Prima di scrivere qualsiasi cosa occorre guardarsi un video del 2008
Il video, del primo aprile 2008, ripercorre fedelmente ciò che in questi quattro anni la difesa ha sempre sostenuto. Eppure, a fronte di una prova filmata di così grande valore, tutti hanno taciuto. La stampa in quel periodo ha trafilettato la notizia preferendo dare rilevanza al gossip, agli acquisti di biancheria intima, alle parole poi smentite di un negoziante, a quelle di un venditore di morte (droga), ai pettegolezzi che non possono non nascere dopo un fatto del genere. La stampa nazionale in quel periodo sapeva bene quale "parte" seguire, sapeva bene dove stava il potere. Ma pur se quella ora non è più la "parte" giusta, c'è da scommettere che la maggioranza degli editori chiuderà gli occhi lasciando ai piccoli giornalisti locali il compito di incavolarsi senza cercare, è nella loro possibilità, di cambiare un sistema, quello della giustizia, che da decenni fa acqua da tutte le parti.
Dopo aver visto il filmato c'è da porsi tante domande, ad esempio quanti sono stati in Italia i casi d'omicidio trattati a questo modo. Perché se avete visto il video avete capito che l'assoluzione per la Knox ed il Sollecito doveva essere decisa anni fa, non ieri, e che "qualcosa" ha impedito ai gip, al gup ed ai giudici di Assise, di fare quanto nelle loro possibilità. Per quale motivo dopo una denuncia così circostanziata in primo grado non si sono accettate nuove perizie? Forse perché avrebbero scagionato i due ragazzi ed avrebbero additato di incapacità i procuratori e gli analisti? Per quale motivo si è accettata quale arma del delitto un coltello con la lama incompatibile? Per quale motivo la perizia consegnata al gip, che affermava la predetta incompatibilità, è stata accantonata? Per quale motivo si è proseguito con la crocifissione facendo entrare a processo testimoni che in nessuna aula di giustizia sarebbero mai entrati se non da imputati? Per quale motivo la procura non ha cambiato linea quando s'è accorta che nessuna traccia riconducibile al Sollecito ed alla Knox c'era nella camera dell'omicidio? Per quale motivo gli analisti hanno lavato le orme sul pavimento ed il sangue dal lavandino? Non erano di chi volevano fossero? Per quale motivo la felpa della Knox, che non aveva macchie ematiche, così come tutti i suoi abiti, è stata lasciata sul suo letto per quasi un anno? E perché quella della Kercher è stata trovata con tanto ritardo?
Chissà perché quando si parla del delitto di Meredith Kercher sorgono spontanee mille domande. Chissà perché a queste mai nessuno ha dato vere risposte. Chissà perché tutte riconducono al lavoro svolto dagli inquirenti sotto la supervisione della stampa che, in maggioranza, li spalleggiava. Chissà perché ieri, dopo mesi amorfi in cui Perugia si era disinteressata di quanto avveniva nel suo tribunale, una folta schiera di ragazzi, strani ragazzi, ha urlato vergogna quando sono passati i difensori. Chissà perché non l'hanno urlato ai procuratori che per quattro anni si sono intestarditi nelle loro posizioni dimenticando "la presunzione di innocenza" e che le indagini si fanno per cercare la verità e non una verità, dimenticando che il loro potere serve anche a tutelare chi è sospettato di omicidio. Non voglio spingere oltre, altre sedi si occuperanno di questi Pm ormai bruciati e, quindi, pronti per una promozione (anche chi incarcerò Enzo Tortora fu promosso). Non voglio spingere oltre perché oggi sarebbe un gioco al massacro dato che la formula usata per l'assoluzione è la più ampia possibile. Amanda e Raffaele non erano nella casa al momento dell'omicidio, è certo e non ci sono né ma né forse che possano tenere dopo la decisione dei giudici (sei dei quali popolari).
Però c'è da dire che fa specie il fatto che la procura voglia portare il caso in Cassazione quando già sa che non ci sarà nulla da cassare nel processo d'Appello e ci sarà molto da cassare del processo d'Assise. Ciò che fa specie è che resti la condanna a tre anni comminata ad Amanda Knox per calunnia nei confronti di Lumumba. Per quale motivo parlò ai Pm dello zairese, di certo non un atto spontaneo o voluto. Ora che si sa come sono andate le cose bisognerà chiedersi per quale motivo non si fecero registrazioni e non si chiamò un avvocato prima dell'interrogatorio del 5 novembre. Nessuno può dire che fosse ascoltata come persona informata sui fatti dato che prima di lei s'era sentito il Sollecito e lo si era fatto dire che non aveva certezza che la ragazza fosse rimasta in casa con lui durante la notte (d'altronde neppure io posso davvero sapere se mia moglie di notte fa un giro per la città visto che ho il sonno pesante).
Ma questo non è quanto oggi si deve fare. Oggi, dopo aver ristabilito una sorta di equità fra Accusa e Difesa, dopo aver visto i due ragazzi innocenti lasciare il carcere, occorre ricordarsi di Meredith Kercher e della sua famiglia. Nessuno potrà ridare Meredith ai loro genitori e nessuno potrà mai davvero spiegare loro perché ciò che per anni è parso certo in realtà di certo non aveva nulla. Dovrebbe farlo il suo avvocato invece di appiattirsi alla procura; lui dovrebbe cercare di mettere in ordine le prove e le non prove, ma si è capito che i legali di "parte civile" in Italia da anni perseguono il primo indagato senza contraddittori coi procuratori diventando, anzi, i primi aiutanti dell'Accusa. E ragionando in questa maniera una assoluzione, che dovrebbe aiutare la verità e portare in altre direzioni, diventa una sconfitta quasi si abbia dispiacere che due persone innocenti escano di galera. In tutti i casi Meredith non avrebbe ottenuto giustizia da una condanna viziata in partenza, e se non si capisce questo significa che si ha l'otturatore mentale chiuso. Meredith è morta la sera del primo novembre 2007. Meredith aveva tanti sogni da portare avanti, sogni spezzati al momento del suo rientro, sogni spezzati mentre si credeva al sicuro nella sua camera. Meredith amava la musica ed "aveva aperto e chiuso" il video musicale di Kristian Leontiou. Per farle capire che non ci siamo dimenticati di lei non c'è modo migliore se non farglielo rivedere e riascoltare.
Meredith prenditi cura di chi ti ama ancora, cancella col tuo sorriso il dolore dal cuore di chi ti avrebbe voluto sempre accanto e trasforma il loro ricordo nelle mille emozioni che trasmetti col tuo viso in questa canzone.
Meredith prenditi cura di chi ti ama ancora, cancella col tuo sorriso il dolore dal cuore di chi ti avrebbe voluto sempre accanto e trasforma il loro ricordo nelle mille emozioni che trasmetti col tuo viso in questa canzone.
Leggi gli ultimi articoli sui casi di:
Meditate gente, meditate. E vedere quelle scene di protesta, oppure leggere messaggi di odio da parte dei forcaioli giustizialisti, solo perchè c'è di mezzo una ragazza americana, la dice lunga sul pressapochismo e sull'ignoranza che regna in questo paese e che, purtroppo, anche i media e internet aggiungo, alimentano.
RispondiEliminaNon mi sta bene il fatto che parenti ed amici degl'imputati abbiano cercato d'influire sulle sorti del processo per via extragiudiziaria, quale che fosse il loro intento ed il convincimento che essi avessero dell'innocenza dei loro protetti.
