E arrivo a Claudio Grigoletto che di certo agli inquirenti e ai media ha nascosto fra le menzogne la sua doppia vita (vi ricorda qualcuno?). Per come la penso mi risulta altamente difficile credere a un uomo che tradisce la moglie quando questa, con un figlio piccolissimo da accudire, è incinta e sta per partorire. E qui, fosse colpevole, a un tradimento del genere si aggiungerebbe anche l'omicidio di un proprio figlio, quello che si trovava in grembo all'amante ed è morto assieme a lei (pur se per legge considerato un feto). Per cui il fatto che si sia proclamato innocente non mi ha ispirato la voglia di approfondire la sua posizione, anzi mi ha inizialmente invogliato a chiamarlo assassino nell'attesa di una sua confessione (che credevo imminente). Però con l'uscita delle "indiscrezioni", come capitatomi altre volte, non ho potuto fare a meno di notare alcune incongruenze che potrebbero anche portare su altre strade e su altri colpevoli. Per questo, pur aspettandomi ancora una sua confessione (che se colpevole lo agevolerebbe in maniera esponenziale evitandogli l'ergastolo e portandogli tanti benefici futuri), ho deciso di verificare la mia convinzione. Per farlo senza cadere nei pregiudizi di una sola parte, mi sono posto quelle domande pregiudizievoli buone a farmi incasinare il cervello così da avere la possibilità di vedere il tutto anche dal lato opposto. Queste domande:
Perché Marilia dopo la laurea non si è più fatta né vedere né sentire a Sant'Angelo Lodigiano? Perché è andata a vivere in Calabria? Viveva sola o conviveva? Come si manteneva? Che lavoro ha svolto in quegli anni? Perché decise di abbandonare sia la Calabria, sia un probabile convivente, senza mai chiedere una nuova residenza? Aveva paura di essere rintracciata da qualcuno che temeva? Perché e con chi, o per chi, è arrivata nel bresciano? Perché ha scritto su Linkedin di aver lavorato per sei anni alla Air Dolomiti, gruppo Lufhtansa, e invece c'è chi giura, sue ex colleghe, che in quell'azienda ha lavorato nel 2008 ma solo per pochi mesi? Perché si è detto che spesso la notte dormiva in ufficio? Davvero vi dormiva? Se sì: restava sempre sola? Chi sapeva della sua presenza in quello stabile? Perché il proprietario, chi ha trovato il cadavere, dice di non averla mai vista prima nonostante lavorasse da diverso tempo per quell'azienda? Eppure lui aveva le chiavi per entrare: negli ultimi mesi non è mai andato nel suo ufficio magazzino? Come mai ci è capitato per un caso fortuito proprio il giorno successivo al delitto? Per quale motivo non ha acceso la luce nell'ufficio creando quella scintilla che avrebbe potuto farlo esplodere? Dalla sua parte corrente elettrica non ve n'era, ha detto, ma dove si trovava Marilia morta sì. Nella penombra ha intravisto il corpo e il sangue, perché non si è premunito di capire se la donna era davvero morta e invece è uscito dopo un secondo? Perché riesce a spiegare in che posizione fossero le braccia, vista la penombra e il solo secondo servitogli a vedere il sangue ormai secco? Quante persone avevano la chiave e potevano come lui entrare in quelle stanze senza chiedere il permesso a nessuno? Il suo socio le aveva? E sua moglie? E' normale passare dall'ufficio di altri senza neppure avvisare via telefono (in caso di ferie ad esempio)? Nello spazioso cortile sul retro si affacciano molte abitazioni, qualcuno poteva entrare da quella parte? E ritorno a chiedermi: quanti sapevano che Marilia molto spesso restava sola in quell'ufficio... a volte anche di notte? Chi la vedeva da tempo, ad esempio nella farmacia dell'angolo o nel bar vicino, sapeva dove lavorava? Lei avrebbe fatto entrare nel suo ufficio una persona conosciuta in farmacia o al bar? E chi si fosse qualificato come cliente sarebbe potuto entrare? Perché la relazione tra Marilia e il suo ultimo ex si è interrotta? Con lui viveva a Borgosatollo, si erano lasciati in maniera amichevole o burrascosa? Per quale motivo una vicina dice che la sua auto era parcheggiata nella via al momento dell'omicidio?
Dopo essermi incasinato il cervello partiamo da come ci hanno raccontato essersi svolti i fatti... anzi, partiamo da quando l'azienda ha chiuso per ferie e Marilia (dal 16 al 29 agosto) ha alloggiato all'albergo Sullivan di Ponte San Marco. A detta dei titolari mangiava come un uccellino, tanto che chi l'ha vista parla di una donna che pesava non più di 40 chili (Sarah Scazzi ne pesava 42), una donna che non si notava e non si vedeva uscire. Solo negli ultimi giorni ci si è accorti che a volte si allontanava, ma nessuno sa dove andasse e con chi. Per la precisione, a poche centinaia di metri dall'albergo c'è la fermata del pullman che in quindici minuti porta sul lago del Garda. A portarla in quell'albergo fu il Grigoletto, che però non tornò mai a trovarla e riapparve solo il 29 agosto, al momento di portarla con sé dopo aver pagato il conto. A questo punto usciamo dall'albergo e dirigiamoci all'ufficio. E' chiuso da quindici giorni e occorre una ripulita, ci sarà sicuramente da togliere la polvere e dare una rinfrescata ai bagni. A detta dell'avvocato del Grigoletto per questo si sarebbe acquistato, assieme a spugne, ammoniaca e altri prodotti per l'igiene, anche l'acido muriatico. Quindi i due amanti sono arrivati insieme nell'ufficio e li, secondo la difesa, l'uomo sarebbe rimasto fino al primo pomeriggio. Per la procura invece è rimasto di più, visto che il delitto, dicono, si sarebbe consumato sulle 17.00. Come si sia ricavato questo orario, dato che in mancanza di testimoni l'autopsia non può dare orari perfetti (ci deve essere per forza una tolleranza in eccesso o in difetto a cui fare riferimento), non si sa. Tenendolo comunque buono c'è da dare spiegazione al messaggio ricevuto dal pilota alle 18.00 (sempre esista) in cui era scritto: "tutto tranquillo" (non può esserlo inviato lui perché nessuno ha accennato alla possibilità che il telefonino sia uscito dall'ufficio).
In caso opposto, non dovesse esistere alcun messaggio e fosse vero, come si dice da più parti, che il cellulare di lei non è stato più utilizzato dopo le 17.20, ci sarebbe comunque da chiedersi da chi è stato utilizzato in quel preciso orario, visto che Marilia era impossibilitata a farlo e l'indagato in strada da almeno venti minuti. Non tutti sanno che partendo dall'ufficio di Gambara occorrono cinquanta minuti di auto per arrivare alla scuola volo di Bedizzole e che il Grigoletto è stato visto all'aviosuperficie alle 18.00. Più testimoni danno questo orario. Per cui, se parlando di un delitto avvenuto sulle diciassette siamo all'interno delle possibilità, dato l'arrivo alle 18.00, parlando di un utilizzo del cellulare di Marilia alle 17.20 il limite massimo lo sforiamo. Quindi se l'orario stabilito dal patologo non è antecedente e non ha basi più che solide (ma da cosa le ha ricavate le basi solide?), si deve ammettere che qualche minuto in più fa la differenza perché l'indagato ha un alibi che partendo dalle cinque del pomeriggio arriva a sera tarda, quando ha smesso di addestrare gli allievi piloti. Inoltre dovete sapere che la Cell Site Analysis, che permette di rintracciare la posizione anche dei cellulari inattivi, in Italia di solito non è in funzione a causa dell'enormità dei dati che genera (gli operatori del settore preferiscono non accumularli) e viene attivata solo se un paio di giorni prima un magistrato lo richiede (ad esempio quando si deve pedinare un criminale). A Gambara era in funzione? Se sì nessun problema, ha ragione la procura quando indica l'orario in cui l'uomo si è allontanato, se invece, come è molto probabile, non lo era, in mancanza di telefonate di qualsiasi genere, anche squilli senza risposta o sms, il Grigoletto potrebbe essere partito da Gambara anche prima dell'orario stabilito dalla procura (come dice il suo avvocato).
