Articolo di Gilberto Migliorini
C’è un attore che si aggira
per l’Italia, anzi due: il Gatto e la Volpe, uno è zoppo e l’altro è cieco.
Piacciono tanto agli italiani perché raccontano di quel campo dei miracoli dove
crescono gli zecchini d’oro. Una volta il protagonista era uno solo, teneva il
palcoscenico con invidiabile nonchalance, conosceva tutte le battute che mandano
in visibilio i supporters sfegatati. Era bravo a tirar fuori dal suo repertorio
i trucchi magici di un mago, ciò che affascinava era quella sua straordinaria
capacità di improvvisare, di sorprendere gli ascoltatori con giochi di prestidigitazione,
sapeva incantare con quel sorriso a trentadue denti da vecchio e inossidabile
barzellettiere. E gli italiani provavano l’ebbrezza per interposta persona, si
sentivano come il re Mida che trasforma tutto nel metallo pregiato, come quello
che si porta in qualche ‘compro oro’
quando si tratta di tirare la cinghia per una bella cura dimagrante.
Piaceva
davvero quello stile in doppiopetto, talvolta in dolcevita, sempre col tupè.
Lui sapeva davvero raccontare le storie senza omettere dal suo repertorio il
gioco del rilancio, della boutade, dell’effetto a sorpresa che crea scompiglio,
stupore, sconcerto… che alla fine porta tanto consenso. Cosa di meglio delle promesse?
Non mantenute? Nessun problema, ce ne sono di nuove, più eclatanti, il gioco al
rilancio lasciando stupefatti i commensali con il piatto vuoto, ma pieno di
quel futuro che sta per crescere nel campo dei miracoli, proprio come nella
storia di Collodi. Problemi con la giustizia? Eh, che saranno mai… per i
supporter sono meglio delle medaglie, sono onorificenze sul campo, si tratta di
allori da portare con orgoglio, le stimmate della vittima di un persecutorio
accanimento.
Adesso i protagonisti sono
diventati due, uno fa lo zoppo e l’altro fa il cieco e vanno di concerto
l’uno col ginocchio malandato e quell'altro con quel difetto di non poter
vedere bene. Giocano al tavolo degli italiani come fossero avversari (e chissà
prima o poi verranno per davvero ai ferri corti, quando dal sodalizio tattico
si passerà allo scontro diretto e all’incasso elettorale) ma intanto si fanno
l’occhiolino, si tengono su a vicenda, si sorreggono da bravi complici al
tavolo verde dove gli allocchi finiscono in padella. Adesso occorre dire ‘attenti a quei due’. Bonariamente, si
capisce, si tratta di una coppia davvero affiatata, si fanno reciprocamente da
spalla in attesa di decidere chi debba essere quello prediletto, e agli
italiani non par vero di poter prendere due piccioni con una fava, avere due
protagonisti al posto di uno, due interpreti che recitano con quella verve, con
quel gusto al gesto plateale, con quell'attitudine al copione drammatico, alla
postura un po’ di traverso e con quelle pause che creano la suspense, proprio
come trovarsi al cinema o in prima fila a teatro.
Piace anche quest’altro nuovo
di pacca, con quel suo stile da parvenu ma con l’occhio furbo e ambizioso di
chi non vede a un palmo di naso, ma solo perché guarda lontano. È ambizioso l’enfant prodige. Via... non si fa per dire, ma
lui parla la lingua del teatro elisabettiano, grufola con la leggiadra
teutonica, si fa dare una pacca sulla spalla perfino dallo Yankee americano.
Piace lo stile sobrio di chi non ci gira attorno, parla di tutto e di niente,
smonta e rimonta, demolisce e riassembla… sembra un operaio con in mano la
chiave a stella. Non si sa ancora bene cosa stia costruendo mentre demolisce un
po’ di qua e un po’ di là. Ma che importa: è l’attivismo che piace agli italiani.
E lui è attivo. Sempre sugli schermi a dispensar sorrisi e battutine a volte ci appare come un compare di scuola, un romeo lucignolo che ci promettere cuccagne, dolci e caramelle. Perché lo sa che siamo tutti un po' bambini e che le favole ci fan dormire meglio. Lui ci regala i sogni, tanto non costan nulla, le scosse emozionali, le illusioni che si protraggono nel tempo e paion vere. E noi a bocca aperta restiamo ad aspettar quel giorno, quando tutti ci si sveglierà in un paese dei
balocchi in fervente e continuo movimento.
Tutti a sganasciarci dalla gioia, a giocare e a divertirci... oppure tutti a indossar, come tante altre volte, un bel paio di orecchie d'asino?
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RispondiEliminaANIME SOSPESE
Le ho viste aggirarsi
in tutte le stazioni,
in cerca della loro
identità perduta.
Vita vissuta ai margini della dignità
imposta da una società malata,
priva di amore verso i più umili
che stanchi di lottare si sono arresi
assistendo impassibili alla vita
che non gli appartiene più.
Vita ricercata nella folla frettolosa
schiava del tempo che passa veloce.
Come fossero automi
taluni offrono una moneta,
tenendo in vita
queste anime sospese
condannate a fare
da specchio
a tutta l’umanità.
Vittorio
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Vittorio
Carissimo amicone Gilberto questo articolo mi piace,semplice e realistico di come è la situazione attuale.Se uno è zoppo e l'altro è cieco credo che dovremo fare da accompagnatori e portarli in giro per il "paese"e far veder loro le tante meraviglie ma,anche le tante rovine.Sul divanone Italia c'è posto per tutti,importante è portare nuove idee e nuovi progetti per il bel paese.Tempo fa si diceva che, gli italiani non arrivavano alla fine del mese con lo stipendio,c'era da coprire l'ultima settimana,purtroppo vista la situazione attuale le settimane da coprire sono diventate due,e non credo che basteranno le 80 euro in più sulla busta paga per quelli che li riceveranno.Uno è zoppo e l'altro è cieco,purtroppo hai dimenticato di dire che c'è qualcuno che è pure sordo,hai voglia di gridare, non ti sente nessuno.Eppure caro amico il grido di allarme è molto forte,basta guardarsi intorno e ci si accorge della realtà che stiamo vivendo,il povero sempre più povero e il ricco sempre più ricco.Ciao caro furbacchione.
RispondiEliminaSì Vito
RispondiEliminaHai ragione. Avevo dimenticato i non udenti, perché non c'è peggior sordo di chi non vuole intendere e peggior cieco di chi non vuol vedere... Non si tratta ovviamente dei veri ciechi e dei veri sordi che sanno spesso 'vedere' e 'udire' meglio di tanti altri, con la loro intelligenza e la loro sensibilità, si tratta di quei furbacchioni (quelli sì per davvero) che menano per il naso tanti sprovveduti.
Ciao amico caro
Gilberto
OT
RispondiEliminaA tutti gli amici del blog: buona Palma! Pino
Grazie carissimo Pino,buona domenica a te e tutti gli amici del blog.
RispondiElimina