RispondiEliminaSignificherebbe far passare il principio che la ragione possa essere del più potente e non del più giusto, oppure eventualmente del più giusto, non in quanto tale, ma in quanto più potente.
Finquando i parenti si fossero prodigati per assumere i migliori avvocati difensori, d'accordo. E per migliori non intendo quelli con più agganci addirittura in parlamento. Ma non posso essere d'accordo sulle manovre per far sostituire giudici e poliziotti. Così come non posso essere d'accordo sugl'interventi politici addirittura a livello di Dipartimento di Stato.
La Giustizia - intendo quella con la "G" maiuscola - dev'essere uguale per tutti, si chiamino, ad esempio, Sabrina o si chiamino Sollecito o Knox.
Inaccettabile comunque il doppiopesismo dei media in questo caso rispetto ad altri, come ad esempio quello di Avetrana.
E sarebbe ancora più grave se questa sfrenata campagna innocentista dell'ultima ora non sia stata spontanea, ma "indirizzata" dall'alto.
Entrando nel merito, chiedo, ma solo per mia curiosità, se fu fatto un esame sugli imputati, ora assolti, per accertare se quella notte avessero assunto sostanze stupefacenti e se sia stato accertato se fossero consumatori abituali di sostanze proibite dalla legge.
Nei resoconti "obiettivi" che i media hanno fatto delle requisitorie dell'accusa e delle arringhe della parte civile non si fa accenno a tale circostanza. Ma davvero in aula non se n'è parlato?
Per quanto riguarda il DNA, forse è il primo caso in cui siano stati messi in dubbio gli esami effettuati dalla polizia scientifica, al fine di disconescerne l'appartenenza ad un determinato imputato. E mi sembra strano che questo esame, se considerato decisivo, non sia stato approfondito ulteriormente in presenza di giudizi contrastanti.
Penso che l'accusa e la parte civile, nell'annunciato ricorso per Cassazione, si batteranno intorno a questa circostanza.
TeleNorba è una TV locale del barese. E non è vero che nel barese i Sollecito costituiscano un potentato?
Come mai quegli "errori" così marchiani furono compiuti in favore di telecamera da uomini (o anche da una singola persona) incappucciati e quindi non riconoscibili?
Chi ha lavato il sangue sul pavimento o sul lavandino poteva, è vero, volere cancellare tracce di terzi (perché poi?). Ma, ipotesi per ipotesi, non poteva invece voler cancellare possibili tracce degli allora indagati?
Chi cercò di nascondere il reggiseno della povera Meredith, facendolo scomparire sotto un tappeto?
Le mie sono solo domande.
Detto questo, non posso che esprimere l'augurio che la sentenza d'appello abbia rispecchiato una sostanziale giustizia.
Giacomo
Campagna innocentista indirizzata dall'alto? e da chi? Suvvia, guardiamo meno film e restiamo ai fatti oggettivi!
RispondiEliminaCiao Giacomo, guarda che Raffaele nel suo memoriale parla di abuso di spinelli che gli ottenebravano la memoria..e se lo dice lui
RispondiEliminalori
Ciò che fu chiaro, Giacomo, in quel 2008, fu che a livello nazionale non ci fu "rete" che volle trasmettere il filmato (ti immagini oggi che asta ne uscirebbe?). E questo giustifica in parte l'operato della famiglia Sollecito e fa capire perché volesse rimuovere (ma sono stati gli altri a rimuovere la sorella dall'arma dei carabinieri) chi indagava. Potenti o no nel barese non lo erano abbastanza a livello nazionale.
RispondiEliminaChiaramente il video è quello "originale" girato dagli analisti (gli americani l'hanno poi ingrandito e rallentato al 90% per far vedere meglio le tracce sui guanti) e fa vedere esattamente quanto accade durante una repertazione (almeno in questo c'è l'audio, in quello fatto a Cogne, sparito e tornato sotto forma di vhs quattro anni dopo, e non si sa se sia davvero l'originale, l'audio manca completamente) ed è stata la Difesa a fornirlo passati i 90 giorni di secretazione.
In ogni caso in un processo d'appello, coi giudici popolari (probabile fossero inizialmente scettici) non si può parlare di malafede. Si può invece parlare di un giudice di polso che ha accolto le richieste non accolte in Assise. Se non ci fosse stata la perizia di Corte ora i due sarebbero in galera e tutti direbbero che la procura ha fatto un lavoro eccezionale.
La campagna innocentista si è scatenata solo dopo aver conosciuto l'esito delle perizie, nel momento esatto in cui la difesa stava demolendo le testimonianze e si era capito che l'unica sentenza possibile era l'assoluzione. I media hanno scelto di stare con chi avrebbe vinto.
Gli imputati non erano drogati (anche perché al massimo in quella casa, anche Meredith li fumava, giravano spinelli), al tempo parlarono di bevande alcoliche.
In Cassazione si verifica se i processi sono stati all'interno delle regole, non si cambiano le perizie già accolte ed accettate, quindi nessuna speranza per la procura di ribaltare quella che li ha inchiodati. Ed inoltre è stata una assoluzione per non aver commesso il fatto, quindi piena ed a questo punto è chiaro che non solo mancavano le prove ma anche gli indizi.
Ciao, Massimo
Ps. Nessuno ha fatto sparire il reggiseno, fu il gancetto che si trovava sotto il corpo di Meredith che, caduto a terra e non repertato, si infilò sotto il tappeto perché nessuno lo raccolse e tanti lo pestarono spostandolo.
Scusa Massimo ma le tracce del dna di sollecito come avrebbero potuto contaminare il gancetto se il gancetto era sotto il tappeto?
RispondiEliminalori
io inizio a credere che Guede sia il meno colpevole, se ci pensate perchè un omicida dovrebbe tranquillamente defecare nel bagno della vittima e non tirare nemmeno l'acqua, spostare la vittima lsciando impronte, simulare un furto, chiudere la stanza a chiave ma non cancellare nemmeno una traccia, mentre scappava buttare cellulari da un vicino di casa, secondo me si è impaurito veramente trovando il cadavare ed è scappato dalla finestra, essendo uno sbandato per di più di colore temeva sarebbe stato accusato
RispondiEliminaLa Cassazione potrebbbe trovare illogico che sia stata respinta la richiesta da parte dell'accusa che fosse effettuata un'ulteriore perizia, in presenza di due accertamenti contrastanti, ed annullare con rinvio affinché la Corte d'Appello di Perugia in diversa composizione disponga un'integrazione dell'accertamento di merito.
RispondiEliminaIo non sono colpevolista. In genere non lo sono quasi mai.
Ho espresso solo alcune perplessità che penso siano anche di altri.
Comunque ti ringrazio, Massimo, per le tue risposte.
Giacomo
anonimo 16:02
RispondiEliminaC'è gente che nemmeno quando parla a favore degl'imputati ha il coraggio di mettersi un qualsiasi nome di riferimento. E ci credo, perché, a guardare bene, l'anonimo in argomento più che parlare in favore degl'imputati, ha attaccato chi ha espresso in forma DUBITATIVA un'opinione diversa dalla sua, accusandolo di essere un visionario, quando il fatto che ci sia una stata una compatta campagna innocentista è sotto gli occhi di tutti. Ed è pure evidente, da notizie di stampa, che ci sono stati interventi politici da oltreoceano.
I lupacchiotti perdono il pelo, ma non il vizietto.
Comunque io i media li aspetto al varco, quando si tornerà a parlare di Avetrana.
Giacomo
Giacomo, campagna innocentista?? A me sembrava piuttosto, come ha ben sottolineato Massimo, una esagerata campagna colpevolista iniziale, senza una menchè minima prova. Questo dovrebbe scandalizzare non tanto la giusta assoluzione.