Torniamo ora ai testimoni che hanno detto di averlo visto arrivare al campo di volo sulle diciotto trafelato e sudato. In questo caso l'orario ha una sicura valenza difensiva mentre le due affermazioni successive non contano nulla. Avesse usato l'aria condizionata dell'auto nessuno potrebbe averlo visto sudato (anche in presenza di agitazione). Se invece non l'avesse inserita (magari perché scarica di gas o perché per lui fastidiosa), poco valore avrebbe il fatto che al suo arrivo fosse sudato. Fra l'altro gli allievi piloti saliti in aereo al suo fianco l'hanno visto normale, calmo e attento tanto da correggere prontamente gli sbagli e prendere i comandi quando necessitava. In più, per parlare di quanto fosse tranquillo e poco trafelato, c'è da considerare anche una foto da lui postata con l'Ipod su facebook alle 19.32. Il Grigoletto postava foto sul suo profilo Facebook quasi giornalmente, ne ha postata un'altra il giorno successivo, 30 agosto, alle 11.02 (ora il profilo è stato eliminato). Detto questo, a mio parere c'è da chiedersi come possa svolgere alla perfezione il suo lavoro, un lavoro che richiede particolare attenzione e concentrazione, chi poco prima ha ucciso la sua amante (che tutti conoscevano) e il bimbo che aveva in grembo (il suo bimbo).
Non parlando di un killer professionista c'è da capire e spiegare come una persona che ha ucciso in maniera efferata possa subito dopo fare al meglio quelle attività che di solito si svolgono durante una normale abitudinarietà, qual è anche il postare foto su facebook. Possibile che l'essere diventato un assassino non lasci nella mente qualche strascico che impedisce di essere davvero "normali"? Fra l'altro parliamo di un delitto che si può catalogare come anomalo se rapportato a un uomo che, a detta di tutti, era un tipo a sangue freddo, preciso pignolo e meticoloso. Considerando che lo strangolamento non è bastato a uccidere, che si è inserito dell'acido in bocca alla vittima, che si è cercato di dar fuoco al corpo e di aprire il tubo del gas senza riuscire completamente in nessuna delle due operazioni (visto che non c'è stata esplosione e il corpo non si è bruciato), occorre chiedersi se davvero uno scontrino e una chiave inglese, ma negli hangar le chiavi inglesi pullulano e non mancano mai, trovati a un'ora di viaggio dal luogo del delitto, siano indizi di colpevolezza. Fosse davvero così alle accuse non mancherebbe la premeditazione. Premeditazione che si scontra col modus operandi: non si capisce il motivo per cui una persona precisa e meticolosa, una persona che insegnava agli allievi piloti come mantenere sempre il sangue freddo, come fare le scelte giuste in volo, possa lasciare la sua vittima moribonda e non morta.
Non voglio parlare del sangue che si dice sia stato trovato sul tappetino di una sua auto, è quasi impossibile lasciare una pedata sul tappetino dopo aver camminato all'esterno dell'ufficio e per lasciarne in quel punto devono essercene altre ben visibili sul pavimento e sulla strada (a meno che l'indagato, come sua abitudine, non abbia volato), né della ferita alla mano che si dice sia stata curata dalla moglie, perché chi gli era accanto durante i voli e chi lo ha visto all'aviosuperficie di ferite non ne ha notate. E neppure vorrei fare ipotesi alternative dato che la permanenza in carcere potrebbe pure portare a una confessione. Però non posso fare a meno di soffermarmi sul fatto certo che tutti sapevano della relazione, che i soci e gli allievi piloti ai giornalisti hanno parlato di una bottiglia stappata dal Grigoletto per brindare al figlio che Marilia stava per dargli (quindi si parla di una relazione vissuta alla luce del sole anche se ai media e ai carabinieri, e soprattutto alla moglie, ha cercato di negarla inventandosi mail e altri amanti). E non posso fare a meno neppure di pensare a Marilia stesa a terra con la testa spaccata, con segni di bruciature sulle gambe, con lividi violacei al collo, acido in bocca e carta di giornale bruciacchiata sul corpo... non posso fare a meno di pensare al tubo del gas manomesso e dirmi che tutte queste azioni stonano in maniera netta con un omicidio premeditato, che il tutto appare come un delitto perpetrato in maniera assolutamente insensata. Per questo mi vengono alla mente solo tre ipotesi possibili.
Prima: l'indagato è un cretino di assassino che nel caos dettato dall'aggressione non è riuscito a fare ciò che gli riesce facile e insegna ai suoi allievi, cioè mantenere il sangue freddo e trovare la soluzione migliore.
Seconda: l'indagato è un assassino cretino e patentato che ha elaborato un piano arzigogolato che prevedeva, per far credere a un suicidio, una sua prossima nuova partecipazione, dato che altri avrebbero potuto rovinare il tutto (come si è visto con l'entrata in scena del padrone di casa), e per sperare in una effimera riuscita voleva tornare sul luogo del delitto per generare la scintilla, tramite l'interruttore, che creasse un'esplosione. Anche se in questo caso avrebbe rischiato la vita... come minimo si sarebbe di certo ustionato alla grande (ma per far credere a un suicidio doveva lasciare la chiave inglese in ufficio).
Terza: l'assassino non è il Grigoletto ma qualcuno/a che si voleva vendicare e sapeva dove andare e chi avrebbe trovato. In questo caso l'omicidio è per come appare a prima vista e non per come ci viene mostrato. Un'aggressione della serie: te la faccio pagare e cerco di prendere due piccioni con una fava.
Davvero quest'ultima ipotesi è fuori di logica? Stiamo parlando di un assassinio compiuto in maniera stranissima, condito da segni particolari che esulano e paiono distanti da un movente che parla di una relazione che intralcia una vita familiare già stabilizzata. Ad esempio: l'acido in bocca che significato può assumere se rapportato al Grigoletto? E la carta bruciacchiata e l'accendino? A che gli servivano quelle azioni in più se non a fargli perdere del tempo prezioso? Quello che gli avrebbe permesso di figurare altrove alle 17.00? Marilia pesava una quarantina di chili. Di lui si fidava e poco gli sarebbe bastato per ucciderla senza spargere sangue e inventarsi tutta una serie di azioni che gli erano di intralcio e non servivano. Perché mai avrebbe dovuto versarle l'acido in bocca... perché bruciarla alle cinque del pomeriggio e rischiare di essere scoperto in quanto presente in zona al momento del rogo? Davvero tutto questo ha un senso? E se provassimo a toglierlo dalla scena e rapportassimo l'acido ad altri? Ad esempio a chi con lei, o coi due amanti, credeva di avere dei conti in sospeso? Magari una compagna tradita (non necessariamente la moglie dell'indagato) che odiava la sua bellezza e pensava che Marilia fosse una che con la bocca (...). Magari un suo ex lasciato in maniera definitiva che non accettava la decisione e non sopportava che la "sua" donna stesse con un altro (e addirittura di un altro fosse incinta). Magari un qualcuno che ci aveva provato e a cui aveva risposto in malo modo (da qui l'acido in bocca). O anche qualcuno che voleva aiutare qualcun altro e mettere le "cose a posto" togliendo di mezzo un ostacolo che la gravidanza stava rendendo insormontabile.
Quindi, mentre il Grigoletto poteva agire sfruttando la fiducia, prendere la vittima di sorpresa e liquidarla in breve tempo, nei casi sopracitati la donna si sarebbe difesa fino allo stremo delle forze. Ed anche se conosceva chi poi l'avrebbe aggredita, tanto da farlo accomodare, non è detto che non stesse sulla difensiva già dal suo arrivo. A questo aggiungiamo il tubo del gas svitato per ipotizzare quale risultato finale si sarebbe ottenuto con l'entrata in scena del Grigoletto che andando da Marilia e accendendo la luce si sarebbe bruciato a sua volta. Da qui il "prendere due piccioni con una fava".
