diverse? Fulvio Gambirasio non si è mai esposto in prima persona chiedendo di ottenere giustizia, e sì che ne avrebbe ben donde, si è affidato alla procura ed al suo modo di operare cercando, per quanto gli è possibile, di proteggere la sua famiglia e di creare al suo interno una nuova armonia. Per far questo non bastano due mesi, ha bisogno di tempo e tranquillità, di avanzare piano per non creare scompensi a chi gli vive accanto, di conquistare giorno dopo giorno minime porzioni di terreno se vuole che la sua famiglia si presenti preparata all'incontro con l'assassino e non si trovi nuovamente a ricominciare il calvario dei primi giorni. Possibile non si capisca che quando la stampa spara a caso perde parte del terreno conquistato. Davvero è difficile da capire?
Leggi gli ultimi articoli sui casi di:
3 commenti:
Ma l'avete mai visto o sentito parlare il magistrato inquirente, parlo della Ruggeri. Fossi stato nei genitori della povera ragazza avrei fatto di tutto per toglierle il caso. Di una incompetenza e di una sfacciataggine disarmante. Sicuramente ora starà al sole a godersi le sue meritate vacanze... visto che era in ferie pure durante le ricerche della povera Yara!
Filippo ti do ragione, ma a bergamo perlomeno cé un poco piú di riservatezza , speriamo che nascondano indizzi perché ammazzare una bambina é vilgiaccheria pura e il mondo vá ripulito
ciao Luca
Son d'accordo Luca sulla ripulitura, ma credimi a Bergamo in quella procura regna l'incompetenza e la mancanza di occuparsi seriamente del caso. La Ruggeri con i suoi sorrisetti e le sue non risposte e il suo capo con i suoi "non mi risulta, ditemelo voi" hanno raggiunto livelli di tragicomicità assurdi.
Posta un commento