RispondiEliminaFilippo, ti prego di leggere tutti i miei commenti. Io non mi scandalizzo per le campagne innocentiste.
RispondiEliminaTrovo solo riprovevole, che in certi casi si siano scatenate per esempio contro Sabrina e Cosima Misseri delle campagne accanite di denigrazione da parte di media, opinionisti e perfino politici, prima ancora che si sia svolta nemmeno l'udienza preliminare.
E che a far ciò siano stati e tuttora siano gli stessi operatori dell'informazione, che poi si sono stracciate le vesti per Knox e Sollecito.
Un po' d'equilibrio non guasterebbe. Non trovi?
Giacomo
I dubbi sull'assoluzione di Sollecito e Knox restano.
RispondiEliminaSe Rudy e stato accusato di omicidio in complicità di X, dove sono gli X complici?
Per tutto il resto concordo con Giacomo, riservandomi una domanda: Se Rudy avesse potuto disporre dei milioni e delle aderenze politiche e sociali dei due giovani assolti, starebbe ancora dietro le sbarre?
E non mi si venga a parlare della giustizia UGUALE per tutti.
PINO
Ciao a tutti e scusate il ritardo.
RispondiEliminaDi tracce in camera, oltre a quelle di Rudi Guede ve n'erano altre, l'ha detto un perito questa notte, ma la procura non ha mai cercato a chi appartenessero andando dritta per la sua strada, anche se non ve n'erano della Knox e del Sollecito, quando era assodato che qualcuno aveva dato soldi (pare 3000 euro) al Guede per andarsene dall'Italia.
Per quanto riguarda i quotidiani pugliesi assicuro a tutti che non ci furono campagne innocentiste, solo telenorba ha fatto tre trasmissioni a favore della tesi del Sollecito. Certo hanno spinto meno che con la Misseri, ma la situazione è differente, la procura di perugia non è a pochi chilometri dalla loro sede.
Lasciare le feci o meno cambiava veramente poco visto che il Guede ha lasciato impronte di mani insanguinate e piedi in ogni punto della casa, soprattutto sulla Kercher, in camera sua e sulla sua borsetta. Prima se ne andava da quella casa e prima scappava dall'Italia. Ed i cellulari erano ad un chilometro da casa, anche se in più occasioni si è parlato di 200 metri, non nel cortile del vicino di casa.
Il gancetto non aveva abbastanza dna, al tempo si disse che vi era solo il cromosoma Y del Sollecito che comunque era entrato in quella casa prima e dopo l'arrivo della polizia ed aveva tentato più volte di aprire la porta di Meredith, anche cercando di sfondarla, perché gli agenti non si volevano assumere la responsabilità di farlo. Ma un cromosoma lo si può lasciare ovunque, anche in una maniglia presa in mano varie volte, e se gli analisti aprono la porta mettendo le mani sulla stessa maniglia e poi non cambiano i guanti ecco che si può trasportare da un oggetto all'altro.
Per quanto riguarda la perizia che la cassazione potrebbe trovare strana non credo sia possibile accettare una nuova richiesta dell'accusa. Cosa si vuol dimostrare che i periti di corte erano in malafede e sono stati pagati per scrivere che non c'era dna? La procura farebbe meglio, per non incorrere in altre figuracce, a non fare neppure ricorso.
Ciao, Massimo
rimangono interrogativi enormi sui due, per esempio perchè Amanda nei primi interrogatori si colloca in casa mentre si svolge il delitto, è al di fuori di ogni logica, nessuno dice di essere presente durante l'azione delittuosa se era da un'altra parte. Confusa quanto vuoi non inventi un'intera dinamica se neanche era in casa
RispondiElimina"Sono le 5,45 di ieri mattina. Negli uffici della squadra mobile della questura di Perugia, l’inchiesta sull’omicidio di Meredith Kercher è a una svolta. Sette ore prima, un altro degli indagati che sarà fermato, Raffaele Sollecito, compagno di Amanda Knox, aveva confessato di aver raccontato balle, in questi giorni: «Vi ho riferito nel precedente verbale un sacco di cazzate perché lei (Amanda, ndr) mi aveva convinto della sua versione dei fatti e non ho pensato alle incongruenze». Dunque, alle 5,45 viene risentita Amanda Knox, l’amica-coinquilina della povera Meredith, che accusa («Ho molto paura di lui») il «ragazzo africano» Patrick, proprietario del pub «Le Chic», dove lei lavorava saltuariamente.
«Gridava»
RispondiElimina«L’ho incontrato (Patrick, ndr) la sera del giorno 1° novembre, dopo avergli mandato un messaggio di risposta al suo, con le parole “Ci vediamo”. Ci siamo incontrati subito dopo, intorno alle ore 21 circa, presso il campetto di basket di piazza Grimana. Siamo andati a casa mia. Non ricordo precisamente se la mia amica Meredith fosse già in casa o se è giunta dopo, quello che posso dire è che Patrick e Meredith si sono appartati nella camera di Meredith, mentre io mi pare che sono rimasta nella cucina. Non riesco a ricordare quanto tempo siano rimasti insieme nella camera ma posso solo dire che a un certo punto ho sentito delle grida di Meredith e io, spaventata, mi sono tappata le orecchie. Poi non ricordo più nulla, ho una grande confusione nella testa. Non ricordo se Meredith gridava e se sentii anche dei tonfi perché ero sconvolta, ma immaginavo cosa potesse essere successo. Non sono sicura se fosse presente anche Raffaele (Sollecito, ndr) quella sera, ma ricordo bene di essermi svegliata a casa del mio ragazzo, nel suo letto, e che sono tornata al mattino nella mia abitazione dove ho trovato la porta dell’appartamento aperta». Annota il pm: «Si dà atto che la Knox si porta ripetutamente le mani alla testa e la scuote. Riporto uno stralcio di articolo riguardante uno dei primisssimi interrogatori
<<Gravi indizi
Alle 8,40 di ieri mattina, il pm Giuliano Mignini firma il decreto di fermo, che dovrà essere convalidato dal giudice per le indagini preliminari, per concorso in omicidio aggravato e violenza sessuale - «rilevato che sussistono gravi indizi» - nei confronti di Lumumba Diya, di Amanda Marie Knox e di Raffaele Sollecito. «Per quanto concerne la Knox e il Diya, la prima ha reso dichiarazioni vistosamente contraddittorie e non verosimili nel corso delle indagini. In particolare, la Knox ha affermato di avere trascorso la notte tra il 1° e il 2 novembre in compagnia di Sollecito Raffaele, dalla stessa conosciuto pochi giorni prima del fatto, mentre quest’ultimo, dopo avere inizialmente confermato le dichiarazioni della Knox, ha confessato di avere mentito su induzione della stessa Knox e ha precisato di essersi separato dalla ragazza alle ore 21,30 del 1° novembre, restando nella propria abitazione dove ha ricevuto la telefonata del padre sull’utenza di casa alle ore 23,30. Inoltre dai dati relativi al traffico telefonico dell’utenza in uso alla Knox, emerge un vuoto di traffico dalle ore 20,35 del 1° novembre alle ore 12 del 2 novembre. Analogo vuoto di traffico telefonico, dalle ore 20,42 del 1° novembre alle ore 6,02 del 2 novembre è riscontrabile nel traffico dell’utenza in uso al Sollecito Raffaele».