Ciò che intendo dire è che al momento, seppure sui media si dica il contrario, le certezze sono poche e gli indizi non bastano a fare del Grigoletto un sicuro assassino. Fra l'altro tanti indizi, se girati a 180°, potrebbero portare al risultato opposto. Solo usando il pregiudizio si riesce a far quadrare i conti e a non vedere le stranezze che circondano la morte di Marilia. Ma i pregiudizi si potrebbero adattare ad ogni persona che la donna conosceva o poteva aver incontrato anche per caso, perché, come credo di aver dimostrato con le domande postate sopra, è facile creare sospetti da accollare a chi si vuole.
Finisco col dire che questo articolo è stato concepito come un insieme di ipotesi e domande astratte ed ha l'unico scopo di non far adagiare la mente dei lettori sul pregiudizio che a poco a poco si sta espandendo e son sicuro presto crescerà. Spero in una confessione completa e spero che il Grigoletto sia il vero colpevole. Non mi piace l'idea di avere un assassino libero per strada e un innocente, pur se bugiardo, in carcere. Se la procura ha vere prove gli avvocati dell'indagato, per il suo bene, presto lo convinceranno a dire quanto sa e a collaborare per mitigare la pena. Ma ci fossero solo indizi e nessuna confessione, in mancanza di certezze mi auguro che le indagini continuino a 360° e che la procura non si fermi al colpevole più facile credendo di aver risolto il caso.
@ MASSIMO
RispondiEliminactz
-"Non parlando di un killer professionista c'è da capire e spiegare come una persona che ha ucciso in maniera efferata possa subito dopo fare al meglio quelle attività che di solito si svolgono durante una normale abitudinarietà, qual è anche il postare foto su facebook. Possibile che l'essere diventato un assassino non lasci nella mente qualche strascico che impedisce di essere davvero "normali"?"-
Non mi pare, però, caro Massimo, che gli estremi ( quanto mai ragionevoli) di questa tua considerazione, siano stati valutati nella stessa misura, nei confronti di Michele Misseri il quale, dopo aver atrocemente consumato l'uccisione di Sarah, si sia comportato nel modo più normale possibile, allontanando da se qualsiasi sospetto, MA ERA L'ASSASSINO, nonostante le apparenze, normalissime, con le quali svolgeva le sue quotidiane faccende, secondo i fautori della sua colpevolezza.
Ora, utilizzando la stessa ottica, NON si dovrebbe ritenere indicativo di innocenza, il comportamento "normale" di Grigoletto, dopo l'evento drammatico della morte violenta di Marilia.
L'apparente "normalità" dei due soggetti messi a paragone, opterebbe per l'innocenza di entrambi. o, viceversa, un autocontrollo deciso, posto in atto per mascherare la loro colpevolezza.
Non vedo come si possa usare una bilancia e due misure.
Cari saluti, Pino
@ Pino
RispondiEliminaSono pienamente d'accordo con te. Le stesse considerazioni circa un improbabile autocontrollo dopo un delitto (autocontrollo non puramente esteriore che nel caso di un pilota d'aeromobile comporta una perfetta padronanza degli automatismi istintivi) a maggior ragione devono valere per gli stessi supposti autori del 'delitto' di Avetrana (non solo Michele) che nel giro di pochi minuti sarebbero già in grado non solo di dimostrare autocontrollo ma perfino di mettere in atto tutta una serie di depistaggi (tutte cose assolutamente improbabili).
Gilberto
L'articolo nulla c'entra col caso Scazzi, quindi non voglio siano inseriti commenti o paragoni che facciano diventare questo spazio una appendice di altri.
RispondiEliminaPerò, Pino, una risposta devo dartela. Vorrei sbagliarmi, e spero tanto sia colpa mia il fatto che ultimamente non capisco bene e fraintendo i commenti, ma credo che il caso Scazzi abbia creato quelle frizioni e quelle tensioni in grado di far credere agli amici di aver a che fare col "nemico", in senso buono, piuttosto che con chi si è imparato a conoscere leggendo i suoi articoli.
Che tu mi accusi di usare due pesi e due misure è singolare, visto che mi segui da tanto e dovresti sapere come ho trattato i vari casi, il caso Scazzi e Michele Misseri in particolare (quando scrivevo i miei articoli e non lasciavo spazio ad altre opinioni). Inoltre nell'articolo sul Grigoletto non dico mai che il signore in questione è innocente, anzi mi auguro e spero sia colpevole, dico solo che ci sono altre piste da vagliare per far sì che non ci siano ombre su una sua futura condanna; perché già ora, in mancanza di altri indagati, ti posso garantire che in primo grado prenderà l'ergastolo. E far scontare 34 anni di carcere a chi non si sa se sia colpevole non è quanto uno Stato democratico deve fare.
Per cui ognuno sull'argomento la può pensare per come vuole, io non difendo il Grigoletto ma un'idea di giustizia a 360°... però, se non per come mi si conosce almeno per l'impegno che uso nel cercare di non dar spazio ai pregiudizi e trattare i casi alla stessa maniera, nessuno mi può dire che faccio distinzioni ed uso pesi diversi.
Ora, per spaccare il capello in due e contrastare il tuo pensiero, anche se fare un paragone mi appare improponibile, devo comunque dirti che balza agli occhi la differenza che corre fra le persone messe a confronto. Il Misseri dopo l'omicidio, se lui l'ha commesso, ha cercato l'isolamento, il "non stare" in mezzo alla gente per andare a occultare un corpo, al massimo ha perso dieci minuti scarsi a raccogliere fagiolini e in serata ha fatto qualche telefonata ai parenti intimi. Ora paragonare queste azioni all'insegnare a volare a mille metri d'altezza, fra l'altro prendendo i comandi dell'aereo quando si rischiava di entrare in zona pericolo, mi pare un'operazione errata. Diversa concentrazione e diversi rapporti interpersonali tra i due, visto che il Grigoletto dalle 18.00 in poi è stato per ore a contatto di diverse persone.
Inoltre anche il contesto intellettivo è diverso: da una parte il mondo contadino coi suoi modi rudi e silenziosi e dall'altra professionisti affermati con la passione per il volo.
Il Misseri viveva una vita di solitudine, parlava pochissimo e oltre alla famiglia, che in quei giorni ha costantemente cercato di evitare, frequentava solo un paio di persone (condannate anche loro).
Ma ci sono da considerare anche le sue parole a processo per capire, se mai è davvero lui l'assassino di Sarah, quale stato d'animo avesse in quei 40 giorni. Lui stesso ha parlato di lacrime che gli uscivano spontanee, tanto che ogni volta doveva andare all'esterno per non farsi vedere. Lacrime che tutti scambiavano per commozione dovuta alla scomparsa della nipote, mentre invece nascevano dal rimorso. Nella sua solitudine ha avuto modo di andare diverse volte sulla cisterna a pregare e di evitare, fino al 29 settembre, anche i giornalisti che stazionavano di fronte casa sua.
Quest'ultima una vera e propria impresa da guinness...
Ciao, Massimo
@ Massimo
RispondiEliminaVorrei spezzare una lancia a favore di Pino. Mi sembrava che lui affrontasse un problema metodologico che vale per qualsiasi caso di omicidio, e cioè cosa accade nella mente e nel corpo dell'assassino occasionale che non sia cioè un serial killer(sempre tenuto conto delle differenze individuali). Il tema della plausibilità da te correttamente impostato sotto forma dubitativa pone la questione generale (che appare anche in altri casi, ad esempio Franzoni) dell'autocontrollo espresso non solo nella capacità di dissimulare agli occhi degli altri, ma anche in quella più rilevante di procedere secondo una normale routine, cosa che appunto appare poco verosimile (e indipendentemente da una assunzione di colpevolezza o di innocenza).
Gilberto
questo è un caso che assomiglia a quello di parolisi .
RispondiEliminabisognera' che indaghino pèr bene,
prima di condannare., come hanno fatto in tutti i casi mediatici di questi utimi anni .
anche in questo caso . i moventi ci sarebbero . avere una giovane moglie che ha appena partorito ed un altro figlioletto , un marito sbbene traditore .
vedrebbe un pericolo . .
da una amante che le sta rovinando la famiglia .
in tv ho visto l'intervista fatta alla madre di marilia . lei dice che la figlia e l'amante aspettavano con gioia il figlio .
che stranezza pero' . le aveva fatto credere che stava separandosi dalla moglie .
sempre la stessa storia . .
ma non tutto è come sembra .. vedremo gli sviluppi -.
Può essere Gilberto, come ho scritto posso essere io ultimamente a comprendere male o a fraintendere i commenti (mi è già capitato con Enrico).
RispondiEliminaL'intervento di Pino potrebbe non essere rivolto a me, ma riprendendo una parte dell'articolo, inserendo in maiuscolo il "non" e finendo con l'interrogativo sui due pesi e due misure, potrebbe pure tirarmi in causa (questo ho pensato). In ogni caso è figlio di commenti inseriti sotto altri articoli, commenti che hanno creato frizioni fra chi frizioni non ne aveva, e lo si capisce dalla parola fautori.
Io Pino lo stimo e gli voglio bene, lui lo sa, per questo non credo di averlo offeso puntualizzando che io non sono una da due pesi e due misure e se lo ha pensato ha fatto male. Nello stesso tempo ho esternato il mio pensiero (in contrapposizione al suo, al tuo e a quello di tanti altri): per come la so e per come la vedo, la maggioranza assoluta degli incensurati che commettono un omicidio in un momento di stress non resta impassibile nelle prime ore. Anzi, è facile che nel breve periodo, se incontra persone ed è costretto a parlare (magari della sua vittima), confessi il delitto. Poi, col passare delle ore può recuperare la lucidità ed anche tentare di non pagare la sua colpa. E qui ho specificato che lo stato sociale dei due è diverso: quello del Misseri gli permetteva (anche a causa dei litigi con la moglie) di chiudersi in sé stesso e allontanarsi dalle persone per rintanarsi da notte fonda a sera tarda in campagna, quello del Gricoletto, invece, lo costringeva a stare in contatto con gli altri e a parlare parecchio (chi deve imparare a guidare gli aerei deve essere continuamente istruito).
Infine ho riassunto le parole del Misseri, quelle che descrivevano il suo stato d'animo dopo il delitto e nei giorni successivi. Stato d'animo compatibile a tratti con chi si pente e prova rimorso per il delitto compiuto...
Se ho peccato e frainteso, me lo dirà Pino, mi scuso...
Massimo
@ MASSIMO caro,
RispondiEliminaSolo ora ho acceso il pc, ed ho letto quanto hai scritto, in merito alle mie considerazioni sul caso Grigoletto.
A tale proposito, ritengo opportuno, anzi, quasi doveroso, per la reciproca, sincera stima, che ha sempre distinto il nostro rapporto, sia pure a distanza, precisare che le mie osservazioni volevano solo puntualizzare una particolare “situazione” , verificabile su un piano più generale, che Gilberto ha intuito perfettamente.
Il paragone fra Il Grigoletto ed il Misseri, riguarda solo lo stato d’animo, di entrambi, dopo una ipotetica, medesima esperienza che, indipendentemente dallo stato sociale, intellettuale ed ambientale, totalmente diversi, sono ininfluenti sulle peculiarità psicologiche di ogni individuo.
Non ti sarà sfuggita, all’inizio del mio post la breve premessa con la quale rimarcavo “quanto mai ragionevoli” gli estremi delle tue considerazioni.
Non vedo, quindi, come mai avrei dovuto indirizzare a te la disparità della “bilancia e due pesi”, senza contraddirmi.
L’affermazione, così come la “situazione” era ugualmente generalizzata.
Conosco perfettamente la tua tesi sul caso Scazzi, che rispetto, ma non condivido. Né sposterei, di una sola virgola quella da me teorizzata. (ma ciò esula dal contenuto del mio post)
Ringrazio Gilberto per la “lancia spezzata”: forse era necessaria, per completare quanto non avevo scritto.
Ciao, Pino
Carissimi,
RispondiEliminase i paralleli fra un delitto ed un altro non fossero ammessi, sarebbe anche impossibile una qualche scienza come la criminologia o l'antropologia criminale, che in sostanza è fondata su paralleli, confronto tra somiglianze e differenze nei vari delitti, sia come autori, sia per le rispettive modalità.
Da quanto ho capito nel caso della ragazza brasiliana si parla di strangolamento, parziale o totale che sia, a mani nude, non con qualcosa d'altro (corde, cinture, fazzoletti), per cui non dovrebbe essere impossibile determinare l'autore dell'aggressione .
Ciò che a me interessa rilevare è quanto sia difficile per un "assassino alle prime armi", chiunque fosse, agire in modo da depistare completamente gli investigatori. Questo, mi pare, volessero anche dire in sostanza sia Pino che Gilberto.
Sì Manlio, giustissimo e non solo.
RispondiEliminaSe per un serial killer la normalità è proprio uccidere, per un 'assassino alle prime armi' la routine viene bruscamente interrotta. Solitamente si dà una connotazione negativa alla parola routine, in realtà la routine ci è necessaria, altrimenti ogni tanto non vorremmo spezzarla. Di sicuro possiamo dire che per un assassino non professionale o non seriale l'omicidio non può che essere un elemento perturbatore di quelle cadenze più o meno regolari della sua quotidianità e l'assenza di perturbazioni significative nella routine (intesa nei suoi aspetti meccanici e automatici) non può che risultare come elemento a favore di un sospetto. Si tratta per l'appunto di considerazioni generali.
Gilberto
Mi rendo conto di una ambiguità rileggendo il mio intervento precedente. Intendevo dire un elemento che può scagionare la persona sospettata di un delitto (elemento a favore di un sospetto=di una persona sospetta). Gilberto
RispondiEliminaCaro Massimo,
RispondiEliminatu hai la straordinaria abilità (da romanziere o giallista) di entrare nel profondo dei casi, che la gente comune, mi ci metto di scorcio anch’io in questo caso, paiono semplici e lineari, ascoltando quello che i media raccontano.
Dopotutto siamo così abituati a sentire di donne assassinate da ex fidanzati e mariti che non tollerano la separazione, da amanti che eliminano la loro donna prima che questa racconti tutto alla moglie, da occasionali approfittatori di fanciulle o donne conosciute in chat, che ci sembra “scontato” l’assassino sia la persona più vicina.
Ti confesso di più, mi è venuto subito in mente il caso Cesaroni, ho pensato alla coincidenza del datore di lavoro.
Tuttavia anche a me è parso strano che il tipo fosse così “normale” e padrone di sé da fare una lezione di volo ad un allievo, come ho sentito in un’intervista.
Mi prendo il tempo di rileggere più attentamente il tuo articolo e di riflettere.
Ciao, buonanotte,
Mimosa
@ Ciao MIMOSA!
RispondiEliminaSono contento di rileggerti, dopo il tuo prolungato...riserbo.
Spero che questo nuovo, interessante caso, proposto da Massimo, ci veda nuovamente impegnati in un intelligente dialogo, fatto di proposte e controproposte ragionate e serene, che ha distinto positivamente questo blog e noi stessi, in tempi che sembrano lontani.
La tragica morte della giovane brasiliana, sembra avere alcune analogie con la faccenda Rea, da noi lungamente trattata, salvo alcuni particolari che la renderebbero un po meno complicata, a mio modesto avviso.
Particolari che potranno essere confermati o smentiti, solo dopo aver approfondito ricerche sul passato, non molto remoto, della stessa vittima, come giudiziosamente proposto da Massimo.
Al momento, si ha l'impressione, però, che le indagini abbiano assunto carattere unidirezionale (tanto per cambiare), e della tanto millantata ricerca a 360° non è trapelato ancora nulla.
Speriamo di non assistere, ancora una volta, a quelle deficienze procedurali, che Tummolo spesso, e giustamente biasima.