Il pm sottolinea che nella confessione di due ore prima, Amanda Knox ha rivelato che Lumumba Diya, «dopo aver avuto un rapporto sessuale con la vittima, l’ha uccisa»: «Il rapporto sessuale deve ritenersi di natura violenta, considerato il contesto particolarmente intimidatorio nel quale si è svolto e nel quale la Knox deve ritenersi abbia dato comunque un contributo al Diya».
e poi non è una strana coincidenza che Amanda all'oscuro di chi fosse l'autore dell'omicidio abbia accusato per puro caso una persona di colore, e poi si scopre che c'era proprio una persona di colore sul luogo del delitto? Non è pensabile che nel caso qualche testimone oculare avesse potuto aver visto fuggire un uomo di colore dalla casa?
RispondiEliminaincredibile Amanda p riuscita a partire con un passaporto scaduto da tre anni!!!!!!!!!!!
RispondiEliminalori
La questione, sul piano giudiziario e formale, non su quello del merito che, come al solito, può essere discusso e ridiscusso all'infinito, tanto nessuno di noi era presente in quella casa, è che, come giustamente ha rilevato Massimo Prati, non c'erano tracce adeguate o dimostrabili che l'assassinio sia stato commesso dai due. Ma lo stesso scorporo iniziale tra la parte Guedé e la parte Sollecito-Knox era assurda, trattandosi di un medesimo evento e dei medesimi autori presunti. Certamente la presenza di Guedé nel bagno e gli altri segni lasciati lo dimostrano colpevole. Solo o in compagnia di qualcuno ? Un delitto simile non si fa da soli. Giustamente Prati sottolinea che non si sono cercati elementi di altre presenze, e questo è gravissimo sul piano metodologico d'indagine. Peggio è non solo cercare, ma anche concentrarsi solo su due personaggi amici della vittima, e dei quali Amanda era anche coinquilina. Due persone ovviamente "comode" per l'accusa. Ci sono stati, da parte della Procura, anche errori grossolani di carattere tattico e strategico, come l'offesa manifesta alla Corte, dichiarata incapace di scegliersi i periti. Una cosa così stolta potevano pure risparmiarsela, insistendo viceversa sulla necessità di nuove e più precise analisi. Infine, la meraviglia che suscita un processo in cui il secondo grado, creato per criticare (nel senso di riesaminare criticamente) il primo, rigetti le conclusioni del primo, non ha senso. Anche con Pacciani, il mostro di Firenze o presunto tale, il primo grado lo condannò; nel secondo fu addirittura il PM a confutare l'operato di colleghi e dei giudici di primo grado. La Cassazione, quando ormai era morto, fece concludere la cosa in modo confuso. Infatti, non sapremo mai chi fosse il "mostro di Firenze", che ai tempi di "Telefono Giallo" (1988 - 89) veniva dipinto dai criminologi come "single", vivente con la madre e senza legami affettivi, probabilmente e drasticamente misogino, probabilmente un chirurgo per la precisione nel taglio di parti intime. Poi si è visto che era un vecchietto, contadino, un po' sporcaccione con moglie, figlie e amici guardoni, ma completamente diverso dal satanico individuo che aveva terrorizzato l'Italia e fattosi beffe anche della Procura, a cui mandò per posta perfino pezzi di pube femminile.
RispondiEliminaCaro Massimo.
RispondiEliminaNon mi sono espresso bene. Non è strana la seconda perizia e non si parla di malafede per questa seconda perizia.
L'accusa farà ricorso in Cassazione. Lo ha annunciato e non credo che si tirerà indietro, a meno che dalla lettura della sentenza emergeranno elementi tali da sconsigliare un ricorso per Cassazione.
La Cassazione ha due alternative:
1)rigettare il ricorso, e questo chiuderebbe il caso, perché l'attuale sentenza passerà in giudicato, oppure
2)accogliere il ricorso, annullando in tutto o in parte la sentenza e rinviando gli atti alla Corte d'Appello di Perugia in diversa composizione.
La Corte d'Appello di rinvio, nell'emettere la nuova sentenza, dovrà uniformarsi ai rilievi che, in linea di diritto o di logicità della motivazione, la Cassazione effettuerà nella sua sentenza.
Io non ho fatto l'ipotesi che la Cassazione possa considerare strana, o non valida nel merito o in malafede, la perizia disposta dalla Corte d'Appello.
Ma POTREBBE stabilire che non sia congruamente motivata, sotto il profilo della logicità, la decisione della Corte d'Appello di respingere la richiesta dell'Accusa di effettuare una nuova perizia, in presenza di due giudizi in contrasto fra di loro: quello della polizia scientifica e quello dei periti nominati dalla Corte d'Appello.
Ed in questo caso rimanderebbe gli atti alla Corte d'Appello, che o dovrebbe motivare più congruamente la sua decisione di negare la perizia richiesta dalla Procura oppure disporre un'ulteriore perizia. Quest'ultima potrebbe ancora dare ragione ai periti nominati dall'attuale Corte d'Appello. Ed in tal caso la Corte d'Appello di rinvio potrebbe con buona ragione rinnovare il verdetto assolutorio.
E di nuovo il caso si chiuderebbe. Infatti un eventuale ulteriore ricorso in Cassazione sarebbe senz'altro rigettato.
In caso invece che questa perizia desse ragione alla polizia scientifica, si aprirebbe uno scenario abbastanza complesso da analizzare, ma comunque il giudizio resterebbe ancora aperto.
Queste, ripeto sono mie ipotesi. Ma è possibile che avvenga come dici tu, e che non ci sarà nessun ricorso per Cassazione o che comunque la Cassazione lo rigetti.
In conclusione, ripeto che io non sono colpevolista, ma cerco solo di prevedere come andranno le cose dal punto di vista giudiziario.
Naturalmente, nel frattempo passerebbero anni ed anni e forse quando ci sarà un giudicato definitivo, la vicenda di Perugia si sarà sbiadita nella memoria di quasi tutti, tranne che dei diretti interessati.
Giacomo
Gli interrogativi enormi, Hunter, (confutandoti ma sempre nel rispetto delle tue convinzioni), riguardano chi ha redatto i verbali, non i due che in appello sono stati assolti con la formula più ampia che esista, quindi per non aver commesso il fatto. Tu hai postato carte che non esistono più perché passate al vaglio dei giudici di secondo grado e gettate nel cestino. Quanto sto per postare io invece non è in nessun cestino ma sulla scrivania di Giorgio Napolitano, il nostro Presidente. E' una lettera, ora aperta, inviata da una associazione che conta migliaia di giornalisti e blogger, leggila poi prova ad immedesimarti in uno di loro ed in chi ha avuto a che fare con la giustizia in quel di Perugia (ed ancora è così). E' un poco lunga ma vale la pena leggerla tutta.
RispondiEliminaSua Eccellenza Giorgio Napolitano
Presidente della Repubblica Italiana
Palazzo del Quirinale
00187 Roma
Italia
Via email: presidenza.repubblica@quirinale.it
Spettabile Presidente Napolitano,
Il Committee to Protect Journalists è un'organizzazione indipendente e priva di affiliazioni politiche, dedita alla difesa dei diritti dei giornalisti in tutto il mondo. Il CPJ è profondamente preoccupato per le vessazioni da parte di autorità locali subite da giornalisti e testate che criticano l'inchiesta ufficiale sul brutale assassinio avvenuto a Perugia nel novembre 2007 della studentessa britannica in scambio culturale Meredith Kercher. Il CPJ è particolarmente turbato dalla manifesta intolleranza alle critiche dimostrata dal pubblico ministero di Perugia Giuliano Mignini, che ha avviato – o ha minacciato di avviare – procedimenti penali nei confronti di singoli reporter, scrittori e testate, sia in Italia sia negli Stati Uniti, tanto in relazione all'indagine sul delitto Kercher quanto a quella sui delitti seriali del mostro di Firenze.