Tanti cari saluti, Pino
buongiorno
RispondiEliminaa volte alle notizie vengono aggiunti particolari che vengono poi smentiti .
l'indagato numero uno ha affermato che marilia aveva diverse frequentazioni, e che molto probabilmente il figlo non era suo . . ha messo davanti il fatto che avesse altri amanti ..
beh tanto alla fine ci sarebbe stata la prova del D.N.A.quindi questo è stato un ingenuo depistaggio . se è vero quello che in tv hanno detto
la madre delle ragazza uccisa l'ho sentita dire alla tv che la figlia e amante erano molto felici della gravidanza .
inoltre .
bisognerebbe sapere se la moglie dell'indagato era al corrente della storia fra il marito e la brasiliana ,e del figlio in arrivo...
quest'uomo era nell'occhio del ciclone ? e alla fine sarebbe successo l'irreparabile.??
chissa'..
.. .
sì, questo caso ricorda vagamente quello di qualcuno sul quale è calato il silenzio stampa nonostante l'imminenza del processo d'appello.
RispondiEliminaAnche se in questo caso l'imbuto sembrerebbe un tantino più corposo.
saluti a tutti
Oh, saluti a te Tabula!!!
RispondiEliminache bello ritrovarti.
@ Ciao TABULA
RispondiEliminaBentornata, forte e sana, dopo la lunghissima vacanza.
...Hai pensato subito all' "imbuto", vero?
Tanti cari saluti, Pino
IL GIORNO di Brescia
RispondiEliminaGambara, 8 settembre 2013 - Tracce di pelle trovate sotto le unghie di Marilia Rodrigues Silva Martins. Quindi la ragazza brasiliana ha lottato con il suo assassino. I frammenti di pelle. Il sangue. L’ammoniaca. L’acido muriatico. Un paio di scarpe. Ruota attorno ai vertici di questo pentagono il destino di Claudio Grigoletto, il pilota-manager in carcere con l’accusa di avere ucciso la 29enne brasiliana che da quattro mesi attendeva un figlio da lui.
Sul volto, il collo, il torso e le braccia dell’uomo sono stati osservati i segni di lesioni recenti. Sul tappetino della sua Land Rover sono state trovate tracce ematiche. Se le analisi gli dovessero attribuire pelle e sangue, per Claudio Grigoletto sarebbe un colpo mortale. Da ricordare il particolare riferito dalla moglie dell’arrestato che alle 22 del 29 agosto, giorno dell’omicidio, ha medicato un taglio alla mano destra del marito che lo attribuiva a un incidente mentre registrava il motore di un aereo. Il Luminol ha svelato che chi ha ucciso Marilia nell’ufficio della Alpi Aviation do Brasil di Gambara ha percorso il tragitto dal corpo alla caldaia, che ha poi tentato di sabotare con un utensile per provocare una fuoriuscita di gas. L’intento era quello di inscenare un suicidio.
La camminata ha lasciato sul pavimento impronte di suole insanguinate. L’impronta è del numero 43, lo stesso calzato da Grigoletto. Sono state sequestrate tutte le calzature dell’indagato. Massima attenzione per quelle che Grigoletto indossava quando è stato ripreso dalle telecamere di un supermercato di Gambara. E’ un altro snodo importante. L’assassino ha cercato di fare ingerire ammoniaca a Marilia, già svenuta, e ha poi provato a fare scomparire con l’ammoniaca le impronte della scarpe sporche di sangue. Sue queste due circostanze uno scontrino accusa Grigoletto. E’ quello rilasciato dal centro commerciale di Gambara per l’acquisto di acido muriatico, ammoniaca, guanti in lattice e spugnette, per una spesa di 4,90 euro.
Lo scontrino è stato trovato in un cassetto della scrivania di Grigoletto nel suo ufficio nell’aviosuperficie di Bedizzole. Nello stesso cassetto era riposta una chiave a pappagallo, attrezzo compatibile con quello usato per manomettere la caldaia. La difesa (Elena Raimondi e Renata Milini) prepara il ricorso al tribunale del Riesame e si attesta sulla sua linea del Piave: l’orario della morte di Marilia. Il cellulare di Grigoletto aggancia la cella telefonica di Gambara dalle 10 alle 16.47 del 29 agosto.
I difensori tenteranno di allargare la forbice, spostando il più possibile in avanti l’orario della morte. Grigoletto compare a Bedizzole per una lezione di volo attorno alle 18 e per coprire il percorso da Gambara a Bedizzole sono necessari almeno 40 minuti. Nella mattinata di ieri i difensori e i loro consulenti hanno effettuato un controesame sul corpo di Marilia. Domani inizieranno a Parma gli accertamenti irripetibili su tutto il materiale sequestrato a Claudio Grigoletto
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sicuramente se è colpevole ha usato una strategia da sprovveduto. pensava di farla franca ?
RispondiEliminase è stao lui , l'ha combinata troppo grossa .
La mamma di Marilia, oggi a Pomeriggio 5 ha detto che la figlia si trovava in quell’albergo perché lui le aveva promesso un’abitazione dove andare a vivere ma le raccontava che non era ancora pronta. Ha detto inoltre che è stato l’albergatore a chiederle di andarsene perché nessuno pagava il soggiorno, nega che sia stato lui ad andarla a prendere e a saldare, ha fatto intendere che è stata Marilia stessa a pagare, per questo poi la ragazza è andata a dormire nell’ufficio.
RispondiEliminaSempre la mamma ha detto che Marilia ha avuto due storie importanti e che era molto riservata e seria, di sani principi e comportamenti.
Con la gravidanza dimagriva invece di ingrassare e i primi mesi lui l’accompagnava continuamente alle visite in ospedale, progettavano di andare a vivere assieme, ma da luglio si era praticamente eclissato.
Le solite bugie dei vigliacchi.
Nel frattempo era diventato padre per la seconda volta. Forse ha avuto un ripensamento e due figli gli bastavano.
Che «Sul volto, il collo, il torso e le braccia dell’uomo sono stati osservati i segni di lesioni recenti» come scrive l’articolo copiato dall’Anonimo, potrebbe *non* riportare ad una colluttazione con Marilia, *bensì* con l’altra vittima che è la moglie legittima, la quale in un momento di sfogo rabbioso lo ha conciato per le feste lasciandogli i segni che si meritava. Una mia amica mi ha raccontato di averlo fatto, accecata dal solo sospetto che il marito avesse un’altra. Le donne usano spesso le unghie per vendicarsi.
RispondiEliminaMimosa
www.bresciaoggi.it/stories/Provincia/558203_viveva_chiusa_in_camera_e_non_mangiava_quasi_pi/
RispondiEliminaMA LE TRACCE DI PELLE sono state rinvenute sotto le unghie di Mariglia, NON della moglie.
RispondiEliminaW.
BRESCIA Oggi
RispondiElimina9-9-013
Dal 16 al 29 agosto, esattamente un giorno prima di essere trucidata in quel maledetto ufficio di Gambara, Marilia Rodrigues Silva Martins ha alloggiato all'Hotel Sullivan di Ponte San Marco, la frazione di Calcinato sulla strada per il lago di Garda. Meglio: ha vissuto letteralmente «barricata» nella sua stanza, uscendo giusto all'ora dei pasti, «anche se poi mangiava come un uccellino - raccontano i titolari - razioni minuscole, tutto scondito. Pesava a malapena 40 chili, era pallida, smunta, bellissima ma divorata dall'estrema magrezza». Nessuna prigionia, però. Semmai, dicono, «la netta sensazione di una donna completamente plagiata dal suo uomo». Quella camera infatti l'aveva prenotata Claudio Grigoletto: «L'abbiamo visto il primo giorno, poi però si è smaterializzato». «POCHE PAROLE, nulla di strano: difficile capire che tipo fosse», racconta Marco Botti, titolare dell'albergo. «Tutto è stato più chiaro quando al momento di pagare il conto (885 euro tra soggiorno e consumazioni varie, ndr) Grigoletto ci ha versato uno scoperto». Cos'abbia fatto invece la sua amante brasiliana durante tutti quei giorni di permanenza, continua a rimanere un mistero. «Si vedeva pochissimo - ricordano ancora in albergo - dava l'impressione di non stare bene fisicamente, forse per colpa della gravidanza - prosegue Botti, che ogni mattina le serviva la colazione in camera -. Solo gli ultimi due o tre giorni ci siamo accorti che aveva iniziato ad uscire dall'hotel, ma dove andasse effettivamente non lo sappiamo». Strapparle due parole era quasi impossibile. Marilia parlò di sua spontanea volontà solo una volta, motivando il soggiorno prolungato: «Io e Claudio stiamo ristrutturando una casa», disse. La tragica sorte della giovane brasiliana ha ovviamente colto di sorpresa tutti quanti, soprattutto all'indomani del fermo dell'uomo. In albergo si erano occupati con la consueta cortesia della giovane, ancor di più alla luce della gravidanza. Ma la sua morte ha lasciato nella costernazione tutto il personale dell'albergo di Ponte San Marco.E.Z.
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@ W
RispondiEliminanon hai letto bene: nel mio intervento non ho messo in relazione le tracce sotto le unghie di Marilia con le lesioni riscontrate sul corpo del Grigoletto.
Per sapere la "paternità" delle tracce organiche sotto le unghie della ragazza bisogna aspettare i risultati e ci vorranno settimane!
Mimosa
So leggere e far di conti, gentile signora. Non fraintendo.
RispondiEliminaCerto che ci vorrà qualche settimana per avere i risultati sulle analisi dei reperti subungueali. Ma perchè, intanto, attribuire alla moglie di Gregoletto i graffi sulle sue braccia, quando la logica più spicciola ne indica un autrice diversa e più probabile?
La saluto. Walter
BRECIAOggi 10-09
RispondiEliminaL'orario della morte di Marilia Rodrigues Silva Martins svelato da un telefonino. Secondo gli investigatori che indagano sull'omicidio della giovane brasiliana, la tecnologia può essere d'aiuto. L'assassino, che per gli inquirenti è il 32enne Claudio Grigoletto, datore di lavoro, amante e padre del figlio che la vittima portava in grembo, sarebbe stato tradito da cellulare e computer. In particolare dal telefonino. Marilia sulla base degli accertamenti effettuati dagli investigatori è morta alle 13,16 di giovedì 29 agosto. Non solo. Se il cellulare dell'indagato si starebbe rivelando determinante per capire quando è morta la 28enne brasiliana, l'attività investigativa sull'hardware del computer di Grigoletto contribuirebbe anche ad indirizzare verso la contestazione dell'aggravante della premeditazione. I carabinieri sono al lavoro sul materiale sequestrato e nello scorso fine settimana si è pervenuti a risultati importanti. MARILIA, questa la ricostruzione dell'accusa, è caduta in un'imboscata dopo essere arrivata a Gambara alle 12.05 del 29 agosto. Un orario che non è certo d'aiuto alla difesa di Grigoletto. L'istruttore è stato certamente all'aviosuperficie di Bedizzole quel giorno per dare lezioni di volo, ma la prima si è svolta attorno alle 18. Marilia, quindi, che nella ricostruzione accusatoria cade in un'imboscata, viene stordita con dell'ammoniaca. Reagisce, ma l'omicida la colpisce violentemente. La giovane cade, viene strozzata. Poi l'acido muriatico versato in bocca, l'accendino in una mano, i giornali attorno e sul corpo a cui viene invano dato fuoco per simulare il suicidio. Il fuoco si spegne e non innesca l'incendio o l'esplosione dovuta alla manomissione di un tubo del contatore del gas. Forse aperto non a sufficienza per timore che si sviluppasse tutto in tempi troppo brevi. Per l'accusa, rappresentata dal pm Ambrogio Cassiani, è stato Claudio Grigoletto a ideare il piano e a rendersi responsabile del delitto. Un piano che però, per gli inquirenti farebbe parecchia acqua anche alla luce delle contraddizioni in cui sarebbe caduto l'indagato. Nel caso delle ferite alla mano, per esempio. La moglie, interrogata in merito, ha detto che se le è procurate giocando con i bambini. Lui ha invece spiegato che tutto sarebbe avvenuto mentre lavorava al motore di un aereo. Poi, le due paia di guanti in lattice, l'acido muriatico, ammoniaca, le spugnette acquistate. Secondo la difesa per le pulizie. Secondo l'accusa per il delitto e per ripulire la scena del crimine. Tesi che troverebbe conforto nella scomparso di uno spazzettone nell'ufficio di Gambara. OGGI, intanto inizieranno a Parma, al Ris, gli accertamenti irripetibili. Una fase delle indagini che è destinata a rivelarsi importantissima alla luce delle risultanze investigative emerse fino a questo momento. Se gli indizi raccolti su Grigoletto troveranno conferma negli accertamenti sui reperti il compito della difesa sarà inevitabilmente ancora più complesso. Tra i reperti che assumono maggior rilevanza c'è sicuramente il sangue trovato sul tappetino della macchina dell'indagato. Si dovrà verificare se appartiene a Marilia. Gli accertamenti tecnici si svolgeranno alla presenza dei consulenti della difesa, rappresentata dagli avvocati Renata Milini e Elena Raimondi COPYRIGH
Mario Pari
C'è qualcosa che davvero non torna. Un uomo che dimostra freddezza al punto di poter effettuare una lezione di volo subito dopo l'omicidio (di cui secondo la procura sarebbe responsabile) e che, guarda un po', si tiene lo scontrino che attesta l'acquisto di candeggina e acido (evidentemente acquistati per le pulizie) e non solo, non si disfa nemmeno della chiave giratubi usata per le bisogna del delitto. Siamo alle solite. Spero solo che gli investigatori non stiano prendendo il solito grosso granchio. Gilberto
RispondiEliminagregoletto confidava nell'eplosione.. dell'ufficio .
RispondiEliminaforse era tranquillo perchè si stava levando: una spina nel fianco ..ciao
@ GILBERTO
RispondiEliminaC'è sempre qualcosa "che non torna" Gilberto, quando si analizzano minuziosamente drammatici accadimenti, nei quali si inquadra questo in discussione. E la stranezza si denota vieppiù se un indiziato, come Grigoletto, in questo caso, è persona di un certo livello intellettuale.
Quelle da te segnalate, sarebbero delle negligenze madornali, se l'istruttore fosse colpevole del reato che gli si attribuisce da parte del pm conduttore delle indagini.
Condivido, quindi, le tue perplessità.
Altro scenario saremmo costretti ad ipotizzare, se i risultati delle analisi biologiche dei reperti rilevati, fossero indicativi della partecipazione al delitto del Grigoletto.
Nutro anch'io, la speranza che non si ripetano le grossolane lacune investigative, che ci hanno disgustato molto recentemente.
Ciao, Pino
Sì Pino
RispondiEliminaSono senz'altro d'accordo con te. Sintetizzando possiamo dire che o Grigoletto è completamente innocente o è il più stupido e maldestro assassino che si possa immaginare tenuto conto che i requisiti psicologici di un pilota d'aereo dovrebbero essere "senso di responsabilità, leadership, autorevolezza, fermezza, autocontrollo e una grande capacità di gestire gli imprevisti." Gilberto
ciao Massimo ,sei una persona ,lasciamelo dire , eccezionale....allora ho letto la prima parte e per paura di perdere il filo ed entrare ad altro pensiero ... sentivo di dire questo:- 1 è avere il giudizio per cui pondera e sta attento ad ogni cosa...- 2 è pregiudizio, assomiglia essere impulsivo senza controllo non solo verso i altri ,ma anche di se stesso.....
RispondiEliminacomunque è bello trovare persone come te senza malizia......ciao ....ora vado avanti con la lettura
dopo aver finito di leggere, di questo caso ne sapevo ben poco , se non notizie ricevute al volo dai notiziari , che ormai omicidio delle donne è diventata l' ordine del giorno , per cui impossibile seguirle tutte, anzi per me incomincia ad esserci una confusione dei fatti, cioè di quello che successo e a chi e che cosa....riprendendo il discorso di prima mi da più l'idea di una mano di un psicopatico, maniaco....