Le azioni contro la stampa, della Squadra Mobile sotto la supervisione di Mignini, abbinate alla persecuzioni di vecchia data da parte di Mignini nei confronti di giornalisti che criticano il suo operato, inducono il mondo del giornalismo a mantenere le distanze da argomenti delicati, inclusi importanti sviluppi nel caso Kercher, quali l'appello dei due imputati.
Il CPJ è preoccupato in particolare per l'impatto che le azioni repressive esercitate dalle autorità di Perugia hanno sui reporter locali o su singoli autori di blog su Internet, privi del sostegno e della tutela di grandi testate. Tali soggetti sono i più vulnerabili a rappresaglie ufficiali per il loro lavoro, incluse azioni legali e aggressioni fisiche.
Mentre l'appello degli imputati – la studentessa statunitense Amanda Knox e lo studente italiano Raffaele Sollecito – prosegue presso la Corte di Assise di Appello di Perugia, ci rivolgiamo a Lei perché assicuri a giornalisti, scrittori e blogger la possibilità di riferire e commentare il procedimento in tutta libertà e senza il timore di rappresaglie.
Tra i casi che sono giunti all'attenzione del CPJ ne spicca uno in particolare, a causa delle azioni abusive esercitate da membri della Squadra Mobile per punire un individuo che aveva espresso critiche sull'inchiesta ufficiale del delitto Kercher. Il reporter freelance locale Frank Sfarzo ha creato il suo blog in lingua inglese "Perugia Shock" nel 2007, alcuni giorni dopo il brutale omicidio in questione. Sfarzo, trovandosi a Perugia, si è interessato al caso fin dal principio, inserendo nel suo blog notizie e commenti sulla vicenda. Sfarzo ha criticato con regolarità quelle che considerava lacune nell'indagine sul caso Kercher, usando in qualche occasione termini severi per esprimere il suo punto di vista.
continua...
Sfarzo ha riferito al CPJ che i suoi problemi sono cominciati il 28 ottobre 2008, il giorno in cui la Knox e Sollecito sono stati accusati e un terzo imputato è stato condannato per l'omicidio. Parecchi membri della Squadra Mobile – secondo quando Sfarzo ha riferito al CPJ – lo hanno avvicinato appena fuori dalla Corte di Assise di Perugia e hanno cominciato a spintonarlo e a colpirlo. «Hai rotto il cazzo!» gli hanno detto, riferendosi ai suoi articoli.
RispondiEliminaQuando il processo a Knox e a Sollecito ebbe inizio quel dicembre, la Squadra Mobile continuò a prendersela con lui. Gli impedivano regolarmente di entrare in tribunale; gli sequestravano il cellulare, su cui esaminavano i suoi contatti e i suoi sms; profferivano insulti rivolti a lui da un capo all'altro dell'aula; e lo controllavano mentre prendeva appunti. «Questo è stato fatto in presenza del giudice, dei Carabinieri e delle guardie del tribunale, ma nessuno di costoro è intervenuto», ha detto Sfarzo al CPJ.
La persecuzione ha raggiunto l'apice il 28 settembre 2010, quando cinque agenti della Squadra Mobile sono entrati a forza nell'appartamento del blogger. Non hanno prodotto un mandato né mostrato i loro distintivi, ha riferito Sfarzo al CPJ. Quattro di loro lo hanno costretto a terra, colpito e ammanettato, e gli sono saliti sopra, quasi soffocandolo. Hanno smesso quando è sopraggiunto un vicino, disturbato dai rumori.
In seguito gli agenti lo hanno condotto all'ospedale di Perugia, dove hanno sostenuto che lui li avesse aggrediti; hanno persuaso un dottore a scrivere un certificato medico sulle lesioni che Sfarzo avrebbe presuntamente provocato. In aggiunta, gli agenti della Squadra Mobile hanno portato Sfarzo davanti a una psichiatra, richiedendo che lo dichiarasse insano di mente per iscritto. Per dimostrare che Sfarzo era malato di mente, gli agenti hanno mostrato il suo taccuino degli appunti da giornalista, che avevano sequestrato nell'appartamento. «Hanno detto alla dottoressa che ero patologicamente ossessionato dal caso, che ero così fissato che dovevo per forza essere pazzo», ha riferito Sfarzo al CPJ. La psichiatra si è rifiutata di compilare il certificato.
Nelle pessime condizioni in cui si trovava dopo l'aggressione, dall'ospedale gli agenti lo hanno portato in manette alla Questura, dove, ancora nelle parole del blogger, «mi hanno esibito come un trofeo», riferendosi a lui come «il bastardo che difende Amanda (Knox)». Gli agenti hanno respinto le richieste di Sfarzo di chiamare il suo avvocato o i suoi parenti e lo hanno messo in cella per la notte.
Il giorno seguente gli agenti hanno portato Sfarzo di fronte a un giudice locale, che ha convalidato l'arresto e lo ha accusato, in base a parecchi articoli del codice penale italiano, di «avere usato violenza e minacce nella resistenza a pubblici ufficiali» e avere «ferito un agente». Sfarzo è stato rilasciato ed è in attesa di giudizio. Se condannato, rischia fino a sei anni di reclusione. «La polizia può contare sulla complicità dei giudici», ha dichiarato Sfarzo al CPJ. I poliziotti, ha aggiunto, sono sicuri della propria impunità.
continua...
Il CPJ è altresì preoccupato dal fatto che il pubblico ministero Mignini abbia avviato o mincciato di avviare procedimenti penali per diffamazione nei confronti di giornalisti o testate che hanno criticato il suo operato, tanto in Italia quanto negli Stati Uniti.
RispondiEliminaNel settembre 2010, Giangavino Sulas, giornalista investigativo del settimanale Oggi, ha ricevuto la notifica ufficiale che Mignini aveva dato inizio a un procedimento legale contro di lui, come reazione a un articolo pubblicato su Oggi qualche mese prima, secondo quanto ha riferito Sulas al CPJ.
L'articolo in questione – ha detto Sulas – criticava l'inchiesta sui delitti del Mostro di Firenze condotta da Mignini e menzionava la condanna per abuso d'ufficio relativa alla condotta del giudice in quel caso.
Come il CPJ ha potuto verificare, anche il direttore di Oggi Umberto Brindani ha ricevuto due notifiche nel 2010 – un'informazione di garanzia, datata 24 luglio, e un «invito per la presentazione di persona sottoposta a indagini», datato 2 settembre – in relazione ad articoli della rivista sul caso del Mostro di Firenze. Né Sulas né Brindani hanno ricevuto ulteriori notizie riguardo a processi. (Nel gennaio 2010 la corte di Firenze ha condannato Mignini a sedici mesi di prigione, insieme ad altre accuse, per intercettazioni illecite di giornalisti che si erano occupati del caso del Mostro di Firenze. Mignini rimane libero e al suo posto di lavoro in attesa della sentenza di appello.)