RispondiEliminasembra impossibile un fatto tra 2 amanti , cioè è stato bello fin ch'è durato....poi tutt'un tratto mostri, no non lo vedo tra i amanti , lo vedo più facilmente in caso di molestia o stupratori.....
a parte questo c'è un pensiero che mi assilla nonostante che si parli del femminicidio , la cosa non si ferma e tanto meno si frena, anzi....allora mi domando cos'è che manca?.....vuoi che tutti questi uomini che uccidono non sentono i notiziari?....per cui uno si augura ad una riflessione e quanto pare questo non sta succedendo......certo è un dilemma di quello che sta succedendo nella società , a sapere come si può estirpare di questo male?.....buonaserata
CARLA
RispondiEliminaè proprio il fatto che "sentono i notiziari" che fa venire l'idea a chi ancora non l'aveva avuta !
avevo visto in tv la moglie dell'indagato che difende a spada tratta suo marito .
RispondiEliminaallora non aveva avuto il sentore che il marito la tradisse.
se lo difende significa che andavano d'accordo .,
e come l'avrebbe messa il marito la storia che aspettava un figlio da un'altra ? pensava di tenerlo nascosto vita natural durante ? prima o poi l'altra avrebbe voluto un padre per il figlio con i diritti obbligatori .
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stavano ristrutturando una casa per lo due? fedigrafo e amante?.
il fatto è troppo ambiguo . se l'indagato non è colpevole tanto meglio: almeno per una volta nei casi di femminicidio non assistiamo a tanta crudelta'.
continuo il commento scrivendo che.. almeno la crudenta non si è manifestata da un uomo che era suo amante e padre del figlio che aveva in grembo ..
RispondiEliminami chiedo comunque che bisogno c'era di aprire il gas, in modo da incendiare l'ufficio . se l'asassino lo ha fatto lo ha fatto per eliminare eventuali tracce .
un asassino ignoto sarebbe riamasto ignoto . e se ci fossero state tracce . era impossibile scovarlo ..
infatti è venuto alla luce un secondo amante o altre frequentazioni? lo ha riferito grigoletto ..pero' non esistono? poi se era incinta non penso vada con altri .. e se stavano ristrutturando una casa per andarci a vivere . grigoletto era contento che marilia avesse altre frequentazioni . mah .
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BRESCIA Oggi 11-09
RispondiEliminaEra una bimba, voleva
chiamarla Vittoria» IL DELITTO DI GAMBARA. L'arrivo nella camera ardente di Sant'Eufemia di Natalia Silva che domani riporterà in Brasile la salma della figlia assassinata. La madre di Marilia racconta della gravidanza e dei nomi prescelti A Grigoletto: «Solo pregando potrà capire il dolore che ha causato»
Incinta di cinque mesi della piccola Vittoria. Così Marilia avrebbe voluto chiamare la figlia, una volta scoperto che la creatura che portava in grembo era una femminuccia; la nascita era attesa per il periodo di Natale. Un futuro che però non c'è stato e non ci sarà più. Né in Italia né nel suo amato Brasile, paese dove Marilia voleva tornare. A fianco di quella madre, Natalia Silva, che giovedì la riaccompagnerà a casa chiusa in una bara. LA MADRE nel pomeriggio di ieri si è presentata nella «Sala del Commiato» delle Onoranze Funebri Generali di via Bargnani nella zona di Sant'Eufemia, rispondendo più tardi ad alcune domande. Con grande coraggio e dignità esemplare. Il primo pensiero è andato a sua figlia Marilia, chiusa nella bara, un peluche sopra, ma alla donna si sono subito illuminati gli occhi nel parlare di quella nipotina che non potrà abbracciare. «È un femminuccia, la chiamiamo Vittoria, come una sua zia» ha spiegato parlando al presente. «Se fosse stato un maschietto - ha proseguito Natalia - Marilia l'avrebbe chiamato Lorenzo». Spostando il colloquio sulla figlia, Natalia fatica a nascondere le lacrime. «Non ho idea di cosa sia potuto succedere - ha confidato -. Riguardo alla vicenda credo che chi sa qualcosa più di tutti siano i magistrati, io so solo che sono venuta in Italia per mia figlia e che nessuno può immaginare il mio dolore». La sofferenza per aver perso Marilia allontana dal suo spirito ogni pensiero di odio nei confronti di Claudio Grigoletto, unico indagato per l'omicidio avvenuto a Gambara lo scorso 29 agosto. «L'unico sentimento che ho dentro me in questo momento è la sofferenza, quella di una madre che perde una figlia. Sono solo molto triste e di questa persona non vorrei nemmeno sentire il nome, anche se da parte mia non c'è odio». Una sola cosa direbbe al presunto carnefice di sua figlia. «Prega! Deve pregare per mia figlia, per la piccola Vittoria, per me e per tutte le persone che in questo momento stanno soffrendo. Con la preghiera lui capirà...».
Marilia voleva tornare in Brasile, dice la madre. Non pare quindi desiderasse che il padre di sua figlia abbandonasse la sua famiglia per lei.
RispondiEliminaRiferisce alcuna stampa che Grigoletto fosse felice della gravidanza, quelli della scuola di volo dicono avesse addirittura brindato con loro alla lieta novella.
Se responsabilità di Grigoletto vi sono non sarebbe insomma una questione di "imbuto", un tale spudorato avrebbe continuato a condurre la sua vita parallela senza troppi problemi.
Per la moglie aveva approntato le false e-mail sulla paternità altrui e per sè avrebbe verosimilmente ritagliato il ruolo ufficiale di "zio putativo" della creatura, la sua relazione sarebbe rimasta nell'alveo apparente di una solidale amicizia con una dipendente particolarmente cara e bisognosa di sostegno.
Magari pure la moglie avrebbe vestito tali vesti, se il soggetto è carismatico e fascinoso come appare.
Nè la madre di Marilia nè alcun altro ha parlato di velleità "familiari" della figlia, che anzi sarebbe tornata volentieri in Brasile con la sua bimba, apprendiamo.
E allora o questo è stato il problema scatenante per Grigoletto, la "sottrazione" di una figlia non ancora nata e di una vita parallela che lo inorgogliva e soddisfaceva, oppure non aveva movente, tanto meno premeditato.
Nel primo caso però s'impone una valutazione psichitrica dell'uomo per comprendere se l'entusiasmo per la paternità e la doppia famiglia sottendesse un delirio di onnipotenza che abbia potuto sfociare nella soppressione di coloro che non gli sarebbero più appartenute.
p.s. per magica: da un articolo scritto nell'immediatezza del primo interrogatorio era riportato che Grigoletto ammise da subito la relazione con Marilia e si affermò convinto della propria paternità. Fu l'avvocato che l'assisteva a sollecitare la pronta esecuzione dell'esame del DNA affermando di avere riscontro di altre relazioni della donna. Non farina del sacco dell'indagato quindi ma del suo avvocato. Così era detto in quell'articolo.
RispondiEliminabuonasera anonimo
RispondiEliminama l'avv difensore come ha potuto
affermare una eventualita' del genere ?
il riscontro semmai lo averebbe dovuto avere chi aveva contatti con marilia (grigoletto)
è forse un avv.. pettegolo?
beh ultimamente gli assassini di giovani donne si sono fatti una cultura .. hanno imparato che dire bugie è pericoloso ,percio' sono subito sinceri . ammettono tutta la loro disponibilita' . ingannando chi indaga .
.- è stata una crudelta' assoluta ..una donna incinta , che ha capito che sarebbe morta con . la sua creatura ..
se fosse stato un estraneo con una intenzione di stupro o avere un facile rapporto ( le brasiliane) per certi ignorantoni sono disponibili . non sarebbe andato con la bottiglia di acido muriatico e non avrebbe aperto il gas . l'avrebbe solo importunata e forse ammazzata ma non piu' di cosi'.
quello che ha ucciso la marilia l'ha fatto con premetitazione .
«per sè avrebbe verosimilmente ritagliato il ruolo ufficiale di "zio putativo" della creatura, la sua relazione sarebbe rimasta nell'alveo apparente di una solidale amicizia con una dipendente particolarmente cara e bisognosa di sostegno. Magari pure la moglie avrebbe vestito tali vesti».
RispondiEliminaAccidenti, di primo acchito mi sembra la storia del Logli: marito con un piede in due scarpe, amante e moglie amiche, amante giovanissima e collega di lavoro, finzioni e promesse,
e forse anche la gravidanza dell’amante è in comune … se le chiacchiere di borgo pisano valgono (e chissà come sarebbe andata se la donzella avesse portato avanti una gravidanza...).
Per quello che ho sentito io dalla voce della madre, Marilia intendeva andare a vivere da lei per avere l’assistenza della mamma nel periodo di gravidanza (come ha fatto Melania Rea trascorrendo 13 mesi a casa dei genitori), non per allontanarsi dal Grigoletto.
Ma non sono sicura che la madre vivesse in Brasile, era in stretto contatto quasi quotidiano con la figlia, la quale si confidava molto con lei. Forse Massimo ci può dire qualcosa, al di là delle illazioni e affermazioni dei giornalai.
Mimosa
Me lo sono scoperta da sola dove abitasse la mamma di Marilia, è scritto qui:
RispondiEliminahttp://www.bsnews.it/notizia.php?id=27793
Mamma e figlia erano emigrate assieme in Italia 13 anni fa. Hanno vissuto 10 anni a Sant'Angelo Lodigiano, poi mamma Natalie è tornata in Brasile tre anni fa.
I genitori sono separati.
Il fratello del padre è il procuratore federale Fernando Rodriguez Martins, procuratore di Uberlandia, città del Minas Gerais.
X MAGICA
RispondiEliminaSono d'accordo al 100% con le tue intuizioni, dal primo all'ultimo post che hai scritto su questo caso.
Questa volta hai visto GIUSTO.
W
BRESCIAOggi del 12-09
RispondiEliminaMarilia, è il giorno del ritorno in Brasile IL DELITTO DI GAMBARA. Mentre proseguono le indagini, le spoglie della giovane vittima stanno per lasciare l'Italia. Oggi l'imbarco della salma all'aeroporto di Malpensa Domani il rapporto dei Ris sui prelievi di sangue e Dna
Marilia Rodrigues Silva Martins
Oltre alla giornata di ieri serviranno anche quella di oggi e la mattinata di domani, ai Ris di Parma, per concludere gli accertamenti sul materiale biologico rinvenuto a Gambara, nell'ufficio-appartamento dove è stata uccisa Marilia, l'hostess brasiliana massacrata, secondo l'accusa, dal suo amante Claudio Grigoletto. L'istruttore di volo sinora ha sempre negato di aver ucciso la giovane brasiliana, ma ha ammesso di essere lui il padre della bambina che la donna aveva in grembo. LE RISULTANZE delle analisi poterebbero essere consegnate domani pomeriggio al magistrato Ambrogio Cassiani che coordina le indagini. Si sa che le sofisticate apparecchiature stanno analizzando in queste ore il sangue e i campioni di Dna, per collegare un nome alle tracce biologiche. Da appurare anche se i frammenti di pelle trovati sotto le unghie della ragazza appartengano o meno al presunto omicida. Non ha trovato conferma la notizia che si è diffusa nel tardo pomeriggio di ieri e cioè che Marilia non sarebbe stata colpita con la chiave a pappagallo ritrovata dai carabinieri. Sarebbe stata usata, dall'assassino, per manomettere la caldaia e per far uscire il gas che avrebbe dovuto provocare un'esplosione nell'ufficio: così l'assassino avrebbe forse voluto far credere che la giovane brasiliana si fosse sucidata. Ma lo scoppio non c'è stato, e tracce di sangue sull'attrezzo, a quanto paere, non sarebbero trovate. Anche questo stanno accertando i Ris. OLTRE ALLA VICENDA investigativa, c'è poi la straziante vicenda umana. Ieri sera l'ultimo saluto di amici e parenti, questa mattina l'ultimo viaggio di Marilia. Il più lungo, quello più difficile. Quello che la giovane donna brasiliana aveva sognato tempo fa. Per sempre, per rifarsi una vita nel paese natio con l'uomo che amava e con la figlioletta Vittoria, che Marilia portava in grembo da cinque mesi. Ora non resta che l'eterno riposo nella sua città, Uberlandia. Lunedì pomeriggio verso le 17 la salma di Marilia era stata portata nella stanza numero 1 della «Sala del commiato» di Sant'Eufemia. Fino a ieri è stato lungo il viavai di gente e conoscenti che hanno voluto renderle omaggio prima del ritorno in patria. Questa mattina attorno alle 7.30 un carro funebre partirà da via Bargnani verso l'aeroporto internazionale di Milano Malpensa dove in serata (alle 21.50) ripartirà alla volta del Brasile. Un paio di scali a Rio de Janeiro e Belo Horizonte prima di atterrare ad Uberlandia, città di origine della vittima, dove la povera Marilia riceverà l'estremo saluto prima di essere cremata. Tutto questo mentre, come detto, proseguono le indagini da parte dei Ris di Parma che da alcuni giorni stanno lavorando per far luce sul delitto avvenuto a Gambara lo scorso 29 agosto. A 360 gradi e senza lasciare nulla di intentato. Nelle prossime ore potrebbero arrivare importanti novità. Ma oggi sarà il giorno delle lacrime, con mamma Natalia che viaggerà accanto al feretro della sua Marilia. Sul suo volto non c'è spazio per l'odio e la vendetta. Solo tanto dolore. Quel dolore che solo una madre che perde una figlia in un modo così assurdo puó comprendere. A.MAF.
bungiorno
RispondiEliminagrigoletto ha confessato il delitto . ma era talmente lampante la sua colpevolezza.
i colpevoli confessano prima o poi. alcuni insistono con la loro innocenza . ma possono far a meno di negare .. la loro colpevolezza è troppo palese.
invece si insiste dove l'innocenza è tamente palpabile da far capitolare i colpevolisti .
.insistono trovando mille cavilli . perchè sono sospettosi senza considerare il plausibile .
Bene, ha confessato: il caso è chiuso.
RispondiEliminaCome si fa ad essere così freddi da correre a dare una lezione di volo, arrivando giusto in tempo all’appuntamento ed essere così violenti e spietati solo un’ora prima?
Il suo giovane avvocato farà di lui un secondo Michele Misseri che nulla ha fatto, ha solo visto, anzi non ha visto ma immagina chi sia stato e intanto se ne assume la colpa?
Mimosa
I due casi Grigoletto e Misseri sono davvero agli antipodi. In un caso c’è prima la negazione della responsabilità del delitto e poi la sua ammissione di fronte a riscontri che suppongo circostanzianti e concordanti. Dall’altro (Misseri) una assunzione di responsabilità senza il ben che minimo riscontro e con gli unici elementi che lui stesso fornisce. Trovo sorprendente questo fare di ogni erba un fascio. Gilberto
RispondiEliminaI molti errori che Grigoletto ha compito: scontrino, chiave a pappagallo, sangue, impronte ecc. dimostrano proprio che dopo un delitto le cadenze cambiano, si fanno errori, si lasciano tracce (a meno che ad uccidere sia un professionista). La stranezza è che Grigoletto si sia mantenuto efficiente e freddo come pilota, ma in fondo quello era il suo lavoro e lì aveva imparato a gestire gli imprevisti, non invece come omicida alle prime armi… Gilberto
RispondiEliminase grigoletto ha avuto il coraggio di fare quel macello ,,tanto piu' ha saputo mantenere i self control.
RispondiEliminabeh ,, chi altri potrebbero essere stati? solo lui aveva l''interesse..
anche altri omicidiari che negano l'evidenza capisco se sono colpevoli .. quasi subito . .
Non so se sia innocente o colpevole, lo dirà alla fine il processo nei suoi vari gradi. La confessione non dice nulla, tanto è vero che hanno rilevato che non sia completa o fedele alla realtà. Ma il caso non è paragonabile con quello di Sarah Scazzi e famiglia Misseri se non altro perché il corpo è stato trovato molto prima e molto più "parlante" di quello che poteva essere quello di Sarah.
RispondiEliminaUna differenza tecnica non da poco.