Già nel 2006, Mignini aveva fatto imprigionare il veterano cronista di nera Mario Spezi in base a una lunga lista di accuse infondate, come rappresaglia per la sua inchiesta giornalistica sui delitti seriali del Mostro di Firenze. Il CPJ è intervenuto in difesa di Spezi, che è stato in seguito rilasciato, e il suo lavoro ha portato poi alla pubblicazione di un bestseller di «true crime», intitolato The Monster of Florence, scritto a quattro mani con l'autore americano Douglas Preston. A dispetto di questo epilogo positivo, negli anni successivi al rilascio di Spezi, Mignini ha continuato ad accumulare accuse contro il giornalista nel caso del Mostro: le accuse, come attestano le ricerche del CPJ, arrivano addirittura alla «complicità in omicidio».
Nell'ottobre 2009, mentre presenziava a un'udienza preliminare per una di tali accuse, Spezi ha letto una dichiarazione in propria difesa, secondo quanto il giornalista ha riferito al CPJ. La dichiarazione era duramente critica nei confronti di Mignini, ci ha detto il giornalista. Subito dopo l'udienza la pubblica accusa ha incriminato Spezi per «oltraggio all'onore e al prestigio di un giudice», cosa che comporta fino a cinque anni di detenzione in caso di condanna.
Il processo a Spezi si è tenuto in febbraio a Firenze. Ai primi di marzo il giornalista è stato riconosciuto colpevole e condannato a quindici giorni di detenzione o a pagare 570 euro di danni a Mignini; Spezi ha riferito al CPJ che ha preferito pagare. Lui e il suo avvocato stanno considerando un appello, ha detto il giornalista.
Le ricerche del CPJ attestano che Spezi non si occupa più del caso del Mostro di Firenze. E l'agghiacciante effetto delle azioni di Mignini contro la stampa ha avuto eco anche dall'altra parte dell'oceano.
continua...
Preston, il co-autore di Spezi, che ha subito a sua volta vessazioni da parte di Mignini nel 2006 ed è stato alla fine costretto a lasciare l'Italia per il timore di essere incarcerato, ha raccontato al CPJ di avere tuttora paura a tornarvi. Non gli è stato possibile chiarire la sua posizione legale in Italia. Nell'estate del 2008 Mignini ha detto a terzi che avrebbe fatto arrestare Preston se avesse rimesso piede in Italia, come scrive l'autore stesso nella postfazione all'edizione tascabile di The Monster of Florence, pubblicata nel 2009. Quando il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti ha contattato l'ufficio di Mignini per verificare se esistesse effettivamente un mandato di arresto a nome di Preston, Mignini si è rifiutato di rispondere, adducendo preoccupazione per la riservatezza nei confronti di Preston, secondo quanto ha detto l'autore.
RispondiEliminaMignini ha usato una tattica simile contro il settimanale statunitense West Seattle Herald. Nel gennaio 2009, il giornale ha pubblicato un articolo che criticava le lacune delle prove nell'indagine sul delitto Kercher; c'era inoltre un accenno a esperti legali di cui non veniva fatto il nome che – si riferiva – consideravano Mignini «mentalmente instabile». L'articolo fu pubblicato su Internet il primo febbraio di quell'anno, innescando una reazione rapida da parte di Mignini. Undici giorni dopo questi dichiarava alla BBC di avere avviato un procedimento per diffamazione contro il West Seattle Herald. «Sono in ottima salute», ha detto Mignini, secondo quanto ha riferito la BBC. «Non vado spesso dal dottore e non ho mai visto uno psicologo.»
In un'intervista e-mail al CPJ, il direttore del West Seattle Herald Ken Robinson ha detto di non avere ricevuto alcuna notifica ufficiale in merito ad azioni legali. Ha detto inoltre che il giornale non teme ripercussioni da parte di Mignini e che non invia reporter in Italia per una semplice questione di budget.
Robinson ha aggiunto che il suo giornale non è stato turbato dalle azioni del pubblico ministero, ma che questo non è il caso di Joe Cottonwood, un altro scrittore statunitense che Mignini ha minacciato di accusare di diffamazione. Cottonwood ha raccontato al CPJ che tale azione deriva da un commento relativo al caso Kercher che lui inviò via e-mail a un amico reporter in Italia. Nel commento, Cottonwood descriveva Mignini come un «prepotente, intellettualmente disonesto». Il commento venne pubblicato sul quotidiano italiano Il Giornale nell'agosto 2009.
In un'intervista via e-mail, Cottonwood ha informato il CPJ che ha appreso dalla stampa italiana dell'intenzione di Mignini di accusarlo di diffamazione (il CPJ sta cercando di avere conferma se all'accusa sia stato dato effettivamente corso). Ma, che Mignini abbia effettivamente dato inizio a un procedimento penale oppure no, Cottonwood non intende correre rischi: «Non tornerò in Italia», ha dichiarato al CPJ. «Non ho risorse finanziarie e non mi posso permettere di difendermi laggiù.»
Signor Presidente, La preghiamo di assicurare a reporter e scrittori la possibilità di non avere paura di scrivere, commentare e criticare le attività delle autorità di Perugia. Cosa che assume particolare urgenza ora che l'appello dei due imputati nel caso Kercher sta per avere luogo nel tribunale perugino.
La preghiamo anche di intervenire affinché l'azione legale contro il blogger perugino Frank Sfarzo sia immediatamente annullata e che investigatori esterni siano assegnati a un'indagine sulle azioni abusive a suo danno perpetrate da agenti della Squadra Mobile il 28-29 settembre 2010.
continua...
Facciamo inoltre appello a Lei, nella sua veste di presidente del Consiglio Superiore della Magistratura, affinché ai pubblici ministeri di Perugia, compreso Mignini, non sia possibile utilizzare il reato di diffamazione come il proverbiale «uomo nero» da sollevare contro i loro critici. È inaccettabile che giornalisti, blogger e scrittori da ambo i lati dell'Atlantico, debbano sentirsi censurati e costretti a non trattare argomenti di pubblico interesse quali il caso Meredith Kercher o i delitti del Mostro di Firenze, a causa dell'incapacità del pubblico ministero Mignini di tollerare i giudizi sul suo operato che derivano dal suo ruolo pubblico. È inoltre impensabile che giornalisti statunitensi, che hanno scritto in passato dell'Italia e amano questo Paese, non osino tornarvi per il timore di essere arrestati.
RispondiElimina________________________________
Ed io Hunter dovrei credere che abbiano scritto in verità sapendo chi ha redatto quei verbali? Mi spiace ma sto con chi ha scritto al presidente della Repubblica, oggi più di ieri.
Ciao, Massimo
già un po' di equilibrio non guasterebbe. rinnovo i miei complimenti a Massimo e ripeto: sentenza sacrosanta. bye
RispondiEliminabeh però potrei rigirarti la domanda e chiederti perchè dovremmo credere che i fatti riportati nella lettera siano veri?
RispondiEliminaCome si fa a definire sacrosanta una sentenza non ancora depositata?
RispondiEliminaMistero!
Giacomo
Perché chi li ha scritti, Hunter, non è un procuratore che non ha controlli se non dai giudici (e quello di Perugia l'hanno smentito in appello) ma una associazione riconosciuta a livello mondiale che ha al suo interno case editrici di prim'ordine e blogger conosciuti. Perché scrivere una lettera denuncia falsa al Presidente della Repubblica sarebbe sanzionato con una denuncia ed un processo per calunnia, e nessuno ha sporto denunce, perché i fatti sono accaduti, e sono documentati, anche a giornalisti famosi quali Mario Spezi e Giangavino Sulas, ma tanti non sono stati inseriti, perché da anni ci sono proteste dei giornalisti per quanto avviene a Perugia (dalla morte con la conseguente resurrezione ed ancora la morte del medico Narducci, caso mostro di Firenze-sette sataniche), perché la lettera non è stata cestinata ma ha avuto una risposta alquanto confortante.
RispondiEliminaEd è stata importante quella lettera per diversi motivi, non ultimo il permettere sia a me che a te di poter esprimere liberamente le nostre opinioni.
Ciao, Massimo
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RispondiEliminaOvviamente concordo in tutto con Massimo cui rinnovo i miei complimenti.
RispondiEliminaVolevo però fare una precisazione sulla questione del dna.
La perizia ha stabilito che la traccia sul gancetto del reggiseno presenta un "Dna misto compatibile con una pluralità di persone", intesa in senso lato, non solo coloro che lo hanno maneggiato. Neanche le tecniche più avanzate consentono le separazioni dei dna per questo per essere valida come prova una traccia deve avere un
dna univoco. Altrimenti il range di comparazione è troppo ampio.
La perizia non dice affatto dunque che sul gancetto c'era il dna di Sollecito misto ad altri, dice solo che le compatibilità sono troppo ampie per poter dare un'attribuibilità a quei dna. Certo, è vero che quella traccia è compatibile con il dna di Sollecito ma è altrettanto vero, (e per spiegare bene il concetto l'avvocato Bongiorno ha citato questo esempio nell'arringa), è compatibile anche col dna dello stesso perito che l'ha analizzata!!!
Notizia appena battuta:"Trovato cadavere in bosco dell'aretino È la giovane americana scomparsa
RispondiEliminaAllison Owens, 23 anni, guida turistica statunitense, era scomparsa da domenica: era uscita a fare jogging. Era ospite in casa di amici". Dopo il caso di Amanda e questo omicidio, vedrete che in america non si dirà più la classica "i love Italy" ma "better stay away from Italy".
Ciao Massimo, ritengo che questo sia uno degli articoli più belli che tu abbia mai scritto.
RispondiEliminaE' un contenitore di emozioni, positive e negative, che riesci a trasmettere in tutta la loro intensità
Riesci ad arrivare con semplicità, pur andando in profondità delle cose e lo fai con una sensibilità d'animo che ti contraddistingue.
Fare informazione a questo livello trovo che sia cosa rara.
A Einstein in un aforismo:
L'arte é l'espressione del pensiero più profondo nel modo più semplice.
Ciao Sira
Fonte Adnkronos
RispondiEliminaNella loro relazione, gli specialisti nominati dalla Corte d'Appello scrivono che sul gancetto del reggiseno della povera Meredith c’era un "profilo genetico... la cui componente maggiore è rappresentata da Dna della vittima e la componente minore è rappresentata da Dna proveniente da più individui di sesso maschile, uno dei quali corrisponde al CROMOSOMA Y DI RAFFAELE SOLLECITO".
Su come ci sia finito, i periti dicono che POTREBBE essere effeto di contaminazione, anche se ammettono che "la documentazione circa la possibile contaminazione del reperto, sia prima che dopo il recupero, è INADEGUATA".
Difatti loro DEDUCONO questa EVENTUALE contaminazione dal fatto che il reperto sia stato "recuperato 46 giorni dopo il crimine in un contesto altamente SUGGESTIVO di contaminazione ambientale".
Detto in parole più semplici: poiché tutto sembrava contaminato, deduciamo che potrebbe esserlo anche il gancetto, anche se non si può provarlo.
Giacomo
Il TG2 delle 13, a partire dal minuto 13'50", ha trasmesso una breve intervista al Presidente della Corte d'Appello, lo stesso che ha letto il dispositivo della sentenza in diretta mondiale. Queste le sue dichiarazioni:
RispondiElimina"Nel nostro ordinamento vige il principio del libero convincimento del giudice. Noi abbiamo ritenuto che TUTTE QUELLE PROVE, pur MOLTO SIGNIFICATIVE E IMPORTANTI, non ci convincessero."
Ma allora perché assolvere "per non aver commesso il fatto" e non piuttosto per "insufficienza di prove"?
Forse la sentenza c'illuminerà, fra 90gg.
Giacomo
Giacomo, il fatto non sussiste, perchè ti ostini a vedere queste due VITTIME , di un sistema giudiziario/mediatico malato, colpevoli?
RispondiEliminaFilippo, fammi la cortesia di non personalizzare e non attaccarmi.
RispondiEliminaEsponi le tue idee e basta. Cerca di non essere intollerante. Io non mi ostino affatto. Ho solo pubblicato stralci di perizie e brani d'interviste.
Non vedo colpevoli a priori.
Ricorda che, anche se mediaticamente si vuole considerare chiuso il caso, giudiziariamente le cose non stanno in questi termini.
Che poi il nostro sistema giudiziario vada ammodernato, questo è un altro paio di maniche.
Giacomo
Tg1 h 17:00. Dal minuto 5'36"
RispondiEliminaAltra intervista al presidente della Corte d'Appello.
Domanda: Pensa davvero che l'unico che potrà dire veramente cosa è accaduto quella notte è Rudy Guedé?
Risposta: Certamente Rudy lo sa... Forse lo sanno anche i due imputati, perché la nostra pronuncia di assoluzione è il risultato della verità che si è creata nel processo, ma la verità reale può essere diversa. Loro possono anche essere responsabili, ma non ci sono le prove. Quindi forse lo sanno anche loro, ma a noi non risulta.
Giacomo
Ciao Giacomo.
RispondiEliminaRipeto quanto ho scritto in precedenza. Il Sollecito ha provato in tutti i modi di aprire la porta di Meredith, è agli atti, perché gli agenti non se ne assumevano la responsabilità, quindi sia impugnando la maniglia che cercando di sfondarla; oltre a questo devi considerare che negli ultimi giorni era passato in quella casa (quindi il suo dna poteva trovarsi anche nella maniglia della camera di Amanda). Gli analisti per forza di cose hanno aperto le porte impugnando le maniglie, per cui nulla di strano perché un cromosoma ci mette un decimo di secondo a depositarsi in un guanto.
Nelle frasi che hai riportato, quelle dette dal giudice al tg2, ci starebbe bene un "non ci convincessero visto chi le aveva portate". Solo così si spiega l'assoluzione piena.
E dentro la frase successiva, quella del tg1 che cita: "loro possono essere responsabili..." e via dicendo, ci stiamo tutti, io te ed ogni persona al mondo. Infatti scorrerebbe in maniera corretta anche se avesse detto: "Certamente Rudy lo sa... forse lo sa anche Prati Massimo, perché la nostra pronuncia di assoluzione è il risultato della verità che si è creata nel processo, ma la verità reale può essere diversa. Prati Massimo può anche essere responsabile, ma non ci sono le prove. Quindi forse lo sa anche lui, ma a noi non risulta.
E' così Giacomo, chiunque di noi può essere responsabile, ma a processo è uscita un'altra verità e l'unico che la sa per certo, ma non gli conviene dirla, è il Guede. Altro non risulta.
Massimo
Ciao, Massimo.
RispondiEliminaTi ringrazio come al solito delle tue risposte, sempre puntuali e ragionate.
Io ho ritenuto opportuno offrire spunti di riflessione e discussione, in base a risultanze documentali relative all'evento, in attesa di conoscere le motivazioni della sentenza.
Noto solo che, ora che Amanda è lontana, i media cominciano a sollevare tutti quegl'interrogativi e quei dubbi cui avevano messo la sordina nelle settimane precedenti il verdetto della Corte d'Appello.
Ripeto, comunque, che per questo caso io non ho una posizione precostituita e concordo con te sul fatto che le indagini iniziarono male e continuarono peggio.
Purtroppo questa delle indagini mal condotte è una costante: vedi per esempio il caso Parolisi - che però un po' se l'è cercata -, e il caso di Sabrina e Cosima Misseri, che invece non se la sono cercata affatto, e per me sono loro le vere VITTIME sventurate (qui habet aures ad audiendum, audiat), specie Sabrina che ha l'età di Amanda, ma nessuno alle spalle, se non la sua innocenza e, per fortuna, una Difesa validissima. Sono sicuro che se la caverà, se a questo mondo c'è un minimo di giustizia degna di questo nome.
Come è una costante l'accanimento mediatico, che nel caso di Sabrina ha raggiunto abissi di vigliacca e maramaldesca abiezione: un autentico, feroce linciaggio.
Giacomo
Hai ragione Giacomo, quella delle indagini mal condotte è una costante che si ripete negli anni e riguardano certamente Sabrina e Cosima (ma lì c'è davvero un avvocato coi contro-fiocchi che sa cosa fare) ma anche tanti altri che noi neppure conosciamo (e nella maggioranza dei casi i loro legali sono d'ufficio e la condanna è sicura).
RispondiEliminaCiò che questo processo deve fare passare è un messaggio chiaro. Nelle procure si deve capire che da ora in avanti ci saranno Giudici d'Appello meno tolleranti, quindi ci dovranno essere indagini fatte a modo per evitare che anche i colpevoli (perché se si sbagliano certe analisi, e la Difesa lo scopre, anche chi è davvero colpevole ne beneficerà) possano uscire di galera. Ed è questo il punto che io da sempre credo fondamentale, indagini più aperte (davvero a 360°) e ricostruzioni più logiche e più credibili per evitare di mandare in carcere gli innocenti ma anche per evitare di liberare i colpevoli.
Per quanto riguarda i media io odio, tu lo sai perché mi leggi, quella stampa che segue la linea del potere, se illogica e tendenziosa, e non critica perché sconveniente mettersi contro una procura. Così lasciando che si creino, anzi molto spesso creando a loro volta per convenienza economica (tanto nessuno farà niente per fermarli), quei pregiudizi e processi mediatici pubblici in cui la ragione va sempre al pensiero della maggioranza e non alla logica delle indagini e degli Atti.
Ciao, Massimo
Un ultima cosa Giacomo. Le critiche che stai leggendo, pur se paiono riguardare il processo, sono solo contrapposizioni politiche. Il Pdl cerca consensi per le sue leggi ed il partito democratico non vuol lasciare che passino. Niente di più, capita ciò che ogni fatto di cronaca fa sempre capitare nei palazzi romani. Si cercano consensi fra l'elettorato.
RispondiEliminaCiao di nuovo, Massimo
Sì Massimo. Come al solito, hai detto le cose giuste.
RispondiEliminaGiacomo
L'assoluzione per assenza di prove è stata eliminata da molto tempo, perché si era considerato almeno 20 o più anni fa (se non ricordo male, ancor prima della Riforma Vassalli) che o si è innocenti, o si è colpevoli. In compenso hanno poi creato altre formulazioni: "non avere commesso il fatto", "il fatto non sussiste", "il fatto non costituisce reato", ecc.
RispondiEliminaGiustamente osserva Giacomo che la sentenza dev'essere ancora motivata, per poterla giudicare in pieno, comunque il dispositivo già ci orienta sui suoi aspetti generali. Condivido che sarebbe stato opportuno che la Corte, per eliminare ogni perplessità, rifacesse ancora una volta le analisi del caso in presenza delle parti e dei periti, però l'intervento stesso del P.M., dove dà degli stupidi ai giudici per aver scelto periti incapaci com "cuochi che non hanno mai cucinato", invece di insistere nei termini dovuti sull'esigenza di rivedere le analisi, ha esso stesso tagliato ogni possibilità di ri-analisi degli elementi probatori.
Quel filmato è costato indagini da parte della polizia postale nei confronti di tutti gli utenti che in rete hanno osato far circolare quel video. Io sono una di questi. :-)
RispondiEliminaNel luglio 2009 fui interrogata dalla polpost e indagata conseguentemente per aver caricato un anno e mezzo prima,su dailymotion, quel video. Tutta l'indagine si scatenò perchè Magistà, il direttore del TGNorba che compare nel filmato, si avvalse del segreto professionale per non dichiarare l'identità dell'individuo da cui aveva acquistato quel filmato, secretato dalla Polizia. I reati constestati erano micidiali. Tra tutti campeggiava quello di ricettazione e di offesa del pubblico pudore, per le immagini offerte.
C'est tout. A pensarci bene mi è andata di lusso (ovviamente tutto è stato archiviato, ma sei mesi di indagini per aver semplicemente caricato il filmato di un tg locale, peraltro scaricabile dal sito del notiziario, sono un po' fastidiosi). Se fosse stato in vigore il ddl bavaglio del clan governativo, avrei rischiato l'arresto. ;-)
Salutoni e complimentoni a Massimo.
G
Quello che scrive G è prova di quanto in Italia, ma non solo, non esista la libertà di stampa e di informazione, bensì la libertà di "stumpa" (ovvero degli errori di stampa, oggi largamente diffusi non solo nel testo, ma perfino in titoli e sottotitoli). Non ho visto il film di cui si parla, del resto evito di guardare, se possibile, scene cruente. Da piccolo, addirittura, quando appariva il leone della Metro Goldwin Mayer che ruggiva sullo schermo, mi coprivo gli occhi spaventato. Qualcosa di questo "vizio" mi è rimasto ancora. I primi anni della televisione a colori, girarono uno sceneggiato sul celebre romanzo "Quer fattaccio brutto de via Merulana". Vedere il sangue, pur notoriamente finto, mi fece sconsigliare di comprarmi la televisione a colori, che acquistai solo molti anni dopo. Questo per dirvi quanta impressione tuttora mi fa una scena di sangue, vera o finta che sia, per cui eviterei sempre di guardarla. E' pure strano che il sangue non mi fa grande effetto su di me (eppure ne perdo facilmente per gli anticoagulanti che devo assumere), quanto sugli altri. Non potrei mai fare il medico, né ancor meno il chirurgo o, peggio di tutto, l'anatomo-patologo. Credo, comunque, che sia bene limitare certe scene, quando troppo cruente o inadatte ai fanciulli, ma arrivare alla galera, anziché ad una semplice sanzione pecuniaria mi pare eccessivo, quando magari per un omicidio colpo o pseudo-tale non si prende quasi nulla.
RispondiEliminalo stesso presidente della corte di appello ha detto che il caso rimane irrisolto, l'unico modo per sapere la verità sarebbe che Guede una volta condannato in via definitiva decida di dire tutta la verità perchè non è giusto sia l'unico a pagare
RispondiEliminacomunque non vi sembra un pò strano che in una casa dove viveva Amanda abbiano trovato più tracce di Rudy che sue?
RispondiEliminaNelle altre camere, comprese bagno e cucina, tracce sue ve n'erano eccome, Gaia, nessuna però insanguinata, solo in camera di Meredith, luogo dell'omicidio, non ce n'erano. Ma in compenso c'erano tre profili genetici, uno era del Guede e gli altri ancora non si sa perché dal 5 novembre, giorno dell'arresto dei ragazzi, a nessuno importava il sapere di chi fossero.
RispondiEliminaAmici di qualcuno che in quella stanza c'era di sicuro? O appartenevano alle due ombre che il Guede disse inizialmente (e per mesi) di aver visto? Una che scappava mentre l'altra lo picchiava e lo prendeva a male parole.
Ciao, Massimo